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Autore: controcorrente    03/02/2013    5 recensioni
"Una volta ho letto la favola della Canna e della Quercia, madame. La Quercia si faceva beffe della Canna accusandola di debolezza, perché quest'ultima non possedeva la stessa corteccia ruvida, né il tronco imponente. Quando però una forte tempesta si abbatté su di loro, la Quercia, dopo aver fatto resistenza alla forza del vento, fu abbattuta mentre la Canna, per quanto violente fossero le raffiche, si piegava senza mai spezzarsi. Mi è sempre piaciuta quella storia e sapete perché? Perché anche la pianta più debole all'apparenza, può resistere alle difficoltà più insopportabili, se mantiene la flessibilità. Per questo motivo, non credo che siate una persona priva di temperamento. Non conosco molto di voi ma so che avete un buon carattere e se siete riuscita a mantenerlo in questo modo malgrado tutto, allora dovete sicuramente avere una qualche forza che vi ha permesso di conservarvi in questo modo." Questa è una nuova storia nella quale trovere una protagonista un po'insolita ma che secondo me merita attenzione. Auguro a chi volesse darci un'occhiata, buona lettura.
STORIA CONCLUSA
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Generale Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Madri, famiglie e vicende varie'
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Benvenuti a questa storia che si avvia alla sua conclusione. Ammetto di essere fiera di aver creato una fic così congegnata.

Nel precedente capitolo, avete visto la riappacificazione tra il generale e sua moglie...ora tocca all'ultima coppia.

 

SEMPLICE, NO?

 

Girodelle guardava seccato il proprio giardino. L'aria notturna dava un che di tranquillo e rasserenante che il nobile non riusciva ad apprezzare appieno.

Con uno sbuffo, prese un sasso che si trovava ai suoi piedi e senza perdere tempo, lo lanciò contro uno dei cespugli.

Si udì un tonfo sordo, come se qualcosa avesse attutito la caduta a terra. -Allora- fece questi- vi decidete ad uscire oppure volete che vi prenda di peso, signorina O'Neal?-

Un coro di sbuffi e lamentele usci dalle frasche, accompagnato dalla sagoma coperta di foglie della donna.

-Come cavolo hai fatto a capire che ero lì?- domandò, massaggiandosi la testa dolorante.

Girodelle sorrise.

-Intuito maschile- disse, con una delle sue migliori espressioni saccenti. Erin  si rizzò in piedi e gli scoccò un'occhiataccia. -Oh, scusa sai- fece questi, mettendo le mani avanti- ma sono un uomo solo, dovrò pure tentare di proteggermi.-

Erin lo guardò male.

-Potevi accertartene, invece di attaccare subito- ribatté torva.

Victor scosse il capo. - E ti aspetti che io ci creda? Come minimo, sareste rimasta tra queste frasche per chissà quanto.- disse, passandosi una mano sui capelli- Forza, muoviti. Vieni in casa.-

 

 

Erin lo fissava guardinga. L'aveva costretta ad entrare nel maniero ed ora si trovava nel salotto. Istintivamente allungò la mano al fuoco, per scacciare l'umido che le era entrato nelle ossa.

-Forse ti conviene cambiarti- disse, fissandola con la coda dell'occhio.

Lei inarcò un sopracciglio.

-Vuoi uno spogliarello?- domandò con irriverenza.

Girodelle le rivolse un sorriso sghembo.

-Bhé- continuò lei, inclinando il capo- non dirmi che non ti piacerebbe...oppure mi sbaglio?-

-Io penso che dovresti farti un bagno- rispose- forza, puoi scaldarti una tinozza e toglierti quegli abiti. Sono umidi o ti prenderai un malanno.-

Erin si imbronciò.

Fece per ribattere poi, però, rendendosi conto che i vestiti che portava erano in uno stato pietoso, decise di ascoltarlo. Salì così al piano di sopra e scaldò l'acqua al camino. E sia si disse, prima di immergersi, non senza trattenere un mugolo. Era molto tempo che non si lavava e doveva ammettere che era rilassante poter sguazzare in quel liquido caldo.

Nella stessa vasca dove si lava pure lui si ritrovò a pensare, prima di tirar fuori una delle sue imprecazioni in gaelico. -Non devo pensarci, non devo pensarci- cominciò a ripetersi, scrollando il capo come un asino che non vuole accettare un ordine.

Con uno sbuffo, si alzò in piedi e, dopo essere uscita dalla tinozza, ancora gocciolante, cominciò a guardarsi attorno. -Diamine- borbottò, passandosi una mano sui capelli fradici- ed ora cosa mi metto?-

L'occhio, alla fine, cadde su una cassa.

Senza pensarci due volte, la aprì ed iniziò a rovistarci dentro. -Ehi, dannato nobile!- esclamò, alzando la voce.

Sentì alcuni passi raggiungere la stanza in cui si trovava.

-Mademoiselle O'Neall?- domandò la voce del nobile, dopo aver bussato piano.

Lei si voltò...ed un sorriso brigante si distese sul suo viso.

-Sì- fece, dandogli le spalle- venite pure dentro, ho bisogno del vostro aiuto.-

La porta si aprì, accompagnato da un sospiro strozzato che fece ghignare la donna.

-Ma...-provò a dire, prima di sbuffare- ma cosa diamine state facendo?-

 

 

Girodelle non poteva credere ai suoi occhi.

Era salito su per controllare che stesse bene. Anche troppo pensò, tentando di staccare gli occhi da quella pelle nivea. -Che...che cosa posso fare per voi?- domandò, schiarendosi la voce.

Era la seconda volta che la trovava senza vestiti. Stava con il busto piegato in avanti, intenta a frugare nella cassa...e quella posizione non lo aiutava per niente. Erano mesi che non stava con una donna e trovarsene una senza veli, in quella posa così naturalmente indecente lo pungolava senza rimedio.

-Oh, eccovi- continuò lei - stavo cercando qualcosa da mettermi addosso ma non trovo niente di adatto. Volete darmi una mano?-

Girodelle sospirò e, dopo essersi imposto di non cedere alla visione che gli si parava davanti, avanzò con passo rigido. -Va bene- fece- vi do...una mano.-

Lei si voltò, scontrando lo sguardo in quegli occhi di un colore che non era mai riuscita a definire. Inclinò la testa, lasciando che dei ciuffi d'inchiostro si attaccassero al collo, come una foglia d'autunno spiaccicata a terra. -Penso che sia una buona idea- disse, prima di ghignare compiaciuta- a meno che non vogliate continuare a godere di questo panorama.-

Girodelle sbuffò seccato.

-Va bene, va bene, mi giro.-disse. alzando le mani in segno di resa- ci sono dei pantaloni ed una camicia...a meno che tu non voglia mettere quello-

-NO!- esclamò inviperita.

-Appunto- annuì il nobile- allora è meglio se ti prendi quelli. Io scendo di sotto, ora che non ti serve il mio aiuto.-

Erin lo guardò interdetta.

Pareva quasi infastidito di averla in casa...un pensiero malevolo la attraversò di colpo: che avesse cambiato idea?La porta di questa casa è sempre aperta le aveva detto, poco dopo che lei aveva litigato con Marie...che si fosse rimangiato tutto?

Istintivamente strinse le camicie che erano disposte sulla cassa. Era abituata a tutto...ma ormai era stanca di doversi fare fortezza contro il mondo, di dover essere sempre sulla difensiva.

 

 

Girodelle fissava muto le fiamme del fuoco.

Posa eretta, gambe allineate e mani sotto il mento.

Sentì dei passettini leggeri avvicinarsi alla soglia della stanza ma non si voltò.

-Alla fine sei tornata- disse, senza guardarla.

Silenzio.

-Hai finito di vagabondare per il mondo, come un cane randagio e sei venuta di nuovo qui, perché?- chiese.

-Non dovevo?- domandò lei a sua volta.

-Questo lo devi sapere tu- rispose il militare- io non sono la tua balia. Hai trovato ciò che cercavi?-

Silenzio.

-Perché ti interessa?- chiese, con un tono quasi incerto.

Girodelle sbuffò.

-Mai sentito dire la frase "fare conversazione"?- disse a sua volta, decidendo infine di voltarsi...e si maledisse per averlo fatto.

Erin indossava una delle sue camicie ma non i pantaloni. La stoffa gli sfiorava poco sopra il ginocchio, mettendo in evidenza le gambe tornite. Il bianco del tessuto evidenziava quello della sua pelle...Victor deglutì nervoso. Non si aspettava un simile sviluppo dei fatti...ma doveva comunque prevederlo. Erin O'Neal non faceva mai niente di prevedibile ed ora il suo corpo, digiuno di contatti con una donna da diverso tempo, ne pagava le conseguenze. -Che scherzo è questo?- domandò duro.

Erin sbuffò. -I pantaloni sono troppo lunghi per me- rispose- non mi stavano.-

-Potevi metterti il vestito...-provò a dire.

-No- lo interruppe - non me lo metto.-

Girodelle corrucciò la fronte.

E tu non mi aiuti per niente pensò, passandosi una mano sui capelli.

-Non te li tagli più- notò O'Neal.

-Non era più necessario- rispose, prima di sorridere allusivo- e poi non c'era nessuno che lo facesse per me.-

Lei si morse il labbro pieno, continuando a fissare le ciocche chiare e ciondolando ora su una gamba ora su un'altra. Sapeva benissimo a cosa si riferiva quel sangue blu. Ricordava ancora la consistenza di quei capelli, morbida e soffice...e subito tornò il malumore. La pelle ricordava ancora quel maledetto giorno in cui, per scherzo, gli aveva proposto quel taglio. Scioccamente, sperava di metterlo in difficoltà. Era convinta allora che i nobili fossero vacui e superficiali...non aveva previsto che quella nuova pettinatura potesse renderlo ugualmente attraente ai suoi occhi.

Erin deglutì.

Non era una donna di legno e sapeva riconoscere a pelle se un uomo era affascinante o meno...e doveva ammettere, con sgomento, che quel tale lo era. -Vuoi una pettinatrice, cherie?- provò a dire, tentando di frenare il nervosismo.

Girodelle inarcò la fronte.

-Puoi pure venire qui sulla panca, accanto a me. Il camino è acceso...non vorrai prendere freddo, spero?-disse, dando due pacche al legno su cui era seduto.

Lei tentennò.

-Hai paura che ti mangi?- la pungolò, ironico.

-Starai scherzando- rispose la donna, punta sul vivo nell'orgoglio. Non voleva dimostrarsi più debole di quello che era...eppure con quel tale non le riusciva bene nemmeno quel bluff.

Lui la vide avvicinarsi, sedendosi con un moto troppo deciso per sembrare spontaneo. -Allora?- domandò, incrociando le braccia ed evidenziando, senza volerlo forse, le proprie forme. La luce del camino gettava strani riflessi sulla pelle chiara, in un gioco di ombre che lo rendeva stranamente nervoso.

Girodelle sospirò.

-Allora- cominciò, tentando di frenare la tensione che serpeggiava da quando l'aveva rivista- cosa hai fatto in questi mesi...e non mentire, ti prego, sono troppo stanco per sentire una cosa del genere.-

Erin lo guardò, prima di scrollare il capo.

-Ho messo a posto le cose con il mio passato- disse, alzando il ginocchio ed appoggiandovi sopra il mento.

-E non sei soddisfatta.-concluse lui, notando la sua espressione pensierosa.

Girodelle sbuffò.

-Dai, racconta- disse.

Lei si stiracchiò, prima di iniziare la sua disavventura nel villaggio natale. Il nobile ascoltò, indossando una delle sue consuete espressioni pacate...e, in cuor suo, Erin gliene fu grata. L'ultima cosa che voleva era essere compatita.

Parlò, parlò e parlò, ricamando sopra degli insulti rivolti al religioso che teneva quei traffici e alle anime di coloro che l'avevano venduta senza alcun ritegno. Non seppe dire quanto dette aria alle chiacchiere ma, alla fine, si sentì come svuotata. -Non ce l'hai più con tuo padre?- domandò, notando come l'avesse escluso dall'elenco delle persone che lei aveva in odio.

Erin si strinse le spalle.

-Quando sono andata alla mia vecchia casa- cominciò- ho scoperto le sue catene. Era un forzato. Non poteva portarmi via con sè-.

Il fuoco crepitò sui legni.

Victor prese un pezzo dalla catasta ai lati e lo gettò nel camino, riattizzando la fiamma. -Hai parlato con lui?- chiese.

Erin non rispose ed il nobile interpretò la cosa come un silenzio assenso. -Hai sistemato davvero tutto allora- commentò- ed ora cosa intendi fare?-

La donna guardò il soffitto.

-Non lo so- rispose- anche perché, con una vita come la mia, non è che ci siano molte alternative.-

Girodelle tacque.

-Ho 31 anni suonati- rispose- ed alla mia età sono troppo vecchia per sposarmi...senza contare che con la professione che ho fatto, nessuno si arrischierebbe a prendermi in moglie...incredibile come un sacchetto di soldi possa rovinare la vita di una persona.-

-Io viaggio sulla quarantina, se la cosa può consolarti- ribatté l'altro.

Erin scosse il capo.

-Non è la stessa cosa- fece e Victor sapeva che aveva ragione.

Se ne rimasero per un po' lì a fissare le fiamme. Il nobile la fissava con la coda dell'occhio, studiando la piega arresa di quel viso triangolare. -Forse è meglio andare a letto- disse, schiarendosi la voce.

Erin annuì.

-Allora andrò nella mia stanza- rispose.

-No- fece l'altro.

La donna inarcò la fronte.

-Come sarebbe a dire?- domandò.

Girodelle si avvicinò.

-Dopo che te ne sei andata, senza darmi delle vere spiegazioni- disse, lanciandole un'occhiata eloquente- ho fatto delle modifiche alla casa...e gli unici letti rimasti sono quello della camera dove si trova Madame...e, bhé, il mio.-

Gli occhi di giada si fecero enormi, di fronte a quella confessione.

-Starai scherzando- ribatté, tentando di non far trapelare il suo nervosismo.

-Nono-rispose tranquillo il nobile.

Lei stette zitta.

Fissò accigliata quel tale.

-Dovrei dormire con te?- domandò, trucidandolo con lo sguardo.

-Tu che dici?- rispose lui, come se niente fosse.

-Ridicolo.-commentò lei, scuotendo il capo.

Victor si spazientì.

-Il castello è notoriamente freddo e se credi che dormirò in terra per farti stare comoda, caschi male. Ho passato troppe disavventure per permettermi simili mosse da gentiluomo- disse, prima di sorridere ironico-e poi sto diventando troppo vecchio.-

-Allora dormirò io in terra!- sbottò.

-E dare un trattamento così rozzo ad un ospite? Giammai!- rispose questi- Purtroppo non hai scelta...e, comunque, che paura hai? Io sono una persona onesta ed educata e tu, dopo tante peripezie, ti fai dei problemi per un semplice ed innocuo dormire? Io me ne sto in un lato e tu nell'altro...è semplice, no?-

Lei lo guardò poco convinta.

Il ragionamento non faceva una grinza...ma per qualche strano motivo, aveva come l'impressione che fosse tutta una trappola. Per cosa, però, non lo sapeva. Avrebbe voluto tentennare oltre, ma la stanchezza era davvero troppa ed alla fine decise di cedere. In cuor suo sapeva però che non sarebbe stato facile.

Era solo Girodelle...per sua sfortuna.

 

Allora, il reincontro tra i due è meno semplice, come ho già fatto notare ma ho voluto mettere una parte della cosa in questo capitolo. Sarà un po' più lungo per i due trovare un punto d'incontro, anche perché sono meno trasparenti delle due coppie che li hanno preceduti.

Girodelle è un po'cambiato e dà del tu a Erin.

I modi sono piuttosto colloquiali ma c'è una spiegazione: dopo aver attentato alla vita del padre, Girodelle ha preso Erin sotto la sua ala e questo ha reso il rapporto meno formale. Vorrei ringraziarvi per avermi letto sinora. A presto.

 

 

   
 
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