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Autore: hinata 92    07/03/2013    5 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Viaggi movimentati

 

« E rieccomi di nuovo qui… »

Kaito uscì dall’aeroporto trascinandosi il suo ingombrante baule e chiamò un taxi.

« Stazione di King’s Cross, per favore. »

Il ragazzo si accomodò sul sedile dell’auto, ripensando a tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti a casa sua, in Giappone.

 

« Ma sei sicura che ti vada bene? »

« La scelta è tua, Kaito. Non posso dire che mi faccia piacere che tu vada via per così tanto tempo, ma è una decisione che rispetto. »

Kaito sorrise: « Grazie, mamma! Anche per avermi creduto, pensavo che mi avresti preso per pazzo! »

La donna scompigliò i capelli del figlio: « Tua madre è una donna più aperta di quanto credi! Manterrò il tuo segreto, tranquillo, e ti farò avere tutte le lettere e le notizie da casa… »

« Ti adoro. »

« Adesso, però, come spiegherai la cosa a tutti gli altri? Hogwarts ti ha dato il permesso di parlarne solo a me, perché sono tua madre… »

Kaito sorrise: « Oh, qualcosa m’inventerò! La fantasia non mi manca di certo… »

Qualcuno suonò alla porta.

« Anzi, ecco il primo! E cominciamo con le bugie… tanto ci sono abituato… »

Non appena il ragazzo aprì la porta, venne immediatamente travolto da un signore anziano: « Signorino Kaito!!! »

« Ehilà, Jii! Non ti pare di esagerare con le manifestazioni di affetto? »

L’uomo lo guardò con i lucciconi agli occhi: « Signorino, è vero che parte? »

« Sì, Jii. Mi è stata offerta una grossa occasione, di quelle che capitano una volta nella vita! »

« Non sarà mica legato a… »

Jii iniziò a fargli degli occhiolini a ritmo frenetico. Kaito capì subito a cosa si stesse riferendo: dopotutto, l’anziano uomo era sempre stato l’aiutante di Kaito Kid fin dai tempi di suo padre.

« No, non riguarda quello, tranquillo! Ma chissà, magari mi arriverà qualche notizia interessante! Mi raccomando, non mancare di mandarmi notizie! Scrivimi delle lettere e dalle a mia madre, lei saprà dove inviarle! »

Jii avrebbe voluto chiedere più informazioni, ma con la coda dell’occhio vide una persona più che familiare e capì che era meglio farsi da parte con la scusa di entrare in casa per salutare la madre di Kaito.

Dall’altra parte della strada, appoggiata con la schiena al tronco di un albero, c’era Aoko che lo guardava con occhi tristi. Il ragazzo sorrise allegro e la raggiunse.

Senza nemmeno salutarlo, la ragazza gli chiese direttamente: « È vera questa storia? »

« Sì. »

« Quindi te ne vai davvero in un college inglese? »

Kaito le fece un occhiolino e con un sorriso furbetto fece apparire un fiore: « Un college molto speciale, Aoko, riservato esclusivamente ai migliori aspiranti prestigiatori del mondo! Mi hanno scelto fra un sacco di ragazzi, è un’occasione unica. E poi tornerò qui per le vacanze di Natale, di Pasqua e per tutta l’estate! »

La ragazza prese il fiore con aria un po’ triste: « Le lezioni saranno molto più noiose senza di te… »

Kaito iniziò a passeggiare e Aoko gli andò dietro: « Oh, senza dubbio! Però la prof di mate tirerà un sospiro di sollievo, almeno d’ora in poi riuscirà a spiegare qualcosa senza che io e te ci rincorriamo per la classe mentre parla! »

La ragazza alzò gli occhi al cielo: « Spero per te che non alzerai la gonna a tutte le compagne! Se lo vengo a scoprire prendo un aereo e t’inseguo con la scopa fino in capo al mondo se necessario! »

Kaito rise al vedere la linguaccia che l’amica gli rivolse: « Chissà, in un momento di nostalgia potrebbe venirmi anche la tentazione! »

« Ma che nostalgia e nostalgia, ho intenzione di chiamarti molto spesso! »

Kaito si guardò intorno imbarazzato: « Veramente… credo che non sarà così facile! »

« Perché? »

« Il college è in una zona isolata, i cellulari non prendono… »

« Capisco… c’è internet? »

« No. In alcune zone della vecchia Europa non possono mettere i ripetitori per vincoli ambientali e paesaggistici. Sai com’è, non vogliono rovinare le verdi colline del Galles… »

Kaito ringraziò la sua buona, vecchia, allenata faccia da poker per non essere ancora scoppiato a ridere per la serie di assurde panzane che stava sparando a Aoko, che si limitò a  sbuffare: « Uffa, quindi non posso mandarti nemmeno delle mail? E allora come faccio a tenermi in contatto? »

Con uno sbuffo di fumo, Kaito fece comparire un pezzo di carta e una penna: « Lettere, mia cara, alla vecchia maniera! Saprai ancora come si scrive, no? »

La ragazza gli fece di nuovo una linguaccia: « Chissà se tu sarai ancora capace di leggere il giapponese dopo mesi di inglese forzato! »

« E allora vedi di scrivermi spesso, così mi manterrò in esercizio! E dai tutte le lettere a mia madre, così mi spedisce tutto insieme! »

Aoko annuì, poi sbuffò: « Ma che periodo deprimente, la gente non fa altro che partire… persino Kaito Kid ha mandato un avviso al mio babbo che per un po’ di mesi non si farà vivo! »

Kaito si trattenne a fatica dal ridere pensando alla faccia dell’ispettore Nakamori alla vista del canonico bigliettino autografato.

La ragazza lo guardò dritto dritto negli occhi, come per fissarsi ogni particolare del suo viso nella memoria: « Mi raccomando, voglio sapere tutto di questo college! »

Kaito arrossì leggermente, senza sapere nemmeno lui se per l’imbarazzo della situazione o se per lo sguardo penetrante di Aoko: « Farò il possibile… »

« E quando tornerai voglio proprio vedere cosa ti avranno insegnato in Inghilterra! Mi aspetto dei trucchi fantastici! »

« Li avrai, saprò stupirti ancora più di adesso! Ma adesso scusami, domani devo prendere l’aereo e devo ancora finire di sistemare il baule… »

« Il baule? »

Kaito si morse la lingua: « Massì, certo, il baule nuovo! Altrimenti come faccio a esercitarmi nel numero della donna tagliata in due senza un baule dove farla coricare? »

« Sono molto curiosa di vederlo, vengo a darti una mano! »

« NO!!! »

Dalla faccia di Aoko, Kaito si rese conto di essere stato troppo brusco: « Prima regola di un buon prestigiatore: mai mostrare gli attrezzi del mestiere! »

Aoko lo guardò poco convinta: « Capisco… allora in bocca al lupo, Kaito! »

Il ragazzo si rese conto che stava per arrossire più di quanto non avrebbe dovuto, e per non farsi vedere iniziò a correre verso casa: « Crepi! Ci sentiamo presto! Ciao! »

Non notò gli occhi lucidi di Aoko mentre, stringendo il fiore che le aveva dato poco prima, gli sussurrava: « Ciao Kaito… mi mancherai! »

 

Il taxi era rimasto imbottigliato nel traffico. Poco male, aveva ancora due ore di tempo prima che partisse il treno.

 

Kaito non aveva fatto in tempo a raggiungere la porta di casa, quando una voce alle sue spalle lo fece trasalire: « E così siamo quasi colleghi, eh? »

Il ragazzo si voltò: « Cosa dici, Akako? »

« Non fare il finto tonto con me, sai benissimo di cosa sto parlando! La storia del college inglese per prestigiatori non me la dà a bere nessuno, nemmeno tu… tanto più che a Hogwarts di trucchi di prestigio non te ne insegneranno di sicuro! »

« Conosci Hogwarts? »

La ragazza sorrise: « Chi non conosce Hogwarts nel mondo magico? Piuttosto mi stupisce che ti abbiano iscritto lì e non nella scuola giapponese! »

Kaito la guardò sconvolta: « Abbiamo una scuola di magia giapponese??? »

« Ovvio. Io ho studiato lì! È diversa da Hogwarts, la si frequenta mentre gli altri bambini fanno le elementari e ci si specializza in una sola disciplina… »

« … e tu hai scelto Arti Oscure, giusto? »

Akako si avvicinò con aria suadente: « Già… e sappi che non ti basterà cambiare continente per liberarti di me, Kaito Kuroba… un giorno tu sarai mio, come tutti gli uomini della Terra! »

Kaito salutò con la mano entrando in casa: « Libera di continuare a provarci, ma non ho intenzione di arrendermi tanto facilmente al tuo fascino diabolico! »

Akako sorrise: « Arrivederci, mio caro Kaito… avrai presto mie notizie! »

La strega non vide la faccia terrorizzata del ragazzo mentre chiudeva la porta. L’ultima frase era decisamente una minaccia, e nel corso di molte sfide, sia nei panni dello studente liceale che in quelli del ladro prestigiatore, Akako aveva dimostrato con mille magie di avere nei suoi confronti sentimenti di amore e odio… e di essere tremendamente lunatica, passando da un giorno all’altro dai filtri d’amore ai tentativi di ucciderlo perché non riusciva a farlo innamorare di lei! Ma la verità era che il suo cuore era già occupato…

Stava già per tirare un sospiro di sollievo, credendo di aver finito le persone da avvertire, quando gli squillò il cellulare.

« Pronto? »

« Non è carino, Kuroba, venire dalle mie parti e non avvertire neppure! »

« S-Saguru? »

Kaito si sbatté una mano sulla fronte. Ci mancava solo il detective liceale impiccione!

« Sai benissimo che vivo per la maggior parte del tempo in Inghilterra… e sai una cosa? »

« No, ma scommetto che m’informerai subito! »

« Ho fatto un paio di ricerche e non esistono college dedicati alla prestidigitazione in questo Stato… e per di più non risulti iscritto in nessuna scuola, mio caro Kaito Kid! »

Già, Saguru Hakuba sospettava da tempo la sua doppia identità, ma Kaito era sempre stato sufficientemente furbo da non dargli mai delle vere e proprie prove che potessero valere in tribunale.

« Ancora con questa storia? »

Anche se non poteva vederlo, era certo che Saguru stesse sorridendo: « Scoprirò perché vuoi venire in Inghilterra a tutti i costi! Dopotutto, gioco in casa… »

« Chissà, forse stavolta potrebbe essere troppo difficile persino per te! Ah, non cercare più di telefonarmi, lascerò il cellulare a casa! Ci vediamo, Saguru! »

Il ragazzo gli chiuse il telefono in faccia.

« E stavolta dovrei aver finito davvero! »

 

Il taxi era finalmente arrivato in stazione. Dopo aver pagato la corsa, Kaito caricò faticosamente il baule su un carrello e si avviò all’internò dell’edificio. Ma gli bastarono pochi passi per rendersi conto che una ruota del carrello era bloccata e che gli toccava impiegare il doppio della forza per tenere la traiettoria diritta.

« Oh, fantastico! Cominciamo bene… »

Con parecchio sforzo, Kaito spinse il carrello per un po’, poi si rese conto che non aveva controllato il binario. Prese il biglietto e trasalì.

« Come sarebbe a dire binario 9 e 3/4??? Sarò straniero, d’accordo, ma sono sicuro che non esiste un binario del genere! »

Per togliersi ogni ragionevole dubbio, Kaito andò a controllare l’elenco degli arrivi e delle partenze, ma come immaginava del misterioso binario non c’era traccia.

« Dunque, ragioniamo: devo prendere un treno di maghi per una scuola segretissima di cui la gente comune non deve venire a conoscenza… quindi posso escludere tutti i treni comuni. Se io fossi un mago e dovessi nascondere un treno, dove lo metterei? In una stazione in mezzo agli altri treni, d’accordo, e fino a qui ci sono, ma dove di preciso? L’unico indizio è questo 9 e 3/4… fra il binario 9 e il 10, almeno matematicamente parlando… »

Kaito si avviò verso i due binari, sperando di trovare una porta, una scala, un ascensore o qualcosa del genere. Fra i due binari c’era solo un muro, che Kaito fissò attentamente.

« E se fosse come a Diagon Alley? »

Il ragazzo provò a bussare su qualche mattone, ma non accadde nulla. Provò a ripensare esattamente a quello che aveva fatto Hagrid: lui aveva toccato i mattoni con un ombrello rosa…

Kaito ne estrasse uno dalla borsa: « Spero vada bene anche se è blu e pieghevole… »

Provò a dare qualche botta, ma il muro non diede segni di vita. No, non funzionava neanche così. Probabilmente stava ragionando nel modo sbagliato, continuava a pensare con la logica babbana… con cosa avrebbe colpito il muro un mago?

La risposta gli venne spontanea. Kaito afferrò saldamente la bacchetta bianca e riprovò. Non accadde di nuovo nulla.

Il ragazzo stava seriamente pensando di tirare un pugno al muro, quando una voce alle sue spalle lo fece trasalire.

« È solo troppo presto, il varco si aprirà fra qualche minuto… »

Kaito si voltò. A parlare con quel tono di voce saccente era stata una ragazzina più piccola di lui di qualche anno, con i capelli castani un po’ scompigliati e un grosso baule proprio come il suo.

« Devi andare anche a tu a Hogwarts? »

La ragazza annuì e gli porse la mano: « Hermione Granger, secondo anno! »

Il prestigiatore la strinse con delicatezza e le fece il baciamano: « Kaito Kuroba, primo anno… »

Hermione lo guardò sorpresa: « Davvero? Avrei detto che fossi almeno del quinto, a vederti! Pensavo fossi solo un po’ impaziente di andare al treno, invece non sai proprio come arrivarci! »

Kaito allargò le braccia: « Sono un mago da meno di una settimana, non ho ancora capito bene come funziona tutta questa stramberia magica… »

La ragazza sorrise comprensiva: « Ti capisco, anch’io vengo da una famiglia babbana e mi sono trovata molto in difficoltà all’inizio… per cercare di capire tutto mi sono buttata su un sacco di libri. »

« Non credo che sia un metodo adatto a me… diciamo che io sono un tipo un po’ più pratico… »

Hermione guardò l’orologio: « Direi che possiamo andare, adesso! Pronto? »

« Per cosa? »

« Seguimi! »

E senza un attimo di esitazione la ragazza spinse il carrello verso il muro, da cui venne inghiottita. Kaito trasalì e per poco non gridò.

« Ok… coraggio… non sarà peggiore di un inseguimento dell’ispettore Nakamori… »

E, maledicendo il carrello che se andava per i fatti suoi, Kaito si buttò nel muro aspettandosi la peggior botta della sua vita.

Non accadde nulla.

Con un po’ di titubanza il ragazzo aprì gli occhi. Era su un binario completamente diverso da quelli della stazione, e davanti a lui c’era un treno nero a vapore d’inizio secolo, bello fumante.

« Ma che… »

Hermione gli sorrise: « Binario 9 e 3/4, come richiesto! Che te ne pare? »

Kaito si guardò intorno stupito, chiedendosi se e quando si sarebbe abituato a tutte quelle stranezze: « Che di sicuro sapete come nascondere le cose… »

Hermione rise: « Dai, andiamo a mettere i bagagli sul treno! »

Il ragazzo la seguì distrattamente: « Arrivo… »

Mentre caricava sul treno il pesante baule e aiutava Hermione a fare altrettanto, Kaito ebbe modo di notare la folla che andava accalcandosi sul binario. Famigliole vestite spesso in maniera stramba, con abiti babbani messi un po’ a casaccio, salutavano i loro figli con abbracci, baci e mille raccomandazioni. Sì, decisamente tutto il mondo era paese, compreso quello magico.

« Hermione? »

« Sì? »

« Ma i tuoi genitori non ti hanno accompagnata? »

« Alla stazione sì, ma loro sono babbani e non possono oltrepassare il muro. Del resto neanche i tuoi hanno potuto, no? »

« Mia mamma non l’ho nemmeno fatta venire. Era un po’ scomodo per lei, dal Giappone… »

« Giappone? »

Kaito le sorrise comprensivo: « Sì, sono giapponese, non si capiva dal nome e dai lineamenti? »

« , sì… ma pensavo fossi nato in Inghilterra! Altrimenti perché saresti iscritto a Hogwarts? »

Il ragazzo si affacciò al finestrino: « Non lo so, non l’ho capito nemmeno io… so solo che da quanto mi hanno spiegato il gufo-postino ha perso la strada e comincio con cinque anni di ritardo… »

« Ah, allora non era una mia idea che fossi un po’ alto per avere undici anni! Sei decisamente un tipo fuori dal comune, Kaito… »

Kaito rise: « Detto da una strega, poi… »

Hermione rise a sua volta e si affacciò al finestrino: « Oh, ecco i Weasley! Temevo che non arrivassero più, sono quasi le undici… »

« Chi? »

« Sono una famiglia molto numerosa, a cui appartiene un mio amico… li vedi? Sono tutti quelli con i capelli rossi. »

« Cavoli, ma quanti sono? »

Hermione sorrise: « Un bel po’ e pensa che Bill e Charlie hanno già finito di studiare! Però quest’anno dovrebbe esserci Ginny, la più piccola e l’unica sorella del gruppo… »

Kaito fece una smorfia: « Poveraccia, se quelli sono tutti suoi fratelli non la invidio! »

Hermione cercò di sporgersi: « Però non vedo Ron e Harry… dove sono andati a cacciarsi? Non possono essersi messi nei guai ancora prima di entrare a Hogwarts… almeno spero… »

Kaito non ebbe modo di approfondire, visto che una marea di studenti piena di bagagli invase il treno ed Hermione trovò un sacco di persone da salutare. Stava iniziando a sentirsi in imbarazzo, quando il treno fischiò e iniziò a muoversi. La folla dalla banchina si sbracciò ancora di più, i ragazzini si buttarono sui finestrini e Kaito lasciò loro il posto, sospirando e aspettando che la situazione si calmasse. Ormai era in ballo, non poteva più tornare indietro.

 

« Si può? »

Un ragazzo dai capelli rossi che Kaito identificò come un Weasley si affacciò alla porta.

Hermione s’illuminò: « Ciao, Fred! »

Immediatamente un altro ragazzo, identico in tutto e per tutto al primo, si affacciò affianco a lui: « No, io sono Fred, lui è George! Non è vero, George? »

« Giusto, Fred! Ehi, chi è l’asiatico? »

Hermione cercò di rispondere, ma Kaito l’anticipò prontamente: « Mi chiamo Kaito Kuroba! »

Hermione completò le presentazioni: « E loro sono i gemelli Fred e George Weasley! »

George aprì del tutto la porta dello scomparto: « A proposito di facce nuove, conoscete già nostra sorella Ginny? »

Una ragazzina dai capelli rossi almeno quanto la faccia si affacciò timidamente. Per farle un po’ di coraggio, Kaito fece comparire un fiore e glielo offrì. Ginny ringraziò con un cenno della testa e il ragazzo le rivolse un bel sorriso.

Fred continuò: « Possiamo lasciarla un po’ in tua compagnia, Hermione? È timida, non è facile farle fare amicizia e di te almeno ha sentito molto parlare da Ron… »

La ragazza sorrise: « Ma certo! Scusate, dove sono Harry e Ron? »

Ginny balbettò: « N…non sono qui con voi? »

Hermione scosse la testa: « No, non li ho ancora visti. »

George rifletté ad alta voce: « Li ho persi di vista da quando abbiamo passato la barriera a King Cross… ma non c’è di che preoccuparsi, prima o poi salteranno fuori! Senti, Kaito, non mi ricordo proprio di te, di che casa sei? »

La domanda spiazzò il prestigiatore, che pensò di ricordare male la grammatica inglese: « Ehm… in Giappone vivo in una villetta… ehi, che c’è da ridere? »

Infatti tutti erano preda a uno scoppio d’ilarità, compresa Hermione, che cercava di mantenere un po’ di contegno: « Ragazzi, non ho fatto in tempo a dirvi che Kaito, nonostante l’età, è al primo anno… »

« Hai almeno la nostra età e sei una matricola? »

Fred completò la frase del gemello: « Che cosa strana… »

George tirò una pacca sulle spalle a Kaito: « Tranquillo, durante il viaggio abbiamo il tempo d’insegnarti l’ABC di Hogwarts! »

« Grazie mille! »

I due gemelli sollevarono Kaito di peso dalla sedia: « Hermione, vi lasciamo da sole e ce lo prendiamo. Scommetto che con noi si divertirà molto di più! »

« Non ho dubbi, ci vediamo dopo! Ah, se vedete Ron e Harry da qualche parte mandatemeli, per favore! »

« Va bene, a dopo! »

I due fratelli chiusero la porta e presero Kaito a braccetto, ognuno da un lato: « Niente male il trucchetto del fiore con Ginny! »

« Grazie! »

« Ma scusa, come hai fatto a fare quella magia se sei una matricola? »

Kaito vi voltò verso l’ultimo fratello ad aver parlato. Difficile seguire la discussione con i due gemelli che discutevano in surround intorno a lui: « Non si tratta di magia. È un trucco babbano. »

George (o Fred?) lo guardò sorpreso: « I babbani sanno fare queste cose? »

Kaito sorrise facendo comparire carte e fazzoletti colorati: « Si chiama prestidigitazione, ed è la versione babbana delle vostre magie. Nient’altro che abili trucchetti per stupire il pubblico, ma molto d’effetto… fino a pochi giorni fa, l’unico tipo di magia che conoscevo! »

I due gemelli si guardarono con aria complice: « E saresti disposto a insegnarcene qualcuno, in cambio di un rapido corso sul mondo magico? »

Kaito fece spallucce: « Perché no? Sarà un modo come un altro per passare il tempo prima di arrivare… »

Fred guardò il ragazzo ammirato: « Fratello, credo che questo sia l’inizio di una lunga e proficua amicizia… »

 

Era passata un’ora e Kaito aveva insegnato a Fred e George qualche semplice trucchetto con le carte, mentre i due ragazzi gli avevano spiegato il sistema delle Case. Decisamente il trio andava molto d’accordo, tutti e tre amavano fare scherzi e i gemelli si erano subito resi conto delle infinite possibilità di tiri mancini che avrebbero potuto combinare a Hogwarts unendo le loro conoscenze magiche agli abili trucchi babbani di prestidigitazione di Kaito.

Mentre Fred cercava di estrarre qualche fazzoletto dalla manica, un ragazzo rotondetto aprì la porta dello scompartimento.

« Ehi, Neville! »

« Scusate, avete visto Ron e Harry? »

« Non si sono ancora fatti vivi? Strano, tra un po’ siamo arrivati… »

I due gemelli s’alzarono in piedi: « Senti, Kaito, ti dispiace se ti lasciamo di nuovo con Ginny e Hermione per un po’? Ron è nostro fratello, iniziamo a essere preoccupati… »

« No, nessun problema. »

Kaito rientrò nello scompartimento delle due ragazze. Ginny era molto agitata e Hermione non era da meno, per quanto cercasse di celare l’ansia.

Kaito scompigliò i capelli rossi alla più piccola: « Stai tranquilla, li troveranno! »

« Ma c’è Harry… e se… Colui Che Non Deve Essere Nominato… »

« Chi? »

Hermione tagliò corto: « Lascia stare, è un po’ complicato da spiegare. Comunque cerchiamo di non farci prendere dal panico: Harry e Ron sono bravissimi a cacciarsi nei guai anche senza tirare in ballo le forze oscure… »

Kaito sospirò. Non ci stava capendo niente, ma iniziava a farci l’abitudine. Spalancò il finestrino, ci si affacciò con aria svogliata, appoggiandosi con la schiena al parapetto e alzò lo sguardo verso il cielo, azzurro come i suoi occhi e velato da mille nuvole bianche, mentre l’aria gli scompigliava i capelli scuri. Strinse gli occhi: si stava sbagliando o c’era qualcosa di strano, di scuro, che volava nel cielo?

« Scusate, ma fra tutte le stramberie del mondo magico è normale che ci siano… vecchie auto volanti che scortano il treno dall’alto? »

Hermione lo guardò perplessa: « Eh? »

Ginny sbiancò: « Che… che auto è? »

Kaito riguardò con calma: « Direi una Ford azzurra, ma potrei sbagliarmi, non m’intendo molto di auto europee… viaggia a bassa quota e a bordo ci sono… qualcuno con i capelli rossi e qualcuno con i capelli neri… »

Le due ragazze esclamarono in coro: « Harry e Ron! »

Ginny aggiunse: « Ma cosa ci fanno sull’auto di papà? »

Hermione la fulminò: « Quell’auto è del signor Weasley? Ma è illegale e… »

Kaito tagliò corto: « Un problema per volta. Da quel che vedo non mi pare che se la stiano passando molto bene, lassù… e c’è anche un edificio in lontananza, potrebbero andare a sbatterci contro! »

Hermione fece una smorfia: « Oh no, siamo quasi arrivati a Hogwarts. Che facciamo? Forse, se chiedo a Fred e George di prestarci i loro manici di scopa… »

Ginny squittì: « Non c’è tempo, potrebbero essere ovunque su questo treno! »

Kaito s’inumidì un dito, saggiò la direzione del vento e sospirando mise un piede sul finestrino.

« Kaito, che stai facendo? »

« Cerco di salvare i vostri amici… ma voi dovrete rimanere al finestrino per aiutarmi e promettermi solennemente che non direte mai a nessuno quello che sto per fare, va bene? »

« Ma che… »

« PROMETTETEMELO! »

Le due ragazze annuirono perplesse e Kaito sospirò. Non avrebbe voluto tirare fuori il costume tanto presto, ma dopotutto al di fuori del Giappone nessuno conosceva il ladro gentiluomo Kaito Kid e forse poteva passarla liscia…

Si buttò senza esitazione, seguitò dai gridolini acuti delle due ragazze. Un filo di fumo l’avvolse e dopo un paio di secondi ne riemerse completamente vestito di bianco, con un cilindro in testa e un monocolo sull’occhio. Al posto del mantello d’ordinanza, però, aveva allargato il fido compagno di mille avventure, il deltaplano bianco, con cui, guidato dalle brezze, raggiunse la macchina volante. L’impresa era tutt’altro che facile, ma Kaito Kid amava le sfide!

All’interno della Ford due ragazzini dal volto pallido cercavano di mantenere il controllo dell’auto. Quello con i capelli scuri e gli occhiali fece un cenno all’altro, che dopo un attimo di spavento abbassò il finestrino.

« Siete Ron e Harry? »

« Sì, ma tu chi… »

« Non c’è tempo, vi porto a terra! Avanti! »

Il ragazzo con i capelli rossi si rivolse all’amico: « Harry, vai prima tu! Se non assicuro la macchina in qualche modo precipiterà sul treno… »

Con un po’ di fatica, Kaito riuscì a passare dal lato opposto della macchina, dove Harry aveva aperto la portiera e si stava sganciando la cintura di sicurezza.

« Spero che tu non soffra di vertigini, è un po’ altino… »

« No, tranquillo, sono abituato, ma quel coso regge tutti e due? »

Kaito sorrise: « Fidati, è più che collaudato! »

« Allora spero abbia passato la revisione… »

Il prestigiatore rise, prese Harry e lentamente planò a terra, dirigendosi verso i capelli rossi di Ginny, la cui testa fuori dal finestrino spiccava nettamente sull’espresso nero.

« Prendetelo, vado a recuperare l’altro! »

Harry fu scaricato malamente all’interno, trattato alla stregua di un pacco postale, mentre Kaito, dandosi la spinta con le gambe contro il metallo del treno, spiccava il volo una seconda volta verso la macchina volante.

Ron stava ancora armeggiando con i pedali e Kaito dovette attirare la sua attenzione battendo sulla portiera.

« Ci sei? Non potrò rimanere qui ancora a lungo, il vento mi spinge via! »

« Eccomi, eccomi… ho bloccato il pedale dell’acceleratore con la bacchetta, non ho trovato altro… »

« Va bene, ma ora esci da lì! »

Ron spalancò la portiera, che per poco non prese il naso di Kaito, e si lanciò nelle braccia del ragazzo.

« Preso! »

Kaito planò faticosamente verso il treno e Ron indicò la testa rossa affacciata al finestrino.

« Quella è Ginny! »

« Sì, e se non ti sbracci troppo la raggiungiamo anche! »

Con uno sforzo non indifferente, il prestigiatore riuscì ad affiancarsi al treno e a scaricare anche Ron. Harry rimase sporto con più di metà corpo per acchiappare al volo anche il suo salvatore e per permettergli di risalire a bordo. Kaito dovette sudare parecchio prima di riuscirci, ma alla fine anche i suoi piedi toccarono di nuovo il pavimento dello scompartimento.

Il giapponese si accasciò per terra col fiatone: « Anf… anf… non credevo… anf… di farcela davvero… »

Harry, Ron e Hermione cercarono il modo di ringraziarlo, ma Ginny stupì tutti abbracciandolo al collo e rischiando quasi di soffocarlo. Kaito sorrise e le scompigliò i capelli.

Alla fine Ron trovò il coraggio di parlare: « Grazie mille dell’aiuto, amico! Non sapevamo più come scendere! »

Il ragazzo orientale sorrise stancamente: « Di nulla… »

Ron continuò: « A proposito, che razza di manico di scopa hai usato? »

« Non so cosa sia un manico di scopa, a meno che non parliate dell’attrezzo con cui pulire i pavimenti… io ho usato un semplice deltaplano! »

Hermione lo interruppe, squadrando i suoi compagni di classe con aria inviperita: « Si può sapere cosa diavolo avete combinato voi due per finire in quel trabiccolo volante? Il treno era troppo normale per due celebrità come voi? »

Ron protestò: « Ehi, non è colpa nostra se la barriera di King Cross si è chiusa prima delle undici! Dovevamo pur raggiungervi in qualche modo, no? »

La ragazza lo fissò dritto negli occhi, con le mani sui fianchi: « Violando almeno quindici leggi sullo Statuto di segretezza per i babbani? »

Ron deglutì rumorosamente e Harry, per cercare di cambiare argomento prima che Hermione incenerisse entrambi, porse una mano al suo salvatore e lo aiutò a mettersi in piedi: « Hai un vestito molto… originale! »

Kaito sorrise: « Oh, è normale avere un costume appariscente… »

Il ragazzo batté la punta delle scarpe per terra e, coprendosi con il mantello bianco, girò su se stesso, ricomparendo vestito di tutto punto con la divisa di Hogwarts.

« … se sei un prestigiatore! »

Ron lo guardò sconvolto: « Un che? »

Hermione spiegò velocemente: « Babbani che fingono di essere maghi stupendo il pubblico con abili trucchi. »

Kaito sorrise e porse la mano ai due ragazzi: « Già, fino a quando non ho scoperto di poterle fare davvero, le magie… Kaito Kuroba, primo anno! E prima che me lo chiediate, sì, ho qualche anno di ritardo, ma non per colpa mia! »

I due ragazzi ricambiarono la stretta: « Ron Weasley. »

« Harry Potter. »

Una voce risuonò per tutto il treno: « Tre cinque minuti arriveremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagaglio sul treno; verrà portato negli edifici della scuola separatamente. »

Ron sbiancò: « I bagagli! Abbiamo lasciato i bauli nel bagagliaio dell’auto! »

Harry fece una smorfia: « E tra poco dovremo scendere in divisa… »

Kaito ritirò fuori il mantello bianco, apparentemente dal nulla: « A questo posso pensare io! Uno, due e… »

Harry e Ron si ritrovarono avvolti dalla stoffa bianca.

« … voilà! »

Non appena Kaito ritirò il mantello, i due amici si scoprirono vestiti di tutto punto. Ginny applaudì e il ragazzo accennò un inchino, da attore consumato.

« A proposito, gradirei che non diceste nulla agli altri del costume che avete visto… avevo promesso che non l’avrei usato… »

« Stai tranquillo, ti dobbiamo tutti un favore! Credo che noi primini dobbiamo scendere separatamente dagli altri… ci vediamo dopo! Kaito, vieni con me? »

« Arrivo. »

Non appena la porta dello scompartimento si chiuse, Ron si guardò gli abiti stupefatto: « Cavolo, non immaginavo che si potessero fare certe cose senza usare la magia! Chissà cosa potrà fare Kaito ora che inizia i corsi… »

Hermione lo guardò con quell’aria saccente che riusciva bene solo a lei: « Se ti riferisci al fatto che ti ha vestito in un lampo non è niente di straordinario, ci sono molti babbani in grado di farlo. Si chiamano trasformisti. »

« Trasformista o no, c’è qualcosa di strano. »

Hermione e Ron si voltarono: « Cosa intendi dire, Harry? »

« Ron, non trovi che questi vestiti ci stiano fin troppo bene? »

« Non capisco cosa vuoi dire… »

« Ho pensato che ci avesse prestato un paio delle sue divise, ma con la differenza di statura ci saremmo ritrovati come minimo dei risvolti ai pantaloni… invece sono perfetti! Quasi come se fossero esattamente della nostra taglia, anzi… »

Harry mostrò l’interno della mantella: « … come se fossero i nostri! »

Ron li guardò sconvolto l’etichetta che riportava fedelmente il nome dell’amico e controllò la propria: « Ma come ha fatto? Non può averli presi dai bauli, non ne ha avuto materialmente il tempo! »

Harry scosse la testa: « Non lo so… ma questo, unito a quello strano costume, mi rende un po’ sospettoso nei suoi confronti… »

Hermione fece spallucce: « Io non vedo cosa ci sia di strano. Ha usato la magia, no? Prima di entrare a Hogwarts tutti noi abbiamo fatto delle magie fuori da qualsiasi controllo… vi ha salvato tutti e due da una punizione certa, no? Credo che questo basti e avanzi per fidarvi di lui! Su, scendiamo! »

Ron diede una gomitata ad Harry: « Nota che Hermione si preoccupa più della punizione che non delle nostre vite… »

Harry ridacchiò e seguì Ron. Sì, dopotutto forse la sua amica aveva ragione. Lui era l’ultima persona che aveva il diritto di parlare di magia fuori controllo, visto cosa aveva combinato fino all’anno prima con capelli, maglioni e vetri allo zoo. E poi, che motivo avrebbe avuto un seguace di Voldemort di salvargli la vita? Forse era solo lui che dopo il tradimento di Raptor dell’anno precedente e le strane visite notturne di Dobby si era fatto troppo sospettoso… ma ancora non sapeva spiegarsi perché la barriera di King Cross avesse impedito a lui e a Ron di raggiungere l’Espresso per Hogwarts.

 

Salve a tutti! Sì, lo so, sono in un ritardo pazzesco, ho avuto un po’ di casini con l’università e con l’influenza che mi hanno tenuto volente o nolente lontano dalla tastiera… ma credo con questo mega capitoline di essermi fatta perdonare!

Il primo pezzo è dedicato completamente a un raccordo con il manga originale di Kaito Kid, se non l’avete capito consiglio di farvi un giretto qui per chiarirvi le idee. Volevo sottolineare inoltre che, per non interferire troppo con le trama originale (credo che la vicenda di Harry Potter bene o male la conosciamo tutti) mi divertirò parecchio a muovermi nelle zone “ombra” dei libri (non sapevamo nulla del viaggio in treno del secondo libro, no?). E anticipo una risposta a una possibile domanda: perché partire proprio dal secondo libro, invece che dal primo? Perché sarebbe stato troppo scontato partire da lì, ovvio, e amo stupire il lettore, se mi è possibile! Inoltre voglio che questa sia la storia di Kaito, che sarà sì inevitabilmente collegata a quella di Harry, come si è visto, ma che non ruberà mai pezzi di trama che sono suoi di diritto (se stavate pensando a uno scontro Kaito vs Voldemort finale… , ve lo potete scordare fin d’ora!).

Chiarito qualche concetto di fondo, passo subito a ringraziare darkroxas92 e MeiyoMakoto per i graditissimi commenti e Queen of the Night per averla messa fra le preferite (darkroxas l’avevo già ringraziato).

Vi aspetto tutti al prossimo capitolo… lo smistamento di Kaito e Ginny e l’inevitabile punizione di Harry e Ron! Secondo voi la Anglia, anche senza autista, dove è andata a schiantarsi? XD

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

  
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