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Autore: __deep    12/02/2013    4 recensioni
La rossa sta percorrendo il binario nove e trequarti con l'eleganza di una regina, e la stazione scompare, ed anche il brusio, c'è solo lei davanti a me, e il suo sorriso, e le sue labbra morbide che si uniscono alle mie, ed il suo corpo che mi avvolge in una sensazione di sollievo, siamo io e lei soli nel mondo.
Prima fanfiction di un appassionato, incentrata sulla coppia Harry/Ginny e su come il loro rapporto si evolve nel corso dell'ultimo anno ad Hogwarts.
Dedicato a J, credo. Quando scrivo di Ginny, scrivo di te.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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«Sveglia anche tu, amore?»
«Oh, io... sono solo un po' stanca...»
«Giorni rossi?»
«Mh-hm» annuì lei.
«Ti va... di uscire a prendere un po' d'aria?»
«Adesso? Ma è quasi l'una!»
«Dai!»
Lei tentennò.
«Non dormiresti lo stesso...»
Ginny si lasciò convincere. Non aveva tanta voglia di passare un'altra notte insonne nel suo letto.
«E va bene... e dove vorresti andare?»
«Oh, in giro... su, dai, vestiti che andiamo!»
Ginny si mise addosso i primi vestiti che trovò, si sistemò i capelli alla buona, afferrò una giacca abbastanza pesante da ripararla dal freddo ed uscì dalla stanza.
La stessa cosa fece Harry, che indossò invece una semplice t-shirt nera ed un paio di jeans.
«E tu vorresti venire così, Pot?» fece Ginny accennando alla t-shirt di cotone che indossava lui «Ci sono al massimo tre gradi, là fuori! Non puoi uscire con questa!»
«Perché no?»
«Moriresti di freddo!»
«Ma domani è capodanno, Gin, non posso indossare i vestiti buoni!»
«La felpa di Grifondoro dov'è?»
«Qualcuno me l'ha sporcata giocando a Quidditch in giardino, l'altro ieri»
Lei arrossì in viso.
«Ehm... va bene, va bene, scusa, ti ho già detto che sono caduta per sbaglio!»
Lui sorrise.
«Ti prego, Harry, mettiti qualcosa addosso! L'ultima cosa che voglio è passare il capodanno con te a letto con l'influenza!»
«E va bene! Vediamo...» cacciò fuori dal baule un giubbotto di pelle «...questo andrà bene!» se lo ficcò addosso
«Sono pronto!»
«Allora?» fece Ginny stringendo la mano di lui fra sue e camminando verso la porta d'ingresso «Dove mi porti?»
«A vedere le stelle.»

* *



«Amore, guarda quella, è la Polare?»
«No, no, la Polare è... mmh... quella lì!» indicò una stella particolarmente luminosa alla sua destra.
«Ed in pratica... indica il nord?»
Harry fece di sì con la testa.
«Quei Babbani sono proprio ingegnosi, però! Sostituire l'Incantesimo Quattro Punti con una stella... papà ne andrà pazzo, quando glielo dirò!»
Entrambi sorrisero e tacquero, per ascoltare il fruscio delle fronde degli alberi muoversi sotto la dolce brezza serale di Dicembre.
La calma totale portò alla mente di Harry una questione che da tempo aleggiava nei suoi pensieri e che ancora doveva trovare risposta.
«Ginny...» disse lui spezzando il magico silenzio
«Dimmi...»
«Hai mai pensato... al dopo?»
«In che senso?»
«Dopo quest'anno, a cosa faremo, intendo...»
«In verità... no, non proprio... perché me lo chiedi?»
«Ehm... sono un po' di giorni che volevo dirti una cosa, veramente, e...»
«Su, avanti, sputa il rospo!»
«Io non so se è il caso... è una cosa importante...»
«Dai, dimmi!»
«Vorresti...» la voce quasi gli si bloccò in gola per l'emozione «vorresti venire a vivere con me?»

* *



Ginny, che era stesa supina, si mise tranquillamente a sedere e guardò Harry negli occhi, senza rispondergli.
Solo il suo sguardo.
«Se voglio venire a vivere con te?»
Harry scosse la testa in senso affermativo.
«Ti sembra una domanda da fare?»
Harry, profondamente imbarazzato, cercò di balbettare qualche scusa:
«Io... forse sono stato tropp...»
«Certo che sì! Certo che ci vengo a vivere con te!»
La sua voce esprimeva gioia mista a stupore e determinazione.
«Non credevo che me lo avresti chiesto, Harry! E'... fantastico!»
«Sul serio?»
«Sul serio!»
Sulla faccia di Harry si dipinse un sorriso rasserenato ed allegro.
«Oh, beh, allora ci toccherà trovare una casa nuova, non credi? A Manchester, magari, o a Liverpool!»
«Sì, come no, in Alaska! Sveglia! Tu hai dei corsi da frequentare, ed io degli allenamenti da fare!»
Harry constatò che effettivamente entrambe le città erano troppo distanti sia dal Ministero della Magia sia dal Centro Sportivo di Quidditch.
«Potremmo rimanere nei dintorni, qui ad Ottery St.Catchpole... c'è una grande comunità magica, e potremmo usare la Metropolvere per arrivare a Londra!» propose Ginny.
Harry riflettè un attimo sulla proposta della ragazza.
«Non ti va molto di separarti dai tuoi, vero?»
Ginny sorrise.
«Mi conosci troppo bene. Non sono mai stata senza la mia famiglia per molto, Harry, ma è una cosa che dovrò fare, prima o poi, e voglio farla con te al mio fianco...»
«Per me va bene, Gin. Darò un occhiata alle case prima di partire, ed a fine anno sceglieremo insieme quella più bella!»
Ginny lo baciò dolcemente, poi si stese nuovamente a guardare le stelle.
Harry le baciò la fronte, e tornò ad osservare l'immenso cielo, punteggiato di stelle luminose e splendenti.
In quel momento, era la persona più felice del mondo.

* *



«Incredibile...» sussurrò fra sé e sé dopo qualche minuto «si è addormentata sul serio...»
Ginny si era raggomitolata sull'erba fresca, e dormiva come un ghiro.
Era la prima volta che Harry la vedeva dormire tanto serenamente, quando aveva le sue cose.
Solitamente, era scontrosa, scorbutica, si alzava e girava a vuoto per la stanza, e se riusciva ad addormentarsi si rigirava in continuazione borbottando frasi senza senso nel sonno.
In quel momento, invece, sembrava immersa nella beatitudine assoluta.
Harry continuò a guardare le stelle, accarezzando di tanto in tanto i capelli rosso fiamma di lei.
Senza un filo di trucco, coi capelli scompigliati dal vento e con le occhiaie sotto gli occhi per la stanchezza, Harry la trovava ugualmente splendida.
Guardò l'orologio: le tre.
Due ore erano volate.
Si voltò verso la Tana e non notò nessuna luce accesa, né sentì alcun rumore proveniente da quella zona.
Decise che avrebbe lasciato Ginny riposare ancora un po', data la rarità di quell'evento.
Il giorno dopo, d'altronde, sarebbe stato Capodanno, e sarebbero stati tutti svegli fino a tardi per festeggiare.
Se avesse svegliato Ginny, lei avrebbe passato un capodanno insonne, considerando anche la sua indisposizione.
Si stese di fianco a lei e la abbracciò. Decise che avrebbe dormito lì con lei.
Stese il suo giubbino su di loro e chiuse gli occhi.
Sentì una voce.

* *



«Sai che tuo padre non lo vorrebbe, Ralf!»
«Mio padre non vorrebbe tante cose, Luna... ti prego...»
«Io... non voglio peggiorare la tua situazione...»
«Lo sai che mi odierebbe lo stesso! Ti ho già detto che non mi importa niente di lui, o di loro! A me piaci tu!»
«Anche a me piaci tantissimo, Ralf!»
«E allora che problema c'è?! Ti sei lasciata con Paciock una settimana fa, ed sono single da anni!»
«Tuo... tuo padre mi odia. Mi definisce una pazza. Non sono la persona giusta per te.»
«Non dar retta a quell'idiota di mio padre... ha un cognome importante, è vero, ma sotto non ha nulla! Né un cervello, né la sete di scoperta... solo tanta tristezza... io... ti amo!»
Luna riflettè su quelle ultime due parole.
«Anche io ti amo, Ralf»
Si avvicinò tremante al ragazzo, e lo baciò.
L'altro la strinse a sé possessivo, e ricambiò teneramente il bacio.
«Quindi... quindi stiamo insieme, vero?»
«Già! Senti, Ralfie, ora devo proprio andare. Mio padre potrebbe accorgersi della mia fuga... ci... ci vediamo domani? Qui?»
Ralf, con la voce rotta dall'emozione
«Farò... farò di tutto per esserci, amore mio...»
La baciò di nuovo, poi montò su una scopa che era poggiata all'albero e – con il mantello nero che svolazzava controvento – partì verso Sud.
Luna si incamminò felice verso casa.
«Io e Ralf Scamandro... chi l'avrebbe mai detto... papà sarà felice di sapere che mi sono fidanzata col nipote del suo idolo d'infanzia!»

* *



Harry ascoltò il dialogo con discrezione.
E così, Luna si incontrava di nascosto con un ragazzo, a pochi passi da casa sua.
Ralf Scamandro.
Ad Harry quel nome parve familiare, ma – vuoi l'orario, vuoi la stanchezza – non riuscì a collegarlo a nessun volto conosciuto.
Luna ormai era già scomparsa dalla sua vista, diretta probabilmente verso casa.
Il ragazzo, invece, era volato via.
Harry si ripromise di raccontare tutto a Ginny, la mattina seguente.
Ginny.
Era ancora nel mondo dei sogni, avvolta nel suo giubbino imbottito.
Il vento del Devon iniziò a soffiare più forte, ed Harry constatò che passare una serata lì sotto al freddo sarebbe stato un vero e proprio suicidio.
Prese Ginny fra le sue braccia delicatamente e, cercando di non svegliarla, si incamminò lentamente verso la Tana.
Entrato in casa, la depose sul suo letto e le rimboccò le coperte.
Si infilò anche lui sotto le coperte, e cadde nel mondo dei sogni.

* *



«Sul serio! Ti dico che è vero! Luna ha lasciato Neville!»
«E tu come lo sai?»
«Te lo ripeto... li ho visti ieri, dietro l'albero dove stavamo dormendo!»
«Li hai spiati!?»
«Ehm... parlavano ad alta voce...»
«E lui? Com'è fatto?»
«Non l'ho visto bene, Gin. Era alto quanto lei, più o meno, ed aveva una scopa... si chiama Ralf Scamandro...»
«Scamandro? Uhm...»
Anche Ginny parve conoscere quel nome.
«...lo devo aver letto da qualche parte... e quindi?»
«Beh... è dolce, no? Un amore proibito. Credi che dovremo parlarne a Luna? Dopotutto, abita a pochi passi da qui.»
«Non sarebbe molto educato... insomma, le diciamo che abbiamo origliato il loro discorso segreto? No, no... aspetteremo che sia lei, a dircelo. E' pur sempre la mia migliore amica, mi dirà tutto prima o poi.»
«Va bene, va bene! E' solo che mi fanno tanta tenerezza. Lui ha detto che veniva da lontano, per lei... ehi, aspetta!»
«Che c'è?»
«Oggi... torneranno lì, con la scusa del capodanno! Potremmo andare a...»
«Non se ne parla proprio, Harry! Lo sai che...»
Un urlo coprì le ultime parole di Ginny.
«RONALD BILIUS WEASLEY!»

* *



«QUESTI-VOTI-SONO-ORRIBILI!»
«Ma... mamma!» sbraitò Ron «E' impossibile che io riesca a passare tutti i M.A.G.O con il massimo dei voti! Ho una vita sociale, a differenza di Percy!»
«Niente MA, Ronald Bilius Weasley!»
Quando Molly chiamava i propri figli con i loro nomi completi, ciò significava guai seri all'orizzonte
. «Se non riuscirai a passare ogni esame con Eccellente, giovanotto, io e tuo padre ti daremo una lezione che non dimenticherai M-A-I! Sia Charlie, che Billie, che Percy hanno preso il massimo ai loro corsi, e tu non sarai da meno! Guarda tua sorella! Oltre Ogni Previsione in Pozioni ed Erbologia, Eccellente in Difesa contro le Arti Oscure e Trasfigurazione! E tu, invece? SCADENTE IN STORIA DELLA MAGIA!?»
«Mamma, capirai, il Quidditch...»
«Te lo faccio vedere io, il Quidditch! Da oggi in poi si cambia registro, Ronald! Ti voglio in camera a studiare fino all'8 gennaio! Altrimenti ti farò arrivare un Bolide dritto in testa, ecco cosa farò!»
Ron tacque e si avviò sconsolato verso la sua stanza.
«Oh, ragazzi, scusatemi, ma quella testa calda di Ron mi ha fatto proprio perdere la pazienza... comunque, è arrivata la posta...»
Molly porse un paio di lettere ad Harry ed un altro paio a Ginny.
«Ci sono anche le vostre pagelle, ragazzi!»
Harry guardò le sue: una era stata spedita dalla McGranitt, ed era quindi sicuramente la sua pagella, mentre invece l'altra aveva l'indirizzo di Andromeda Tonks. Harry moriva dalla voglia di sapere se il suo regalo aveva avuto l'effetto sperato.
«E tu? Cos'hai avuto?» disse a Ginny che stava leggendo ancora la prima lettera
«Beh, questa è la mia pagella... niente male, davvero! Abbiamo gli stessi voti, Harry!»
«Oh, chissà perché! Forse, ma dico forse, qualcuno ti ha passato gli utlimi temi di Pozioni e Storia della Magia?»
«Ehm... ehm... oh, guarda!» fece lei per cambiare discorso «quest'altra è di...»
«Di?»
«...di Luna!»

* *



Harry fissò con curiosità la busta.
Notò subito i ricciolini tipici delle 'c' di Luna, identiche a quelle scritte anche sul bigliettino del regalo di Natale.
«Su, avanti, aprila!»
Ginny strappò via accuratamente la busta ed aprì il bigliettino che si trovava all'interno.
Sul foglietto di pergamena, erano state scritte solo poche righe, in una grafia rotondeggiante e pomposa.

Ginny, voglio chiederti un favore. Vieni stamattina alle sei, sotto l'acero sulla collinetta davanti casa mia. Ho bisogno della mia migliore amica. Ho un problema serio e devo parlarne con qualcuno. Non dirlo a nessuno.
Grazie,
Luna


Ginny passò il foglietto ad Harry, che lo lesse con attenzione.
«Dovrò andare solo io, Harry...»
«Sì, sì, ovviamente... povera Luna...»
«Deve essere difficile seguire il cuore, questa volta, anche per una come lei...»
«Credi... credi che dovremmo dirlo a Ron ed Hermione?»
«Non se ne parla! Non dovresti saperlo neanche tu, Pot!»
«Già, già, è vero... beh, allora dovrai riuscirci, a rimanere in piedi fino alle sei del mattino!»
«Vorresti insinuare che io crollo a dormire troppo facilmente?»
«Oh, qualcosa del genere...»

* *



Quel capodanno alla Tana fu di gran lunga il capodanno più divertente che Harry avesse mai vissuto.
Il signor Weasley montò un enorme orologio Babbano incantato da lui, che iniziò a girare al contrario formando una sorta di conto alla rovescia; e la signora Weasley, Fleur e la signora Delacour fecero del proprio meglio in cucina e sfornarono un'immensa cena a nove portate per festeggiare l'arrivo dell'anno 1999: il primo anno di pace dopo la Grande Guerra.
Per Harry e Ginny fu una bellissima serata perché, fra champagne e musica, trovarono anche il tempo di stare un po' da soli.
Quando il conto alla rovescia entrò nella sua fase cruciale, un coro di voci unanime si levò dalla sala da pranzo, e tutti gli occhi puntarono immediatamente all'orologio sulla parete.
«3...2...1... BUON ANNO!»
I calici di champagne si alzarono simultaneamente tintinnando fra loro.
Dopo i festeggiamenti consueti per l'avvento del nuovo anno, fu George ad organizzare un enorme giro di giochi di carte e d'abilità: da tranquille partitine a bridge per passare il tempo, si passò addirittura a degli avvincenti match di poker e blackjack. Inutile dire che Ron andò vicino a perdere anche le mutande per la sua poca attenzione al gioco, mentre quelli che vinsero di più furono George stesso e, sorprendentemente, anche Fleur.
Il giro di giochi e risate andò avanti fino a notte inoltrata, quando i primi sintomi della stanchezza iniziarono a manifestarsi fra i ragazzi.
La prima a cedere fu Hermione, seguita a sua volta da Gabrielle, Ron e dai genitori di Fleur.
Nel giro di un quarto d'ora, tutti si sistemarono alla bell'e meglio nei letti e caddero in un sonno profondo.
Tutti tranne Ginny, che, appena gli altri furono addormentati, si cambiò ed uscì di casa, decisa ad incontrare Luna nel posto programmato.
Salutò Harry ed i due si diedero appuntamento per la mattina seguente.
Harry decise che dormire sarebbe stata la scelta più saggia, dopo quella nottata.
Si stese nel letto ancora vestito, si infilò sotto le spesse coperte e fece per chiudere la luce, quando notò qualcosa sul comodino.
La lettera di Andromeda.

* *



Preso com'era dalla faccenda di Luna e dall'appuntamento segreto, aveva completamente rimosso dalla sua mente quella missiva tanto importante, e l'aveva lasciata sul comodino.
La busta era chiara e riportava a chiare lettere il nome del mittente.
Harry la aprì e lesse con tenerezza a bassa voce le poche parole scritte sulla pergamena:

Teddy ama il tuo regalo.
Oggi ha detto la sua prima parolina: Harry.
Ti vuole tanto bene, e ti aspettiamo ad Hogwarts. Rimarremo fino al 10 gennaio.
Buon anno nuovo,
Andromeda


Harry ripose la lettera nella busta, aprì il suo cassetto e poggiò la busta insieme ad altre carte importanti che aveva conservate da sempre.
Le osservò rapidamente: la lettera di ammissione ad Hogwarts; la canzoncina che Ginny gli dedicò al secondo anno; il bigliettino di carta contenuto nel medaglione di Regulus; la lettera che James scrisse a Sirius pochi giorni prima di morire e che Harry ritrovò in Grimmauld Place; la lettera che Silente scrisse ai Dursley e che lasciò insieme a lui davanti la porta di Privet Drive; tutte le lettere che Sirius gli mandò via gufo durante la sua latitanza firmandosi come Tartufo; e tanti altri piccoli fogliettini, a prima vista insignificanti ma invece testimoni di tanti momenti importanti nella sua vita.
Harry aggiunse la lettera di Andromeda a questi, chiuse la luce e, tranquillamente, si addormentò.

* *



«Amore...»
Harry si girò verso il letto di Ginny e lo trovò vuoto.
Si infilò le ciabatte e si alzò dal letto.
La Tana era deserta.
Con ogni probabilità, erano ancora tutti a smaltire la stanchezza della sera prima, nei loro letti.
«Ginny...»
Inaspettatamente, udì una risposta proveniente dalla cucina.
«Sì, amore?»
«Oh, sei qui!»
Harry scese le scale e trovò Ginny intenta a cucinare qualcosa ai fornelli.
«Che fai?»
«Uova e pancetta, ne vuoi?»
«Stai scherzando? Abbiamo mangiato l'impossibile, ieri!»
«Lo stomaco di una donna funziona in maniera un tantino diversa, lo sai, vero? Mai sentito parlare di attacchi di fame?»
«Va bene, va bene, calma! C'è del succo di zucca?»
«Te lo prendi da solo, è nel frigo» sbuffò lei.
«Allora...» disse Harry mentre si versava del succo in un bicchiere «...Luna?»
Ginny sembrò ricordarsi solo in quel momento dell'incontro con l'amica.
«Oh, sì, scusa! Me n'ero totalmente dimenicata!»
«Che ti ha detto?»
«Voleva un po' di conforto femminile... nulla di più. La capisco, poveretta. Sai chi è, quello Scamandro?»
«Chi?»
«Il nipote di quello che ha scritto il nostro libro di Cura delle Creature Magiche!»
Newt Scamandro.
Ecco dove Harry aveva già sentito quel nome.
L'aveva letto sulla copertina del suo libro!
«Suo padre, Ben Scamandro, è il direttore di una famosa rivista scientifica del Mondo Magico, ed odia il padre di Luna. Ritiene che infanghi il nome della ricerca e della scoperta. Ed odia anche Luna, perché la ritiene una pazza. Ralf, però, ha conosciuto Luna quest'inverno durante uno dei suoi viaggi e si è innamorato di lei. Inutile dire che Luna è incredibilmente cotta di lui.»
«E Neville?»
«Ha tradito Luna con Hannah Abbott, durante i corsi di Erbologia Avanzata a Parigi. Studiano entrambi lì. Lei ci è stata malissimo.»
«E non ti ha detto niente?»
«Sai che tende a non infastidire gli altri con i propri problemi... è così sola...»
«E quindi?»
«Quindi ha deciso di frequentarsi di nascosto con Ralf. Lui è più grande ed ha finito da tempo i suoi studi. Con qualche scusa, cercherà di stabilirsi qui ad Ottery St.Catchpole per portare avanti le sue ricerche e stare con lei. Sono veramente dolcissimi.»
«Povera Luna... e... l'hai conosciuto, il ragazzo?»
«Era andato via da poco, purtroppo. Ha detto Luna che ce lo farà conoscere presto, però.»
«Speriamo... hey!»
«Che c'è?»
«Scusa per prima... sono ancora un po' intontito...»
«Credi davvero che io me la sia presa?»
«Ehm...» arrossì.
«Sei sempre la mia Puffola preferita...»

* *



Dopo la giornata di Capodanno, la vita quotidiana divenne alquanto noiosa.
Anche Hermione, Harry e Ginny dovettero arrendersi ed iniziare a studiare per il ritorno a scuola.
I divertenti pomeriggi passati a giocare a Quidditch in giardino furono presto un lontano ricordo, sostituiti da noiose serate passate a studiare le Dieci Rivolte degli Orchi del 1928 e le proprietà alchemiche del crine di Thestral e della polvere di Adamante.
Fu quasi una liberazione, per loro, il dover sistemare i bauli per la partenza, il pomeriggio del sette gennaio.
«Pooooot... porti tu i miei libri di Trasfigurazione? Nel mio non entrano più!»
«Ma cosa diavolo hai, nel tuo baule? Va bene, va bene, da' qua! Il calderone c'è, il libro di Pozioni anche... manca altro?»
«La scopa?»
«La scopa! Maledizione, stavo per scordarmela! Corro di là e vado a prenderla!»
Harry filò verso il garage dove il giorno prima aveva sistemato le due scope.
Ginny finì di sistemare il proprio baule, e ripose accuratamente gli ultimi ingredienti in cima a due divise scure.
Chiuse il lucchetto, e decise di sistemare anche il baule di Harry.
Appena sollevato il coperchio, notò il disordine che, in quel baule, faceva da sovrano.
I panni erano piegati alla bell'e meglio e riposti disordinatamente sul fondo. Gli ingredienti per le pozioni erano tutti ammucchiati in un unico sacchetto. I libri erano impilati ai lati del baule orizzontalmente ed erano sommersi da una serie di buste da lettera accuratamente conservate e legate insieme.
Ginny, che era partita con l'intenzione di sistemare tutto quell'ambaradan all'interno del baule di Harry, fu incuriosita da quest'ultimo elemento.
Prese con cura le buste e slegò il filo che le teneva unite.
Lesse l'indirizzo scritto sulla prima del mucchio: Albus Silente.
Sussultò lievemente, e quasi non volle credere ai propri occhi.
Il ricordo del grande Albus Silente era ancora vivo nei ragazzi di Hogwarts.
Dopo quel piccolo attimo di disorientamento, Ginny si chiese perché Harry possedesse una lettera scritta da Silente, e perché la tenesse tanto accuratamente conservata.
Girò la lettera e si rese conto di tutto.
Il destinatario era Petunia Evans.

* *



«Ecco qua le scop... oh...»
Ginny posò immediatamente le lettere all'interno del baule ed arrossì dalla vergogna per essere stata colta sul fatto nel ficcanasare nel baule di Harry.
«...beh, le hai trovate!»
Harry sorrise e Ginny si rilassò. Pensava che data la discrezione con la quale il ragazzo aveva nascosto quelle lettere, le stesse fossero una cosa estremamente riservata.
«Le conservo dall'inizio dell'estate, Gin... beh... sono dei pezzi importanti della mia vita. Mi ricordano chi sono, perché sono qui. E mi portano alla mente molti ricordi. Questa...» indicò la lettera che fino a poco tempo prima Ginny stringeva fra le mani «...è la lettera che Silente lasciò ai Dursley per spiegare la mia situazione, e la morte dei miei. La conosco a memoria, parola per parola, tante delle volte che l'ho letta.»
«Harry, io... mi dispiace...»
«Oh, sciocchezze... non le tenevo mica nascoste! Non fa niente... bene, dai, anche qua abbiamo finito. Non vedo l'ora di tornare a scuola, Gin, e di distruggere quei Serpeverde, il diciotto! Li faremo fuori!»
«Oh, sì che li faremo fuori» disse lei ricambiando il sorriso
Harry si girò per sistemare le ultime cose nel proprio baule e per chiudere il lucchetto.
Ginny rifletté sulle ultime parole di Harry.
La lettera di Silente ai Dursley...
Silente...
Dursley...

* *



«Harry! Ma non dovevi andare a trovare i Dursley, prima di partire?»
Harry, che stava chiudendo il baule in quel momento, ebbe un sussulto e lasciò andare il coperchiò che sbatté sul legno con un tonfo secco.
«Lo sapevo! Lo sapevo che mi stavo dimenticando qualcosa!»
Harry chiuse frettolosamente il baule e guardò l'orologio che portava nella tasca.
«Le cinque... possiamo farcela, per la serata, no?» disse lui con tono preoccupato
«Sì, sì, non preoccuparti, non c'è fretta, tesoro!» gli rispose Ginny che era rimasta quasi sorpresa per quella reazione stramba del ragazzo «Lo so che ci tieni tanto, a quest'incontro. Dai, vado a prepararmi, tanto qui abbiamo finito.»
«Oh, grazie amore... mi metto qualcosa anch'io e poi andiamo...»
Ginny scelse con cura un vestito scuro dal suo armadio, poi si diresse verso il bagno.
Harry posò di nuovo con cura la lettera fra le altre, poi le legò nuovamente insieme con lo spago e le ripose accanto ai libri.
«Per fortuna che me l'ha ricordato...» mormorò sottovoce, aprendo il guardaroba per scegliere cosa mettersi.

* *



Quando Harry e Ginny attraversarono l'angolo fra Privet Drive e Wallet Cheers, gli occhi dei passanti furono letteralmente fissati su di loro.
A Little Whinging si viveva una vita assai monotona, e l'improvvisa comparsa del piccolo Harry vestito di tutto punto ed accompagnato da una ragazza così carina fu un evento abbastanza inusuale da divenire quasi argomento di gossip.
Ancora più strani furono gli sguardi dei vicini di casa dei Dursley, che avevano sempre ritenuto Harry un ragazzo talmente brutto da non avere alcuna speranza con le ragazze, quando notarono con sorpresa che passeggiava mano nella mano con una ragazza carina dagli occhi nocciola ed i capelli rosso fiamma e che bussava alla porta dei suoi zii.
Fu Dudley ad aprire.
«Harry! Ciao, vecchio mio! Mamma, vieni, c'è Harry!»
Dudley si fece di lato per lasciare entrare Harry e Ginny.
Ginny rimase spiazzata, perché Harry aveva sempre descritto Dudley come un bullo e non certo come un galantuomo, ed Harry altrettanto. Dudley era cambiato radicalmente dal loro ultimo incontro.
«Tu sei... Ginny, vero?»
Si notava l'imbarazzo sul suo volto, e Ginny cercò di non farglielo pesare.
«Oh, sì, Ginny... piacere! Tu sei Dudley, vero? Harry mi ha parlato molto di te!»
Erano le classiche presentazioni di rito.
«Spero... spero bene, insomma... non sono uno stinco di santo... ma sto provando a raddrizzarmi, capisci?»
«Sì, certo, me ne ha... parlato...»
«Mi fa piacere! Grazie, grazie Harry per essere venuto! Vieni, la mamma ha preparato qualcosa da mangiare... anche la mia ragazza dovrebbe essere qui a momenti...»
«C'è anche lei? Meglio ancora! Dovevi presentarmela!»
«Già, un bel colpo di fortuna, sai? Anche lei domani parte per tornare a scuola!»
«Studia all'estero?»
«Diciamo...»
Zia Petunia comparve sulla soglia del salone dove Harry e Ginny avevano posato le loro cose.
«Oh, ciao, Harry!»
Fissò per un attimo Ginny, come a volerla squadrare.
«E tu devi essere Ginny... la figlia di quello strampalato signore che venne qui due o tre anni fa, vero?»
«Oh, sì, sono io, ecco...»
Petunia la guardò ancora una volta.
«Somigli... somigli tanto a mia sorella...»
Notò lo stupore sul volto dei due dopo quell'affermazione così inusuale eppure così veritiera.
«Siete veramente una bellissima coppia, ragazzi... venite di qua... e non fate caso a Vernon... sapete com'è, sempre scorbutico!»
«Ragazzo!» tuonò Vernon appena vide entrare in cucina Dudley ed Harry «Ti avevo detto di stare lontano di qui, tu e tutte le altre persone... diverse
«VERNON!»
«Oh, scusa cara, ma lo sai che io...»
«Ne abbiamo parlato per mesi! Abbi un po' di rispetto...» poi si rivolse ad Harry e Ginny «...abbiamo passato dei giorni di riflessione, Harry, ed abbiamo constatato che in fondo la magia non è un male così grande...»
Harry non avrebbe creduto a quella scena se non fosse avvenuta letteralmente sotto i suoi occhi.
«In ogni caso... non sapevamo della vostra visita, ma dato che Dudley voleva presentarci la sua nuova ragazza avevamo preparato lo stesso abbondantemente, lo sai che a Didino piace mangiare tanto...»
«MAMMA! Lo sai che non vogli... oh, eccola, arriva!»
Si sentì suonare il campanello.
Dudley si precipitò verso la sala da pranzo per aprire la porta alla ragazza, che entrò e lo baciò.
Harry, mosso dalla curiosità di conoscere la ragazza di cui tanto Dudley gli aveva parlato, si alzò ed andò incontro ai due nella sala.
Davanti a lui, in uno splendido abito da sera rosso scarlatto e su due eleganti scarpe nere dal tacco alto, gli sorrideva Cho Chang.


Fine del quattordicesimo capitolo




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Angolo dell'autore

Ciao ragazzi!
Scusate l'enorme ritardo (quasi due giorni!), ma ho avuto qualche impegno scolastico e, soprattutto, un orribile blocco dello scrittore per due giorni di fila!
Che dire... ho voluto narrare di due storie secondo me molto sottovalutate ed al contempo molto belle: una canon ovvero Ralf/Luna ed una fanon che adoro ovvero Cho/Dudley. Scoprirete di più su queste coppie nel resto della storia!
Nei prossimi capitoli torneremo ad Hogwarts, e focalizzerò molto di più l'attenzione sul Quidditch, sui Marauders, sulle classiche scenette comiche e via dicendo... non escludo anche qualche nuovo colpo di scena!
Pubblicherò nei prossimi giorni il capitolo 5 di La resa dei conti: perché tutto ritorna a galla
Alla prossima, vostro
Deep
   
 
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