Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mary Evans    31/01/2013    1 recensioni
E se Harry avesse avuto una gemella, metamorfomagus , che lo avesse aiutato nei difficili anni a casa Dursley?
Se entrambi i gemelli avessero preso il talento in pozioni dalla madre e lo spirito malandrino del padre?
Se Regulus Black avesse avuto un figlio prima di morire?
Se questo figlio fosse stato allevato dalla signora Figg, la magonò in Privet Drive?
E se avesse preso tutto il carattere dallo zio, Sirius Black?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il giorno dopo, dopo averci dormito su, Harry, Ron, Gideon e Metis erano arrivati alla conclusione che l'incontro con il cane a tre teste era stata una splendida avventura e non vedevano l'ora di averne un'altra. Nel frattempo, Harry aveva informato gli altri sul pacchetto che sembrava essere stato trasferito dalla Gringott a Hogwarts, e quindi passarono un bel po' di tempo a fare congetture su cosa poteva aver bisogno di una sorveglianza così stretta.
«Una cosa o molto preziosa o molto pericolosa.» commentò Metis.
«O tutt'e due.» concluse Gideon.
Ma dal momento che sapevano solo che Silente aveva dato ad Hagrid una missione alla Gringott che probabilmente consisteva nel prelevare un oggetto dalla camera di sicurezza 713, senza ulteriori indizi, non avevano molte possibilità di indovinare che cosa fosse, e decisero quindi di accantonare temporaneamente la questione.
Quando, come di consueto, i volatili invasero la Sala Grande, l'attenzione generale fu attratta immediatamente da tre pacchi lunghi e sottili, trasportati da dodici grossi barbagianni. Come tutti, anche Harry, Metis e Gideon erano curiosi di sapere che cosa contenessero, e si stupirono quando gli uccelli scesero in picchiata e li lasciarono cadere proprio davanti a loro, facendo cadere per terra la pancetta affumicata.
Prima che potessero fare alcun che, videro arrivare un altro barbagianni con due lettere che furono lasciate cadere sopra il pacco di Metis.
Per fortuna Metis aprì prima le lettere e costrinse suo fratello e Gideon ad aspettare che finisse di leggere prima di aprire i loro pacchi.
La sua, notò, era da parte di Remus.

Cara Metis,
mi ha fatto piacere leggere la tua lettera. E così tu, Harry e Gideon siete dei Grifoni, eh? Non avevo mai avuto dubbi su questo. E nemmeno sul sapervi i migliori del vostro anno. Tutti e tre siete estremamente intelligenti, proprio come i vostri genitori. Da quello che mi hai raccontato, sul fatto che il professor Piton ha mostrato subito molta antipatia verso di voi… non rammaricartene, lui ha sempre odiato vostro padre e lo zio di Gideon. Eravamo a scuola insieme, sapete? Probabilmente vede in voi la possibilità di riscattarsi da tutti i torti subìti. Per quanto riguarda gli scherzi che stanno architettando Harry e Gideon… bè, forse dovrei sgridare quelle due pesti e dire loro di comportarsi meglio ma, dal momento che quello ai danni di Piton mi ha fatto ridere come non facevo da anni, ho deciso di chiudere un occhio.
Adesso inizio a capire perfettamente perché ai professori sembra di essere tornati indietro nel tempo…
Sono piuttosto sorpreso nell’apprendere dell’abilità tua e di Harry nel preparare pozioni. James era negato in quella materia e non vi era lezione in cui non fondesse un calderone! A quanto pare, e per fortuna, avete ereditato il talento di Lily. Il professor Lumacorno, il nostro insegnante di pozioni, diceva sempre che era uno spreco che Lily avesse scelto di diventare un Auror e non una Pozionista.
Sulla vostra ammissione in squadra devo farvi i mie complimenti! James, Lily, Emmeline e Regulus ne sarebbero fieri, dal momento che anche loro facevano parte della squadra di Quidditch ai tempi della scuola.
Leggendo della tua richiesta di una scopa nuova, ho prelevato del denaro dalle vostre camere blindate e vi ho comprato tre Nimbus 2000 nuove fiammanti. Mi vergogno un po’ nel dire questo, avrei voluto regalarvele io, ma come ben sai la mia situazione finanziaria non è molto florida a causa della mia condizione.
Ho mandato un gufo al preside Silente e lui ha detto che non ci sono problemi se vengo ad assistere alla vostra prima partita di Quidditch, quindi preparatevi a vedermi tra gli spalti!
Raccomanda ad Harry e a Gideon di non usufruire troppo della Mappa del Malandrino, e dì loro che devono assolutamente mostrarmi la foto di Piton con i capelli Rosso e Oro.
Inoltre, quando mi hai parlato delle pozioni che state inventando tu ed Harry, mi è venuta in mente una cosa che apparteneva ai vostri genitori e che, se riuscirò a trovare, vi porterò il giorno della partita. A questo proposito, NON APRITE I PACCHI CON LE NIMBUS A TAVOLA, si scatenerebbe un putiferio tra gli altri primini!
Ci vediamo alla partita e salutami Harry e Gideon.
Con Affetto,
Remus

P.S. La luna piena è stata terribile come al solito ma adesso sto meglio, grazie per l’interessamento!


Metis sorrise e, passando la prima lettera ad Harry e Gideon affinchè la leggessero, prese l’altra che, scoprì, essere della professoressa McGranitt.

Ho saputo che Remus Lupin vi ha regalato delle Nimbus 2000, quindi ho pensato fosse il caso di iniziare ad esercitarsi in vista della prima partita.
Oliver Baston vi aspetta questa sera alle sette al campo di Quidditch, per il vostro primo allenamento.
M. McGranitt

Mancava poco alle sette e faceva già scuro quando i tre lasciarono il castello per avviarsi al campo di Quidditch, Metis e Gideon con le loro mazze personali ben strette in mano.
Troppo smaniosi di volare di nuovo per aspettare l'arrivo di Baston, Harry, Metis e Gideon montarono sui loro manici e si dettero la spinta coi piedi per decollare.
Si misero a zigzagare tra i pali delle porte e su e giù per il campo… le Nimbus Duemila prendevano qualsiasi direzione loro desiderassero, al minimo tocco.
«Ehi, Potter, Black, scendete giù!»
Oliver Baston era arrivato portando sotto braccio una grossa cassetta di legno. Il trio atterrò vicino a lui.
«Molto bene!» commentò Baston con gli occhi che gli scintillavano.
«Ora capisco che cosa intendeva la professoressa McGranitt… voi possedete veramente un talento naturale. Questa sera vi insegnerò soltanto le regole, poi parteciperete agli allenamenti della squadra tre volte alla settimana.»
«Scusa Baston.» lo interruppe Gideon «Noi tre già le conosciamo le regole. Giochiamo a Quidditch fin da quando eravamo piccoli, quindi puoi risparmiarti la spiegazione.»
«D’accordo allora, passiamo direttamente alla pratica.»
Aprì la cassetta che conteneva quattro palle di dimensioni diverse.
«Per quanto riguarda te, Harry, per stasera non ci alleneremo con il Boccino perché è troppo buio e potremmo perderlo. Proveremo quindi con qualcuna di queste.»
Tirò fuori da una tasca un sacchetto di comuni palle da golf e, dopo averle incantate, disse ad Harry di recuperarne il più possibile.
Mentre lui volteggiava in aria, Baston si rivolse a Metis e Gideon.
«In quanto a voi due, vi allenerete con i bolidi. Lanciateli da una parte all’altra del campo, provate a fare centro negli anelli e, soprattutto, fate in modo che non colpiscano Harry.»
Metis e Gideon si guardarono con un sorriso prima di alzarsi in volo.
Si comportarono esattamente come durate gli allenamenti con Remus: si dirigevano spediti verso i bolidi e molte volte riuscivano a lanciarli negli anelli. Facevano attenzione affinchè Harry non venisse colpito, ed erano in perfetta sintonia tra loro occupandosi ognuno di un bolide.
Mezz'ora dopo s'era fatto buio pesto e dovettero smettere di giocare, ma Baston era... al settimo cielo.
«La Coppa del Quidditch porterà il nostro nome, quest'anno-.»disse Baston felice mentre arrancavano verso il castello.
«Puoi Giurarci!» dissero insieme Harry e Gideon, meritandosi una gomitata da parte di Metis per la loro sfrontatezza.
Le settimane successive furono faticose per i tre ragazzi a causa degli allenamenti tre volte alla settimana, ma loro non se ne curavano più di tanto.
Harry e Gideon continuavano a fare scherzi e Metis continuava a dividersi il tempo da trascorrere con i suoi amici, Hermione e le nuove pozioni da inventare.
Con grande soddisfazione dei tre, le lezioni stavano cominciando a diventare più interessanti, ora che gli insegnanti avevano smesso di trattare argomenti sulle nozioni fondamentali, ma ciò nonostante continuavano a ritenerle al di sotto del loro livello e avevano quindi iniziato a trascorrere interi pomeriggi in biblioteca alla ricerca di nuovi incantesimi e pozioni da sperimentare.
La mattina di Halloween si svegliarono al profumo delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi e, durante la lezione di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato tra l’esaltazione generale che li riteneva pronti a far volare gli oggetti.
Per l'esercitazione, il professor Vitious divise la scolaresca in coppie.
Il compagno di Harry fu Seamus Finnigan (il che fu un sollievo per lui, dato che Neville aveva già cercato di cavargli un occhio), e quello di Metis, Gideon.
Tutto sommato a loro era andata bene, ma a Ron toccò Hermione Granger, ed era difficile dire chi dei due fosse più scontento della cosa.
«Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo esercitati a ripetere!» strillò il professor Vitious, arrampicato, come al solito, sopra la sua pila di libri «Agitare e colpire, ricordate, agitare e colpire. Un'altra cosa molto importante è pronunciare correttamente le parole magiche... Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse "s" invece di "z" e si ritrovò steso a terra con un orso sopra il petto.»
Harry, Gideon e Metis risero, ma furono i soli. Dopo aver concluso con successo il compito di far volare la loro piuma ed aver conquistato trenta punti a Grifondoro, notarono che in molti erano in difficoltà con le loro piume.
L'impazienza di Seamus fu tale che il ragazzo la stuzzicò con la bacchetta magica e le appiccò fuoco... e Harry dovette spegnerlo con il cappello.
Ron, nel banco accanto, non aveva maggiore fortuna.
«Wingardium Leviosa!» gridò agitando le lunghe braccia come un mulino a vento, provocando le risa di Harry e Gideon.
«Lo stai dicendo sbagliato.» udirono Hermione sbottare «Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il "gar" bello lungo.»
«E fallo te, visto che sei tanto brava!» la rimbeccò Ron.
Hermione si rimboccò le maniche della tunica, agitò la bacchetta magica e disse: «Wingardium Leviosa!»
La piuma si sollevò dal banco e rimase sospesa in aria a circa un metro e mezzo sopra le loro teste.
«Molto bene!» gridò il professor Vitious battendo le mani «Avete visto tutti? Anche Miss Granger c'è riuscita!»
Alla fine della lezione Ron era di pessimo umore.
«Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti.» disse a Harry e Gideon mentre si facevano largo nel corridoio sovraffollato, con Metis ed Hermione dietro di loro.
«Quella ragazza è un incubo, parola mia!»
Harry sentì qualcuno sbattere contro la sua spalla e superarlo. Era Hermione. Le intravide il volto... e si rese conto con stupore che era in lacrime.
«Credo che ti abbia sentito.» commentò Gideon, osservandola allontanarsi.
«E allora?» disse Ron, ma aveva l'aria un po' imbarazzata «Deve essersi resa conto che non ha amici.»
«E io chi sarei, la fata Morgana?» gli disse Metis irata, dandogli una spallata mentre correva per raggiungere Hermione.
Hermione e Metis non si presentarono alla lezione successiva e non si fecero vedere per tutto il pomeriggio.
Harry e Gideon, preoccupati per le due, le individuarono con la Mappa del Malandrino e tirarono un sospiro di sollievo nel vedere che erano insieme e che si erano soltanto rinchiuse nel bagno delle ragazze.
Maledicendo Ron e la sua sensibilità di un cucchiaino, si avviarono verso la Sala Grande che era stata allestita diversamente in onore della festa di Halloween.
Harry si stava servendo una patata farcita, quando il professor Raptor entrò nella sala di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto in volto. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del professor Silente, inciampava sul tavolo e con un filo di voce diceva:
«Un troll... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire.»
E si accasciò a terra svenuto.
Nacque un tumulto, e ci vollero diversi petardi viola della bacchetta magica del professor Silente per ripristinare il silenzio.
«Prefetti.» tuonò «Riportate i ragazzi nei rispettivi dormitori, immediatamente!»
Percy era nel suo elemento.
«Seguitemi! Voi del primo anno, rimanete uniti. Non avete ragione di temere il troll se seguite i miei ordini. Fate largo, passano quelli del primo anno. Scusate, scusate, sono un prefetto.»
«Ma come ha fatto a entrare un troll?» chiese Harry mentre salivano le scale.
«Non chiederlo a me. Si dice che siano esseri veramente stupidi.» disse Ron «Forse è stato Pix, per fare uno scherzo di Halloween.»
Incontrarono vari gruppi di ragazzi che si affrettavano in direzioni diverse, tuttavia all'improvviso Gideon afferrò il braccio di Harry e Ron.
«Mi è venuto in mente soltanto ora... Metis ed Hermione non sanno del troll!»
Piegandosi velocemente, si confusero col gruppo dei Tassorosso che andavano nella direzione opposta, sgattaiolarono verso un corridoio laterale deserto e spiccarono una corsa verso il bagno delle femmine. Avevano appena svoltato l'angolo, quando udirono dei passi rapidi dietro di loro.
«Percy.» sibilò Ron spingendo Harry e Gideon dietro a un grosso grifone di pietra.
Tuttavia, guardando meglio, non videro Percy, bensì Piton, il quale attraversò il corridoio e sparì dalla vista.
«Che cosa diavolo sta facendo?» sussurrò Harry «Perché non è giù nei sotterranei con gli altri insegnanti?»
«E che ne so io.» sbottò Gideon, impaziente di trovare Metis e di portarla al sicuro.
Percorsero furtivi il corridoio successivo il più silenziosamente possibile seguendo l'eco dei passi di Piton che si andavano affievolendo.
«Si sta dirigendo al terzo piano.» disse Harry, ma Gideon gli prese la mano.
«Non sentite uno strano odore?»
Harry e Ron annusarono l'aria e giunse alle loro narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito da tempo.
E poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi. All'estremità di un passaggio sulla sinistra, qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Il troll di montagna si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione e poi, con andatura goffa e lenta, entrò.
«La chiave è nella toppa.» bisbigliò Gideon «Potremmo chiuderlo dentro.»
«Buona idea.» disse Ron nervoso.
Strisciando lungo il muro raggiunsero la porta, che era aperta, e con un grande balzo Harry riuscì ad afferrare la chiave, chiuse la porta e la sprangò.
«Ecco fatto!»
Tutti ringalluzziti dalla vittoria, risalirono di corsa il passaggio ma, una volta giunti all'angolo, udirono qualcosa che gli raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che proveniva dalla stanza che avevano appena chiuso a chiave.
«Oh, no!» esclamò Ron pallido come il fantasma del Barone Sanguinario.
«Il bagno delle femmine!» ansimò Harry.
«Metis.» sussurrò Gideon, e ripercorse all'impazzata il corridoio fino alla porta. Girò la chiave, annaspando per il panico, e si precipitò dentro la stanza con Harry e Ron al seguito.
Hermione Granger stava rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l'aria di essere sul punto di svenire guardando il troll avanzare verso la sua amica e, nella sua marcia, strappare via dal muro i lavandini.
Metis era riversa a terra con la bacchetta ancora in mano e un rivolo di sangue sulla tempia e Gideon, vedendola in quello stato, non potè fare a meno di bloccarsi impietrito sulla porta, con gli occhi leggermente spalancati dal terrore e con le lacrime che premevano di uscire.
Impallidì così tanto da somigliare ad un fantasma.
Sentì a malapena l’urlo di Harry che chiamava la sorella, e poi lo scossone che gli diede per farlo riprendere dal suo stato catatonico.
«Maledizione!» esclamò Harry disperato rivolto a Ron.
Afferrò d’istinto un rubinetto e lo scagliò con tutta la forza che aveva contro la parete, facendo fermare il troll a pochi metri dal corpo di Metis. Lo videro girarsi goffamente, sbattendo gli occhi con espressione ottusa per vedere che cosa avesse provocato quel rumore, e i suoi occhietti malvagi videro Harry. Decise quindi di dirigersi verso di lui brandendo la clava.
«Ehi, tu, cervello di gallina!» gridò Ron dal lato opposto della stanza, scagliandogli contro un tubo di metallo.
Sembrò che il troll non si fosse neanche accorto del corpo contundente che lo aveva colpito alla spalla, ma che avesse udito il grido. Si fermò di nuovo, volgendo ora il suo grugno orrendo verso Ron, e dando così il tempo a Harry di aggirarlo.
«Dai, corri, corri!» gridò Harry a Hermione, cercando di tirarla verso la porta.
Ma la ragazza era paralizzata, incollata al muro, con la bocca spalancata per il terrore.
Le grida e il frastuono sembrarono rendere furioso il mostro che emise un altro barrito poderoso e si avviò veloce in direzione di Ron, che era il più vicino e non aveva vie di scampo.
Vedendo che Gideon si era affrettato a prendere in braccio il corpo di Metis e che non poteva aiutare l’amico, Harry fece una cosa al tempo stesso molto coraggiosa e molto stupida: presa la rincorsa, spiccò un salto e cercò di aggrapparsi al collo del troll, cingendolo con le braccia da dietro.
Il troll non si accorse che Harry gli si era attaccato, ma non poté ignorare il pezzo di legno che gli venne infilato su per il naso.
Quando Harry aveva spiccato il salto aveva la bacchetta magica in mano, e quella si era introdotta in una delle narici del bestione.
Ululando di dolore, il mostro cominciò a roteare la sua clava e a menar colpi, con Harry sempre aggrappato alla schiena che cercava di vendere cara la pelle: da un momento all'altro, avrebbe potuto scrollarselo di dosso o assestargli una tremenda mazzata con la clava.
Hermione, terrorizzata, si era accasciata al suolo, mentre Ron tirò fuori la bacchetta magica e, senza sapere neanche che cosa avrebbe fatto, udì la propria voce gridare il primo incantesimo che gli veniva in mente: «Wingardium Leviosa!»
La clava sfuggì improvvisamente dalle mani del troll, si sollevò in aria, in alto, sempre più in alto, poi lentamente invertì direzione e ricadde pesantemente sulla testa del suo proprietario con uno schianto assordante.
Il mostro vacillò e poi cadde a muso avanti con un tonfo che fece tremare tutta la stanza.
Harry si rimise in piedi. Tremava e gli mancava il fiato. Ron era lì, immobile, con la bacchetta ancora alzata, a contemplare il proprio operato.
La prima a parlare fu Hermione.
«È... morto?»
«Non credo.» disse Gideon, con Metis svenuta ancora tra le braccia «Credo che lo abbiate semplicemente messo K.O.»
Harry si chinò sul troll e gli estrasse la bacchetta dal naso: era coperta da una sostanza che sembrava una colla grigia tutta grumi.
«Puah! Caccole di troll!»
E ripulì la bacchetta sui calzoni del bestione.
Un improvviso sbattere di porte e un gran rumore di passi obbligarono tutti e quattro ad alzare lo sguardo. Non si erano resi conto di quale e quanto baccano avessero fatto, ma naturalmente, di sotto, qualcuno doveva aver sentito il frastuono e i barriti. Un attimo dopo, la professoressa McGranitt faceva irruzione nel locale, seguita da Piton e da Raptor che chiudeva il terzetto. Raptor lanciò un'occhiata al troll, emise un flebile gemito e si sedette rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano premuta sul cuore.
Piton si chinò sul mostro mentre la McGranitt guardava i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva le labbra livide. La speranza di guadagnare cinquanta punti per i Grifondoro svanì all'istante.
«Che cosa diavolo credevate di fare?» chiese la McGranitt con una furia glaciale nella voce. Harry guardò Ron, che stava ancora con la bacchetta sospesa in aria «Avete corso il rischio di venire ammazzati. Perché non eravate nel vostro dormitorio?»
Piton lanciò ad Harry uno sguardo rapido e penetrante, che lui sostenne con fierezza.
Poi, dall'ombra, si sentì una vocina flebile.
«La prego, professoressa McGranitt... erano venuti a cercare me.»
«Signorina Granger!»
Finalmente, Hermione era riuscita a mettersi in piedi.
«Ero andata in cerca del troll perché... perché pensavo di essere in grado di affrontarlo da sola... perché... sa... ho letto tutto sui mostri.»
A Ron cadde la bacchetta di mano. Hermione Granger che mentiva sfacciatamente a un insegnante!
«Metis mi ha rincorsa per cercare di farmi ragionare e riportarmi in dormitorio, ma io non l’ho voluta ascoltare. Il troll però era troppo forte per me e lei cercando di difendermi ha sbattuto la testa ed è svenuta. Se non mi avessero trovato, sarei morta. Gideon è corso da Metis per soccorrerla, mentre Harry ha infilato la bacchetta nel naso del mostro e Ron l'ha steso con un colpo della sua stessa clava. Non hanno avuto il tempo di andare a chiamare nessuno. Quando sono arrivati, il troll stava per uccidermi.»
Harry, Gideon e Ron cercarono di darsi l'aria di sapere tutto da prima.
«Be'... in questo caso...» disse la McGranitt, guardando poi preoccupata Metis tra le braccia di Gideon.
«Signor Black! Perché non ha detto subito che la signorina Potter si era ferita! Può lasciarla al professor Piton, ci penserà lui a trasp…»
«No, la porterò io in Infermeria. Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno.» disse Gideon con fermezza.
Non l’ avrebbe lasciata per nulla al mondo. Tantomeno a quell’odioso pipistrello di Piton.
La McGranitt rimase un po’ interdetta, poi annuì.
«Va bene, allora. Severus fagli strada.»
Dopo aver visto allontanarsi Gideon e Piton, la professoressa riportò la sua attenzione ai ragazzi rimasti.
«Tornando a noi, signorina Granger, piccola incosciente, come hai potuto pensare di affrontare da sola un troll di montagna?»
Hermione chinò la testa.
«Per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti.» disse la professoressa McGranitt «Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di festeggiare Halloween nei rispettivi dormitori.»
Quando Hermione uscì la professoressa McGranitt si rivolse ad Harry e Ron.
«Bene, torno a dire che siete stati fortunati… non molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere testa a un troll di montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per Grifondoro. Anche la signorina Potter e il signor Black. Il professor Silente ne sarà informato. Potete andare in Infermeria a vedere come sta la signorina Potter, se lo desiderate.»
I due ragazzi non aspettavano altro.
In Infermeria si avvicinarono correndo verso il lettino in cui c’era Metis che stava parlando con Gideon, il quale sembrava aver ripreso colore.
«Ciao Harry!» lo salutò allegramente Metis, e lui sembrò spiazzato da tutta la spensieratezza che dimostrava. Non si rendeva conto che stava per essere ammazzata da un mostro di montagna?
Sentì Gideon sbuffare. Probabilmente anche lui aveva avuto lo stesso pensiero.
«Mi racconti cosa è successo? Gideon non ha voluto dirmelo!»
Metis mise su un broncio adorabile, cambiando i capelli da rossi a neri diventando così molto simile ad Harry.
Harry spostò di scatto lo sguardo verso Gideon, e notò con un sorrisetto che il suo amico era arrossito.
Probabilmente non le aveva detto nulla semplicemente perché non sapeva nulla, troppo impegnato a badare a lei e a disperarsi per le sue condizioni.
Vedendo la sorella in attesa di una risposta, le raccontò tutto quello che era successo dopo che era svenuta, escludendo la parte in cui Gideon era rimasto paralizzato dal terrore ed aveva rifiutato di consegnarla a Piton per trasportarla in braccio fino all’Infermeria.
Quando arrivò al punto in cui Hermione si era addossata la colpa, Metis sorrise vittoriosa.
«Avete visto che la mia Herm non è tanto male?» disse soddisfatta di avere nuovamente ragione.
Rimasero a parlare per altri dieci minuti, poi Madama Chips intimò loro di uscire. Metis sarebbe rimasta in Infermeria per la notte e l’avrebbero rivista il giorno dopo a lezione.
Harry e Ron uscirono, mentre Gideon si attardò, rimanendo da solo con Metis.
«Cosa c’è Gid?» chiese lei con un sorriso, vedendo l’amico con un’ espressione seria in volto. Molto probabilmente si era spaventato parecchio nel vederla svenuta… era sempre stato protettivo nei suoi confronti.
Senza risponderle Gideon si avvicinò a lei e, abbassandosi, le depositò un piccolo bacio all’angolo della bocca.
Poi si staccò ed iniziò a fissare ghignando l’espressione stupefatta di Metis che, per l’imbarazzo, aveva fatto tornare rossi i suoi capelli.
«Mi piacciono di più così.» fornì come unica spiegazione, prendendole una ciocca in manoper qualche secondo prima di girarsi di spalle e raggiungere Harry e Ron.
Metis Potter lo seguì con lo sguardo fino a che non fu uscito, poi scosse la testa con rassegnazione sentendo la risata simile ad un latrato del suo amico invadere il corridoio. Senza riuscire a fare a meno di sorridere, si toccò con la mano il punto in cui Gideon l’aveva baciata: nonostante sapesse che entrambi erano ancora troppo piccoli per quelle cose, non potè fare a meno di pensare a quello che avrebbe provato se lui l’avesse baciata davvero…
Nel frattempo, Harry, Ron e Gideon erano arrivati al ritratto della Signora Grassa.
«Grugno di porco.» dissero, ed entrarono.
La sala di ritrovo era gremita di gente e molto rumorosa. Tutti stavano mangiando le pietanze spedite su dalle cucine, ma Hermione era sola soletta, vicino alla porta, e li aspettava. Ci fu un silenzio pieno d'imbarazzo. Poi, senza guardarsi negli occhi, tutti e quattro dissero ‘Grazie’ e corsero via a procurarsi dei piatti.
Ma da quel momento, Hermione Granger divenne anche loro amica, non solo di Metis.
Era impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e mettere K.O. un troll di montagna alto quattro metri è fra quelle.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mary Evans