Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ChocolateClaire    05/02/2013    1 recensioni
{01. Scialuppe e mostri marini; Sirius Black non si era mai sentito del tutto normale, ma doveva ancora capire se effettivamente la colpa fosse o non fosse sua}
{02. Bauli, mantelli, maglioni e biscotti; Remus, nonostante i suoi undici anni, aveva un buon metodo quasi per ogni cosa. Quindi i suoi genitori non si stupirono più di tanto quando, dopo essere entrati nella camera da letto del figlio, lo videro intento ad appallottolare i calzini e a riporli con cura all’interno del vecchio baule di famiglia. Aveva persino separato i bianchi dai colorati}
{03. Iniziare nel peggiore dei modi; Il ragazzo che lo aveva salutato, lo riconobbe immediatamente, era lo Spettinato del treno}
{04. Preludio all'amicizia; La loro amicizia non era sbocciata immediatamente, ma aveva avuto bisogno di tempo per mostrarsi in tutte le sue potenzialità. Certo, James e Sirius si erano conosciuti sull’Espresso per Hogwarts, ma il primo incontro non aveva sancito da subito il solido rapporto che tra i due si sarebbe instaurato solo parecchie settimane dopo}
Raccolta di momenti riguardante la Old Generation, focalizzata in particolare su Sirius, Regulus, Remus e James.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Regulus Black, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Granelli di sabbia

 

 

 

 

 

 

Grimmauld Place, dicembre 1971

 

Le vacanze di Natale solitamente venivano attese con trepidazione dagli studenti di Hogwarts. Solitamente, perché a Sirius la prospettiva non piaceva affatto. Aveva passato gli ultimi giorni di lezione pregustando l’amarezza del suo ritorno a Grimmauld Place; per usare un eufemismo, non era proprio come se non vedesse l’ora di rivedere la sua adorabile mammina.

Dopo la prima, furente lettera, Walburga non si era più degnata di scrivere al figlio. Aveva  lasciato al marito l’ingrato compito; Sirius aveva infatti ricevuto alcune lettere dal padre, tutte dai toni cordiali e distaccati, come se Orion avesse voluto eliminare dalla memoria un increscioso avvenimento. Sirius avrebbe di gran lunga preferito non ricevere alcun gufo.

Quando però il ragazzo fu di ritorno a Grimmauld Place, non avvenne niente di ciò che si era aspettato. Niente urla, niente grida, niente scenate isteriche; la madre lo accolse semplicemente con un’occhiata severa, il padre addirittura gli rivolse un mezzo sorriso. Il primo giorno a casa, Walburga quasi non gli rivolse la parola ― a parte per un brusco « Siediti composto! » intimatogli durante il pranzo ―, poi però, lentamente, le cose si normalizzarono. Erano sempre duri con lui, ma niente di diverso da ciò a cui era abituato. Si poteva considerare fortunato.

 

*

 

La grande finestra della camera da letto incorniciava il bellissimo spettacolo della neve al chiaro di luna. Sirius la contemplava dal calduccio del suo letto, pensando che, in fondo, dicembre non era poi così male, come mese. La neve gli piaceva; quell’incessante danzare di fiocchi immacolati gli infondeva dentro una gioia infantile, un piccolo moto spontaneo che difficilmente sembrava compatibile con il suo carattere, ma che continuava a verificarsi, puntualmente, ad ogni nevicata. Forse aveva a che fare con dei giochi che faceva da piccolo, non lo sapeva.

Le giunture della porta cigolarono e qualcuno attraversò velocemente la stanza, scostò le coperte del letto a baldacchino di Sirius e si accomodò senza troppe cerimonie sul materasso.

 

« Cos’è questa novità? » chiese Sirius quando ebbe il viso del fratello a pochi centimetri dal suo.

 

« È la vigilia di Natale » sbadigliò Regulus strusciando le guance contro il cuscino, gli occhi già tatticamente chiusi.

 

« Che risposta è?! »

 

Sirius era sorpreso; erano secoli che Regulus non sentiva il bisogno di zampettare a piedi nudi nel suo letto. Avrebbe potuto cacciarlo, o, se necessario, afferrarlo per le caviglie e trascinarlo via con la forza, ma, inspiegabilmente, a Sirius non dispiaceva quella presenza estranea. Pensò fosse colpa della neve, che lo rendeva così maledettamente nostalgico e corruttibile. Una mammoletta, insomma. Ma andava bene così, in fondo aveva qualcosa di piacevole quel momento, era una specie di rievocazione; nella sua memoria le notti invernali erano indissolubilmente legate all’immagine del suo fratellino che, piagnucolante, gli chiedeva di fargli spazio sotto le coperte. Che l’atmosfera natalizia avesse suscitato in Regulus le stesse sensazioni?

 

« Basta che non mi tocchi con quei cavolo di piedi gelidi » concesse alla fine. « E guardati bene dal fartela addosso! »

 

« Avevo cinque anni, ed è successo solo una volta! » borbottò Regulus indignato, ma con gli occhi ancora chiusi e la bocca impastata dal sonno.

 

Sirius sogghignò tra le lenzuola. Poi, dominati entrambi da quel particolare torpore, si addormentarono.

 

*

 

La mattina di Natale Sirius fu svegliato da una cuscinata in piena faccia. E siccome tardava ad aprire gli occhi gliene arrivò un’altra, seguita da una terza. Qualcuno ridacchiava.

 

« La vuoi piantare— » tentò di dire Sirius, prima che la quarta cuscinata lo colpisse a tradimento sulle labbra.

 

Quel mostriciattolo di Regulus era sempre esasperante il giorno di Natale, tutto allegria e saltelli fuori luogo. E, nonostante Sirius tentasse di resistergli, era estremamente contagioso.

 

« Dai, alzati! Regali regali regali! »

 

Sirius sbuffò e si girò sull’altro lato. Regulus lo fissò imbronciato, poi fece un sorrisetto da peste e disse: « Oh, giusto. Per i bambini cattivi c’è soltanto carbone la mattina di Natale. »

 

Sirius aprì un occhio, punto sul vivo. Improvvisamente si voltò, per poi buttarsi di peso su Regulus che, preso alla sprovvista, aveva ancora il cuscino fra le mani.

 

« Adesso te la faccio vedere! » urlò con un tono che voleva sembrare minaccioso.

 

Era da tantissimo tempo che non si azzuffavano. Be’, non si stavano proprio azzuffando, visto che entrambi ridevano come idioti. E comunque, anche da piccoli, non si erano mai veramente picchiati; Sirius non si era mai azzardato, anche se a volte avrebbe voluto, ad alzare le mani sul fratello. Prima di tutto perché aveva una vaga idea di come avrebbero reagito i loro genitori, in secondo luogo perché Regulus era, nonostante li separasse solo un anno di età, decisamente mingherlino rispetto a lui, e l’idea di colpirlo gli era sempre sembrata quantomeno sleale. Ovviamente la cortesia non gli veniva ricambiata; aveva perso il conto dei morsi ricevuti da quel monello impunito ― « È più piccolo di te! », era il ritornello della madre ―.

 

« Cos’è che c’è per me sotto l’albero?! » chiese Sirius, le dita che cominciavano a solleticare Regulus in punti strategici.

 

« Carb―one » cercò di dire l’altro tra le risate. Tentò di liberarsi dalla stretta del fratello con un calcio, ma dal baraonda che ne seguì ottenne solo di finire a pancia in giù sul materasso. Sirius, sempre attento a non esagerare, gli teneva le braccia ferme dietro la schiena.

 

« Bene, bene, bene » bisbigliò avvicinandosi all’orecchio di Regulus. Si sentiva come un aguzzino. « Sei mio prigioniero. »

 

Regulus fece per divincolarsi, ma la ridarella gli rendeva impossibile ogni sforzo.

 

« Lasciami! »

 

« Oh, non così presto. Ti consiglio di iniziare ad invocare il mio perdono… »

 

« Altrimenti? »

 

Sirius gli diede una manata sul sedere. « Altrimenti ti prendo a sculacciate! »

 

« Sì, certo…! »

 

Regulus continuava a ridere. Sirius sorrise alla propria mancanza di credibilità e si mise a cavalcioni sulla schiena del fratello. A volte pensava che le loro piccole lotte fossero solo un pretesto per trovare un punto di contatto, fisico se non altro. L’affetto che provavano l’uno per l’altro c’era, anche se a volte era rarefatto, anche se a volte veniva ostacolato.

 

« Sei proprio sicuro di voler rischiare?! »

 

Ma, all’improvviso, la porta si aprì e ne comparve il brutto muso verdognolo dell’elfo domestico. Sirius lo detestava; sempre a ficcare il naso negli affari altrui, era la spia che riferiva alla madre tutte le sue malefatte e anche l’origine del suo imperituro odio verso gli impiccioni.

 

« Kreacher ha sentito dei rumori ed è venuto a controllare! » disse quello in tono allarmato, gli occhi sferici puntati sui due fratelli. « E ha fatto bene! Il Signorino Sirius sta maltrattando il Signorino Regulus! Oh, quando la Padrona lo saprà, il Signorino Sirius se ne dovrà pentire…! »

 

Sirius lo avrebbe mandato adeguatamente a quel paese, se Regulus, sciolta la sua presa, non si fosse affrettato a dire: « Stiamo solo giocando! Non mi sta facendo male veramente! »

 

Kreacher parve subito rasserenato. Guai a toccargli il suo Signorino Regulus.

 

« Allora Kreacher non dirà niente. »

 

« Grazie, Kreacher. »

 

Kreacher fece un’espressione compiaciuta, poi, dopo aver lanciato a Sirius un’occhiata torva, si levò dai piedi. Ma la sua fugace apparizione era bastata a guastare l’ilarità del momento; Sirius, perso ogni intento bellicoso, rotolò via dalla schiena del fratello e si fece cadere in maniera un po’ sgangherata sul materasso. Non ce l’aveva con Regulus ― anzi, gli era grato per avergli impedito di innescare una possibile bomba, visto che lui quando era accusato ingiustamente non si discolpava, semplicemente aggrediva ― ma quella costante differenza di trattamento, anche da parte dello stupido elfo domestico, lo snervava sempre di più.

 

« Regali? » tentò Regulus con un mezzo sorriso, l’espressione del volto che supplicava l’assenza, almeno per quel giorno, di ogni malumore.

 

Sirius si sforzò di sogghignare, raro tentativo di compiacerlo. Ci aveva messo un po’ ad accorgersene; Regulus non era più il moccioso impunito dai morsi facili, la peste che sghignazzava quando i loro genitori gli facevano l’ennesima lavata di capo o, magari, gliele suonavano. Il favoritismo ormai lo metteva solo a disagio.

 

« Però stai attento, potrei aggredirti da un momento all’altro » concluse Sirius con una risata forzata.

 

*

 

Contro ogni supposizione, la giornata di Natale non era stata poi così male. Non c’erano state discussioni e Sirius non aveva ricevuto carbone, eccezion fatta per quello di zucchero portatogli da suo zio Alphard, che lo aveva preso un po’ in giro ― « Carbone per il nostro Grifondoro! » ― prima di tirar fuori un pacco regalo ben confezionato. Zio Alphard era lo stravagante della famiglia, o almeno era considerato tale perché sempre di buon umore e con la battuta pronta. E anche perché Sirius, con grande stupore di tutti, era il suo nipote preferito ― « Il nostro piccolo ribelle! », gli diceva sempre in tono affettuoso ―. Nessuna meraviglia quindi se per Sirius avere avuto zio Alphard a casa era stato come prendere una boccata d’aria fresca, tanto da fargli dimenticare subito la fastidiosa intromissione di Kreacher.

Quando poi, alla fine, tutti gli ospiti se ne furono andati, Sirius e Regulus si trovarono da soli nel salotto principale, a sorseggiare cioccolata calda davanti ad un albero di Natale maestoso, dai colori argentei.

 

« Non è stato male oggi, mh? » chiese ad un certo punto Regulus, distratto.

 

Sirius fece un verso affermativo.

 

« Senti, Sirius… com’è Hogwarts? »

 

L’interpellato lo guardò; Regulus se ne stava accovacciato ai piedi del divano, sul tappeto, le mani che facevano lievemente roteare il denso liquido al cioccolato nella tazza. Le luci dell’albero gli si riflettevano sul viso pensieroso.

 

« È un bel posto » rispose sinteticamente Sirius. « Sarà un bel posto anche per un piccolo Serpeverde come te » continuò con un ghigno. Il suo tono voleva essere rassicurante, ma uscì infarinato di scherno.

 

« Che c’è di male ad essere un Serpeverde?! »

 

« Niente… »

 

Regulus si voltò verso Sirius, il quale, seduto mollemente sul divano, lo guardava con le sopracciglia inarcate. Il più piccolo dei Black avrebbe voluto rispondere che per lui sarebbe stato fantastico finire in Serpeverde, e che così avrebbe reso tutti felici in famiglia, ma si trattenne, perché, a differenza del fratello, lui sapeva che alcune cose era meglio non dirle.

 

« Uffa » si limitò a borbottare, il visino infantile aggrottato in uno dei suoi tipici bronci.

 

Sirius sbottò in una risata. « Dai, scherzavo… »

 

Questa volta fu Regulus ad inarcare le sopracciglia.

 

« Il fatto è molti Serpeverde sono, come dire… antipatici » tentò l’altro. « Ce n’è uno che proprio non sopporto, ha un naso enorme e non si lava mai— »

 

« Non possono essere tutti antipatici! Andromeda ti è sempre piaciuta, e lei era una Serpeverde! »

 

« Forse voleva fare contenti gli zii… »

 

Tacque per un istante, pensieroso. Sapeva che anche Regulus aveva la smania di rendere tutti contenti, tutti fieri di lui. Era forse una conseguenza dell’avere un disastro di fratello maggiore? Sirius sorrise mestamente tra sé, consapevole di aver centrato l’altrui punto di vista.  

 

« Senti, alla fine è solo una cavolo di Casa… »

 

« Però, se finisco in Serpeverde, poi saremmo in Case diverse… » biascicò timidamente Regulus, i lineamenti ancora induriti dal broncio.

 

Sirius non sapeva più cosa aspettarsi da suo fratello. D’accordo, l’aveva trovato un po’ appiccicoso da quando era tornato, e la notte precedente si era ficcato nel suo letto… ma questo? Possibile che quel rompiscatole avesse sentito la sua mancanza? Possibile che lo ammettesse così spudoratamente? E, soprattutto, possibile che adesso lui, Sirius, si sentisse intenerito? L’ordine naturale del cosmo aveva ricevuto uno scossone.

 

« Guarda che, anche se finisci in Serpeverde, mica ti tengono lontano dagli altri… » disse piano Sirius mentre, poggiata a terra la tazza, si sedeva accanto al fratello, sul tappeto. « Oppure potresti finire in Grifondoro… Te la immagini la faccia di nostra madre?! »

 

Si scambiarono un’occhiata e poi, contemporaneamente, scoppiarono in una sonora risata.

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Bene, finalmente riesco a postare questo nuovo capitolo! Lo avevo già pronto, ma gli esami universitari mi hanno monopolizzato il cervello (e non sono ancora finiti, sigh!)…

 

RF09: Mrs. Purr... ehm, diciamo che l’idea che quella gatta non possa vivere decenni e decenni non mi ha nemmeno sfiorata! Quindi, come dire... sì, probabilmente farò finta di aver sempre saputo che quella della mia storia è un’omonima antenata ;D. Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti! E, effettivamente, con il secondo, terzo e quarto capitolo volevo proprio sottolineare quanto questi quattro ragazzi siano profondamente diversi... Secondo me, almeno per quanto riguarda Remus, James e Sirius, è il profondo significato che danno all’amicizia ad averli uniti; pronti a qualsiasi cosa pur di venire incontro all’altro.

 

Dani85: Restando Sirius il mio preferito, Remus piace tanto anche a me, proprio per quelle caratteristiche che lo rendono così diverso da Sirius. Ma, come avrai già notato, questo capitolo ha come protagonisti Sirius e Regulus (e anche il prossimo breve capitolo sarà incentrato su si loro)… Mi focalizzerò su Remus nel settimo capitolo! Spero che continuerai a seguirmi nel frattempo! Grazie mille per i complimenti!

 

Ma_AiLing: Ti ringrazio moltissimo per aver recensito tutti i capitoli! Purtroppo le long non mi sono mai, ehm, venute. Faccio fatica a delineare trame anche con storie originali, con le fan fiction proprio non mi riesce... Chissà, magari un giorno... Per ora mi focalizzo su questi momenti, anche perché mi sembra di avere più spazio per l’introspezione, che per me è sempre molto importante.

 

Katekat: Grazie mille per il tuo commento! Sì, il rapporto fra Sirius e Regulus l’ho visto sempre anche io come carico di contraddizioni. Su Regulus sappiamo veramente poco, la Rowling non si è soffermata molto su di lui; prima ci viene descritto in malo modo da Sirius, e poi scopriamo che non era affatto un codardo, anzi, il suo ultimo gesto secondo me è uno tra i più coraggiosi di tutta la saga... Quindi in fondo i due fratelli non erano poi così diversi. In questo capitolo ho voluto proprio esplorare quella contraddizione, in un momento che può ancora considerarsi buono (perché sappiamo come andranno a finire le cose).

 

Spero di riuscire a postare il sesto capitolo settimana prossima! Si intitolerà Distacchi e maschere di cera.

Un bacione,

Claire

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ChocolateClaire