Insieme
adora Hunger Games,
mi sostiene.
Ile
Respiro. Finalmente respiro. Quel peso opprimente,
soffocante, che schiacciava i miei polmoni ricordandomi ciò
che con
disperazione cercavo di dimenticare, ora si è allentato. Si
è allentato e lui è
qui. Alzo la testa e lo osservo. Gli occhi chiari, i riccioli biondi,
le mani
calde. Con sorpresa mi ritrovo a pensare che Peeta è bello.
Una bellezza delicata, percettibile solo con uno
sguardo attento. Una bellezza che deve essere studiata
perché fatta di
particolari, spontanea. Potrei perdere ore studiando il suo volto, per
percepire tutte le cose che, con sguardi frettolosi e poco attenti,
avevo
tralasciato durante tutti quegli anni in cui credevo di conoscerlo.
Anche lui mi osserva e io mi specchio nei suoi
occhi
azzurri, quasi sollevata. E lì, nel suo sguardo, capisco
come lui mi consideri
una persona diversa da quella che io reputo di essere. Vedo ancora una
speranza
brillare in fondo ai suoi occhi, una speranza per lui, per noi.
E continuo a chiedermi, con grande sorpresa, come
sia possibile. Una risposta affiora nella mia mente con
facilità: lui è molto
più forte di me. Davanti a così tante afflizioni
ha ancora qualcosa a cui
aggrapparsi, ma la cosa più stupefacente è che io
faccia parte di quel
qualcosa.
E allora capisco. Il fatto che lui sia
indispensabile alla mia sopravvivenza vale anche al contrario. Mi si
mozza il
fiato quando intuisco che anche io sono indispensabile a lui. Lui mi
scruta,
attento, incuriosito dal mio comportamento. Sembra quasi che voglia
leggermi il
pensiero, tanto è profonda la sua espressione.
Penso però che lui non abbia bisogno di
leggere la
mia mente per riuscire a capire cosa vi passa attraverso. Lui
è così bravo a
capirlo che non ne ha nessun bisogno. Un’altra ondata di
sollievo mi
attraversa: lui è qui per me, non sono più sola.
Gli sorrido, un sorriso pieno,
quasi felice.
Peeta fa lo stesso, ma in lui vedo
un’allegria vera
e reale, soddisfatta. In poco tempo noto come lo spazio tra i nostri
volti sia
diminuito, mentre noi, inconsapevoli, ci studiavamo a vicenda. Sembra
troppo
facile avvicinarmi ancora, finché non riesco più
a distinguere i contorni del
suo viso, chiudendo gli occhi.
Ho solo il
tempo di sentire le mie
labbra sfiorare le sue, quando, rabbrividendo, Peeta si allontana da me
bruscamente. “Non posso, Katniss, non posso...”
sussurra, quasi inudibile.
Rabbrividisco anch’io, spaventata. Sentendomi smarrita senza
le sue braccia che
mi avvolgono, lo guardo, confusa.
A pochi
passi da me Peeta sta
combattendo la sua battaglia personale: la testa china, i pugni stretti
e gli
occhi chiusi, tremante. Non so cosa fare, cosa dire, come comportarmi.
Reprimo
l’istinto di abbracciarlo ma, incerta, allungo una mano per
toccargli il
braccio, sperando che possa aiutarlo, anche se nel modo più
insignificante che
esista.
Quello che
mi sorprende è, poco
dopo, sentire le sue dita scorrere sulle mie per stringerle con vigore,
come
una barca si aggrappa alla sua ancora in un giorno di tempesta.
Restituisco la
sua stretta, afflitta di potergli offrire solo questo.
Minuti
interminabili passano: io,
angosciata e immobile e Peeta, al mio fianco, scosso da forti tremiti.
Poi,
lentamente, Peeta riapre gli occhi e capisco che il peggio è
passato. Lo guardo
e, potente, ritorna in me una sensazione così familiare che
sospiro. Rivederlo
così, indifeso e stanco, ha risvegliato in me
l’istinto di volerlo proteggere.
Ma sono
impotente, non posso fare
nulla per aiutarlo, nulla. Mi viene da piangere per la frustrazione, e
rimbomba
ancora nella mia testa quella domanda che mi sono posta così
spesso: perché a
me? A noi? Perché la follia di pochi uomini deve rovinare
tante vite innocenti?
Mi sfugge un singhiozzo e Peeta è di nuovo vicino a me. “Insieme...” mormora. Sollevo uno sguardo interrogativo verso di lui, ma lui si avvicina di nuovo e sussurra: “Vedrai Katniss. Ce la faremo. Insieme.”
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Note dell'autrice
Care lettrici, ecco un nuovo capitolo dopo una lunghissima assenza. Mi dispiace di non aver potuto aggiornare prima ma gli esami universitari non perdonano... . In ogni caso, vi propongo un capitolo piuttosto statico ma molto importante: finalmente anche Peeta inizia a rivelarsi autonomamente, non solo attraverso i pensieri di Katniss. Vi prometto che il prossimo sarà più movimentato. E ora i ringraziamenti: un grazie a Coral e a Valentina_P che mi stanno seguendo fin dal primo capitolo e spero non smetteranno di farlo, il solito grazie a Chris, sempre presente quando ho bisogno di lui e un grande ringraziamento va a voi che leggete e avete recensito, e a che deciderà di farlo in seguito. Grazie davvero, mi rendete davvero felice.
Ile