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Autore: Tomi Dark angel    10/02/2013    6 recensioni
-In realtà avrei bisogno del vostro aiuto, tesorini. O meglio, non io, ma Castiel.- spiegò.
Dean sbarrò gli occhi e sentì una punta di apprensione farsi spazio nel suo petto. –Castiel? Che è successo?-
Gabriel spostò il peso del corpo da una parte all’altra, a disagio.
-C’è stato un incidente durante un combattimento con i demoni e…
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dean si rigirò tra le mani il banale, piccolo calice di pietra coi bordi rivestiti da piccole decorazioni in volute e arabeschi sinuosi come serpi attorcigliate. A guardarlo non si sarebbe mai detto che quell’insignificante oggettino rappresentasse in realtà una celestiale arma atomica in procinto di esplodere per sbilanciare le sorti di una guerra in Paradiso.
Era assurdo, era incredibile. Era stupido.
-Quindi questa sputacchiera sarebbe il Sacro Graal? Ma volete scherzare?- chiese Dean per quella che parve l’ennesima volta, guardando allibito i tre angeli disposti nel salotto.
Gabriel sedeva per terra a gambe incrociate e appoggiava la schiena contro le gambe di Sam accomodato sul divano mentre Balthazar aveva incrociato le caviglie e adagiato il busto contro il muro, le braccia conserte e gli occhi da falco che saettavano più volte verso la finestra. Castiel sedeva sul bracciolo del divano dove si trovavano anche Dean e Bobby e ai suoi piedi ronfava placidamente la grossa figura di Sindragon.
-Fratello, ricordami perché non posso picchiarlo.- disse stizzito Balthazar a Castiel, ma fu Gabriel a rispondere.
-Perché poi Castiel ti farebbe il culo, dolcezza.-
-E se provassi ad ammazzare capra e cavolo sarebbe sssss… bagliato?-
-Fino a prova contraria, Gordon Ramsay, perciò sappiate che se scoppia qualche rissa me ne lavo le mani: fatevi a pezzi e poi mi fate sapere chi ha vinto.-
Gabriel rovesciò il capo all’indietro per guardare Sam con uno sguardo malizioso che fece arrossire il cacciatore e colpirgli il sedere con un piccolo calcio di ammonimento.
-Quindi questo… affare era dentro di me? Quando ce l’hai messo?- chiese Dean a Castiel con fare inquisitorio.
-Dopo l’attacco di quel licantropo, quello ucciso da Sindragon. Ricordi quando svenisti e io ti curai mentre eri ancora privo di coscienza? Fu allora che inserii il Graal nel tuo petto…-
-E COSA ASPETTAVI A DIRMELO?!-
Dean scattò in piedi così improvvisamente che Bobby sobbalzò e Sindragon aprì un occhio, emettendo un ringhio di rimprovero misto a fastidio. Sam non ebbe motivo di spaventarsi: aveva atteso l’esplosione da quando Dean era venuto a bussare alla porta del bagno con un calice in mano e un’espressione a metà tra il confuso e il frustrato. Non poteva che essere d’accordo con lui per la sfuriata, dopotutto, ma non poteva neanche prendersela con Castiel per qualcosa che non lo riguardasse in stretta misura.
Non si sentiva in grado di giudicare l’angelo, anche perché aveva salvato suo fratello molteplici volte, e tanto bastava per tenere a bada qualsivoglia commento da parte di Sam. L’unica cosa di cui si preoccupava adesso il più giovane dei Winchester era…
-Non ti è mai passato per la testa che avrei voluto saperlo? Non hai mai pensato che non sono un cazzo di oggetto da manipolare con le tue angeliche mani, eh?! Mi sono fidato di te e tu agivi alle mie spalle, mi restavi accanto solo per proteggere il Graal! Probabilmente se non avessi avuto questo calice schifoso all’interno del mio corpo non mi avresti nemmeno protetto dal crollo di questa fottutissima casa! Non te ne fotte un cazzo di me, vuoi solo vincere questa maledetta guerra!-
………………
Ecco, appunto.
Le parole di Dean rimbombarono nel silenzio tombale del salotto. Nessuno reagiva e tutti a stento respiravano.
Dean e Castiel si fissarono, il primo con rabbia e il secondo con calma forzata. Gli occhi blu dell’angelo si stavano lentamente inondando di dolore, la bocca si aprì senza che ne uscisse alcun suono.
Sotto gli occhi attoniti di tutti, Dean scagliò il calice per terra con tanta violenza che Sam e Bobby temettero di vederlo andare in pezzi, cosa che non accadde. Il Graal urtò il pavimento, scheggiandolo, e rotolò fino a urtare il muro, generando un suono che nel silenzio della stanza equivalse al grido roboante di mille arpie.
Allora Castiel distolse lo sguardo da Dean e con una lentezza estenuante raggiunse il calice e lo sollevò da terra, dando loro le spalle. Tornò da Dean e, posatagli una mano sulla guancia accostò il viso al suo, guardandolo con così tanto amore che il ragazzo si sentì uno stupido, un debole davanti alla forza di quel sentimento espresso semplicemente attraverso gli occhi.
-Mi dispiace, Dean. Scusami.- disse semplicemente Castiel, allungandosi per posare un dolce bacio sulla fronte dell’altro, che automaticamente chiuse gli occhi e si abbandonò con un sospiro a quel contatto.
-Il calice è tuo adesso.-
Castiel gli infilò il Graal tra le mani mentre il cervello di Dean e dei presenti elaborava lentamente il significato di quel gesto.
-Samael vuole me, ha agito perché non ho saputo perdonarlo. Rimedierò ai miei errori, te lo prometto.-
Accadde tutto in pochi istanti: Sindragon si catapultò fuori dalla stanza con un guizzo della coda, Gabriel balzò in piedi e Balthazar si allontanò con una spinta dal muro al quale era rimasto appoggiato fino ad allora.
-NO!!!-
Entrambi scattarono verso Castiel proprio mentre questi spalancava le ali così bruscamente che le cicatrici sulla schiena del suo tramite si riaprirono con uno schizzo di sangue. Le piume si infissero nei muri, insinuandosi ai lati delle gole degli altri due angeli e dei cacciatori, Dean compreso, per inchiodarli ai muri. Polsi e caviglie furono immobilizzati da una miriade di coltelli argentati che si rivoltavano contro di loro all’improvviso, come un cane bastonato che morde infine la mano del padrone.
-CASS, CHE CAZZO STAI FACENDO?!- urlò Dean mentre Sam annaspava e Gabriel cercava inutilmente di snudare le ali. Inchiodato al muro da una presa tanto stretta quanto micidiale, Gabriel capì che lo spessore delle sue appendici alate contro il muro avrebbe spinto in avanti il suo corpo e la sua gola, dritti sulle piume atroci del fratello. In pratica, manifestando le ali, Gabriel si sarebbe decapitato da solo, e lo stesso valeva per Balthazar.
-È un mio errore, Dean. Dovrò occuparmene da solo, non lascerò che Samael vi faccia ancora del male. Non… non posso rischiare di perderti.- esalò Castiel, incapace di guardarlo.
-Possiamo farlo insieme, possiamo combatterlo, Cass! Non sei solo, dannazione!-
-Lo so.- Castiel tremò. –Ed è proprio per questo che non posso lasciarti andare. Siete tutto quello che ho, siete la mia famiglia. Non ho bisogno di Dio se posso avervi accanto, semplicemente perché insieme a voi il paradiso è già qui, nel mio cuore. Grazie a voi ho imparato a vivere, ad amare, e non avrei potuto chiedervi di più. Grazie a voi… ora posso affrontarlo. I miei ricordi, i miei incubi, la pesantezza delle mie ali… adesso posso volare, e questo perché ci sei tu, Dean.-
Finalmente Castiel lo guardò e con grande sorpresa dei presenti, un sorriso ampio e sereno gli rischiarò il viso e gli occhi in un’espressione rilassata e… felice.
 -Ti amo, Dean.-
Un sussurro, niente di più. Due parole mormorate al vento, o forse semplicemente all’unico destinatario che ne meritava le implicazioni. Dean sentì il cuore dilatarsi, battere più forte mentre un turbinio di emozioni lo aggrediva.
L’aveva insultato.
L’aveva allontanato.
Aveva anche tentato di ucciderlo, la prima volta che si erano incontrati.
Ne aveva combinate di tutti i colori, ma Castiel era ancora lì con lui. Non l’aveva mai abbandonato, aveva sopportato e osservato con occhi innamorati prima ancora che lui se ne rendesse conto.
Ancora una volta, mentre il suo viso si rifletteva negli occhi di giada di Dean, l’angelo sorrise di un sorriso innamorato e sparì, portandosi dietro un pezzo del cuore che Dean sentì lacerarsi nel petto.
§§§§
Castiel camminò adagio nella navata centrale della chiesa sconsacrata che aveva raggiunto seguendo la flebile traccia che si era lasciato Samael alle spalle. Una scia spirituale, un sottile rilascio di Grazia che Castiel aveva seguito per secoli prima di capire che quella traccia era sempre stata la sua beffa, il suo guinzaglio di cane fedele e inutilmente innamorato.
L’angelo aveva le mani intrecciate dietro la schiena, l’aria impassibile di chi accetta il suo destino e non ha volontà di negarlo. Si guardò intorno, mentre l’eco dei suoi stessi passi rimbalzava contro le inquietanti statue di santi e angeli in preghiera.
Era tutta lì, la sua storia. Era un angelo, aveva pregato, e infine Dio l’aveva esaudito, inviandogli le risposte che cercava attraverso gli occhi di smeraldo di un semplice cacciatore. Forse era vero che Dio opera in maniera del tutto misteriosa ma efficace.
Gli occhi di Castiel vagliarono l’intera chiesa, scrutando ogni angolo delle tre navate finché non incontrarono il piccolo corpo di Mary, legato a una delle colonne antecedenti l’abside centrale. La bambina aveva i polsi imprigionati da catene che si avvolgevano intorno all’intero fusto della colonna, costringendola a tenere le braccia allargate come in una crocifissione.
-C… astiel…- mormorò lei terrorizzata, guardandolo con due grandi occhi azzurri. Cercò di parlare ancora, ma aveva ricominciato a parlare da troppo poco e le corde vocali non funzionavano a dovere.
Castiel la raggiunse di corsa, le immense ali argentate che rilanciavano mille splendidi riflessi cangianti contro le pareti buie. La sua Grazia fece risplendere il suo corpo e ogni singola piuma, rischiarando l’ambiente per tranquillizzare la bambina.
-Sono qui.- disse semplicemente, ricordando poi di aver pronunciato le stesse parole che Dean gli aveva rivolto tempo addietro per tranquillizzarlo mentre erano intrappolati sulla fiancata del Sinai.
Castiel toccò una delle catene e il ferro si sgretolò all’istante, liberando uno dei polsi di Mary. Sfiorò anche l’altra e finalmente la bambina fu libera di accasciarsi terrorizzata lungo la colonna. Si aggrappò al trench malandato dell’angelo e vi affondò il viso, scoppiando in un pianto dirotto.
Automaticamente, rispondendo all’istinto umano di Jimmy Novak, Castiel si inginocchiò e la strinse a sé in un abbraccio gentile, paterno, che sapeva di protezione e finalmente di tranquillità.
Prima di allora, pur avendo già visto le ali di Castiel e Gabriel, Mary non aveva mai creduto veramente agli angeli. Non poteva esistere una creatura veramente buona al  mondo se Dio aveva permesso che quel demone prendesse possesso di sua madre e provasse a consegnarla a un suo complice. Lei era scappata, ma anche dopo il salvataggio da parte di Sam, aveva semplicemente smesso di credere nel bene.
Adesso però, mentre quel buffo uomo dai bellissimi occhi blu se la stringeva al petto con fare protettivo, Mary si sentì bene e speranzosa nel nuovo giorno. Credette negli angeli, credette in Dio, credette nella giustizia.
All’improvviso però, Castiel allentò la presa e accostò le labbra al suo orecchio. Mary avvampò quando avvertì il fiato caldo dell’angelo sulla pelle.
-Corri.- mormorò Castiel, lasciandola libera. –Corri, esci di qui!-
Se la spinse alle spalle, spalancando le quattro ali, così grosse da ricoprire in lunghezza l’intera navata centrale. Tese un braccio e afferrò al volo la spada angelica scagliata verso il suo petto, ruotò su se stesso e la scagliò nuovamente al mittente con tanta forza che questi fu costretto a spostarsi anziché provare a fermarla.
-VAI!!!-
Mary scattò verso l’uscita, correndo dietro l’indistruttibile barriera di ali argentate che si spiegava a sua difesa per coprire l’intero tragitto.
All’improvviso qualcosa apparve alle spalle di Castiel, che fece appena in tempo a girarsi per afferrare il polso di Samael e bloccare il pugno che questi aveva diretto al suo costato. Spezzò il polso al tramite dell’angelo, che non fece una piega e scivolò di lato prevedendo il calcio che Samael sfogò improvvisamente verso l’alto, dirigendolo inutilmente al viso di Castiel.
L’angelo dagli occhi blu indietreggiò di un passo, piegò appena il busto e concentrò parte della sua energia nelle mani. Affondò un palmo nello stomaco di Samael, scatenando un’esplosione di ghiaccio direttamente contro il fulcro della sua Grazia.
L’angelo gridò con la sua vera voce, facendo andare in pezzi le vetrate sgangherate della chiesa, che caddero al suolo con un tintinnare acuto. Castiel aggiunse anche l’altra mano alla prima e una nuova esplosione scagliò il corpo di Samael contro una delle colonne massicce, ma non abbastanza da impedirsi di andare in pezzi quando il corpo dell’uomo la colpì con violenza, spaccandola in mille pezzi.
Samael crollò a terra snudando automaticamente le ali in un atto di difesa, pronto a un nuovo attacco, ma non fu necessario proteggersi: le scarpe lucide di Castiel entrarono nel suo campo visivo. Samael lo vide piegarsi sulle ginocchia e a sorpresa… tendergli una mano.
Samael alzò gli occhi stupefatto e incontrò finalmente il sorriso amichevole di Castiel, i cui occhi splendevano di una luce nuova, una luce che Samael aveva cercato per anni ma che non aveva mai trovato prima di allora, non in lui. La luce del perdono.
-Alzati, fratello. Non meriti di stare nel fango.- disse Castiel, accennando alla mano che gli tendeva.
Senza pensare, senza preoccuparsi di tutto il resto, Samael la afferrò e Castiel lo trasse in piedi con uno strattone, alzandosi anche lui.
-Che… significa?- mormorò Samael, tremando violentemente di freddo per il tocco ghiacciato rifilatogli da Castiel durante il combattimento. Infilò le mani sotto le ascelle, pur sapendo che tuttavia il suo gelo era all’interno, e che sarebbe perdurato per un bel po’.
Castiel si sfilò il trench, restando in camicia e cravatta e gli appoggiò il capo di abbigliamento sulle spalle, aiutato da Samael che abbassò le ali per agevolargli la manovra. Subito il profumo di Castiel gli investì le narici, facendolo inspirare a fondo.
-Significa che ho sbagliato, Samael. Significa che avrei dovuto perdonarti tempo fa e accettare ciò che è stato. Nostro Padre ci ha generati nella misericordia e ci ha insegnato a dimenticare non come soldati, ma come uomini. Adesso capisco, adesso so che lui non ha mai desiderato che fossimo dei guerrieri. Ci ha insegnato la pace e per questo sono venuto. Non solo per la bambina, ma anche per chiederti di perdonare il mio comportamento e di accettare quantomeno la mia amicizia. Non sei un nemico, questo avrei dovuto capirlo prima: per quanti torti tu possa avermi inflitto, rimani mio fratello e meriti il perdono come lo meriterebbe chiunque.-
Samael restò impietrito. Non avrebbe mai immaginato che Castiel l’avrebbe perdonato. Ormai aveva perso le speranze e per questo si era abbassato a rapire una bambina. Aveva tentato di uccidere Dean e Sam Winchester, aveva fatto del male a Mary e allo stesso Castiel, ma lui era lì e lo aveva rialzato da terra, rivolgendogli la gentilezza che avrebbe meritato il più caro dei fratelli in difficoltà.
Gli occhi eterocromi di Samael si riempirono improvvisamente di lacrime commosse e se l’angelo non fosse stato troppo orgoglioso, avrebbe singhiozzato forte. Per questo si limitò semplicemente a stringersi addosso il trench dell’altro, chiudendo gli occhi in un’espressione di ritrovata beatitudine. Alcune lacrime scivolarono lungo le sue guance, ma Samael le lasciò scorrere mentre un tenue sorriso prendeva possesso delle sue labbra.
Aveva cercato la redenzione e infine l’aveva trovata. Era finita, andava tutto bene.
Uno spostamento d’aria li distrasse, rompendo l’idillio del momento.
-CASTIEL, ATTENTO!!!-
Prima che potessero reagire, qualcosa di argentato attraversò in volo la navata centrale della chiesa e si conficcò a fondo nella spalla di Castiel, facendolo gridare con la sua vera voce. Provò a sbattere le ali, ma altre sei appendici alate sbucarono dal nulla, irradiando tutto intorno un arcobaleno di piume azzurrine, molto più scure e sporche di quelle di Balthazar.
Le penne si conficcarono a fondo nelle ali di Castiel, inchiodandole per terra, facendolo gridare più forte e cadere al suolo. Si dibatté davanti agli occhi terrorizzati di Samael, artigliando il pavimento e serrando forte le palpebre in preda a un dolore mai provato.
-Ottimo lavoro, Samael.- disse Raphael, entrando nella chiesa avvolto dall’immensa aureola di piume. Le ali, troppo grandi per essere contenute dall’immensa chiesa, erano ripiegate verso il basso e incidevano il pavimento ad ogni passo, stridendo forte al contatto con la pietra. Si fermò davanti al corpo fremente di Castiel.
-Avevi detto che non gli avresti fatto del male!- urlò Samael, lasciando cadere il trench ai suoi piedi, le ali vibranti di rabbia. Samael lo guardò con sufficienza.
-Ho mentito, è così difficile da capire? Fosse stato per me avrei fatto a pezzi anche la bambina, ma grazie alla tua incompetenza è scappata.-
No, Mary non era scappata. La sua piccola testa fece capolino dal portone d’entrata e i suoi grandi occhi di bambina si posarono sulla figura prostrata di Castiel. Lo vide sputare sangue e sentì il suo gemito, un suono talmente straziante da riempirle gli occhi di lacrime.
All’improvviso Samael guardò alle spalle di Raphael e la vide, nascosta leggermente dietro lo stipite del portone. Incrociò i suoi occhi colmi di terrore e appena Raphael tornò a fissare con odio un Castiel svenuto dal troppo dolore, le fece segno di scappare, di avvertire gli altri. Non avrebbe permesso che il motivo del sacrificio di Castiel andasse perduto.
Mary indietreggiò, poi si voltò e sparì alla vista con uno svolazzo dei capelli dorati.
§§§§
Dean tossì, premendosi una mano sulla gola con fare affannato. Sentiva ancora la ferrea presa delle piume di Castiel intorno al collo, il loro filo gelido di coltello, la loro implacabile micidialità.
Non poteva credere che Cass l’avesse minacciato in quel modo, non poteva credere che quello stupido angelo lo avesse abbandonato. Adesso che lui non c’era più sentiva un profondo senso di vuoto all’altezza del petto, come se qualcuno gli avesse afferrato il cuore e lo stesse frantumando pezzo dopo pezzo. Il solo pensiero di non rivedere più quegli occhi blu cobalto, di non poterlo toccare, di non potersi aggrappare al trench logoro che tuttavia sapeva di casa lo uccideva.
Dean ansimò, colto da un improvviso senso di vertigine. L’impronta sul suo braccio bruciò, ma il ragazzo non ebbe nemmeno la forza di gemere. Voleva Castiel, voleva stringerlo a sé e rimproverarlo per aver anche solo pensato di allontanarsi da lui. Lo voleva, ma nessuno avrebbe potuto restituirglielo: era tutto perduto e lui senza il suo angelo si sentiva a pezzi.
Due braccia forti lo afferrarono per le ascelle e strattonarono per trarlo in piedi. Dean barcollò, ma riuscì ad appoggiarsi a Bobby e Sam prima di cadere. Ansimava forte, come in preda a un attacco asmatico.
-Coraggio ragazzo, lo ritroveremo.- disse Bobby, dandogli una rude pacca sulla spalla. Dean non rispose, troppo distrutto per parlare.
-Ehi, Dean. Guardami.- disse Sam, ma vedendo che il fratello non rispondeva al comando gli appoggiò una mano sul volto e lo costrinse a voltarsi. Dean incrociò stancamente i suoi occhi chiari, il riflesso del bambino che aveva accudito e che ormai era diventato un uomo deciso, intelligente e fiero delle sue decisioni. –Lo ritroveremo, hai capito? Abbiamo affrontato l’apocalisse, Lucifero e tutte quelle schifezze lì e ne siamo usciti vincitori. Mi hai salvato dalle fiamme, dai fantasmi e da qualsiasi altra cosa abbia mai tentato di farmi del male. Abbiamo lottato fianco a fianco e abbiamo imparato che è giusto lottare fino alla fine, anche quando la situazione sembra disperata. Combatteremo anche stavolta, e lo faremo insieme. Vuoi dimostrare a Castiel la vera forza dell’unione? Va bene, ma comincia col ricordare che non sei solo.-
Dean incrociò lo sguardo deciso del fratello e sentì la sua stretta farsi salda, come se Sam fosse pronto a impedirgli nuovamente di cadere. L’aveva sempre fatto, in passato come nel presente e anche stavolta non sarebbe venuto meno alla sua decisione di accompagnarlo.
I due fratelli erano cresciuti insieme e avevano sempre scelto la famiglia, qualunque cosa accadesse. Si erano sostenuti a vicenda e nonostante le mille prove che gli era toccato affrontare, non avevano mai mancato di rialzarsi dal fango, appoggiandosi l’uno all’altro. Così era stato, così era.
Sam aveva ragione.
-IDIOTA!!!-
Bobby gli tirò uno scappellotto talmente forte che Dean incespicò e rischiò nuovamente di cadere.
-Ahia! E che cazzo, Bobby!- si arrabbiò lui, ma il vecchio cacciatore gli strinse forte una spalla, costringendolo a guardarlo in faccia.
-Pensavi davvero che ti abbandonassimo? Dio, quanto sei coglione. Gli idioti come te hanno ancora bisogno del pannolone, e indovina un po’ a chi tocca l’ingrato compito di accudirvi?! Mi dispiace, Fast and Furious, ma lì da solo non ci vai.-
Dean boccheggiò, stupito da quelle parole. Se non fosse stato troppo orgoglioso, probabilmente avrebbe abbracciato forte Bobby e lo avrebbe ringraziato. Perché gli era sempre stato vicino, perché era il padre che gli era sempre mancato. John per lui era sempre stato un sergente, niente di più, ma Bobby… Bobby gli aveva insegnato che quando non hai armi a disposizione o quelle non bastano per combattere il male, ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarti e ad essere la tua arma.
Una mano tanto rude quanto gentile gli scompigliò i capelli e Gabriel comparve al suo fianco, succhiando allegramente un lecca lecca tirato fuori da chissà dove.
-Non sei solo, dolcezza. Te l’ho detto, sono solito accudire i miei cuccioli, perciò non posso certo lasciare che vi facciate la bua.- gongolò, facendogli l’occhiolino e allontanandosi prima che Dean lo centrasse col pugno fintamente violento che aveva mirato al suo fianco.
-Reggi le sorti di mio fratello, piccoletto.- disse allora Balthazar, fronteggiandolo.
-A quanto pare sì, gallinaceo.-
I due si guardarono con astio in uno scontro di sguardi che valeva mille parole. Dean vide riflesso negli occhi azzurri dell’angelo la preoccupazione che provava per la sorte di suo fratello, il piccolo Castiel, il giovane angelo che aveva sempre accudito, seppur da lontano. Alla fine però, Balthazar si lasciò sfuggire un sospiro e scosse il capo con fare teatrale.
-Non capirò mai cosa ci trovi in te, sai? Vorrei poter dire che ti detesto ma…- Balthazar tornò a incrociare lo sguardo di Dean con tale emozione che il ragazzo si stupì. L’antichità di quello sguardo era così umana, così… fragile. -…la verità è che tu sei riuscito laddove io fallii. Non fui mai abbastanza forte da restargli accanto né riuscii ad aiutarlo come meritava. Lo lasciai solo, e questo non me lo sono mai perdonato. Tuttavia… adesso Castiel è diverso. L’ho visto rinascere grazie a te, Dean Winchester, e forse per questo non ti ringrazierò mai abbastanza.-
Dean si limitò ad annuire, scosso da quelle parole. Balthazar non gli piaceva granché, ma adesso che lo guardava con occhi diversi, sollevati dal velo dell’antipatia e dell’odio, non poteva negare di vederlo sotto una luce diversa. Dopotutto, quel pennuto dalla storica arroganza non era poi così male.
-Be’, che aspettiamo? Abbiamo un cucciolo da recuperare!- esclamò Gabriel, allegro. Le sue ali sfavillarono con l’intensità di un piccolo sole.
-Nel caso non te ne fossi accorto, Pongo, non sappiamo dove sia andato quell’idiota di Castiel.- ribatté Bobby.
-Noi no, ma lui sì.- intervenne Balthazar, indicando Sindragon. Il cane scodinzolò e si lasciò sfuggire un guaito eccitato che evidenziava un certo entusiasmo.
-Aspetta un momento, come fa a saperlo?- chiese Sam, confuso.
-Behemah Aqedà, micetto. Pensi davvero che il legame che passa tra un Behemah e il suo angelo sia una cosetta da niente? Oh, no, cherì! Questo è amoooooore!!!- cantilenò, abbracciando il collo di Sindragon con fare teatrale e strusciando una guancia contro la testa del cane come farebbe un gattino. –Oh, Jack*, ti amo!!!-
Balthazar afferrò Gabriel per il colletto e lo tirò in piedi con un violento strattone.
-Piantala, arcangelo depravato! Non pensavo fossi arrivato alla zoofilia!-
-Al cuor non si comanda, mio dolce pan di spagna…-
-Al culo nemmeno, a quanto pare. In questo caso ci rimetterebbe Sindragon, perciò vedi di non traumatizzarlo, perché ci serve sano di mente, per quanto possa esserlo il Behemah di quello spostato di Castiel!-
Sindragon abbaiò offeso e Sam si coprì la bocca con una mano per non ridere davanti al teatrino allestito dai due angeli. Alla fine Gabriel sospirò e guardò il cane, che ricambiò l’occhiata con circospezione.
Intanto Balthazar aveva afferrato il Graal e l’aveva… be’, fatto semplicemente sparire nel nulla, dissolvendolo.
-Non attenterò al tuo fondoschiena, dolcezza, ma tu dicci dove è finito quel deficiente di mio fratello.- disse infine Gabriel, ancora alle prese col cane. Sindragon abbaiò e si impennò sulle zampe posteriori per appoggiare una zampa sulla spalla di Gabriel. L’arcangelo chiuse gli occhi e appoggiò la fronte contro quella dell’enorme mastino.
-Sam.- chiamò allora Gabriel, e come in risposta a un comando silenzioso Sam fece scivolare la mano in quella di Gabriel, che la strinse come se non volesse lasciarlo mai più. Quella stretta infuse coraggio a entrambi, ricordando loro che l’altro ci sarebbe stato, nel bene e nel male, qualunque cosa fosse accaduta da lì in avanti. Il campanellino appeso al collo del cacciatore tintinnò.
Balthazar appoggiò una mano sulla spalla libera di Gabriel, subito imitato da Bobby e Dean.
-Andiamo a riprenderci nostro fratello e quella piccola mocciosa.-
Uno strattone, un senso di vuoto allo stomaco e in pochi istanti il gruppetto riaprì gli occhi su un giardino malandato che una volta doveva essere stato molto bello. Dean vide che per terra erano sparsi pezzi di marmo spaccato dall’edera e dalla natura che reclamava il suo possesso sull’operato dell’uomo. Poco più in là c’era un’inferriata malconcia e arrugginita che cingeva l’intero giardino come una collana trasandata fino a chiudersi in un cancello scrostato.
Al centro del giardino e irta in tutta la sua antica potenza, c’era quella che doveva essere una chiesa sconsacrata: il corpo centrale era stretto e allungato, diviso in tre piani da piccoli archetti gotici che si svolgevano in tre ampie fasce. Le vetrate erano spaccate, e i pezzi di vetro colorati erano sparsi nell’erba, fino ai piedi dei poveri resti di un porticato ormai caduto a pezzi per l’usura del tempo e della pioggia. Più in alto vi era ciò che restava delle guglie, ormai spezzate come fiammiferi usati, e del rosone frantumato.
Era un posto tranquillo, seppur avvolto dall’oscurità della notte, ma se non fosse stato per la fioca luce emanata dalle ali di Gabriel e Balthazar, Dean si sarebbe sentito molto inquieto. Vedeva i piccoli frammenti di vetro luccicare tra l’erba e ombre sinistre strisciare tra gli alberi che circondavano l’inferriata.
Cass era davvero lì?
Un rumore li distrasse. Qualcosa si mosse tra i cespugli, facendoli voltare unanimemente verso la fonte del suono. Dean estrasse la pistola dalla tasca dei pantaloni e Sam e Bobby strinsero le dita intorno ai manici dei pugnali. Gabriel e Balthazar mossero appena le ali, inquieti, ma Sindragon non fece una piega.
Un nuovo movimento, un nuovo segnale d’allarme. Allora Dean levò la pistola e la puntò verso il cespuglio più vicino, pronto a sparare quando Sindragon spiccò un balzo e gli strappò l’arma di mano, sfiorandogli le dita con i canini micidiali. Dean trattenne un’imprecazione giusto per non rischiare di essere scoperto dagli altri angeli, ma nello stesso istante qualcosa sbucò dai cespugli e corse verso di loro.
-Ma che… aspettate un attimo!- disse Gabriel, illuminando un altro po’ il giardino giusto in tempo per vedere la piccola Mary balzare addosso a Dean e stringerlo in un abbraccio spaventato. Il cacciatore per poco non perse l’equilibrio, ma dopo un momento di imbarazzo si sciolse e anche lui avvolse il piccolo corpo della bambina con le braccia. Lei singhiozzò.
-Mocciosa, stai bene?- chiese allora Bobby, sollevato. Mary si separò appena da Dean per guardarlo con un grande occhio azzurro e annuì piano, ma il suo silenzio non presagiva nulla di buono: Dean sentiva il suo corpo tremare e le mani aggrapparsi convulsamente ai suoi vestiti, come se avesse paura di lasciarlo. Fu allora che anche lui cominciò a sentirsi inquieto.
-Mocciosa, dov’è Castiel?- chiese lentamente, spaventato dalla possibile risposta che avrebbe potuto ricevere.
Finalmente Mary smise di piangere e lo fissò con occhi spalancati dal terrore, occhi che avevano visto cose che una bambina non avrebbe mai dovuto vedere. Aprì e chiuse la bocca più volte, cercando di richiamare a sé l’utilizzo delle corde vocali.
-L…l’hanno… preso. Gli sta… stanno facendo del… male.-
Dean sbiancò, ma mantenne la calma… per così dire. Con gesti lenti staccò le braccia di Mary dal suo corpo e si voltò verso la chiesa, dalla quale ora che ascoltava meglio, provenivano bassi lamenti che lui riconobbe. Il sangue gli andò al cervello, che smise scientemente di funzionare.
Dean spiccò una corsa verso l’entrata, ma Sam lo placcò, spingendolo contro il muro e tappandogli la bocca con una mano. Da dentro la chiesa, le urla accrebbero e Dean si dimenò forte, reagendo al bruciore che avvertiva all’altezza del petto: Castiel urlava, e lui non poteva fare niente per aiutarlo.
-Così non risolverai niente, dannazione!- si stizzì Sam, ringhiando a bassa voce. Bobby lo aiutò ad immobilizzare Dean mentre Gabriel si guardava intorno.
-Dove è finito Balthazar?- chiese, ma nessuno lo ascoltò.
I tre cacciatori si affacciarono appena da dietro lo stipite della porta e ciò che videro li lasciò impietriti.
Catene. C’erano catene ovunque. Sbucavano dai muri, dal pavimento, e si arpionavano al corpo e alle ali martoriate di Castiel, sospeso a mezz’aria con le braccia spalancate e i piedi uniti in una crocifissione senza chiodi nella carne, ma uncini, come quelli che c’erano all’inferno.
Le ali erano completamente penetrate da arpioni giganteschi, massicci, che le bucavano da parte a parte con violenza, facendole sanguinare e afflosciare, ormai prive di lucentezza. Il corpo, coperto solo dai pantaloni di seta era martoriato, alcuni brani di carne fatti a pezzi e il capo chino nascondeva il viso nell’ombra.
Raphael era lì e tirava con forza una delle catene che arpionava una delle quattro ali di Castiel. L’angelo ormai non aveva neanche più la forza di gridare, perciò si limitava ad emettere un basso lamento straziato che strinse il cuore di Dean in una morsa dolorosa.
-AVEVI DETTO CHE NON GLI AVRESTI FATTO DEL MALE!!! AVEVI DETTO CHE SAREBBE STATO AL SICURO!!!- urlò una voce disperata.
Samael era incatenato a una colonna, trattenuto dalle stesse catene che costringevano Castiel alla tortura: si avvitavano intorno ai polsi dell’angelo e gli chiudevano le ali sulla schiena, tanto grosse da generare parete di piume alle sue spalle, tanto alta da raggiungere quasi il capitello della colonna. Al suo fianco, in piedi e con le mani giunte dietro la schiena c’erano altri tre angeli, due uomini e una donna.
-Merda…- imprecò Gabriel, guardandoli.
-Che c’è?- chiese Sam, allarmato dal linguaggio improvvisamente colorito dell’arcangelo.
-Uno di loro è un arcangelo… non credevo che Haniel** fosse passato nelle mani di quell’arrogante cazzone di Raphael.-
Bobby imprecò a mezza voce, ma Dean non aveva ascoltato minimamente la conversazione. I suoi occhi erano fissi sul corpo straziato di Castiel, sulla sua figura spezzata, distrutta e quasi fatta a pezzi.
Il suo angelo, il suo… amore. Distrutto.
Fu allora che Dean gettò all’aria ogni precauzione e, scansato Sam con una spallata, oltrepassò la soglia con un balzo e si lanciò di corsa lungo la navata.
-Lo sapevo…- sospirò Sam, uscendo allo scoperto con al seguito Bobby, che prima però si preoccupò di spingere la bambina fuori dalla chiesa.
-RAPHAEL!!!- ruggì Dean, sparando un paio di colpi verso la figura di spalle dell’arcangelo. I proiettili esplosero contro il suo corpo, lo trapassarono, ma Raphael si voltò appena a guardarlo e schioccò le dita.
All’istante una forza invisibile li schiantò tutti contro il muro, con tanta forza da farli annaspare.
-Ma tu guarda che sorpresa… i fratelli Winchester e la loro inseparabile mascot, Bobby Singer.- disse Raphael, lasciando cadere la catena con la quale stava martoriando Castiel per avvicinarsi al più grande dei Winchester. –Sai, stavo giusto chiedendo al tuo… ah, amico… dove avesse nascosto il Sacro Graal, ma non è molto collaborativo. Castiel non lo è stato mai.-
Per tutta risposta, Dean sputò ai suoi piedi.
-Farai meglio ad ammazzarmi, figlio di puttana, perché ti giuro che quanto è vero Iddio, ti cercherò… e ti farò a pezzi lentamente… e brucerò i resti.- sibilò, gli occhi ridotti a fessure di puro odio.
Raphael sorrise e scosse il capo. –Non ce ne sarà bisogno. Se hai tanta voglia di vedere qualcuno a pezzi…-
Raphael afferrò una delle catene che arpionavano un’ala di Castiel e tirò forte. Si udì uno strappo cristallino, come di vetro che va in frantumi e allora Castiel sbarrò gli occhi blu e, rialzato il capo con uno scatto nevrotico, esplose nell’aria un grido lacerante, limpido con la sua voce angelica che tuttavia ebbe la forza di far tremare la terra dalle fondamenta.
-CASS!!! LASCIALO STARE, FIGLIO DI PUTTANA!!!- gridò Dean, ignorando i timpani che cominciavano a sanguinare copiosamente. Si agitò, spingendo il peso di tutto il corpo contro la forza invisibile che lo tratteneva. –CASTIEEEEEL!!!-
Fu un attimo, un momento di impasse silenziosa. Il tempo parve fermarsi, cristallizzato.
Castiel sollevò lentamente il capo e incrociò gli occhi umidi di Dean. Sorrise debolmente, sfinito ma felice di vederlo lì, di saperlo al suo fianco anche allora, nel momento della fine.
Una lacrima scivolò lenta lungo la guancia di Dean, ripulendo il verde dei suoi occhi di tutte le malvagità che stava guardando. Il cacciatore sentì qualcosa che gli sfiorava il petto all’altezza del cuore e gli parve di vedere qualcosa, un’ombra silenziosa che accostava un viso fatto d’aria incorporea al suo e gli baciava le labbra. Dean riconobbe il tocco di Castiel, il suo profumo.
Eppure, l’angelo era lontano da lui, lo vedeva. Ma no, non si era sbagliato… Castiel era anche lì, al suo fianco.
“ Non ti abbandonerò… ”mormorò una voce serena al suo orecchio. Dean chiuse gli occhi e si abbandonò a quel suono, estraniandosi da tutto il resto. “ Sono Qui. ”
Dean sentì quel flebile soffio d’aria schiudergli le labbra e scivolare al suo interno con dolcezza. Una presenza familiare lo invase, spandendosi nel suo corpo e nel suo animo. Era una sensazione bella, come un sorso d’acqua rinfrescante dopo una giornata di arsura.
Dean riaprì gli occhi e il tempo parve tornare a scorrere troppo velocemente. Sam urlò, Bobby si dibatté. Raphael estrasse una spada angelica, ruotò su se stesso… e piantò l’arma dritta nel petto di Castiel.
Nello stesso istante, una ferita identica si aprì nel torace di Dean, che boccheggiò e fece appena in tempo a incontrare gli occhi esausti di Castiel prima di cadere nell’oblio.
 
*Jack: riferito al celebre protagonista di Titanic (film che personalmente mi sta un po’ sulle balle, ma a quanto pare Gabriel la pensa diversamente XD)
**Haniel: appartiene al Coro dei Principati e ha sede su Venere. Questo arcangelo rappresenta l’Amore e la Longevità. Haniel distribuisce anche l’energia dell’Etere Luminoso, ossia dell’energia che rende funzionanti i nostri cinque sensi.
 
Angolo dell’autrice:
Va bene, ammetto di essere sempre più sadica ma, ehi, ammettiamolo: Sam e Dean devono morire un minimo di dieci o venti volte a testa, altrimenti non sono loro, e ora che Castiel è entrato in famiglia anche lui ha diritto ai suoi viaggi andata e ritorno dall’aldil… Gabriel? Gabe, perché stai facendo le valigie?
Gabriel: eh? No, niente, io…
E perché qui c’è un biglietto di sola andata per il Texas?! Gabriel, stavi scappando per caso?
Gabriel: hanno bisogno di un trickster in Texas!!! Ci tengo a campare ancora a lungo e nelle tue mani i personaggi non durano mai più di quattro o cinque capitoli!
Non è vero!
Gab: (fiss fiss…) ………………………………………….
……………………………………………………………….
Gab: ……………………………………………………………
E va bene, ok, forse non sono famosa per aver trattato bene voi angeli ma ho bisogno di piume per farmi il cuscino e… Gabriel? GAAAABRIEL!!!!!!!!!
Va bene, prima di partire alla ricerca dell’arcangelo disperso farò delle precisazioni: sì, la storia è ormai agli sgoccioli, ma ne avremo ancora per qualche capitolo. Ammetto di essermi affezionata particolarmente ai personaggi e forse anche lo stesso Samael non mi è… indifferente. Insomma, voi che avreste fatto al suo posto? Dopotutto era solo un cucciolo in cerca di attenzioni, chi non le vorrebbe da Castiel XD ohohohohoh e ora, spazio ai ringraziamenti!

Fallen angel 4 Love:  eheh, allora il prossimo capitolo ti farà sciogliere per davvero! Sì, avremo un bel po’ di Destiel prossimamente, ammesso che non mi ammazziate prima per quello che sto combinando a queste povere anime dei personaggi XD dannazione, dovrò aumentargli lo stipendio! Comunque ti ringrazio per i complimenti e hai ragione, Dean e Cass insieme sono… sono qualcosa di magnifico! Insomma, occhi blu e occhi verdi che si sbaciucchiano, cosa chiedere di meglio? Aaaaaw!!! Ti ringrazio ancora e spero davvero di leggere ancora un nuovo bellissimo commento da parte tua! Grazie e a prestissimo!
xena89: ahahahahah, hai colto nel segno, in realtà quando ho scritto la parte finale del capitolo precedente la colonna sonora epica la stavo ascoltando davvero!!! XD dì la verità, mi stai spiando! Oddio, io al posto di Gabriel lo avrei fatto a pezzi Balthazar, ma dopotutto si sa, oltre che le ali, il nostro arcangelo ha anche il cuore d’oro! E poi se ammazzava Balthe, poi Castiel avrebbe ammazzato lui e la storia si sarebbe trasformata in una tragedia alla Otello. Eheh, non che sia cambiata granché la cosa: il mattatoio angelico c’è stato comunque, maledetta me! XD be’, che dire? Torno nuovamente a ringraziarti per la bellissima recensione e per non avermi ancora ammazzata dopo il massacro che continuo a compiere capitolo dopo capitolo. Sia benedetta la tua pazienza, ragazza! XD grazie ancora e a presto!
 
white arms: innanzitutto, mi complimento per il nome e per l’immagine personale. (No, aspetta un attimo: CASTIEL??? Perché sempre Castiel??? Nd Gabriel) (Perché lui è carino è coccoloso mentre tu sei brutto e antipatico. Ah, e hai la pessima abitudine di improvvisarti talpa paradisiaca, ne è la prova ciò che resta del mio povero letto…) (Mi era caduto il lecca lecca tra le coperte, che dovevo fare? Nd Gab)( Scostarle anziché riempirle di buchi? Ma chi sei, Bugs Bunny?)( Bugs Gabriel, grazie! * Se ne và offeso indossando un paio di orecchie da coniglio* ). Eheh, Balthazar ha più tempismo di un Supereroe che arriva sempre all’ultimo momento! Per quanto riguarda Mary… dannazione, Mary scappa, hanno scoperto che sei viva e che le scene hot in realtà le hai scritte tu! FUGGI, FUGGI VERSO LA LIBERTA’!!! Sì, effettivamente Balthazar ha pagato caro di aver interrotto Sam e Gabriel. Insomma, l’ho trovato appeso a testa in giù sotto la doccia con addosso solo un tanga e una bistecca per Cerberi infernali e credo che abbiano anche tentato di spennarlo, ma non voglio approfondire la cosa… comuuuunque, grazie mille per le tue splendide recensioni e soprattutto grazie per l’assiduità con cui commenti!!! Un abbraccio virtuale e spero di sentirti (leggerti!) presto! Un bacioooooone!!!
Sherlocked: ahahahahahah, che ci vuoi fare, i nostri cacciatori sono un po’ ritardati!! Bobby avrà iniziato a chiedersi se insieme alla ristrutturazione gli angeli gli avessero anche installato il decoder di Sky e un televisore al plasma… effettivamente io ci avrei sperato, da qualche parte Bobby deve pur guardarli i filmini hot che ha montato su Crowley. Oddio, Dean ha la sfiga di veder accadere qualcosa ogni volta che cerca di farsi Castiel. Ho come la sensazione che presto andrà in giro pieno di talismani antimalocchio… ehi Gabriel, hai sentito? C’è qualcuno disposto ad ospitare il tuo brutto culo piumato, perciò FILA!!! (Non puoi, chi ricoprirà la mia parte nella storia?! Nd Gabriel) Mmmm, vediamo… TU!!!! Tu sei il nuovo Gabriel! * Fa indossare parrucchino biondo a Crowley * (Sembra Nino D’angelo! Nd Gabriel) Comunque un angelo rimane! Pussa via, non ti sopporto più!!! E Sam, staccati dalla sua gamba! Comunque, grazie per i tuoi bellissimi e assidui commenti, non mi deludi mai! Sai sempre cosa scrivere per spingermi a scrivere sempre un nuovo capitolo, perciò… grazie. E grazie anche da tutto il cast della storia qui presente! Un bacione e a prestissimo!
Tomi Dark Angel
  
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