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Autore: Filakes    24/01/2013    2 recensioni
Ame ha 17 anni, vive una vita tranquilla.
Il primo giorno di vacanze estive decide di andare da sua nonna, ma quel giorno piove a dirotto e la pioggia continua ad aumentare.
E proprio quel giorno la sua vita cambia: finita in un'altra dimensione si ritroverà in un luogo dove la guerra e la dittatura hanno rovinato migliaia di vite e lei si unirà ai ribelli.
Che sia lei la Discendente? Sarà in grado tenere alte le aspettative?
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Dal capitolo 18:
"-         Mi chiamo Ame, tu?
-         Io sono Aaron, molto piacere.
Disse il ragazzo porgendole la mano. Lei la strinse senza pensarci troppo e quando si sfiorarono entrambi furono percorsi da una scossa."
Dal capitolo 33:
"Ame evitò la pugnalata e cadde a terra.
-         Dannazione!
Urlò, col cuore in gola, per lei era finita. Luke le tirò un calcio nello stomaco.
-         Speravo di mostrare ad Aaron il tuo corpo privo di vita intatto, in modo che ti riconoscesse, invece lo troverà pieno di tagli e lividi… fa nulla, è andata così."
Dal capitolo 35:
"Wareck, che ai tempi studiava per entrare nel Secondo Consiglio, ovvero l’organo governativo costituito dai quattro portatori delle Belve Sacre, scoprì la verità sulla guerra, ma ormai la sua amata Raissa era morta, lasciando lui e la figlia di soli sei anni. Fu così che Wareck decise di distruggere ciò che era stato creato nella menzogna, per riplasmare un mondo migliore. La Belva Sacra dell’aria si manifestò presto in tutta la sua potenza e, radunato un esercito in due anni, Wareck prese con la forza il potere. In quella follia, Wareck trascinò migliaia di persone nella morte e, con il tempo, dimenticò il motivo che l’aveva spinto a compiere il colpo di stato, mentre la bramosia di potere lo logorava. "
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Io sono Filakes e questa è la mia prima storia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo LVI:
“A un passo dalla morte”

Adrien si pietrificò, davanti a lui la sorella di Lou, l’aguzzina di Ame, sorrideva sadica. Con passo ondeggiante e aggraziato, si muoveva verso di loro, spietata, letale. I capelli di un rosso acceso le ricadevano sulla schiena come una cascata di sangue. I denti perfetti e bianchi rilucevano maligni.
-         Cosa pensavate? Che io non sapessi che avreste cercato di riprendervi Leo? Che io non sapessi che il sigillo si è infranto?
Domandò avanzando, inclinando lievemente il capo da un lato, lasciando che alcuni ciuffi le scivolassero dolcemente sulla spalla.
Adrien portò la mano alla spada, stringendo l’elsa. Ma con un rapido movimento, Erin lanciò un pugnale che teneva nella cinta di cuoio. L’arma si conficcò nella carne di Adrien. Un fiotto di sangue cominciò ad uscire dall’avambraccio del ragazzo, creando una piccola pozza scarlatta sul pavimento. Adrien imprecò: se toglieva il pugnale dal braccio sarebbe morto dissanguato, se non lo toglieva non poteva usare il braccio e così nemmeno la spada. Un largo sorriso compiaciuto si allargò sul volto di Erin, mentre avanzava verso di lui. Liam lanciò un incantesimo in elfico e per un istante Erin sembrò fermarsi. Una fiammata divampò, avvolgendole le gambe bloccate e, con uno scatto felino, si lanciò addosso a Liam. Lo immobilizzò a terra, gli occhi resi opachi dalla follia, mentre con un gesto della mano dava fuoco alla sua pelle. Liam lanciò un urlo, maledicendola. Daniel la colpì con un pugno in pieno viso, liberando l’amico dalla stretta. Adrien si ghiacciò la ferita, il pugnale ancora conficcato nell’avambraccio. Con l’acqua presente nell’aria, creò una lancia di ghiaccio e la lanciò contro Erin con tutta la forza che poteva, ma lei la bloccò e la frantumò in mille pezzi.  Con un gesto della mano, Adrien scagliò quei frammenti contro di lei, ferendola al volto e al bacino. Il sangue scarlatto della ragazza macchiò gli abiti. Erin portò una mano su una ferita e la osservò tingersi di rosso. Il suo volto si trasfigurò di rabbia e alzò lo sguardo su Adrien.
-         Bastardo!
Ringhiò mentre una palla di fuoco si abbatteva su Adrien, che riuscì ad evitare il peggio, bruciandosi solo parte della pelle del volto. Daniel cercò di colpire Erin alla gola, ma una freccia lo trafisse. Adrien si voltò e vide un gruppo di sodati avvicinarsi e il sangue gli si ghiacciò nelle vene. Erin lo assalì in quell’attimo di distrazione e lui cadde all’indietro, picchiando la testa. La vista gli si annebbiò, cercò di rimanere sveglio, bloccò con la mano sinistra il polso destro di lei, la lama del pugnale a pochi centimetri dal viso. Le sputò in un occhio, ma lei non si mosse, sorridendo sadicamente. Adrien ansimava per lo sforzo di tenerla a bada, mentre il ghiaccio sul braccio del ragazzo si scioglieva, riaprendo la ferita. Con la mano libera, Erin gli afferrò la gola, stringendo la presa. Adrien non riusciva a respirare, la sua stretta alla mano col pugnale di lei si allentò ed Erin affondò la lama nella sua spalla sinistra, schizzandosi il viso con il sangue del ragazzo. Adrien urlò per il dolore, mentre i soldati si scaraventavano contro i due elfi. Erin estrasse la lama dalla carne, muovendola dolorosamente, pronta a colpirlo di nuovo e ad ucciderlo. Adrien fece cadere una boccetta contenente il miscuglio tossico che aveva nella tasca dei pantaloni, che si ruppe e lascio fuoriuscire il fluido letale. Erin fu colta dai conati di vomito e da spasmi che la fecero contorcere a terra. Adrien si liberò da lei, mentre dalla camicia macchiata di sangue sbucava fuori il fiore purificatore, che assorbiva per lui la sostanza. I soldati di Wareck erano nella stessa situazione di Erin, Adrien aiutò i due elfi ad alzarsi e zoppicando raggiunsero Enea e Lou.
Quando Enea li vide, un lampo di terrore gli attraversò il viso. Fece spuntare delle piante mediche dalle crepe di ghiaccio che ricoprivano le pareti e fasciò velocemente le loro ferite. Prese una boccetta con il calmante per le Belve dalla tasca della giacca di Liam e la lanciò tra le fauci del Serpente Marino, che si contorse, fino a tornare al suo aspetto umano. Leo si accasciò a terra, ricoperto da tagli e sangue. La Chimera alzò una zampa in aria, pronta ad ucciderlo, ma con un enorme sforzo, Enea riattivò il sigillo. La Belva fu presa da spasmi incontrollati mentre ruggiva e urlava, tornando Lou. La ragazza cadde sulle ginocchia, il corpo nudo rivelava la terribile cicatrice che le percorreva tutta la schiena, la bruciatura della Notte di Sangue. Enea le corse incontro, coprendola con la sua giacca lunga, mentre brandelli degli abiti della ragazza giacevano a terra.
-         Dobbiamo andarcene subito.
Esclamò Enea, cingendo il fianco di Lou.
-         No, tranquillo, riesco a camminare.
Lou si scostò da lui, ma le gambe le tremarono paurosamente. Enea la prese per un braccio.
-         Non se ne parla nemmeno. Adrien, riesci a portare Leo?
Domandò Enea, osservando i flutti di sangue fermati alla meglio con fasciature e ghiaccio, il suo viso era terribilmente pallido.
-         Non credo di farcela, ma ci proverò. Liam deve portare Daniel, perciò non ho alternative.
Ansimò lui, inciampando nei sui piedi.
-         No, non puoi portarlo! Enea, posso camminare da sola, davvero.
La voce ferma di Lou e la situazione obbligarono Enea ad ascoltarla.
-         Va bene.
Sospirò lui esausto, mentre lasciava Lou e recuperava il corpo di Leo, privo di sensi.
-         Non restate indietro, mi raccomando. Non abbiamo tempo per recuperare nessuno.
Detto questo, si diressero verso il tombino che portava alle fognature e con enorme fatica scesero la scaletta viscida. Per poco Lou non scivolò, ma stringendo la presa riuscì a tenersi. Una volta arrivati a metà del loro percorso, sentirono urla lontane e stridule che fecero rabbrividire il gruppo.
-         Cos’era?
Domandò Lou spaventata, voltandosi nella direzione da cui provenivano quei suoni striduli. Passi pesanti e risate grottesche, accompagnate da versi gutturali si avvicinavano. Enea sbiancò.
-         Orchi! VIA DI QUI!
Urlò agli altri, mentre cominciavano a correre, l’adrenalina a mille in corpo. Corsero fino a raggiungere la botola da cui erano scesi nelle fognature e cercarono di risalire, ma una pioggia di frecce si abbatté su di loro. Una freccia con la punta d’osso colpì la mano di Enea. Il ragazzo urlò e fece salire velocemente gli altri, affidando Leo ad Adrien, ma quando cominciò ad arrampicarsi sulla scala, un orco l’aveva raggiunto. Nel buio del sotterraneo, la mano putrida lo afferrò per una gamba, strattonandolo giù. Enea si tenne al ferro viscido e arrugginito con tutte le sue forze. Lou colpì con una fiammata rossa il viso dell’orco, illuminando la galleria sotterranea per un istante. L’orco lasciò la presa, schiamazzando, ed Enea riuscì a fuggire. Aprirono la botola sopra la quale c’era il loro carro, e vi entrarono tramite il foro centrale largo un metro. Si fiondarono dentro, al sicuro, richiudendo la botola alle loro spalle, prima che un’altra freccia li colpisse. Noah era già pronto con le medicazioni, ma rimase comunque sconvolto dal loro aspetto. Fuori, intanto, Emy recitava l’ultima scena dell’opera.
-         Come avete fatto a conciarvi così?
Domandò Noah mentre disinfettava il braccio di Adrien.
-         Agguato di Erin e di alcuni orchi.
Borbottò il ragazzo, sedendosi su un rialzo in legno.
-         Erin? C’era mia sorella?!
Lou era sconvolta.
-         Sì, non è stato un incontro piacevole.
Sussurrò Liam mentre adagiava Daniel su un lato sgombro della carovana. L’elfo dai capelli castani respirava affannosamente, non sorrideva più: le sue labbra erano contratte in un’espressione di dolore.
-         Vi ha ridotto lei in questo modo?
Lou sembrò diventare ancora più pallida.
-         Lei e alcuni soldati.
Rispose Adrien, trattenendo una smorfia di dolore mentre Noah estraeva il pugnale.
-         Allora è vero. È una traditrice.
La voce di Lou era un sussurro flebile.
-         Ora non pensarci.
Enea le accarezzò il viso. Lei annuì, ma gli occhi le si velarono di lacrime.
La carovana sobbalzò quando Emy e Cloud si buttarono dentro, accompagnati da fragorosi applausi. Emy si voltò verso gli altri e spalancò gli occhi, scioccata.
-         Ma cosa diamine… ?
-         Lascia perdere. Cloud, portaci fuori da qui.
Comandò Noah, finendo di fasciare il busto di Daniel e le ferite di Leo.
Cloud annuì e si mise a comando della carovana. Come tutte le altre compagnie di attori che avevano già recitato dovevano tornarsene nella loro città e attendere un responso da parte di Wareck. Ovviamente a loro non interessava, la missione era compiuta e ora potevano tornare a casa. Senza dare nell’occhio uscirono dalle mura in tutta calma, ma quando si accorsero di essere seguiti da alcuni soldati, cominciarono a sfrecciare tra le strade ghiaiose.
 
Ame era scioccata da ciò che vedeva. La carovana era seguita da alcuni soldati a cavallo e li stavano per raggiungere.
-         Dobbiamo fare qualcosa!
La sua voce rasentava l’isteria.
-         Non possiamo fare niente da qua, Ame. Anche potendo non ci è concesso.
Gray sembrava quasi dispiaciuto per lei, ma non serviva a nulla la sua compassione in quel momento. Ame strinse i denti, mentre il cervello lavorava velocemente, cercando una soluzione. Il suo sguardo fu catturato dallo sciame di frecce che colpivano la carovana, ma Ame notò atterrita che al contatto col legno, le frecce prendevano fuoco. Sobbalzò, stringendo le mani al petto. Dal davanti della carovana, Ame vide sbucare Adrien, il corpo fasciato, che tenendosi ad una parete dalla carovana spegneva il fuoco con l’acqua presente nell’aria. Le fasciature intorno al braccio destro e alla spalla sinistra si macchiarono di sangue, le sue ferite si erano riaperte. Altre frecce si conficcarono nel veicolo, prendendo fuoco, ma Adrien non si scoraggiava. Poi, come se si fosse sforzato troppo, cadde e rotolò a grande velocità sulla ghiaia, privo di sensi. Ame urlò, mentre i soldati gli si avvicinavano.
Si voltò verso gli altri, lo sguardo colmo d’odio. Adrien sarebbe morto se non facevano qualcosa. Poi un’idea attraversò Ame. Respirò a fondo e appoggiò le mani sull’acqua che si increspò appena. Ame adocchiò degli alberi vicino ad Adrien e obbligò i rami a protrarsi fino a prendere il ragazzo e sollevarlo in aria. Con decisione, creò un ostacolo innalzando la terra, bloccando i soldati. Fece passare il corpo svenuto di Adrien da albero ad albero.  Di fronte alla carovana in corsa, fece apparire una sua copia di ghiaia e acqua. I cavalli frenarono la loro corsa, facendo traballare la carovana sui due lati. La carovana si fermò e i ribelli si sporsero fuori per capire cos’era successo e videro la figura di Ame.
-         Fermi.
Ame riuscì a far parlare la sua copia, mentre finalmente il corpo di Adrien li raggiungeva. Un ramo si estese fino a porgere il ragazzo ad Enea.
-         Non si abbandona nessuno.
La voce di Ame risuonò rabbiosa, poi la sua figura si dissolse, lasciando gli altri stupiti e increduli. Enea portò dentro Adrien, che quel giorno era stato ad un passo dalla morte, e la carovana ripartì. Ame sospirò di sollievo, le girava la testa e cadde all’indietro, ma Gray l’afferrò, tenendola saldamente.
-         Come hai fatto?! Cioè, da una dimensione all’altra è… impossibile! Nessuno ci è mai riuscito!
Si stupì lui, aiutandola a sedersi.
-         Ma io non sono nessuno.
Sorrise Ame, la voce affaticata.
Fare quel che aveva fatto le aveva richiesto più fatica del previsto, si sentiva prosciugata.
Bashir le sorrise.
-         Ame, è ora che tu abbia accesso ai Manufatti della prima Discendente.


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Psazio autrice:
Ciao a tutti! Mi dispiace davvero avervi fatto aspettare tanto per il capitolo, ma è stato un periodaccio e non riuscivo mai a scrivere!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e di non avervi deluso. :)
Scusatemi di nuovo!
Filakes

   
 
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