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Autore: LaMicheCoria    12/02/2013    3 recensioni
Aveva affrontato gli incubi, fronteggiato occhi incavati in orbite scarlatte e sangue e fuoco e lo schianto e lamiere ritorte conficcate tra le costole, attraverso lo sterno, dentro la carne. Li aveva combattuti e ne era uscito vincitore.
Ma quello..

[Steve/Tony]
[10 Prompt] [#01 - Tidings] [#02 - Cake] [#03 - Voyage] [#04 - Battle] [#05 - Destination] [#06 - Hold On] [#07 - I'm Here] [#08 - Lifestyles] [#09 - Cleaning] [#10 - Light]
[Completa]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cause Nobody Wants To Be The Last One There :.'
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# 8 – Lifestyles :.

 

Tony sapeva che far entrare Steve nella propria vita significava sconquassare completamente quelli che erano stati i propri bioritmi fino a quel momento: Rogers era un elemento inconsueto, appena ipotizzabile, inseritosi praticamente da solo in un’equazione perfetta e armonica, dove caffè, invenzioni, caffè, oh guarda come si è rimessa bene la modella di Vogue, caffè, cromature e caffè avevano un posto di assoluto rilievo.
Semplicemente, Rogers non aveva capito che anche sopravvivere per tre giorni a caffeina era una stile di vita.
Non uno dei più gettonati, ma allora non sarebbe stato uno stile di vita griffato Stark.
Fosse arrivato al punto di iniettarsela direttamente in vena per lavorare al progetto di un..cos’era l’ultimo? Un potenziamento dei reattori o il microonde che quando lo attivavi faceva risuonare That’s Amore per tutta la cucina? Oh, comunque, finché non arrivava al punto di iniettarsi il caffè in vena per bruciarsi le sopracciglia o resettare alcune modulazioni sonore perché seguissero le tonalità di Dean Martin, quel particolare stile di vita andava più che bene.
Ma non a Capitan Sette Ore di Sonno Sono Salutari Tony, Per Dio America, che la mattina voleva fare colazione con lui e cascasse il mondo ci dovevano essere sempre due tazze, due piattini, due cucchiaini, due biscottini, santo cielo, sembrava la casetta dei Sette Nani, solo meno zeppa di fauna locale.
Non che a Tony dispiacesse alzarsi accompagnato dal sommesso fischiettare di Steve che preparava i pancakes, né discutere davanti ad una spremuta di quanti giorni ci avrebbe messo l’Agente Barton a portare a cena fuori l’Agente Romanoff senza che una catastrofe mondiale piombasse loro addosso, o se il dottor Banner si fosse accorto degli sguardi…interessati che l’Agente Hill gli rivolgeva al di sopra del computer, quando credeva che nessuno la stesse osservando.
Non sarebbe stato male pranzare con un doppio cheeseburger sulla terrazza della Stark Tower, con Rogers appollaiato sulla ringhiera e lo sguardo perso solo lui sapeva dove, il sole ridotto ad un puntolino lucente nel fondo degli occhi azzurri -Gli stessi che poi si alzavano a cercare quelli Tony e sorridevano, seguendo la linea tranquilla delle labbra sollevate e delle fossette che si formavano sulle guance.
Insomma, poteva essere bellissimo e romanticissimo e tutti quegli –issimo che nella loro storia-rapporto-relazione ci stavano come i cavoli a merenda, ma ehi! Tony Stark era Tony Stark e apparteneva al laboratorio, all’olio e al grasso di motore, ai dati, ai pannelli e alle sacrosante cromature dell’armatura. Era un circolo beatamente vizioso che con gli anni aveva assunto una perfezione innegabile: Steve era pian piano scivolato dentro quel moto perpetuo di notti insonni e toast che si ammassavano tra le colonne allineate e impilate di fogli e calcoli, e Tony aveva sempre e comunque spazio e attenzione e tutto per lui.  Ma non poteva negare quanto i loro stili di vita fossero agli antipodi: non era un’accusa o un ripensamento, era una constatazione amichevole tra coinquilini che spesso, molto spesso s’intrattenevano volentieri tra loro per conoscersi in maniera decisamente biblica. E, Dio –era proprio il caso di dirlo- Tony non desiderava altri che Steve per sostenere una concreta, stimolante conferenza di teologia.
Però..Davvero, non riusciva a capire come potesse funzionare una convivenza come la loro, dove uno degli elementi della formula scandiva la giornata ad ore e non a bulloniaddizionisistemare, e scendeva nel laboratorio, bussava, lo chiamava, Tony, è ora di cena.. e gli faceva capire che i giorni, i mesi, gli anni passavano e lui ancora non se n’era andato, c’era ogni mattina tra il caffè e il latte, c’era a pranzo e rideva da sopra l’agrodolce take away cinese, c’era la sera in attesa che la cena fosse pronta e c’era la notte, quando non importava null’altro che la sua presenza accanto alla propria.
Come ancora non fossero esplosi era un mistero per cui Tony  non smetteva di lambiccarsi il cervello, perché proprio non gli riusciva di trovare un punto di collegamento tra le due esistenze, il punto focale da cui si dipanava e diramava il filo conduttore di ogni loro giornata.
Smetteva di pensarci solo quando, due sere a settimana, lasciava il laboratorio e trabiccoli  intenti a lanciarsi insulti in codice binario, e saliva al piano superiore; lì, sul divano, Rogers leggeva, la gamba destra accavallata, il braccio sinistro allungato sullo schienale e il Grande Gatsby o Addio alle Armi placidamente poggiato sul palmo.
Tony lo raggiungeva in silenzio e senza chiedere si stravaccava sui cuscini, poggiava la nuca sul ginocchio di Steve e armeggiava col telecomando –Una televisione col telecomando, avevano comprato una fottuta televisione dotata di telecomando perché Rogers gli aveva chiesto qualcosa che non portasse avanti una dissertazione sulla scissione degli atomi mentre lui cercava solo di scaldare il latte- schiacciava qualche tasto, brontolava un po’ sui comandi vocali e infine impostava il canale su Discovery Channel per guardarsi Top Gear.  
Non che ascoltasse troppo il ronzio del programma, a dire il vero.
Dopo solo qualche minuto, infatti, l’attenzione di Tony veniva inesorabilmente catturata dalle dita di Steve che andavano a disegnare piccoli, rilassanti cerchi tra i capelli.
E nulla, allora, poteva essere più equilibrato. Armonico.
Perfetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Finali

Wheeen theee moooon hiiits yooourr eeeeyeee, likeee a biiig pizzaaaaa pieeeeee, thaaat’s ammmmmmoooooreeeeeee----!!
Cioè. Siamo all’ottavo capitolo. Due prompt ancora e questa raccolta è finita. No. No. NO! *Si aggrappa ad uno Steve selvatico che passava di lì (?)*
Top Gear. Non so perché, ma mi ce lo vedo Tony a guardarsi Top Gear. E magari Steve che lancia qualche occhiata quando si tratta di moto. Babbè.
Ringrazio Sundance e F E D E per le loro recensioni e perché, ohmmmioddio, siete la causa della mia constante disidratazione. AI LOV IU
Ringrazio poi la frizzantissima ArtemisiaAssenzi per aver inserito la storia tra le preferite e Lightcross per averla messa tra le seguite!
E ringrazio anche Harinezumi perchè sì ùù
Alla prossima!

   
 
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