Death
Gli angoli
della bocca di Matthew si piegarono formando un sorriso, a sento
soffocò una
risatina.
Il Dottore
era arrivato, il suo papà l’avrebbe salvato da
quegli orribili mostri e avrebbe
liberato i Signori del Tempo. Quella serie di convinzioni scatenarono
in lui
una gioia insormontabile e iniziò a fremere
dall’eccitazione, cosa che non
passò inosservata ai Dalek che continuavano a guardare con
odio gli intrusi.
Intrusi che non avevano intenzione di uscire fuori dalla loro astronave
blu.
Dopo minuti
di sudata attesa un alieno spazientito decise di farsi avanti.
Molto
lentamente arrivò di fronte alla cabina e con la stessa
lentezza allungò un
arto verso la porta. In quel preciso istante questa si
spalancò, rivelando la
figura slanciata di un giovane uomo, che con viso contratto si guardava
intorno
fissando i nemici uno alla volta e stringendo in un pugno un piccolo
aggeggio
che emanava una lucina verde alquanto sospetta.
“Papà sono
qui”, una vocina nel fondo della sala attirò
l’attenzione di tutti che si
girarono a guardare il bimbo, bloccato dalla presa possente di un
alieno.
Il viso del
Dottore si rilassò, la paura di essere arrivato troppo tardi
svanì e ne prese
posto la consapevolezza di dover fare qualcosa alla svelta per salvare
il
figlioletto.
Approfittando
della distrazione momentanea dei nemici, gli puntò contro il
cacciavite sonico
iniziando a sparare fasci di luce verde che li
avrebbero mandati in corto circuito, ma non
fu così.
I colpi
andarono a vuoto.
Non solo
non sortirono l’effetto desiderato, ma attirarono nuovamente
l’attenzione su di
lui.
Non
riusciva a spiegarselo, era sempre riuscito a sconfiggere i Dalek solo
con
l’ausilio di quel piccolo cacciavite, perché ora
non funzionava?
Da dietro
una porta metallica riecheggiò una risata sonora.
“Dottore,
caro Dottore! Così mi deludi! Pensavi davvero che li avrei
evoluti senza
apportarvi alcune fondamentali modifiche?” quella
voce…il Signore del Tempo la
conosceva bene e non fu sorpreso di vedere che le sue idee erano
fondate.
“Rory e così
sei tu il loro nuovo capo…il loro creatore! Sei caduto in
basso ragazzo mio”,
Rory lo guardò con disgusto, tanto da sputare per terra.
“Senti da
che pulpito viene la predica! Dall’amante di mia
moglie…mi schifi. Non ti ho
mai sopportato; per Amy sei sempre stato un eroe, ma a mio parare sei
solo un
pagliaccio!”, il Dottore ignorò la frecciata,
anche se dentro di se sentiva
ammontare la rabbia.
Rory lo
aveva intuito e perciò continuò le sue
provocazioni:
“Sei venuto
per salvare tuo figlio, eh? Giusto, tu sei il salvatore, colui che
riesce
sempre a mettere a posto ogni cosa ed essere amato da tutti. Ma non
è stato
sempre così, vero? C’è stato un tempo
in cui sei scappato mentre tutti avevano
bisogno di te, per colpa tua un’intera specie si è
estinta e ora cerchi di
rimediare tentando di salvare quella umana. Per non parlare delle tue
compagne
di viaggio, le hai fatte morire tutte, persino la donna che
amavi… Rose!” detto
questo alzò il volume della voce “Non hai mai
detto niente a Amy di lei e
sappiamo tutti e due perché…amare Amy non ti
farà dimenticare Rose!”.
L’atmosfera
si fece pesante e la terra iniziò a cedere sotto i piedi del
Dottore.
Quel nome
che aveva sempre cercato di dimenticare era tornato e con lui la
sofferenza, il
vuoto, il rimorso.
Rose…la sua
amata Rose…come aveva potuto pensare di sostituirla?
Si girò
verso il Tardis e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Amelia
affacciata
alla porta.
Lo guardava
con aria interrogativa, come per chiedere conferma di quello che aveva
appena
appreso, mentre lui cadeva lentamente sulle ginocchia con uno sguardo
perso nel
vuoto.
Divertito e
soddisfatto dall’essere riuscito nella sua impresa Rory si
avvicinò al Dottore,
“Si Amelia
hai capito bene, mi hai tradito con un bugiardo assassino”
con un calcio colpì
il Signore del Tempo dritto allo stomaco mandandolo a gambe
all’aria.
Questi
iniziò a boccheggiare in cerca di ossigeno, sputando gocce
scure sul pavimento
e rantolando qualche parola incomprensibile.
Amy si
lanciò adosso al marito, nel tentativo di fermare la sua
furia omicida e
ucciderlo lei a sua volta, ma fu preceduta da dei Dalek che le
saltarono adosso
bloccandola a terra.
Matthew che
aveva assistito impotente alla scena cercò di liberarsi
assettando un calcione
all’alieno che lo teneva prigioniero, dritto verso quelle che
dovevano essere
delle gambe.
La potenza
del colpo fu micidiale, con un sonoro “Crack” le
ossa i due arti inferiori
dell’essere si ruppero, facendolo cadere a terra e morire
pochi istanti dopo.
Con estrema
velocità e agilità si diresse verso i genitori,
ma nel tentativo di liberarli
un pugno lo colpì in pieno viso, catapultandolo adosso al
muro.
Alla vista
della violenza inferta al piccolo, il Dottore recuperò di
colpo le forze e
alzandosi in piedi urlò diretto all’assalitore:
“Come hai osato toccare mio
figlio?!”.
L’alieno
iniziò a sghignazzare divertito dalla reazione
dell’uomo e gli fece un cenno
con aria di sfida.
Nonostante
il suo furore il Dottore sapeva bene che non avrebbe mai potuto usare
la
violenza, neanche per salvare il suo stesso figlio. Aveva,
però, in mente un
piano.
Mise due
dita in bocca e tirò un lungo e sonoro fischio.
Tutti si
zittirono di colpo.
Il rumore
di passi sovvenne subito dopo. Passi pesanti, lenti, che non
annunciavano nulla
di buono.
E come per
dare conferma alle orribili congetture che si stavano formando nelle
menti dei
presenti, due figure imponenti fecero capolino dal Tardis per poi
uscivi in
tutta la loro ferocia.
“Cari Dalek
vi presento i miei amici Maggie
e Bill!”
i due coccodrilli iniziarono ad aprire e chiudere la bocca facendo
schioccare
le fauci e mostrando una portentosa dentatura che fece rabbrividire
anche i
nemici più virili.
Rory non si fece
impressionare e iniziò ad
incitare il suo esercito,
“Sono solo
dei rettili! Non sono dotati della vostra stessa intelligenza e
astuzia”, quasi
a capire le parole dell’uomo uno dei due coccodrilli si
voltò nella sua
direzione, lo fissò dritto negli occhi e iniziò a
spazzare il pavimento con la
coda.
L’uomo
rimase immobile, mentre dei brividi iniziarono a percorrergli la spina
dorsale.
Cercò comunque di mantenere la calma e la freddezza, in modo
da costituire un
esempio ai suoi sottomessi. L’animale, da parte sua, fiutava
la paura
dell’uomo, ne era divertito e non appena sentì il
comando di attacco da parte
del Dottore si diresse con sorprendente agilità verso il
nemico spalancando le
fauci.
Un Dalek si
mise tra la bestia e il capo nel tentativo di proteggerlo, ma fu
afferrato,
stritolato e lanciato in aria come una bambola di pezza. Altri
iniziarono a
sparargli con i raggi laser, ma la spessa corazza
dell’animale assorbiva i
colpi e non si formò nemmeno un graffio.
L’intera
massa dei nemici andò nel panico.
Quando il
secondo coccodrillo si avvicinò agli assalitori di Amy
questi fuggirono, lasciandola
libera. Subito la donna si precipitò dal figlioletto svenuto
e sollevandolo
notò un leggero filo di sangue colargli dal naso. Lo scosse
piano nel tentativo
di svegliarlo e lui con fatica immane aprì gli occhi
facendole così sapere che
stava bene.
Lo stesso
non si poteva dire dei Dalek, uno
dopo
l’altro venivano divorati dai due coccodrilli e la strizza di
Rory
aumentava a
dismisura.
“Avanti
uccideteli!”, un colpo di genio lo investì subito
dopo.
Si avvicinò
ad un soldato sfilandogli dal cinturone una mini granata che
lanciò nella bocca
del animale non appena la spalancò.
Il botto fu
tremendo, l’intera nave fu pervasa da uno scossone, quello
che restò del
coccodrillo era spiaccicato nelle pareti della sala.
Rendendosi
conto della morte del suo compagno il secondo animale si
scagliò adosso
all’uomo, ma anche per lui il destino fu lo stesso.
Il Dottore
non riusciva a credere a ciò a cui aveva assistito, il suo
piano era fallito e
i suoi amichetti morti. Amelia balzò in piedi, raccogliendo
la terra il fucile
di un alieno divorato e con un urlo selvaggio iniziò a
sparare alla massa di
nemici.
Non si era
accorta di lui e quando se ne rese conto era troppo tardi.
Il calcio
di un fucile le arrivò dritto nella tempia, la morte fu
istantanea.
Quando cadde
una piccola pozza rossa si formò all’altezza della
testa, arrivando fino alle
manine di Matthew che guardava la figura inerme della madre, con occhi
sbarrati
dal panico.
“Mamma…MAMMA!”,
scosse piano il corpo della donna e posò
l’orecchio sul suo petto…il nulla.
“Pond!” il
Dottore cercò di raggiungerla, ma i Dalek gli sbarrarono la
strada e,
puntandogli adosso le armi, fecero fuoco.
Il tempo si
bloccò. Le immagini iniziarono a scorrergli davanti come
fotogrammi.
I colpi che
si avvicinavano al Dottore, il suo corpo che si accasciava al suolo,
l’urlo di
trionfo dei Dalek e il sorriso soddisfatto di Rory.
Poi la
vista gli si annebbiò e tutto ciò che aveva
represso dentro si scatenò.
Un’onda di
energia fece volare
in aria i carnefici
e cadere pesantemente a terra.
I circuiti
elettrici dell’astronave esplosero e le luci si bruciarono.
Gli alieni
e il loro capo non capivano cosa stesse succedendo e
all’improvviso furono
investiti da un fascio di luce che li abbagliò,
costringendoli a socchiudere
gli occhi.
Matthew brillava
come una stella emanando scosse elettriche che non solo mandavano in
corto
circuito l’astronave, ma si scaricavano nello spazio attorno
ad essa.
I suoi
stessi occhi si colorarono di bianco, lanciando scintille ovunque
volgesse lo
sguardo. L’energia che emanava era così intensa
che iniziò a sollevarsi da
terra, fluttuando nell’aria e con voce roca e profonda, degna
del Signore del
Tempo che era in lui, dichiarò:
“La
pagherete per aver ucciso i miei
genitori, la pagherete molto cara”.
-CONTINUA-
-Bo-
Sono
tornata prima del previsto perché l’ispirazione mi
ha investita di colpo (le
piccole gioie della vita). Devo dire che mi sono particolarmente
divertita a
scrivere questo capitolo, non nel far morire il Dottore e Amy
è chiaro, ma nel
descrivere le scene di combattimento che spero siano ben descritte. Non
è stato
facile far morire i miei due personaggi preferiti e ti prego di non
odiarmi per
averlo fatto.
Umm…beh se
vuoi sapere come andrà a finire continua a seguirmi! J
Spero che
questo ennesimo capitolo ti sia piaciuto e se hai consigli da darmi o
anche una
piccola recensione (“anche una piccola cosa può
cambiare il mondo) sappi che
l’accetterò molto volentieri!
Grazie per
aver continuato a leggere la mia storia, ciao alla prossima!