Benvenuti
a questa storia che si avvia alla sua
conclusione. Ammetto di essere fiera di aver creato una fic
così congegnata.
Nel
precedente capitolo, avete visto la
riappacificazione tra il generale e sua moglie...ora tocca all'ultima
coppia.
SEMPLICE, NO?
Girodelle guardava
seccato il proprio giardino. L'aria notturna dava un che di tranquillo
e
rasserenante che il nobile non riusciva ad apprezzare appieno.
Con uno sbuffo, prese
un sasso che si trovava ai suoi piedi e senza perdere tempo, lo
lanciò contro
uno dei cespugli.
Si udì un tonfo sordo,
come se qualcosa avesse attutito la caduta a terra. -Allora- fece
questi- vi
decidete ad uscire oppure volete che vi prenda di peso, signorina
O'Neal?-
Un coro di sbuffi e
lamentele usci dalle frasche, accompagnato dalla sagoma coperta di
foglie della
donna.
-Come cavolo hai fatto
a capire che ero lì?- domandò, massaggiandosi la
testa dolorante.
Girodelle sorrise.
-Intuito maschile- disse,
con una delle sue migliori espressioni saccenti. Erin
si rizzò in piedi e gli scoccò
un'occhiataccia. -Oh, scusa sai- fece questi, mettendo le mani avanti-
ma sono
un uomo solo, dovrò pure tentare di proteggermi.-
Erin lo guardò male.
-Potevi accertartene,
invece di attaccare subito- ribatté torva.
Victor scosse il capo.
- E ti aspetti che io ci creda? Come minimo, sareste rimasta tra queste
frasche
per chissà quanto.- disse, passandosi una mano sui capelli-
Forza, muoviti.
Vieni in casa.-
Erin lo fissava
guardinga. L'aveva costretta ad entrare nel maniero ed ora si trovava
nel
salotto. Istintivamente allungò la mano al fuoco, per
scacciare l'umido che le
era entrato nelle ossa.
-Forse ti conviene
cambiarti- disse, fissandola con la coda dell'occhio.
Lei inarcò un
sopracciglio.
-Vuoi uno
spogliarello?- domandò con irriverenza.
Girodelle le rivolse
un sorriso sghembo.
-Bhé-
continuò lei,
inclinando il capo- non dirmi che non ti piacerebbe...oppure mi
sbaglio?-
-Io penso che dovresti
farti un bagno- rispose- forza, puoi scaldarti una tinozza e toglierti
quegli
abiti. Sono umidi o ti prenderai un malanno.-
Erin si imbronciò.
Fece per ribattere
poi, però, rendendosi conto che i vestiti che portava erano
in uno stato
pietoso, decise di ascoltarlo. Salì così al piano
di sopra e scaldò l'acqua al
camino. E sia si disse, prima di
immergersi, non senza trattenere un mugolo. Era molto tempo che non si
lavava e
doveva ammettere che era rilassante poter sguazzare in quel liquido
caldo.
Nella
stessa vasca dove si lava pure lui si ritrovò a pensare,
prima di tirar fuori una delle
sue imprecazioni in gaelico. -Non devo pensarci, non devo pensarci-
cominciò a
ripetersi, scrollando il capo come un asino che non vuole accettare un
ordine.
Con uno sbuffo, si
alzò in piedi e, dopo essere uscita dalla tinozza, ancora
gocciolante, cominciò
a guardarsi attorno. -Diamine- borbottò, passandosi una mano
sui capelli
fradici- ed ora cosa mi metto?-
L'occhio, alla fine,
cadde su una cassa.
Senza pensarci due
volte, la aprì ed iniziò a rovistarci dentro.
-Ehi, dannato nobile!- esclamò,
alzando la voce.
Sentì alcuni passi
raggiungere
la stanza in cui si trovava.
-Mademoiselle
O'Neall?- domandò la voce del nobile, dopo aver bussato
piano.
Lei si voltò...ed un
sorriso brigante si distese sul suo viso.
-Sì- fece, dandogli le
spalle- venite pure dentro, ho bisogno del vostro aiuto.-
La porta si aprì,
accompagnato da un sospiro strozzato che fece ghignare la donna.
-Ma...-provò a dire,
prima di sbuffare- ma cosa diamine state facendo?-
Girodelle non poteva
credere ai suoi occhi.
Era salito su per
controllare che stesse bene. Anche troppo
pensò, tentando di staccare gli occhi da quella pelle nivea.
-Che...che cosa
posso fare per voi?- domandò, schiarendosi la voce.
Era la seconda volta
che la trovava senza vestiti. Stava con il busto piegato in avanti,
intenta a
frugare nella cassa...e quella posizione non lo aiutava per niente.
Erano mesi
che non stava con una donna e trovarsene una senza veli, in quella posa
così
naturalmente indecente lo pungolava senza rimedio.
-Oh, eccovi- continuò
lei - stavo cercando qualcosa da mettermi addosso ma non trovo niente
di
adatto. Volete darmi una mano?-
Girodelle sospirò e,
dopo essersi imposto di non cedere alla visione che gli si parava
davanti,
avanzò con passo rigido. -Va bene- fece- vi do...una mano.-
Lei si voltò,
scontrando lo sguardo in quegli occhi di un colore che non era mai
riuscita a
definire. Inclinò la testa, lasciando che dei ciuffi
d'inchiostro si
attaccassero al collo, come una foglia d'autunno spiaccicata a terra.
-Penso
che sia una buona idea- disse, prima di ghignare compiaciuta- a meno
che non
vogliate continuare a godere di questo panorama.-
Girodelle sbuffò
seccato.
-Va bene, va bene, mi
giro.-disse. alzando le mani in segno di resa- ci sono dei pantaloni ed
una
camicia...a meno che tu non voglia mettere quello-
-NO!- esclamò
inviperita.
-Appunto- annuì il
nobile- allora è meglio se ti prendi quelli. Io scendo di
sotto, ora che non ti
serve il mio aiuto.-
Erin lo guardò
interdetta.
Pareva quasi
infastidito di averla in casa...un pensiero malevolo la
attraversò di colpo:
che avesse cambiato idea?La porta di
questa casa è sempre aperta le aveva detto, poco
dopo che lei aveva
litigato con Marie...che si fosse rimangiato tutto?
Istintivamente strinse
le camicie che erano disposte sulla cassa. Era abituata a tutto...ma
ormai era
stanca di doversi fare fortezza contro il mondo, di dover essere sempre
sulla
difensiva.
Girodelle fissava muto
le fiamme del fuoco.
Posa eretta, gambe
allineate e mani sotto il mento.
Sentì dei passettini
leggeri avvicinarsi alla soglia della stanza ma non si
voltò.
-Alla fine sei
tornata- disse, senza guardarla.
Silenzio.
-Hai finito di
vagabondare per il mondo, come un cane randagio e sei venuta di nuovo
qui, perché?-
chiese.
-Non dovevo?- domandò
lei a sua volta.
-Questo lo devi sapere
tu- rispose il militare- io non sono la tua balia. Hai trovato
ciò che
cercavi?-
Silenzio.
-Perché ti interessa?-
chiese, con un tono quasi incerto.
Girodelle sbuffò.
-Mai sentito dire la
frase "fare conversazione"?- disse a sua volta, decidendo infine di
voltarsi...e si maledisse per averlo fatto.
Erin indossava una
delle sue camicie ma non i pantaloni. La stoffa gli sfiorava poco sopra
il
ginocchio, mettendo in evidenza le gambe tornite. Il bianco del tessuto
evidenziava quello della sua pelle...Victor deglutì nervoso.
Non si aspettava
un simile sviluppo dei fatti...ma doveva comunque prevederlo. Erin
O'Neal non
faceva mai niente di prevedibile ed ora il suo corpo, digiuno di
contatti con
una donna da diverso tempo, ne pagava le conseguenze. -Che scherzo
è questo?-
domandò duro.
Erin sbuffò. -I
pantaloni sono troppo lunghi per me- rispose- non mi stavano.-
-Potevi metterti il
vestito...-provò a dire.
-No- lo interruppe -
non me lo metto.-
Girodelle corrucciò la
fronte.
E tu
non mi aiuti per niente pensò, passandosi una
mano sui capelli.
-Non te li tagli più-
notò O'Neal.
-Non era più
necessario- rispose, prima di sorridere allusivo- e poi non c'era
nessuno che
lo facesse per me.-
Lei si morse il labbro
pieno, continuando a fissare le ciocche chiare e ciondolando ora su una
gamba
ora su un'altra. Sapeva benissimo a cosa si riferiva quel sangue blu.
Ricordava
ancora la consistenza di quei capelli, morbida e soffice...e subito
tornò il
malumore. La pelle ricordava ancora quel maledetto giorno in cui, per
scherzo,
gli aveva proposto quel taglio. Scioccamente, sperava di metterlo in
difficoltà. Era convinta allora che i nobili fossero vacui e
superficiali...non
aveva previsto che quella nuova pettinatura potesse renderlo ugualmente
attraente ai suoi occhi.
Erin deglutì.
Non era una donna di
legno e sapeva riconoscere a pelle se un uomo era affascinante o
meno...e
doveva ammettere, con sgomento, che quel tale lo era. -Vuoi una
pettinatrice,
cherie?- provò a dire, tentando di frenare il nervosismo.
Girodelle inarcò la
fronte.
-Puoi pure venire qui
sulla panca, accanto a me. Il camino è acceso...non vorrai
prendere freddo,
spero?-disse, dando due pacche al legno su cui era seduto.
Lei tentennò.
-Hai paura che ti
mangi?- la pungolò, ironico.
-Starai scherzando-
rispose la donna, punta sul vivo nell'orgoglio. Non voleva dimostrarsi
più
debole di quello che era...eppure con quel tale non le riusciva bene
nemmeno
quel bluff.
Lui la vide
avvicinarsi, sedendosi con un moto troppo deciso per sembrare
spontaneo.
-Allora?- domandò, incrociando le braccia ed evidenziando,
senza volerlo forse,
le proprie forme. La luce del camino gettava strani riflessi sulla
pelle
chiara, in un gioco di ombre che lo rendeva stranamente nervoso.
Girodelle sospirò.
-Allora- cominciò,
tentando di frenare la tensione che serpeggiava da quando l'aveva
rivista- cosa
hai fatto in questi mesi...e non mentire, ti prego, sono troppo stanco
per
sentire una cosa del genere.-
Erin lo guardò, prima
di scrollare il capo.
-Ho messo a posto le
cose con il mio passato- disse, alzando il ginocchio ed appoggiandovi
sopra il
mento.
-E non sei
soddisfatta.-concluse lui, notando la sua espressione pensierosa.
Girodelle sbuffò.
-Dai, racconta- disse.
Lei si stiracchiò,
prima di iniziare la sua disavventura nel villaggio natale. Il nobile
ascoltò,
indossando una delle sue consuete espressioni pacate...e, in cuor suo,
Erin
gliene fu grata. L'ultima cosa che voleva era essere compatita.
Parlò, parlò
e parlò,
ricamando sopra degli insulti rivolti al religioso che teneva quei
traffici e
alle anime di coloro che l'avevano venduta senza alcun ritegno. Non
seppe dire
quanto dette aria alle chiacchiere ma, alla fine, si sentì
come svuotata. -Non
ce l'hai più con tuo padre?- domandò, notando
come l'avesse escluso dall'elenco
delle persone che lei aveva in odio.
Erin si strinse le
spalle.
-Quando sono andata
alla mia vecchia casa- cominciò- ho scoperto le sue catene.
Era un forzato. Non
poteva portarmi via con sè-.
Il fuoco crepitò sui
legni.
Victor prese un pezzo
dalla catasta ai lati e lo gettò nel camino, riattizzando la
fiamma. -Hai
parlato con lui?- chiese.
Erin non rispose ed il
nobile interpretò la cosa come un silenzio assenso. -Hai
sistemato davvero
tutto allora- commentò- ed ora cosa intendi fare?-
La donna guardò il
soffitto.
-Non lo so- rispose-
anche perché, con una vita come la mia, non è che
ci siano molte alternative.-
Girodelle tacque.
-Ho 31 anni suonati-
rispose- ed alla mia età sono troppo vecchia per
sposarmi...senza contare che
con la professione che ho fatto, nessuno si arrischierebbe a prendermi
in
moglie...incredibile come un sacchetto di soldi possa rovinare la vita
di una
persona.-
-Io viaggio sulla
quarantina, se la cosa può consolarti- ribatté
l'altro.
Erin scosse il capo.
-Non è la stessa cosa-
fece e Victor sapeva che aveva ragione.
Se ne rimasero per un
po' lì a fissare le fiamme. Il nobile la fissava con la coda
dell'occhio,
studiando la piega arresa di quel viso triangolare. -Forse è
meglio andare a
letto- disse, schiarendosi la voce.
Erin annuì.
-Allora andrò nella
mia stanza- rispose.
-No- fece l'altro.
La donna inarcò la
fronte.
-Come sarebbe a dire?-
domandò.
Girodelle si avvicinò.
-Dopo che te ne sei
andata, senza darmi delle vere spiegazioni- disse, lanciandole
un'occhiata
eloquente- ho fatto delle modifiche alla casa...e gli unici letti
rimasti sono
quello della camera dove si trova Madame...e, bhé, il mio.-
Gli occhi di giada si
fecero enormi, di fronte a quella confessione.
-Starai scherzando-
ribatté, tentando di non far trapelare il suo nervosismo.
-Nono-rispose
tranquillo il nobile.
Lei stette zitta.
Fissò accigliata quel
tale.
-Dovrei dormire con
te?- domandò, trucidandolo con lo sguardo.
-Tu che dici?- rispose
lui, come se niente fosse.
-Ridicolo.-commentò
lei, scuotendo il capo.
Victor si spazientì.
-Il castello è
notoriamente freddo e se credi che dormirò in terra per
farti stare comoda,
caschi male. Ho passato troppe disavventure per permettermi simili
mosse da
gentiluomo- disse, prima di sorridere ironico-e poi sto diventando
troppo
vecchio.-
-Allora dormirò io in
terra!- sbottò.
-E dare un trattamento
così rozzo ad un ospite? Giammai!- rispose questi- Purtroppo
non hai scelta...e,
comunque, che paura hai? Io sono una persona onesta ed educata e tu,
dopo tante
peripezie, ti fai dei problemi per un semplice ed innocuo dormire? Io
me ne sto
in un lato e tu nell'altro...è semplice, no?-
Lei lo guardò poco
convinta.
Il ragionamento non
faceva una grinza...ma per qualche strano motivo, aveva come
l'impressione che
fosse tutta una trappola. Per cosa, però, non lo sapeva.
Avrebbe voluto
tentennare oltre, ma la stanchezza era davvero troppa ed alla fine
decise di
cedere. In cuor suo sapeva però che non sarebbe stato facile.
Era solo
Girodelle...per sua sfortuna.
Allora,
il reincontro tra i due è meno semplice, come
ho già fatto notare ma ho voluto mettere una parte della
cosa in questo
capitolo. Sarà un po' più lungo per i due trovare
un punto d'incontro, anche
perché sono meno trasparenti delle due coppie che li hanno
preceduti.
Girodelle
è un po'cambiato e dà del tu a Erin.
I modi
sono piuttosto colloquiali ma c'è una
spiegazione: dopo aver attentato alla vita del padre, Girodelle ha
preso Erin
sotto la sua ala e questo ha reso il rapporto meno formale. Vorrei
ringraziarvi
per avermi letto sinora. A presto.