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Autore: Fegele    02/03/2013    7 recensioni
Thor ha una doppia vita.
Durante il giorno è il principe dorato di Asgard e un membro dei Vendicatori.
Dal tramonto all'alba è il devoto amante del principe degli inganni, Loki.
Consapevoli che nessuno regno li accetterebbe insieme, Loki e Thor hanno creato il proprio mondo tra le mura di un appartamento di New York.
Un mondo di luci ed ombre, grande abbastanza per loro, ma troppo piccolo per contenere l'enorme segreto che entrambi contribuiranno a creare.
[Thor x Loki]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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I
Odore


“Quando riparti?”
Thor adorava perdere tempo in quel modo: Loki steso accanto a lui, le loro labbra a pochi centimetri i distanza, i loro corpi nudi quasi completamente aderenti l’uno all’altro ed il tempore delle lenzuola ad addolcire il tutto. Loki era sveglio, sapeva che se avesse aperto gli occhi, lo avrebbero accolto due iridi tanto verdi da non sembrare reali.
Anche Thor era sveglio, ma non voleva ancora aprire gli occhi a lasciarsi trascinare completamente nel mondo reale. Sorrise, “non così presto, abbiamo tempo…”
“Il tempo non è mai abbastanza…”
Thor si sentì riscaldato dentro da un simile commento, “se fai così, potrebbe venirmi il dubbio che ti stai innamorando di me,” fece scivolare la mano lunga la schiena di Loki arrivando alla morbida destinazione che vi era alla fine.
“Non farlo, Thor.”
“È troppo tardi e lo sai,” Il dio del tuono era perfettamente consapevole di quello che rischiava mettendo in bella vista ogni sentimento che gli faceva vibrare l’anima, ma aveva bisogno che Loki sapesse, che sentisse… Anche se, ogni volta, rischiava che non accettasse.
“Non mi prendi questa mattina?” Domandò Loki con tono casuale.
Thor si decise ad aprire gli occhi e lo guardò, “non ti ho soddisfatto la notte scorsa?”
“Non è una domanda a cui intendo rispondere,” perché avrebbe dovuto ammettere che sì, era soddisfatto ma ne voleva ancora. Ne avrebbe sempre voluto ancora.
Probabilmente, era una naturale conseguenza dell’aver passato tutta la prima parte della sua giovinezza a cercare di crearsi una buona immagine di sé a discapito della libido. Ora che un uomo moriva per lui, ora che un uomo si era fatto male al punto di sanguinare, pur di avere una minuscola possibilità di averlo accanto, Loki poteva permettersi di recuperare tutti gli anni sprecati.
E non poteva dire quanta insicurezza gli venisse ogni volta che Thor non gli saltava addosso.
Non era capace di fondere amore e desiderio, Loki, non ancora. Non riusciva a capire che Thor si sentiva completamente appagato dall’averlo lì, tra le sue braccia, nudo certo, ma non per forza con le gambe aperte, pronto a soddisfare ogni suo istinto animale.
Loki non era una sgualdrina come quelle a cui era abituato Thor e non si sarebbe mai lasciato trattare come tale. Ciò che in cuor suo lo intimoriva era che l’idiota non chiedesse e non pretendesse, dato che ora sembrava del tutto intenzionato a farsi passare da gentiluomo del secolo, ma che finisse col cercare di nuovo un simile tipo di desiderio. Impari, di completa sudditanza, adorante fino allo schifo, basato dal barbaro scambiarsi di fluidi corporei.
Tutto ciò che Loki non sarebbe mai stato disposto a concedergli. Mai, a costo di tornare a vagare per l’universo in sola compagnia della sua oscurità interiore, quella che non capiva se Thor avesse imparato ad accettare o avesse deciso d’ignorare per quieto vivere.
Aveva mille domande da porre, Loki. Aveva altrettante questioni aperte a cui solo Thor avrebbe potuto porre rimedio, ma Loki era il principe delle bugie: poteva accettare di fare l’amore con Thor e poteva accettare che questo gesto fosse la prova di qualcosa di vero, sincero, grande per l’amante ma Loki conosceva la forza delle parole. E sapeva che, se un domani avesse dovuto mettersi contro Thor e sparire, era meglio parlare solo per ferire.
Loki non aveva mai confessato nulla a Thor, si era solo limitato a rispondere ai suoi baci quando lo baciava ed a lasciarsi amare quando l’altro voleva fare l’amore. Il silenzio era la sua via di fuga, in caso di bisogno avrebbe potuto negare tutto, avrebbe potuto convincere Thor di essersi ingannato per tutto il loro tempo insieme, che, di fatto, Loki non gli aveva mai detto niente, non gli aveva mai dato certezze.
“Se vuoi fare l’amore, non devi far altro che chiederlo,” mormorò Thor spostandosi sopra di lui e rivolgendogli un sorriso dolcissimo. I loro corpi aderirono e Loki si lasciò andare ad un sospiro, seguito da una smorfietta diabolica, “sei già duro…”
“E tu completamente bagnato,” commentò Thor facendo scivolare una mano tra le cosce ancora chiuse dove Loki aveva portato la prova delle sue reali origini per tutta la vita, in silenzio, con vergogna e disgusto verso se stesso.
“Adoro quella parte di te, sai?” Era vero, perché concedendogliela, Loki gli faceva un dono più grande di tutte le vergini vogliose che si era premurato di deflorare. Loki si faceva amare da lui non come uno Jotun e, sebbene si fosse sempre rifiutato di mostrargli il suo secondo aspetto, Thor si sentiva come se il suo amore fosse abbastanza per fargli accettare anche quella parte di sé. Quella che odiava di più al mondo.
“Stai zitto…”

“Ho bisogno di una doccia,” mormorò Loki qualche ora dopo, mentre Thor lo cingeva da dietro baciandogli la linea che andava dal collo alla spalla, “mi sento il tuo fetore sulla pelle, è disgustoso.”
Thor sorrise contro la sua guancia, “a me piace avere il tuo odore addosso.”
Loki girò il viso di trequarti, “ovvio, il mio è di gran lunga migliore del tuo.”
Thor rise stringendolo di più a sé, “sai perché io mi faccio la doccia sempre prima di far l’amore con te e mai dopo?”
“Perché sei un volgarissimo selvaggio?”
“No,” Thor lo massaggiò tra le gambe senza vergogna, “perché solo sentendo il tuo odore su di me, posso sopportare di rimanerti lontano per tutta la giornata.”
Loki si sentì profondamente irritato da quelle parole, perché non poteva dire a Thor che passava tutto il giorno con i suoi vestiti addosso toccandosi di tanto in tanto quando l’attesa diveniva snervante e la solitudine insopportabile. Era sempre stato solo, Loki. Era sempre stato superiore alla maggior parte dei bassi istinti che caratterizzava i giovani di Asgard, maschi o femmine che fossero! Ed ora… Ora, quell’idiota che aveva chiamato fratello tutta la vita, gli faceva perdere la testa come il più comune degli adolescenti in calore ed era una caduta in basso che non riusciva a tollerare.
Allontanò la mano di Thor dal suo corpo bruscamente e con altrettanta velocità si liberò dal suo abbraccio, “vado a farmi una doccia,” proclamò con voce disinteressata, mentre Thor si decideva a cancellarsi dalla faccia quell’espressione beatamente innamorata.
“Loki…” Chiamò confuso. Non era adorazione ed accettazione ciò che aveva sempre cercato suo fratello? Non era questo che gli stava dimostrando giorno dopo giorno con tutta la sincerità che lo caratterizzava? Dove aveva sbagliato, ora?
“Loki, ho detto qualcosa che non va?”
Gli aveva ricordato che, per quanto a Loki piacesse credere il contrario, per quanto il legame fosse cambiato in natura, la catena tra loro restava ed era divenuta più stretta di quando la comune decenza permettesse e, in parte, era stato lui stesso a permetterlo.
In amore è più forte chi ama di meno.
Loki pensava che quel ruolo gli spettasse, Thor era sempre fin troppo bravo a sbattergli in faccia che no, non era in vantaggio in quella relazione, che se fosse andato storto qualcosa, sarebbe toccato al principe perduto rinunciare alla luce ancora una volta. Non ci si abitua mai a cadere, mai. Ogni volta può solo fare più male.
Fu quello l’ultimo pensiero coerente che attraversò la mente di Loki, prima che una debolezza improvvisa, mai provata prima, lo facesse ricadere seduto sul letto.
“Loki!” Thor gli fu subito accanto, “ti senti bene?”
Loki riuscì solo a scuotere la testa e Thor lo guidò gentilmente a stendersi spostando entrambi i cuscini dietro la sua testa, “respira, Loki. Guardami e respira.”
Sebbene il capogiro fosse forte, Loki riuscì ad aprire gli occhi e a guardare Thor. Per quanto gli dispiacesse ammetterlo, la sua vicinanza era incredibilmente confortante. L’amante gli appoggiò una mano sul petto e Loki si concentrò su quel piccolo peso per riprendere un respiro regolare.
In pochi minuti, ogni brutta sensazione era sparita.
“Meglio?” Domandò Thor preoccupato e Loki annuì. L’altro lasciò andare un sospiro di sollievo, poi gli posò le labbra sulla fronte, “non devi farmi spaventare così.”
“Non sei mia madre…”
“Sì, ma sono suo figlio, le dovrò pur assomigliare in qualcosa,” rise Thor tornando a guardarlo negli occhi, “devo prendermi cura di te anche per lei, se un giorno sapesse che ti è successo qualcosa mentre eri con me, non me lo perdonerebbe mai…”
Loki fece una smorfia, “ha tenuto te in grembo, non me.”
“Questo non significa che non ti ami,” replicò Thor accarezzandogli i capelli in disordine, “non ti avrà partorito, ma ti ha nutrito col suo latte, è dare la vita anche quello, non credi? Inoltre…”
Loki si era fermato a guardarlo confuso.
Thor ricambiò l’espressione, “non sapevi che nostra madre ti aveva allattato?”
Loki scosse appena la testa, “pensavo facesse parte della bugia…”
Thor sorrise benevole, “no, l’ha confidato a me dopo che era già accaduta ogni cosa. Alla fine, siamo comunque fratelli di latte.”
“Oh, come sono felice…” Mormorò Loki sarcastico chiudendo gli occhi stancamente.

+++

Frigga sobbalzò quando suo marito fece ingresso nelle sue stanze senza nemmeno bussare. Anche le fanciulle intorno a lei s’irrigidirono e il silenzio con cui il re scrutava la moglie non fu loro di alcun conforto.
“Andate, giovani, lasciateci soli,” ordinò gentilmente Frigga, sebbene Odino non avesse detto una parola in merito: dopo tutti quei secoli insieme, non era necessario.
“L’ha trovato…” La notizia uscì dalle labbra del re non appena la porta della stanza si fu richiusa.
Frigga non credette di capire e non disse una parola.
“Heimdall l’ha trovato, Frigga,” ripeté Odino affinché non ci fossero subbi a proposito di chi stava parlando. La regina dovette sedersi per combattere un capogiro causato dall’emozione, “ne è sicuro?”
“Assolutamente…” Rispose Odino avvicinandosi alla consorte, “è Loki, non ci sono dubbi.”
Frigga sospirò pesantemente cercando di calmare il suo cuore impazzito, “sta bene?”
“Non lo so,” la voce di Odino era fredda e ricolma d’ira, ma la regina non aveva tempo di preoccuparsi delle emozioni del marito in un momento tanto atteso.
“Dov’è?”
“Midgard.”
“Midgard?” Frigga sbatté le palpebre confusa, “Thor l’ha cercato lì per dei mesi, passa in quel mondo la maggior parte del suo tempo, com’è possibile che…?” Un’intuizione improvvisa le fece morire la voce in gola. Pensò a Thor, pensò a tutto il tempo che passava su Midgard per amore di una mortale di cui nemmeno osava parlare. Già, Thor non aveva mai parlato con nessuno della sua amante, non si era confidato nemmeno con lei, sebbene in passato le avesse raccontato praticamente ogni cosa che rispettasse i limiti della decenza. Chiuse gli occhi e si prese la testa tra le mani, “Thor è con lui vero?”
“Sì…”
“È sempre stato con lui…”
“Probabilmente…”

+++

Loki sbuffò, “ho detto…”
“Ho sentito cos’hai detto!” Esclamò Thor frizionandosi i capelli con un asciugamano, “e no! Non ti lascio da solo dopo quello che è successo pochi minuti fa.”
“Thor, sto bene!” Ribatté Loki esasperato stringendo la cita dell’accappatoio: c’era poco da fare, sembrava un sacco pieno comunque. “Silenzio…” Bofonchiò Thor buttandogli l’asciugamano sopra la testa e cominciando ad asciugargli i capelli lentamente.
“Fa piano, idiota, mi decapiti così!”
Thor rise prendendo un lembo dell’asciugamano e alzandolo quel tanto che bastava per vedere gli occhi verdi di Loki parzialmente nascosti da una ciuffo ribelle di capelli corvini. Si beò di quell’immagine per un po’, poi qualcosa attirò la sua attenzione. Non sapeva cosa fosse, ma era qualcosa di stupendo.
Forse era il colorito leggero che aveva ravvivato il viso di Loki, forse erano i suoi occhi più verdi e brillanti del solito, forse perché i suoi lineamenti sembravano essere divenuti infinitamente più dolci ora che Thor si premurava di farlo mangiare regolarmente. “Che c’è?” Domandò annoiato l’oggetto dei suoi desideri.
“Non lo so,” ammise Thor con un sorriso innamorato, “sei bellissimo stamattina.”
Si chinò per posargli un bacetto veloce sulla labbra.
“Sei ubriaco?” Domandò Loki sarcastico.
“Di te? Forse…”
“Idiota,” Loki lo spintonò via e Thor rise, “sparisci dalla mia vista, vai a giocare all’eroe con quelle formiche che ti piace definire amici.”
Thor gli fece fare al massimo due passi, prima di afferrarlo per un polso ed attirarlo a sè, "non me ne vado, senza il tuo odore addosso."
Loki nemmeno provò a dimenarsi. Lo lasciò fare, mentre apriva l'accappatoio e lo sollevava. I loro corpi erano ancora umidi e avrebbero sicuramente bagnato le lenzuola. Poco male, le avrebbe cambiate, prima che la noia della solitudine lo inducesse a dare un calcio alla sua dignità nonostante tutte le ore d'amore che avevano condiviso quel giorno. 
Se quelle mura avessero potuto parlare, si ritrovava a pensare, a volte... 
Sarebbe stato un ottimo motivo per invitare quegli stupidi mortali a cena ed umiliare Thor sulla pubblica piazza.

+++
 

"Mio signore..."
...
"L'avete trovato?"
...
"Esattamente dove l'avevamo lasciato, mio signore."
...
"E vi siete lasciati sfuggire un moccioso nascosto in un formicaio di mortali?"
...
"Abbiamo sottovalutato i suoi poteri, mio signore, tuttavia..."
...
"Tuttavia?"
...
"O vuole farsi trovare o deve averli persi improvvisamente, senza rendersene conto."
Il mostro sorrise divertito.
"In altre parole: o vuole suicidarsi, o presto ricerverà l'ultima sorpresa della sua vita."

  
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