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Autore: Dama DeLupottis    22/02/2013    6 recensioni
Lui: Dario Camossi, 48 anni, chirurgo professionista con più di 1800 interventi alle spalle, freddo, superbo, diffidente, calcolatore, si fida solo di se stesso, crede esclusivamente ai fatti matematicamente dimostrabili e nel potere del denaro e del successo.
Lei: Anna Orievia, 20 anni, studentessa di ingegneria, solare, dolce, sognatrice, chiacchierona ma soprattutto testarda, crede nella forza dell’amore, nell’amicizia e che per tutti ci sia possibilità di redenzione.
E’ sempre vero che gli opposti si attraggono? La differenza d’età è notevole e quella del carattere ancora di più, questi due non hanno niente in comune, potranno mai andare d’accordo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov. Anna

Oggi mi sono svegliata di buon umore…e sapete perché? Beh per prima cosa, oggi Fabrizio toglie il gesso, il che vuol dire che dopo un periodo di riabilitazione, speriamo il più breve possibile, se ne andrà per sempre dalla mia vita (o almeno se non per sempre spero per un bel po’), e di conseguenza anche la sua adorata mammina scomparirà, e in questo caso ritengo che il per sempre sia più che appropriato! Anche io oggi devo andare all’ospedale per la visita di controllo con Massimo, ma ho gentilmente rifiutato il passaggio offertomi da Dario: preferisco aspettare un pullman perennemente in ritardo, piuttosto che giocare all’allegra famigliola con gli altri tre!

Prima di uscire, mi viene in mente di controllare se sono già usciti online i risultati dell’esame di “fisica tecnica”. Che fortuna sono già stati caricati! Scorro velocemente la lista fino a quando trovo il mio nome, ma basta un secondo per farmi passare tutto l’entusiasmo: 20, ho preso soltanto 20 in una delle mie materie preferite…io che di solito stavo sempre intorno al 25…e la settimana scorsa addirittura, non ho nemmeno passato l’esame di “meccanica razionale”, non sono riuscita a raggiungere nemmeno un 18. Che cosa mi sta succedendo? Inutile chiederselo! So benissimo che anche se fisso le pagine del libro, la mia testa è altrove! Da quando sto con Dario non conosco più il significato della parola concentrazione.

Esco di casa con l’iPod nelle orecchie, sperando che la musica sia più alta dei miei pensieri, ma i risultati sono alquanto scarsi. Sono sul pullman quando sento la vibrazione del cellulare: trovo un messaggio di Roberta che dice “ Io e Luca ci siamo lasciati, ma tranquilla sto bene…tengo fede al nostro patto! Ci sentiamo…buona giornata!

Ecco! Ci mancava pure questo! Il destino ha deciso di ricordarmi proprio oggi cosa avevo promesso insieme alla mia amica, circa un anno e mezzo fa, quando ci eravamo appena conosciute ed entrambe stavamo soffrendo per una storia appena finita. Avevamo giurato che non sarebbe più capitato, che saremmo state più prudenti nell’affezionarci alle persone sbagliate, che avremmo mantenuto un certo distacco nelle storie che non potevano considerarsi propriamente durature, che saremmo state forti e indipendenti, con o senza qualcuno al nostro fianco e soprattutto che non avremmo sofferto nel momento in cui l’immaturo di turno si sarebbe accorto di non meritarci e con una mezza scusa ci avrebbe lasciato. E io? Altro che tenere fede al patto! Io ho fatto tutto il contrario! Mi sono affezionata a Dario sin dal primo momento, gli ho dato tutto il mio cuore e ho perso me stessa…per cosa poi? Un mezzo fidanzato part-time? Gran bell’affare! Complimenti!

 
Pov. Dario

Sono appena arrivato in ambulatorio, ma non faccio in tempo ad indossare il camice che sento annunciare: - Il professor Camossi è atteso in direzione. Il prof. Camossi è atteso in direzione.-

 In direzione? Che vuole Schiaccianoci? Meno parlo con quell’uomo, meglio è! Ma va beh… che posso farci? Fuggire non è da me! Mi affretto a raggiungere il suo ufficio….dopotutto… via il dente, via il dolore!

Quando giungo nel suo ufficio vedo Schiaccianoci seduto alla sua scrivania che sta sorseggiando il suo caffè, ma non appena mi vede arrivare mi fa cenno di entrare:- Ah! Vieni Dario, entra! Ti devo parlare!-

- C’è qualche problema?- domando non appena chiudo la porta alle mie spalle, tralasciando i convenevoli.

- No no! Buone notizie oggi!- sembra amichevole! Strano! Molto strano!

- Ossia?- lo incito a parlare dato che ho un sacco di cose da fare oggi, e se non finisco tutto entro la fine del mio turno dovrò fare anche gli straordinari…

- L’università di New York gemellata con la nostra, ti ha richiesto per un convegno…-

- Ma è fantastico!- avevo già tenuto un convegno là, dieci anni fa, ed erano anni che speravo mi richiamassero…in fondo…la Grande Mela ha sempre un certo fascino! Quale medico non desidererebbe andarci?!

- Quando?- aggiungo entusiasta

- Settimana prossima!-

- Che cosa? - di solito avvisavano con mesi di anticipo se non addirittura un anno intero…e questa cosa non mi piace neanche un po’…che cosa pensano? Che io non abbia niente da fare? Che abbia zero impegni e stia lì ad aspettare con le dita incrociate che qualcuno mi chiami?

- Eh lo so…si sono scusati per il ritardo, hanno avuto dei disguidi interni, ma hanno precisato che sarebbero molto onorati della tua presenza e che la paga non è niente male…insomma… un buon affare!-

- Ma non m’interessa dei soldi!-  Credono forse di comprarmi? Ho anch’io una dignità, non sono il loro cagnolino!

- E allora qual è il problema?-

Problema? Forse sarebbe meglio parlare al plurale! Che avrei fatto io con Isobel, Fabrizio e Anna? Mi limito a dire:- E’ troppo presto!-

- Oh andiamo! L’argomento lo conosci alla perfezione, l’unica cosa che devi fare in questa settimana è rispolverare un po’ il tuo inglese!-

Già! Cosa vuole che sia parlare davanti a migliaia di persone?!Bisogna solo ripassare un po’ di inglese! Io lo strangolerei! Ovviamente non posso rifilargli questa scusa, non crederebbe mai che io possa avere qualche problema a gestire la mia ansia!

- Allora? Accetti o no?- comincia già a spazientirsi

Beh in fondo questa è una grande opportunità per la mia carriera e non si ripeterà tanto presto...e poi…forse è tempo che io torni a pensare un po’ a me stesso, ad essere ancora un po’ egoista:- Sì accetto!-

- Perfetto! Glielo comunico all’istante!-

- Ma…-

- Ti mando i dettagli via mail! Non vorrai mica rubare tempo prezioso ai tuoi pazienti!? Puoi tornare alle visite…anzi...a cominciarle! Sono già le 9! Vai vai! Buon lavoro!-

- Sì grazie!- rispondo secco prima di andarmene senza salutarlo!

Odio quando mi tratta così! Sembra che io sia un dottorino alle prime armi! Dopotutto dal punto di vista professionale siamo uguali, eseguo tutti gli interventi di cui lui si occupava in passato, la sola differenza tra di noi è che lui è il primario di questo reparto e io no; che lui è il direttore della facoltà di medicina e chirurgia e io soltanto un docente; che ha una decina d’anni più di me e che è insensibile praticamente a tutto! O quasi! Forse soltanto il profumo dei soldi riesce ad addolcirlo un po’.

All’improvviso, una consapevolezza si fa spazio nella mia mente: siamo molto diversi, ma in fondo anche molto simili, perché io tratto gli specializzandi esattamente come lui tratta me. E se a me dà fastidio il suo comportamento, non oso immaginare quanto mi odino loro, che non possono neanche sfogarsi comandando qualcun altro! No! Loro sono costretti a subire il mio egocentrismo, a eseguire i miei ordini senza battere ciglio e ad accettare che la parola “grazie” non faccia parte del mio vocabolario. In effetti...non è il massimo! Ora comincio a vedermi con gli occhi con cui mi vedeva Anna qualche mese fa, e devo dire che…aveva ragione, in tutto e per tutto. Ma ormai…è tardi per cambiare! Ormai questo è ciò che sono  e questo devo rimanere!

Ok basta! Non è tempo di rovinarmi la giornata con questi brutti pensieri! Cerco Massimo per comunicargli questa splendida opportunità che la sorte sì è decisa a concedermi nel momento più sbagliato di tutta la mia vita, ma vengo chiamato da una parte, poi dall’altra, poi da un’altra ancora, e quindi mi ritrovo a dover rimandare il mio momento di gloria a qualche ora più tardi.
 

Pov. Massimo

D’accordo lo ammetto: Dario ha ragione! Le giornate tranquille e monotone sono le più noiose! Vediamo chi è il prossimo…oh...Anna! Bene dai! Almeno visitando lei, mi diverto un po’ a prenderla in giro! Sono anche qua da solo! Che fine hanno fatto tutti gli specializzandi sotto la mia tutela? Mah, chi lo sa?! Ma tanto è inutile preoccuparsi! Spuntano come funghi quando meno te l’aspetti!

- Ciao Anna!- la saluto raggiante appena la vedo entrare

- Buongiorno dottore! Tutto solo oggi?-

- A quanto pare sì! Dai accomodati che vediamo come sta il tuo condilo!-

Le faccio aprire e chiudere la bocca un paio di volte, ma fortunatamente sembra tutto a posto , i “clac” dell’altra volta sono spariti.

- Allora?-

- Sembra ok! Fino a prova contraria…direi che sia tornato al suo posto, nonostante tu non l’abbia aiutato!-

- Io? E che dovevo fare?-

- Per esempio ascoltare ciò che ti avevo detto…e non credo che l’episodio della doccia fosse tra le cose che ti avevo concesso!-

Sì, lo so! Avrei potuto evitare, ma non ce l’ho fatta a trattenermi!

- Credo che questo non rientri fra le sue competenze, dottore!- esclama infastidita

- E invece sì, visto che con una sola mossa falsa avresti potuto rovinare tutta la nostra intera opera! Mi dovrei stupire del fatto che Dario non ti abbia fermato…anche se sono più propenso a pensare che tu abbia omesso di dirglielo…o sbaglio?-

- Scusa! Non pensavo fosse così grave!- adesso sembra dispiaciuta, e io mi sento un po’ in colpa, ma in fondo non ho mentito: poteva accadere un disastro!

- Infatti non lo era, ma avrebbe potuto diventarlo! Fortunatamente non è successo, e se mi prometti che d’ora in avanti farai maggior attenzione, ti posso anche concedere di mangiare la pasta, gli affettati e le cose morbide ma non gommose!-

- Davvero?-  vedo luccicare i suoi meravigliosi occhi blu.

- Sì davvero! Ma divieto assoluto di masticare carne e pizza…poi per il resto…se non ci sono problemi, direi che possiamo rivederci a giugno per rivalutare la situazione.-

- Ehi ciao!- M’interrompe Dario non accorgendosi di Anna poiché in questo ambulatorio la poltroncina è disposta in modo che i pazienti rivolgano la schiena alla porta d’ingresso. Il perché non chiedetelo a me, ma a colui che ha progettato questo posto!

- Ciao! Qual buon vento ti porta da me?-  rispondo cercando di essere il più normale possibile visto che Anna mi aveva fatto cenno di far finta di niente.

Ma perché devo sempre andarci di mezzo io?

- Indovina un po’! Settimana prossima...convegno a New York! Me la comunicato Schiaccianoci stamattina!-

- Ma è fantastico!- rispondo entusiasta sapendo quanto avesse aspettato questo momento

Con la coda dell’occhio però vedo che Anna abbassa la testa con sguardo triste e non riesco a trattenermi dal domandare: - Ma…che farai con la tua situazione a casa?-

- Niente! Che dovrei fare? Tanto quando tornerò i miei problemi saranno ancora qui! Me ne occuperò in seguito!-

Anna scendendo di scatto dalla poltrona dice contrariata:- In seguito? Certo! Bravo! Continua a rimandare!-

- Anna? Che ci fai qui?- domanda sorpreso

- Condilo dislocato... che ora è tornato a posto!- risponde secca e concisa

- Non me l’avevi detto!-

- Beh ora lo sai! Non cambiare discorso!-

- Che altro devo dire?-

- Non saprei! Che hai intenzione di lasciare noi tre assieme in casa tua? Ti sei bevuto il cervello o cosa?-

- Anna, si tratta di tre giorni, quattro al massimo!-

- Ah sì! Cosa vuoi che sia!? Il figlio, la ex moglie e…l’amante! Manca solo la suocera…anzi facciamo due, che fa più pandan!- cammina furiosa verso di lui, lo spinge al petto per passare e si avvia verso l’uscita.

- Anna per piacere! Non è così grave! Si tratta solo di portare pazienza!-

Lei si blocca davanti alla porta d’uscita e gli urla:- Pazienza? Ne ho già portata fin troppa Dario! Prima le tue paranoie sulla differenza d’età, poi Fabrizio, poi Isobel e adesso il lavoro! Basta! Sono stanca di tutto questo! Mi hai capito? Sono stanca!- e così dicendo se ne esce verso la sala d’attesa seguita da lui.

Come ciliegina sulla torta, anche Schiaccianoci che ha visto mezza scena da lontano si dirige dietro di loro urlando:- Ma che sta succedendo?- non posso fare altro che seguirli anche io!

- Che significa?- le domanda Dario in tono preoccupato, trascurando lo sguardo di tutti puntato su di lui.

- Significa che al tuo ritorno potresti non trovarmi più a casa tua!- si volta e prosegue la sua camminata, ma Dario prontamente la prende per un braccio: - Anna aspetta! Parliamone!-

- E’ inutile Dario! Non servirà a niente! E sai perché? Perché alla fine io tengo la mia ragione e tu la tua! Noi non andremo mai d’accordo!-

- Non siamo mai andati d’accordo…eppure stiamo insieme!-

- Davvero? Eppure io non ne so niente!- esclama tentando invano di divincolarsi

- Ti prego, non fare così!- credo di non aver mai visto Dario così indifeso, riesco quasi a sentire la sua paura di perderla…

Nel frattempo Schiaccianoci mi guarda e mi domanda furioso: - Ma è lei?- io mi limito ad annuire. Pochi secondi dopo eccolo che cammina verso Dario urlandogli:- Lasciala andare! Quella donna sarà la tua rovina!-

- Lei non è la mia rovina!- risponde Dario irato voltandosi verso Schiaccianoci

- Ma tu sarai la mia!- aggiunge Anna con un filo di voce.

Dario si volta verso di lei, incredulo di ciò che ha appena sentito, la fissa negli occhi per qualche secondo, e poi la lascia andare, senza dire una parola, come se non avesse più la forza di ribattere, come se con quella frase lei gli avesse tolto anche il suo ultimo respiro.

Non ci posso credere! Non posso credere a quello che ha appena detto. Io stesso rimango impassibile, sento una stretta al cuore e quasi non so nemmeno io il motivo. Non riesco proprio ad immaginare come si senta Dario in questo momento.

Dopo essere rimasta immobile per qualche secondo a guardarlo, con gli occhi lucidi, Anna si volta e s’incammina nel corridoio che porta all’uscita della clinica. Dario rimane fermo ancora un attimo, poi si decide a fare due passi svelti in sua direzione, ma viene bloccato dalla voce dell’infermiera: - Professore c’è un’urgenza in sala…non riesco a trovare il medico che ha operato!-

- Allora Dario…- s’intromette Schiaccianoci quasi sogghignando: - Che cosa scegli? Lei o il tuo lavoro?-

Che bastardo! Potrebbe benissimo andare lui, e invece no, sta mettendo in gioco la salute di un paziente solo per metterlo alla prova! Da non credere! Sento il sangue ribollire nelle mie vene…

Dario non esita un secondo e dice all’infermiera:- Andiamo!-

Entrambi cominciano una breve corsa, ma nel momento in cui passano di fronte a Schiaccianoci, egli non si astiene dal commentare con voce fiera la sua vittoria:- Lo sapevo!-

Dario si volta e perforandolo con uno sguardo di fuoco urla:- Non ho scelto il mio lavoro, ma colui che ha più bisogno di me in questo momento!- detto questo sparisce dietro la porta della sezione D,  lasciando Schiaccianoci completamente senza parole.

I pazienti che avevano assistito alla scena senza fiatare cominciano a parlare a bassa voce, fino a quando il più coraggioso si decide a domandarmi: - Mi scusi, chi era quel medico?-

- Camossi. Era il professor Dario Camossi!- esclamo fiero di essere il suo compagno di sala, e soprattutto un suo amico, poi aggiungo:- A mio parere il migliore di questa clinica!-

- Come puoi dire questo?- mi riprende l’orco risvegliatosi dal suo troppo breve letargo:-Dopo la scenata che ha appena fatto! Lui getta fango su questa clinica, sulla MIA clinica!- urla spazientito

- No! Ha mostrato a tutti cosa vuol dire essere un medico nonostante i propri limiti, ha mostrato la determinazione che tutti noi dovremmo avere..… e se mi permette..…ha dimostrato a differenza sua di avere un cuore!- esclamo senza timore, fregandomene delle conseguenze. È la prima volta che dico di fronte a lui ciò che sento…e questa sensazione di libertà, è una delle più belle che abbia mai provato.

- Più tardi faremo i conti!- dice in tono minaccioso prima di sparire dietro alla porta che conduce al suo ufficio.

Non ho paura di lui! Che faccia quello che vuole con me! Non è giusto che si vanti di essere sempre al di sopra degli altri, non è giusto nei nostri confronti, ma non è giusto nemmeno nei confronti dei pazienti che ripongono la fiducia nell’uomo più spregevole di questo ospedale.

Mi rivolgo verso la gente ancora seduta ad aspettare il proprio turno e comunico cortesemente :-  Scusatemi….torno fra un quarto d’ora! Abbiate pazienza!-

 Pensavo che tutti mi fulminassero con lo sguardo…invece nei loro occhi vedo solo ammirazione. E anche questo devo dire che mi piace! Ma adesso ho altro a cui pensare…

Percorro i corridoi che portano verso l’uscita della clinica mentre invio un messaggio ad Anna “Ti devo parlare. Vieni ai giardini sul retro dell’ospedale.”

 Questa volta ha davvero esagerato… lo so che non dovrei intromettermi, ma non posso fare silenzio, perché come mille volte ho ripreso Dario per il suo comportamento, questa volta è Dario che devo “difendere”.  E con questo non voglio dire che io sia pienamente d’accordo con le sue scelte… voglio solo far capire ad Anna quanto sia stata ingiusta e crudele nei suoi confronti…

- Che vuoi?- domanda in tono scontroso appena mi raggiunge

- Voglio parlare di ciò che è successo prima.- rispondo in tono neutrale, non certo amichevole.

- Vai dritto al punto!- dice spazientita

- Hai esagerato!-

- Tu dici?- domanda sfidandomi con lo sguardo

- Sì, sei stata molto dura con lui, gli hai detto la cosa che temeva di più a questo mondo! Gli hai tirato una stilettata in pieno petto e non se lo meritava!-

- E io mi merito questo?- la sua voce comincia a tremare

- Lo sapevi fin dall’inizio che sarebbe stato complicato!- non mi farò intenerire da lei…non stavolta.

- Niente è troppo complicato se due persone l’affrontano insieme.-

- Non ti capisco!-

- Io e Dario non stiamo insieme: per lui esisto solo quando mi arrabbio e mi deve calmare, prima le cose andavano bene, ma ora, è sempre la stessa storia. Lui ormai mi dà per scontata!-

- Non è vero!- dico con tono calmo, ma conciso. Mi siedo sul muretto e lei fa lo stesso.

- Sì Massimo! Sa benissimo che io non posso vivere senza di lui, sa benissimo che quando litighiamo in qualche modo riuscirà sempre a farsi perdonare, perché io sono debole quando me lo trovo davanti, e anche se fa di tutto per tirar fuori la mia parte forte, non può fare a meno di approfittarsi di quella parte che pende dalle sue labbra…-

- Lo stai facendo passare per un manipolatore…e io non te lo posso permettere!- rispondo seriamente

- Non è che…-

- Ascolta Anna…- la interrompo:- …non è il fatto di approfittarsene o meno: quando ci s’innamora veramente, si perde la propria indipendenza… si cambia…. volenti o nolenti, è così e basta!-

- Ma… - cerca di ribattere ma dato che so già quello che vuole dire, la zittisco mettendole  un dito sulle labbra

- Adesso non venire a dirmi che Dario non è cambiato!-

- Mi lasci parlare?- urla spingendo via il mio braccio in malo modo.

- Ok, scusa!- il suo volto mi sembra una maschera di dolore…non può essere soltanto dovuto a questo…c’è sicuramente dell’altro! Decido quindi di non interromperla più…di ascoltare tutto ciò che ha da dire.

- No, scusami tu….- ritorna in sé, poi si decide a confessare tutti i suoi tormenti:- E’ che io non mi riconosco più! È successo tutto così in fretta, forse sono cambiate troppe cose e me ne rendo conto solo adesso! Massimo, in soli quattro mesi la mia vita è stata sconvolta: ho dovuto affrontare un’ intervento e anche se per te questo è il pane quotidiano, per me non lo è, ho passato dei momenti molto brutti e nel frattempo sono riuscita anche ad innamorarmi del mio angelo custode, ossia dell’uomo più sbagliato che potesse esistere su questo pianeta. Ho perso l’alloggio, mi sono trasferita da lui, ho cambiato università e qui mi sono ritrovata completamente sola senza nemmeno un’amica con cui confidarmi, dovendo ingoiare da sola tutto il rancore che provavo per Isobel e Fabrizio, ho dato solo due esami questo mese, di cui ne ho passato solo uno peraltro con un voto bassissimo, ma non posso nemmeno sperare di recuperare la media perché ho la testa altrove. Ormai ho perso la borsa di studio, ho perso la mia indipendenza, e ho perso anche me stessa perché me ne sto qui a piangermi addosso anziché reagire, mi sono rovinata per uno che mi considera soltanto uno dei tanti problemi che affollano la sua lunga lista in attesa di essere definitivamente sistemati nel momento in cui la sua brillante carriera lo permetta!-

- Sai di non essere solo un problema per Dario!- è l’unica cosa che riesco a contestare di tutto il suo discorso. Devo dire che mi ha davvero colpito!

- E’ ciò che sento di essere in questo momento! Mi faccio schifo da sola! Non sono mai stata così tanto patetica in vita mia!- comincia a singhiozzare e vedendo i suoi occhi riempirsi di lacrime sento il mio cuore stringersi sempre di più.

- Dai vieni qua!- le circondo la spalla con un braccio e la attiro verso di me: -Adesso stai esagerando!-

Lei oppone resistenza, facendomi capire di non aver apprezzato il mio gesto:- Sto piangendo come una cretina davanti al suo migliore amico nella speranza che mi consoli o che mi dica cosa sia giusto fare. Dire che sono patetica è dire poco!-

- Guarda che è normale soffrire, e non c’è da vergognarsi a mostrarsi deboli e a chiedere aiuto a qualcuno…- Dario e Anna in fondo non sono molto diversi! Anzi, capisco solo adesso quante cose abbiano in comune…

- Non sei obbligato a farlo!- esclama mostrandosi dura dopo essersi asciugata le lacrime

- A fare cosa?-

- A starmi accanto… perché se lo stai facendo solo perché ti faccio pena, preferisco stare da sola!-

Questa frase mi fa male, vorrei che non l’avesse mai detta! Mi considera amico suo solo per compassione? Eppure quando più volte ha chiesto il mio aiuto non lo pensava, o forse non le interessava! No io credo che in questo momento mi sta solo respingendo per paura di poter soffrire ancora di più di quanto stia facendo ora. E’ come un gattino ferito in mezzo alla strada, che graffia chiunque tenti di avvicinarsi, ma solo perché ha paura di sentire ancora più male.

Ora basta! Voglio che a lei sia tutto chiaro, voglio che lei sappia chi sono veramente, e cosa penso… così appoggio delicatamente la mia mano sulla sua e le parlo in tutta sincerità:- Anna io sono qui perché ti voglio bene e non riesco a starmene in disparte mentre tu soffri, non posso vederti piangere e rimanere impassibile…- lei mi guarda sorpresa dalle mie parole…e allora preciso:- Ti sembrerà strano, ma a volte capita che anch'io mi affezioni a delle persone! E non fingere che di questo non t'importi! Non serve a niente…quindi smettila di respingermi e lascia che ti dimostri il mio affetto, per una volta che voglio farlo!- concludo sorridendo.

- Grazie!- sorride mentre una lacrima le solca il viso.

La mia mano va a posarsi sulla sua guancia bagnata e mentre l’accarezzo dolcemente le dico:- No! Non dirlo! Non ce n'é motivo! Purtroppo questa volta non sono in grado di consigliarti, tocca a te decidere cosa fare. Ti dico soltanto questo: vai a casa, bevi un the caldo o una camomilla e dormici sopra…rifletterai poi con calma…le decisioni avventate non aiutano mai nessuno! Di questo sono sicuro! In ogni caso io ci sarò sempre: ormai sai dove abito, dove lavoro, hai il mio telefono…l’unica cosa che può tenerti lontana da me è il tuo orgoglio, ma sono sicuro che quando sarà il momento, riuscirete a superare anche quello!-

- Riuscirete?-

Annuisco:- Riuscirete! O almeno lo spero!-  

Ho parlato al plurale, ma non ho sbagliato! Credo che sia proprio questo il problema a fondamento degli altri: il loro orgoglio. Se entrambi ammettessero di avere incondizionatamente bisogno l’uno dell’altro, e si lasciassero guidare dai sentimenti profondi che li legano, avrebbero risolto qualsiasi problema.

Ma ripeto: chi sono io per dirlo? Nessuno! Come al solito mi lascio sempre prendere la mano e mi sbilancio in bizzarre ipotesi e teorie…sarà meglio che torni a fare il medico!

Mi alzo dicendo:- D’accordo è giunto il momento di rientrare…sempre che Schiaccianoci non mi abbia già licenziato!-

- Che cosa? Perché? – domanda preoccupata

- Oh non preoccuparti! Questo è un problema mio…pensa ai tuoi che sono già tanti…e mi raccomando…pensaci bene!-

- Lo farò! Grazie Massimo, ti voglio bene!- mi getta le braccia al collo e mi strige a sé con tutta la forza che ha in corpo: per la prima volta sono contento di abbracciarla a mia volta, e non m’interessa di chi ci possa vedere dalla vetrata, non m’interessa di ciò che possano pensare gli altri, perché non c’è niente di male a voler bene a una persona e a dimostrarglielo, specialmente quando ne ha più bisogno.

- A presto Anna, buona fortuna!- le accarezzo dolcemente i capelli e le do un bacio sulla fronte. Non mi sono mai sentito così tanto protettivo nei suoi confronti! Forse mi sto rammollendo un po’ troppo per i miei gusti…ma che posso dire? Lei è speciale…è già il secondo chirurgo che fa crollare…se ci riuscisse anche con Schiaccianoci le farei ergere una statua d’oro in suo onore!

Lei mi guarda negli occhi, ma c’è qualcosa di diverso nel suo sguardo, c’è qualcosa di strano, che non riesco a comprendere. All’improvviso il suo sguardo si abbassa e va a posarsi sulle mie labbra. Non faccio in tempo a realizzare a pieno la cosa che mi ritrovo le sue morbide labbra sulle mie.

Mi allontano immediatamente come se mi fossi scottato domandandole sconcertato: - Ehi che ti prende?-

- Oddio che ho fatto?!- esclama in preda al panico mettendosi una mano sulla bocca: - Perdonami ti prego! Non so cosa mi è preso!- conclude indietreggiando sempre di più, pronta a fuggire.

- Ehi aspetta!- riesco a bloccarla poggiando entrambe le mani sulle sue braccia.

- Sono una deficiente! Ho rovinato tutto! – dice mentre una nuova lacrima le riga il volto

- No! Non hai rovinato niente!- le dico mentre con il pollice raccolgo quella che spero sia l’ultima lacrima che vedrò cadere dal suo viso. Lei abbassa lo sguardo mortificata, ma non posso lasciare che le cose finiscano così:- Ehi guardami!- lei fa come dico:- Tranquilla! Ok? Non è successo niente! E’ tutto a posto! D’accordo?-

Lei annuisce, ma nel momento in cui allento la presa, si volta e se ne va senza dire una parola. Mi ha stupito con quel bacio e non posso fare a meno di chiedermi se ho sbagliato in qualche cosa, se mi sono allargato un po’ troppo e il mio comportamento fosse fraintendibile. Alla fine però concludo che non serve a niente stare qui a rimuginare sul passato. Non importa il motivo! È successo e basta! Non gliene faccio una colpa! Io l’ho già perdonata, ma so che lei non lo farà: ora si starà sentendo peggio di prima, e questa volta io non saprò più niente, non avrò modo di consolarla, e non so se l’avrò ancora in futuro. L’unica cosa che mi dispiace davvero, è che se prima avevo una fioca speranza che lei chiedesse il mio aiuto, che mi considerasse l’amico per eccellenza e si confidasse con me, ora so per certo che non lo farà…. né oggi, né domani, né mai.


 
Ciaooo ragazze! Quelle che vogliono prendermi a botte, prendano un numero e si mettano in fila! D’accordo, non avevo programmato la scena finale, ma poi la tastiera ha scritto da sé….è colpa sua! XD Scherzi a parte, non preoccupatevi, non è che adesso sconvolgo la storia, è stato solo un episodio volto a sottolineare che la bussola di Anna si è un tantino rotta! A parte questo ci tengo a sottolineare che il litigio fra Dario e Anna non è dovuto soltanto al fatto del convegno….quest’ultimo è solo un pretesto…è un po’ la goccia che fa traboccare il vaso… Voi che ne pensate? Ah dimenticavo! Magari qualcuna non apprezza molto l’intromissione di Massimo nella storia…io credo sia importante perché di solito le ragazze si aprono di più con un amico piuttosto che direttamente con lui. Per il resto accetto comunque che la pensiate diversamente e quindi qualsiasi tipo di parere o commento! Detto questo vi saluto e mando un bacione a tutti quelli che ancora mi seguono!
 
  
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