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Autore: marty0029    04/03/2013    4 recensioni
Lolita.
Una ragazza che per vivere lavora al KittyKatty Burlesque, un locale frequentato da persone squallide che bramano solo il corpo delle ballerine del posto.
Lolita.
Una ragazza che non ha niente se non un soprannome, conoscerà lui, il “capo” della banda più importante di New York, Ian.
Lolita.
Una ragazza che non ha mai creduto nell’amore e nel genere maschile, si troverà a dover far in conti con dei sentimenti mai provati e con scontri duri che la porteranno a capovolgere completamente la sua quotidianità.
Lolita.
Una ragazza che odia il suo soprannome, inventato da chissà chi in chissà quale circostanza.
Lolita.
Questa è la sua storia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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25) Die young



 

 
Essere o non essere.
Chiamare o non chiamare.
Che devo fare?
Merda non voglio che Debby sia in pericolo a causa mia, ma non posso nemmeno presentarmi a casa di quel pazzo psicopatico da sola. Sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Mentalmente mando a fanculo quel cretino di Paul e senza esitazione salgo sul treno che mi avrebbe portato nel Bronx. Avevo avuto la tentazione di chiamare Ian, ma non sapevo se avrei fatto la cosa giusta. Dopotutto c’era in ballo la vita di Debby e sinceramente di metterla in pericolo non me la sentivo proprio. Chissà come quel coglione è riuscito ad attirarla dalla sua parte. Probabilmente l’ha semplicemente minacciata, come usa fare di solito. Che grandissimo..
C’era da dire che però, a mio grande dispiacere, Paul mi stava tenendo in pugno. Sembrava che assolutamente niente e nessuno riuscisse a scalfirlo. Perché ce l’aveva così tanto con me? Da quando l’avevo conosciuto ero andati incontro a mille e mille problemi. Dalla rapina nel supermercato sotto casa al mio tentato rapimento per aver difeso a spada tratta Gina da quel cerebroleso di Harold. Aveva più volte tentato di farmi odiare Ian e altrettante volte aveva cercato di separarci. Quel ragazzo aveva seriamente diversi problemi psichici.
Sentì il telefono suonare nuovamente e lo afferrai all’istante dalla tasca destra dei jeans. L’avevo messo il per necessità e ovviamente avevo scelto il posto migliore. La borsa per quanto piccola poteva sempre essere come quella di Mary Poppins, e siccome c’era in ballo la vita di una delle mie amiche, meglio essere sbrigativi.
 
-pronto?- domando senza nemmeno sbirciare il nome o il numero che mi aveva chiamato.
 
Ero più che certa che si trattasse di Paul che mi chiedeva quanto cazzo di tempo ci stavo mettendo. Sinceramente ero anche quasi già pronta a rispondergli a tono.
 
-ehi tesoro dove sei?-
 
Panico.
Era lui al telefono. Il mio bellissimo fidanzato che da ieri era a conoscenza di tutta la mia vita, cosa che nemmeno la mia migliore amica conosceva.
Dovevo dirgli dove stavo andando?
Dovevo dirgli nuovamente una bugia e rischiare di perderlo di nuovo?
Che cazzo dovevo fare?
A rispondere per me fu la voce metallica dell’altoparlante della metropolitana che mi salvò dall’imbarazzo, ma che mi catapultò nella realtà vera e propria.
 
-si informano i gentili viaggiatori, che siamo appena giunti alla stazione nel Bronx! Ripeto stazione del Bronx!-
 
-Bronx? Lola che cazzo ci fai li?- ringhiò incazzato.
 
Beh una parte di me era felice che lui avesse sentito. Adesso se gli avessi detto la verità potevo dire che ero stata costretta a farlo. In fin dei conti non avrei fatto la spia e la vita di Debby non poteva ritenersi in pericolo. Ero con le mani al muro e avevo davvero poco tempo.
Scesi velocemente dal treno e mi lasciai la stazione della metro alle spalle mentre continuavo a tenere il telefono vicino all’orecchio destro senza però dire una parola. Era come se la bocca fosse paralizzata. Non avevo la minima idea di cosa avrei fatto e di cosa avrei detto.
 
-LOLA!-
 
-ha rapito Debby!- dissi con un soffio sicura che lui però avesse recepito alla grande il mio messaggio.
 
Non c’era bisogno di soggetti o predicati in quella frase.
Mi trovavo nel Bronx, e certo per me non era una visita di piacere. Lui l’aveva scoperto subito e ringraziai i santi lassù che l’avesse fatto perché di affrontare Paul da sola aveva un po’ di paura. Sono sempre stata una persona che si ritiene grande e vaccinata, pronta ad affrontare il mondo a spada tratta, ma la verità era che in quel momento, in quel fottuto momento, avevo paura.
 
-COSA? Torna subito a casa mia, ti prego non fare niente partiamo io e i ragazzi! Subito!- esclamò con voce ferma.
 
-non posso! Mi ha detto di presentarmi entro mezz’ora altrimenti l’ammazza! Ho poco più di dieci minuti! Non voglio che le succeda qualcosa Ian! Non c’entra niente lei!- dissi salendo le scale che conducevano verso la strada fuori dalla metropolitana.
 
-non mi interessa questo! Torna subito indietro!- ringhiò alzando la voce.
 
-mi dispiace ma sai che non posso! Non lascio un’amica in difficoltà! L’ha presa per arrivare a me, e io non posso tirarmi indietro a questo affronto! Cazzo Ian non può sempre vincere!-
 
-e cosa credi di fare? Andiamo Lola lascia perdere! Tra venti minuti sono li e ci pensiamo io e i ragazzi! Il caso è chiuso! Torna immediatamente indietro! Mi hai capito?-
 
-arriveresti tardi! Troppo tardi per poterla lasciare sola con lui! Ciao Ian!- dissi attaccando il telefono e riponendolo nella tasca dei jeans.
 
Almeno adesso sapeva dov’ero e tra poco mi avrebbe sicuramente raggiunto, dandomi il vantaggio di cui avevo bisogno. Paul mi avrebbe visto da sola e non avrebbe mai pensato che poco dopo sarebbero arrivati i Bloods. Ero stata in gamba. Avevo praticamente architettato un piano in pochi minuti e devo dire che era venuto anche abbastanza bene. Ora bisognava vedere se avrebbe retto fino all’arrivo dei ragazzi. Non dovevo cedere proprio adesso. Debby contava su di me.
Arrivai davanti a quella casa così maestosa ma allo stesso tempo così spettrale e suonai il campanello. Ovviamente non mi aprì lui, ma il suo ormai abile tirapiedi, Jared, che appena mi vide mi fece un sorriso a trentadue denti.
 
-è sempre un piacere vederti tesoro mio! Diventi ogni giorno più bella!- esclamò tenendo la porta mezza aperta e posando la testa sullo stipite.
 
Mi presi un secondo per guardarlo.
Lui non mi sembrava minimamente un tipo da Crips. Secondo me tutto quello che stava facendo lo faceva per Paul, non per gli ideali della sua banda. Chissà poi se lui ci credeva davvero alla banda.
Era un burattino nelle mani di quello stronzo che si divertiva a rendere la vita delle persone un inferno. Probabilmente non lo sopportava nemmeno più di tanto.
Erano così diversi i ragazzi dei Bloods. Loro amavano e stimavano Ian a dispetto della loro banda. Probabilmente erano così attaccati a lui da prendersi volentieri una pallottola al suo posto; ma Jared? Avrebbe mai difeso così a spada tratta il suo capo? Mi riusciva davvero difficile pensarlo.
 
-Jared! Smettila di infastidire la mia ospite! Vai ad occuparti dell’ostaggio piuttosto!- disse Paul comparendo alle spalle del ragazzo.
 
Vidi Jared alzare gli occhi al cielo e senza farsi sentire da Paul bisbigliò qualche bestemmia incomprensibile e poi sparì verso una porta che probabilmente portava alla cantina o alla taverna di quel posto.
 
-hai fegato Lolita! Non avrei mai pensato che saresti venuta da sola!- mi disse Paul facendo un passo verso di me.
 
-dov’è la mia amica?- domandai sibilando per la rabbia.
 
Adesso che anche Jared era andato via, eravamo solo io e lui in questo salone completamente bianco. Faceva quasi effetto da com’era brillante e candido. Mascherava alla perfezione il carattere della persona che ci viveva dentro.
 
-tranquilla sta bene, ma tutto dipende da te, se farai la brava, alla tua amica non verrà torto nemmeno un capello!- esclamò continuando ad avvicinarsi a me.
 
-si può sapere cosa vuoi da me? Non mi sembra di averti mai fatto qualcosa di male, ma tu ti ostini a voler entrare prepotentemente nella mia vita!- gli urlai contro.
 
Lo vidi fermarsi e si passò una mano sul mento sorridendo soddisfatto. Sembrava quasi che ci godesse a vedermi frustrata. Che grandissimo figlio di puttana.
Odiavo mostrare i miei sentimenti, specie se dovevo farlo davanti a qualcuno che odiavo come stavo facendo adesso, ma questo ragazzo mandava a farsi un giro tutti i miei buoni propositi. Lo detestavo con ogni fibra del mio corpo. In tutta la mia esistenza ero riuscita a odiare solo una persona in questo modo. Solo una. Lui. Il Lord. E purtroppo per lui, non aveva fatto una gran bella fine.
 
-tu mi piaci, non dico solo esteticamente, mi piace il tuo carattere e la tua grinta! Vorrei averti nella mia banda più di ogni altra cosa! Se poi diventassi anche la mia donna sarebbe proprio perfetto!- disse beffardo.
 
Sgranai gli occhi sorpresa e anche leggermente spaventata dalla sua assurda e incomprensibile proposta. Lui non mi conosceva, come cazzo poteva pensare che sarei passata dalla sua parte quando ero maledettamente e incondizionatamente innamorata di Ian? Doveva essere pesantemente drogato. Poverino.
Io non ero come quella cretina di Kate che ha tradito Ian per mettersi con il suo più acerrimo nemico, che poi l’ha lasciata alla prima occasione che ha avuto.
Devo dire che inizio a provare un po’ di compassione per quella ragazza. Probabilmente, mi auguro per lei, che se avesse saputo che a sua fine era questa, non avrebbe mai mollato uno come Ian per uno come Paul.
 
-tu vaneggi! Credimi quando ti dico che l’ultima cosa che vorrei nella mia vita è quella di stare al tuo fianco! Solo il pensiero mi da il vomito!- dissi sprezzante con tutto il disgusto che provavo per lui.
 
Smise di sorridere e sulla sua faccia si dipinse un ghigno che non riuscì bene a decifrare. Rabbia? stupore? Consapevolezza? Che cazzo era?
 
-vedi? È proprio di questo che stavo parlando! Riesci a tenermi testa! Nessuno nella sua vita si è mai pensato di parlarmi in questo modo e di passarla liscia, ma tu lo fai! Mi attacchi, mi controbatti, senza alzare un ciglio, senza essere intimorita, lo fai perché è il tuo carattere e perché non sopporti di essere ammaestrata! Proprio come me! Siamo simili Lolita!-
 
Feci un passo verso di lui sorridendo. È vero, aveva capito una parte di me, la parte più visibile agli occhi estranei, ma io non ero davvero così. Grazie ad Ina ero cambiata, riuscendo addirittura a liberarmi dei miei scheletri nel’armadio. Ero una nuova ragazza. Quindi si, aveva capito qualcosa di me, ma su una cosa si sbagliava. Si sbagliava di grosso.
 
-hai ragione! Sono uno spirito libero che al pensiero di essere sottomessa mi agito e mi ribello, ma io non sono come te! Io ho imparato ad amare e a essere amata e credimi è la più bella sensazione che un essere umano possa provare! Parlare con la persona che ami della tua vita e del tuo passato senza la paura di essere giudicato e senza la voglia di scappare a gambe legate! Io alle tue spalle amo e ho amato, e questa mia caro Paul è la più grande differenza tra di noi! Io non sarò mai come te!- gli dissi disgustata mentre ero a pochi centimetri da lui.
 
Mi prese per le spalle e mi scrollò leggermente, quando all’improvviso nella stanza entrò Jared seguito da Debby. Tirai un sospiro di sollievo a vederla sana e salva e tentai di sorriderle nonostante la situazione non fosse proprio delle migliori. Dovevo trovare un modo per portare entrambe fuori da quella casa. All’uscita probabilmente avremmo trovato i ragazzi e sarebbe andato tutto bene.
Spostai lo sguardo sulla porta che portava al piano di sotto, quella da dove era appena uscita Debby e mi paralizzai. Lei li?
Che cazzo ci faceva lei li? Era prigioniera? No. Non era una prigioniera li dentro. Forse era la padrona, la regina. Forse era tornata ad essere l’amante di Paul.
Dovevo parlare con lei. Assolutamente.
Mi scrollai le spalle in modo che le mani di Paul non fossero più un problema e andai dritta verso di lei posandomi davanti alla sua faccia da schiaffi. Era più forte di me, odiavo questa ragazza con ogni singola fibra del mio corpo. Non potevo farci niente.
 
-sei stata tu vero? Tu hai attirato Debby in questa casa! Tu sei dalla sua parte!- le sibilai a pochi centimetri dal viso.
 
La voglia di prendere a calci il suo bel faccino saliva inesorabilmente. Probabilmente se fossimo state sole nella stanza, un bello schiaffo piazzato bene non glielo avrebbe tolto nessuno.
Ero più che certa che se avessi avuto lo sguardo di fuoco, sarebbe morta incenerita dalla rabbia che provavo verso di lei in questo momento. Chissene frega di Ian, di Paul, questa è una stronza che merita solo il male.
 
-non capirò mai cosa provano entrambi per te! Non sei niente e nessuno eppure tutti e due ti vogliono al loro fianco! Che cazzo hai più di me? Eh?- mi disse Kate facendo un passo verso di me.
 
-oh andiamo signore.. non mi sembra il caso di litigare non trovate?- esclamò Paul venendo verso di noi con il suo solito sorrisino.
 
-è per questo che l’hai voluta qui? Per provarci spudoratamente sotto i miei occhi? Cazzo ma non ci pensi a me Paul?- disse frustrata.
 
Sgranai leggermente gli occhi.
Avevo completamente ragione allora. Lei era tornata per lui. Kate era ancora innamorata di Paul. Provava un tipo di amore che ti spinge anche ad andare contro tutti i tuoi ideali per soddisfare la persona amata. Lei si era venduta per Paul.
Adesso la sensazione di pietà verso di lei cresceva a dismisura. Improvvisamente mi resi conto che anche se la odiavo a morte e desideravo per lei solo male e sofferenza, dovevo ammettere che era sfortunata. Credo che essere pugnalata dalla persona amata, sia la cosa peggiore che possa capitare ad una persona. Ti senti completamente vuoto e impotente.
 
-Kate non credo sia il momento adatto per questo genere di scenate! Risparmiatele!-le ringhiò contro Paul perdendo per un secondo la sua tanto decantata pazienza.
 
-mi fate schifo entrambi, ma tu di più! Lui almeno non ha mai finto di essere qualcuno che non è! Paul è sempre stato e sempre sarà una testa di cazzo, ma tu? Ti sei presa gioco di Ian da quando sei tornata qui non è vero? Hai architettato, anzi, avete architettato tutto per farci litigare!- dissi puntando il dito su entrambi.
 
-già! Però non ero a conoscenza del vero motivo per cui voleva questo! Lui vuole te.. esattamente come ti vuole Ian!- disse abbassando la testa.
 
-oh tranquilla, questo qui te lo cedo molto volentieri! Io lo odio, e poi sinceramente credo che sareste una bellissima coppia, due imbroglioni e figli di puttana!- esclamai quasi urlando.
 
Vidi Paul cambiare espressione e si voltò decisamente incazzato verso Kate che intanto lo guardava con uno sguardo di puro odio. Se avesse potuto uccidere con lo sguardo, sicuramente lui sarebbe morto carbonizzato.
Mi voltai velocemente verso Debby che nel frattempo era ancora tra le braccia di Jared e feci un passo verso di lei, quando mi sentì afferrare per un braccio.
 
-non abbiamo finito!-
 
Senza voltarmi, mi strattonai dalla presa di Paul e continuai a camminare verso la mia amica. Dovevamo assolutamente uscire da questa casa e da questa gabbia di pazzi.
 
-abbiamo finito! Vedo che voi due avrete molto di cui parlare quindi io e lei ce ne andiamo e vi lasciamo in pace!-
 
-ha ragione! Lasciala andare!- sentì la voce di Kate lontana, ma era sempre nella stanza.
 
Arrivai a Debby e lanciai uno sguardo di odio puro verso Jared che tentennò un attimo, poi lasciò andare la mia amica. Probabilmente anche lui, come gli altri, aveva capito che in questo momento era meglio non mettersi contro di me.
 
-riesci a camminare vero?- le domandai sottovoce.
 
-si.. Lol io..-
 
Scossi leggermente la testa e con il dorso della mano le asciugai le lacrime che stavano scendendo copiose dai suoi occhi.
Mi faceva male vedere che era ridotta in questo stato per colpa mia. L’avevano rapita per condurmi in questo posto. Lei non c’entrava niente in questo ambiente. Era solo una pedina nella grande scacchiera di Paul. Ma io non avrei ceduto a lui. Io non ero una semplice pedina. Io gli avrei fatto scacco matto.
 
-va tutto bene! Dobbiamo andarcene da qui!-
 
Stavo per fare un altro passo verso la porta quando mi sentì nuovamente afferrare dalla vita e mi trovai il volto di Paul sopra la spalla sinistra. Merda.
 
-ti ho detto che non abbiamo ancora finito Lolita! Jared riporta la ragazza nei sotterranei e questa volta lasciacela!- disse con tono autoritario.
 
Mimai a Debby di scappare, dato che era poco distante dalla porta.
Ero più che certa che fuori ci fossero già i ragazzi, ci fosse già Ian pronto ad intervenire al minimo comando. Sarebbe stata al sicuro.
Vidi che mi obbedì e scattò verso la porta riuscendo ad uscire fuori. Riuscì ad intravedere delle moto e tirai un sospiro di sollievo. Erano arrivati davvero. Menomale.
 
-merda! Siamo circondati dai Bloods e ci sono anche alcuni Unions!- esclamò Jared affacciandosi alla finestra che dava sul cortile della villa.
 
Sentì Paul dietro di me ringhiare e se possibile fece ancora più stretta la presa su di me. Adesso faticavo anche a respirare. Fanculo a questo Crips del cazzo.
 
-sei in trappola!- riuscì ad esclamare con un velo di soddisfazione nella voce.
 
-Jared chiama immediatamente tutti gli altri! Prevedo uno scontro con i fiocchi tra pochi minuti!- disse mascherando il suo terrore in un sorriso beffardo.
 
-sono troppi Paul! Noi siamo in quattro e loro sono una dozzina!-
 
-disobbedisci?- ringhiò facendo tremare la terra.
 
In meno di un secondo Jared era sparito, probabilmente era andato a chiamare Harold e Jason che erano in qualche ala di questa immensa villa.
Provai a divincolarmi dalla sua presa, ma era troppo salda. Mi teneva stretta a lui con un braccio intorno alla vita, mentre con l’altro mi immobilizzava completamente le braccia. Non potevo nemmeno pensare minimamente di darmela a gambe. Ero in trappola. Sbuffai.
 
-finalmente soli!-
 
-perché? Perché mi vuoi quando hai Kate? Lei ha rinunciato a tutto per il tuo amore! E tu? Tu continui ad essere lo stronzo approfittatore del cazzo!- gli ringhiai contro sentendo una rabbia sempre più crescente prendere parte dentro di me.
 
-mi fa comodo il suo aiuto! Da quando è tornata le ho dato come obiettivo il riconquistare quel coglione di un Blood, ma si è rivelato più difficile del previsto! Lui ti ama davvero! Che cosa stupida l’amore! Rende deboli!- esclamò sbuffando.
 
-o rende talmente forti da poter distruggere ogni cosa! Dipende dai punti di vista!- affermai convinta dei miei ideali.
 
Secondo me l’amore non rendeva deboli, era anzi un’arma in più. Le persone fanno sempre di tutto per la persona amata. Come Kate che andava contro quello che il fratello le aveva insegnato per l’amore che provava verso di lui.
In un certo senso non eravamo molto diverse io e lei. Anche io amavo incondizionatamente Ian e sottostavo a quello che voleva lui, o meglio quasi sempre sottostavo. Se avessi dato ascolto a quello che mi aveva detto prima al telefono, forse non mi sarei ritrovata in questa situazione del cazzo.
Mi fece voltare verso di lui e mi trovai a pochi centimetri dal suo viso. Perché era diventato così cattivo questo ragazzo? Cosa c’era stato nella sua vita che l’aveva portato ad odiare il mondo e i suoi abitanti? Lo sentì scostami una ciocca di capelli che era sfuggita all’elastico e me la portò dietro l’orecchio.
 
-sai credo che se avessi avuto la possibilità mi sarei anche potuto innamorare di te!- disse con un soffio prima di baciarmi.
 
Cercai di sottrarmi a quel bacio ma era troppo forte per me così feci l’unica cosa che mi era passata per il cervello, e gli morsi la lingua. Lo sentì scansarsi velocemente da me, in modo che io avessi un margine abbastanza ampio per provare a correre verso la porta.
L’aprì e finalmente riuscì ad uscire, ma proprio mentre vedevo lo sguardo sollevato di Ian, mi sentì afferrare per i capelli e subito dopo sentì del freddo sotto il collo e mi accorsi di avere una pistola puntata alla giugulare.
 
-giù le armi Bloods altrimenti la uccido, anche se sarebbe un vero peccato!-
 
Riconobbi la voce di uno degli scagnozzi di Paul. Credo che si trattasse di Jason. Merda. Ero quasi riuscita a farla franca.
Vidi Ian tentennare, ma poi abbassò la pistola seguito dagli altri ragazzi. Con la coda dell’occhio riuscì ad intravedere anche Natan con la sua squadra, che non conoscevo. Aveva ragione Jared ad essere preoccupato. Erano un bello squadrone e loro erano ridotti a solo quattro persone.
Dentro di me speravo che questa sarebbe stata l’ultima. L’ultima battaglia.
 
-bene bene bene cos’abbiamo qui? Bloods e Unions al completo! A cosa devo questa intrusione in casa mia?- domandò ingenuamente Paul rivelandosi.
 
-poche parole Paul! Lasciatela!- ringhiò Nate diretto verso il capo dei Crips.
 
-oh che dolce, c’è anche il terzo in comodo visto Lolita? Stai a cuore a molte persone!- disse prima di prendermi il viso tra le mani.
 
Provai senza risultati positivi a divincolarmi dalla presa di Jason e a scappare da quella situazione, ma era peggiore del previsto. La pistola che avevo sotto il collo era sicuramente carica e una minima distrazione poteva portare quel coglione a premere il grilletto.
 
-ehi Blood, devo dire che hai perfettamente ragione a volerla tenere stretta! Bacia da dio!-
 
Sgranai gli occhi e vidi il volto di Ian irrigidirsi ancora di più. Ok adesso questo figlio di puttana aveva fissato la sua condanna a morte.
Ian scattò verso di lui e entrambi si ritrovarono a terra a fare a botte, mentre vedevo Jared che lottava contro Nate. Jason mi teneva ben salda a lui sperando di potermi usare come diversivo in modo da riportare la sua attenzione sul mio rapimento.
 
-sei un bastardo Paul! Lei non si tocca!-
 
-oh ma non sai la parte più divertente! Indovina un po’ chi è l’artefice di tutto questo bellissimo piano?-
 
-di cosa cazzo stai parlando adesso?-
 
-parlo della ragazza che ha rapito l’amica di Lolita! Kate tesoro vieni fuori!- urlò Paul.
 
Vidi l’espressione di Ian cambiare completamente quando uscì di casa la sua ex fidanzata. Capisco il suo stupore. Probabilmente ci sarei rimasta male anche io al suo posto. Paul aveva un sorriso soddisfatto sulla faccia e approfittò dello stupore di Ian, che alla vista di Kate che usciva dalla porta d’ingresso, rimase imbambolato, per prendere la pistola e puntarla contro di lui.
 
-IAN ATTENTO!- urlai con tutta la voce che avevo.
 
Accadde tutto al rallentatore.
Sentì uno sparo. Delle voci indistinte e delle bestemmie dette velocemente. Vidi il corpo senza vita cadere facendo un rumore sordo sull’asfalto.
Mi portai una mano alla bocca mentre guardavo da chi era partito il colpo. Sentì la presa da parte di Jason allentarsi e ne approfittai per liberarmi e correre verso di Ian che guardava la scena senza il coraggio di aprire bocca.
Greg aveva fatto fuoco. Aveva ucciso il capo dei Crips.
 
-STOP!-
 
Mi voltai verso Ian che aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola e lo vidi accucciarsi verso il corpo ormai senza vita del suo nemico.
Non potevo immaginare i pensieri che correvano nella sua testa. Paul per lui è sempre stato un nemico, in più di un occasione aveva esternato la sua voglia di ucciderlo a sangue freddo, ma adesso che era davvero successo, non sapevo quello che stava pensando. Magari una parte di lui era anche felice, ma quell’altra sapeva che era morto comunque un ragazzo di venticinque anni.
 
-hai distrutto la mia vita e quella delle persone a me care, sono felice che tu non ci sia più, ma riconosco che eri un valido avversario!  Avrei voluto avere uno scontro leale con te, ma dubito che tu conoscessi realmente il significato di questa parola! Non ti è mai importato dei mezzi che utilizzavi, a te importava l’obiettivo e il raggiungimento di qualcosa! Non rimpiango il fatto di non essere stato io ad ucciderti! Addio Crips!- esclamò prima di alzarsi.
 
-Jared adesso sei tu il capo della banda!- sussurrò Harold rivolto al ragazzo.
 
-no! Io non voglio prendere il suo posto! Voglio solo sciogliere i Crips! Ognuno di voi sarà libero di fare quello che vuole! Ma per quello che mi riguarda.. basta bande e basta droghe.. ne ho abbastanza!- affermò Jared.
 
Voltandomi verso la casa vidi le lacrime di Kate scorrerle lungo tutto il volto e mi sentì in colpa verso di lei. Feci un passo nella sua direzione e le offrì la mia mano. La vidi scuotere leggermente la testa e tornò in casa velocemente chiudendosi probabilmente nella sua stanza.
Mi scrollai le spalle. Io un passo verso di lei l’avevo compiuto. Adesso stava a lei decidere cosa era meglio fare della sua vita.
 
-per me la faida tra le due bande è terminata!- esclamò Ian salendo a cavallo della sua moto e invitandomi a fare lo stesso.
 
-lieto di saperlo Sunders, ma come ho già detto, io non prenderò il suo posto! Per me la banda Crips finisce qui!- ribattè Jared risoluto.
 
-chi vuole, può entrare a far parte degli Unions! Nessuno abbandona le persone in difficoltà!- esclamò Natan prendendo tutti di sorpresa.
 
Non sentì le risposte e salì sulla moto di Ian che partì velocemente diretto verso casa. Era morto un pezzo di storia oggi. Uno dei principali esponenti delle bande organizzate di New York. Sicuramente qualcuno era rimasto sconvolto, altri si erano rallegrati dalla sua fine; ma era pur sempre morto un importante componente dell’altra faccia di questa strana, quanto bella città.





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CIAO a TUTTI!!

eccomi qui con  un nuovo capitolo e soprattutto con un nuovo colpo di scena!
Paul è morto.. O.O
beh devi avvisarvi che la storia è agli sgoccioli, anche se devo dire che ancora non ho in mente come concluderla.. vedremo!

grazie a quelle magnifiche persone che mettono la storia tra le preferite/seguite/da ricordare! vi amo!

grazie alle mie UNICHE e FANTASTICHE amiche a cui ormai voglio tanto ma tanto bene!

++ELE++
++MINELLI++
++MARYESSE++
++FRANNIE++
++PINKYCCH++
++LAPAM8842++
++SEMPRE CON TE++

ci vediamo al prossimo capitolo!!

vi lascio il mio twitter in caso vogliate aggiungermi e magari domandarmi come procede la storiella!! un abbraccio!
http://twitter.com/marti0029


bacioni

Marty0029


 

   
 
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