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Autore: Acquamarine_    28/02/2013    2 recensioni
Girovagando nei meandri della mente, a volte si può trovare qualcosa di misterioso, e, perché no, curioso.
Kaboom! raccoglie i pairing più assurdi che mi sono venuti in mente, e quelli che ho letto in giro (in questo caso citerò la storia/l'autore da cui ho tratto ispirazione), una cosa da... Kaboom!
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Avvertimento: un po' OOC, AU

#Rache.

«Allora, professor Allock, cominciamo l'intervista?»
Rita Skeeter sorrise furbescamente, stappando la sua penna preferita e lanciando uno sguardo fintamente adorante verso il suo interlocutore.
«Quando vuole, madame» rispose il giovane e affascinante professore, accavallando le gambe e prendendo il mano la sua tazza di té.
«Non è buffo?» continuò. «I Babbani prendono il té alle cinque di ogni pomeriggio. Strani e affascinanti, i Babbani».
«Molto interessante, sì» lo liquidò lei velocemente, desiderosa di concentrarsi sul personaggio più che sui Babbani. «Ma a proposito di persone affascinanti, è risaputo che lei sia amato dalla comunità delle streghe molto più di qualsiasi altra persona. Si vocifera che addirittura Bradley Pittix sia invidioso di lei. Quale pensa sia il motivo che le conferisce tanta popolarità?».
«Oh, sa che il mio sorriso è stato premiato dal Settimanale delle streghe ben cinque volte? Penso sia questo il motivo principale, se sa cosa intendo» terminò sorridendole maliziosamente.
«Ehm, già, davvero sconvolgente» continuò lei, appuntando “Narcisista e allusivo”. Sorrise, immaginando come avrebbe mutato quella scena nell'articolo descritto.
«Arriviamo al punto, se sa cosa intendo» continuò. «La domanda che tutti ci poniamo è: esiste una signora Allock? Se sì, perché la tiene nascosta?»
«Oh... certo, madame. Io amo tutte le signore che leggono i miei libri e seguono i miei discorsi» continuò, sorridendo.
«Deve pur esserci qualcuno che ama più delle altre, no?» sentì il viso che diventava paonazzo: sembrava di parlare ad un bambino. Sorrise, cercando di non scoppiare a ridergli in faccia. Era assurdo. Non vedeva l'ora di farlo a pezzettini sulla Gazzetta.
Se Rita Skeeter desiderava uno scoop, Rita Skeeter trovava uno scoop. Che lo avessero tutti ben chiaro.
«Vuole un autografo?» disse Allock, perfettamente calmo. «Può anche avere una mia foto, se desidera».
«Ma certo, signor Allock. Certo». Era stupido, ma pur sempre un osso duro.

Evasivo”, segnò sul taccuino.
Prese il foglio su cui l'altro aveva segnato un autografo e lo pose nella borsetta. Poteva tornare utile, un giorno o l'altro.
E poi, meglio accontentarlo. Avrebbe ripreso l'argomento appena possibile.
«Bene, che ne dice di parlare della sua infanzia, signor Allock?»
«Ma certo, signorina! Vuole conoscere dove ho imparato a sorridere in questo modo? Dove ho appreso gli incantesimi che più volte mi hanno salvato la vita? Glielo racconterò senza alcun problema. Si metta comoda».

Prepara e impara discorsi a memoria”.
«C'era un piccolo e sperduto villaggio nel nord del paese, nella contea dello Yorkshire e Humber. È lì che sono nato, che ho imparato l'importanza del valore, dell'amore e l'ambizione. Era un paese piccolo, retrogado, eppure mi ha insegnato quelli che sono diventati i pilastri della mia vita. La famiglia Purosangue in cui sono nato mi ha altresì istruito alla magia, alla storia, alla Difesa Contro le Arti Oscure, al riconoscimento di creature magiche.»

Ripetitivi e pieni di cliché” aggiunse alla frase precedente. “Nello Yorkshire non ci sono famiglie Purosangue” pensò, scuotendo la testa. “Al limite ci sono i Corner, Mezzosangue”.
Tuttavia Allock continuò, indisturbato. «Rammento ancora i pomeriggi passati a rincorrere farfalle, a raccogliere fiori... ah! Quanto mi mancano! Cosa darei per poter tornare indietro!»

Eccessivamente teatrale. Gesticola mentre parla”.
Desiderosa di metterlo in difficoltà, lo interruppe. «Molto bene, signor Allock. Direi di passare ad un punto cruciale della sua vita. Qual è il suo rapporto con l'amore?»
«Ma ne abbiamo già parlato prima, madame, non rammenta?»
«No, signor Allock. Ritengo opportuno riaprire l'argomento. A meno che lei non abbia qualcosa in contrario, qualcosa che vuole nascondere».
«Certo che no. Ehm... bene, sì. La mia prima fidanzata era una fanciulla molto graziosa, conosciuta a Diagon Alley quando avevo appena diciassette anni. Era castana e adoravo i suoi capelli, ricci e perfetti. Amava leggere e scrivere, mi ricordo, eppure non ho mai avuto il piacere di leggere qualche sua opera. Mi sarebbe piaciuto».
«E perché è finita, Gilderoy? Ricorda perché è finita?»
«Io sono partito per la mia prima missione».
«Ed aveva promesso alla sua amata che sarebbe tornato da lei?»
«Sì» rispose Gilderoy, lanciandole uno sguardo in tralice. «Ma lei come...?»
«E perché non è tornato da lei, Gilderoy?» continuò Rita, stringendo i denti ma continuando ad avere un tono pacato e calmo.
«Io ero famoso, ormai. Tutti i giornali desideravano miei interviste, stava per uscire il mio primo libro. Lei non avrebbe mai accettato tutto quel trambusto che mi girava attorno».
«O forse lei non avrebbe accettato come fidanzata una povera, semplice studentessa?»
«Non è così».
«Com'è, allora, signor Allock?»
«Lei era troppo giovane per sopportare tutto quel peso. La fama è di difficile gestione». Sfoderò uno dei suoi sorrisi più convincenti, sebbene alcune goccioline di sudore fossero comparse sulla sua fronte.
«Benissimo, penso possa andare, signor Allock. Sono lieta che abbia deciso di rilasciare quest'intervista».
«Non vuole parlare del mio nuovo libro, signorina... Skeeter
«Oh, non ce n'è bisogno, signor Allock. L'abbiamo già fatto prima, non si ricorda?» rispose lei, sorridendo e appuntando un'ultima, semplice parola sul taccuino.

Bugiardo”.

*

Articolo pronto. Consegna prevista: Venerdì 1° Giugno, 1992”.
Il gufo bianco lasciò la finestra, volando verso la redazione della Gazzetta del Profeta. Rita si sedette di fronte al fuoco, stringendo fra le mani un pezzo di carta ormai ingiallito.

Tornerò”. Una sola parola, marchiata come a fuoco nel suo cuore, incisa sulla carta con la leggerezza dei diciassette anni. Quante lacrime aveva pianto, su quel pezzetto di carta!
«Oh, sa che il mio sorriso è stato premiato dal Settimanale delle streghe ben cinque volte?».
Senza alcun rimpianto, lo gettò nelle fiamme, osservando con un sorriso stampato sul volto la carta che anneriva, pian piano, giungendo alla consistenza di polvere. Sottili volute di fumo si alzarono e le giunsero all'olfatto. Un profumo cui aveva anelato per anni la inebriò totalmente: il profumo della vendetta.
Chiuse gli occhi, lasciando che quei ricordi la visitassero per l'ultima volta.


*

«Nessuna ragazza è in grado di resistermi». Quello strano tipo continuava a ripetere questa frase a chiunque gli capitasse sotto tiro. Aveva aurei capelli ondulati, vestiti svolazzanti e una piuma di pavone stretta nella mano destra. “Buffone”, pensò Rita.
Alzò gli occhi al cielo, rendendosi conto che l'unico posto libero – o pulito – era proprio quello accanto a lui. Sbuffò e si avvicinò di malavoglia accanto a lui. Dovette sorbirsi le sue chiacchiere per mezz'ora buona, poi decise che sarebbe tornata in biblioteca più tardi. Non poteva sopportare oltre. E andare ad Azkaban a soli quindici anni non le sembrava una prospettiva conveniente.


«Ehm-Ehm... signorina? Necessita di aiuto?»
«Scusa... perché parli in questo modo?»
Lui parve offeso. «Cosa intende?»
«“Necessita”» si limitò a dire lei.
«È una bella parola» continuò lui, col sopracciglio sinistro alzato.
La ragazza scoppiò a ridere. Tra tante motivazioni plausibili che aveva immaginato, questa era di sicuro la più originale. Non se l'aspettava.
«Sono lieto di averla allietata» rispose, cupo.
«Lo stai facendo di nuovo» continuò. «Sembri l'amico di un cugino di mio padre...» continuò, alzando gli occhi al cielo. «Com'è che ti chiami?»
«Allock. Gilderoy Allock».
«Allock? Il cocco della Jenson?»
«Com...?»
Lei scrollò le spalle. «Voci di corridoio. Io mi limito a riferire. A proposito, è vero che avete una tresca?»
«Cosa?» chiese lui, scandalizzato. «Tra me e la professoressa c'è un rapporto strettamente lavorativo! Non vi è alcuna confidenza!»
«Come sopra» si limitò a commentare lei, continuando a svuotare le scatole di libri.
«Bene. È stato un piacere conoscerla» commentò lui, infastidito.
«Ah, sì? E l'aiuto che mi avevi offerto?»
«Mi sono ricordato di avere un impegno».
«Ieri ho sopportato le tue chiacchiere per mezz'ora, me lo devi. Forza e coraggio, mancano solo otto scatole!»
Il ragazzo sospirò, avvicinandosi ad una cassa di libri.
«Oh! Questo è il mio preferito!» rispose, allegro, cominciando ad impilare le copie di “A spasso con la morte”.
Rita sbirciò sulla sua spalla. «Io lo adoro! In particolare la scena in cui lui-»
«... salva la situazione gridando “Dove sono i miei marshmallows”!»
«Già, sono morta dal ridere, giuro! Non ti facevo un tipo da “A spasso con la morte”, sai?»
«Ah, no? E che tipo “mi faresti”?»
«Non so... mi ricordi, in qualche modo, un autore Babbano che mia madre ama tanto».
«Chi?»
«Oscar Wilde».
«Gran bell'autore, Wilde. Sono onorato, allora».
«Dovreste parlare qualche volta, tu e mia madre. Secondo me, pensa che tu sia perfetto... sai, il genero che tutti vorrebbero avere».
«È una proposta indecente?» rispose lui, sorridendole.
Rita avvampò totalmente. «No! Era per dire, per Salazaar!»
«Già, per dire...»

§

  Tuoni e lampi sconquassavano il cielo, illuminando a giorno l'aria cupa del cielo notturno. La pioggia batteva ripetutamente sul vetro, quasi come se stesse chiedendo un invito ad entrare. La pioggia bagnava anche il viso di Rita, eppure era di diversa consistenza. Calda, dolorosa.
  Tra le mani stringeva un pezzettino di carta.

  “Tornerò”. Davanti agli occhi una sola immagine. Gilderoy Allock, stretto a due ragazze a Diagon Alley, che sorrideva al fotografo e le lanciava uno guardo gelido prima di oltrepassarla, lasciandola lì, nel bel mezzo del Ghirigoro. Circondata da decine i persone – che acclamavano il di lui nome – e tuttavia sola, spezzata. La bocca improvvisamente secca aveva ricordato il sapore delle sue labbra, il corpo gelido il calore delle sue dita, gli occhi la purezza della sua anima, che ora era divenuta sporca, sfuggente, traditrice.
  Rita strinse il pezzettino di carta fra le mani e lo gettò in fondo al suo baule, stringendo i denti. Si asciugò il volto.
  «Nessuno, nessuno può prendersi gioco di Rita Skeeter. Ti giuro, Gilderoy Allock, che non dimenticherai il mio nome per tutto il resto della tua vita».
  Era così finita la giovane Rita, ed era iniziata Rita Skeeter, leggera e fastidiosa come una zanzara, piccola e agile, onnipresente, onnisciente. Sapeva tutto di tutti e sapeva come rendere la loro vita un inferno. Era evanescente, veloce come un pensiero, leggera, silenziosa. Gelida come il suo cuore.


*

La Gazzetta del Profeta

Prezzo: 5 zellini

1° Giugno, 1992


Gilderoy Allock: seducente o bugiardo?

«Lasciai la mia fidanzata per vergogna»: la confessione choc del pluripremiato “sorriso più seducente del Settimanale delle Streghe”

                   Appare stanco, forse provato dalla sua ultima impresa – liberare un paesino irlandese da un pericoloso troll – oppure soffocato dalla mole di bugie?
                   Gilderoy Allock, trentotto anni, giovane mago famoso in tutta la comunità magica per le sue presunte imprese ed amato dal genere femminile per il suo seducente sorriso, appare evasivo dinanzi alle domande della nostra giornalista.
                   Le questioni che interessano tutti sono: chi è Gilderoy Allock? Da dove viene? Dove ha intenzione di andare? E, soprattutto, chi lo accompagna lungo il suo lungo, lento e tortuoso viaggio? C'è una donna nella vita dell'uomo più desiderato del momento? Chi è?
                  «Lasciai la mia fidanzata perché mi vergognavo. Avevo diciassette anni, ero famoso, giovane, bello. Avevo compiuto la mia prima impresa e il mio primo libro stava per essere pubblicato: fu un successo inaspettato. Lei non avrebbe capito». Questa la confessione choc dell'uomo, che manda in pezzi i cuori di centinaia di donne che lo ammiravano per la sua sensibilità e per il suo ardore. Gesticola molto durante il suo discorso, come a voler colmare il vuoto derivato dalla perdita del suo amore adolescenziale. È forse questo il motivo che lo spinge a non amare più nessuno? Il rimpianto di aver costretto ad una immensa sofferenza un'innocente fanciulla?

                   È per questo che Gilderoy Allock appare sfuggente e concentra l'attenzione sui suoi libri, sul suo sorriso, sui premi ricevuti? Per nascondere a tutti la grave colpa commessa?
                   È per questo che parla poco e scrive molto, affinché dietro ad un muro di parole quelle pronunciate in una piovosa giornata primaverile appaiano lontane, innocue per la sua reputazione?
                  «Le lasciai un biglietto con su scritto “Tornerò”, ma non feci mai ritorno. Era un amore adolescenziale, nato così, per gioco. Non se lo ricorderà nemmeno».
                   È così che chiude l'intervista, Gilderoy Allock, cercando una giustificazione a ciò che ha fatto. Ma la fanciulla avrà dimenticato i mesi passati a piangere un amore volato via come un gufo postino, veloce come il vento? Un amore che appena nato era già morto, ucciso dall'arroganza di un ragazzino che si credeva uomo e che illuso per tutta la sua vita tutte le donne che sono incappate nel suo cammino.
                   La domanda sorge spontanea: a quante altre donne ha spezzato il cuore, Gilderoy Allock?
                   Se rientrate in questa categoria, scriveteci: tutte le vostre storie, i vostri drammi, le bugie che quest'uomo vi ha raccontato saranno pubblicate.
                   Vogliamo conoscere la verità e non ci arrenderemo fin quando non l'avremo ottenuta.
                   Siamo donne: non dimentichiamo facilmente.

A cura di: Rita Skeeter

*

Note Autore:

La ff è nata in modo diverso e si è evoluta mentre la scrivevo. Sono mesi che volevo scrivere su questo pairing (non so neanche se esista), ma non sapevo mai cosa caverne. Oggi mi sono seduta e scrivendo scrivendo ne è uscito questo. Il motivo per cui Rita Skeeter è diventata così: una delusione d'amore. Una banalità, lo so, ma mentre la scrivevo mi sembrava quasi geniale xD Non so se sia totalmente OOC, ma metto l'avvertimento giusto per essere sicura: preferisco mettere le mani avanti :) Non mi convince per niente l'articolo, ma pensate che il primo titolo doveva essere “Non ho una ragazza perché mi puzza l'alito”, ho cercato di renderlo più serio possibile xD L'Au è per l'articolo che, in realtà, non è mai stato pubblicato :) Oddio, potrebbe starci anche un What...If?, certo.
Ultima nota: 'Rache' vuol dire 'vendetta' in tedesco :)

Baci ^^

   
 
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