Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mary Evans    26/01/2013    6 recensioni
E se Harry avesse avuto una gemella, metamorfomagus , che lo avesse aiutato nei difficili anni a casa Dursley?
Se entrambi i gemelli avessero preso il talento in pozioni dalla madre e lo spirito malandrino del padre?
Se Regulus Black avesse avuto un figlio prima di morire?
Se questo figlio fosse stato allevato dalla signora Figg, la magonò in Privet Drive?
E se avesse preso tutto il carattere dallo zio, Sirius Black?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giovedì mattina quasi tutti gli studenti del primo anno erano eccitati per l’imminente lezione di volo. Vi era tuttavia qualcuno che, come Neville, non era mai salito in vita sua su un manico di scopa, ed era molto nervoso al pensiero di volare.
Il volo non era certo una cosa che si potesse imparare a memoria sui libri, e questo Hermione Granger lo aveva appurato appieno dopo aver letto tutti i libre che la biblioteca poteva disporre in proposito.
Harry, Gideon e Metis stavano giusto cercando rassicurare i loro compagni su come fosse facile e meraviglioso volare, quando l'arrivo della posta li interruppe.
Quel giorno, il barbagianni portò a Neville un pacchetto da parte della nonna. Lui lo aprì tutto eccitato e mostrò una palla di vetro che sembrava piena di fumo bianco.

«È una Ricordella!» spiegò il ragazzo «Nonna sa che dimentico sempre le cose... Questa ti dice se c'è qualcosa che hai dimenticato di fare. Guardate: uno la tiene stretta così, e se diventa rossa... Oh!»
E tutta la sua eccitazione svanì, perché Ricordella era diventata d'un tratto scarlatta: «...vuol dire che hai dimenticato qualcosa...»
Neville stava sforzandosi di ricordare che cosa mai avesse dimenticato, quando Draco Malfoy, che proprio in quel momento passava accanto al tavolo dei Grifondoro, gli strappò di mano la palla.
Harry, Ron e Gideon balzarono in piedi. Entrambi speravano in una buona occasione per fare a pugni con Malfoy, ma la professoressa McGranitt, che fiutava i guai prima di ogni altro insegnante, piombò come un fulmine.
«Che cosa succede qui?»
«Professoressa, Malfoy mi ha preso la Ricordella.»
Tutto corrucciato, Malfoy rimise prontamente la palla sul tavolo.
«Stavo solo guardando» disse, ostentando un aria di superiorità.
Sfortunatamente, a Gideon, Malfoy era stato antipatico fin da subito per cui, dal momento che si era presentata l’occasione, quando questi tentò di svignarsela con Tiger e Goyle al seguito con un colpo ben assestato di bacchetta fece annodare tra loro i lacci delle scarpe dei tre serpeverde facendoli cadere a faccia per terra tra le risate generali.

Quel pomeriggio, alle tre e mezzo, gran parte dei Grifondoro correva giù per le scale alla volta del campo per la prima lezione di volo. Era una giornata chiara e ventosa, e l'erba si piegava sotto i loro passi, mentre scendevano di corsa giù per la collina verso la parte opposta del parco, in direzione della foresta proibita, le cui chiome ondeggiavano, nere, in lontananza.
I Serpeverde erano già arrivati, e per terra c'erano anche venti manici di scopa ordinatamente disposti in tante file.

Harry aveva sentito Fred e George Weasley lamentarsi delle scope della scuola, dicendo che, se uno volava troppo alto, alcune cominciavano a vibrare, oppure sbandavano leggermente a sinistra e, osservandoli, non potè fare a meno di concordare con loro.
Madama Bumb era una donna bassa, coi capelli grigi e gli occhi gialli come un falco.
«Be', che cosa state aspettando?» sbraitò «Ciascuno prenda posto accanto a un manico di scopa. Di corsa, muoversi! Stendete la mano destra sopra la vostra scopa e dite: "Su!"»
«SU!» gridarono in coro.
A Harry, Gideon e Metis la scopa saltò immediatamente in mano, ma furono tre delle poche quella di Hermione Granger si era limitata a rotolare per terra e quella di Neville non si era neanche mossa.

A quel punto, Madama Bumb mostrò a tutti come montare il manico di scopa senza scivolare verso il fondo, e poi passò in rassegna la scolaresca per correggere la presa. Harry, Ron e Gideon se la godettero un mondo quando disse che erano anni che Malfoy usava la presa sbagliata.
«E ora, quando suonerò il fischietto, datevi una spinta premendo forte i piedi per terra, tenete ben salde le scope e sollevatevi di un metro circa. Poi tornate giù inclinandovi leggermente in avanti. Al mio fischio... tre... due...»
Ma Neville, nervoso e sovreccitato com'era, nel timore di rimanere a terra, si diede la spinta prima ancora che il fischietto avesse sfiorato le labbra di Madama Bumb.
«Torna indietro, ragazzo!» gridò lei, ma Neville si stava sollevando in aria come un turacciolo esploso da una bottiglia... tre metri... sei metri... gli studenti videro era terreo in volto mentre guardava il suolo che si allontanava sempre più, poi lo videro scivolare dal manico, e...
WHAM! Un tonfo, uno schianto sinistro e Neville era lì sull'erba, faccia a terra, come un fagotto informe. Il suo manico di scopa salì sempre più in alto e poi si allontanò come andasse alla deriva, verso la foresta proibita, scomparendo alla vista.
Madama Bumb era china sul ragazzo, con il viso sbiancato dalla paura.
«Polso rotto.» la udì bofonchiare Metis «Coraggio, mio caro... non è niente, alzati.»
Poi si rivolse al resto della classe.
«Nessuno si muova mentre io lo accompagno in infermeria. Lasciate le scope dove si trovano, o verrete espulsi da Hogwarts prima di avere il tempo di dire "Quidditch". Andiamo, caro.»
Neville, con il volto rigato dalle lacrime e reggendosi il polso, si avviò zoppicando insieme a Madama Bumb, che lo cingeva con il braccio.
Non erano ancora fuori della portata di voce che Malfoy scoppiò in una sonora risata.
«Hai visto che faccia, quel gran salame che non è altro?»
Gli altri Serpeverde si unirono a lui nel prenderlo in giro.
«Chiudi il becco, Malfoy!» sbottò Calì Patil.
«Oh, non prenderai mica le difese di Paciock!» disse Pansy Parkinson, una ragazza Serpeverde dai lineamenti duri «Non avrei mai creduto che proprio a te, Calì, stessero simpatici i piagnucolosi, e per di più ciccioni.»
«E io non avrei mai creduto che a te piacesse fare il cagnolino Parkinson ma, guardandoti scodinzolare non appena Malfoy ti fa un complimento, e vedendoti seguirlo come una cagna in calore, devo supporre di essermi sbagliata, no?» replicò Metis, scatenando le risa di tutti i Grifondoro.

Prima che Pansy potesse replicare Malfoy la interruppe.
«Guardate!» disse, facendo un balzo in avanti e raccogliendo qualcosa fra l'erba «Quello stupido aggeggio che la nonna ha mandato a Paciock.»
La Ricordella brillò al sole, mentre lui la teneva sollevata.
«Daccela Malfoy.» dissero tranquillamente Harry e Gideon.
«Subito.» aggiunse Metis.
Tutti tacquero all'istante per godersi la scena. Malfoy fece un sorriso maligno.
«Penso che la metterò in un posticino dove Paciock dovrà andarsela a riprendere... cosa ne dite, per esempio... della cima di un albero?»
«Dammela!» gridò Metis, ma Malfoy era già balzato in sella al suo manico di scopa ed era decollato.

Non aveva mentito: volava proprio bene.

«Cosa avete, Potter e Black? Pensate di non arrivarci?»
In un attimo i tre ragazzi avevano inforcato le loro scope e, facendo proprio come aveva insegnato loro Remus, sollevarono leggermente la punta dei bastoni per salire ancora più in alto.
Udirono le grida e il respiro ansimante delle ragazze rimaste a terra, e l'urlo di ammirazione di Ron.
Virarono con decisione in modo da circondare a mezz'aria Malfoy, che ormai aveva l'aria esterrefatta.
«Niente Tiger e Goyle a salvarti l'osso del collo quassù, eh, Malfoy?» lo apostrofò Gideon.
Sembrò che anche a Malfoy fosse venuto in mente lo stesso pensiero.
«Prendetela, se ci riuscite!» gli gridò, gettando la palla di vetro in aria e poi lanciandosi di nuovo in picchiata verso terra.
Gideon vide la palla andare sempre più lontano e la rincorse. Sapeva cosa doveva fare. Sentiva Metis alle sue spalle e, raggiunta la palla, prima di frenare bruscamente contro l’albero rischiando di romperla, la lanciò esattamente verso di lei.
Metis cercò di fare lo stesso con il fratello ma, essendo questi troppo lontano, il suo lancio risultò troppo debole.
Harry vide come a rallentatore la palla sollevarsi in aria e poi cominciare a ricadere giù.
Si chinò in avanti e puntò il manico della scopa verso il basso: un istante dopo, stava acquistando velocità in una picchiata precipitosa, alla rincorsa della palla, con il vento che gli fischiava nelle orecchie, confondendosi con le grida degli astanti. Allungò la mano e a pochi metri da terra la afferrò, appena in tempo per raddrizzare la scopa, poi atterrò dolcemente sull'erba stringendo in mano la Ricordella sana e salva. Poco dopo scesero a terra anche Gideon e Metis.
«POTTER! BLACK!»
La professoressa McGranitt avanzava a passo di corsa verso di loro.

«Mai... da quando sono a Hogwarts...»
La McGranitt era quasi senza parole per l'indignazione e gli occhiali le lampeggiavano furiosamente.
«Avreste potuto rompervi l'osso del collo...»
«Non è stata colpa sua, professoressa...»
«Taci, signorina Patil...»
«Ma Malfoy...»
«Basta così, Weasley. Voi due Potter e Black, seguitemi immediatamente.»
A Harry, Gideon e Metis non sfuggirono le facce trionfanti di Malfoy, Tiger, Goyle e Parkinson mentre si allontanavano come inebetiti dietro alla professoressa McGranitt, in direzione del castello.
I tre si scambiarono un’occhiata preoccupata pur rimanendo in silenzio.
La professoressa McGranitt procedeva a passo veloce senza neanche degnarli di uno sguardo. Su per le scale esterne, su per la scala di marmo, e la professoressa McGranitt non gli aveva ancora detto una parola.
Spalancava le porte con violenza e correva per i corridoi, con loro che le trotterellavano dietro, poi si fermò davanti a un'aula, aprì la porta e mise dentro la testa.
«Mi scusi, professor Vitious, mi presta Baston per un attimo?»
Harry, Gideon e Metis si scambiarono un’ occhiata perplessa: chi diamine era Baston?
Come scoprirono ben presto, Baston un ragazzo corpulento del quinto anno, che uscì esitante dall'aula.

«Potter, Black, questo è Oliver Baston. Baston... ti ho trovato un Cercatore e due battitori.»
Da perplesso che era, Baston divenne l'immagine della felicità.
«Dice sul serio, professoressa?»
«Ci puoi giurare.» rispose lei tutta animata «I ragazzi hanno un talento naturale. Non ho mai visto niente di simile. Il signor Black e miss Potter si sono lanciati come schegge all’inseguimento di quella palla e sono riusciti a direzionarla esattamente dove volevano. Il signor Potter, invece, ha afferrato la palla con una mano sola, dopo una picchiata di venti metri.» disse la professoressa McGranitt a Baston «E non si è fatto neanche un graffio. Neanche Charlie Weasley ci sarebbe riuscito.»
Ora Baston aveva decisamente l'aria di uno che vede d'un tratto realizzarsi i suoi sogni.
«Avete mai assistito a una partita di Quidditch?» chiese tutto euforico.
«Baston è il capitano della squadra dei Grifondoro.» spiegò la McGranitt.
«Dovremo procurare loro una scopa decente, professoressa... una Nimbus Duemila o una Tornado Sette, direi.»
«Parlerò con il professor Silente e vedremo di fare un'eccezione alla regola che esclude quelli del primo anno. Sa il cielo se abbiamo bisogno di una squadra migliore di quella dell'anno scorso. I Serpeverde ci hanno stracciato nell'ultima partita... Per settimane non ho avuto il coraggio di guardare in faccia Severus Piton...»
La professoressa McGranitt scrutò i tre ragazzi da sopra gli occhiali con sguardo severo.
«Voglio vedervici sudare in questi allenamenti, altrimenti potrei cambiare idea sul fatto di non punirvi.»
Poi, d'un tratto, sorrise.
«I vostri genitori sarebbero stati orgogliosi.» disse «Anche loro erano ottimi giocatori di Quidditch.»

«State scherzando?»
Era l'ora di cena, ed Harry e Gideon avevano appena finito di raccontare a Ron quello che era accaduto quando avevano lasciato il campo di allenamento con la professoressa McGranitt.

Ron era rimasto con un boccone di pasticcio di carne a mezz'aria, dimenticando di metterselo in bocca.
«Cercatore e Battitori? Mai quelli del primo anno... Voi dovete essere i più giovani giocatori del dormitorio da...»
«Da un secolo.» disse Metis, arrivando proprio in quel momento e sedendosi accanto al gemello «Ce l'ha detto Baston.»
Ron era talmente stupefatto, talmente impressionato che non riusciva a staccare gli occhi dai tre, e continuava a guardarli a bocca aperta.
«Cominciamo l'allenamento la settimana prossima.» disse Gideon «Solo, non dirlo a nessuno. Baston vuole mantenere segreta la cosa.»
Fred e George Weasley entrarono in quel momento nella sala, scorsero i due Potter e Gideon e si avvicinarono in fretta.
«Complimenti.» disse George a bassa voce «Ce l'ha detto Baston. Anche noi siamo nella squadra... Cacciatori.»
«Ve lo dico io, quest'anno la coppa la vinciamo noi.» disse Fred « È da quando Charlie se n'è andato che non vinciamo più, ma quest'anno la squadra promette bene. Dovete essere proprio bravi! Baston stava praticamente saltando di gioia quando ce l'ha detto.»

Il resto della giornata trascorse velocemente e, tra scherzi e lezioni, si era già fatto sera.
Tutti gli studenti erano rientrati nei loro dormitori e, probabilmente, si stavano rilassando nei loro letti. Tutti tranne tre ragazzi e una ragazza che, troppo euforici per gli ultimi avvenimenti, non riuscendo a prendere sonno, si erano avventurati nei corridoi bui del castello facendo una passeggiata notturna.

Ad un tratto sentirono una voce.
«Annusa qua dentro, ciccina, qualche studente può essere in qualche aula.»
Era Gazza che parlava con la gatta, Mrs Purr.

Inorridito, Harry agitò all'impazzata la bacchetta, facendo segno agli altri tre di seguirlo più in fretta possibile. Svelti svelti, senza far rumore si diressero verso la porta opposta al punto da cui proveniva la voce di Gazza. L'ultimo lembo degli abiti di Ron era appena sparito dietro l'angolo, quando udirono Gazza entrare nella sala dei trofei.
«Sono qui, da qualche parte.» lo udirono borbottare «Probabilmente nascosti.»
In preda al terrore, cominciarono a sgattaiolare lungo la galleria che rigurgitava di armature. Sentivano avvicinarsi Gazza. D'un tratto, Ron lanciò un gridolino di terrore, incespicò, afferrò Metis per la vita e franarono entrambi sopra un'armatura.
Il baccano e lo strepito furono tali da svegliare l'intero castello.
«CORRETE!» gridò Gideon, e tutti e quattro si misero a correre per la galleria, senza guardarsi indietro per vedere se Gazza li stesse seguendo. Girarono dietro lo stipite di una porta, percorsero un corridoio, e poi un altro, Harry in testa, senza la minima idea di dove si trovassero o di dove stessero andando. Passarono attraverso un arazzo, lacerandolo, e si ritrovarono in un passaggio nascosto, lo percorsero a precipizio e sbucarono in un vicolo ceco che finiva con una porta chiusa a chiave.

Si fermarono tutti per riprendere fiato, mentre il custode si faceva sempre più vicino.
«Vi decidete a fare qualcosa?» sbottò Metis.

Afferrò la sua bacchetta, colpì il lucchetto e sussurrò: «Alohomora!»
Il lucchetto scattò e la porta si spalancò davanti a loro: la oltrepassarono spintonandosi, la richiusero velocemente e vi pigiarono contro l'orecchio, rimanendo in ascolto.
Sentirono Gazza allontanarsi con la sua gatta, furente per non aver trovato nessuno.
«Crede che questa porta sia chiusa a chiave.» bisbigliò Harry.
«Perché era chiusa.» disse Gideon ghignando per essere riuscito a farla franca.
«E per un buon motivo.» disse Metis seria, voltandosi verso l’interno della stanza.
Anche gli altri si voltarono... e videro chiaramente che cosa c'era.
Non si trovavano in una stanza, come avevano creduto. Erano in un corridoio. Il corridoio proibito del terzo piano. E ora, capivano perché fosse proibito.
Stavano fissando dritto negli occhi un cane mostruoso, un bestione che riempiva tutto lo spazio tra il soffitto e il pavimento. Aveva tre teste. Tre paia di occhi roteanti, dallo sguardo folle, tre nasi che si contraevano e vibravano nella loro direzione, tre bocche sbavanti, con la saliva che pendeva come tante funi viscide dalle zanne giallastre.
Era lì, perfettamente immobile, con tutti e sei gli occhi fissi su di loro.
Harry brancicò in cerca del pomello della porta: tra Gazza e la morte sicuramente preferiva Gazza.
Caddero tutti all'indietro... Gideon richiuse la porta sbattendola e ripresero a correre, anzi quasi a volare, lungo il corridoio. Gazza doveva essere andato a cercarli in qualche altra direzione perché non lo videro da nessuna parte, ma di quello non si preoccuparono affatto. L'unica cosa che volevano fare era mettere quanta più distanza possibile tra loro e quel mostro, e non smisero di correre fino a che non ebbero raggiunto il ritratto della Signora Grassa, al settimo piano.
«Ma dove diavolo eravate, tutti quanti?» chiese lei, guardando le vestaglie che gli pendevano dalle spalle e i volti congestionati e madidi di sudore.
«Non importa... grugno di porco, grugno di porco.» ansimò Gideon, e il ritratto scivolò.

Si inerpicarono su per il passaggio e raggiunsero la sala di ritrovo; qui si lasciarono cadere, tremanti, sulle poltrone.
Passò del tempo prima che qualcuno parlasse.
«Che cosa lo tengono a fare, un mostro come quello, chiuso a chiave in una scuola?» disse infine Ron.
«Non avete visto dove poggiava le zampe?» domandò Metis «Stavano sopra una botola. Evidentemente fa la guardia a qualcosa.» poi si alzò, con i capelli che cambiavano colore dal rosso, al rosso scuro al nero, come succedeva sempre quando era concentrata o arrabbiata.
«Scusate ragazzi ma ora sono stanca, troppe emozioni in un giorno solo. Buona notte.»
E si avviò verso il dormitorio femminile, incurante di aver dato a Harry qualcos'altro cui pensare, mentre si infilava a letto.

Il cane faceva la guardia a qualcosa... Che cosa aveva detto Hagrid? La Gringott era il posto più sicuro al mondo, se si voleva nascondere qualcosa... eccetto forse Hogwarts.
Prima di cedere al sonno ebbe un’illuminazione: aveva appena scoperto dove si trovava pacchetto preso dalla camera di sicurezza numero settecentotredici.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mary Evans