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Autore: _Trilly_    04/02/2013    4 recensioni
ff ambientata cinque anni dopo la seconda guerra magica. Ginny è tormentata da strani e confusi sogni che non riesce a spiegarsi. Inizialmente pensa che siano causati dal trauma per le tante morti, soprattutto quella di Fred, che la guerra contro Voldemort ha portato, ma poi scoprirà a sue spese che la realtà è ben più complessa.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Ginny, Harry/Ginny, Luna/Theodore, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Questa è la prima storia che pubblico, infatti sono molto agitata. All’inizio non volevo pubblicarla, ma la mia amica ha insistito tanto, perciò ho deciso di accontentarla. Spero che vi piaccia :D
 

 

                     Capitolo 1 : Incubi

 
Un sole caldo illuminava quel pomeriggio di marzo. Ormai l’inverno era finito, lasciando il posto a giornate sempre più calde. Sdraiata sull’erba ad occhi chiusi, lasciava che quel calore la cullasse. Provava una sensazione così bella che sarebbe rimasta in quella posizione per sempre, ma all’improvviso si rese conto che il sole non la riscaldava più. Aprì gli occhi di scatto, riconoscendo una figura sporta verso di lei, istintivamente sorrise.
“Alla fine sei venuto.”
“Si, ma non posso fermarmi molto.” Rispose il ragazzo, baciandola con trasporto.
Ginny lo afferrò per la cravatta, così da avvicinarlo ulteriormente a lei. Schiuse poi le labbra, consentendo alle loro lingue d’incontrarsi. Solo alla fine del bacio si decise a porgli quella domanda che tanto l’assillava.
“Per quanto tempo dovremo continuare così?”
Lui scrollò le spalle. “Te lo avevo detto che stare con me non sarebbe stato facile.”
La rossa sbuffò. “Ancora con questa storia? Inizio seriamente a pensare che Luna abbia ragione. Forse dovrei……” iniziò, ma il ragazzo la interruppe.
“Ascolta la tua amica allora. Se non mi capisci, non siamo fatti per stare insieme.”
Detto ciò, scattòin piedi e si allontanò a grandi falcate.
Calde lacrime iniziarono a scorrere sul volto di Ginny. Non pensava davvero quello che aveva detto, aveva litigato con Luna proprio perché non condivideva il suo pensiero. Lei lo amava, lo amava troppo per lasciarlo.
“HARRY!” Urlò, inseguendolo. “HARRY ASPETTA, TI PREGO! HARRY!”
Ma lui era ormai troppo lontano. Si fermò vicino al portone d’ingresso, stremata per la corsa e triste a causa della lite con lui. Fu proprio in quel momento che le giunsero alle orecchie le sue parole.
“Come hai potuto tradirmi? Sapevo che non potevo fidarmi di te.”
“HARRY! TI PREGO ASCOLTAMI! NON TI HO MAI TRADITO! IO TI AMO! HARRY! HARRY!”

 

Ginny si svegliò di soprassalto con la fronte madida di sudore. Si mise in posizione seduta, prendendo un profondo respiro.
“Ginny, va tutto bene?” le chiese Harry, preoccupato. “ ti ho sentita urlare.”
Lei annuì. “si, tranquillo era solo un incubo.”
L’ennesimo avrebbe voluto aggiungere. Non aveva idea del perché, ma ormai erano anni che si svegliava in quel modo a causa di un incubo. Sospettava che quei sogni in qualche modo si accomunassero, infatti finivano sempre con Harry che l’abbandonava, moriva o la guardava con delusione. Forse era il suo stesso inconscio che li generava, spaventato dall’idea di perdere Harry. D’altronde a causa di Voldemort aveva perso suo fratello Fred ed Harry stesso era andato vicino alla morte, quindi in qualche modo la sua paura era giustificata. Ciononostante, non aveva mai parlato a suo marito o ai suoi amici e familiari di quegli incubi. Forse per timore di essere giudicata pazza? Non lo sapeva dire nemmeno lei con certezza.
“Ginny, tesoro, forse dovresti prendere un calmante prima di riaddormentarti. Fai incubi quasi ogni notte. Sei sicura di non ricordarli al risveglio?”
Scosse la testa. “no, Harry, te l’ho detto non ricordo mai cosa sogno. Comunque hai ragione tu, è meglio se mi prendo un calmante, così magari riesco a dormire almeno un paio d’ore.”
 
“Ecco a voi lo zombie,”pensò ironicamente, mentre guardava il proprio riflesso nello specchio del bagno. Come ogni mattina, si trovava a fare i conti con delle occhiaie così profonde che sembravano quelle di un panda. Proprio non riusciva a capire perché nonostante prendesse un sonnifero ogni sera, continuava a svegliarsi nel cuore della notte a causa di un incubo. La cosa peggiore era che poi non riusciva a riaddormentarsi. Ormai poteva dire con certezza quante fossero le crepe sul soffitto della camera da letto e quanti respiri emetteva Harry. Si gettò un po’ d’acqua fredda sulla faccia, come se pensasse di poter cancellare così quei segni di stanchezza. Non ne poteva più, desiderava con tutta se stessa chiudere gli occhi e dormire per ore, peccato che appena ci provava sopraggiungevano gli incubi.                   
Raggiunse il salotto a grandi falcate. Doveva approfittare che Harry non ci fosse per contattare il medimago, non voleva infatti farlo preoccupare, distraendolo così dal suo lavoro. Si sedette sul divano, munita di inchiostro e pergamena.


Salve dottor Cross,
sono Ginevra Potter. Come ricorderà, la settimana scorsa le ho parlato dei frequenti incubi che interrompono il mio sonno. Nonostante abbia preso i calmanti che mi ha prescritto, la cosa non si è risolta. Proprio per questo volevo prenotare un nuovo appuntamento per affrontare la questione. Mi faccia sapere.
                                                                               Cordiali saluti

 
Dopo aver mandato Odette, la civetta che le aveva regalato Hermione per il suo compleanno, dal dottor Cross, si lasciò cadere sul divano. Si portò un braccio sulla fronte, chiudendo lentamente gli occhi. Non lo avesse mai fatto, cadde infatti in un sonno profondo, ma come ogni volta la sua mente prese il sopravvento.

 

Si stava rotolando in morbide lenzuola di seta verde. La sua risata risuonava nella stanza buia.
“Adoro il suono della tua risata,” le sussurrò una calda voce all’orecchio.
Si voltò verso di lui, con il sorriso sulle labbra.
“E io adoro quel delizioso profumo di colonia che sprigioni con ogni tuo movimento.”
Il ragazzo avvicinò il volto al suo, con espressione seria. “Sai Ginevra, io credo di amarti.”
“Oh Harry!” esclamò, felice. “Anche io ti amo!”
Tuttavia lui proseguì come se lei non avesse proprio parlato. “So che non mi ami, ma dovevo dirtelo.”
Ginny sgranò gli occhi. “ Ma cosa dici? Certo che ti amo.”
Lui scosse la testa. “Sarai sempre innamorata di lui, io sono solo la ruota di scorta,” ribatté, alzandosi dal letto e rivestendosi.
“Harry, io amo solo te.”
“Smettila di mentire Ginevra.”
“Non sto mentendo, tu sei l’unico. Devi credermi.”
Ma lui continuò a vestirsi, incurante delle sue parole.
“Dove vai?” gli chiese lei, disperata.
“Me ne vado,” disse, evitando di guardarla. “Non posso continuare a stare con una ragazza che è ancora ancorata al passato.”
“CHE DIAVOLO DICI?!” Esplose, con le lacrime agli occhi. “LO CAPISCI CHE PER ME ESISTI SOLO TU?”
“Non ti credo. Tu non cambierai mai.”
Quelle parole fredde come il ghiaccio furono seguite dallo sbattere violento della porta.
“HARRY” Urlò Ginny, scoppiando a piangere a singhiozzi. “IO TI AMO! NON C’è UN ALTRO, TE LO GIURO!”
 

Aprì gli occhi di scatto, a causa di un rumore che stava disturbando il suo sonno. In un secondo momento, capì che si trattava di Odette che picchiava sul vetro della finestra per attirare la sua attenzione. La raggiunse a grandi falcate, ma quando si vide riflessa nel vetro, si rese conto con orrore di avere le guance bagnate. Aveva pianto. Pensava di averlo fatto solo nel sogno, ma a quanto pareva si sbagliava. Si asciugò il volto con la manica del maglione, tornando a concentrare la sua attenzione su Odette. Aprì la finestra, consentendo alla civetta di posarsi sulla sua spalla.
“Scusami Odette, ero sconvolta a causa di un incubo,” disse, porgendole un biscotto e slegando dalla sua zampa la lettera del dottor Cross.

 
Signora Potter,
ammetto che la sua lettera mi ha preoccupato. Evidentemente il problema è più serio di quanto pensavamo, ma è meglio parlarne nel mio studio oggi alle 18.00. l’aspetto.
                                                                             William Cross
  
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