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Autore: Nami88    01/03/2013    3 recensioni
L'arrivo di una lettera, una rimpatriata con un vecchia conoscenza e una nuova occasione per Nami e Zoro per scoprire la loro complicità dopo due anni di lontananza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente, di prima mattina, arrivò un vascello enorme di colore dorato che splendeva alla luce del sole e contrastava col blu intenso del mare. Le vele color canapa portavano il simbolo di Alabasta. Dettagli azzurri, blu e verdi la decoravano nei particolari. C’erano a bordo una cinquantina di persone che dal loro arrivo non fecero altro che scaricare cose dalla nave. Alcune di quelle persone, chiaramente la servitù di palazzo, aiutarono ad allestire un baldacchino in riva al mare. Era tutto bianco con i piedi che sembravano dei tronchi intrecciati. Attorno ad essi fiori colorati di ogni sorta ed edera si arrampicavano su per il tetto fino a ricadere intorno e dietro come una tenda.
Tutt’intorno erano state posizionate delle candele piantate nella sabbia, in maniera casuale, che col calare del sole avrebbero creato una romantica atmosfera.  che   che portava il
Davanti al baldacchino, un po’ a destra e un po’ a sinistra, c’erano poche sedie atte a far accomodare la ciurma e il personale di corte rimasto per servire in tavola e allestire la cerimonia.

I pirati si ritrovarono sulla spiaggia. Le ragazze nel loro guardaroba non facevano mai mancare qualche bel vestito per occasioni speciali. Nami indossava un abito bordeaux lungo e liscio, monospalla e una fascia nera che stringeva in vita, che ne accompagnava le forme in maniera morbida e non volgare.  Quello di Robin era grigio perlato, lungo fino al ginocchio con un abbondante scollo a cuore.
Zoro e Rubber, in quanto testimoni, erano vestiti quanto più eleganti possibili. Rubber aveva i soliti bermuda. Sanji aveva tentato invano di fargli indossare un paio di pantaloni ma si era rivelata una lotta contro i mulini a vento. Si era messo a strillare come un bambino che non voleva indossare la camicia. Alla fine, pestando i piedi per la rabbia, Sanji era uscito dalla camera sbattendo la porta e borbottando improperi a destra e manca.
Prima di scendere dalla Sunny lustrati e tirati a nuovo, Nami si ritrovò l’ultima come al solito. Corse fuori dalla sua camera, lungo il corridoio, passando davanti alla camera dei ragazzi. Poi di fermò di colpo e tornò indietro. Aveva catturato qualcosa con la coda dell’occhio. La loro camera era aperta, e si soffermò a guardare divertita Zoro che tentava di annodare la cravatta. Nami era ferma sullo stipite della porta, Zoro concentrato com’era non l’aveva notata nonostante la sua sagoma nera, alla luce aranciata della sera che veniva da fuori, fosse piuttosto evidente. Quando se ne accorse per poco non si strozzò. Nami rise sonoramente e Zoro diventò paonazzo, grugnendo qualcosa di indefinito. Senza voltarsi, la vide avanzare ondeggiante dallo specchio e rimase immobile, rassegnato all’idea che stava per arrivare una lezione di stile.
« Posso? » chiese ridendo.
Zoro si limitò a ringhiare e a puntare lo sguardo in un angolo indefinito del soffitto, mentre Nami cercava di sistemargli la cravatta.
« Non credevo ne avessi una »
« Infatti non è mia… »
« Sanji? »
« …Sì »
« Mi sorprende che non te l’abbia data bianca, saresti sembrato un cameriere »
« Ho un minimo di gusto anch’io. Voleva darmela bianca, ma ho insistito per la grigia »
Silenzio.
Nami così vicina sotto di lui, che maneggiava con la cravatta.
Zoro rigido e impettito che respirava col contagocce per non lasciarsi andare.
« Ecco fatto » sorrise voltandolo verso lo specchio e mettendosi dietro le sue spalle per non occuparne lo spazio.
Zoro fece una smorfia.
Nami si mise a ridere di gusto e Zoro sprofondò nell’imbarazzo. Si rimise davanti a lui e decise che non era il caso.
« Direi che non è per niente il tuo genere » disse slacciandola e ridendo.
« Non è divertente »
« Sì invece! »
Snodò la cravatta e cominciò a sistemargli il colletto.
« Prima di tutto, non sei un pinguino. Slaccia un bottone. Lasciare intravedere un po’ di collo non è volgare ».
« N-Non trovi faccia un po’ caldo? »
Nami alzò lo sguardo.
« No, no mi pare »
Zoro deglutì vistosamente. A quel punto Nami, dopo aver slacciato il bottone, gli sistemò il colletto alzandolo. Per poi sistemare le pieghe della camicia sulle spalle.
« Ecco fatto! » soddisfatta. « Ho finito! » guardando Zoro e sorridendo.
Zoro però la fissava con espressione indecifrabile. Sembrava stesse per esplodere e che allo stesso tempo di stesse trattenendo. Allora Nami, sentendosi troppo osservata, indietreggiò appena e salutandolo uscì dalla stanza.
« Nami… »
« Sì? » riaffacciandosi
« N-Niente »
Lei fece spallucce e lo intimò a sbrigarsi.
Una volta scomparsa si voltò verso allo specchio e sospirò.

Alla fine, Higaraam e sua moglie non erano riusciti a partecipare. I preparativi per l’incombente ricevimento di corte erano soffocanti, specialmente perché due regni sarebbero stati presenti a palazzo, e Higaraam e signora gestivano tutto nei minimi dettagli.

Al calare del sole ognuno era al proprio posto, pronto per la cerimonia, aspettando che gli sposi giungessero dalla villa. Il sacerdote attendeva sotto il gazebo; alle volte sfogliando i suoi testi, altre volte incrociando le mani in grembo e guardandosi attorno. Nami e Robin attendevano in piedi a destra del baldacchino.
« Zoro non ha occhi solo che per te stasera » sorrise Robin maliziosa sottovoce.
Nami sobbalzò e naturalmente per istinto si girò verso Zoro, che colto sul fatto, distolse veloce lo sguardo irrigidendosi.
« Cosa stai dicendo?! » rispose all’amica.
Zoro e Rubber alla sinistra. Gli altri erano seduti sempre a sinistra: Brook cercava di consolare Franky già in lacrime, mentre Usop non faceva che ripetere che era una scena davvero imbarazzante considerato quanto era grosso.
La servitù era seduta a destra. Cameriere e camerieri con fazzoletti pronti alla mano.

Ed ecco che quando il sole cominciò a calare, finalmente i due sposi a braccetto uscirono dalla villa e s’incamminarono lentamente verso la spiaggia.
Bibi era raggiante nel suo bellissimo e regale vestito color avorio. I capelli ondulati e azzurri come il mare scivolavano morbidi oltre la vita, decorati in qua e là da perle e fiori luccicanti.
Dhakir era in divisa da generale. Pantaloni bianchi con stivali neri. Sopra una tunica a collo alto e rigido, di colore verde scuro, con dettagli oro e argento. In vita una fascia rossa lo stringeva e portava la propria scimitarra in un ricco fodero di cuoio marrone intarsiato.
Diverse piccole medaglie adornavano il petto a sinistra, sul suore.
Entrambi, portavano in testa la propria corona. Quella di Bibi un elegante e leggero diadema con zaffiri e rubini. Quella di Dhakir una modesta e lineare corona d’oro, sobria, senza fronzoli o merletti.
Alla vista del guerriero, Zoro si ricompose e assunse un aria da vero samurai. La situazione lo imbarazzava. Non era mai stato ad un matrimonio, figuriamoci in veste di testimone, ma cercava di estraniarsi da quell’idea… pensandosi più come un cerimoniere di una cerimonia militare.
Arrivati all’altare, tra sguardi emozionati dei presenti, e lacrime difficilmente trattenute e sorrisi, i due giovani si misero uno di fronte all’altra e si strinsero le mani aspettando il momento in cui il sole avrebbe baciato le acque per dare inizio alla cerimonia vera e propria.
Finalmente, il mare cominciò a tingersi d’arcobaleno e al momento più opportuno, dopo una breve ma intensa cerimonia, prima che la magia si spense li dichiarò marito e moglie. In salute e in malattia, in ricchezza e povertà. « L’uomo non divida ciò che gli dei hanno unito
» concluse il sacerdote.
Seguì poi un’abbuffata senza precedenti.

Il povero sacerdote si ritrovò seduto fra Rubber, Franky e Usop. Inizialmente spaesato e imbarazzato dalla spontaneità dei ragazzi, non si sa come finì per ubriacarsi ed avere la pancia piena fino a scoppiare. Per la verità, erano tutti ubriachi (=.=)’’
Sì senti anche: « Signor prete vuole unirsi alla nostra ciurma?! »
« Ahahahah! Certo come no!!! » rispose il sacerdote baldanzoso.
« A che cosa ci serve un prete Rubber?! E lei non era tenuto a rispondere!!! » ringhiò Usop.
« Ma come… per quando si sposeranno Nami e Zoro » rispose deluso.
Intervenne Sanji e cominciò un battibecco infinito con Rubber, come al solito. Poi Zoro s’intromise, per una volta dalla parte di Sanji (anche se le motivazioni erano un po’ diverse) ma l’importante era dirne quattro al capitano.
Fecero baldoria tutta la notte, senza mai fermarsi.
Andarono a dormire solo quando il sole sorse di nuovo.




Di nuovo perdono perdono perdono!!!
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, abbiamo la spiegazione di Higaraam che ci attende e il gran finale ^.^
a presto!!! =^^=
   
 
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