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Autore: Tinkerbell92    06/03/2013    6 recensioni
(DA REVISIONARE)
Seguito della fanfiction "Il Pegno della Luna".
Leila Swift, figlia di Artemide, in seguito alla sconfitta di Crono, decide di compiere un viaggio per ritrovare l'amato Luke, il quale, nel frattempo, si è già reincarnato ed ha cominciato una nuova vita, senza aver memoria degli eventi precedenti.
Quasi in contemporanea, Nico Di Angelo, in seguito ad un sogno premonitore, decide di partire per l'Ade, per salvare l'anima di sua sorella Bianca, tenuta prigioniera da una dea molto pericolosa.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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-Leila-

Anche senza entrare dentro l’Hotel Paris, si poteva benissimo vedere che qualcosa non andava.
Un’orda di persone continuava a fuggire dalla porta d’ingresso, urlando e travolgendo i malcapitati portinai.
Mi attaccai la balestra al braccio e mi voltai verso Maggie: - Entro per prima, spero solo di non rimanere vittima della folla. Trova il gruppo di Phoebe e affida Missy a loro. Ci vediamo tra poco.
Maggie annuì, prendendo in braccio mia figlia, e, non appena riuscii a trovare un varco, mi infiltrai in mezzo a quell’orda scatenata di persone, riuscendo per miracolo ad entrare nell’hotel.
Devo ammettere che sarebbe stato carino, con quelle luci soffuse e l’atmosfera romantica, se non fosse stato per la miriade di mortali terrorizzati che scappavano qua e là, per i mobili danneggiati e per i pezzi di lampadario che crollavano a terra come pioggia.
Ah, e, naturalmente, per quella specie di orrendo dragone nero con nove teste che sibilavano furiose contemporaneamente.
- Ci mancava l’Idra- borbottai, incoccando la prima freccia.
Il mio sguardo fu immediatamente catturato da una grande torcia al centro della sala, che, grazie a chissà quale effetto speciale, rendeva la fiamma a forma di cuore.
Mi avvicinai di corsa, cercando di non urtare qualche mortale impazzito, e toccai le fiamme danzanti con la punta della freccia.
Era fatta di un materiale speciale, così prese fuoco all’istante.
Presi la mira e feci scattare il meccanismo. La freccia si impiantò in un occhio della testa centrale del mostro, che in quel momento stava per distruggere una bellissima fontana con la statua di Cupido al centro.
L’Idra lanciò un mostruoso ruggito di dolore e, mentre la testa centrale andava in fiamme, le altre otto iniziarono a cercare affannosamente l’autore di un affronto così sconsiderato.
- Hey brutto idiota, sono qui!- gridai, facendo prendere fuoco ad una seconda freccia.
L’Idra sibilò furioso, lasciando perdere la statua e spostandosi verso di me, scivolando con le zampe artigliate sul pavimento lucidato.
Una delle teste a sinistra scattò in avanti con le fauci spalancate, dandomi modo di centrarlo in gola.
Questa volta, non fu solo la testa a prendere fuoco, ma anche il lungo collo a cui essa era attaccata.
Stavo per dare fuoco alla terza punta di freccia, quando una delle teste chiuse le fauci ad un soffio dal mio fianco.
Balzai di lato, atterrando in piedi sul bancone della Reception, spaventando a morte il fattorino che stava nascosto lì dietro.
Udii un ringhio e, voltandomi, vidi Maggie che avanzava minacciosa verso l’Idra.
Il suo volto iniziò ad assumere dei lineamenti canini, mentre i denti e le unghie crescevano rapidamente. Gli occhi scuri diventarono argento e, piano piano, una fitta peluria grigia iniziò a ricoprire il suo corpo.
La testa più esterna dell’Idra a destra scattò verso di Maggie, che non aspettava altro.
Compì un incredibile salto e, mentre era ancora in volo, il suo corpo si trasformò completamente, facendole assumere l’aspetto di un gigantesco lupo grigio.
Atterrò sul collo del mostro e lo usò come trampolino per balzare verso una delle teste più centrali.
Ora che l’Idra era distratto potevo approfittarne per attaccare.
Infiammai di nuovo la punta della terza freccia e la scagliai contro la testa più vicina.
L’Idra stava impazzendo: da una parte aveva un lupo che balzava da una testa all’altra, facendo attorcigliare tra di loro i colli; dall’altra aveva una fastidiosa semidea che lo bersagliava di dardi infuocati. Già tre teste su nove erano fuori uso.
Stavo già per caricare la quarta freccia, quando un rumore sospetto mi distrasse, facendomi voltare.
Una strana sensazione si impadronì di me.
Nascosto dietro un vaso, un ragazzo biondo stava osservando la scena con gli occhi spalancati.
Aguzzai la vista e, per un secondo, il respiro mi si bloccò.
Luke!
Non potevo crederci, quel ragazzo era proprio Luke!
Sentii le gambe cedermi di colpo e, mentre stavo per fare un passo verso di lui, qualcosa mi fece volare via la balestra dal braccio.
Maggie ringhiò, ma mi accorsi troppo tardi della grossa zampa artigliata che veniva verso di me.
Mi colpì forte.
Feci un volo di parecchi metri, atterrando pesantemente sul pavimento freddo e lucido dell’hotel.
Il colpo bastò a farmi perdere conoscenza e, in un attimo, mi ritrovai a vagare indietro nel tempo ancora una volta.
La cotre oscura che mi offuscava la vista si dissolse. Mi trovavo in un luogo familiare…
 
- Leila, sei sicura che non ti serva nulla?
Aprii gli occhi di scatto, mettendo a fuoco il salotto di casa mia.
Ero seduta sul divano, fissando un punto indefinito davanti a me, quando la voce di Maggie mi scosse all’improvviso: - Vuoi che ti porti qualcos’altro?
Ci volle un po’ per riprendermi, ma alla fine risposi: - No, sono a posto così, grazie.
Maggie si sedette accanto a me e mi sorrise.
Era di nuovo la Maggie diciannovenne, quella con i capelli lunghi fino alla vita e lo sguardo più sereno.
Abbassai lo sguardo per un attimo, restando sorpresa dal rigonfiamento che si notava a livello del mio addome. Ma poi, ricordai che mi trovavo in un sogno e che dovevo seguire i movimenti e le parole della Leila di tre anni prima.
La Leila scaricata e incinta.
Maggie posò la mano sul mio ventre e mi guardò con dolcezza: - Per fortuna abbiamo lei, vero?
- Sì- risposi annuendo – Per fortuna.
Maggie allargò il sorriso, poi si alzò lentamente: - Se non ti serve altro allora torno a casa. Chiamami se hai bisogno, d’accordo?
- D’accordo – sorrisi.
Maggie mi posò un bacio sulla fronte e si allontanò a grandi passi verso l’uscita.
Appoggiai la testa su uno dei cuscini, portando d’istinto una mano al ventre non appena sentii un movimento venire dall’interno.
- La mia bambina…- mormorai.
Non appena avevo scoperto di essere incinta una tremenda angoscia si era impadronita di me.
Luke se n’era appena andato, senza nemmeno darmi una spiegazione, ed io mi vedevo già alla stregua di tutte le mamme single e depresse che spesso erano protagoniste dei programmi di Real Time.
Ma per fortuna, Maggie non mi aveva abbandonata. In quei mesi si stava prendendo cura di me esattamente come avrebbe dovuto fare Luke. Sono sicura che, se solo gliel’avessi chiesto, lei avrebbe addirittura accettato di fare da padre a mia figlia.
Grazie a lei e papà ero riuscita ad accettare la situazione e ad andare avanti.
Chiusi gli occhi e, cullata da pensieri rassicuranti, mi addormentai.
Non ricordo quanto riuscii a dormire: qualcuno mi accarezzò la guancia, facendomi svegliare.
Era un tocco delicato, che ben conoscevo.
Aprii gli occhi, cercando di mettere bene a fuoco la stanza e, per un attimo, fui tentata di gridare un’eresia nei confronti di Zeus: Luke era seduto accanto a me, mi accarezzava la guancia dolcemente, con la stessa delicatezza che usava quando eravamo ancora al Campo.
Sorrideva.
Mi misi a sedere un po’ a fatica, specchiandomi nei suoi occhi azzurri.
La cicatrice sul suo volto si piegò, come succedeva ogni volta che sorrideva: - Ciao, Baby.
Arrossii vivacemente, ma non riuscii a nascondere le mie emozioni contrastanti: - Cosa cavolo ci fai qui?
Luke posò la mano sulla mia, trattenendo una risata alla vista della mia espressione sorpresa: - Era da tanto che non ci vedevamo… sentivo la tua mancanza… e poi, oggi è un giorno speciale, non trovi?
Feci un rapido conto mentale dei giorni, poi gettai un’occhiata al calendario: era il Diciotto Novembre.
- Oh, giusto…- mormorai – Tanti Auguri…
Luke allargò il sorriso, sistemandosi più vicino a me: - Te ne sei ricordata, eh?
Alzai gli occhi al cielo, mentre lui appoggiava le labbra sul mio collo: - Non si scorda mai il compleanno di un idiota… specie se l’idiota in questione è il tuo ragazzo…
Luke si lasciò sfuggire una risatina, ma io gli tappai la bocca con la mano: - Shht, non svegliare papà!
- Oh, scusa…- balbettò lui, senza smettere di sorridere – Immagino che non sarebbe molto contento di trovarmi qui…
Alzai gli occhi al cielo: - Beh, diciamo che non ha fatto i salti di gioia all’inizio: sono partita da casa fidanzata e felice e gli sono ritornata tre mesi dopo sola e incinta. Non ha mai inveito contro di te, almeno non tanto quanto Maggie, però non sono sicura che ti accoglierebbe a braccia aperte.
Luke rise di nuovo, poi posò lo sguardo sul mio addome: - E qui come procede?
Alzai le spalle, con un mezzo sorriso: - Per ora bene. Ne abbiamo fatti di progressi dall’ultima volta che ci siamo visti.
Luke pareva indeciso, come se non sapesse bene cosa fare. Allungò un po’ la mano, sfiorando la mia pancia con le dita, fermandosi non appena i suoi polpastrelli entrarono in contatto con la mia felpa grigia.
Gli sfiorai il polso con la mano, per fargli prendere coraggio e lui, finalmente, riuscì ad appoggiare interamente il palmo sul mio addome. 
Ebbe una specie di sussulto non appena sentì il primo movimento della piccola, ma non tolse la mano, e mi guardò con un sorriso quasi timido: - Si… si sa se è un maschio o una femmina?
- E’ una femmina- risposi – L’ho saputo il mese scorso.
- Capisco.
Luke restò fermo per un po’, poi posò anche l’altra mano, il suo volto era un insieme di emozioni.
Si chinò appena, poggiando l’orecchio contro la mia pancia e chiudendo gli occhi.
Forse era una mia impressione, ma la bimba non si era mai mossa così tanto prima di allora.
Posai la mano tra i capelli biondi di Luke, accarezzandoglieli distrattamente, mentre il mio cuore accelerò il battito non appena lo sentii sussurrare delle parole rivolte alla bambina: - Ciao, amore mio… non credo che ti ricordi di me… l’unica volta che ci siamo visti eri ancora tanto piccola… però io ti voglio bene… ti amo tanto, amore… papà ti vuole tanto bene… e vorrei tanto avervi vicine…
Le lacrime iniziarono a scorrermi lungo le guance, senza che potessi fare nulla per trattenerle.
- Luke…- sospirai – Come puoi farmi questo?
Lui posò un bacio sul mio ventre, poi si alzò lentamente e mi fissò negli occhi. Faceva male e faceva bene. Ero felice che fosse con me, ma sapevo anche che non sarebbe durato.
Mi accarezzò il mento con il pollice, avvicinandosi piano al mio viso.
Le sue labbra toccarono rapidamente le mie, senza che potessi fare nulla per oppormi.
- Amore- sussurrò contro la mia bocca – Credimi, vorrei che quest’istante durasse per sempre…
- A chi lo dici- risposi, quasi senza respiro.
Sentii la sua mano scorrere lungo la curva del mio addome, con una carezza protettiva, e, quasi senza pensarci, affondai le mani tra i suoi capelli, premendo forte le labbra contro le sue.
Oh dèi, non l’avrei fatto andare via tanto presto!
Quel ricordo era davvero molto piacevole e fui veramente grata alla Me del passato di aver messo da parte l’orgoglio ed aver fatto durare quel momento meraviglioso.
Non appena staccammo le labbra, Luke mi abbracciò, affondando il viso nei miei capelli: - Mi manchi, amore… mi manchi da impazzire…
Ignorai il groppo alla gola che mi stava tormentando e mormorai: - Anche tu… molto più di quanto pensi…
Sentii la sua mano posarsi di nuovo sul mio ventre e, esattamente come prima, i movimenti della piccola si fecero più insistenti. Sembrava quasi che percepisse suo padre.
Luke sorrise e mormorò con voce un po’ rotta per l’emozione: - Questo è il più bel regalo di compleanno che potessi desiderare – mi guardò con amore – Quando nasce?
- A Marzo- risposi – Attorno alla seconda settimana…
Luke annuì, accarezzandomi la guancia: - Hai paura, amore?
Restai un attimo in silenzio, poiché non mi ero mai posta una simile domanda, poi scossi la testa: - So già che farà male. Non è del dolore fisico che ho paura.
Luke si morse le labbra, sapendo già quello che stavo per dire.
- Quello che mi fa più paura- continuai – E’ il fatto di non averti accanto a me. Il pensiero che non potrai stringermi la mano durante il parto, il pensiero che nostra figlia crescerà senza un padre…- gli accarezzai una guancia, costringendolo a guardarmi negli occhi – Io ho paura ogni giorno, Luke. Ho paura di quel che dovrò dire alla bambina quando mi chiederà di te. Ho paura dei pericoli a cui andrà incontro per via delle sue origini. Ho paura per te, perché non so mai cosa stai facendo, se sei in pericolo, se hai bisogno di aiuto…- serrai una mano attorno alla sua – Metti a rischio la tua vita ogni giorno… ed io ho paura di perderti definitivamente.
Luke abbassò lo sguardo sospirando, una lacrima scese lungo la sua guancia.
Mi pentii un po’ di aver detto una cosa simile, ma non volevo mentirgli.
Gli posai una mano sul braccio, accarezzandolo leggermente. Per alcuni attimi, il silenzio regnò sovrano.
Poi, Luke alzò lo sguardo, abbozzando un timido sorriso: - Non… non devi avere paura per me, amore… Lui non mi farà nulla… Lui ha bisogno di me…
- Per ora- lo interruppi – Ma cosa succederà quando non gli servirai più? Cosa succederà se scoprirà che hai una figlia? Senza contare che l’intero Campo è sulle tue tracce, per non parlare degli dèi…
- Gli dèi non mi spaventano- affermò lui, risoluto – Nemmeno Poseidone può rintracciare la Principessa Andromeda. E poi, non penso che mio padre permetterà loro di farmi del male…- si morse la lingua, dopo una simile affermazione e cercò di correggersi – Insomma… di sicuro non rinuncerà a fare lo Splendido e fingerà che gli importi qualcosa di me…
Decisi di non replicare e lo fissai severamente: - Mia madre desidera rintracciarti più di ogni altra cosa. Non è Poseidone che devi temere Luke, né Zeus, né Ade. Quella di cui dovresti avere più paura è lei. Non ti ha ancora perdonato il fatto di averle fatto perdere l’occasione di avere sua figlia tra le Cacciatrici… a lei non importerà del giudizio di Ermes o della sua volontà di salvarti. Ti ucciderà non appena riuscirà a trovarti. E in modi poco piacevoli.
Luke alzò gli occhi al cielo, con aria quasi divertita: - Dèi quante storie per un paio di scopatine…- si accorse che lo stavo fulminando con lo sguardo e cercò di correggersi, trattenendo a stento una risata – Cioè, per aver espresso i nostri sentimenti nella piacevole arte del…
- Piantala- lo interruppi, cercando di non ridere – Sei sempre il solito maniaco…
Luke rise e mi abbracciò, facendomi appoggiare la testa alla sua spalla: - E tu sei sempre la solita dolce, sexy e adorabile ragazza che è stata capace di innamorarsi di un maniaco come me…
- Idiota…- sussurrai.
Mi baciò di nuovo e restò con me fino a che non mi addormentai, nel momento in cui mi sussurrava: - Ti amo.
Al mio risveglio, lui non c’era già più. Una voce mi chiamò da lontano…
 
La luce che mi abbagliò non appena aprii gli occhi fu piuttosto fastidiosa.
Misi a fuoco faticosamente l’ambiente circostante, mentre una fitta alla testa mi fece venire la nausea.
- Ok, sta rinvenendo… Leila, mi senti?
Mi scossi definitivamente, ritrovandomi a fissare il volto preoccupato di Maggie.
- Ma-Maggie? Che cosa cavolo…
La mia amica tirò un sospiro di sollievo, aiutandomi piano a mettermi seduta: - Sei rimasta priva di sensi per mezz’ora… mi hai fatto prendere un colpo.
Mi guardai attorno e vidi che oltre a lei c’erano Percy, Helen, Nico ed una ragazzina che non conoscevo.
- Dov’è l’Idra?- bofonchiai, notando l’assenza del bestione rettiloide.
Maggie alzò le spalle con un sorriso: - E’ andato via. Non so perché, ma, mentre stavamo combattendo, c’è stata una forte scossa e una voce ha iniziato a rimbombare per la stanza, in una lingua che non conoscevo. L’Idra si è subito fermato ed è fuggito da una delle finestre che danno sul giardino. Ho provato a seguirlo, ma è sparito nel giro di mezzo secondo.
Annuii, senza avere la forza di fare altre domande e gettai uno sguardo ai miei amici.
Erano piuttosto malridotti: Percy aveva i vestiti strappati ed un brutto livido sul viso e Nico, oltre ad avere le vesti logore, sanguinava da una spalla.
Helen aveva stretto uno dei suoi fazzoletti attorno alla ferita per fermare il flusso vermiglio e, nonostante fosse anche lei piena di graffi e lividi, continuava ad occuparsi di lui in modo quasi esagerato.
Gettai uno sguardo interrogativo alla ragazzina che li accompagnava, domandandomi perché il suo volto mi sembrasse vagamente familiare.
- Lei è Moira- annunciò Percy – Ci ha aiutati a battere un ciclope assatanato che ci ha attaccati poco fa, proprio mentre stavamo facendo merenda. Quel brutto figlio di titano! Comunque, Moira si trovava qui in vacanza e per caso passava proprio da quelle parti, così ha avuto modo di aiutarci. Che colpo di fortuna!
- Sì, è proprio il caso di dirlo- affermò Moira, strizzandomi l’occhio.
Cercai di ricordare dove cavolo l’avessi vista prima di allora, quando un improvviso pensiero mi balenò nella mente. Mi guardai attorno affannosamente, cercando con lo sguardo la fonte della mia distrazione: - Dov’è?
- Chi?
Guardai Maggie con aria ansiosa: - Prima, mentre combattevamo… c’era Luke! L’ho visto, era nascosto dietro quel vaso!
L’espressione della mia amica si fece cupa, così come quella degli altri e, proprio mentre Maggie stava per rispondere, una voce familiare fece fare una capriola al mio cuore: - Okay, ho avvisato il direttore che non c’è più pericolo…
Spalancai gli occhi al massimo, mentre Lui si inginocchiava accanto a me.
Capelli biondi a spazzola, limpidi occhi azzurri, sopracciglia arcuate e cicatrice sulla guancia.
Luke!
Aprii la bocca per rispondere, ma ne uscì solo un debole squittio.
Luke accennò un flebile sorriso e si rivolse a Maggie, che lo fissava piuttosto in cagnesco: - Bene, si è ripresa. E’ un sollievo, aveva preso davvero una bella botta.
Maggie rispose con un grugnito, mentre lui si voltava di nuovo verso di me: - Come ti senti?
Notai che Percy e gli altri si guardavano attorno con aria preoccupata, cercando in tutti i modi di evitare il mio sguardo e la cosa mi infastidì parecchio.
Ma ancora di più mi infastidì il modo in cui Luke mi guardava: era… diverso. Galante, educato, un po’ snob. Insomma, un modo che non era il suo.
Ed i vestiti, poi!
Camicia bianca e stiratissima, jeans di marca e giacca scura da perfettino. Aveva addirittura una cravatta rossa perfettamente annodata e, sul taschino della sua giacca, aveva ricamate in oro due iniziali: JM.
Pareva proprio un ricco ragazzino viziato che era stato tirato su a suon di vestiti firmati e lezioni di Galateo.
Insomma, nulla che riguardasse il mio Luke.
A confronto, quel ragazzo pareva un perfetto estraneo.
Cercai di non concentrami sui suoi abiti da principino e borbottai con aria imbronciata: - Beh, ce n’è voluto per trovarti, eh? Anche se non capisco perché sei vestito in quel modo, Luke…
Un attimo di gelo calò nella stanza, mentre un orribile pensiero mi balenò in testa non appena incontrai il suo sguardo stupito.
Quello era il suo corpo, il suo aspetto fisico. Ma la sua mente…
Maggie aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotta dalla voce stupita di lui: - Scusa, ma devi avermi scambiato per qualcun altro. Io non mi chiamo Luke, io mi chiamo Jake…
 
***
Angolo dell’Autrice: Finalmente riesco ad aggiornare! Mi sto mettendo d’impegno per continuare tutte le storie che ho lasciato in sospeso per troppo tempo.
Spero che il capitolo non sia risultato noioso o orribile, l’ho scritto un po’ di fretta.
Comunque, abbiamo ritrovato Luke, ma, come ci aspettavamo, non è più lui, al suo posto c’è un ragazzo ricco e educato di nome Jake.
Inutile dire che nome e data di nascita li ho presi dall’attore che interpreta Luke, così come il cognome è un riferimento ad un altro personaggio da lui interpretato (M, come scopriremo più avanti, sta per Milligan).
Beh, che dire? Spero di non avervi annoiati o depressi, cercherò di aggiornare il prima possibile.
Grazie per aver letto :)
Un bacio, Tinkerbell
  
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