Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: controcorrente    22/02/2013    7 recensioni
"Una volta ho letto la favola della Canna e della Quercia, madame. La Quercia si faceva beffe della Canna accusandola di debolezza, perché quest'ultima non possedeva la stessa corteccia ruvida, né il tronco imponente. Quando però una forte tempesta si abbatté su di loro, la Quercia, dopo aver fatto resistenza alla forza del vento, fu abbattuta mentre la Canna, per quanto violente fossero le raffiche, si piegava senza mai spezzarsi. Mi è sempre piaciuta quella storia e sapete perché? Perché anche la pianta più debole all'apparenza, può resistere alle difficoltà più insopportabili, se mantiene la flessibilità. Per questo motivo, non credo che siate una persona priva di temperamento. Non conosco molto di voi ma so che avete un buon carattere e se siete riuscita a mantenerlo in questo modo malgrado tutto, allora dovete sicuramente avere una qualche forza che vi ha permesso di conservarvi in questo modo." Questa è una nuova storia nella quale trovere una protagonista un po'insolita ma che secondo me merita attenzione. Auguro a chi volesse darci un'occhiata, buona lettura.
STORIA CONCLUSA
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Generale Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Madri, famiglie e vicende varie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora, per prima cosa, voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno letto. Quando scrissi i primi capitoli, non pensavo che la fic sarebbe durata così tanto. Più volte sono stata presa dalla tentazione di accorciare qualcosa ma ho resistito. La trama aveva bisogno dei suoi tempi ed io non volevo affrettare le cose.

I personaggi si sono evoluti nel tempo, come desideravo, con le loro debolezze ed i loro problemi.  Madame ha affrontato tutti i suoi problemi, sistemando le cose con suo marito.

Ed ora vi lascio questo capitolo.

 

LETTERA DI MARIE ALLA BADESSA

 

Reverenda Madre del convento di **

 

immagino che la mia lettera vi stupisca. Persino io stento a credere a quello che sto facendo...Scrivervi una lettera!

Ebbene, malgrado la cosa sia abbastanza bizzarra, sento il dovere di informarvi a proposito della mia decisione, anche se credo che voi lo abbiate sempre saputo, nel momento in cui mi avete dato il permesso di seguire Madame.

Vi comunico che non è assolutamente mia intenzione prendere i voti, né ora né, di certo, in futuro.

Un tempo, mi avete detto che cos'altro avrei mai potuto fare, date le mie origini oscure.

Ripensandoci, non saprei davvero darvi una risposta.

So perfettamente che la mia condizione mi ha sempre portato disgrazie, al punto da credere di non essere più in grado di poter migliorare il mio stato in alcun modo.

Ho finito con il credere di non meritare assolutamente niente delle cose belle di questo mondo...ed ora, alla luce di quanto ho vissuto, non posso fare a meno di riconoscere quanto sia sbagliato questo modo di pensare.

La verità, Reverenda Madre, è che nessuna delle persone che erano presenti nel convento, era libera di scegliere quanto me.

Io non avevo niente, abbastanza forte da frenarmi, ma ero troppo debole per credere a questo. Seguire Madame è stata la mia fortuna. Con lei, ho scoperto di valere molto di più di quanto credevo.

Ho conosciuto altre persone ed ora posso dire di essere felice.

Aspetto un bambino, sapete?

Un bambino che nascerà tra un paio di mesi.

Suo padre mi ha chiesto di sposarlo ed io ho accettato. Diventerò sua moglie dopo averlo dato al mondo, in modo che la mia salute non ne risenta...immagino che a questo punto storcerete il naso e mi guarderete male. Mi darete della svergognata, condendo il tutto con parole piene di biasimo.

A me, in tutta franchezza, non mi importa molto del vostro sconcerto.

Ho imparato che ho le forze necessarie per proteggere questa nuova vita e, comunque, dopo tutto quello che ho passato, dubito fortemente di non essere capace di farmi scudo e fortezza per questo bambino.

Non temo la solitudine, avendola sperimentata in tutta la mia vita. Ho gambe abbastanza forti da poter avanzare in questo mondo a testa alta.

L'uomo che amo mi sposerà.

E'una persona onesta e gentile.

Non gli ho nascosto niente e, se ancora mi tiene in simile considerazione, allora vuol dire che valgo qualcosa, anche se sono povera e orfana.

 

In conclusione, Reverenda Madre, ritengo di essere una persona più soddisfatta e serena, in questo momento. Vi ringrazio per non avermi cacciato in passato e per avermi permesso di seguire questa dama tanto gentile.

Arrivederci

 

Marie Chevalier

forse De Soisson

 

Marie posò la penna e, perplessa, guardò la carta che aveva vergato d'inchiostro. Ancora non si capacitava del fatto di aver scritto una lettera del genere ma, alla fine, dopo tanto pensare, aveva ritenuto giusto farle sapere dove fosse.

Un leggero ronfare raggiungeva le sue orecchie...sorrise divertita, scuotendo il capo. Alain continuava a dormire, avvolto tra le lenzuola.

Come biasimarlo? fu il pensiero imbarazzato della donna.

Da quando era tornato, aveva preteso di rimanere sempre con lei, senza mai lasciare il suo fianco. Anche quella notte aveva preteso di dormire con lei, malgrado non fossero uniti in matrimonio.

La luce dell'alba illuminava la stanza che ora divideva con lui, dopo mesi di solitudine. Marie socchiuse lo sguardo, mentre si avvolgeva il corpo con la vestaglia di lana pesante.

Il vento dell'oceano era fresco ed umido ma non le dispiaceva.

Istintivamente, si accarezzò il ventre che tendeva sulla stoffa.

Quel posto era tranquillo e sereno, lontano dal trambusto che aveva sperimentato a Parigi. Avrebbe vissuto tranquilla lì, insieme al suo bambino e ad Alain. Un sorriso le nacque spontaneo. Doveva ammettere che era stato di parola. Non era da tutti, prendersi le responsabilità in quel modo.

Sì, piccolo, credo che il tuo testardo papà sia davvero in gamba pensò nostalgica.

Madame era tornata a casa della figlia, insieme a suo marito.

L'aveva vista spuntare un giorno,  sulla porta della casetta circondata dai muri a secco. A quel pensiero si morse il labbro.

Non aveva mai prestato molta attenzione al consorte di Madame.

Le era sembrato un tipo alquanto austero ma non ne era troppo stupita. La dama le aveva detto che era stato un pezzo grosso dell'esercito per cui...

Marie sbadigliò sonoramente.

Aveva ancora sonno ma l'esserino che aveva nella pancia aveva cominciato a muoversi e lei, dopo tanto tentennare, aveva deciso di non tornare a letto, come se fosse in attesa di qualcosa.

Erano diversi giorni che si sentiva irrequieta ma non riusciva a spiegarsene la ragione. Mancavano almeno un paio di mesi, stando alle parole del medico, ma la giovane continuava a percepire, almeno sottopelle una sottile e bizzarra frenesia.

Le cose stavano andando benissimo.

Madame aveva fatto pace con il generale.

Erin pareva aver trovato un posto dove stare al maniero di quel cortese nobile che lei stessa aveva pescato dalla Senna.

I coniugi Chatelet erano ritornati insieme.

Tutto stava andando come doveva...e lei, in modo quasi bizzarro, non era per nulla abituata a questo genere di cose. Chissà che dirà la madre superiora, se venisse a sapere come vivo? le venne da pensare.

-Marie- fece la voce dell'uomo che riposava nella sua stanza.

Lei si girò, vedendo Alain che se ne stava adagiato tra le coltri con la testa sul mento.

-Ti sei svegliato- disse, passandosi una mano tra i capelli.

Lo vide aggrottare la fronte. -Tu perché non dormi?- le aveva domandato, con un'espressione ancora assonnata.

-Non ci riuscivo- rispose lei- e così ho pensato di scrivere una lettera alla madre superiora per informarla sulle mie condizioni.-

Alain inarcò la fronte.

Marie abbassò il capo. -Forse può sembrare strano il mio modo di fare- fece incerta - ma ho passato più di dieci anni della mia vita presso quel convento e, anche se non ci sono stata molto bene, non posso negare che ho avuto un tetto sopra la testa e che nessuno mi ha mai cacciato di lì. Non so come spiegarlo ma...-

-E'come una casa?- chiese lui.

Marie annuì.

De Soisson si alzò dal letto.

-Ma non hai detto che quei gufi non ti piacevano?- fece con la sua solita irriverente.

-Alain!- esclamò piccata.

-Massì- continuò questi imperterrito- aggiungi anche a quei gufi spennacchiati che ti hanno gentilmente ospitato in quel posto bigio che il sottoscritto, Alain De Soisson, un esimio esemplare della plebe parigina, il timore dei gaglioffi, il sogno proibito di ogni femmina dotata di un minimo di senno...-

-E anche modesto, tra l'altro- commentò lei, scuotendo il capo.

Con un sorriso malandrino, le cinse la vita, costringendola ad avvicinarsi al suo torace. Lei lo lasciò fare, non senza guardare preoccupata quel braccio. Per qualche strano motivo, aveva l'impressione che qualsiasi cosa potesse comprimere la sua enorme pancia, facendo così del male al bambino. Un'idea assolutamente sciocca ma difficile da combattere, soprattutto perché il padre aveva un corpo quanto mai massiccio.

Marie deglutì nervosamente, imponendosi di mantenere un minimo di contegno.

-Io dico solo la verità- disse lui, gonfiandosi come un tacchino- sono il re della sincerità.-

A quelle parole, la signorina Chevalier scoppiò in una profonda e incontrollabile risata. -Sarà come dici- disse, fissandolo divertita- ma non mi pare un grande affare.-

La presa si irrigidì improvvisamente.

-Ah, no? Signorina ancora per poco Chevalier, questa me la paghi!- esclamò, prima di cominciare a farle il solletico.

Marie provò a divincolarsi da quella presa ma Alain prevedeva sempre le sue mosse, impedendole di scappare. Le sue risate cominciarono ben presto a riempire la stanza, fino a mozzarle il respiro.

-Non ho mai detto che intendo sposarti!-esclamò tra un singulto e l'altro. Alain intensificò il solletico, facendo ridere maggiormente la donna che, invano, tentò di divincolarsi.

-Oh sì che lo farai- le bisbigliò all'orecchio- tu ed io in quella bella chiesetta sull'isola, vestiti di tutto punto, davanti a quel simpatico prete che c'è a Brehan...-

-Assolutamente no!- esclamò la giovane - Io non intendo sposarmi con questo pancione. Hai detto che avresti riconosciuto il bambino in qualsiasi momento per cui puoi benissimo aspettare.-

Alain inarcò la fronte.

Il ragionamento non faceva una grinza. - E va bene- disse - facciamo come dici. Tu scarichi questo benedetto pargolo e poi ci sposiamo...senza se e senza ma.-

Marie si immobilizzò, colpita dalla risolutezza delle sue parole. Non l'avrebbe abbandonata, glielo aveva detto più volte. -Comunque- fece, frenando l'emozione che quel pensiero le suscitava- voglio far sapere alla madre superiora cosa sto facendo.-

-Fa'pure ma dille anche che ora la signorina Chevalier è del signor De Soisson e che dovranno passare secoli, prima che pensi anche solo lontanamente di mettersi un velo sulla testa!- disse, prima di affondare la testa nel suo collo.

La donna lasciò cadere la penna, colta alla sprovvista da quella mossa. Poi, senza nemmeno pensare, si mise ad accarezzare la testa del moro...sentendosi a casa, per la prima volta in vita sua. Dopo tanto tempo, cominciò a fantasticare sulla famiglia che avrebbe avuto, sui bambini che lei avrebbe stretto tra le braccia e su un marito solido, che la faceva sentire viva in ogni cosa che faceva...e sorrise, felice di questo pensiero.

Una volta tanto, quelle fantasie non erano tanto lontane dal vero.

La famiglia che aveva sognato da bambina ora poteva realizzarsi.

Istintivamente, presa da questo pensiero, si staccò un momento da Alain. Lui la guardò interrogativo, prima di immobilizzarsi, non appena sentì le labbra di Marie posarsi sulle sue. Non ebbe nemmeno il tempo di chiudere gli occhi e fu come ricevere il primo bacio, quando non sai dove mettere le mani e sei troppo impacciato per capire cosa fare, nella paura di commettere qualche fesseria.

-Grazie- fece lei, staccandosi poco dopo.

-Per cosa?- le chiese Alain, ancora imbambolato dalla mossa della donna.

Marie sorrise.

-Per il fatto che ci sei- continuò fissandolo con calore- e che sei tu...per me.-

 

Ed ora vado a nascondermi. Non solo non aggiorno da un pezzetto ma addirittura vi propino un roba sdolcinata e stomachevole all'eccesso. Mi dispiace per gli attacchi di diabete che state avendo.

Non volevo!!! Ho finito da un paio di giorni uno degli esami che dovevo fare e per il prossimo ho ancora un po'di tempo. Vorrei ringraziare tutti voi per avermi letto sinora. Fare la parte finale di questa fic è complicato ma spero di non fare delle schifezze. Grazie a tutti per aver letto anche questa roba.

Cicina.

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: controcorrente