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Autore: effe_95    13/02/2013    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.
 
21. “ Ti chiedo scusa e ti perdono”



Yulian se ne stava seduto per terra sul tappeto da più di tre ore, mentre cercava inutilmente di riprendere la lettura di “Delitto e castigo” senza riuscirci minimamente, appena riprendeva a leggere subito dopo tre parola la sua mentre vagava verso altre cose e altri pensieri, la verità era che si era pentito terribilmente di averle risposto in quel modo così poco carino. << Che succede? >> Chiese Katerina sedendosi accanto al figlio, la donna indossava una grembiule tutto sporco di pomodoro e altra roba che Yulian non voleva nemmeno cercare di indovinare. << Niente >> Rispose lui riprendendo a leggere lo stesso rigo per la tredicesima volta, Katerina sospirò rassegnata, quanto Yulian utilizzava quella parola non avrebbe parlato nemmeno con un fucile puntato alla gola.       
<< Probabilmente questo è un discorso tra uomini no? >> Intervenne all’improvviso Aleksandr, né Yulian né Katerina lo avevano sentito arrivare, per questo entrambi sussultarono. Katerina sorrise dolcemente al marito e gli fece l’occhiolino alzandosi con difficoltà dal tappeto.                            
<< Se è così allora me ne vado >> Katerina lasciò la stanza velocemente e sparì nella zona notte della casa, mentre Aleksandr prendeva il suo, Yulian continuava ad ignorarlo, ma aveva il cuore che gli tremava a mille, ancora un po’ per la paura e il timore che provava per lui, ma anche un po’ per l’emozione di averlo accanto in quel momento.                                                          
<< Problemi con Claudia ? >> Era arrivato dritto al punto eh? Yulian si arrese e abbassò il libro guardando il padre negli occhi, era una cosa completamente nuova per lui, non aveva mai avuto un vero padre con cui parlare, e se adesso poteva farlo, era anche merito di Claudia, che lo aveva salvato.                                                                                                                                                
<< Si papà, c’è sempre qualcosa che non va bene. Prima litigavamo perché lei non voleva fare l’amore con me, e adesso che abbiamo chiarito questo punto, litighiamo per il mio passato e per le ragazze che ho avuto prima di lei, vorrei che imparasse a fidarsi di più, vorrei che pensasse a quello che abbiamo adesso, no a quello che c’è stato prima >> Mentre parlava, Yulian si era portato le ginocchia sulla bocca e aveva abbandonato il libro sul tappeto dimenticando addirittura di mettere il segna libro. Aleksandr gli passò una mano sulla testa, e si accorse che Yulian aveva ancora un livido sul collo, cercò di non badarvi e focalizzò il suo sguardo su altro. << Il passato comunque non lo puoi cancellare no? E fa parte dei compromessi dell’amore, Claudia dovrebbe capirlo >>  Yulian sbuffò e abbassò gli occhi finendo di nascondere la faccia tra le ginocchia.                          
<< La verità è che questi compromessi non piacciono ne a me ne a lei >>                                                   
<< Yulian, ricordati che a litigare litigherete sempre, a volte vi servirà tutta la pazienza e l’amore di cui siete capaci per evitare che tutto possa andare a farsi fottere, ma se state insieme c’è un motivo, e se poi quel motivo dovesse venire a mancare, allora vorrà dire che è il momento di separarvi, e allora non sarà più colpa tua >> Yulian ripensò a quella sera a San Pietroburgo, quando l’aveva lasciata per uno scatto d’ira, a quanto gli avesse fatto male dopo, il pensare di passare il resto della vita senza di lei, di innamorarsi di qualcun altro che non fosse lei.                                                     
<< Ma io non voglio che finisca, insomma lei mi ha salvato la vita, lei è stato il mio raggio di sole quando non sapevo più cosa fare e quando tu mi facevi paura da morire >> Aleksandr giunse le mani e guardò un punto fisso per più di un minuto, come se stesse pensando intensamente, Yulian non osava alzare la faccia dalle ginocchia per paura che il padre potesse arrabbiarsi troppo e picchiarlo ancora una volta. << Le ho promesso una cosa sai? Le ho promesso che se lei mi avesse salvato, allora io poi avrei salvato lei, ma non lo so come si fa >> Continuò Yulian, Aleksandr tornò al presente e sorrise tristemente al figlio posando una mano li dove c’era ancora il livido.               
<< Non lo so nemmeno io Yul, non lo so e mi dispiace da morire >>
 


Francesco camminava tranquillamente sotto il peso della neve che in quel Febbraio gelido non smetteva di scendere con insistenza. Doveva trovare un modo per tirare su il morale di Claudia, che era da due settimane che non sorrideva più, quella litigata con Yulian era stata tremenda per lei, i due non si parlavano da ben due settimane e nessuno dei due sembrava voler fare il primo passo, orgogliosi com’erano. Una volta attraversata velocemente la strada, qualcuno si attaccò pesantemente al suo braccio, Francesco si girò di scatto e vide che era Agneszka, ma la ragazza aveva qualcosa di strano e il moro se ne accorse subito, aveva tagliato tutti i capelli lasciando un taglio corto e maschile, non stava male, ma era diversa.                                                                   
<< Molla il mio braccio >> Sbottò irritato Francesco, Agneszka fece finta di non sentirlo e sorrise divertita.                                                                                                                                              
<< Come stai? >> Chiese continuando a reggersi al braccio del moro, Francesco si bloccò di colpo e la guardò malissimo.                                                                                                                                
<< Ma non hai niente di meglio da fare? Perché non te ne torni in Ucraina? È la cosa che sai fare meglio no? >> Il sorriso di Agneszka sparì in un attimo.                                                                        
<< Me lo rinfaccerai per il resto della mia vita vero? >> Francesco si fermò di colpo e guardò l’ucraina con occhi davvero stanchi, non ne poteva più di affrontare ancora una volta quell’argomento, ma questa volta l’avrebbe fatta finita per sempre.                                                  
<< Agneszka, tu saresti stata l’amore della mia vita, ma quando hai avuto la possibilità di rimanere qui con me nonostante i tuoi partissero, hai preferito andartene e non farmelo nemmeno sapere. Mi sarei giocato una mano sul fuoco che saresti rimasta con me, invece in giorno dopo non c’eri più e quella mano me la sono bruciata davvero >> Francesco aveva abbassato tutte le difese, mentre sulla pelle di Agnezska era arrivata la pelle d’oca come un’ onda anomala.                                                  
<< Lo sai perché non ti ho salutato? Perché non volevo farmi del male >> Francesco allargò le braccia sconcertato, non gli serviva un’altra prova per capire quanto fosse egoista ed egocentrica quella maledetta vipera ucraina.                                                                                                                 
<< Sai una cosa? Va a quel paese Ageszka, per fortuna sei uscita dalla mia vita >> Disse Francesco con tutto il veleno di cui era capace, scostò bruscamente la ragazza facendola cadere a terra tra la neve, sembrava un cerbiatto spaurito con quegli occhi grandi e azzurri, ma lui non sarebbe caduto di nuovo, le diede le spalle e prese a camminare come se niente fosse.                                                            
<< Lo sai perché me ne sono andata? Perché poco prima di sapere di dover andare via, sono stata violentata in mezzo alla strada e lasciata li come un animale, dopoho avuto così tanta paura che tu mi toccassi … Non lo so cosa mi ha detto la testa, ma avevo paura di te, e se non mi credi sono fatti tuoi >> Adesso era Francesco ad avere la pelle d’oca, aveva la certezza che lei non stesse mentendo, perché ricordava perfettamente che Agneszka non si faceva più toccare nell’ultimo periodo e nonostante fosse primavera indossava capi che la coprivano completamente, ma era stato troppo concentrato su se stesso per rendersene conto, ma quella non era una giustificazione che bastava per andarsene come una ladra no? O si?  Il moro si girò lentamente e vide il volto della ragazza completamente rigato dalle lacrime, chiuse gli occhi e sospirò stringendo i pugni.                            
<< Allora ti chiedo scusa e ti perdono >> Nel sentire quelle parole, Agneszka si alzò in piedi e corse come una disperata gettandosi tra le braccia di Francesco che le passò esitante una mano tra i capelli.                                                                                                                                                 
<< Mi sei mancato da morire in Ucraina, e ti giuro che non sono stata con nessuno >> Ripeteva la ragazza continuando a piangere, Francesco aveva un sorriso triste stampato sulle labbra e continuava ad accarezzarla come se fosse un bambino piccolo.                                                              
<< Ti credo, ma non posso tornare con te perché sono innamorati di Iliana, lo capisci vero? >> Agneszka non lo capiva, ma annuì lo stesso perché comunque non aveva nessuna intenzione di arrendersi con lui, era l’uomo della sua vita e lo avrebbe avuto a tutti i costi, si alzò sulle punte e gli lasciò un bacio a timbro. << Questo è l’ultimo bacio che ti darò, te lo giuro. Il prossimo sarà quanto Iliana ti spezzerà il cuore >>
 
Quella domenica mattina era grigia e tetra, Claudia non aveva nessuna voglia di uscire e allora decise di restarsene a casa seduta sul suo divano a vegetare. Francesco però, aveva deciso diversamente, bussò freneticamente alla porta e quando la rossa aprì entrò nella stanza come una furia, una furia che piangeva però.                                                                                                     
<< Checco! Che succede?! >> Chiese Claudia prendendo l’amico per le braccia, Francesco aveva gli occhi stravolti, e come un dannato raccontò tutto a Claudia.                                                            
La rossa lo fece sedere sul divano e gli tolse il cappotto bagnato avvolgendolo nella sua coperta calda e abbracciandolo in continuazione. << L’avevano violentata e io non me ne sono nemmeno accorto! >> Ripeteva in continuazione il moro, cacciando altre lacrime calde, era la prima volta che piangeva così per Agneszka in presenza di Claudia, e questo non poteva farle che piacere.               
<< Ma se lei non te l’ha detto, è ovvio che non potevi saperlo >>                                                    
<< In realtà lei si presentò con lo zigomo tagliato e un occhio nero, ma mi raccontò di essere caduta per le scale, una scusa così banale che avrei dovuto rendermene conto >> Il problema era un altro però, Claudia gli prese saldamente le mani e lo guardò dritta negli occhi.                                        
<< Ma tu cos’hai intenzione di fare? >> Francesco rimase sorpreso da quella domanda, smise di piangere e sgranò gli occhi rossi.
<< Voglio restare con Iliana, io la amo >>                                           
<< E allora perché stai piangendo per Agneszka ?>> La domanda rimase sospesa nel vuoto e Francesco si salvò perché il campanello suonò ancora una volta, Claudia si accinse ad aprire la porta con noncuranza e si ritrovò davanti Yulian, con un cappotto leggero e i capelli pieni di neve, rimase così sorpresa che per poco non gli richiuse la porta in faccia.                                                
<< Che ci fai qui ? >> Chiese lei sconvolta, Yulian contrasse la faccia e strinse i pugni, non gli era minimamente piaciuto il modo in cui Claudia gli aveva risposto, nonostante non si vedessero da due settimane, si aspettava un’accoglienza migliore, soprattutto perché era stato lui a fare il primo passo.                                                                                                                                                   
<< Possono entrare? Sto congelando! >> Sbottò il ragazzo allargando le braccia, solo dopo aver sentito quella frase Claudia lo vide davvero, vide un ragazzo dalla pelle pallida come il latte, gli occhi più azzurri del cielo e i capelli biondi come un raggio di sole, sembrava davvero uscito dalla neve in quel momento, fece un passo indietro e lo fece entrare nella stanza. Quando Yulian richiuse la porta alle sue spalle, Claudia percepì il freddo che lo avvolgeva sparire piano, piano grazie al calore della stanza, Yulian non si accorse minimamente di Francesco, che se ne stava li a tirare su con il naso. << Yulian non è davvero il momento, non mi va di litigare >> Commentò la rossa facendo un gesto con il braccio come a voler scacciare quell’idea, Yulian quel braccio lo bloccò e la guardò con due occhi da far paura, occhi degni di un cosacco dello Zar.                                            
<< E allora fammi capire una cosa, perché credi che sia venuto qui per litigare? Non ci vediamo da due settimane Claudia! >> Yulian era davvero nervoso, perché non riusciva a formulare bene la frase, balbettava e ogni tanto diceva una parola in russo correggendosi subito dopo, ma Claudia era così concentrata nella faccenda di Francesco che non se ne rendeva nemmeno conto.                     
<< Cosa sei venuto a fare allora? >> A quella domanda posta in quel modo così superficiale e privo di tatto, Yulian non ci vide più dalla rabbia e dal dispiacere. << Forse sono venuto per fare pace?! Ma se questa è l’accoglienza per essere venuto fin qui, sotto la neve con un giubbotto di lino, dopo che non ci vediamo da due settimane, allora ho fatto bene a mandarti a fanculo >> Quelle parole sembrarono svegliarla dal torpore e la punsero sul viso, Yulian non capiva che non era assolutamente il momento per parlare di una cosa del genere.                                                          
<< Adesso non ho tempo da perdere con queste cose >> Ribatté lei incrociando le braccia al petto, Yulian sollevò un sopracciglio ormai al limite della sopportazione.                                                              
<< Stai dicendo che non ha tempo per me! Allora la prossima volta che mi vedrai sarà quando avrai pensato di avere un po’ più di considerazione nei miei confronti! >> La frase terminò con Yulian che sbatteva la porta e faceva tremare tutta la casa, Claudia si sentì gelare e si girò verso Francesco con una lentezza unica, il moro la guardava con durezza e non piangeva più, anzi, sembrava stare molto meglio.                                                                                                                                             
<< Ma lo vuoi perdere per caso? >> Il panico l’assalì completamente, scosse la testa come una bambina piccola e si fiondò sotto la neve con le ciabatte al piede per seguirlo.
                                                       





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Effe_95

  

Scappo perchè non ho tempo!
Vi saluto e vi ringrazio in anticipo, fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto e perdonatemi vi prego!

  
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