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Autore: drawandwrite    19/02/2013    1 recensioni
Protagoniste di questa storia saranno Nagisa e Honoka, una buona parte sarà assegnata a Shogo Fujimura e farà la sua apparizione anche Hikari.
Dopo un lungo tempo di pace, le amiche sono ormai convinte di aver chiuso con l'esercito del male. Ma un avvenimento inaspettato le costringerà a sfoderare le loro armi migliori per contrastare l'ormai imminente ritorno del male. Per una sfortunata coincidenza Shogo verrà coinvolto e spetterà alle Pretty Cure trarlo in salvo senza farsi smascherare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non erano ancora giunti sul luogo dello scontro, che un tonfo sordo e la travolgente eco di un’esplosione giunsero alle orecchie di Shogo e Cure Black, preoccupandoli a morte e inducendoli a correre con più fretta, vittime di una spiacevole frenesia mozzafiato.
Svoltarono un angolo, corsero per un rettilineo, si precipitarono giù per dossi morbidi di erba verde, sfrecciarono per una salita, poi un’altra, e un’altra ancora e intanto urla colme di sofferenza giungevano a cavallo del vento, attutite dalla distanza ancora vaga e imprecisa.
 
I polmoni scoppiavano nel petto di Shiny Luminous, e ciascuna delle membra del suo corpo, ogni muscolo, ogni nervo, ogni organo, gridava di strazio e implorava tregua a gran voce. Lacrime di rabbia e rassegnazione le rigarono il volto, bollenti come fuoco. Alla sua destra Cure White giaceva in ginocchio, i muscoli tremanti, sottoposti ad uno sforzo che andava oltre la loro possibilità. La vide scuotere lentamente il capo, mentre i capelli scuri le piovevano ai lati del collo, incorniciandole scompostamente il viso pallido infangato di terra, e la pelle lacerata. Shiny Luminous strinse i denti con forza, la schiena curva sotto il peso della prostrazione. Aveva la piena certezza che non avrebbero resistito ad un ulteriore attacco: Si erano opposte alla mostruosa potenza di Viblis e Regine come un esile fuscello si oppone alla vorticosa bufera senza piegarsi. Un’improvvisa scossa di dolore le prese il polpaccio, pressandolo terribilmente. La scossa si arrampicò, appendendosi ai tendini e lasciando dietro di sé solo dolore insopportabile. Shiny Luminous rilasciò un urlo strozzato, poi gettò la spugna.
 
Cure White percepì gli ormai fiacchi bicipiti delle braccia cedere sotto il suo stesso peso. Vide il terreno correrle incontro.  Avvertì il lato destro del suo viso raschiare contro la terra ruvida, il suo addome a contatto con lo strato sottostante, le gambe giacenti inermi. Una smorfia disperata le segnò profondamente il viso, mentre sulla lingua iniziava a sentire il sapore amaro dell’imminente sconfitta. Con la coda dell’occhio scorse, tra le palpebre pesanti, Viblis assestare un potente calcio tra le costole di Shiny Luminous, e il suo gemito strangolato le riempi le orecchie con orrore.
 
Shogo lanciò uno sguardo di sottecchi a Cure Black: Era agitata come non lo era mai stata. Respirava male e irregolarmente, preda di un panico frastornante. Le strinse brevemente la mano che li univa in quella folle corsa sconvolgente e lei reagì stringendo più forte, come se volesse aggrapparsi a lui. Probabilmente non faceva caso ai suoi gesti, in quel momento. Stava semplicemente assecondando un gesto di conforto alleviante lo stato in cui era precipitata.
-E’ qui- Dichiarò, non appena riconobbe il luogo.
Cure Black fece per lanciarsi all’attacco con foga, ma Shogo la trattenne ancora un secondo, rifiutandosi di sciogliere l’intreccio delle loro mani. La guardò negli occhi d’oro ,momentaneamente perplessi, e sospirò, angosciato.
-Fa’ attenzione. Ti prego-
Lei tentò di abbozzare un mezzo sorrisetto timido, quindi lui sciolse la loro stretta.
 
Cure Black corse via.
Il cuore seguiva un ritmo impazzito nel petto, e il respiro frenetico non le dava tregua.
Scorse immediatamente Viblis librarsi a tre metri da terra, un ghigno di scherno disegnato sul ripugnante viso crudele, le orbite interamente verdi, fredde e distanti.
La ragazza inspirò profondamente. Percepì l’aria fredda e pungente immettersi nelle narici e schiarirle i pensieri, come un vento che spazza via la nebbia offuscante.
Prese lo slancio e, accompagnando il movimento con le braccia, spiccò un salto, facendo fluire tutta la rabbia che la vista di White e Luminous atterrate le avevano suscitato nei muscoli, bramanti di movimento e vendetta.
Con un urlo feroce si fiondò su Viblis, stringendo gli occhi colmi di collera, drizzando di punta l’osso della spalla sulla clavicola della donna, la quale, colta alla sprovvista, cacciò un urlo di sorpresa che si tramutò immediatamente in un ruggito di dolore.
Precipitarono insieme.
Cure Black si ritrovò fortunatamente a cavalcioni della nemica, quindi approfittò immediatamente della posizione a suo favore, e le riempì il viso di pugni furiosi.
Avvertì sotto le nocche il forte impatto con la carne dura del viso di Viblis, e, nonostante le mani le andassero a sangue, aveva la certezza che quel liquido rosso, viscoso, imbrattante le sue vesti, non fosse solo suo.
 
La donna si costrinse a riprendersi dalla sorpresa, e tentò di afferrare i polsi di Cure Black. Malgrado vi fosse riuscita e le sue unghie stessero affondando spietatamente nella sua carne, la ragazza non si fermò. Né sul suo viso apparve anche solo un leggerissimo segno di resa. Era decisa a fargliela pagare.
 
Cure Black Sentì, tenue e leggera, una sgradevole sensazione di caldo infernale. Inizialmente, intenta com’era a gustarsi la sofferenza di Viblis, non ci aveva fatto caso: in fondo, ogni graffio e ogni livido, anche il più piccolo, le tormentava le membra con un bruciore intenso. In seguito, però, un rivolo di sudore le corse nell’incavo della schiena, e si accorse troppo tardi di Regine, in piedi innanzi a lei. Le braccia aperte che scaturivano raggi vermigli. Il respiro di Cure Black venne spezzato dal terrore.
 
Cure White strinse i denti, contrasse il viso in una smorfia che vacillava continuamente tra il dolore straziante e la determinazione a non volersi arrendere. Con uno sforzo sovrumano, si alzò sulle gambe tremanti; il corpo lanciò un urlo inumano, sfoggio delle ferite incassate, brucianti come lingue di fuoco vivo. Davanti a lei Cure Black aveva la meglio su Viblis, stesa a terra e colpita rabbiosamente. Tentò un passo, ma uno stordimento la colse di sorpresa, offrendole un’improvvisa sensazione di nausea che stava per atterrarla, se qualcuno non l’avesse afferrata prontamente.
Alzò lo sguardo.
-Shogo, che diamine ci fai qui?- sussurrò, allarmata.
L’amico le sorrise con fare complice –Non ti preoccupare, prendo le giuste precauzioni per stare lontano da loro-
La aiutò a rizzarsi completamente, e Cure White parve riacquisire la fierezza strappatale a forza, costretta a capo chino, riversa tra la terra sporca, umida, quasi impura, come la sua disfatta: quando il ramo aveva ceduto alla bufera tempestosa.
Di sfuggita, vide confusamente la mole di Regine, ammantata in una temibile luce, come un velo vermiglio. Il cuore perse un battito. Quella maledetta incombeva su Cure Black, le braccia teste, pronta per infiammare quei suoi diabolici raggi oscuri.
-Aiutala - implorò Shogo –io non sono in grado di farlo, ma voi si-
La prese per le spalle, inquieto e agitato. –Per favore-
Il diaframma di Cure White riprese il suo ritmo regolare. Una volta calmata, annuì, mentre un’espressione feroce si faceva strada tra le pieghe del suo viso.
-Trova un modo per avvicinare Cure Black. Dille di prepararsi per Il Vortice-
 
Shogo non fece domande. Non voleva sapere altro, il suo unico desiderio era che tutto finisse.
Cure White si fiondò all’inseguimento, e lui assecondò il suo piano, sgusciando lateralmente di ombra in ombra, al fine di non attirare la spietata attenzione indesiderata delle nemiche.
 
Cure Black non ebbe nemmeno il tempo di riflettere e di pensare ad un’eventuale reazione fulminea, che l’attacco nemico fu fortunatamente deviato da un lampo bianco, avvolto in un turbine di capelli corvini.
Cure White ,Pensò lei, traboccante di felicità.
Quel leggerissimo lasso di tempo in cui si distrasse la trascinò a sfiorare la morte: Viblis, giacente tra i suoi artigli, approfittò della situazione, sebbene improvvisa, e riacquisì la forza necessaria per formulare una nuova sorta di diavoleria, manifestata in una scurissima sfera aleggiante. I contorni parevano in grado di modificare il tessuto dell’aria, distorcendo ciò che l’occhio vedeva.
Cure Black si lanciò a destra giusto in tempo per schivare, un gesto improvviso privo di ragionamento antecedente, dove il corpo aveva interamente preso il sopravvento sulla mente, seguendo il semplice istinto di sopravvivenza.
Ciò nonostante, lo spostamento travolgente d’aria la investì, scaraventandola lontano senza che i suoi piedi toccassero terra per un lungo periodo di tempo.
Si preparò ad incassare il duro impatto con il terreno, ma, ancor prima di quanto si fosse aspettata, la sua schiena si scontrò in un contatto morbido, e lunghe braccia protettive le si avvolsero al busto poco prima che anche quella resistenza cedesse, trascinandola nella caduta.
Cure Black diede un basso gemito sussurrato, subito seguito da un imprecazione poco femminile.
-Tutto bene?-
La tranquillizzante voce vellutata di Shogo la fece sussultare.
-Si- rispose in un soffio, mentre si rendeva conto di essere completamente sdraiata sul ragazzo, il quale la teneva stretta con le braccia.
-Cure White dice che devi tenerti pronta per Il Vortice-
La presa si allentò, e la ragazza balzò in piedi di scatto, senza avere nemmeno il tempo di ragionare.
 
Shiny Luminous stava ancora tentando di respirare regolarmente, quando Cure White si rialzò miracolosamente, con rinnovata forza e coraggio. Ad ogni inspiro le pareva che una lama le si conficcasse senza pietà nella carne, tra le costole, fino a raggiungere i polmoni. Si sforzò di seguire l’esempio dell’amica, e con gran fatica si rialzò, stringendo le dita sul polpaccio, che ancora le lanciava infide scosse a tradimento.
Alzò lo sguardo color nocciola sul nemico, colmi di ira repressa, sentimento in grado di coprire persino il dolore più lancinante delle sue ferite. Con un furioso soffio spostò un ciocca bionda che le danzava innanzi agli occhi, strinse i pugni con forza, si impiantò bene a terra, e con un urlo di sfogo si lanciò in una carica impetuosa.
 
Cure White ruotò su se stessa, esibendosi in una violenta acrobazia di gambe che tenne ad una debita distanza Regine, istupidita dall’intervento disorientate. Non ci volle molto perché anche Viblis le fu addosso.
Iniziò ad indietreggiare, intenta ora a creare un intreccio difensivo per i prepotenti attacchi violenti.
D’un tratto le si affiancò Cure Black, la quale assestò un deciso pugno nello stomaco di Regine, e i suoi ricci stretti furono sbalzati in avanti, tale fu la brutalità del colpo.
Alla sua sinistra comparve Luminous con i capelli dorati che le contornavano gli occhi accessi di fermezza e un colpo pronto in serbo per Viblis.
La spinta delle tre pareggiò la potenza, e ora la situazione era in stallo.
Il tutto si confondeva in un furioso caos di volontà contrastanti, in cui solo la più risoluta avrebbe trionfato.
Cure White deviò un colpo indirizzato al viso, e, preso fiato, chiamo Cure Black.
-Il Vortice!- urlò –è l’unica speranza che abbiamo!-
L’amica le annui, decisa a porre fine a quella rovinosa battaglia estenuante.
 
 
Cure Black allungò una mano, sperando che Luminous coprisse la sua momentanea mancanza di difese. Le loro dita si sfiorarono, ma il contatto fu bruscamente interrotto da un calcio estemporaneo di Viblis, azione poco saggia che le scoprì il petto il tempo necessario a Luminous per respingerla con forza.
 
Le due tentarono di nuovo, ma ancora una volta il nemico impedì la loro stretta. Fu così che Cure White capì che le temevano. Temevano il loro vortice, ed erano consapevoli che le avrebbe potute annientare. O almeno questa era l’interpretazione a cui voleva sperare.
 
Con un formidabile colpo di reni, Cure Black si liberò dell’offensiva di Regine, e si slanciò nella direzione di Cure White, schiudendo le dita e spalancando il palmo.
Ma ,per la terza volta, furono ostacolate: una mostruosa esplosione di luce le accecò, e la ragazza ebbe la sensazione che gli occhi le si sciogliessero nelle orbite come ghiaccio al sole. Una vampa rovente le bruciò la pelle, percepì l’impressione che le labbra le si spaccassero per il caldo, e un impatto invisibile le schiacciò lo stomaco e le sgonfiò i polmoni all’interno della gabbia toracica.
Indietreggiò di sua volontà, le mani strette al viso, stordita dal lampo abbacinante. Gemette e sfiorò il pianto, stimolato da un dolore a dir poco straziante. Udì Cure White urlare di sofferenza alla sua destra. Non udì nessuna traccia di Luminous.
 
Shogo dovette coprirsi il viso con le mani, sbalordito dall’impressionante intensità di luce. Gli era parso di avere ,a qualche centimetro dal petto, il sole stesso, bollente e accecante come non mai.
Quando il chiarore si spense, le sue iridi si abituarono dolorosamente al cambiamento di luce, sebbene la prima impressione fu che fosse improvvisamente calata la notte.
La situazione si schiarì: Regine giaceva a terra, il corpo fumante.
-Ma cosa…?!?!-
Scorse Cure Black e White a terra,  sofferenti e incapaci di riprendersi.
D’un tratto individuò Shiny Luminous, la chioma dorata carezzata dal vento, l’espressione rabbiosa mentre si precipitava, da un altezza sfiorante i cinque metri, su Viblis, pronta a dare il colpo di grazia alle amiche giacenti ai suoi piedi.
 
Il tallone della bionda incontrò massiccia la colonna vertebrale di Viblis, la quale, però, non era riuscita ad intravederla e stramazzò a terra con un gorgogliante gemito disgustoso.
Regine aveva scatenato una terribile quantità di energia per impedire Il Vortice, ma ciò l’aveva lasciata senza forze. Fortunatamente Luminous aveva percepito il flusso di energia appena in tempo per sgusciare fuori dalla portata di quella crudele scarica.
Ciò che importava era che, per ora, anche Viblis era a terra.
Era il momento.
Ora o mai più.
-Ragazze, ora!- Urlò, svuotandosi i polmoni.
 
Cure Black, gli occhi ancora tormentati dal dolore, tastò il terreno circostante, in cerca della stretta amica di Cure White.
Una calda mano le cinse delicatamente il polso, e la guidò verso le dita della compagna.
-Un ultimo sforzo, Nagisa- le sussurrò Shogo all’orecchio.
Cure White si avvinghiò con forza, occupando gli incavi delle sue dita.
-Sei pronta?- sussurrò la mora.
-Si- rispose.
Cure Black invoco il Gran Fulmine Nero.
Il cielo parve turbinare, nuvoloni scuri, eppure magnanimi, calarono sulle loro teste, come un manto pesante e al contempo incorporeo.
Cure White invocò il Gran Fulmine Bianco.
Una nebbia frizzante, candida, velata e dal profumo dolce, avvolse i presenti.
Calò un silenzio surreale.
Tutto parve fermarsi, il tempo dilatarsi.
L’aria stessa sembrò pietrificarsi, in qualcosa di greve.
L’attesa ansiosa era l’unica certezza, in quel momento privo di tempo, senso, forma.
Poi le due portarono i palmi in avanti, con un lieve fruscio che spezzò il silenzio, un movimento che avviò il tempo e spostò la brezza.
Una folata di vento impalpabile travolse Cure White e Cure Black, dominando i loro capelli, sferzando i loro vestiti, carezzando sgarbatamente i loro visi.
Poi, un’incredibile scarica energica esplose con potenza, liberata con un urlo selvaggio.
Bianco e nero danzarono nell’aria, intrecciandosi, scintillando, sfrigolando. Una combinazione dalla forza schiacciante.
 Il Vortice fu sprigionato.



Note: Finalmente ho scritto un capitolo degno di essere chiamato tale! *festeggia*
  
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