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Autore: RedFeather1301    10/02/2013    4 recensioni
Le foglie cadono e il vento giace. Un blocco note, una penna e una cioccolata calda. Una macchia d'inchiostro e il bagliore di uno schermo che diffonde la luce fioca nella stanza. Una ragazza che sorseggia la sua cioccolata è intenta a scrivere quando si accorge che la bevanda è troppo calda, le dita per un secondo si staccano dalla tastiera, andandosi a tastare le labbra indolenzite.
Dall'altra parte un ragazzo, dai capelli chiari come la luna, fissa i puntini che marciano silenziosi, in attesa di una risposta che tarderà ad arrivare.
"Allora? Ti vuoi dare una mossa?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The seasons to love'
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Capitolo 18
L'impossibile

Passarono dei giorni da quel fantomatico lunedì da brividi e con il tempo la tensione di quella sera si affievolì ma non sparì. Era venerdì e Vergil sembrava sempre più indaffarato a fare non si sa cosa, in quella casa aveva paura di entrarci, portava troppa inquietudine, anche il pensiero di conoscerlo si andò degradando piano piano in quei giorni dato che non lo sentiva più spesso. Però le mancavano i primi giorni, dove con lui si sentiva in un'eterna sfida ed era così convinta, ora sembrava avesse gettato la spugna.
Sorrideva fievolmente agli ennesimi clienti del bar portando del tè caldo e dei pasticcini, aveva gli occhi spenti in quel giorno come se non volesse poi avere molto a cui pensare o provare.
"Solo una giornata come le altre."
Il passo schivo e costante con cui andava a posare il vassoio, la fermezza di come prendeva le ordinazioni e i finti sorrisi che mai le erano stati affibbiati; tutto in Lauren dopo quell'episodio era cambiato, come se avesse la consapevolezza di non potercela fare, un presagio futuro.
«Ehi, ma cos'hai?»
Girò sistematicamente lo sguardo verso Federica aprendo un sorriso:
«Nulla, cosa dovrei avere?»
«Non so, magari quel luccichio che ti accompagna negli occhi?»
Le si avvicinò visibilmente preoccupata, prendendole il viso tra le mani facendo sorprendere la povera vittima. Le diede un'occhiata accurata poi la lasciò:
«Amica mia, non so cosa ti sia successo ma stai male...avanti racconta alla sorellona.»
Si appiccicò come una ventosa facendo sbuffare l'altra:
«Non ho nulla da raccontare, non è successo nulla.»
«Scommetto che è perché non hai ancora incontrato il tuo futuro ragazzo...ma se hai l'indirizzo cosa ti ferma?»
«Non ci voglio andare...»
«Ma cosa c'è ancora?»
Si staccò dalla presa dell'appiccicosa ragazza pulendo un tavolino mentre lei si occupava di un ordine, ebbe il tempo di respirare per poco.
«Quella casa...ha qualcosa che non va.»
«In che senso?»
«Nel senso che l'altra volta sono andata e lui credo non ci fosse...mi è capitato qualcosa di strano e non riesco a capire cosa.»
L'amica alzò un sopracciglio guardandola.
«Ho capito, stasera ci andremo insieme.»
Lauren sembrava tornata nuovamente alla vita e il chiaro segno furono le sue guance che si tinsero di un chiaro rosso.
«M-ma...»
«Niente scuse, senza di me tu non riusciresti a fare nemmeno un passo!» le diede il vassoio con i dolci «Ora finiamo di lavorare, su.»
La guardò per un po' poi annuì sorridendo serena, un sorriso che coinvolse anche gli occhi. A passo veloce si affrettò al tavolo posandoci le bevande calde donando dei sorrisi sinceri alla clientela, in cuor suo si sentiva di doverle un favore.

Tornata a casa già era sul computer, ma col tempo aveva imparato a non aspettarlo, infatti erano veramente poche le volte che si connetteva e non ci mettevano più di tre o quattro frasi per dialogo. Aveva facebook aperto da una parte e il gioco di pacman dall'altro, aveva tante di quelle cose da fare che non stava facendo assolutamente nulla, in cuor suo la determinazione di trovarlo lì con lei non crollava anche se la ragione si era già arresa da un pezzo.
"La speranza è l'ultima a morire, no?"
Sospirò e proprio nel mezzo sentì un rumore familiare, aprì la famosa finestra blu e bianca.


Dante: (Vergil) Ciao.
Lauren: Da quanto tempo! Allora, tutto bene? Possiamo parlare oggi?

Sorrise entusiasta digitando i tasti velocemente, pregò che fosse disponibile almeno oggi, aveva voglia di parlargli e di sfilare qualche informazione in più sull'abitazione.

Dante: (Vergil) Si oggi si.
Lauren: Perfetto, cosa mi racconti?
Dante: (Vergil) Inizia tu.

Le sembrò strano per un momento, come se volesse evadere dalla domanda.

Lauren: Nulla d'importante dal canto mio, solo tanto lavoro e un po' di stanchezza.
Dante: (Vergil) Per cosa?
Lauren: Per...tutto.
Dante: (Vergil) Può capitare quando fai sempre le stesse cose.
Lauren: Già.

Non capiva perché la tirasse tanto per le lunghe, di solito facevano uno scambio di battute equo e tranquillo, adesso sembrava volesse realmente nasconderle qualcosa.

Lauren: Quindi nulla di interessante...
Dante: (Vergil) Si.
Lauren: Potrei farti una domanda?
Dante: (Vergil) Certo.
Lauren: Cosa hai fatto in questi giorni?

La domanda le partì rapida ed indolore, sembrava fosse quello di cui non voleva parlare. Tesa si preparava alla risposta, aspettandosi di tutto.

Dante: (Vergil) Ho dovuto preparare dei pacchi.
Lauren: Perché...?
Dante: (Vergil) Sto traslocando.

Le cadde il mondo addosso.
Per un minuto guardò lo schermo senza fare nulla, come se stesse ricollegando tutte le informazioni ed ogni tassello andasse al posto giusto. I pacchi, la casa che sembrava inquietante ed era pressoché deserta, il giro che stava facendo quella volta in un negozio di antiquariato. NO.
Iniziò a digitare lentamente guardando con un groppo in gola ancora la risposta, era sconcertata e sapeva che in qualche modo non aveva più tempo di attuare tutto ciò che la sua mente si era prefissata di fare.


Lauren: Cosa?
Dante: (Vergil) Te l'ho detto.

Come poteva rimanere così? Iniziò a sollevarsi un lieve montante di rabbia ma era ancora immerso nella tristezza.

Lauren: Ci potremmo sentire?
Dante: (Vergil) Forse.

Continuava a salire la rabbia mentre era presa da una scossa di introversione che la faceva scrivere a tratti.

Lauren: Come forse?
Dante: (Vergil) Non lo so se ci potremo sentire ancora.

"No, non può dirmelo così."
Si sentì sprofondare ad ogni sua parola detta fredda e pungente, adorava quel suo modo di fare ma non ora che stava morendo così lentamente, come dopo uno sparo in caduta libera. Digitò parole che le uscirono così, con le lacrime agli occhi.


Lauren: Non...puoi
Dante: (Vergil) Cosa?
Lauren: Perché non me lo hai detto?
Dante: (Vergil) Non mi sembrava opportuno dirtelo.
Lauren: Me lo dovevi dire!
Dante: (Vergil) Per quale motivo? Non ci sentiremo per un po' ma forse tornerò in linea.

La trattava in modo così infantile a volte e lei riusciva a calzare a pennello in ogni sua descrizione, odiava il fatto che avesse ragione, ma questa volta no, non le avrebbe fatta stare zitta con qualche parola detta così, di sfuggita da un momento all'altro. Le vennero le peggiori idee da scrivere, ma come sempre si calmò riflettendoci su, anche se la ragione in quel momento non era presenta all'appello.
Decise di evadere.


Lauren: Devo andare.
Dante: (Vergil) Cosa? Non dovevi star-

Chiuse tutto senza curarsi di finire il messaggio.
"È la cosa giusta."
Se lo ripeteva fino a sfinirsi, ma già calde lacrime iniziavano a bagnare le sue guance, cercava di catturarne quante più ne poteva con la manica destra, ma anche facendosi aiutare dalla sinistra non riusciva a contenerle. Lentamente si perse a soffocare quelle lacrime, che poi diventarono singhiozzi e poi pensieri.
"Maledetta me e il giorno che gli ho scritto quella mail!"
Si alzò dalla scomoda sedia andandosi ad infilare nel letto col capo chino sul cuscino, aveva lottato, non ce l'aveva fatta questo era quanto, diede uno strattone al cuore facendo capire anche a lui che era finita. Quella serata l'avrebbe passata a rimuginare sugli errori fatti, su quanto fosse stata stupida e quanto avesse messo se stessa in una brezza d'autunno. Già, di solito si chiamava "d'estate", quella era la stagione degli amori, perché proprio nella quiete calda e rilassante di una stagione così flebile?
"La mia stagione preferita..."
Tirò su col naso rialzando leggermente la testa rivelando gli occhi arrossati.
"...ora non sarà più tale."



Angolo dell'autrice

Ebbene sì, la nostra Lauren ha ceduto alle intemperie del nostro principino e ha deciso di gettare la spugna...ma sarà questa la fine? Tornerà alla sua monotona routine fatta di speranze ma mai di fatti concreti? Chi lo sa, la nostra protagonista è così strana...alle volte anche lunatica ;)
La parola a voi lettori! Grazie ovviamente per chi mi dà il suo appoggio e chi mi è vicino e chi aspetta con impazienza l'uscita di un nuovo capitolo! Solo le ultime tre parole prima che questa autrice vi vada a scrivere l'intenso finale della storia.
Never give up.

RedFeather

Facebook: http://www.facebook.com/redfeather.efp
   
 
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