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Autore: effe_95    23/02/2013    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

23.Tutte ottime motivazioni.

 

Febbraio era appena finito portando via con se anche il freddo, aveva smesso di nevicare da qualche settimana e il resto della neve aveva cominciato a sciogliersi da sola.
Yulian giocherellava con le mani in quello zucchero soffice ma comunque ghiacciato, senza indossare i guanti. Claudia lo guardava con un'espressione scioccata, perché Yulian aveva le mani completamente viola in fase di congelamento, ma non si lamentava per nulla.
<< La smetti? >> Disse lei prendendogli le mani, erano così fredde che quel poco calore che era riuscita a racimolare lei svanì in un nanosecondo, aveva vinto ancora una volta il freddo.
<< Non vedi che sono viola?! >> Lo ammonì lei portando le mani del ragazzo nelle tasche del suo giubbotto pesante, Yulian sorrise di quel suo sorriso provocatore e le baciò il naso.
<< Stai tranquilla! Quand’ero bambino mi facevano giocare per venticinque minuti nella neve con solo il costume, dicevano che serviva a rafforzare la pelle >> Claudia rimase scioccata quando sentì quelle parole, lei che non sopportava nemmeno un po’ quel freddo bestiale dell’Italia che così gelido non era.
<< Stai scherzando, vero? >> Yulian rise calorosamente, e con le mani infilate nella giacca di lei la stinse forte a se abbracciandola in modo un po’ goffo, ma saldo.
<< No, sto dicendo la verità >>
<< Ma è disumano! >> Protestò lei con fare capriccioso, Yulian fece spallucce e le diede un altro bacio sul naso, in fondo era così piccolo quando faceva quelle cose che lo ricordava a mala pena, solo una volta aveva preso la febbre, la prima volta forse, una febbre così alta alla quale era susseguita una bella bronchite, ma in effetti era quasi inevitabile tutto questo, una volta che avevi sguazzato nella neve come un pesciolino felice.
<< Forse un po’, ma serve >> Rispose il biondo perdendo lo sguardo in quella neve bianca, come se stesse ricordando qualcosa di piacevole e triste contemporaneamente, era in quei momenti che a Claudia veniva la voglia matta di entrare in quei ricordi per leggerli.
<< Mi ricordo che la prima volta tornai a casa che scottavo come un carbone ardente, avevo la febbre a trentotto e a casa c’era solo mio padre. Quando mi vide scattò in piedi come se fosse allarmato, mi passò una mano sulla fronte preoccupato e poi mi fece stendere sul divano ricoprendomi di coperte e imbottendomi di medicine, mi sentivo sereno, mi sentivo accettato da lui. E’ stata l’ultima volta che mi ha dato una carezza fino ad ora >>
Claudia gli accarezzò una guancia, ringraziandolo per aver condiviso quel ricordo con lei, Aleksandr aveva imparato ad amarlo da  troppo poco e adesso che Yulian aveva diciotto anni, era difficile recuperare tutto quel tempo, però lei era felice che fosse accaduto, e forse un po’ anche per colpa sua.
<< Io una carezza di mio padre non me la ricordo nemmeno >> Disse lei abbassando gli occhi, questa volta fu Yulian ad accarezzarla.
<< Mi ricordo che me ne hai parlato, ma io fui davvero pessimo quella volta >> Sussurrò lui ridendo lievemente, ricordando proprio l’inizio del loro rapporto.
<< Mio padre se n’è andato quando avevo sei anni, abbiamo scoperto che nel frattempo aveva avuto altri tre figli con un’altra donna, il primo aveva già l’età di Nicola e questo ovviamente non ha favorito la sua autostima, comunque alla fine papà ha scelto l’altra donna e mia madre non l’ha sopportato. >>  Claudia non l’aveva mai raccontato a nessuno, solo Francesco era a conoscenza di quella storia, perché lui c’era quando Andrea Andreotti se n’era andato di casa e non aveva dato nemmeno il cognome ai suoi figli.
<< Non l’hai più sentito dopo? >> Domandò Yulian guidandola verso una panchina dove si misero seduti nonostante i residui di neve gelata.
<< No, in realtà io avevo intenzione di farlo, ma Nicola me l’ha categoricamente vietato >>
Yulian contrasse le sopracciglia in segno di disapprovazione, quella era un'espressione che Claudia conosceva molto bene, le era così familiare, che lo anticipò prima ancora che lui potesse parlare.
<< Non arrabbiarti con lui. All’età di quindici anni andò a cercarlo, ma quando tornò a casa si nascose dentro la sua stanza, ruppe tutto quello che aveva a portata di mano e si tagliò con del vetro sotto i piedi, così fummo costretti ad andare anche in ospedale. Non ci ha mai raccontato cosa si sono detti quel giorno, ed è per questo che non mi permette di cercarlo, e in fondo io non lo so se lo voglio davvero >>
Yulian la strinse in un abbraccio consolatore e protettivo, nessuno meglio di lui poteva sapere che in un momento del genere delle parole di circostanza non potevano bastare e non servivano a niente, una volta aveva perfino picchiato un suo coetaneo perché lo aveva “ consolato” con parole stupide e inopportune, sapeva che Claudia aveva solo bisogno di un abbraccio e che possibilmente fosse vero.
 
Quella sera Claudia aveva intenzione di andare da Yulian, sua madre era via per lavoro, mentre Nicola avrebbe passato tutta la notte nel posto dove lavorava a causa di un evento importante. Yulian non sapeva niente, e l’idea di Claudia era quella di fargli una sorpresa, sperando che quella potesse essere la volta buona per loro.
Si presentò a casa del ragazzo alle sette precise, sicura che non avrebbe trovato nessuno a parte il fidanzato, questo grazie anche alla complicità di Iliana, quella ragazza era un tesoro.
Yulian aprì la porta con fare trafelato, aveva i capelli più scombinati del solito e gli occhi di  uno che si era appena svegliato dal sonno, la guardò come se fosse un'allucinazione e si aprì in un bel sorriso.
<< Che ci fai qui? >> Le chiese allargando le braccia per stringerla in un bell’ abbraccio, Claudia si lasciò abbracciare e coccolare dal calore delle sue braccia.
<< Sorpresa! >> Mormorò esile, come se all’improvviso l’idea non le sembrasse più così allettante, Yulian ridacchiò.
<< I miei non ci sono Clo, quindi dovrai arrangiarti con la mia cucina >> Disse il ragazzo facendola entrare in casa, Claudia si guardò in torno e lasciò il giubbotto con la sciarpa sul divano, poi seguì il fidanzato in cucina.
<< Lo so che i tuoi non ci sono >> Nel sentire quelle parole Yulian si fermò e si girò di scatto per guardare meglio la fidanzata, Claudia se ne stava sulla soglia della cucina con aria colpevole e anche un po’ imbarazzata, bastò davvero poco a Yulian per capire che Claudia aveva organizzato tutto per bene.
<< Claudia ma tu sei sicura? Insomma, questa volta non ci sarà niente che mi fermerà >>
Nel sentire quelle parole Claudia sussultò, ma nel guardare gli occhi azzurri e fieri di Yulian, annuì risoluta pensando che poi non potesse essere così male come credeva lei.
Yulian lasciò la pentola che teneva tra le mani sul tavolo e andò incontro alla ragazza abbracciandola, lei tremava come una foglia ed era più rigida del tronco di un albero, Yulian ridacchiò e le schioccò un rumoroso bacio sulla fronte.
<< Cosa ti cucino nel frattempo? >> Chiese tornando in cucina, Claudia rimase sulla soglia come un baccalà, poi entrò nella stanza e si accostò al ragazzo che guardava il frigorifero con aria critica.
<< Che ne dici di una frittata? >> Disse lei prendendo le uova, Yulian alzò gli occhi al cielo e prese in mano quattro uova.
<< E frittata sia >> Borbottò in russo, Claudia gli fece la linguaccia e poi i due si misero all’opera.
All’interno della frittata ci misero di tutto, dal prosciutto al formaggio e alla fine bruciarono tutto servendo a tavola una cosa immangiabile, Yulian si scottò il braccio con l’olio bollente provocandosi una striatura rosso fuoco sul braccio sinistro, talmente tanto fu il dolore che Yulian pianse come un bambino tra le braccia di Claudia, che gli asciugò le lacrime e gli bendò il braccio mettendo una pomata antiustioni.
Alla fine riuscirono a mangiare quella cosa immangiabile e dopo aver lavato i piatti si stesero per terra sul tappeto del salone guardando il soffitto bianco e inanimato.
<< Come va il braccio? >> Chiese lei accarezzando con le mani i peli soffici di quel pavimento immaginario.
<< Mi brucia tantissimo, ti confesso che in questo momento ho voglia di mia mamma e delle sue coccole >> I due ridacchiarono dandosi piccole spinte e facendosi il solletico a tratto.
<< Guarda che sei vecchio ormai >> lo rimproverò lei ridendo ancora a tratti.
<< Fino a prova contraria ho solo 18 anni, e 19 li compio il 4 Settembre >> Si lamentò il russo, incrociando le braccia al petto con una finta espressione di arrabbiatura, Claudia si attaccò al suo braccio e continuò a guardare quel soffitto bianco dove non era ancora stato disegnato niente di concreto, lei aveva solo sedici anni, Yulian ne aveva diciotto e non sapeva niente di quello che sarebbe stato il loro futuro, la vita che avevano davanti era così lunga che avrebbero anche potuto prendere strade diverse un giorno, così diverse da non rivedersi mai più.
<< Yul, tu cosa vuoi fare da grande? >> Chiese lei stringendo ancora più forte il suo braccio, Yulian guardò anche lui quel punto bianco e indefinito facendosi le stesse domande.
<< Mi piacerebbe fare l’università dopo, magari lettere moderne >> Claudia non lo vedeva come professore, ma certamente sarebbe stato un prof. sexy.
<< Io invece voglio fare giurisprudenza, mi ci vedi? >> Chiese Claudia sorridendo, un professore di Italiano e un avvocato, che coppia strana, Yulian ridacchiò divertito.
<< Si, ti ci vedo sai? >>
<< Poi voglio sposarmi in una chiesa dispersa tra le montagne a Giugno, perché non fa nè troppo freddo nè troppo caldo da queste parti >> Continuò lei con le lacrime agli occhi, o per l’emozione o forse per l’ansia e la paura.
<< A me va bene qualsiasi cosa sai? Però in viaggio di nozze vorrei farmi tutte le capitali dei paesi dell’est, Praga, Varsavia, Kiev, Budapest, Bucarest, Vienna e poi tutte le altre. >>
<< Va bene, facciamo quello che vuoi tu >> Concordò Claudia annuendo, Yulian le sorrise di quel suo solito sorriso, quello che le aveva riservato subito sin dall’inizio.
<< Voglio avere tre figli, due maschi e una femmina >>
<< Tre? >> Chiese Claudia con aria preoccupata, Yulian però annuì risoluto.
<< Ma ingrasserò come una vacca! >> Si lamentò Claudia, ma Yulian la fece sorridere con un bacio veloce e un breve pizzicotto sulla pancia, un pizzicotto che le fece anche un male cane.
<< E a me cosa importa? Per me sarai sempre bellissima, anche quando avrei i capelli bianchi e meno denti >>
<< E come li vorresti chiamare questi tre figli >> Yulian sorrise, alla fine l’aveva convinta davvero.
<< Nikolaj, Aleksandr e Luna >> Replicò risoluto << Nikolaj come tuo fratello, ma anche come Nikolaj Rostov e Nikolaj Gogol, Aleksandr perché mio padre si chiama così e anche un po’ Aleksandr Puskin, e Luna perché è la donna che ha ti ha messo al mondo, tutto qui >>
<< Le trovo tutte ottime motivazioni >> Replicò Claudia, e i due ragazzi smisero di parlare guardando quel soffitto che improvvisamente aveva cominciato ad assumere delle colorazioni  particolari, come se il futuro non potesse più fare così tanta paura.
Yulian guardò Claudia negli occhi e le sorrise per incoraggiarla, poi la baciò come se lo facesse per la prima volta e non per la millesima in quei lunghi cinque mesi, le sfilò la maglietta, ma il campanello suonò in quel preciso momento, rompendo tutta la magia che era venuta a crearsi precedentemente.
<< Ti giuro che chiunque sia lo ammazzo >> Mormorò il ragazzo alzandosi in piedi, Claudia si infilò velocemente la maglietta e si alzò anche lei per andare a vedere chi fosse, e quando raggiunse il fidanzato, lo fece giusto in tempo per vedere Vittoria afferrarlo per i capelli e baciarlo con foga, e capì quel futuro era ancora troppo lontano e forse irraggiungibile. 



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Effe_95


Buonasera a tutti quanti!
Siete contenti che sto aggiornando così presto? Io ce la sto mettendo davvero tutta giuro, perchè ve lo meritate ecco.
Allora, vi è piaciuto il capitolo? Credo di averlo scritto e controllato almeno venti volte, e ci ho messo tutta la romanticheria di cui ero capace giuro, e mi scuso se è così poca e scarseggiante, ma non sono esperta di queste cose.
Vi dico già da adesso che il prossimo capitolo sarà una vera e propria tempesta siberiana ;)
Grazie mille e a presto.

P.S Ho dimenticato una cosa importante direi, questo capitolo lo dedico a Martina e al compleanno di Yulian, lei capirà ;)
  
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