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Autore: Neko    15/02/2013    5 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 46: Il nemico già affrontato (parte 1)

 

 

Ogni Mugiwara si sentiva pronto ad affrontare il proprio avversario.

Sapevano che per alcuni di loro sarebbe stato più semplice che per altri,  ma non per questo sottovalutarono il nemico. Anche se avevano acquisito molta esperienza e si erano rafforzati durante quegli anni, i loro avversari potevano nascondere qualche arma non utilizzata durante il loro precedente incontro.

 

Chopper fu il primo ad “aprire le danze”, seguito poi da tutti i suoi compagni.

Il campo di battaglia era un caos e un esterno avrebbe fatto fatica a comprendere chi si batteva con chi.

La piccola renna saltava di qua e di là, evitando la grossa ascia che il capitano Morgan usava come secondo braccio.

Il dottore era impegnato a studiare il nemico e dopo alcuni minuti comprese che l’uomo che si ritrovava a fronteggiare, oltre a lanciare insulti, a vantarsi di sé stesso e a sventolare la sua arma, non sapeva fare molto altro.

Il capitano Morgan poteva sembrare forte e minaccioso per una persona comune e il suo aspetto non tranquillizzava nemmeno la piccola renna, ma Chopper, dato la sua capacità di trasformarsi e di cambiare statura, non si fece tanti problemi a fronteggiarlo.

Egli infatti, si trasformò allo stato medio, mantenendo la capacità di camminare su due gambe e avendo due grandi corna da utilizzare come arma di difesa.

Inoltre acquistava maggiore agilità e spiccando un veloce e alto salto, scomparve dalla vista dell’ex capitano della marina, ricomparendogli poi alle spalle. L’uomo non aspettandosi un attacco da dietro, venne colto di sorpresa quando le corna della renna lo afferrarono e lo lanciarono in aria. Lo schianto a terra fu brutto, tanto da provocare lo scioglimento dell’inchiostro con cui il capitano Morgan era disegnato.

“è stato un gioco da ragazzi!” si disse tra sé e sé la piccola renna, tornando a indossare i suoi solito panni, per poi cominciare a fare il tifo per i suoi compagni, ancora alle prese con i loro avversari.

 

Arlong non mostrava capacità differenti dall’ultima volta in cui si era trovata faccia a faccia con lui, ma nonostante Nami lo conoscesse alla perfezione, anche nel suo stile di combattimento,  si sentiva nervosa.

Aveva la possibilità di vendicarsi di tutto il male che quell’essere le aveva fatto patire, ma ricordare tutta la sua triste infanzia, l’aveva portata a commettere qualche errore di valutazione.

Già due volte era stata buttata a terra con forza dall’uomo pesce, ferendosi, sebbene non in modo grave, a una gamba.

Nami capì che non c’era tempo per rivangare il passato e ordinò a Chopper di starle lontano, quando lo vide avvicinarsi a lei a causa della ferita che si era procurata.

La ragazza strinse a sé il suo climac attack e poggiandosi su di esso si rimise in piedi.

“I miei complimenti, non ti ricordavo così grintosa mia cara Nami!” disse divertito Arlong, il quale continuava a fissarla dall’alto verso il basso.

“Ti farò passare quell’aria strafottente e ti farò pentire dell’inferno che mi hai fatto vivere!”

Nami puntò la sua arma contro quell’essere per poi urlare “Thunder Boomerang!”

Una scossa elettrica a forma triangolare uscì dalla cima del suo bastone, ma non a una velocità tale da cogliere Arlong impreparato, né la prima, né la seconda volta, avendo Arlong compreso dal nome della mossa, che l’elettricità sarebbe tornata indietro per farlo allo spiedo.

Nami si morse il labbro e cominciò a indietreggiare impaurita, vedendo l’avversario avvicinarsi minaccioso verso di lei.

Un sasso la fece inciampare, permettendo così all’uomo pesce di afferrarla per i capelli.

Arlong fu divertito da come si era messa la situazione, convinto di avere la situazione in pugno.

Scoppiò a ridere per questa sua sicurezza, ma le risate gli morirono in gola, quando vide il ghigno divertito della navigatrice.

“Vedo che la mia recitazione di ragazza impaurita ha funzionato!” disse Nami, dandogli un sonoro calcio nel basso ventre, provocando così la sua liberazione.

Dovette però gettarsi a terra, quando uno scoppiettio alle sue spalle l’avvisò che il suo attacco stava per colpire l’avversario e da li a poco, Arlong si ritrovò prigioniero in una scarica ad alto voltaggio.

“Mi dispiace per te Arlon, ma la mia mossa torna indietro finchè non ha ben cotto il suo bersaglio!” disse compiaciuta la ragazza, quando vide il suo ex aguzzino dissolversi, lasciando come unica traccia del suo passaggio, una macchia di inchiostro nell’erba.

 

Usopp correva a perifiato a causa dei continui proiettili di sabbia che Crocodile gli lanciava. Quando si ritrovò con le spalle contro un enorme quercia, il cecchino gridò “Ehi, non vale, tu mi hai attaccato mille volte di fila, senza darmi il tempo di prepararmi. Ora tocca a me!”  disse lanciando a terra della terra.

“Questo non è un gioco nel quale ognuno deve attendere il proprio turno e io non ho voglia di battermi con uno smidollato come te, quindi prima ti elimino, prima posso andare a battermi con il moccioso di gomma, ho un conto in sospeso con lui!” disse il nemico infastidito dalla codardia del ragazzo, creando successivamente un’enorme mano di sabbia, pronto a stritolarlo a dovere.

“Ma cosa…” domandò l’uomo quando si vide fermare la sua arma da degli arbusti.

“Mai sottovalutare il grande capitano Usopp. Devi sapere bello mio, che la natura è mia amica…basta concimarla un po’ e viene in mio aiuto senza farsi pregare. Senza terra le piante non possono crescere, ma se questa è presente, esse scavano per uscire alla luce del sole ed è per questo che della semplice sabbia non può fermare le mie care amiche, inoltre queste pianticelle nascondono una sorpresina!” disse Usopp con un sorrisino, indicando a Crocodile di guardare sopra la sua testa, dove le piante cresciute a dismisura, erano piene di bacche di varie dimensioni.

L’uomo non comprese, non finchè alla parola “explosion!” pronunciata dal cecchino, le bacche schiudendosi, crearono una fitta pioggia, che andò a bagnare la sabbia di cui Crocodile era fatto.

Tu…stupido moccioso, me la pagherai!” disse più arrabbiato che mai il nemico, prima di accorgersi che altre piante gli impedivano il movimento. Ormai diventato tangibile, delle piante arrampicanti si erano aggrovigliate intorno alle sue gambe e braccia, immobilizzandolo completamente.

“Credo che adesso tocchi ancora a me, in quanto il cattivone è caduto nella trappola e deve saltare il turno!” disse Usopp avvicinandosi all’avversario, pronto a chiudere la partita.

 

Yohohoho l’elettroshock fa quasi il solletico!” disse lo scheletro all’ennesima scossa lanciatagli dal suo avversario “Ma la mia pettinatura afro ne risente, ti pregerei di smetterla!”

Eneru lo guardava con aria stranita “Non è possibile, fino ad oggi solo una persona era riuscita a contrastare i miei fulmini, ma era fatto di gomma, tu che scusa hai?”

“Che sono già morto può essere una scusa valida?” chiese Brook prima di indicare il suo capitano “è quello lì il ragazzo di gomma di cui parli?”

Eneru rimase sorpreso a vederlo “Che diamine ci fa qui? E tu chi diavolo sei?”

“Sono un suo nakama, yohohoho, piacere di conoscerti!” disse lo scheletro facendo l’inchino.

“Uhm, non so perché mi trovo qui, ero tranquillo sulla mia arca, ma nonostante sia già stato sconfitto da quel moccioso, potrei approfittare per avere la mia vendetta, ma dato la mia superiorità in quanto essere supremo, capisco la mia inferiorità, vorrà dire che mi sfogherò su di te!” disse Eneru scagliandosi contro il pirata con il suo bastone, prontamente parata da Brook con la sua spada.

“Non possiamo, tanto per cambiare, prenderci una tazza di thè?” chiese il musicista , il quale non venne minimamente ascoltato.

I due continuarono a fronteggiarsi bastone contro spada, finchè Eneru, vedendo che non riusciva ad avere la meglio sull’avversario, perdendo il controllo delle sue azioni, lanciò contro il suo nemico il fulmine più potente di cui poteva disporre.

Il fulmine colpì in pieno lo scheletro , il quale , sebbene non fosse piacevole essere colpito da un forte voltaggio, rispose all’attacco impugnando la sua chitarra elettrica cominciando a strimpellare note stonate e senza senso, le quali, alimentate dall’elettricità, diventarono sempre più alte e insopportabili tanto che la testa di eneru scoppiò in un a pioggia di inchiostro decretandone la fine.

“Mi sono sentito i timpani scoppiare…oh  ma io i timpani non li ho yohohoho!!!” disse prima che una scarpa gli arrivasse dritto in faccia e le urla di Nami si fecero sentire in tutto il globo “noi invece si, brutto scriteriato. Questa  me la paghi!”

Infatti il suono assordante venne avvertito da tutti, sebbene non in maniera così forte da provare danni all’udito degli altri Mugiwara.

 

Robin si trovava ad affrontare un nemico insidioso e che le aveva reso la vita difficile. Le vennero i brividi a pensare al fatto che se lo avesse lasciato vincere e non avesse chiesto aiuto ai suoi nakama, non avrebbe mai vissuto quelle strepitose avventure che si sarebbe portata sempre nel cuore.

Ma a differenza di Usopp, Nami, Brool e Chopper, Robin non era sicura di aver superato in potenza Lucci, anzi ne era convinta. Se Rufy lo avesse nuovamente affrontato, non avrebbe avuto alcun problema a sconfiggere il membro del Cp9. Lei si sentiva più forte  rispetto ad anni addietro, quando si erano ritrovati faccia a faccia, ma non così tanto da eguagliare il Rufy di allora. Ma se il suo capitano lo batteva in potenza, lei poteva usufruire della sua intelligenza e astuzia per sconfiggere il nemico e uscire da quella situazione spiacevole.

“Nico Robin, che strana coincidenza. Stavo giusto per recarmi a Water Seven per incontrarti!” disse Lucci mantenendo la sua compostezza.

“Bada che non mi farò catturare come l’ultima volta. Io non voglio avere niente a che fare con te!” disse la donna, non riuscendo interamente a nascondere il suo timore.

“L’ultima volta? Non ricordo del nostro ultimo incontro!” rispose l’uomo.

Prrrr!” confermò la sua inseparabile colomba bianca, posata sulla sua spalla destra.

Robin non si era dimenticata che Lucci usciva da un manga precedente al loro incontro, ma per lei ritrovarselo davanti non la rassicurava minimamente.

La donna decise di mettere fine alle chiacchiere. Aveva cercato di perdere tempo per pensare a una strategia, ma venne comunque presa di sorpresa quando incrociando le braccia, pronta a chiamare una tecnica, si ritrovò Lucci dietro sì che le alitava sul collo.

“Deduco dalla tua posizione che hai deciso di combattermi. Credi sul serio che tu possa in qualche modo configgermi?” chiese il membro del cp9 spingendola violentemente a terra.

“Robin!” gridarono i suoi compagni che assistevano allo scontro.

Usopp ebbe l’istinto di alzarsi e correre in aiuto della compagna, ma Nami lo trattenne. Conosceva quello sguardo di Robin…uno sguardo che diceva che non si sarebbe arresa e che avrebbe combattuto fin quando le sue gambe glielo avrebbero permesso.

Usopp si morse il labbro. Poteva capire l’archeologa, ma temeva per la sua incolumità, ma sorrise quando vide numerose mani uscire dal terreno, cercando di imprigionare il nemico.

Lucci, dal canto suo, non rimase sorpreso da quella tecnica e nonostante fece fatica, si liberò dalla presa dell’archeologa facendo un lungo salto in alto.

“Credi di fermarmi così?” chiese prima di sbattere in qualcosa.

Robin aveva provveduto a creare una rete di mani per imprigionare nuovamente il nemico, quando si fosse liberato dal primo tentativo. Robin sapeva che non sarebbe stato così semplice, infatti Lucci riuscì a liberarsi anche da quella tecnica e anche dalle successive.

“Ho capito! Robin sa di non avere molte possibilità in quanto forza fisica, ma sta cercando di sfinire l’avversario in modo tale da avere qualche chance !” disse Usopp entusiasta, ma la sua felicità venne subito ammazzata dal dottore, il quale affermò “Sempre ammesso che non sia lei a cedere per prima!” disse Chopper preoccupato, vedendo Robin con un po’ di affanno.

Infatti Lucci non si limitava a schivare le numerose trappole dell’archeologa, ma riusciva anche a contrattaccare con il Ryokugan, che fortunatamente la donna era riuscita fino a quel momento a schivare, venendo colpita di striscio solo l’ultima volta a causa della stanchezza che ormai si faceva sentire.

La situazione era in stallo.

Entrambi gli avversari erano sfiniti, sebbene l’archeologa fosse messa peggio dell’avversario.

I due si guardavano negli occhi in attesa della prossima mossa da parte del nemico.

“Accidenti, questa attesa mi sta uccidendo!” Disse Nami ansiosa.

“Già, Robin sta...ma Nami? Dove stai guardando?” Chiese Chopper spostando il suo sguardo verso il punto fissato dalla navigatrice.

Usopp sorrise, capendo. La ragazza cercava di seguire contemporaneamente sia lo scontro di Robin che di  Rufy, il quale era già iniziato.

“Suvvia Nami, Rufy se la caverà benissimo. Come ha sempre fatto!” disse Chopper sicuro di quanto affermasse. La navigatrice abbassò il capo e mordendosi il labbro, annuì.

Sapeva bene che Rufy era potente, ma non poteva dimenticare cosa aveva passato l’ultima volta che il suo capitano si era scontrato con Akainu.

Un urlò però la costrinse a rivolgere nuovamente la sua attenzione allo scontro di Robin.

La donna era a terra ansimante, colpita da un attacco del nemico.

Il sangue uscito dalla bocca, sfigurava la sua bellezza.

Lucci le si avvicinò con un ghigno.

“L’idea di farmi stancare erao, peccato che sia molto più resistente di te!” disse presuntuosamente, prima di accorgersi che il sole poco a poco si oscurava, nonostante in cielo non ci fosse una nuvola.

Si girò lentamente non prevedendo niente di buono.

“Che accidenti è?” disse vedendo due enormi gambe alzarsi verso il cielo, una delle quali si alzò pronta a pestarlo.

Lucci comprese che se fosse rimasto fermo, avrebbe fatto la fine di uno scarafaggio colpito da una ciabatta e piegò le ginocchia per darsi lo slancio per il salto, ma qualcosa gli impedì di prendere il volo.

Sentiva i piedi incollati a terra. Guardò in basso per vedere nuovamente un certo numero di mani tenergli ferme le gambe e, a causa della stanchezza accumulata, riuscì a liberarsi, ma non prima di essere calpestato.

Il piede che batteva a terra, aveva creato un piccolo terremoto a causa dell’impatto col suolo e solo quando esso si sollevò, si potè notare che al posto di Lucci c’era un enorme chiazza di inchiostro.

Robin sorrise vittoriosa ed esausta si lasciò cadere a terra.

 

 

Mamma mia…finalmente ce l’ho fatta a scrivere questo capitolo.

Non ho mai fatto così fatica a inventarmi qualche scontro e pensare che si tratta solo della prima parte, mi fa star male. Voglio proprio vedere cosa inventerò per gli latri. Bah per adesso spero solo che questi scontri siano almeno un po’ credibili e che il capitolo vi sia piaciuto.

Come sempre fatemi sapere.

Alla prossima

Neko =^-^=

 

  
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