CAPITOLO
VI : Polvere di stelle.
Quando entrò nel suo
ufficio, Isaac vide che Eric era seduto alla scrivania ; le braccia incrociate
e lo sguardo perso su un foglio spiegazzato.
“Cosa succede?” gli
domandò. “Cos’è quel foglio?”.
“E’ una denuncia. La
manda l’avvocato di Malfoy” rispose l’altro.
“Sai, in realtà dovrei
farne una anche io” aggiunse. “Una denuncia di furto”.
“Furto?” indagò Delgado.
“Le foto” borbottò Nolan.
“Sono sparite. Anche i negativi”.
Isaac socchiuse la bocca,
assumendo una strana espressione.
“Eric…”.
“In realtà so benissimo
chi le ha prese” lo interruppe il collega.
I suoi occhi chiari lo
trafiggevano da parte a parte, arrabbiati e delusi.
“Le ho prese io” confessò
a quel punto Isaac.
Eric sorrise amaramente.
“Chi altro avrebbe
potuto? Oltre a me, solo tu conosci la combinazione della cassaforte”.
“Mi dispiace” si scusò
Isaac. “Non potevo permettere che le pubblicassi”.
“Già…dopotutto non
potresti mai fare un torto a Malfoy” ribatté Nolan, incurante del risentimento
che traspariva dalla sua voce.
“Non t’importa se lui ne
ha fatto uno a me, continui a preoccuparti solo per lui”.
“Ti sbagli” lo
contraddisse il moro. “Io desideravo solo mettere fine a questa storia, non
m’interessa scatenare un circolo vizioso di stupide vendette”.
“Volevo solo dargli una
lezione” ribatté Eric.
“Pensavo fossi dalla mia
parte…” aggiunse. “Sei il mio
ragazzo, cazzo. Mio, non suo!”.
“E infatti sono dalla tua parte, proprio per
questo ti ho impedito di fare questa stupidaggine”.
Isaac si avvicinò ad
Eric, ma quest’ultimo si ritrasse dalla sua mano.
“Fintanto che Draco
resterà con Potter, accanirti su di lui non ti porterà nulla di buono. E’ un
personaggio troppo importante per inimicarselo”.
“Certo, scommetto che non
vedi l’ora che si lascino” sussurrò Nolan.
“Dimmi la verità, sei
ancora innamorato di lui?”.
“Ma come ti viene in
mente?!” replicò Isaac, incredulo.
“E’ inutile che fai
quella faccia, tanto lo so che sono solo un rimpiazzo”.
Eric abbassò il capo,
sforzandosi di controllare la voce.
“Quando mi hai baciato
pensavo…” mormorò, facendo una pausa.
“Invece sono ancora al
secondo posto”.
“Sai, sinceramente
credevo fossi un po’ più sveglio” commentò Isaac, indurendo il tono.
“Sei così bravo a capire
i sentimenti degli altri, però quando si tratta di te stesso vai completamente
in palla” lo rimproverò.
“Sei una vera
contraddizione, Eric Nolan. Mi dici sempre che devo finirla di pensare che una
persona possa essere di mia proprietà, però in realtà sei tu quello che è più
possessivo”.
Eric arrossì,
distogliendo lo sguardo da lui.
“La tua insicurezza ti rende così illogicamente geloso che
nemmeno te ne accorgi” continuò Isaac, addolcendo la voce.
“Adesso…adesso smettila.
Per favore” lo pregò Nolan.
“No, non smetterò fino a
quando non capirai che non provo più niente per Draco ormai da molto tempo”
ribatté Isaac. “Ci sei solo tu nel mio cuore, adesso”.
“Smettila…” ripeté Eric,
coprendosi il viso con le mani.
Isaac si avvicinò al suo
viso celato, pur senza toccarlo.
“Ti amo” gli sussurrò
all’orecchio.
“Ti amo” ripeté.
“Ed è completamente inutile che cerchi di nasconderti, perché io riuscirò
sempre a sapere qual è l’espressione nei tuoi occhi”.
Eric si accucciò più su
se stesso, senza scoprirsi il viso, pieno di vergogna.
Isaac gli sfiorò
delicatamente i capelli castani, tranquillizzandolo.
“Quindi adesso smettila
di piangere” gli ordinò, sorridendo.
A quelle parole, Eric
alzò finalmente lo sguardo su di lui.
Il viso arrossato e le
ciglia umide di lacrime.
“Come?” domandò.
“Per me sei come un libro
aperto” spiegò. “Completamente trasparente”.
“Allora mi ami veramente”
borbottò Eric.
“Mi pare di avertelo già
detto” rise Isaac.
Poi, si fece nuovamente
serio.
“Da più tempo di quanto
immagini” aggiunse, prima di baciarlo.
Eric si lasciò andare tra
le sue braccia, sentendosi improvvisamente sciocco per aver dubitato di lui.
L’amore, pensò, rendeva
veramente ciechi ; ciechi e stupidi.
Molto stupidi.
Quando le labbra di Isaac
si staccarono dalle sue, Eric abbozzò un sorriso.
“Sai cosa?” mormorò,
appoggiando la fronte su quella di Isaac, chiudendo gli occhi.
“Credo di aver appena
rivalutato il concetto di proprietà privata”.
Isaac rise, stringendolo
ancora più stretto.
“Ne sono felice”.
***
“Draco, è arrivato un
pacco per te”.
Harry porse al suo
ragazzo una scatola sottile, rettangolare, imballata in una carta giallo ocra.
“Perché l’hanno spedito
qui?” domandò Malfoy, afferrandola.
“Si vede che chi te lo
manda ha capito che ormai passi più tempo da me che a casa tua” rise Potter.
Draco roteò gli occhi,
liberando la scatola dalla carta che la conteneva.
Si presentava come un semplice
cofanetto nero, forse ebano lucidato a regola d’arte.
Prima di aprirla, il
biondo si bloccò, guardando perplesso Harry.
“Non la apri?” gli chiese
quest’ultimo.
“Ma non c’era scritto il
mittente?” domandò Draco in risposta.
“No”.
Potter arricciò il naso.
“Hai paura che sia una
bomba?” scherzò.
Malfoy sembrò soppesare
l’idea.
“Non mi sorprenderebbe
poi così tanto se lo fosse” disse.
“Vuoi che la apra io?” si
offrì il moro.
“Per quanto mi incanti la
tua volontà di esplodere al posto mio, credo che la controllerò semplicemente
con la magia” lo punzecchiò l’altro, utilizzando un tono saccente.
“E’ che a volte quasi mi
dimentico della sua esistenza” replicò Potter imbarazzato.
Sul viso di Draco si
disegnò un ghigno beffardo.
“Per fortuna ci sono io a
ricordartelo” lo prese in giro.
Poi, puntò la bacchetta
contro l’oggetto incriminato.
Appena la punta toccò la
superficie di legno, il coperchio si aprì da solo, improvvisamente.
Malfoy scattò
all’indietro, afferrando Potter per un braccio.
Come fuoriuscite da una
dimensione parallela, piccole sfere colorate cominciarono ad orbitare per la stanza.
Lucide come cera colata,
si ingrandivano a poco a poco, diventando grosse all’incirca quanto una mela.
Una volta raggiunta la
massima grandezza, si bloccarono a mezz’aria, mentre il pavimento si ricopriva
di strani coriandoli variopinti.
“Che diavoleria è mai
questa?” mormorò Harry, ipnotizzato dalla stranezza di quel fenomeno. “Non ho
mai visto nulla di simile prima d’ora…”.
“Non sei stato tu?”
chiese Draco, completamente senza fiato.
“No, io non c’entro
niente” negò Potter.
“Ma allora, chi?” si
chiese Malfoy.
“Non lo so…”.
Potter tornò a guardare
la scatola, notando qualcosa al suo interno.
“Guarda, c’è una busta”.
Draco corse ad aprirla,
sedendosi a terra.
Al suo interno c’erano un
biglietto, una decina di foto e i rispettivi negativi.
“Sono le nostre foto!”
esclamò sorpreso.
Harry lo raggiunse,
allungando la mano per farsele passare.
“Sono quelle che Nolan
aveva minacciato di pubblicare…” realizzò, accigliandosi.
“Le manda lui?” chiese.
“Cosa dice il biglietto?”.
“Aspetta”.
Draco lo aprì, iniziando
a leggere.
“Queste le restituisco ai
legittimi proprietari. Spero che ritirerai la denuncia contro Eric. Te lo
chiedo come favore personale…Garantisco io per lui ; non vi darà più fastidio”.
Scorrendo il testo,
Malfoy visualizzò il suo nome e automaticamente smise di leggere ad alta voce.
Comunque, ora sono sicuro che entrambi abbiamo
finalmente trovato la persona giusta per noi. Lo pensi anche tu, vero?
Ti auguro col cuore ogni felicità. Per sempre
tuo amico,
Isaac.
Per anni si era sentito
in colpa per il modo in cui aveva trattato Isaac, ma adesso quella lettera gli
alleggeriva la coscienza, togliendoli di dosso un grande peso.
Quelle parole significano
moltissimo per lui, così pure quell’inaspettato dono.
Era così.
Il cerchio era finalmente
chiuso.
La voce di Harry lo
riportò alla realtà.
“Non c’è scritto nient’altro”.
“Nient’altro” mentì
Malfoy.
“Ma non si è firmato? Chi
te le ha spedite?”.
Draco si voltò verso
Potter, rivolgendogli un sorriso luminoso.
“Un amico” rispose.
Harry corrugò la fronte.
“Devo essere geloso?”
indagò. “Insomma, qualcuno ti ha mandato questa cosa pazzesca che mi ha invaso
il salotto…perché?”.
“Questa cosa pazzesca non
è solo per me, è per noi. Credo che sia un regalo di pace.”
“Per noi?” chiese Harry,
senza capire.
“Sì” rispose Malfoy,
afferrando una sfera color corallo.
Tra le mani era calda e
morbida come velluto, incredibilmente leggera.
Però, lui sapeva
perfettamente che non era vuota.
“Davvero non le hai mai
viste?” chiese, riferendosi ad esse.
“No” rispose Harry. “Cosa
sono?”.
“Si tratta di un gioco”
lo informò Draco con un ghigno. “Sono polvere di stelle”.
“Polvere-…”
Prima che potesse finire
la frase, Malfoy gliene lanciò una, colpendolo in pieno al centro del petto.
Potter si guardò il
torace, riscoprendosi totalmente imbrattato da una finissima pioggia d’argento.
“Dieci punti a
Serpeverde!” esclamò Draco ridendo. “Quindici se ti colpivo al cuore”.
Ignorandolo, Harry toccò
la strana polvere tra le dita, avvertendola liscia e piacevole come la pelle di
una pesca.
“Ti pentirai di avermi
colpito a tradimento…” lo minacciò.
Poi, senza preavviso, lo
colpì a sua volta con una sfera blu cobalto.
La palla si schiantò sul
braccio di Malfoy, facendolo strillare.
“Oh, questa è guerra
Harry James Potter!” annunciò, togliendosi un po’ di polvere dai capelli.
Ridendo e gridando, in
poco tempo si erano praticamente ricoperti di brillantini da capo a piedi,
molti dei quali fluttuavano ancora nell’atmosfera, ricadendo leggeri a terra,
mischiandosi tra i coriandoli.
Entrambi con il fiato
corto, non c’erano vincitori in quella battaglia ; anche se l’ultima sfera, di
un brillante verde smeraldo, era rimasta tra le mani di Harry.
“Non mi sfuggirai!”
esclamò quest’ultimo.
“No, ti prego, basta!” lo
pregò Draco, provando a scappare.
“Le tue preghiere non ti
salveranno” replicò Potter, riuscendo finalmente ad afferrarlo.
Malfoy rise, cercando di
divincolarsi, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di cadere per terra
addosso ad Harry, strappandosi una manica.
Potter gli catturò
velocemente i polsi e, aiutandosi con una gamba, ribaltò le posizioni.
“Hai vinto!” si arrese
Draco. “Non colpirmi, dai…”.
Harry sorrise.
“Ma qui c’è ancora una
zona che è rimasta immacolata” mormorò, fissandogli con desiderio la spalla
nuda.
Con la mano libera, gli
sfilò la maglia dalla testa, scoprendogli il petto.
Malfoy non fece nulla per
bloccarlo, rimanendo docile sotto di lui.
Dopo un po’, Potter si
decise a posare la sfera in un punto preciso del suo torace, iniziando a
spingerla contro di lui, sentendola cedere a poco a poco.
“Quindici punti se
colpisco il cuore…” sussurrò sensuale.
“Come se così fosse
possibile sbagliare mira” replicò Draco, arrossandosi in viso.
Il suo respiro cominciò a
farsi pesante, poi, quando alla fine la sfera si spezzò, la polvere d’argento si
liberò su di lui, facendolo tremare.
Harry si bloccò,
ammirando il corpo di Malfoy sotto di lui.
La sua pelle nivea,
ricoperta da quella sostanza, sembrava brillare di luce propria, come se in
realtà fosse lui stesso una stella.
La sua stella.
Potter gli baciò con
dolcezza una guancia, sporcandosi le labbra e il naso d’argento, mentre Draco gli
stringeva le braccia intorno alla schiena.
Avvolto in quell’abbraccio,
Harry si posò sulla sua bocca, baciandolo lentamente.
“Questa roba sa di
fragola” disse, dopo essersi staccato.
Draco rise.
“Sei ricoperto da
brillantini” lo canzonò.
“Sei vuoi puoi
assaggiarmi” scherzò il moro.
Malfoy non se lo fece
ripetere, leccandogli le labbra prima di baciarlo di nuovo.
“E’ vero, sa di fragola”
gli diede ragione.
Potter sorrise ancora, ma
un pensiero lo colpì improvvisamente, come se in quell’istante avesse compreso
qualcosa di importante.
“Draco?” lo chiamò
infatti.
“Mh?”.
“E’ stato quel tipo a
mandarti le foto, vero? Isaac, intendo”.
Malfoy socchiuse la
bocca, stupito.
“Sì” confessò.
Il moro esitò un attimo
prima di ricominciare a parlare.
“Hai fatto questo anche
con lui?”.
A quella domanda, Draco
si sollevò, issandosi sui gomiti, in modo da riuscire a sedersi a gambe
incrociate.
“No” rispose.
“Però lui sapeva che
questo era il mio gioco preferito quando ero piccolo” aggiunse. “Ho sempre
desiderato poterlo rifare, ma purtroppo non ne ho mai avuto l’occasione”.
Il viso di Harry si
adombrò un poco.
“Ti conosceva bene…”
considerò.
“Mi conosceva
abbastanza”.
Harry si passò una mano
tra i capelli, riflettendo.
“Perché vi siete
lasciati?” domandò.
“Me lo hai già chiesto
quando eravamo a Las Vegas…” ribatté Malfoy. “Il passato è passato, che
necessità c’è di rivangarlo?”.
“Hai ragione, però quella
volta era diverso” replicò Potter.
“Per favore…” lo
supplicò. “Ho bisogno di saperlo”.
“Perché?”.
“Perché devo essere certo
che un giorno non ti spedirà una scatola che ti porti via da me”.
Gli occhi di Draco
divennero lucidi e tristi, come se avesse paura di spiegare le cose nel modo
sbagliato.
“Il motivo è semplice” disse
dopo aver fatto un respiro profondo.
“L’ho lasciato perché non
era giusto continuare ad illuderlo. Isaac si era innamorato di me e io non
potevo ricambiarlo nel modo in cui lui avrebbe voluto. Per lui stare con me era
diventata solo una sofferenza…”.
Malfoy fece una pausa.
“Avresti dovuto vedere
l’espressione nei suoi occhi ogni volta che dopo essere stati insieme lo
lasciavo per tornare a dormire nel mio letto…” raccontò, guardando mestamente a
terra.
“Tutto quello era troppo
egoistico persino per un tipo come me” aggiunse, sorridendo amaramente.
“Quindi con me…”.
Potter esitò, riflettendo
bene su cosa dire.
“Voglio dire, con me è
diverso” disse.
“Non hai nemmeno l’umiltà
di dirlo usando la forma interrogativa!” lo punzecchiò Draco, sorridendo
impercettibilmente.
“Ma lo è. E’ diverso”
ribatté Harry. “No?”.
“Sì, ma volevo farti stare un po’ sulle spine”
rise Malfoy, mettendogli le braccia intorno al collo.
“E comunque, giusto per
inciso…” aggiunse assumendo un’espressione estremamente seria.
“Non esiste scatola al
mondo che possa portarmi via da te” sussurrò. “Né potrebbero mai inventarla”.
Delicato, Draco unì le
proprie labbra a quelle di Potter, venendo accolto immediatamente tra le sue
braccia.
Accarezzandogli la
schiena, Harry si staccò piano dal suo ragazzo, fissandolo negli occhi.
Con una mano, sfiorò l’anello
che entrambi portavano al collo, rigirandoselo tra le dita.
“Voglio che lo porti al
dito” disse.
Malfoy lo guardò per un
attimo, senza capire.
“Cosa?” domandò, credendo
di aver capito male.
“Sposami” rispose secco
Harry.
La sua non sembrava una
domanda, ma piuttosto un ordine a cui non era permesso disobbedire.
“Questa volta faremo le
cose per bene” aggiunse. “Intendo, con amici, parenti e tutto il resto”.
“Sobri?” scherzò Draco.
“Sobri!” rise Harry.
“E questa volta sarà per
sempre” continuò a parlare.
“Voglio che tu sia mio
per sempre”.
Malfoy trattenne il
fiato, incapace di dire qualsiasi cosa.
Gli occhi verdi di Harry
erano così brillanti da fargli girare la testa.
“Allora? Non rispondi?” lo
incalzò quest’ultimo, nervosamente.
“Beh…”.
Draco si sciolse in un
sorriso, mentre una singola lacrima scivolava leggera sulla sua guancia.
“Dopotutto, le fedi ce le
abbiamo già”.
Potter trattenne una
risata.
“E’ un sì?”.
Malfoy annuì.
“E’ un per sempre”
mormorò, prima di unire le proprie labbra alle sue.
Il gusto di fragola era
sparito e adesso in bocca aveva solo il sapore di Harry ; il sapore della
felicità.
Note dell’autrice :
E’ la fine! Come ha detto
Draco : il cerchio si è chiuso.
C’è un lieto fine per
tutti, come piace a me, quindi sono contenta : )
Spero di non essere stata
troppo smielata….soprattutto con Isaac ed Eric.
Forse non si capisce
tutto questo amore improvviso, ma nella mia testa loro erano nella “friendzone”
da un sacco e dovevano uscirne XD
E poi, se le drarry sono
realtà, tutto può <3
Comunque, ci tenevo a
scrivere questa storia, soprattutto perché desideravo che il rapporto tra Harry
e Draco diventasse ben solido e alla luce del sole.
Forse avrei potuto fare
di meglio, ma mi auguro che questo finale vi sia piaciuto!
Per le loro splendide
recensioni, un abbraccio speciale va a :
Nemidra, lunadistruggi e holly715.
Grazie, perché sapere
cosa pensate riempie di gioia qualsiasi “scrittore”, passatemi il termine.
Quando pensavo che questa
storia non interessasse a nessuno, voi mi avete risollevato il morale, per cui
ve ne sono immensamente grata! : )
0996beststar, alessandra92, ilfalco75 e zeppy.
Grazie di cuore, per me è
un onore sapere che avete riservato un posto speciale alla mia storia <3
Baby_Barby, biso84, Moony_98 e TheVampiresAssistant.
Anche voi, un sincero
grazie! :3 Fa sempre piacere sapere che qualcuno apprezza il proprio lavoro,
soprattutto quando ci mette passione.
E infine, ringrazio le 26 persone che hanno messo la mia
storia nelle seguite.
Non potevo citarvi uno
per uno, però sappiate che vi penso XD
Spero che London Calling
vi sia piaciuta e vi abbia fatto spuntare qualche sorriso.