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Autore: Guido    07/09/2007    4 recensioni
Ormai è ufficiale: Voldemort è tornato. Il Mondo Magico si prepara per la guerra. Harry è ancora alle prese con la morte di Sirius, da cui solo Ginny lo riesce a distrarre. Invece, Draco Malfoy diventa un Mangiamorte, ma le cose non vanno come sognava: ben presto, deve capire se Voldemort lo voglia morto e se suo padre stia tradendo, ma non può più fidarsi neppure della sua stessa memoria. Mentre gli avvenimenti incalzano, i due arcinemici di Hogwarts intrecciano una corrispondenza che avrà conseguenze profonde per entrambi...
NOTA: l'OOC è cautelativo, ma un po' tutti i personaggi si trovano a manifestare lati del loro carattere poco visibili nel canone
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
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VISITE IN INFERMERIA

Visite in infermeria


Ringraziamenti:
Innanzitutto, scusate il ritardo. Questo cap. è pronto da una vita, solo che non riuscivo mai a caricarlo. Ci ho messo un po', prima di capire che la mia copia del file era danneggiata. Ma sono abituato ai computer che mi combinano cose strane: ho rischiato di perdere l'intera storia (brivido gelido) per ragioni che mi restano tuttora misteriose; sono riuscito a recuperarla solo installano OpenOffice. Tanto per darvi una vaga idea...
cl33: E' bello vedere che la Umbridge non era rimasta nel gozzo solo a me. L'accusa di tradimento? Be', per la verità, pensavo che il cap. precedente fosse già abbastanza chiaro, ma in questo le spiegazioni non mancano.
Mariademolay: intanto, grazie di cuore per i complimenti. Descrivere una battaglia tra Maghi è veramente un'impresa.
Perchè Bellatrix cerca di uccidere Draco? Ho cambiato idea nel corso della stesura. Per maggiori dettagli, ved questo cap.
Perchè
non cerca di uccidere Ron ed Hermione? Be', ricordi la battaglia al Ministero? Mi sarei aspettato che i Mangiamorte si facessero strada a colpi di Avada Kedavra, ma così non è stato. Neppure Bellatrix l'ha usata, anche se, nel sesto libro, pare che la impieghi per terminare quella volpe che pensava fosse un Auror cammuffato (Moody apprezzerebbe). E, visto che, secondo il falso Moody, l'Avada richiede un bel po' di potere magico, ho pensato che sia una questione di fatica: nel corso di una battaglia campale, l'Avada esaurirebbe presto le forze, o, anche, renderebbe impossibile mantenere Incantesimi difensivi, almeno mentre viene scagliata. Soprattutto le armi invincibili hanno le loro controindicazioni. Sauron insegna.


Draco Malfoy rimase in infermeria per una settimana intera. Una settimana di sonno pressoché ininterrotto, anche se tormentato da incubi di ogni genere; e, nei brevissimi intervalli di veglia, lo stato di lucidità estrema che talvolta si accompagna agli accessi febbrili gli sembrava ancor più irreale di un sogno.
Molto più irreale dei suoi incubi.
La ferita, curata tempestivamente, si era rimarginata senza lasciare la minima traccia e il suo sangue era subito stato Rimpolpato; ma neanche le più forti Pozioni Calmanti riuscivano a rimettere in sesto i suoi nervi. Così, Madama Chips si rassegnò a lasciarlo svegliare: quelle ferite sarebbero potute guarire solo con il tempo.
Con cautela, l’infermiera ridusse gradatamente la dose di Pozioni.
E, la mattina dell’ottavo giorno, il giovane rampollo di Casa Malfoy aprì gli occhi.
Si sentiva la testa molto pesante.
La vista ancora annebbiata, cominciò a guardarsi intorno. Ci volle un certo tempo, prima che si rendesse conto di trovarsi nell’infermeria, ma, in quello stesso istante, i ricordi lo investirono in pieno.
Hogsmeade.
La Stamberga Strillante.
Bellatrix.
Dolore. Dolore. Dolore.
«Noooo!»
Ma dalle labbra uscì solo un lungo rantolo: la gola era troppo secca.
Acqua... acqua!
Lo sforzo di concentrarsi, mettere a fuoco il bicchiere sul comodino, calcolare la distanze, allungarsi, afferrarlo con entrambe le mani... Piano, ora!
Mettersi seduto.
Avvicinare il bicchiere.
Bere!
E bevve; bevve fin quasi a svuotare la brocca, riacquistando gradualmente lucidità.
Si accorse, con disgusto, di essere immerso in un bagno di sudore. Sudore stantio e sudore fresco: il suo organismo reidratato sudava come dopo quattro ore di Quidditch.
Non poteva fingere di non sapere il perché.
Quelle scene orribili tornarono e Draco, rannicchiato nelle lenzuola fradice, riuscì solo a piangere. Pianse come un bambino abbandonato e non trovò neppure la forza di vergognarsene.
Dopo un tempo che gli parve infinito, riaprì gli occhi. Bruciavano ancora, ma le lacrime erano esaurite.
«Mi vuole morto.» Sussultò, sentendo il proprio improvviso sussurro.
Sua zia lo voleva morto.
Sua zia aveva cercato di ucciderlo.
Voldemort lo voleva morto. Voldemort aveva ordinato a sua zia... perché suo padre...
Suo padre.
No. Non è possibile! Papà non sa niente! Non possono avergli detto che...
Spalancò gli occhi, mentre, al dolore e all’incredulità, si sostituiva la rabbia.
Voldemort lo aveva usato.
Si era lasciato imprimere il Marchio Nero, aveva escogitato la missione, eseguito a puntino ogni minimo ordine...
Bastardo!
"Neanche immagini gli onori che riceverai, Draco."
Draco rise al ricordo. Rise come ridono i pazzi e i disperati. Ah no! Non li aveva immaginati davvero!
Aspetta solo che mio padre lo venga a sapere, bastardo, e...
E cosa?
Lucius Malfoy, sfidare l’Oscuro Signore? E cosa avrebbe mai potuto guadagnarci?
Papà potrebbe collaborare con il Ministero. Potrebbe far catturare così tanti Mangiamorte che sarebbero costretti a rilasciarlo. E allora...
Allora, ci sarebbe sempre stato Voldemort. Non lo avrebbero mai catturato vivo; ucciderlo era impossibile. Nessuno, neanche Silente, neanche Harry Potter, lo aveva mai fermato davvero.
E adesso, Voldemort voleva la sua pelle.
Papà non può fare finta di niente!
Mamma...

Avrebbe pianto di nuovo, se solo gli fosse rimasta qualche lacrima. Narcissa Black, coniugata Malfoy, non possedeva né la forza di carattere di Bellatrix, né le sue doti di combattente, e neppure quella strana forma di coraggio che certo sosteneva Andromeda, la zia che era proibito nominare, quella che aveva sposato un Mezzosangue.
Cosa avrebbe potuto fare sua madre? Accarezzarlo, baciarlo? Dirgli che sarebbe andato tutto bene?
In quel momento, sarebbe stato disposto a supplicare in ginocchio il primo venuto, pur di sentirselo dire.
Di colpo, si immobilizzò: una voce. Nel corridoio.
«No, guardi che... no, non è proprio il caso...»
Madama Chips. Si rilassò appena e tese le orecchie, incuriosito suo malgrado.
«E va bene!» sbottò l’infermiera. Un attimo dopo, la porta si aprì di scatto.
Draco, unico ospite della sala, si tirò subito a sedere; ma, incredibilmente, Madama Chips lo degnò appena di uno sguardo fuggevole.
«Ben svegliato, signor Malfoy. Mi rincresce disturbarLa, ma c’è un visitatore per Lei.»
Non fece neppure in tempo a chiederle chi desiderasse vederlo (Pansy?): l’infermiera era già scomparsa nella stanza accanto.
«Buongiorno, Draco.»
Il ragazzo si voltò di scatto, incredulo.
«Lei?!»
«Io» rispose Silente, con la consueta tranquillità, oltrepassando la soglia. «Non dovresti stupirti.»
«Ah, no?»
Il Preside si accomodò sul bordo del letto, piantandogli in faccia quei maledetti occhi azzurri.
Occhi tranquilli. Troppo tranquilli.
Draco rabbrividì.
«No, non dovresti proprio stupirti. Sei uno dei miei studenti.»
Il ragazzo si lasciò sfuggire un risolino sarcastico.
«Dato che riesci a ridere, immagino che tu ti senta meglio.»
L’interpellato non si degnò di rispondere, posto che quella fosse una domanda, ma Silente proseguì il discorso in tutta tranquillità. «Sarò più chiaro: resti uno dei miei studenti, anche se sei diventato un Mangiamorte.»
Per un istante, Draco rimase stordito. Come...?
Ma certo! Il Marchio Nero, dannazione!

«Il Marchio, sì, ma non solo, Draco,» riprese Silente, come se stesse leggendo i suoi pensieri sulla Gazzetta che teneva in mano. «Hai parlato molto, in questi sette giorni. Voldemort direbbe senz’altro che hai parlato troppo
«Non so di che cosa stia parlando Lei» ribatté il ragazzo, giocando la carta del tono di sfida. Ma dentro si sentiva gelare.
«Lascia, allora, che ti rinfreschi la memoria; risparmieremo tempo e fiato.
Voldemort stava programmando da tempo questo attacco a Hogsmeade. Voleva spargere il terrore ed eliminare il maggior numero possibile di studenti e insegnanti, in modo da farmi il vuoto intorno e, già che c’era, screditare Amelia Bones, che ha cominciato a ridare ai Maghi fiducia nel Ministero. Tu avevi un ruolo nel suo piano: raccogliere gli studenti figli di Mangiamorte, o di persone comunque vicine alla loro causa, e portarli al sicuro, nella Stamberga Strillante. O almeno, questo era il ruolo di cui ti avevano parlato; perché, in realtà, Voldemort aveva tenuto per sé un piccolo particolare: ti voleva morto.»
Draco si lasciò ricadere sui cuscini, inorridito.
Non poteva essersi lasciato sfuggire tutto quanto, non poteva!
«Tua zia ha tentato di ucciderti, per ordine di Voldemort,» proseguì Silente, sempre in tono di normale conversazione. «Suppongo che tu non sappia altro.»
Gli rispose solo uno sguardo interrogativo.
«Il villaggio di Hogsmeade ha subito danni materiali molto gravi, ma, per fortuna, le vittime sono state poche, tutto sommato: solo una ventina di civili, nessuno studente, insegnante, Auror o Mangiamorte. I feriti sono tutti in via di guarigione. Inoltre, abbiamo catturato un prigioniero: Rookwood. Era troppo malconcio per scappare; l’hanno già rinchiuso ad Azkaban.

Sarai lieto di sapere che i tuoi amici sono rimasti al sicuro nella Stamberga Strillante per tutta la durata dello scontro.»
Con uno sforzo evidente, il ragazzo si costrinse a restare impassibile: meglio che il Nemico Numero Uno non sapesse quel che stava pensando dei suoi - cosiddetti - "amici".
«Quanto a te, per fortuna sei stato soccorso in tempo...»
Draco annuì. Aveva ripreso conoscenza, sia pure per pochi istanti, mentre Potter, a forza di braccia, lo trasportava in infermeria.
«Madama Chips assicura che ti riprenderai a meraviglia, ma, per sicurezza, intende importi cinque o sei giorni di riposo assoluto. I tuoi amici non potrebbero farti visita nemmeno se ci provassero... e non l’hanno fatto, a quanto pare.»
Balle, cercò di convincersi. Ma senza successo: i suddetti "amici" lo avevano tranquillamente abbandonato a morte certa.
«Bene, Draco» sospirò Silente, «suppongo che dovremmo discutere del tuo futuro. Dopotutto, tu non sei più un Mangiamorte.»
«Cosa!?»
«Forse non ci hai ancora pensato, ma ti consiglio di farlo...»
«Io non sono un traditore!» ruggì il giovane Malfoy.
«Tu no, ma Voldemort sì.»
Draco aprì la bocca, ma la richiuse senza emettere suono.
«Voldemort ti vuole morto. E adesso ti considera anche un traditore.»
Di nuovo, il ragazzo non riuscì a controbattere.
Cos’era questa storia!?
«Pensaci bene: hai Disarmato tua zia mentre stava per affrontare Harry; poi l’hai aggredita con una Cruciatus che, per giunta, ha permesso a Ronald Weasley di Incarcerarla. Come pensi che reagirà Voldemort, quando Bellatrix glielo racconterà?» Silente sorrise. «A lui non importa nulla della lealtà e neppure dell’istinto di sopravvivenza: tu hai agito per legittima difesa, è vero, ma un bravo Mangiamorte si lascia torturare o anche uccidere, se così vuole il suo padrone.»
Draco rabbrividì. Quante volte aveva sentite quelle stesse parole!
Aveva sempre dato per scontato che non si riferissero a lui.
Che stupido!
«Inoltre,» proseguì Silente, «hai commesso un peccato che, ai suoi occhi, è davvero imperdonabile: hai aiutato Harry Potter.»
«Io non ho...» E si interruppe di colpo, perché, in effetti, aveva aiutato Potter, anche se nulla era stato più lontano dai suoi pensieri.
Merda! Mi sa che il vecchio coglione non ha mica tutti i torti!
«Ce n’è abbastanza perché ogni Mangiamorte ti dia la caccia come al peggiore dei traditori. E, comunque, Voldemort ti vuole morto in ogni caso.» Fece una pausa. «Di certo, ti starai chiedendo il perché.»
Draco non rispose, limitandosi a fissare con ansia il vecchio Preside.
Porsi domande si stava rivelando pericoloso.
«Naturalmente, Voldemort potrebbe anche aver deciso di ucciderti per puro capriccio... ma, secondo me, la tua morte fa parte di un piano. Riesci a leggere, Draco?»
«Penso di sì. Perché?» La voce suono sforzata: la paura gli stringeva la gola. Silente parve non farci caso e gli allungò il giornale.
«Leggi e mi saprai dire.»
Draco spiegò la Gazzetta e fu subito colpito dalle foto in prima pagina.


Cinque Mangiamorte arrestati!
Vasta operazione degli Auror - Perquisizioni in corso.


Gli bastò un’occhiata per stabilire che tanta esultanza era decisamente fuori luogo: il Ministero aveva messo le mani sui Mangiamorte più insignificanti di tutti. I padri di Tiger e Goyle, figuriamoci!
Ma come erano arrivati fino a loro?
Scorse l’articolo della solita Rita Skeeter e trovò il paragrafo che gli interessava:

«Scrimgeour ha rifiutato di rivelare qualsiasi dettaglio del lavoro investigativo che ha portato alla cattura dei cinque sospetti; tuttavia, voci non confermate suggeriscono che tali arresti si debbano, in qualche modo, al ben noto filantropo Lucius Malfoy, 42 anni. Attualmente detenuto ad Azkaban per effrazione e tentato furto al Ministero, insieme con altri sospetti Mangiamorte, Malfoy ha sempre affermato di non aver mai ricoperto un ruolo di rilievo nella famigerata organizzazione, di cui sarebbe diventato membro solo in seguito a pesanti minacce nei confronti della sua famiglia, come appurato quindici anni or sono, quando Barty Crouch senior lo prosciolse da ogni accusa. Le stesse voci suggeriscono che Malfoy abbia cominciato a collaborare con il Ministero dopo che suo figlio Draco, 16 anni, studente di Hogwarts, è rimasto gravemente ferito nel corso dell’attacco a Hogsmeade (vedere pag. 4).»

Draco sfogliò il giornale con mano tremante e si trovò a fissare sé stesso.
Una foto scattata durante l’estate. Dovevano averla presa da sua madre.
Il titolo dell’articolo gli fece aggrottare la fronte.


Nuovi dettagli sull’attacco a Hogsmeade


«Solo adesso, da Hogwarts filtra la notizia... unico ferito grave tra gli studenti... colpito con la Maledizione Cruciatus...»

Strano, molto strano. Com’erano riusciti a tener nascosta una notizia del genere per una settimana?

«Albus Silente, recentemente reinsediato nella carica di Preside dell’antica Scuola, non commenta le voci secondo cui Draco sarebbe stato salvato da Harry Potter (vedere intervista a pag. 5 in alto), ma molti suoi compagni di Casa le confermano; anzi, Pansy Parkinson, 16 anni, fidanzata del giovane Malfoy, afferma che Draco e Harry, oltre a essere cugini, sono anche grandi amici (vedere intervista a pagina 5 in basso).»

Rilesse l’ultima frase.
Come?!
Di colpo, il giornale volò sul pavimento, mentre Draco cercava affannosamente di alzarsi; ma Silente lo bloccò. Gli bastò una mano sola, non fu necessario alcun Incantesimo: il ragazzo era debolissimo.
Umiliato una volta di più, ricadde all’indietro.
Perfino digrignare i denti gli costava fatica.
«Se ti può interessare, Draco, ho dovuto impedire a Harry di mandare un gufo di protesta alla Gazzetta: è indignato alla sola idea che qualcuno possa considerarvi "grandi amici".»
«Per una volta, sono d’accordo con San Potter!» esclamò Draco.
«Naturalmente, tutti gli studenti di Hogwarts sanno che non lo siete, ma il mondo esterno no. E, vista la vostra parentela...»
«Io non ho parenti Mezzosangue!»
«Dunque la signorina Parkinson si è inventata tutto?»
In silenzio, Draco maledisse mille volte il giorno in cui si era lasciato sfuggire quella sconcia verità davanti a Pansy, poi ribatté, gelido: «Il padre di Potter era un traditore del suo sangue e tanto basta ad escluderlo da qualsiasi parentado rispettabile.»
Silente raccolse il giornale con un Incantesimo d’Appello, lo ripiegò e lo fece svanire; poi tornò a chinarsi verso di lui.
«Ora, Draco, non ti sembra strano che la notizia del tuo ferimento compaia sulla Gazzetta soltanto una settimana dopo, per giunta insieme con cinque arresti che, secondo la stampa, si devono a tuo padre?»
«Mio padre non è un traditore» rispose il ragazzo, cercando di sembrare sicuro.
«Forse non lo è» concesse Silente. «Forse Rita Skeeter sta solo inventando queste voci pur di scrivere qualcosa. O forse, tuo padre sta eseguendo gli ordini di Voldemort.»
«Cosa!?»
«A Voldemort serve che Lucius sia fuori di galera. E’ la faccia rispettabile dei Mangiamorte, quello che tiene i contatti al Ministero e può avvicinare persone altolocate. Voldemort vuole tuo padre libero; e lo vuole anche assolto.»
Il ragionamento filava.
«Né tuo padre né gli altri Mangiamorte catturati al Ministero sono stati processati come tali, ma solo per effrazione e tentato furto. E’ vero che la necessità di provare la loro appartenenza all’organizzazione avrebbe allungato i tempi del processo, mentre era essenziale che il Ministero reagisse in fretta... ma il tempo passa, e quell’accusa non esce dai cassetti. Perché?»
«Me lo dica Lei» lo sfidò Draco.
«Perché gli Auror hanno tentato, per mesi, di indurre tuo padre a collaborare. Sanno che non potrebbero condannarlo senza processo, come succedeva ai tempi di Barty Crouch, e sanno anche che l’oro dei Malfoy è in grado di corrompere un centinaio di giurie. Inoltre, sono certi che tuo padre, se solo volesse, potrebbe riempire Azkaban di Mangiamorte.
Per la verità, qualcuno ha proposto di affidare il processo al Wizengamot in adunanza plenaria, ma io, come Stregone Capo, mi sono opposto: un reato così grave esorbita dalla nostra competenza e può essere giudicato soltanto da una giuria di Maghi. Inoltre,» ammise, «non sono così sicuro che i membri della Corte saprebbero resistere alla corruzione meglio dei comuni cittadini.»
Draco ridacchiò, divertito.
«Ora, dimmi, Draco: cosa penseresti se Tizio fosse accusato di essere un Mangiamorte, uno di quelli importanti, e suo figlio restasse gravemente ferito proprio durante un attacco dei Mangiamorte? Suo figlio che - si viene a sapere - è cugino e grande amico di Harry Potter? Suo figlio che viene addirittura salvato da Harry Potter?»
Il ragazzo sgranò gli occhi.
«No» esalò, quasi senza fiato. «Non è possibile.»
«Voldemort ti avrebbe preferito morto» proseguì Silente, imperturbabile, «così nessuno avrebbe potuto sospettare trucchi. Ma ha saputo adeguare il piano alle circostanze. Adesso, un bel po’ di Maghi sarebbe pronto a giurare sull’innocenza di Lucius Malfoy, o almeno sul suo pentimento. Quel processo non si farà mai.»
«Mio padre tornerà a casa?» Draco si lasciò sfuggire quella speranza.

Silente scosse il capo. «Ha ancora una condanna sul groppone, ricordi? Però mi aspetto che, entro pochi giorni, il Ministero lasci cadere le altre accuse.» La vena di amarezza che inquinava il tono pacato di Silente si fece ancor più sensibile. «E tu, Draco? Tu sei proprio sicuro di tornare a casa?»

«Lei… Lei non può sequestrarmi! Io…»

«Càlmati, Draco, càlmati. Io potrei denunciarti come Mangiamorte. A quel punto, finiresti ad Azkaban per un bel pezzo.»

«E cosa aspetta, allora?»

Il Preside sospirò. «Innanzitutto, non so se una giuria sarebbe disposta a condannare un minorenne solo perché ha il Marchio Nero tatuato sull’avambraccio. Un avvocato in gamba riuscirebbe a farti scagionare, anche se rischieresti di essere allontanato dalla tua famiglia. Lucius, di certo, sfrutterebbe il caso come una dimostrazione delle minacce con cui i Mangiamorte lo hanno tenuto legato all’organizzazione: pensa, costringerlo a far Marchiare il suo stesso figlio!

Ma, soprattutto, come ti ho detto all’inizio, tu resti uno dei miei studenti. Non posso mandarti ad Azkaban, Draco, perché sono convinto che non ne usciresti vivo.»

«Lei non mi conosce! E poi, non ci sono più i Dissennatori, ad Azkaban.»

«Questo è vero. I Dissennatori, adesso, sono alleati di Lord Voldemort. Ma immagina che uno di loro torni nella fortezza, entri nella tua cella e ti somministri il Bacio…»

Draco rabbrividì.

«A quel punto, di fronte ad una simile prova dell’odio di Voldemort per lui, la liberazione di tuo padre sarebbe automatica. Inoltre, non credo che tua zia Bellatrix ti sia riconoscente per quella Cruciatus.»

Un altro brivido.

«Molto bene,» concluse il Preside, alzandosi. «Ho parlato anche troppo. Sarà meglio che ti lasci riflettere.» Si avviò verso la porta. «Anche se temo che, prima, dovrai sopportare un altro visitatore.»

«Chi…?»

Ma Albus Silente era già uscito e la risposta entrata.

«Sfregiato!?»

Incredibilmente, Potter rise di gusto. «Vedo che ti sei ripreso, Malfoy.»

«Sì, in effetti mi sono ripreso, Potter.»

Il Ragazzo Sopravvissuto si accostò al letto. «Allora, forse potrai spiegarmi perché la Parkinson si sia inventata certe balle.» Il tono era cortese. A malapena, ma cortese.

Draco fece una smorfia. «Non posso, invece. Non l’ho ancora vista e non ho idea di cosa le sia saltato in testa. Ma sta’ pur certo che glielo chiederò alla prima occasione. Anzi,» gli lanciò un’occhiata circospetta, «mi stupisce che non l’abbia già fatto tu.»

«Ci ho pensato,» riconobbe Potter a denti stretti, «ma gira sempre attorniata da quel branco di puttanelle Serpeverde…»

«Come fai tu con quei due sfigati.»

Lo sguardo dello Sfregiato si fece gelido. «I “due sfigati”, come li chiami tu, sono miei amici. E mi hanno salvato la vita qualche centinaio di volte. Diversamente dagli amici tuoi, mi pare.»
Si fissarono con durezza per alcuni secondi, poi Draco distolse lo sguardo e mormorò: «Grazie.»
«Per cosa?» Sembrava sinceramente stupito.
«Lo sai,» ribatté Malfoy, sempre senza guardarlo in faccia. «Non sarei qui, ora, se non fosse stato per te.»
«Ah. Be’, io potrei dire la stessa cosa.»
«Come, scusa?»
«Sì, insomma... Se non fosse stato per il tuo Incantesimo di Disarmo e la tua Cruciatus, di certo sarei stato ridotto in polpette.»
Molto probabile, riconobbe Draco tra sé e sé. «Allora siamo pari?»
«Pari,» confermò Potter con evidente sollievo. Poi aggiunse: «Grazie, Malfoy.»
«Non ringraziarmi: siamo pari, no?» Si costrinse a sorridergli: per quanto continuasse a fargli schifo, San Potter era il solo che l’avesse aiutato. «Riguardo a Pansy, ti farò sapere, d’accordo?»
«D’accordo. Allora... ci vediamo, Malfoy.»
«Ci vediamo, Potter.»
Il suo secondo visitatore uscì e Draco, esausto, crollò sul cuscino. Era seriamente intenzionato a riflettere con calma sul discorso di Silente, ma il suo corpo aveva un’altra scala di priorità: si addormentò quasi subito.
Per la prima volta in otto giorni, dormì un sonno non funestato da incubi e non indotto da Pozioni.

Note:
Per chi non lo ricordi, la Pozione Rimpolpa Sangue vierne usata su Arthur Weasley durante il suo ricovero al S. Mungo. Ted Tonks è stato definito "Babbano" da sua figlia, ma apprendiamo nel settimo libro che è un "
Muggle-born".
Mi sono sempre chiesto se non esista qualche Incantesimo che permetta di far scomparire il Marchio, casomai il Mangiamorte debba operare in incognito o rischi di essere catturato; ma ho scelto di lasciare aperta la questione, dato che, anche se la risposta fosse affermativa, giovane età, inesperienza e arroganza sarebbero più che sufficienti a spiegare, in Draco, un eccesso di sicurezza. D’altra parte, gli sarebbero occorse vere e proprie doti divinatorie per prevedere l’esito dell’attacco!
Come pure mi son sempre domandato in che modo Lucius sia riuscito a sfuggire alle grinfie di Crouch senior. Lealtà tra Purosangue? Mah... L’insufficienza di prove non sembrava molto importante, in quel periodo, vi pare?
Circa la ragione dell'attentato a Dro, se così possiamo chiamarlo, all'inizio pensavo a una semplice (sic!) punizione per il fallimento di Lucius al Ministero.. ma preferisco la spiegazione attuale.

  
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