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Autore: tindina    12/09/2007    5 recensioni
questa storia è un insieme di capitoli che descrive i pensieri di ogni personaggio lasciato un po' più in ombra dalla scrittrice. alcuni si fondano si avvenimenti veramente accaduti nei libri, altri sono solamente frutto della mia fantasia, spero vi possa piacere ATTENZIONE: 2 CAPITOLO SPOILER 7 LIBRO
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Morto

Morto.

La luce verde, quel lampo morale scaturito dalla bacchetta del mago più crudele, l’essere più orrido di tutta la terra.

Quando quel fascio luminoso lo ha sfiorato, l’ho visto andare, piegarsi su se stesso e lasciarsi cadere, dopo quella che mi era sembrata un’eternità.

Non aveva opposto resistenza, non aveva combattuto; paura, si, di quella ne ebbe tanta.

Ma non lo ha dimostrato, è stato coraggioso, e ha donato la vita per tutti noi.

Il suo corpo rimase inerte, fermo, adagiato sul morbido muschio di quella foresta.

Avevamo perso, era tutto finito.

Harry Potter era morto.

Una parte del mio cuore si spense.

Buio, buio totale; nel mio cuore, sui miei occhi si calò una coltre, un velo, e per un momento non vidi più nulla.

Tutti quei Mangiamorte, che prima sghignazzavano contenti, erano spariti.

Vedevo solamente il suo corpo, privo di anima.

Ho sofferto troppo per poter piangere, per poter anche solo dire una parola.

E ripenso.

Ripenso a quando lo avevo salvato dalle macerie, e lo avevo lasciato, in quel fagotto di coperte, davanti a casa Dursley.

‘Questo bimbo diventerà un grandissimo mago… ne sono certo!’ m’ero ripetuto mentre lo guardavo.

E più cresceva, più tutto questo si confermava.

Non doveva morire, no.

Diciassette anni erano troppo pochi per un mago come lui: per un ragazzo pieno di cuore e di talento, sempre pronto ad aiutare gli altri.

Vedevo in lui, tutto quello che io non ero stato: famoso, un grande studente, circondato da amici che gli volevano bene.

Ma ora, il suo futuro era andato in frantumi.

Per il bambino che era sopravvissuto, niente era più possibile.

Sentivo degli echi lontani, come delle esclamazioni di felicità.

La mia mente era offuscata, e non mi accorsi nemmeno di Narcissa Malfoy che si avvicinava al corpo per costatare se fosse davvero morto.

Quando le esclamazioni si fecero urla, mi ridestai dalla mia riflessione, ma il dolore che provavo era sempre più gravante.

Anche Colui Che Non Deve Essere Nominato soffriva, ma chi se ne importava.

Lui l’aveva ucciso.

Era tutta colpa sua.

Ma non potevo fare niente; mi aveva stregato, e non riuscivo più a muovere un muscolo.

Non ho potuto fare niente nemmeno quando quello bastardo lo sbatteva a terra… e ancora e ancora.

Come mi sento in colpa.

Perché sono stato così idiota da farmi vedere.

Potevo proteggerlo.

Potevo farlo vivere.

Ma non ci sono riuscito.

Codardo, vile traditore.

Avrei voluto morire, ma sfortunatamente non potevo farlo.

Dopo poco, ho sentito come un ordine nella mia testa, che mi costringeva a prendere in braccio Harry e a portarlo dentro il castello.

Mi avranno impedito di scappare.

Mi avranno impedito di urlare.

Ma non mi hanno impedito di piangere.

Fresche lacrime cadevano dai miei occhi, e si andavano a nascondere nella mia folta barba.

Anche se piangere non serviva a niente.

Piangevo perché era la sola cosa che io potessi fare.

Harry morto tra le mie braccia… impossibile credere ad una cosa simile, perché non doveva accadere.

Finalmente l’incanto Imperius che mi controllava, si sciolse.

Urlai, urlai più che potei.

“Ed ora sei contento, no? Sei contento che non hai combattuto, brutto pezzo di un codardo che non sei altro? Sei contento che Harry Potter sia… sia…m…morto..?” tutta la voce che avevo in gola, scomparve in un attimo, come quel briciolo di ragione che avevo mantenuto fino a quel momento.

Le lacrime continuavano a scendere velocemente, e percorrevano le mie guance, bagnandomi il viso.

Tentavo di risvegliare l’attenzione dei centauri, perché anche loro sapessero quello che era successo ad Harry Potter.

Dovevo trovare un modo, un modo per risolvere la cosa.

Dovevo vendicarmi per quello che era stato fatto a colui che consideravo come figlio mio.

“Fermati” mi disse una voce fredda, probabilmente quella di Voi Sapete Chi.

Non riuscivo a distinguere niente… non volevo distinguere niente, avrei solo sofferto…di più.

Eravamo nella Sala Grande, e Lui stava parlando.

Di quanto fosse grande e potente, e di quanto, a suo confronto, Harry Potter fosse solamente un eroe senza un briciolo di eroicità.

Come era volubile, come era morto.

Lo descriveva come se Harry avesse tentato di sottrarsi.

Bugie.

Solamente bugie.

E lui, l’emerito bugiardo.

Passarono alcuni attimi, ma qualcosa accadde, subito dopo: gli elfi domestici erano stati avvisati della battaglia di Hogwarts, e ora si stavano ribellando come ne avevano il diritto.

C’erano venuti a dare una mano, ed ora stavano salvando la situazione.

Nel trambusto generale, avevo perso di vista Harry; ma quando guardai dove poco prima era adagiato il suo corpo, ora non ne vidi neanche l’ombra.

Persi un battito del mio cuore: dove era andato.

Ma non ebbi il tempo di pensare ulteriormente, che venni attaccato da Mcnair.

Quando lo stesi con un pugno, continuai a guardarmi intorno: tutti stavano combattendo contro tutti, ma di Harry neanche l’ombra.

Poi il mio occhio venne colpito da uno strano particolare: un Mangiamorte veniva attaccato dal vuoto.

Così capì tutto: Harry era vivo e vegeto sotto il suo caro mantello dell’invisibilità.

Si era salvato (Grazie mille Santo Merlino).

Mi sentivo come se fossi nuovo, rinato, e la parte del mio cuore che mi era venuta a mancare, ora si illuminò.

Niente mi preoccupava più.

Sapevo che avevamo vinto, ma, cosa più importante: sapevo che era vivo.

Ringrazio moltissimo Sakyjune che ha commentato il primo capitolo e mi ha spronata a continuare.

Questo capitolo descrive il momento in cui sembra che Harry muoia, dal punto di vista di Hagrid.

Spero vi piaccia.

  
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