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Autore: Aout    16/02/2013    2 recensioni
Aro e Didyme, brevi scorci sul loro passato.
Da capitolo singolo ecco che mi è nata tra le mani, inconsciamente ma neanche troppo, una raccolta di one-shot, flash-fiction e drabble (almeno credo, per ora sono solo tante idee disordinate) sulla storia del loro complicato rapporto.
Il tutto è corredato da frequenti Marcus/Didyme, ve lo dico perchè, beh, loro ci sono ed è giusto farli notare :)
Spero che a qualcuno di voi possa interessare seguirmi,
Aout
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aro, Didyme, Marcus, Volturi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Come una marea

 
 
Sono come tende, i rami di quegli ulivi. Come quelle che, davanti alle finestre, nascondono allo sguardo assonnato l’abbagliante luce del giorno.
E, proprio come puoi sentire il canto dei passeri attraverso una finestra chiusa, magari puoi riuscire, se stai fermo lì, davanti a quei rami, se non ti muovi e fai silenzio, addirittura a percepire quell’eco lontana di giochi e risate. Se rimani in ascolto, se presti davvero attenzione, potresti perfino udire i frammenti delle vecchie storie passate.
 
Stai attento però, non fare l’errore di scostare le tende, perché se lo facessi davvero, se davvero osassi spostare quei rami, ti accorgeresti che tutto ciò ormai non esiste più, che la radura è stata travolta dalla marea del progresso, che perfino gli ulivi stanno per avvizzire.
 
Ma Didyme, lei è sempre stata curiosa.
Come quando, con quel suo nuovo pallido corpo, pensava di poter andare finalmente a far visita alle Nereidi sul fondo del mare, come aveva sempre desiderato, e allora si è tuffata e non è tornata per giorni, mandando tutti nel panico.
Oppure quando ha voluto scoprire se le labbra di Marcus, del colore delle ciliegie, ne avessero veramente il sapore, se riuscissero davvero riportarglielo alla mente, e allora ha deciso di baciarlo e lui, inaspettatamente, ha risposto.
Così Didyme ha deciso di scostarle, quelle tende.
 
E allora ha scoperto come il potere fosse diventato l’unica cosa importante, quanto lo sguardo di suo fratello si fosse tramutato in null’altro che un freddo pezzo di ghiaccio.
A quel punto, quando Didyme ha visto che di spazio per lei e per le sue risate in quella radura non ce n’era più, ha deciso che era il momento di andarsene.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:  capitolo stranissimo, lo so.
Sono partita da un’introduzione che avevo scritto per questa storia (che era molto più “poetica” (?) di come è adesso) e ho sviluppato l’idea.
Non so, mi sembra che a qualcuno di voi il primo capitolo sia piaciuto, spero che questo non vi deluda, non troppo almeno…
Comunque, “marea del progresso” è una mezza citazione di Verga (“mezza” perché la sua era la “fiumana del progresso”, capite ora quanto debiliti la scuola? XD) mentre le Nereidi sono divinità d’acqua (le sirene non mi andavano bene dato che per la mitologia antica sono dei mostri spietati e carnivori e nessuno vorrebbe volontariamente andare a fargli visita XD).
Io sono qui se volete farmi sapere cosa ne pensate ;)
Alla prossima,
Aout ;)
  
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