Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: talinasomerhalder_    03/03/2013    8 recensioni
Evangeline Anderson,una comune ragazza al quarto anno del liceo artistico di Roma. Da sempre cresciuta con la madre,la ragazza ha quasi dimentico cosa significa aver accanto a se una figura parterna. Ovviamente questo fino a quando Josh Anderson non gli si presentò davanti alla porta,rivelando alla figlia la sua vera natura:era una cacciatrice di vampiri,proprio come lui.
Il suo scopo? Salvare il mondo dal Male. Non solo si ritroverà a combattere con i vampiri,ma anche con i Diavoli mandati in Terra da Lucifero,per avere il potere sull'umanità.
E' giustizia uccidere per vendetta?
Non sarà una battaglia facile,la loro. Aggiungiamoci Alisia,una malattia che porta alla pazzia;aggiugiamoci Allison,una vecchia antenata che si vendica contro chi non sa amare;aggiungiamoci una profezia;aggiungamoci infine un vampiro,Derek.
Derek che sarà la rovina di Evangeline. Derek che è un vampiro,che è spietato,che è cattivo.
Un'amore che va oltre contro ogni natura;un'amore che non può funzionare.
Ora..chi sono i cattivi? Chi sono i buoni?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

     CAPITOLO DIECI
 



 

Le lasciai lentamente la mano,continuando a tenere gli occhi puntati nelle sue iridi azzurre che mi scrutavano con del pizzico di malizia,che io non ricambiai.Provavo ribrezzo per i suoi giochetti e mi odiavo per aver ceduto in questi negli anni passati.

«Mi eri mancato,trèsor.»

Una sua mano si insinuò nei miei capelli e languida mi sorrise prima di titarli indietro tanto forte da farmi quasi gemere.Non mi sarei abbassato a questi livelli - non con lei -,quindi continuai ad aver stampato sul viso l'espressione impassibile che avevo da quando ebbi messo piede lì dentro.

«Io non ti sono mancata?» Continuò,con la presa ancora salda sui miei capelli.

Sincero?Non rivederla per altri 500 anni non mi sarebbe certamente dispiaciuto.

Così sfoggiai un sorriso strafottente,uno di quelli che usavo per far innervosire gli altri e con arroganza le risposi

«Ma certo che mi sei mancata!Non vedi,spruzzo gioia da tutti i po ...» ,non potei continuare che Adrian prese parola,per difendermi.

«Non parla seriamente!Scherza.» Alzai gli occhi al cielo e sicuramente quel gesto non passò inosservato ad Alex che infastidita e probabilmente offesa,mi scaraventò contro la parete opposta,facendo tremare i quadri appesi ad esso.

Tossii una volta essermi messo in piedi,giusto per avere il tempo di ritrovarmela davanti agli occhi che con la presa sul mio collo,mi inchiodò al muro.I suoi occhi erano furenti e rossi - stava mutando forma - mentre le mani le tremarono per lo sforzo di non poter togliermi dalla faccia quell'espressione beffarda che ancora avevo,nonostante la situazione.

Questo era l'unico modo per saperle tener testa,anche se sapevo di poterci rimettere le palle,e l'unico modo per farle capire che lei per me non era più nulla.

«Possibile che tu debba sempre farmi arrabbiare?» Dopo alcuni minuti sembrò riaquistare la calma,e la sua voce tornò ad essere dolce ma allo stesso tempo inquietante.ll timbro restava comunque basso e le sue parole ti scivolavano addosso,accarezzando ogni fibra del tuo corpo,lasciandoti spaesato per alcuni secondi.

Era il fascino di essere vampiri,più sei vecchio e più la tua aura è grande da poter avere il controllo su tutto:voce,corpo,viso,occhi;tutto in tutti i sensi.

La presi per le spalle e l'allontanai lentamente dopo essermi accorto che le sue unghie mi accarezzavano il petto,e facevano pressione proprio lì,sulle cicatrici.E non era assolutamente un buon segno.

«Non sono stupida,Adrian.So che venire qui non fa piacere al nostro piccolo Derek.Non è così?» Inclinò il capo di lato e mi guardò invitante,continuando a provocarmi.

«Ma l...» «Hai capito perfettamente.Per questo vediamo di sbrigarci...» Lo interruppi,staccandomi dalla parete e rivolgendo ad Adrian un'occhiata che non prometteva niente di buono,intimandolo così a chiudere quella bocca e smettere di intromettersi.

Alex mi diede immediatamente le spalle e facendoci cenno di seguirla,ordinò alla sua pezza qualcosa in una lingua a me non comprensibile.La seguimmo entrambi in silenzio,coscienti che se l'avremmo fatta arrabbiare ulteriormente ci avrebbe staccato le teste all'istante.

«Accomodatevi.» Ci invitò a sederci su delle poltroncine color panna,una volta raggiunto un'enorme salone,mentre lei andò ad accomodarsi su una graziosa sedia,piena di ricami - ben lavorati - color oro.

Il maggiordomo se ne stava ancora fermo alla porta,con la postura dritta,rigida e lo sguardo puntato sulla sua signora che succesivamente con un gesto della mano gli ordinò di lasciarci soli.

I minuti che seguirono furono silenziosi,durante la quale nessuno osava dire nulla.Io ero seduto sulla poltrona,lasciandomici sprofondare dentro e continuavo a sostenere lo sguardo di Alex che mi esaminava attentamente,per studiare ogni mio singolo movimento.

Invece,per quanto mi era possibile vedere con la coda dell'occhio,Adrian se ne stava seduto posato sulla sedia ,le mani strette a pugno e lo sguardo serio e rigido cercando di non farsi prendere dal panico,forse.Lo capivo,Alex riusciva a metterti in soggezione anche solo guardandoti.

«Avete qualcosa da dirmi?»

La sua voce ruppe il silenzio,facendo rabbrividire il mio amico che si era girato a fissarmi , per spronarmi a dire qualcosa al posto suo.

No,io non avevo niente da dirle.

«Derek?» Mi chiamò lei,fredda da farti congelare il sangue nelle vene.Inclinai il capo di lato ed inarcai un sopracciglio,facendole intendere che non sapevo a cosa si riferisse.

Balle.

«Lei...si chiama Evangeline.» Feci una smorfia con le labbra e mi girai a rallenty a guardare Adrian che aveva appena aperto di nuovo quella boccaccia.Sul viso di Alex si fece largo un sorriso trionfante e mi rivolse subito un'occhiata studiando la mia reazione.Mi limitai soltanto ad alzare gli occhi al cielo,dichiarandomi stupido se davvero avevo pensato di riuscire a farlo stare zitto.Ma com'era?Ah sì.La convinzione fotte la gente.Bene.

«Lei ti piace,trèsor?» Il suo tono era canzonatorio e si divertiva a stuzzicarmi,glielo leggevo negli occhi.Scoppiai in una risata isterica e trovai la discussione davvero stupida ed insignificante.

«Sul serio?Mi hai fatto venire qui per parlare di lei?» Chiesi seccato.

«Ti ho fatto venire qui per parlare di alcune cose,questa era compresa.Ora rispondi.»

«No.»

Potei sentire il sospiro silenzioso che tirò il mio compagno,evidentemente sollevato.Ma la mia risposta non ebbe lo stesso effetto su Alex,che si strinse nelle spalle e scosse il capo contraria.

Di cosa mi stava accusando?

«E' tutto molto strano...»

«Non ti fidi di me?»

«E' della ragazzina che non mi fido.» Ringhiò tra i denti,alzandosi in piedi facendo così cadere la sedia alle sue spalle a terra,con un tonfo secco.Continuai a guardarla e potei notare quanto fosse nervosa e quanto la cosa la turbasse.

Possibile che Evangeline riuscisse a far andare tutti fuori di testa?

«Spiegati.» La spronai a continuare,assottigliando lo sguardo.Ero io il primo a dire che la ragazza non era "normale" e ora sapere che anche lei la pensava al mio stesso modo mi faceva sentire meno stupido.

«La profezia.Pensaci bene,Derek.Il libro lo dice e sai che non mente mai.Tu,l'ultimo degli Wilson e lei l'ultima degli Anderson...non posso rischiar...» Mi alzai in piedi stizzito e le urlai contro di stare zitta.Ero stanco di quelle cazzate,basate su fottutissimi racconti per spaventare la gente.

«Smettila con questa storia.Lei è l'ultima Anderson?No.Soggioghiamo qualcuno e la facciamo mettere incinta.Che la violentino,che facciano quello che gli pare,basta che non mi rompi più il cazzo con il fatto del 'sei innamorato' e blah blah blah.Mi dai sui nervi.» Mostrai i denti,stringendo le mani in pugno.

Quel gesto però,non fece altro che far arrabbiare ancor più Alex,che me la ritrovai difronte in una frazione di secondo,mentre mi artigliava la gola e mi sbatteva a terra con forza.Cercai di liberarmi,ricambiando la stretta che sembrava invece,non farle nè caldo nè freddo.Sapevo di non poter competere con lei e la cosa mi dava rabbia.

Battuto da una donna.

Fanculo!

«Chiedemi scusa,trèsor.» Mormorò furiosa sul mio collo,accarezzandolo con la punta del naso e solleticandolo.Scossi il capo e preferii stare zitto,quando un'ultima volta mi sbattè sulla moquette.Le iridi erano ormai rosse ed il sorrisino da birichina sul viso era accentuato,tanto da darmi sui nervi.

Spostai lo sguardo alla mia sinistra e potei intravedere Adrian in piedi che mi guardava con rimprovero,intimandomi chiaramente a smetterla di fare cazzate.Ma io ero fatto così,cosa ci potevo fare?

Tutto ad un tratto però,sentii la presa sul mio collo cessare e potei di nuovo tornare a respirare regolarmente.Alex mi guardò dall'alto e con un gesto della mano mi ordinò di alzarmi in fretta.

«Credo di essere stata troppo buona con te,Derek.» Mi rialzai da terra,e mi sistemai la giacca scomposta,solo per non guardarla in viso ed evitare di vederle il sorrisino malandrino che aveva in serbo per me.

«Potrai provare sulla tua pelle il dolore.Non sei eccitato all'idea?Io non vedo l'ora!»  I suoi occhi brillavano di uno strano luccichio,che non prometteva niente di buono.Distolsi lo sguardo dal suo e mi schifai da solo,per quella promessa che molti anni fa feci.

Feci per parlare,ma uno schiaffo mi arrivò in pieno viso prima che potessi reagire,e mi ritrovai a sputare sangue sul pavimento,così macchiandolo.

«Non provocarmi mai più,intesi?» Mi sforzai di non mettere la mano sulla guancia lesa,per non mostrare il dolore lancinante che provavo,e sostenni il suo sguardo che ora era privo di emozioni.

Fredda.Brutale.Crudele.Disumana.

Alzò la mano per colpirmi ancora,ma la voce di Adrian bastò anche se per poco a fermarla.

«Ha ancora le cicatrici...» Mormorò questo cercando di farla ragionare,ma io non avevo bisogno della sua compassione.

«Partez!!» Tuonò subito dopo lei,facendo tremare le pareti della stanza.Strinsi i pugni lungo i fianchi e pregai che Adrian portasse il suo culo fuori di qui al più presto.

«Non capisco il francese...» Balbettò lui incurante del fatto che Alex era al limite della sopportazione e gli avrebbe aperto il culo in due da un momento all'altro.

«Ha detto di andartene,cazzo!Vattene!» Gli ordinai ringhiando tra i denti,continuando a non distogliere lo sguardo dalla mia signora.Non durò poi molto prima di sentire la porta sbattere ed una folata di vento entrare in sala,facendomi irrigidire.

Ora eravamo soli.

E lei avrebbe avuto il tempo di torturarmi tutta la notte,come un tempo.

 



ADRIAN'S POV

«Non saresti dovuto venire.» Lo rimproverai,cercando di scostargli la maglia per vedere le ferite che ero sicuro fossero ancora aperte.Derek sembrava non curarsi di quello che Alex gli aveva inflitto,ma io ero consapevole che lo avesse fatto pentire di aver aperto bocca,l'altra sera.

«Vaffanculo.» Mi insultò questo,appoggiandosi sfinito alle mattonelle del bagno,stremato.Sorrisi trovando il suo tentativo di allontanarmi stupido,ed infatti non mi feci intimorire e con uno scatto gli sfilai la maglietta,lasciandolo così a petto nudo.

Mi portai una mano sul petto,tastandolo per vedere se fossi ancora tutto intero,perché il suo decisamente non lo era.

Erano lesioni causate dall'argento,a giudicare dalla profondità delle ferite.Essendo un metallo dannoso per la pelle di un vampiro,il processo di guarigione era più lento;nel peggiore dei casi rimanevano cicatrici che ti portavi dietro per l'eternità.

«Derek...» Lo richiamai,vedendolo con il capo chino che cercava di trattenere una smorfia per il dolore.

«Smettila di frignare,Adrian.Mi irriti.» Borbottò il mio amico,cercando di togliere i residui di argento che erano ancora rimasti incastrati nella carne.Mi avvicinai e cercai di immaginare quanto dolore potesse provare in questo momento.

«Quando sei con lei,perché non le tiri fuori le palle,ah?» Gli urlai contro - incurante delle persone in corridoio che ci avrebbero potuto sentire - trattenendomi dall'istinto di prenderlo e dargli tanti di quelli schiaffi da perdere i sensi.

«Tsk.Non devo di certo darle a te le spiegazioni.»

Sospirai cercando di mantenere la calma,e mi appoggiai al lavandino guardando il corpo mal ridotto di Derek.

Lo ammiravo,perché in momenti come questi solo lui riusciva a mantenere la calma e non dare di matto o ficcarsi un paletto nel cuore per farla finita,e non sentire più quei dolori atroci.L'argento ti penetrava nella pelle,e si andava a conficcare in profondità,iniziando a rovinarti dall'interno,pezzo dopo pezzo.

Storsi la bocca e mi ritrovai a richiedermi di nuovo perché si facesse mettere i piedi in testa da Alex,se non la riteneva suo superiore.

«Con cosa ti ricatta,Derek?»

Lo vidi subito irrigidirsi e staccarsi dalle mattonelle fredde,per affrettarsi ad uscire dal bagno a passo svelto.

Bingo.

Lo presi per le spalle,incurante del dolore che potesse provare e lo sbattei al muro,deciso a farlo parlare.Erano anni che nascondeva un segreto,e dovevo saperlo.Doveva dirmelo o si sarebbe consumato.

«Dimmelo!»

Scosse la testa e mi diede una spinta,tanto forte da farmi arrivare con la schiena contro la parete opposta.Caddi a terra con un tonfo,ma mi rimisi subito in piedi pronto a picchiarlo se necessario.Ma lui era già sparito.

Maledetto!


Lei era lì.

Parlava con l'amichetta che l'altro giorno mi aveva umiliato da farmi sentire uno schifo,e sorrideva malinconica - da quanto ho sentito - a causa di un brutto voto in letteratura inglese.

Quanto la faceva tragica.

La aspettai fuori il cancello, le lezioni erano ormai terminate,a braccia conserte pronto a farci due chiacchere,prima che Daphne la facesse fuori.Da come ne parlava questa,sembrava proprio essere convinta di volerle strappare i capelli,per poi darle fuoco.E vivendo con lei,l'unica cosa che sapevo per certo,era che le promesse le manteneva.Quando diceva una cosa era quella.

Attesi ancora per qualche minuto,e quando la sentii abbastanza vicina da non potermi più sfuggire,uscii allo scoperto ritrovandomela ad un palmo dal naso.Sorrisi beffardo quando la vidi saltare in aria,e per poco non finire a terra per lo spavento.Ma quanto era divertente?

«Ma guarda chi si vede!Che coincidenza,non mi aspettavo di incontrarti.» La salutai fingendomi sorpreso e con una fianta enfasi,aiutandomi anche con un gesto teatrale delle mani.

«Anche io speravo di non incontrarti.Quindi,au revoir!» Si irrigidì e cercando di sorpassarmi,tentò di scappare.Che sciocca ragazzina.

Mi parai però davanti a lei,coprendole così la visuale con il mio corpo che era molto più robusto e formato del suo.Lei era un...un...batuffolo in confronto a me.

Quanto era bassa?

«Adrian...spostati.» Ruggì tra i denti,spintonandomi con -ovviamente - scarsi risultati.Ritentò varie volte,e quando perse la pazienza mormorò un 'Levati dalle palle!' prima di darmi un calcio nel fianco e prendermi per i capelli per strattonarli con forza,decisa a non mollarmi più.

Ma cosa cazz...?

Mi liberai dalla sua presa ansimante,solo dopo alcuni secondi e me la ritrovai davanti composta come prima,come se non avesse fatto il minimo sforzo.

Non mi nutrivo da tanto,era l'unica spiegazione.Mi ero rammollito,sicuro.

«Brutta puttana...» Le ringhiai contro,pronto a darle una lezione,quando mi ricordai improvvisamente del motivo per cui ero venuto.Diedi un pugno al cancello,al lato della sua testa,lisciando quest'ultima per poco,per placare l'arduo desiderio di rovinarle quel grazioso faccino.

«Dov'è Derek?»

Alzai lo sguardo e puntai le mie iridi nelle sue,vedendoci passare preoccupazione,forse.Sbattei velocemente le palpebre e la guardai accigliato.

«Dov'è Derek?» Ripetè seria,mormorando la frase con il capo chino.Provai a toccarla,ma questa mi scostò la mano tanto bruscamente,rischiando di farmi cadere.

«Cosa gli ha fatto?» Urlò iniziando a tremare,probabilmente in procinto di scoppiare in una crisi isterica.Aggrottai la fronte,e mi chiesi come facesse a sapere che gli era stato fatto qualcosa.

«...fa male.» Mormorò guardandomi negli occhi spaesata ancora più confusa di me. «qui...qui...e qui.» Mi indicò lentamente i punti che la dolevano,proprio i punti in cui al mio amico erano state inflitte le ferite:petto,collo e costole.

La profezia...

«Sto diventando pazza...sto diventando pazza...» Continuava a cantilenare,dondolandosi sul posto,stringendosi tra le braccia.Mi allontanai di poco e mi schifai da solo per star provando pena per Evangeline.Se Derek fosse stato al posto mio cosa avrebbe fatto?

«Evangeline.Evangeline.» La richiamai cercando di portarla alla realtà «Smettila!»

Quel mio ultimo grido supplichevole sembrò spaventarla a tal punto di smettere all'istante di parlare e di muoversi.Rilassò le spalle e si guardò intorno attonita,fino a far posare il suo sguardo su di me.

«Gli è successo qualcosa...non è così?» Mormorò sedendosi a terra,portandosi così le ginocchia al petto.Era preoccupazione quello che lasciava trapelare la sua voce?Impossibile.

«Sì...» Mio malgrado mi ritrovai a piegarmi sui polpacci per vederla meglio e per aiutarla a non perdere il controllo di nuovo.Non che mi importasse qualcosa,ma dovevo avvertirla prima che facesse quache cazzata.

«Pensavo che Derek fosse forte...» Continuò a guardarmi con quell'espressione da cucciolo bastonato,che per poco non mi fece rimettere la colazione di quella mattina.Sul serio quegli occhioni funzionavano sul mio amico?

«Anche le persone più forti hanno un limite,Evangeline.Anche loro soffrono,ma sono brave a nasconderlo. » Le spiegai calmo,ricordando il dolore che anche Derek in passato aveva provato.

Si rannicchiò ancora più su se stessa e mi sembrò di vederle spuntare sulle labbra un sorriso,che cercò di nascondere alla mia vista.

«La notte lo sogno.» Mi confessò malinconica,umettandosi le labbra secche.Scossi il capo e la scrutai attentamente in viso per cercare di capire se mentisse;ma i suoi occhi erano così puri e veritieri,quasi da farti invidia.

«Perché lo stai dicendo a me?»

«A chi dovrei dirlo?Austin se lo verrebbe a sapere non mi farebbe più venire a scuola,o sarebbe capace di chiudermi in un convento di monache o in un carcere pur di non farmi più vedere voi.Ergo,non so a chi altro dirlo.»

«Ti dispiacerebbe non vederci più?» Chiesi ghignando,trovando la situazione divertente.

«No!» Si affrettò a dire,e potei vedere le sue gote colorarsi di rosso per un attimo. «Ma voglio continuare gli allenamenti e dare agli altri una vita migliore...senza di voi.»

Sbuffai e scossi il capo,trovandola decisamente troppo buona e altruista.

«Allora quando avrai deciso di piantarci un paletto nel cuore fammi un fischio,okay?»

«Se fosse per me ti ucciderei anche ora.»

«Oh sì,ho visto.» La presi in giro,toccandomi per farle vedere che ero ancora tutto intero. «Comunque,volevo parlarti.» Tornai serio,e la vidi sedersi composta per ascoltarmi.

«Non ti voglio vicino a Derek.E ti dico sinceramente che stai diventando un pericolo,e...»

«...e tu mi dicesti che se lo fossi diventato mi avresti fatto fuori.» Mi precedette lei,roteando gli occhi palesemente annoiata.Pensava stessi scherzando?

«Non...non lo faccio solo per un motivo.»

«Quale?» Mi intimò a parlare lei,curiosa.

«Quando si è vampiri per l'eternità c'è un prezzo da pagare,Evangeline.Le persone che si amano muoiono,e tu soffri perché loro non ci sono più.Tu non invecchierai mai,e ti ritroverai a convivere il resto dei tuoi giorni con questo desiderio di rivedere le persona amate che ti attanaglia il cuore ogni giorno.Non mi fraintendere,ragazzina.Essere vampiro ha anche dei lati fantastici;puoi fare quello che vuoi,sei libero,sei indipendente.Ma vi chiedete mai perché uccidiamo la gente?»

«Per il sangue.»

«Esatto.E vi siete mai chiesti che è per pura sopravvivenza?» Le urlai contro,schifando la sua razza di cacciatrice.

«E voi vi siete mai chiesti che non è giusto quello che fate?» Mi andò contro questa,cercando di sovrastare la mia voce.Dava semplicemente i nervi.Mi chiedo come mai sia ancora viva,dopo che Derek l'abbia vista ed abbia ascoltato la sua continua parlantina.

«Siamo vampiri,Evangeline.Cosa vuoi ce ne freghi?Abbiamo ricevuto violenze e così siamo abituati a dare al prossimo.Non puoi capire perché sei umana,ma noi non siamo come voi.E per quanto vi possa sembrare strano,a noi piace essere così!Guardaci!Cos'altro potremo desiderare?» Chiesi inclinando il capo di lato,sospirando.

«L'amore.»  Sussurrò,stringendosi nelle spalle,facendosi una pallina piccola.Ora capisco perché Derek la definiva tanto fragile.

«Brianna e Chris si amano.Bisogna solo cercare di abbattere il muro che non ci permette di provare sentimenti.Ma l'amore tra un vampiro ed un'umana,devi capire che è impossibile.» Precisai guardandola intensamente negli occhi,per farle capire che non era uno scherzo e che doveva prendermi in parola.

«Ogni riferimento è ovviamente puramente casuale...»

Risi e la trovai davvero buffa.Non era poi tanto stupida come credevo.

«Perché mi stai dicendo queste cose?» Continuò alzandosi in piedi per sgranchirsi le gambe che - credo - avevano iniziato dolerle per averle tenute piegate tutto il tempo.

«Di guerre ce ne sono già state troppe in passato,Evangeline.E credimi se ti dico che insieme ai miei compagni ho passato le pene dell'Inferno.»

«Dove vuoi arrivare a parare?»

«Un giorno capirai e lo capirà anche Derek.Bisogna solo aspettare.» Mi rialzai anche io,e con un gesto della mano la salutai.

«Va da lui,ragazzina.Ha bisogno di te.» Mormorai,sorridendo amaro.La persona che riusciva a farti star bene,era proprio quella che avrebbe voluto ucciderti...strano,no?

«Aspetta!Non hai paura che me ne approfitti dato che è in questo stato?Se lo uccidessi?» Mi urlò dietro,ed io sentii il suo cuore battere più velocemente del solito.Ero sicuro che l'idea di restare sola con Derek,la eccitava parecchio.Ma allo stesso tempo la spaventava.

«Non ti conosco,ma mi fido del mio amico.» E detto ciò la liquidai incamminandomi con le braccia dentro le tasche dei jeans verso casa,ghignando al solo pensiero che la profezia potesse essere vera.

Abbiamo ancora una possibilità.Possiamo porre finalmente fine a tutto questo.

Ora non resta altro che aspettare.

 



DEREK'S POV

Buttai lo zaino a terra,accanto al banco e mi sedetti sulla sedia,ignorando il dolore lancinante al corpo.Alex ci era andata giù pesante,e tanto avrei voluto ribellarmi.Ma ero stato zitto come un'idiota a sopportare senza mai pregarla di smetterla.Non mi sarei abbassato ai suoi giochetti,perchè sapevo che farlo avrebbe reso tutto più interessante e l'avrei fatta divertire ancor più.

«Wilson.»

Alzai lo sguardo e lo posai negli occhi della professoressa di matematica,che mi sorrise - come solito - dolcemente.Stava facendo l'appello,credo.Quella donna aveva un debole per me da sempre,e se ci penso bene non so neanche il motivo per la quale non l'abbia già soggiogata per farla smettere di fare la gatta morta.

Se solo ne avessi le forze lo farei oggi stesso.

Strinsi i denti ed i pugni quando per sbaglio nel raccogliere la penna da terra andai a sbattere allo spigolo del banco.Gemetti sottovoce e mi vergognai anche se nessuno sembrava avermi sentito.

Essere deboli fa schifo,e stare a guardare mentre ti umiliano lo è ancora di più.


«Mi sei sempre piaciuto,trèsor.Ma a volte sei così stupido...»

La sua bocca scendeva a ricoprirmi di baci il petto scoperto - la maglia buttata in qualche angolo buio della sua camera da letto - mentre con le mani mi teneva stretto per i capelli,e mi reclinava il capo con forza all'indietro.

Mi irrigidii,quando me la sentii a cavalcioni sulle mie gambe,e provai l'istinto di scappare come un codardo.Peccato però,fossi legato ad una sedia alle mani con della verbena dietro lo schienale,ergo mi era impedito muovermi.Non avevo via di fuga.

E semplicemente,non sarei scappato in nessun caso.Scappare era da vigliacchi ed io tenevo ancora al mio orgoglio,e non lo avrei tradito a costo di essere picchiato a sangue.

«Hai un'odore così buono...» Sentii la sua lingua risalire verso l'alto,fino ad arrivare al collo dove si soffermò alcuni istanti per individuare il punto esatto dove mordermi.Sapevo che voleva farlo.In passato lo faceva ogni notte,dopo aver fatto sesso.Diceva che era rilassante...ma a me faceva un male cane.

Avere molti anni,vissuti come vampiro potenziava le tue capacità di nutrirti.E quando era lei a prosciugarti del tutto,era la fine.

Dovetti interrompere il mio flusso di pensieri a causa dei suoi canini che mi affondarono nella pelle,in profondità.Fu questione di pochi secondi che mi sentii portare via il sangue,sentendo così le forze mancare.

Non le diedi neanche la soddisfazione di vedermi contorcere dal dolore o dal vedermi urlare,perchè soffrii in silenzio.Aprii di scatto gli occhi quando ebbe finito il "pasto" e la vidi china sul mio viso con la bocca impastata di sangue,anzi,del mio sangue.

Provò a baciarmi ma mi dimenai,beccandomi così un altro schiaffo in pieno viso che mi fece sputare altro sangue.Eravamo arrivati al 45esimo?O al 46esimo?Sinceramene,avevo perso il conto.

Ora mi sentivo solo così...impotente.

«Derek...» soffiò sulle mie labbra,con rabbia. «...così non mi aiuti.Non voglio essere cattiva,lo sai.» Si lamentò e mise il broncio come una bambina viziata,che non otteneva il giocattolo che voleva.

«Tu mi prometti che non ti innamorerai di quella ragazzina,vero?» Cantilenò per la centesima volta,nonostante avesse avuto la mia conferma altrettante volte,facendo scivolare l'argento lungo il mio corpo.Gemetti e mi trattenei dal pregarla di smetterla.

Ancora un po'...un altro po' e poi tutto sarà finito.

«Ti...ho dett..o» ,presi una pausa,per riprendere fiato. «di..no!»

Sembrò non volermi ascoltare,perché continuò ad affligermi punizioni sempre più dolorose.


Mi baciò un'ultima volta e fui quasi certo di star per riperdere i sensi tra qualche minuto.Avevo perso coscenza altre due volte,e pregai di riperderla per non sentire più il dolore che mi stava uccidendo al petto.

Bruciava tutto.Mi sentivo ancora le scheggie di argento nella carne,tutti i muscoli dolermi e la testa in pricinto di esplodere.

«Dì alla tua amica di prepararsi ad una guerra,trèsor.Perché i diavoli sono tornati.»

Quella fu l'unica cosa che sentii,prima di richiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo.

La tortura era finalmente finita.

 


Sussultai al suono della campanella,e mi accorsi di essermi addormentato sul banco.Mi presi lo zaino in spalla,cercando di non poggiarlo sulla ferita e mi incamminai fuori ignorando la prof che mi chiamava,probabilmente per sgridarmi per essermi addormentato nel bel mezzo della lezione.

E 'sti cazzi.

Ora volevo solo un po' di pace.Ma non potrei mai provare vera pace,se i vecchi e antichi ricordi ardono vivi come la brace.

Aumentai il passo non vedendo l'ora di nutrirmi per riprendere le forze,quando però una figura minuta mi si parò davanti cercando così di vietarmi il passaggio.Riconobbi subito la chioma bionda ed il suo profumo e la scostai - non tanto delicatamente - alla mi sinistra per passare.

Ma che era più cocciuta di un mulo lo avevo già detto,no?

«Evangeline spos...» Non feci neanche in tempo ad ordinarle di non rompermi le palle,che mi ritrovai con una guancia rossa,per l'ennesima volta in due giorni.Mi aveva appena schiaffeggiato e anche se non l'avevo sentita,mi dava rabbia.
«Ti stacco la testa a morsi,petite.» Le ringhiai contro,cercando di mantenere il tono della voce basso,a causa della moltitudine di studenti che si erano radunati tutti intorno per guardare la scena.

«In quelle condizioni?» Mi prese in giro,mantendendo però quell'area minacciosa di chi avrebbe preferito farmi fuori. «Fanno male le cicatrici?Verbena,argen...» Le tappai la bocca con la mano prima che potesse parlare,e mi promisi di ucciderla una volta fuori.

La strattonai e la trascinai contro sua voglia,lontano da occhi indiscreti.

«Fammi vedere.»

Inarcai un sopracciglio e le ordinai di stare zitta almeno per un po'.La sua voce in questo momento mi dava fastidio;avevo bisogno di silenzio.

«Per il semplice motivo che ieri mi hai sparato,dovrei ucciderti.» Riflettei massaggiandomi le tempie con le dita,per placare la rabbia e le fitte lancinanti dappertutto.

«Sono io che ti sogno la notte,sono io che sento il dolore che provi,sono io che dovrei ucciderti solo per questo!Smettila,smettila di entrare nella mia testa!Smettila di seguirmi,smettila di fare tutto,dannazione!» Iniziò a borbottare parole senza senso da sola, facendo avanti e dietro.

Mi sogni la notte,Evangeline?

«Sei tu che sei venuta a rompermi le palle.E per il fatto che mi sogni la notte...cosa posso farci se sono bello?» Mi sfuggii un sorriso malizioso,ma durò ben poco perché vidi alcune lacrime solcare le guance di petite.

«Tu non sei cattivo.Tu sei buono.» Sussurrò avvicinandosi a me lentamente,poggiando le mani sul mio petto,facendole scendere verso il basso,fino alle fossette sotto la tartaruga,dove mi irrigidii.

«Smettila di sparare cazzate e togli questa mano.» Gliela presi e con stizza la spostai.

«Posso provare a vedere se posso fare qualcosa...»

«Le ustioni non sono guaribili,contenta?» La guardai in cagnesco,trattenendo l'istinto di morderla solo per farle capire che almeno quello riuscivo ancora a farelo e non ero debole come pensava.

«Fammele vedere ho detto!»

«Non so se uccidere prima te o Adrian per avertelo detto.Siete insopportabili.» Borbottai notando che i cancelli della scuola ormai erano chiusi,e le strade erano deserte.

«Ho.bisogno.di.vedere.» I suoi occhi si ridussero a due piccole fessure e con la mano cercò la mia per stringerla forte.Inclinai la testa di lato e scossi il capo,ancora.

Non era pronta.

«Derek...Adrian parlava di qualcosa prima...e...» La bloccai prima che sparasse qualche cazzata e mi sfilai la maglia,facendola cadere a terra.Lo avevo fatto e basta,senza un perché.

Non saprei descrivere la faccia di Evangeline quando mi vide,ma era qualcosa simile al disgusto.Vidi la sua mano cercare di bloccarmi quando decisi di rivestirmi,perchè non volevo provasse compassione per ciò che stava vedendo.

«Petite...»

«Fatti guardare...» I suoi occhi vagarono sul mio corpo e tremava come una foglia quando delicatamente,con le dita mi accarezzava le cicatrici.E...e mi piaceva.

No,no,cazzo!Non doveva piacermi!

«Ma cosa ti ha fatto.» Mi domandò con voce tremante,e sapendo che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all'altro,mi allontanai e mi rivestii in fretta,arrabbiato.

Stupida ragazzina.

Mi guardai intorno e vidi passare a poca distanza da noi un ragazzo,molto più giovane di Evangeline che sembrava avere un'odore invitante.Mi girai e lanciai un'occhiata di sfida a petite,che mi pregò con lo sguardo di non farlo.

Stupida ragazzina.

Aspettai che la preda fosse vicina,e al momento giusto lo presi per il braccio con forza ed affondai i canini nel suo collo,in più punti per sfogare la rabbia.Avrei giurato che se mi fossi trattenuto ancora,Evangeline sarebbe stata il mio banchetto.E tanto avrei voluto.Ma c'era qualcosa che mi doleva ogni volta che facevo un simile pensiero,allo stomaco.Saranno stati i suoi occhioni la causa,ma non potevo morderla.

E se fare ciò che stavo facendo,mi avrebbe aiutato a farmi odiare di più,allora meglio.Così neanche io avrei provato pietà ad ucciderla,quando sarebbe arrivato il momento.

Dissanguai il ragazzo,sotto le urla incessanti di Evangeline che mi pregava di smetterla,goccia dopo goccia,fino a quando non lo sentii abbandonarsi tra le mie braccia ormai quasi in fin di vita.

Vedevo l'orrore negli occhi di lei,e la paura che poche volte le avevo visto provare.Ma era meglio così.

La profezia,vera o no,non doveva avverarsi.A nessun costo.

«Derek...io ti odio.»

E dopo alcuni istanti,perse i sensi cadendo terra inerme,priva di forze per sopportare l'orrore a cui l'avevo sottoposta a vedere.Lasciai cadere a terra il ragazzo,ormai morto,e mi pulii la bocca impregnata di sangue con il braccio.Sporcando così la mia adorata maglia.Peccato.

Non mi guardai indietro,non raccolsi il corpo di lei,ma la lasciai lì a giacere sul marciapiede,mentre con nonchalance,con le mani dentro la tasca del giubotto mi incamminai verso casa.Come se nulla fosse successo.Io non ero buono,e ben presto lo avrebbe capito anche lei.

Ti odio anche io,petite.

 

 

_____________________________________________________

*Si nasconde per non essere colpita dai pomodori*

D: Oddio,è passata una vita da quando non aggiorno!Premetto però,che il capitolo non era stato salvato e quindi metà di questo era andato perso,e mi è toccato riscriverlo.

Come mai ho aggiornato oggi?

Oggi è il compleanno di Manu,un'amica che ho conosciuto attraverso un computer ma alla quale mi ci sono affezionata e alla quale voglio bene.E' schietta,ma sincera.

Il capitolo ho iniziato a scriverlo tre giorni fa,e sono rimasta sveglia tutta la notte scorsa per finirlo e farle una sorpresa.Vedi che non sono stronza e ti penso sempre,Manu? :3

Passando a noi,vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno messo nelle seguite/preferite/ricordate,perché aumentate giorno dopo giorno.

Mi rendo conto che in questo capitolo sono stata troppo cattiva con Derek,ma non è la prima volta che Alex abusa di lui in questo modo,e quindi tenevo a farvi presente di quanto anche lui soffra dentro,ma non lo dice agli altri,perchè semplicemente è fatto così.

Nel prossimo capitolo prometto che farò più chiarezza su questo nuovo "vampiro" e perché Alex abbia detto al nostro vampiro preferito che bisogna prepararsi per una guerra.

Ho parlato anche di una certa profezia...e vi ho lasciati con un punto interrogativo anche qui. *Risata malefica*

Mi scuso per il ritardo bestiale,e mi scuso anche perché per l'anticamera del cervello (?) mi è passato anche in mente di cancellare la storia. *Si fa piccola piccola* Ma come vedete non l'ho fatto,e non lo farò,tranquille :D

Mi dovrete sopportare ancora per un bel pò,insieme alle avventure di Derek ed Evangeline.

E ah!Come avete visto in questo capitolo non ho messo il pov di Evangeline...ma sinceramente preferivo scrivere dal punto di vista di Derek...non so,era come per risarcirlo per averlo fatto soffrire tanto.

Ora vi lascio.Un bacione,alla prossima.

Un ringraziamento speciale

va alla mia complice preferita:Giulia.

E alla mia migliore amica:Mariarosaria. 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: talinasomerhalder_