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Autore: Anastasia_Malfoy    03/03/2013    4 recensioni
Draco ed Harry hanno sempre avuto una relazione difficile, ma è ancora peggio adesso che si odiano anche a causa dei ricordi che la guerra ha portato con sé. Tornare per l’ottavo anno alla scuola dove sono stati uccisi i loro amici non sarebbe stato facile, ma i problemi di controllo della rabbia di Harry minacciano la sua stessa vita. Quando un incidente durante la lezione di Pozioni lascerà i due uniti in un Legame, non avranno altra scelta se non quella di imparare a vivere come una persona sola.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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-Qualcuno ha visto Ron di recente?- chiese Darren quando Hermione gli afferrò la mano e lo accompagnò attraverso le doppie porte.

-No, è per questo che siamo qui. Voglio parlarne con Harry. Ron non risponde al telefono e Calì ha detto che non parla con lui da quando sono entrati in casa sua.- disse Hermione nel tono che usava di solito quando aveva una missione.

-Giusto… e perché io sono qui?- chiese l’altro, confuso, e la ragazza si fermò, girandosi per guardarlo negli occhi, e gli prese il viso tra le mani, premendo un bacio ruvido e pieno d’affetto sulla sua fronte.

-So che non farai niente a meno che tu non pensi che io sarò al sicuro. Non dovremo più togliere del tempo al nostro lavoro, te lo prometto. Sei stato davvero magnifico con me quando io non ho fatto niente per te e l’apprezzo visto quanto è stato difficile per te, soprattutto perché non ne stai capendo molto di quello che sta succedendo. Ma ho bisogno che ti fidi di me, Dare, ti prego, fidati. So che è tanto da chiedere, e ti giuro, ci smaterializzeremo di nuovo in Ohio dopo che avrò parlato con Harry, ma ho bisogno di te qui in caso siano brutte notizie, ok? Perché ti giuro, se non è ok lo capisco perfettamente. Infatti posso smaterializzarti subito in America, se è questo quello che vuoi.- disse Hermione dolcemente, sorridendogli in modo caloroso.

Il ragazzo scosse la testa.

-Sorella, ma mi conosci o no? Sei una mia amica! Non importa se ci allontaniamo da lavoro per un po’ di tempo in più, io sono qui per te! Ora zitta.- le ordinò, stringendole le braccia attorno al collo e accarezzandole i capelli per un momento prima di allontanarsi.

-Ora voglio vedere Harry. Deve darci delle spiegazioni.- disse con un enorme sorriso da presa in giro. La ragazza annuì in modo serio, prendendogli di nuovo la mano ma stando un po’ più al suo passo questa volta.

Sapeva che la stampa babbana stava pubblicando cose piuttosto offensive su di loro visto che non si erano fatti vedere molto sul set nell’ultimo mese. Stavano dicendo che Darren era stato soltanto un ‘mezzo’ e che si era allontanato dal lavoro perché gliel’aveva chiesto lei. Cosa che non era assolutamente vera.

Chiunque conoscesse Darren Criss sapeva anche che si sarebbe allontanato da ciò che più amava solo se i suoi amici o la sua famiglia avessero avuto bisogno di lui. Prendeva molto seriamente la sua carriera, e allo stesso tempo era molto rilassato al riguardo. Lei non lo stava costringendo a fare niente, infatti gli aveva detto di tornare a lavoro parecchie volte. Ma lui non voleva lasciarla quando lei stessa ancora stava provando a capire cosa stava succedendo.

Ovviamente, ora che c’era la minaccia incombente di Lucius e dei mangiamorte da gestire, poteva anche scordarsi di lasciare Darren senza protezione. Era un ragazzo incredibilmente intelligente, ma aveva la tendenza a fare cose folli e lei non voleva che si facesse del male dopo tutte le volte che lui c’era stato per lei.

 

 

 

-Hermione! Darren! Che ci fate qui?- disse Harry quando alzò lo sguardo dalla sua scrivania, mentre attorno a lui altri quindici dei suoi colleghi si sbrigavano a scribacchiare cose, a chiamare persone e a passarsi a vicenda dei documenti.

L’Auror si avvicinò, abbracciando stretta la ragazza e stringendo brevemente la mano di Darren con un breve sorriso.

-Harry, perché ci sono tutte queste persone nel tuo ufficio?-

-Non fare domande stupide, Granger.- disse Malfoy, seccato, interrompendo la loro conversazione e facendosi scoccare un’occhiataccia dalla ragazza. Non fu in grado di tenere il broncio però quando il ragazzo le baciò la guancia e le fece l’occhiolino, ghignando brevemente quando allontanò lo sguardo.

-Non ho idea di cosa tu voglia dir..-

-Si, lo sai, Granger, sei qui per chiedere di Ron ed eppure stai perdendo tempo a disquisire sulle persone che popolano questo ufficio? Sai già perché sono qui, perciò potresti semplicemente metterti ad urlare contro Potter e farla finita? Ho mal di testa.- sospirò Malfoy, salutando Darren in modo gentile con un cenno della testa.

-Perché diamine non mi hai detto che manca da giorni?- disse Hermione seccata, con un tono di avvertimento nella voce, guardando Harry dritto negli occhi.

-Perché sapevo che avresti iniziato a preoccuparti e ho tutto sotto controllo. Ho il mio personale migliore che lo cerca ovunque, Hermione, dovresti tornare in Ohio! Non potete continuare a prendere Ryan in giro così, o licenzierà entrambi!-   disse Harry in modo severo, superando il tono infastidito e facendola arrabbiare ancora di più.

-Mi stai prendendo in giro, giusto? Vuoi farmi tornare in America quando siamo nel bel mezzo di una crisi di Mangiamorte e uno dei miei migliori amici non si sa dov’è?- esclamò, aggrottando le sopracciglia. Harry scosse la testa.

-No, voglio che riporti Darren in Ohio così che possa tornare a lavorare e voglio che ti unisca alla squadra che ho mandato lì per cercare Ron. In questo modo, prima lo troviamo, prima tu potrai tornare alla tua vita e prima potrò tornare a occuparmi di Miss Mistero.- rispose lui, mentre Darren scuoteva la testa.

-Oh, diamine, no! Pensi che la lascerò andare in giro per l’America senza fare domande? Sarò anche un ‘bobbano’ o come diavolo è che ci chiamate, ma ho pur sempre un cervello! Posso proteggerla!- disse Darren, prendendole la mano con forza e stringendola.

-Senza offesa, amico, ma penso che la Granger possa cavarsela da sola. Non l’hai mai vista in azione, è una delle streghe più potenti che abbia mai conosciuto, anche se è una stronza stridente.- ammise Malfoy, beccandosi uno schiaffo sul braccio da Hermione.

-Sta zitto! … comunque ha ragione, Dare. Te lo giuro, verrò a trovarti ogni sera per farti sapere che sto bene, ma devi andare avanti con la tua vita. Non posso continuare a chiuderti di abbandonare tutto quello che ami per badare a me senza concludere niente, non è giusto.- disse, con la voce addolcita dall’affetto.

-Questo lo so, ma ti ho detto che è quello che vogl..-

-Mi fa molto piacere vederti ogni giorno, credimi, ma questa è una situazione pericolosa e anche se so che sei forte e capace a combattere, non saresti in grado di difenderti contro maledizioni e incantesimi che viaggiano in aria a cento chilometri all’ora.- intervenne lei, sapendo che lo stava ferendo nell’orgoglio affrontare questo discorso di fronte ad altre persone.

-È che mi sento inutile! Vorrei essere in grado di tenerti al sicu..-

-Ma non devo essere tenuta al sicuro, Dare! Il motivo per cui Harry sta mandando me con questi Auror è perché si fida del fatto che sono in grado di tornare a casa tutta intera! Posso cavarmela da sola, devi capire che sono una strega adulta! Adoro averti in giro, ma questa è una cosa che deve succedere. Le cose si sistemeranno a come erano prima di quando io e Ron ci siamo lasciati, te lo prometto.- disse, lanciando uno sguardo a Harry che diceva ‘andatevene ora prima che vi picchio’ e prese Darren da parte.

-So che è difficile per te da capire, e so che cambio sempre idea. Ma tutto sta cambiando così in fretta e tu devi startene per i fatti tuoi mentre i starò per i miei. Non succederà niente tra di noi, sarai ancora la mia persona preferita laggiù. È solo che mi rifiuto di trattenerti ancora. Tornerò a lavorare, a girare e a far tremare il tappeto rosso in un batter d’occhio.- disse, sorridendo gentilmente, accarezzando un piccolo ricciolo dalla sua fronte mentre guardava la sua decisione svanire e lui mordersi la lingua, annuendo una volta sola.

-Va bene.- disse una volta sola, sospirando quando lei gli fece lo sguardo da cucciolo.

-E va bene.- ripeté, facendosi abbracciare un’ultima volta prima di accompagnarlo verso la persona che l’avrebbe accompagnato a casa.

-Stai bene?- le chiese Harry, quando si unì al caos organizzato, e annuì brevemente.

-Era la cosa giusta da fare. Chi è Miss Mistero allora?- chiese, prendendo una pila a caso di documenti e guardando in giro. Erano documenti su Sebastian Temple, un mangiamorte egiziano di ventisette anni  che viveva in Russia. Lo stavano cercando da settimane, ma non c’era nulla fuori dalla norma, perciò buttò di nuovo la pila sul tavolo.

-Natasha Gottschalk.- disse a bassa voce, serrando le spalle mentre si grattava la fronte tesa, sporgendosi verso una delle donne mentre leggeva velocemente quello che gli era successo per caso.

-Gottschalk? Quella Natasha Gottschalk? Harry, quando sei riuscito a prenderla?- esclamò Hermione in modo esasperato, sorpresa.

-Non sono stato io a prenderla, è stata lei a chiedermi praticamente di portarla qui! Ma si trova leggermente in conflitto, non vuole dirmi niente di utile, è più interessata a guardarmi là sotto e flirtare con me, più che altro.- disse Harry, scuotendo la testa mentre si  mordicchiava il labbro sovrappensiero.

-Anderson, hai delle informazioni sui Selwyins?- chiese Harry verso l’altro lato della stanza, alzando il braccio oltre una testa e prendendo un file che gli stava passando qualcuno, schiaffandolo sulla scrivania e aprendolo.

-E a Draco piace tutto questo?- sorrise Hermione, incrociando le braccia sul petto e guardando di lato verso Malfoy che stava rimproverando qualcuno perché non stava facendo qualcosa abbastanza in fretta.

-La odia! Finisce sempre per litigare con lei ogni volta che lo facciamo entrare per interrogarla, sai quanto è possessivo.- commentò Harry in modo innocente e Hermione rise con leggerezza, annuendo e scuotendo la testa in modo allegro.

-Oh, si, ma non negare di adorarlo, Harry.- lo prese in giro dolcemente. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosa. Gli angoli della bocca gli tremavano, mentre si mordicchiava il labbro inferiore, con gli occhi dietro gli occhiali che scorrevano sulla scrittura di fronte a lui.

-Io non sto negando nulla.- rispose, lanciando un’occhiataccia verso le risatine di Hermione quando Draco lo sculacciò in modo casuale mentre passava da lì.

-Oh, ragazzi, cominciano a vedersi le vostre perversioni.- commentò, ridendo ancora di più quando Draco le fece l’occhiolino.

-Chiudi il becco!- sibilò Harry, arrossendo ancora di più mentre si infognava in un altro documento, mettendo il broncio quando il colore del suo viso se ne andò abbastanza da essere definito non-umiliante.

-Mi siete mancati.- sospirò dolcemente la ragazza, sorridendo verso Draco quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Lei vi posò la sua mano sopra, e posò un bacio veloce sulle sue nocche, mentre entrambi guardavano Harry agitarsi sotto il loro sguardo.

-Sapete che ho un grado maggiore di quello vostro, giusto? Perciò potrei anche ordinarvi di smetterla di essere così dannatamente imbarazzanti.- disse seccato. Draco sorrise, strusciando in modo casuale i denti contro il labbro inferiore.

-Oh, divento tutto formicolante quando sei tu a prendere il controllo, Potter.-

-Dico sul serio, sta zitto.-

-Sarò nei guai dopo, Granger.-

-Si, lo sarai, ora sta zitto.- disse Harry in un tono leggermente più malandrino e Draco dovette sul spostare lo sguardo. Hermione alzò un sopracciglio, dando una pacchetta affettuosa alla mano di Draco prima di alzarsi.

-Ok, allora, io vado a trovare Ron. Ve lo dico ora, datemi una settimana e ve lo mollo sulla soglia d’ingresso di casa vostra, dopodiché il bastardo potrà essere lasciato alle cure di Calì.- sorrise Hermione, godendosi il pensiero di Calì che urlava addosso a Ron per un secondo prima di salutare i ragazzi e andarsene, facendo un gesto ad un paio di Auror che conosceva di seguirla.

-Divertente come possa avere delle persone che la seguono anche se non lavora qui.- rifletté Draco, buttandosi sulla sedia dov’era stata prima la ragazza e guardando il suo ragazzo che controllava ancora i documenti sui Selwyn.

-È Hermione, tutto il fuoco dell’inferno potrebbe indietreggiare contro il suo carattere a un paio di battiti delle sue ciglia. Le voglio bene da morire, ma fa davvero paura quando vuole.- rispose Harry mentre chiudeva il file e sospirava in modo stressato.

-Suppongo che avrai bisogno di un massaggio questa notte, allora.- sorrise Draco in modo più dolce e Harry gli rispose con un cenno, ripassando i file a Anderson e permettendo a Draco di tenergli la mano per un momento.

-Smettila, ti stai mettendo di nuovo alla prova e mi stressare ancora di più. Lascia stare, Potter.- disse Malfoy a bassa voce, portando in modo discreto la mano verso la sua bocca e lasciando un bacio tenero contro le nocche incallite.

-Lavoriamo solo per un altro paio di ore e poi ti trascino a casa.- disse Draco con forza, alzandosi e poggiando la fronte contro quella dell’altro ragazzo per un momento, senza preoccuparsi del fatto che l’ufficio rumoroso potesse vederli.

-E smettila di preoccuparti. Sai che la Granger troverà Weasley, e presto troveremo una traccia, te lo prometto.- lo rassicurò di nuovo, picchettando con un dito il volto di Harry in modo affettuoso e ordinando a Mafalda di dargli tutti gli appunti sugli incontri dei mangiamorte degli ultimi tre anni.

Harry sorrise per un secondo prima di tornare a lavoro, ignorando il dolore in crescita al collo.

 

 

 

 

-Be’, ci rivediamo, Signor Malfoy.- disse Natasha con dolcezza, alzando un sopracciglio sottile e guardando Draco sedersi sulla sedia davanti alla sua.

-Non le stanno facendo del male, vero?- chiese l’altro, aggrottando le sopracciglia quando vide il suo nuovo occhio nero.

-No, nessuno mi sta facendo del male, ieri sono inciampata e ho sbattuto l’occhio sullo spigolo del letto, una cosa da niente.- disse con semplicità, ma l’uomo fece un cenno della testa, chiaramente poco convinto, e prese un appunto in testa di far ispezionare le guardie dopo.

-Perciò, mio piccolo raggio di sole, vuoi dirmi qualcosa oggi?- chiese, sedendosi in modo virile.

E poi lo vide, qualcosa che non aveva mai visto nella sua espressione. Un intoppo, un piccolo tremore all’angolo del suo bellissimo ma livido occhio verde.

La ragazza deglutì e inspirò brevemente, annuendo.

-Penso di si. Mi sono stancata. Dovreste sapere, Malfoy, prima che cominci a parlare, che ho sempre badato a me stessa, ho fatto tutto quello che ho fatto col solo scopo di sopravvivere. Ma questa è una situazione diversa e non è giusto. Quello che suo padre ha in mente di fare non è qualcosa su cui posso stare in silenzio…. Ma non è nemmeno qualcosa che posso dirvi. Sono costretta a tenere alcune parti in segreto, ci sono alcune cose che non capisco a pieno e alcune cose che non posso proprio dirti perché il voto altrimenti mi brucerà dall’interno. Tre mesi fa, ho ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto. Prima l’ho ignorato, ma non voleva lasciarmi in pace e avevo iniziato a ricevere delle minacce sulla mia casella di posta, una casella di posta che nessuno avrebbe dovuto essere in grado di trovare. Sono una spia, Signor Malfoy, una ex-mangiamorte, sa meglio di chiunque altro che se non vogliamo farci trovare nessuno può trovarci. Perciò come diavolo hanno fatto a scoprire dov’ero? Quindi una notte ho risposto al telefono ed era suo padre. All’inizio non volevo crederci ma poi ha cominciato a dirmi delle cose, a spiegarmi com’era riuscito a sopravvivere e sapevo che non stava mentendo. Perciò ho incontrato i suoi complici, ho allenato alcuni anonimi che erano entrati in servizio sotto minaccia…-

-Ma nessuno di loro poteva batterti. Non sono stupido, Tash, so quanto sei capace, so quanto sei forte. È per questo che non ti ho ancora tolto le guardie, perché so che se tu volessi andartene, a quest’ora te ne saresti già andata.- disse Draco e l’altra annuì con un breve sorriso.

-Non sono cattiva, Draco, quello che ti hanno fatto tutti quegli anni fa è stato spregevole.-

La ragazza sospirò e l’altro fece un verso di scherno.

-Si, me lo dicono un sacco di persone. Curioso come nessuno si è preoccupato davvero dato che era così ‘orribile’ e ‘inumano’. Ma siamo qui per parlare di te, quindi continua.- disse con forza, guardandola con uno sguardo duro, aspettando la sua reazione.

-Non c’è molto che posso dirti oltre a questo. Mi ha detto che mi avrebbero stuprato e ucciso se non avessi obbedito agli ordini, perciò ho fatto quello che mi dicevano come ho sempre fatto. Sono brava in quello che faccio, Malfoy, ma so quando ci sono dentro fino al collo e faccio tutto quello che è necessario fare per uscire da una situazione simile… stanno cercando qualcuno. Hanno un bersaglio principale. Devo stare attenta a quello che ti dico.. credono che se colpiscono il ministero dov’è che fa più male, allora tutto cadrà per effetto domino. È lo stesso gioco di prima: purezza razziale. Ma ora vogliono rendere i nati babbani schiavi e… tutti vogliono una persona come schiava, in realtà parlano di tre persone diverse. È una scommessa su chi li prenderà per primi, e probabilmente hai capito quali tre persone vogliono.. e la persona che il gioiello più brillante della loro collezione.- finì Natasha.

Non appena la sua mente registrò l’informazione, Draco stava già tremando leggermente, aveva le mani chiuse a pugni, la pelle d’oca, gli era venuta nausea e uno strano formicolio alla pelle.

Conosceva questa sensazione, l’aveva provata prima. Quando qualcosa stava per succedere alle persone a cui voleva bene e sapeva che sarebbe stato quasi impossibile impedire che accadesse.

-Quanto..- si fermò per un secondo per espirare brevemente prima di continuare.

-Quanto sono forti?- chiese, senza volere sapere veramente la risposta.

-Non sono forti quanto prima. Stanno seguendo tuo padre solo perché ha dei piani e delle strategie. Quando Voldemort era in carica era tutto per la lealtà, la gloria. Ora c’è solo la rabbia, non sono dentro per essere accettati, ci sono per..-

-Vendetta.- disse Malfoy con un tono di voce duro e spaventosamente calmo.

Sentì la porta aprirsi per un momento dietro di lui, ma ciò lo scosse a malapena dal suo flusso di pensiero.

-Potter, penso che dobbiamo parlare.- disse Draco, senza nemmeno avere il bisogno di girarsi per sapere che era stato il suo fidanzato, che aveva provato le sue emozioni conflittuali e che era venuto a controllare entrambi.

-Non c’è bisogno stavo ascoltando. Gottschalk, ne sei sicura?- chiese Harry, con la voce stanca, debole e tremolante.

Draco lanciò uno sguardo di lato e ebbe un colpo al cuore a vedere quanto fosse diventato pallido Harry.

-Si. È molto più orribile di prima e c’è molto più odio di mezzo. Non sarà una guerra vera e propria, questo è proprio quello che vogliono evitare. Qui si parla di far provare dolore e stare a guardare tremare le persone che hanno infranto il loro sogno sulla razza perfetta. Vogliono vedere le persone che hanno ucciso il loro maestro crollare e bruciare e vogliono che succeda per mano loro.- disse, leccandosi velocemente le labbra con la lingua che tremava, ed era ovvio che era preoccupata tanto quanto loro.

-Potter, richiama la Granger dall’America, ora!-

La voce di Draco spezzò il silenzio pesante e Harry annuì, stringendo la spalla di Draco abbastanza da fare male per un secondo, prima di girarsi ed andarsene.

-Gottschalk, sto bloccando Potter fuori dalla mia mente per un secondo e voglio che tu mi dica la verità. Dov’è Ron Weasley?- chiese. La sua voce non era particolarmente minacciosa, ma c’era un velo di odio che scorreva sulle sue parole che le fece capire che il ragazzo che era rimasto seduto a gridare nella sua stanza durante il periodo che aveva seguito il marchio non solo era diventato un brav’uomo, ma anche uno forte, che pensava con attenzione ed era anche molto arrabbiato e protettivo.

Fu questo che le fece dimenticare di tutti gli anni di servizio nei mangiamorte, o tutti gli anni in cui aveva sorpassato gli altri per salvarsi la vita, e decise che queste erano persone per cui avrebbe combattuto.

-È ancora vivo…-

-Natasha, dov’è?- chiese con ancora più forza, sedendosi in avanti, penetrandogli gli occhi con il suo sguardo.

La ragazza deglutì il nodo alla gola, serrando le labbra per un secondo per fermare il loro tremore.

-Lo hanno preso, lo tengono in ostaggio in una delle loro strutture.- iniziò, ma  Draco la interruppe di nuovo.

-Dove?-

-Nei canali delle fognature di Londra.-

 

Spazio Traduttrice: Salve a tutti! Ok, avete presente quando dite ‘questa settimana sarà la più produttiva di tutta la mia vita’ e poi il karma per ripagarvi di tutte le volte che avete oziato ve ne fa capitare di tutti i colori per farvi fare il meno possibile? Bene, questo è quello che è successo a me per due settimane di seguito. Ecco perché la scorsa settimana non ho pubblicato e perché oggi pubblico quello ch avrei dovuto pubblicare ieri.

Ma comunque. Capitolo di passaggio, lo so. Nel prossimo ci sarà un mucchio di azione. E avete presente il memesudden clarity clarence’? Ecco la mia faccia, in questo momento, è simile a questo meme perché traducendo ho capito che Natasha Gottschalk è simile a Natasha Romanoff aka la Vedova Nera della Marvel. Sono un’idiota! D:

Ringrazio davvero chi mi sopporta, chi legge, chi preferisce/segue/ricorda e recensisce. Vi lovvo! :D

 

A presto,

Micaela!

   
 
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