# 8 – Lifestyles :.
Tony sapeva che far entrare Steve nella propria vita
significava sconquassare completamente quelli che erano stati i propri bioritmi
fino a quel momento: Rogers era un elemento inconsueto, appena ipotizzabile,
inseritosi praticamente da solo in un’equazione perfetta e armonica, dove
caffè, invenzioni, caffè, oh guarda come si è rimessa bene la modella di
Vogue, caffè, cromature e caffè avevano un posto di assoluto rilievo.
Semplicemente, Rogers non aveva capito che anche
sopravvivere per tre giorni a caffeina era una stile di vita.
Non uno dei più gettonati, ma allora non sarebbe
stato uno stile di vita griffato Stark.
Fosse arrivato al punto di iniettarsela direttamente
in vena per lavorare al progetto di un..cos’era l’ultimo? Un potenziamento dei
reattori o il microonde che quando lo attivavi faceva risuonare That’s Amore per tutta la cucina? Oh,
comunque, finché non arrivava al punto di iniettarsi il caffè in vena per
bruciarsi le sopracciglia o resettare alcune modulazioni sonore perché seguissero
le tonalità di Dean Martin, quel particolare stile di vita andava più che bene.
Ma non a Capitan Sette
Ore di Sonno Sono Salutari Tony, Per Dio America, che la mattina voleva
fare colazione con lui e cascasse il mondo ci dovevano essere sempre due tazze,
due piattini, due cucchiaini, due biscottini, santo cielo, sembrava la casetta
dei Sette Nani, solo meno zeppa di fauna locale.
Non che a Tony dispiacesse alzarsi accompagnato dal
sommesso fischiettare di Steve che preparava i pancakes, né discutere davanti
ad una spremuta di quanti giorni ci avrebbe messo l’Agente Barton a portare a
cena fuori l’Agente Romanoff senza che una catastrofe mondiale piombasse loro
addosso, o se il dottor Banner si fosse accorto degli sguardi…interessati che l’Agente Hill gli
rivolgeva al di sopra del computer, quando credeva che nessuno la stesse
osservando.
Non sarebbe stato male pranzare con un doppio cheeseburger
sulla terrazza della Stark Tower, con Rogers appollaiato sulla ringhiera e lo
sguardo perso solo lui sapeva dove, il sole ridotto ad un puntolino lucente nel
fondo degli occhi azzurri -Gli stessi che poi si alzavano a cercare quelli Tony
e sorridevano, seguendo la linea tranquilla delle labbra sollevate e delle
fossette che si formavano sulle guance.
Insomma, poteva essere bellissimo e romanticissimo e
tutti quegli –issimo che nella loro
storia-rapporto-relazione ci stavano come i cavoli a merenda, ma ehi! Tony
Stark era Tony Stark e apparteneva al laboratorio, all’olio e al grasso di
motore, ai dati, ai pannelli e alle sacrosante cromature dell’armatura. Era un
circolo beatamente vizioso che con gli anni aveva assunto una perfezione innegabile:
Steve era pian piano scivolato dentro quel moto perpetuo di notti insonni e
toast che si ammassavano tra le colonne allineate e impilate di fogli e calcoli,
e Tony aveva sempre e comunque spazio e attenzione e tutto per lui. Ma non poteva
negare quanto i loro stili di vita fossero agli antipodi: non era un’accusa o
un ripensamento, era una constatazione amichevole tra coinquilini che spesso, molto spesso s’intrattenevano volentieri
tra loro per conoscersi in maniera decisamente
biblica. E, Dio –era proprio il
caso di dirlo- Tony non desiderava altri che Steve per sostenere una concreta,
stimolante conferenza di teologia.
Però..Davvero, non riusciva a capire come potesse
funzionare una convivenza come la loro, dove uno degli elementi della formula
scandiva la giornata ad ore e non a bulloniaddizionisistemare, e scendeva nel
laboratorio, bussava, lo chiamava, Tony,
è ora di cena.. e gli faceva capire
che i giorni, i mesi, gli anni passavano e lui ancora non se n’era andato, c’era
ogni mattina tra il caffè e il latte, c’era a pranzo e rideva da sopra l’agrodolce
take away cinese, c’era la sera in attesa che la cena fosse pronta e c’era la
notte, quando non importava null’altro che la sua presenza accanto alla propria.
Come ancora non fossero esplosi era un mistero per
cui Tony non smetteva di lambiccarsi il
cervello, perché proprio non gli riusciva di trovare un punto di collegamento
tra le due esistenze, il punto focale da cui si dipanava e diramava il filo
conduttore di ogni loro giornata.
Smetteva di pensarci solo quando, due sere a
settimana, lasciava il laboratorio e trabiccoli intenti a lanciarsi insulti in codice binario,
e saliva al piano superiore; lì, sul divano, Rogers leggeva, la gamba destra
accavallata, il braccio sinistro allungato sullo schienale e il Grande Gatsby o Addio alle Armi placidamente poggiato sul palmo.
Tony lo raggiungeva in silenzio e senza chiedere si
stravaccava sui cuscini, poggiava la nuca sul ginocchio di Steve e armeggiava
col telecomando –Una televisione col
telecomando, avevano comprato una fottuta
televisione dotata di telecomando perché Rogers
gli aveva chiesto qualcosa che non portasse avanti una dissertazione sulla
scissione degli atomi mentre lui cercava solo di scaldare il latte- schiacciava
qualche tasto, brontolava un po’ sui comandi vocali e infine impostava il
canale su Discovery Channel per guardarsi Top Gear.
Non che ascoltasse troppo il ronzio del programma, a
dire il vero.
Dopo solo qualche minuto, infatti, l’attenzione di
Tony veniva inesorabilmente catturata dalle dita di Steve che andavano a
disegnare piccoli, rilassanti cerchi tra i capelli.
E nulla, allora, poteva essere più equilibrato.
Armonico.
Perfetto.
Note Finali
Wheeen theee moooon hiiits yooourr eeeeyeee, likeee a
biiig pizzaaaaa pieeeeee, thaaat’s ammmmmmoooooreeeeeee----!!
Cioè. Siamo all’ottavo capitolo. Due
prompt ancora e questa raccolta è finita. No. No. NO! *Si aggrappa ad uno Steve
selvatico che passava di lì (?)*
Top Gear. Non so perché, ma mi ce lo
vedo Tony a guardarsi Top Gear. E magari Steve che lancia qualche occhiata
quando si tratta di moto. Babbè.
Ringrazio Sundance e F E D E per
le loro recensioni e perché, ohmmmioddio, siete la causa della mia constante
disidratazione. AI LOV IU
Ringrazio poi la frizzantissima ArtemisiaAssenzi per aver inserito la
storia tra le preferite e Lightcross per averla messa tra le seguite!
E ringrazio anche Harinezumi perchè sì ùù
Alla prossima!