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Autore: RedFeather1301    03/02/2013    5 recensioni
Le foglie cadono e il vento giace. Un blocco note, una penna e una cioccolata calda. Una macchia d'inchiostro e il bagliore di uno schermo che diffonde la luce fioca nella stanza. Una ragazza che sorseggia la sua cioccolata è intenta a scrivere quando si accorge che la bevanda è troppo calda, le dita per un secondo si staccano dalla tastiera, andandosi a tastare le labbra indolenzite.
Dall'altra parte un ragazzo, dai capelli chiari come la luna, fissa i puntini che marciano silenziosi, in attesa di una risposta che tarderà ad arrivare.
"Allora? Ti vuoi dare una mossa?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The seasons to love'
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Capitolo 17
L'attimo
 
Sbatté la porta con rabbia poggiando il borsone col vestito abituale da cameriera. Aveva ricevuto una ramanzina da Federica di quelle papiriche ed infinite, quelle che mirano a farti sentire una mosca sul parabrezza.
In parte sentiva che l'amica aveva ragione, lo aveva seguito per tutto quel percorso e non si era nemmeno presentata, nemmeno un "ciao", ma che ci poteva fare? Lei era così timida, e poi con quel ragazzo...si sentiva in una forma di soggezione enorme.
Deglutì ripensando alla sua mano fra i capelli.
"Ok ora non ci pensare...al massimo ci riproverai oggi."
Andò come da rito a buttarsi sul letto, guardando il soffitto.
Era completamente presa da quei pensieri che non riusciva più a riflettere su altro ormai e si accorse sempre di più che era entrata in tilt.
Arrossì provando a pensare ad una parte di quella giornata lavorativa, ma in ogni piccolo istante continuò a ritrovarsi quei capelli e quella dannata mano tra di essi.
Forse agli altri incuteva timore, ma lei si sentiva così malata che quel terrore avrebbe voluto provarlo a vita guardandolo negli occhi.
"Chissà come sono i suoi occhi..."
Le venne un brivido sulla schiena poi decise di non rimuginare più, stava esagerando.
«Avanti, un po' di computer potrebbe giovare alla mia distrazione...»
Stese per bene le gambe poi posò i piedi a terra e si diede uno slancio.
Accese il portatile e si andò a preparare un tè e la cesta dei panni da stendere, nel frattempo pensò insistentemente che doveva far velocemente, doveva tornare da lui e presentarsi. Ce la doveva fare.
"Non voglio sentirmi più Federica tra l'altro..."
Rise poi tornò in casa con il cesto vuoto, posandolo nel suo posto d'origine, spense il fornellino e si verso il tè. Con delle pantofole pelose sul verde acqua si trascinò vicino al laptop sorseggiando la sua bevanda bollente.
«Vediamo se c'è...»
Entrò su facebook dopo un altro sorso e guardò il pallino verde al fianco del suo nome, o per meglio dire di suo fratello.
"Ammesso che suo fratello lo sia."
Aprì la finestrella digitando sulla tastiera.


Lauren: Ciao...
Dante: (Vergil) Ciao.

Come poteva iniziare ora? L'ultima volta non si erano proprio salutati in una bella maniera. Ci ragionò su portando le mani sui tasti ma non pigiando nulla, li guardava solo triste poi sentì il tenero suono della chat.

Dante: (Vergil) Mi dispiace se sono stato duro l'altro giorno.

Arrossì. Non pensava che l'avrebbe capito, non lo calcolava proprio questo fattore, in una frazione di secondo capì che lui percepiva più di quanto sembrava.

Lauren: Non è necessario tu ti scusi...dovrei farlo io.
Lauren: Magari ti ho urtato in qualche modo.
Dante: (Vergil) Inutile prenderci le colpe, credo siano di entrambi.
Lauren: Hai ragione...ricominciamo?
Dante: (Vergil) Va bene.

Sorrise con gli occhi semi lucidi, prese a digitare. Sembrava metodico ma aveva capito a lungo andare che lo faceva solo per non far soffrire.

Lauren: Come ti è andata la giornata?
Dante: (Vergil) Bene, la tua?
Lauren: Un po' noiosa e alle volte nervosa.
Dante: (Vergil) Come mai?
Lauren: La mia amica può diventare più fastidiosa di un pidocchio.

Si ritrovò ad arrossire nuovamente pensando all'argomento principale della discussione con l'amica: lui. Sperò che non le chiedesse perché.

Dante: (Vergil) Ah posso capirti.
Lauren: Anche tu qualcuno di fastidioso?
Dante: (Vergil) Fin troppo.
Lauren: Tuo fratello vero?
Dante: (Vergil) Esatto.

Le scappò una risata, chissà perché ne era sicura. Forse perché gli assomigliava così tanto? Tanto da avere un fratello uguale al personaggio che rappresentava? Sinceramente non le importava più, per lei poteva essere quello che voleva, ormai ne era persa.

Lauren: Puoi confidarti con me se ti rompe più del previsto.
Dante: (Vergil) Grazie ma per ora credo di riuscire a tenerlo.

Notò che tra un messaggio e l'altro passava troppo tempo per la risposta successiva, subito si chiese cosa stessa facendo. Di certo un tipo da più chat aperte non le sembrava, quindi si fece coraggio e lo chiese, cosa aveva da perdere dopotutto?

Lauren: Hai qualcosa da fare? Vedo rispondi più tardi del previsto...
Dante: (Vergil) Si purtroppo devo staccare, non sono in condizioni di parlare ora.
Lauren: Capisco.

S'intristì ma sentiva, anzi ne era più sicura, che era qualcosa inerente al giro che ieri si era fatto con quella scatola in mano. Di certo non poteva chiedere, ma mille dubbi le affollavano la mente, sapeva che non era ciò che la parte maligna dei suoi pensieri interpretava. Non ne era il tipo.
"Certo, come fai a sapere che tipo è?"
I complessi si ingigantirono come montagne poi arrivò un altro messaggio.


Dante: (Vergil) Grazie di aver scambiato queste due parole con me.

Una delle tante espressioni magiche che facevano sparire ogni più piccola intenzione, anche quella più nascosta tra gli anfratti dei neuroni. Il tempo le si bloccò per un minuto, si affrettò a scrivere ma diventò subito offline. Sorrise ugualmente, sembrava volesse riparare al "danno" dell'altra volta finendo la discussione con un ringraziamento al posto di un commento scomodo. Credeva di sentire il cuore esplodergli per un minuto, come se ci tenesse davvero a lei. Una parte della sua ragione finalmente si trovò d'accordo col cuore dicendo "Sogna" e lei non se lo fece ripetere due volte.
Era così difficile trovarsi in questa sincronia, e aveva intenzione di godersela tutta.
Si ripeté che oggi l'avrebbe incontrato e ce l'avrebbe fatta.

Riposò per l'intero pomeriggio, facendo quei pochi servizi di giornata, si vestì lentamente facendo un respiro profondo ad ogni passaggio poi si guardò allo specchio pettinandosi. I capelli corvini le ricadevano lisci ed imperfetti sulle spalle mentre un cerchietto di stoffa beige e rosso li manteneva lontano dal viso.
Sembrava quasi una bambina in quel riflesso, non si riconosceva più con le gote arrossate e gli occhi tremolanti, nemmeno lo avesse lì davanti a lei.
Fece un altro lungo respiro poi tolse il cerchietto sostituendolo per lavarsi il volto, finì in venti minuti e sentiva di essere mezz'ora in anticipo sulla scaletta di marcia.
"Forse gioco un po'..."
Aveva sempre poco tempo per toccare la sua amata console, non aveva mai opportunità di fare nulla di quello che realmente le piaceva. Ma questa volta lo aveva ricavato.
Accese l'apparecchio sedendosi sul divano comodamente inserendo l'ormai troppo citato gioco.
"Magari mi alleno a baciare lo schermo."
Rise tra sé e sé facendo partire premendo start. Giocò un paio di missioni e sentì che vedeva Vergil in altra luce adesso, lo aveva sempre visto come lo scorbutico fratello del protagonista, ma ora era come presa da ogni suo singolo movimento, come una sua eleganza.
"Come quelle mani tra i capelli..."
Si morse un labbro scacciando i pensieri, stava decisamente diventando troppo inquietante. Non poteva pensare roba del genere su qualcuno che non conosceva nemmeno suvvia!
Si alzò mentre il rumore dei tacchi fece boato nella stanza, non sapeva cosa si fosse messa in testa, ma stava indossando dei tacchi, lei che se li mette solo per feste di compleanno o roba simile. Arrossì pensando a quanto gli stesse dando importanza, prese le chiavi e aprì la porta.

Di nuovo davanti quella maledetta casa, di sera dava tutta un'altra impressione, luci soffuse, tralicci ed anche un vetro rotto: la tipica casa dei fantasmi insomma.
Si fece coraggio suonando il campanello ricordandolo vuoto, ma perché non c'era un nome? La cosa la inquietava molto. Sembrava provenisse una pallida luce dalla casa, come di una candela, ma nessuno veniva ad aprire; decise di risuonare con più insistenza, quel rumore le dava alla testa era acuto e strideva.
Aspettò, nessuna risposta.
"No, non me ne andrò a mani vuote, mi dispiace."
Allora decise di raccogliere delle informazioni, se non poteva incontrarlo voleva capire in che ambiente viveva per lo meno.
Fece il giro della casa toccando le mura sentendo la polvere sotto il palmo, se lo ritrovò imbiancato e subito strofinò tra loro le dita.
"Non sembra abbandonata...lo è per davvero."
Era impossibile che qualcuno vivesse là dentro, dall'esterno sembrava trascurata da un decennio e le serrande in legno erano fradice, ne mosse una per testarla, scricchiolava in modo sgradevole quindi la lasciò di scatto, la sentì inclinarsi.
"Oh cavolo."
Aveva avvertito dei passi e un'ombra le sembrava aver traversato quei vetri per metà distrutti. Si appiattì al muro cercando di non poggiarsi o sarebbe uscita come un Ringo per un lato bianca come il latte. I passi continuarono lenti e decisi, chiuse gli occhi e non si sentì più nulla, non sapeva perché ma percepiva che qualcuno era avanti a lei, poi velocemente sentì l'aria muoversi, i capelli le si spostarono e degli imprevedibili rumori come il tonfo di qualcosa che cadeva a terra.
Riaprì gli occhi e non ci vide nulla di strano, solo il rumore del cuore che batteva forte.
"Cosa...diamine è stato?"
Si strinse alle spalle rabbrividendo, era stata una strana sensazione e la paura non le cessava di martellarle il petto, d'istinto fuggì da quella casa come se fosse la fonte dei guai. Corse velocemente, sapendo che quella serata non se la sarebbe dimenticata tanto facilmente.





Angolo dell'autrice

Va bene...avevo bisogno di un capitolo con un po' di inquietudine lo ammetto xD ma non sarebbe stata l'abitazione di un demone che si rispetti se no!
In ogni caso, ho limitato la scena con delle impressioni, ma può anche essere che siano tali e non sia successo realmente nulla no? :3
Comunque continuo col ringraziare chi recensisce e chi segue la storia, invito sempre gli erranti lettori a lasciare un piccolo commento! Così giusto per farmi sapere se non sono d'accordo o meno, io non mi offendo di certo u.u
Bye e alla prossima! <3

RedFeather

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