Il
giorno dopo, dopo averci dormito su, Harry,
Ron, Gideon e Metis erano arrivati alla conclusione che l'incontro con
il cane
a tre teste era stata una splendida avventura e non vedevano l'ora di
averne
un'altra. Nel frattempo, Harry aveva informato gli altri sul pacchetto
che
sembrava essere stato trasferito dalla Gringott a Hogwarts, e quindi
passarono
un bel po' di tempo a fare congetture su cosa poteva aver bisogno di
una
sorveglianza così stretta.
«Una
cosa o molto preziosa o molto pericolosa.»
commentò Metis.
«O
tutt'e due.» concluse Gideon.
Ma
dal momento che sapevano solo che Silente aveva
dato ad Hagrid una missione alla Gringott che probabilmente consisteva
nel
prelevare un oggetto dalla camera di sicurezza 713, senza ulteriori
indizi, non
avevano molte possibilità di indovinare che cosa fosse, e
decisero quindi di
accantonare temporaneamente la questione.
Quando,
come di consueto, i volatili invasero la
Sala Grande, l'attenzione generale fu attratta immediatamente da tre
pacchi
lunghi e sottili, trasportati da dodici grossi barbagianni. Come tutti,
anche
Harry, Metis e Gideon erano curiosi di sapere che cosa contenessero, e
si stupirono
quando gli uccelli scesero in picchiata e li lasciarono cadere proprio
davanti
a loro, facendo cadere per terra la pancetta affumicata.
Prima
che potessero fare alcun che, videro
arrivare un altro barbagianni con due lettere che furono lasciate
cadere sopra
il pacco di Metis.
Per
fortuna Metis aprì prima le lettere e
costrinse suo fratello e Gideon ad aspettare che finisse di leggere
prima di
aprire i loro pacchi.
La
sua, notò, era da parte di Remus.
Cara Metis,
mi ha
fatto piacere leggere la tua lettera. E così tu, Harry
e Gideon siete dei Grifoni, eh? Non avevo mai avuto dubbi su questo. E
nemmeno
sul sapervi i migliori del vostro anno. Tutti e tre siete estremamente
intelligenti, proprio come i vostri genitori. Da quello che mi hai
raccontato,
sul fatto che il professor Piton ha mostrato subito molta antipatia
verso di
voi… non rammaricartene, lui ha sempre odiato vostro padre e
lo zio di Gideon.
Eravamo a scuola insieme, sapete? Probabilmente vede in voi la
possibilità di
riscattarsi da tutti i torti subìti. Per quanto riguarda gli
scherzi che stanno
architettando Harry e Gideon… bè, forse dovrei
sgridare quelle due pesti e dire
loro di comportarsi meglio ma, dal momento che quello ai danni di Piton
mi ha
fatto ridere come non facevo da anni, ho deciso di chiudere un occhio.
Adesso
inizio a capire perfettamente perché ai professori
sembra di essere tornati indietro nel tempo…
Sono
piuttosto sorpreso nell’apprendere
dell’abilità tua e di
Harry nel preparare pozioni. James era negato in quella materia e non
vi era
lezione in cui non fondesse un calderone! A quanto pare, e per fortuna,
avete
ereditato il talento di Lily. Il professor Lumacorno, il nostro
insegnante di
pozioni, diceva sempre che era uno spreco che Lily avesse scelto di
diventare
un Auror e non una Pozionista.
Sulla
vostra ammissione in squadra devo farvi i mie
complimenti! James, Lily, Emmeline e Regulus ne sarebbero fieri, dal
momento
che anche loro facevano parte della squadra di Quidditch ai tempi della
scuola.
Leggendo
della tua richiesta di una scopa nuova, ho prelevato
del denaro dalle vostre camere blindate e vi ho comprato tre Nimbus
2000 nuove
fiammanti. Mi vergogno un po’ nel dire questo, avrei voluto
regalarvele io, ma
come ben sai la mia situazione finanziaria non è molto
florida a causa della
mia condizione.
Ho mandato
un gufo al preside Silente e lui ha detto che non
ci sono problemi se vengo ad assistere alla vostra prima partita di
Quidditch,
quindi preparatevi a vedermi tra gli spalti!
Raccomanda
ad Harry e a Gideon di non usufruire troppo della
Mappa del Malandrino, e dì loro che devono assolutamente
mostrarmi la foto di
Piton con i capelli Rosso e Oro.
Inoltre,
quando mi hai parlato delle pozioni che state
inventando tu ed Harry, mi è venuta in mente una cosa che
apparteneva ai vostri
genitori e che, se riuscirò a trovare, vi porterò
il giorno della partita. A
questo proposito, NON APRITE I PACCHI CON LE NIMBUS A TAVOLA, si
scatenerebbe
un putiferio tra gli altri primini!
Ci vediamo
alla partita e salutami Harry e Gideon.
Con
Affetto,
Remus
P.S. La
luna piena è stata terribile come al solito ma adesso
sto meglio, grazie per l’interessamento!
Metis
sorrise e, passando la prima lettera ad
Harry e Gideon affinchè la leggessero, prese
l’altra che, scoprì, essere della
professoressa McGranitt.
Ho saputo
che Remus Lupin vi ha regalato delle Nimbus 2000,
quindi ho pensato fosse il caso di iniziare ad esercitarsi in vista
della prima
partita.
Oliver
Baston vi aspetta questa sera alle sette al campo di
Quidditch, per il vostro primo allenamento.
M.
McGranitt
Mancava
poco alle sette e faceva già scuro quando
i tre lasciarono il castello per avviarsi al campo di Quidditch, Metis
e Gideon
con le loro mazze personali ben strette in mano.
Troppo
smaniosi di volare di nuovo per aspettare
l'arrivo di Baston, Harry, Metis e Gideon montarono sui loro manici e
si
dettero la spinta coi piedi per decollare.
Si
misero a zigzagare tra i pali delle porte e su
e giù per il campo… le Nimbus Duemila prendevano
qualsiasi direzione loro
desiderassero, al minimo tocco.
«Ehi,
Potter, Black, scendete giù!»
Oliver
Baston era arrivato portando sotto braccio
una grossa cassetta di legno. Il trio atterrò vicino a lui.
«Molto
bene!» commentò Baston con gli occhi che
gli scintillavano.
«Ora
capisco che cosa intendeva la professoressa
McGranitt… voi possedete veramente un talento naturale.
Questa sera vi
insegnerò soltanto le regole, poi parteciperete agli
allenamenti della squadra
tre volte alla settimana.»
«Scusa
Baston.» lo interruppe Gideon «Noi tre
già
le conosciamo le regole. Giochiamo a Quidditch fin da quando eravamo
piccoli,
quindi puoi risparmiarti la spiegazione.»
«D’accordo
allora, passiamo direttamente alla
pratica.»
Aprì
la cassetta che conteneva quattro palle di dimensioni
diverse.
«Per
quanto riguarda te, Harry, per stasera non ci
alleneremo con il Boccino perché è troppo buio e
potremmo perderlo. Proveremo
quindi con qualcuna di queste.»
Tirò
fuori da una tasca un sacchetto di comuni
palle da golf e, dopo averle incantate, disse ad Harry di recuperarne
il più
possibile.
Mentre
lui volteggiava in aria, Baston si rivolse
a Metis e Gideon.
«In
quanto a voi due, vi allenerete con i bolidi.
Lanciateli da una parte all’altra del campo, provate a fare
centro negli anelli
e, soprattutto, fate in modo che non colpiscano Harry.»
Metis
e Gideon si guardarono con un sorriso prima
di alzarsi in volo.
Si
comportarono esattamente come durate gli
allenamenti con Remus: si dirigevano spediti verso i bolidi e molte
volte
riuscivano a lanciarli negli anelli. Facevano attenzione
affinchè Harry non
venisse colpito, ed erano in perfetta sintonia tra loro occupandosi
ognuno di
un bolide.
Mezz'ora
dopo s'era fatto buio pesto e dovettero
smettere di giocare, ma Baston era... al settimo cielo.
«La
Coppa del Quidditch porterà il nostro nome,
quest'anno-.»disse Baston felice mentre arrancavano verso il
castello.
«Puoi
Giurarci!» dissero insieme Harry e Gideon,
meritandosi una gomitata da parte di Metis per la loro sfrontatezza.
Le
settimane successive furono faticose per i tre
ragazzi a causa degli allenamenti tre volte alla settimana, ma loro non
se ne
curavano più di tanto.
Harry
e Gideon continuavano a fare scherzi e Metis
continuava a dividersi il tempo da trascorrere con i suoi amici,
Hermione e le
nuove pozioni da inventare.
Con
grande soddisfazione dei tre, le lezioni
stavano cominciando a diventare più interessanti, ora che
gli insegnanti
avevano smesso di trattare argomenti sulle nozioni fondamentali, ma
ciò
nonostante continuavano a ritenerle al di sotto del loro livello e
avevano
quindi iniziato a trascorrere interi pomeriggi in biblioteca alla
ricerca di
nuovi incantesimi e pozioni da sperimentare.
La
mattina di Halloween si svegliarono al profumo
delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi e, durante la
lezione
di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato tra
l’esaltazione
generale che li riteneva pronti a far volare gli oggetti.
Per
l'esercitazione, il professor Vitious divise
la scolaresca in coppie.
Il
compagno di Harry fu Seamus Finnigan (il che fu
un sollievo per lui, dato che Neville aveva già cercato di
cavargli un occhio),
e quello di Metis, Gideon.
Tutto
sommato a loro era andata bene, ma a Ron
toccò Hermione Granger, ed era difficile dire chi dei due
fosse più scontento
della cosa.
«Non
dimenticate quel grazioso movimento del polso
che ci siamo esercitati a ripetere!» strillò il
professor Vitious, arrampicato,
come al solito, sopra la sua pila di libri «Agitare e
colpire, ricordate,
agitare e colpire. Un'altra cosa molto importante è
pronunciare correttamente
le parole magiche... Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse
"s" invece di "z" e si ritrovò steso a terra con un orso
sopra il petto.»
Harry,
Gideon e Metis risero, ma furono i soli.
Dopo aver concluso con successo il compito di far volare la loro piuma
ed aver
conquistato trenta punti a Grifondoro, notarono che in molti erano in
difficoltà con le loro piume.
L'impazienza
di Seamus fu tale che il ragazzo la
stuzzicò con la bacchetta magica e le appiccò
fuoco... e Harry dovette
spegnerlo con il cappello.
Ron,
nel banco accanto, non aveva maggiore fortuna.
«Wingardium
Leviosa!» gridò agitando le lunghe
braccia come un mulino a vento, provocando le risa di Harry e Gideon.
«Lo
stai dicendo sbagliato.» udirono Hermione
sbottare «Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il "gar"
bello
lungo.»
«E
fallo te, visto che sei tanto brava!» la
rimbeccò Ron.
Hermione
si rimboccò le maniche della tunica,
agitò la bacchetta magica e disse: «Wingardium
Leviosa!»
La
piuma si sollevò dal banco e rimase sospesa in
aria a circa un metro e mezzo sopra le loro teste.
«Molto
bene!» gridò il professor Vitious battendo
le mani «Avete visto tutti? Anche Miss Granger c'è
riuscita!»
Alla
fine della lezione Ron era di pessimo umore.
«Non
c'è da stupirsi che nessuno la sopporti.»
disse a Harry e Gideon mentre si facevano largo nel corridoio
sovraffollato,
con Metis ed Hermione dietro di loro.
«Quella
ragazza è un incubo, parola mia!»
Harry
sentì qualcuno sbattere contro la sua spalla
e superarlo. Era Hermione. Le intravide il volto... e si rese conto con
stupore
che era in lacrime.
«Credo
che ti abbia sentito.» commentò Gideon,
osservandola allontanarsi.
«E
allora?» disse Ron, ma aveva l'aria un po'
imbarazzata «Deve essersi resa conto che non ha
amici.»
«E
io chi sarei, la fata Morgana?» gli disse Metis
irata, dandogli una spallata mentre correva per raggiungere Hermione.
Hermione
e Metis non si presentarono alla lezione
successiva e non si fecero vedere per tutto il pomeriggio.
Harry
e Gideon, preoccupati per le due, le
individuarono con la Mappa del Malandrino e tirarono un sospiro di
sollievo nel
vedere che erano insieme e che si erano soltanto rinchiuse nel bagno
delle
ragazze.
Maledicendo
Ron e la sua sensibilità di un
cucchiaino, si avviarono verso la Sala Grande che era stata allestita
diversamente in onore della festa di Halloween.
Harry
si stava servendo una patata farcita, quando
il professor Raptor entrò nella sala di corsa, con il
turbante di traverso e il
terrore dipinto in volto. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui
mentre si
avvicinava alla sedia del professor Silente, inciampava sul tavolo e
con un
filo di voce diceva:
«Un
troll... nei sotterranei... pensavo di
doverglielo dire.»
E
si accasciò a terra svenuto.
Nacque
un tumulto, e ci vollero diversi petardi
viola della bacchetta magica del professor Silente per ripristinare il
silenzio.
«Prefetti.»
tuonò «Riportate i ragazzi nei
rispettivi dormitori, immediatamente!»
Percy
era nel suo elemento.
«Seguitemi!
Voi del primo anno, rimanete uniti.
Non avete ragione di temere il troll se seguite i miei ordini. Fate
largo,
passano quelli del primo anno. Scusate, scusate, sono un
prefetto.»
«Ma
come ha fatto a entrare un troll?» chiese
Harry mentre salivano le scale.
«Non
chiederlo a me. Si dice che siano esseri
veramente stupidi.» disse Ron «Forse è
stato Pix, per fare uno scherzo di
Halloween.»
Incontrarono
vari gruppi di ragazzi che si affrettavano
in direzioni diverse, tuttavia all'improvviso Gideon afferrò
il braccio di
Harry e Ron.
«Mi
è venuto in mente soltanto ora... Metis ed
Hermione non sanno del troll!»
Piegandosi
velocemente, si confusero col gruppo
dei Tassorosso che andavano nella direzione opposta, sgattaiolarono
verso un
corridoio laterale deserto e spiccarono una corsa verso il bagno delle
femmine.
Avevano appena svoltato l'angolo, quando udirono dei passi rapidi
dietro di
loro.
«Percy.»
sibilò Ron spingendo Harry e Gideon dietro
a un grosso grifone di pietra.
Tuttavia,
guardando meglio, non videro Percy,
bensì Piton, il quale attraversò il corridoio e
sparì dalla vista.
«Che
cosa diavolo sta facendo?» sussurrò Harry
«Perché non è giù nei
sotterranei con gli altri insegnanti?»
«E
che ne so io.» sbottò Gideon, impaziente di
trovare Metis e di portarla al sicuro.
Percorsero
furtivi il corridoio successivo il più
silenziosamente possibile seguendo l'eco dei passi di Piton che si
andavano
affievolendo.
«Si
sta dirigendo al terzo piano.» disse Harry, ma
Gideon gli prese la mano.
«Non
sentite uno strano odore?»
Harry
e Ron annusarono l'aria e giunse alle loro
narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto
pubblico
non pulito da tempo.
E
poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi
strascicati di piedi giganteschi. All'estremità di un
passaggio sulla sinistra,
qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Il troll di montagna si
fermò vicino
a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe
orecchie cercando, con la sua mente
limitata, di prendere una decisione e poi, con andatura goffa e lenta,
entrò.
«La
chiave è nella toppa.» bisbigliò Gideon
«Potremmo chiuderlo dentro.»
«Buona
idea.» disse Ron nervoso.
Strisciando
lungo il muro raggiunsero la porta,
che era aperta, e con un grande balzo Harry riuscì ad
afferrare la chiave,
chiuse la porta e la sprangò.
«Ecco
fatto!»
Tutti
ringalluzziti dalla vittoria, risalirono di
corsa il passaggio ma, una volta giunti all'angolo, udirono qualcosa
che gli
raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che
proveniva dalla
stanza che avevano appena chiuso a chiave.
«Oh,
no!» esclamò Ron pallido come il fantasma del
Barone Sanguinario.
«Il
bagno delle femmine!» ansimò Harry.
«Metis.»
sussurrò Gideon, e ripercorse
all'impazzata il corridoio fino alla porta. Girò la chiave,
annaspando per il
panico, e si precipitò dentro la stanza con Harry e Ron al
seguito.
Hermione
Granger stava rannicchiata contro la
parete opposta e aveva tutta l'aria di essere sul punto di svenire
guardando il
troll avanzare verso la sua amica e, nella sua marcia, strappare via
dal muro i
lavandini.
Metis
era riversa a terra con la bacchetta ancora
in mano e un rivolo di sangue sulla tempia e Gideon, vedendola in
quello stato,
non potè fare a meno di bloccarsi impietrito sulla porta,
con gli occhi
leggermente spalancati dal terrore e con le lacrime che premevano di
uscire.
Impallidì
così tanto da somigliare ad un fantasma.
Sentì
a malapena l’urlo di Harry che chiamava la
sorella, e poi lo scossone che gli diede per farlo riprendere dal suo
stato
catatonico.
«Maledizione!»
esclamò Harry disperato rivolto a
Ron.
Afferrò
d’istinto un rubinetto e lo scagliò con
tutta la forza che aveva contro la parete, facendo fermare il troll a
pochi
metri dal corpo di Metis. Lo videro girarsi goffamente, sbattendo gli
occhi con
espressione ottusa per vedere che cosa avesse provocato quel rumore, e
i suoi
occhietti malvagi videro Harry. Decise quindi di dirigersi verso di lui
brandendo la clava.
«Ehi,
tu, cervello di gallina!» gridò Ron dal lato
opposto della stanza, scagliandogli contro un tubo di metallo.
Sembrò
che il troll non si fosse neanche accorto
del corpo contundente che lo aveva colpito alla spalla, ma che avesse
udito il
grido. Si fermò di nuovo, volgendo ora il suo grugno orrendo
verso Ron, e dando
così il tempo a Harry di aggirarlo.
«Dai,
corri, corri!» gridò Harry a Hermione,
cercando di tirarla verso la porta.
Ma
la ragazza era paralizzata, incollata al muro,
con la bocca spalancata per il terrore.
Le
grida e il frastuono sembrarono rendere furioso
il mostro che emise un altro barrito poderoso e si avviò
veloce in direzione di
Ron, che era il più vicino e non aveva vie di scampo.
Vedendo
che Gideon si era affrettato a prendere in
braccio il corpo di Metis e che non poteva aiutare l’amico,
Harry fece una cosa
al tempo stesso molto coraggiosa e molto stupida: presa la rincorsa,
spiccò un
salto e cercò di aggrapparsi al collo del troll, cingendolo
con le braccia da
dietro.
Il
troll non si accorse che Harry gli si era
attaccato, ma non poté ignorare il pezzo di legno che gli
venne infilato su per
il naso.
Quando
Harry aveva spiccato il salto aveva la
bacchetta magica in mano, e quella si era introdotta in una delle
narici del
bestione.
Ululando
di dolore, il mostro cominciò a roteare
la sua clava e a menar colpi, con Harry sempre aggrappato alla schiena
che
cercava di vendere cara la pelle: da un momento all'altro, avrebbe
potuto
scrollarselo di dosso o assestargli una tremenda mazzata con la clava.
Hermione,
terrorizzata, si era accasciata al
suolo, mentre Ron tirò fuori la bacchetta magica e, senza
sapere neanche che
cosa avrebbe fatto, udì la propria voce gridare il primo
incantesimo che gli
veniva in mente: «Wingardium Leviosa!»
La
clava sfuggì improvvisamente dalle mani del
troll, si sollevò in aria, in alto, sempre più in
alto, poi lentamente invertì
direzione e ricadde pesantemente sulla testa del suo proprietario con
uno
schianto assordante.
Il
mostro vacillò e poi cadde a muso avanti con un
tonfo che fece tremare tutta la stanza.
Harry
si rimise in piedi. Tremava e gli mancava il
fiato. Ron era lì, immobile, con la bacchetta ancora alzata,
a contemplare il
proprio operato.
La
prima a parlare fu Hermione.
«È...
morto?»
«Non
credo.» disse Gideon, con Metis svenuta
ancora tra le braccia «Credo che lo abbiate semplicemente
messo K.O.»
Harry
si chinò sul troll e gli estrasse la
bacchetta dal naso: era coperta da una sostanza che sembrava una colla
grigia
tutta grumi.
«Puah!
Caccole di troll!»
E
ripulì la bacchetta sui calzoni del bestione.
Un
improvviso sbattere di porte e un gran rumore
di passi obbligarono tutti e quattro ad alzare lo sguardo. Non si erano
resi
conto di quale e quanto baccano avessero fatto, ma naturalmente, di
sotto,
qualcuno doveva aver sentito il frastuono e i barriti. Un attimo dopo,
la
professoressa McGranitt faceva irruzione nel locale, seguita da Piton e
da
Raptor che chiudeva il terzetto. Raptor lanciò un'occhiata
al troll, emise un flebile
gemito e si sedette rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi
una mano
premuta sul cuore.
Piton
si chinò sul mostro mentre la McGranitt
guardava i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva
le
labbra livide. La speranza di guadagnare cinquanta punti per i
Grifondoro svanì
all'istante.
«Che
cosa diavolo credevate di fare?» chiese la
McGranitt con una furia glaciale nella voce. Harry guardò
Ron, che stava ancora
con la bacchetta sospesa in aria «Avete corso il rischio di
venire ammazzati.
Perché non eravate nel vostro dormitorio?»
Piton
lanciò ad Harry uno sguardo rapido e
penetrante, che lui sostenne con fierezza.
Poi,
dall'ombra, si sentì una vocina flebile.
«La
prego, professoressa McGranitt... erano venuti
a cercare me.»
«Signorina
Granger!»
Finalmente,
Hermione era riuscita a mettersi in
piedi.
«Ero
andata in cerca del troll perché... perché
pensavo di essere in grado di affrontarlo da sola...
perché... sa... ho letto
tutto sui mostri.»
A
Ron cadde la bacchetta di mano. Hermione Granger
che mentiva sfacciatamente a un insegnante!
«Metis
mi ha rincorsa per cercare di farmi
ragionare e riportarmi in dormitorio, ma io non l’ho voluta
ascoltare. Il troll
però era troppo forte per me e lei cercando di difendermi ha
sbattuto la testa
ed è svenuta. Se non mi avessero trovato, sarei morta.
Gideon è corso da Metis
per soccorrerla, mentre Harry ha infilato la bacchetta nel naso del
mostro e
Ron l'ha steso con un colpo della sua stessa clava. Non hanno avuto il
tempo di
andare a chiamare nessuno. Quando sono arrivati, il troll stava per
uccidermi.»
Harry,
Gideon e Ron cercarono di darsi l'aria di
sapere tutto da prima.
«Be'...
in questo caso...» disse la McGranitt,
guardando poi preoccupata Metis tra le braccia di Gideon.
«Signor
Black! Perché non ha detto subito che la
signorina Potter si era ferita! Può lasciarla al professor
Piton, ci penserà
lui a trasp…»
«No,
la porterò io in Infermeria. Non ho bisogno
dell’aiuto di nessuno.» disse Gideon con fermezza.
Non
l’ avrebbe lasciata per nulla al mondo.
Tantomeno a quell’odioso pipistrello di Piton.
La
McGranitt rimase un po’ interdetta, poi annuì.
«Va
bene, allora. Severus fagli strada.»
Dopo
aver visto allontanarsi Gideon e Piton, la
professoressa riportò la sua attenzione ai ragazzi rimasti.
«Tornando
a noi, signorina Granger, piccola
incosciente, come hai potuto pensare di affrontare da sola un troll di
montagna?»
Hermione
chinò la testa.
«Per
questo a Grifondoro verranno tolti cinque
punti.» disse la professoressa McGranitt «Mi hai
molto delusa. Se non sei
ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti
stanno
finendo di festeggiare Halloween nei rispettivi dormitori.»
Quando
Hermione uscì la professoressa McGranitt si
rivolse ad Harry e Ron.
«Bene,
torno a dire che siete stati fortunati… non
molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere testa a un troll
di
montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per
Grifondoro. Anche la
signorina Potter e il signor Black. Il professor Silente ne
sarà informato.
Potete andare in Infermeria a vedere come sta la signorina Potter, se
lo
desiderate.»
I
due ragazzi non aspettavano altro.
In
Infermeria si avvicinarono correndo verso il
lettino in cui c’era Metis che stava parlando con Gideon, il
quale sembrava aver
ripreso colore.
«Ciao
Harry!» lo salutò allegramente Metis, e lui
sembrò spiazzato da tutta la spensieratezza che dimostrava.
Non si rendeva
conto che stava per essere ammazzata da un mostro di montagna?
Sentì
Gideon sbuffare. Probabilmente anche lui aveva
avuto lo stesso pensiero.
«Mi
racconti cosa è successo? Gideon non ha voluto
dirmelo!»
Metis
mise su un broncio adorabile, cambiando i
capelli da rossi a neri diventando così molto simile ad
Harry.
Harry
spostò di scatto lo sguardo verso Gideon, e
notò con un sorrisetto che il suo amico era arrossito.
Probabilmente
non le aveva detto nulla
semplicemente perché non sapeva nulla, troppo impegnato a
badare a lei e a
disperarsi per le sue condizioni.
Vedendo
la sorella in attesa di una risposta, le
raccontò tutto quello che era successo dopo che era svenuta,
escludendo la
parte in cui Gideon era rimasto paralizzato dal terrore ed aveva
rifiutato di
consegnarla a Piton per trasportarla in braccio fino
all’Infermeria.
Quando
arrivò al punto in cui Hermione si era
addossata la colpa, Metis sorrise vittoriosa.
«Avete
visto che la mia Herm non è tanto male?»
disse soddisfatta di avere nuovamente ragione.
Rimasero
a parlare per altri dieci minuti, poi
Madama Chips intimò loro di uscire. Metis sarebbe rimasta in
Infermeria per la
notte e l’avrebbero rivista il giorno dopo a lezione.
Harry
e Ron uscirono, mentre Gideon si attardò,
rimanendo da solo con Metis.
«Cosa
c’è Gid?» chiese lei con un sorriso,
vedendo
l’amico con un’ espressione seria in volto. Molto
probabilmente si era
spaventato parecchio nel vederla svenuta… era sempre stato
protettivo nei suoi
confronti.
Senza
risponderle Gideon si avvicinò a lei e,
abbassandosi, le depositò un piccolo bacio
all’angolo della bocca.
Poi
si staccò ed iniziò a fissare ghignando
l’espressione stupefatta di Metis che, per
l’imbarazzo, aveva fatto tornare
rossi i suoi capelli.
«Mi
piacciono di più così.»
fornì come unica
spiegazione, prendendole una ciocca in manoper qualche secondo prima di
girarsi
di spalle e raggiungere Harry e Ron.
Metis
Potter lo seguì con lo sguardo fino a che
non fu uscito, poi scosse la testa con rassegnazione sentendo la risata
simile
ad un latrato del suo amico invadere il corridoio. Senza riuscire a
fare a meno
di sorridere, si toccò con la mano il punto in cui Gideon
l’aveva baciata:
nonostante sapesse che entrambi erano ancora troppo piccoli per quelle
cose,
non potè fare a meno di pensare a quello che avrebbe provato
se lui l’avesse
baciata davvero…
Nel
frattempo, Harry, Ron e Gideon erano arrivati al
ritratto della Signora Grassa.
«Grugno
di porco.» dissero, ed entrarono.
La
sala di ritrovo era gremita di gente e molto
rumorosa. Tutti stavano mangiando le pietanze spedite su dalle cucine,
ma
Hermione era sola soletta, vicino alla porta, e li aspettava. Ci fu un
silenzio
pieno d'imbarazzo. Poi, senza guardarsi negli occhi, tutti e quattro
dissero
‘Grazie’ e corsero via a procurarsi dei piatti.
Ma
da quel momento, Hermione Granger divenne anche
loro amica, non solo di Metis.
Era
impossibile condividere certe avventure senza
finire col fare amicizia, e mettere K.O. un troll di montagna alto
quattro
metri è fra quelle.