Viaggi movimentati
« E rieccomi di nuovo qui… »
Kaito
uscì dall’aeroporto trascinandosi il suo ingombrante baule e chiamò un taxi.
«
Stazione di King’s Cross, per favore. »
Il
ragazzo si accomodò sul sedile dell’auto, ripensando a tutto quello che era
accaduto nei giorni precedenti a casa sua, in Giappone.
« Ma sei sicura che ti vada bene? »
« La scelta è tua, Kaito. Non posso dire che
mi faccia piacere che tu vada via per così tanto tempo, ma è una decisione che
rispetto. »
Kaito sorrise: « Grazie, mamma! Anche per
avermi creduto, pensavo che mi avresti preso per pazzo! »
La donna scompigliò i capelli del figlio: «
Tua madre è una donna più aperta di quanto credi! Manterrò il tuo segreto,
tranquillo, e ti farò avere tutte le lettere e le notizie da casa… »
« Ti adoro. »
« Adesso, però, come spiegherai la cosa a
tutti gli altri? Hogwarts ti ha dato il permesso di parlarne solo a me, perché
sono tua madre… »
Kaito sorrise: « Oh, qualcosa m’inventerò! La
fantasia non mi manca di certo… »
Qualcuno suonò alla porta.
« Anzi, ecco il primo! E cominciamo con le bugie… tanto ci sono abituato… »
Non appena il ragazzo aprì la porta, venne
immediatamente travolto da un signore anziano: « Signorino Kaito!!! »
« Ehilà, Jii! Non
ti pare di esagerare con le manifestazioni di affetto? »
L’uomo lo guardò con i lucciconi agli occhi:
« Signorino, è vero che parte? »
« Sì, Jii. Mi è
stata offerta una grossa occasione, di quelle che capitano una volta nella
vita! »
« Non sarà mica legato a…
»
Jii iniziò a fargli degli occhiolini a ritmo
frenetico. Kaito capì subito a cosa si stesse riferendo: dopotutto, l’anziano
uomo era sempre stato l’aiutante di Kaito Kid fin dai tempi di suo padre.
« No, non riguarda quello, tranquillo! Ma
chissà, magari mi arriverà qualche notizia interessante! Mi raccomando, non
mancare di mandarmi notizie! Scrivimi delle lettere e dalle a mia madre, lei
saprà dove inviarle! »
Jii avrebbe voluto chiedere più informazioni, ma
con la coda dell’occhio vide una persona più che familiare e capì che era
meglio farsi da parte con la scusa di entrare in casa per salutare la madre di
Kaito.
Dall’altra parte della strada, appoggiata con
la schiena al tronco di un albero, c’era Aoko che lo
guardava con occhi tristi. Il ragazzo sorrise allegro e la raggiunse.
Senza nemmeno salutarlo, la ragazza gli
chiese direttamente: « È vera questa storia? »
« Sì. »
« Quindi te ne vai davvero in un college inglese?
»
Kaito le fece un occhiolino e con un sorriso
furbetto fece apparire un fiore: « Un college molto speciale, Aoko, riservato esclusivamente ai migliori aspiranti
prestigiatori del mondo! Mi hanno scelto fra un sacco di ragazzi, è
un’occasione unica. E poi tornerò qui per le vacanze di Natale, di Pasqua e per
tutta l’estate! »
La ragazza prese il fiore con aria un po’
triste: « Le lezioni saranno molto più noiose senza di te…
»
Kaito iniziò a passeggiare e Aoko gli andò dietro: « Oh, senza dubbio! Però la prof di
mate tirerà un sospiro di sollievo, almeno d’ora in poi riuscirà a spiegare
qualcosa senza che io e te ci rincorriamo per la classe mentre parla! »
La ragazza alzò gli occhi al cielo: « Spero
per te che non alzerai la gonna a tutte le compagne! Se lo vengo a scoprire
prendo un aereo e t’inseguo con la scopa fino in capo al mondo se necessario! »
Kaito rise al vedere la linguaccia che
l’amica gli rivolse: « Chissà, in un momento di nostalgia potrebbe venirmi
anche la tentazione! »
« Ma che nostalgia e nostalgia, ho intenzione
di chiamarti molto spesso! »
Kaito si guardò intorno imbarazzato: « Veramente… credo che non sarà così facile! »
« Perché? »
« Il college è in una zona isolata, i
cellulari non prendono… »
« Capisco… c’è
internet? »
« No. In alcune zone della vecchia Europa non
possono mettere i ripetitori per vincoli ambientali e paesaggistici. Sai com’è,
non vogliono rovinare le verdi colline del Galles… »
Kaito ringraziò la sua buona, vecchia,
allenata faccia da poker per non essere ancora scoppiato a ridere per la serie
di assurde panzane che stava sparando a Aoko, che si
limitò a sbuffare: « Uffa, quindi non
posso mandarti nemmeno delle mail? E allora come faccio a tenermi in contatto?
»
Con uno sbuffo di fumo, Kaito fece comparire
un pezzo di carta e una penna: « Lettere, mia cara, alla vecchia maniera!
Saprai ancora come si scrive, no? »
La ragazza gli fece di nuovo una linguaccia:
« Chissà se tu sarai
ancora capace di leggere il giapponese dopo mesi di inglese forzato! »
« E allora vedi di scrivermi spesso, così mi
manterrò in esercizio! E dai tutte le lettere a mia madre, così mi spedisce
tutto insieme! »
Aoko annuì, poi sbuffò: « Ma che periodo deprimente,
la gente non fa altro che partire… persino Kaito Kid
ha mandato un avviso al mio babbo che per un po’ di mesi non si farà vivo! »
Kaito si trattenne a fatica dal ridere
pensando alla faccia dell’ispettore Nakamori alla
vista del canonico bigliettino autografato.
La ragazza lo guardò dritto dritto negli occhi, come per fissarsi ogni particolare del
suo viso nella memoria: « Mi raccomando, voglio sapere tutto di questo college! »
Kaito arrossì leggermente, senza sapere
nemmeno lui se per l’imbarazzo della situazione o se per lo sguardo penetrante
di Aoko: « Farò il possibile…
»
« E quando tornerai voglio proprio vedere
cosa ti avranno insegnato in Inghilterra! Mi aspetto dei trucchi fantastici! »
« Li avrai, saprò stupirti ancora più di
adesso! Ma adesso scusami, domani devo prendere l’aereo e devo ancora finire di
sistemare il baule… »
« Il baule? »
Kaito si morse la lingua: « Massì, certo, il baule nuovo! Altrimenti come faccio a
esercitarmi nel numero della donna tagliata in due senza un baule dove farla
coricare? »
« Sono molto curiosa di vederlo, vengo a
darti una mano! »
« NO!!! »
Dalla faccia di Aoko,
Kaito si rese conto di essere stato troppo brusco: « Prima regola di un buon
prestigiatore: mai mostrare gli attrezzi del mestiere! »
Aoko lo guardò poco convinta: « Capisco… allora in bocca al lupo, Kaito! »
Il ragazzo si rese conto che stava per
arrossire più di quanto non avrebbe dovuto, e per non farsi vedere iniziò a
correre verso casa: « Crepi! Ci sentiamo presto! Ciao! »
Non notò gli occhi lucidi di Aoko mentre, stringendo il fiore che le aveva dato poco
prima, gli sussurrava: « Ciao Kaito… mi mancherai! »
Il taxi
era rimasto imbottigliato nel traffico. Poco male, aveva ancora due ore di
tempo prima che partisse il treno.
Kaito non aveva fatto in tempo a raggiungere
la porta di casa, quando una voce alle sue spalle lo fece trasalire: « E così
siamo quasi colleghi, eh? »
Il ragazzo si voltò: « Cosa dici, Akako? »
« Non fare il finto tonto con me, sai
benissimo di cosa sto parlando! La storia del college inglese per prestigiatori
non me la dà a bere nessuno, nemmeno tu… tanto più
che a Hogwarts di trucchi di prestigio non te ne insegneranno di sicuro! »
« Conosci Hogwarts? »
La ragazza sorrise: « Chi non conosce
Hogwarts nel mondo magico? Piuttosto mi stupisce che ti abbiano iscritto lì e
non nella scuola giapponese! »
Kaito la guardò sconvolta: « Abbiamo
una scuola di magia giapponese??? »
« Ovvio. Io ho studiato lì! È diversa da
Hogwarts, la si frequenta mentre gli altri bambini fanno le elementari e ci si
specializza in una sola disciplina… »
« … e tu hai scelto Arti Oscure, giusto? »
Akako si avvicinò con aria suadente: « Già… e sappi che non ti basterà cambiare continente per
liberarti di me, Kaito Kuroba… un giorno tu sarai
mio, come tutti gli uomini della Terra! »
Kaito salutò con la mano entrando in casa: «
Libera di continuare a provarci, ma non ho intenzione di arrendermi tanto
facilmente al tuo fascino diabolico! »
Akako sorrise: « Arrivederci, mio caro Kaito… avrai presto mie notizie! »
La strega non vide la faccia terrorizzata del
ragazzo mentre chiudeva la porta. L’ultima frase era decisamente una minaccia,
e nel corso di molte sfide, sia nei panni dello studente liceale che in quelli
del ladro prestigiatore, Akako aveva dimostrato con
mille magie di avere nei suoi confronti sentimenti di amore e odio… e di essere tremendamente lunatica, passando da un
giorno all’altro dai filtri d’amore ai tentativi di ucciderlo perché non riusciva
a farlo innamorare di lei! Ma la verità era che il suo cuore era già occupato…
Stava già per tirare un sospiro di sollievo,
credendo di aver finito le persone da avvertire, quando gli squillò il
cellulare.
« Pronto? »
« Non è carino, Kuroba, venire dalle mie
parti e non avvertire neppure! »
« S-Saguru? »
Kaito si sbatté una mano sulla fronte. Ci
mancava solo il detective liceale impiccione!
« Sai benissimo che vivo per la maggior parte
del tempo in Inghilterra… e sai una cosa? »
« No, ma scommetto che m’informerai subito! »
« Ho fatto un paio di ricerche e non esistono
college dedicati alla prestidigitazione in questo Stato…
e per di più non risulti iscritto in nessuna scuola, mio caro Kaito Kid! »
Già, Saguru Hakuba sospettava da tempo la sua doppia identità, ma Kaito
era sempre stato sufficientemente furbo da non dargli mai delle vere e proprie
prove che potessero valere in tribunale.
« Ancora con questa storia? »
Anche se non poteva vederlo, era certo che Saguru stesse sorridendo: « Scoprirò perché vuoi venire in
Inghilterra a tutti i costi! Dopotutto, gioco in casa…
»
« Chissà, forse stavolta potrebbe essere
troppo difficile persino per te! Ah, non cercare più di telefonarmi, lascerò il
cellulare a casa! Ci vediamo, Saguru! »
Il ragazzo gli chiuse il telefono in faccia.
« E stavolta dovrei aver finito davvero! »
Il taxi
era finalmente arrivato in stazione. Dopo aver pagato la corsa, Kaito caricò
faticosamente il baule su un carrello e si avviò all’internò dell’edificio. Ma
gli bastarono pochi passi per rendersi conto che una ruota del carrello era
bloccata e che gli toccava impiegare il doppio della forza per tenere la
traiettoria diritta.
« Oh,
fantastico! Cominciamo bene… »
Con
parecchio sforzo, Kaito spinse il carrello per un po’, poi si rese conto che
non aveva controllato il binario. Prese il biglietto e trasalì.
« Come
sarebbe a dire binario 9 e 3/4???
Sarò straniero, d’accordo, ma sono sicuro che non esiste un binario del genere!
»
Per
togliersi ogni ragionevole dubbio, Kaito andò a controllare l’elenco degli
arrivi e delle partenze, ma come immaginava del misterioso binario non c’era
traccia.
« Dunque,
ragioniamo: devo prendere un treno di maghi per una scuola segretissima di cui
la gente comune non deve venire a conoscenza… quindi
posso escludere tutti i treni comuni. Se
io fossi un mago e dovessi nascondere un treno, dove lo metterei? In una
stazione in mezzo agli altri treni, d’accordo, e fino a qui ci sono, ma dove di
preciso? L’unico indizio è questo 9 e 3/4…
fra il binario 9 e il 10, almeno matematicamente parlando…
»
Kaito si
avviò verso i due binari, sperando di trovare una porta, una scala, un
ascensore o qualcosa del genere. Fra i due binari c’era solo un muro, che Kaito
fissò attentamente.
« E se
fosse come a Diagon Alley?
»
Il
ragazzo provò a bussare su qualche mattone, ma non accadde nulla. Provò a
ripensare esattamente a quello che aveva fatto Hagrid: lui aveva toccato i
mattoni con un ombrello rosa…
Kaito ne
estrasse uno dalla borsa: « Spero vada bene anche se è blu e pieghevole… »
Provò a
dare qualche botta, ma il muro non diede segni di vita. No, non funzionava
neanche così. Probabilmente stava ragionando nel modo sbagliato, continuava a
pensare con la logica babbana… con cosa avrebbe
colpito il muro un mago?
La
risposta gli venne spontanea. Kaito afferrò saldamente la bacchetta bianca e
riprovò. Non accadde di nuovo nulla.
Il
ragazzo stava seriamente pensando di tirare un pugno al muro, quando una voce
alle sue spalle lo fece trasalire.
« È solo
troppo presto, il varco si aprirà fra qualche minuto…
»
Kaito si
voltò. A parlare con quel tono di voce saccente era stata una ragazzina più
piccola di lui di qualche anno, con i capelli castani un po’ scompigliati e un
grosso baule proprio come il suo.
« Devi
andare anche a tu a Hogwarts? »
La
ragazza annuì e gli porse la mano: « Hermione Granger,
secondo anno! »
Il
prestigiatore la strinse con delicatezza e le fece il baciamano: « Kaito
Kuroba, primo anno… »
Hermione
lo guardò sorpresa: « Davvero? Avrei detto che fossi almeno del quinto, a
vederti! Pensavo fossi solo un po’ impaziente di andare al treno, invece non
sai proprio come arrivarci! »
Kaito
allargò le braccia: « Sono un mago da meno di una settimana, non ho ancora
capito bene come funziona tutta questa stramberia magica…
»
La
ragazza sorrise comprensiva: « Ti capisco, anch’io vengo da una famiglia babbana e mi sono trovata molto in difficoltà all’inizio… per cercare di capire tutto mi sono buttata su un
sacco di libri. »
« Non
credo che sia un metodo adatto a me… diciamo che io
sono un tipo un po’ più pratico… »
Hermione
guardò l’orologio: « Direi che possiamo andare, adesso! Pronto? »
« Per
cosa? »
« Seguimi! »
E senza
un attimo di esitazione la ragazza spinse il carrello verso il muro, da cui
venne inghiottita. Kaito trasalì e per poco non gridò.
« Ok… coraggio… non sarà peggiore
di un inseguimento dell’ispettore Nakamori… »
E, maledicendo
il carrello che se andava per i fatti suoi, Kaito si buttò nel muro
aspettandosi la peggior botta della sua vita.
Non
accadde nulla.
Con un
po’ di titubanza il ragazzo aprì gli occhi. Era su un binario completamente
diverso da quelli della stazione, e davanti a lui c’era un treno nero a vapore
d’inizio secolo, bello fumante.
« Ma che… »
Hermione
gli sorrise: « Binario 9 e 3/4, come richiesto! Che te ne pare? »
Kaito si
guardò intorno stupito, chiedendosi se e quando si sarebbe abituato a tutte
quelle stranezze: « Che di sicuro sapete come nascondere le cose…
»
Hermione
rise: « Dai, andiamo a mettere i bagagli sul treno! »
Il
ragazzo la seguì distrattamente: « Arrivo… »
Mentre
caricava sul treno il pesante baule e aiutava Hermione a fare altrettanto,
Kaito ebbe modo di notare la folla che andava accalcandosi sul binario.
Famigliole vestite spesso in maniera stramba, con abiti babbani
messi un po’ a casaccio, salutavano i loro figli con abbracci, baci e mille
raccomandazioni. Sì, decisamente tutto il mondo era paese, compreso quello
magico.
«
Hermione? »
« Sì? »
« Ma i
tuoi genitori non ti hanno accompagnata? »
« Alla
stazione sì, ma loro sono babbani e non possono oltrepassare
il muro. Del resto neanche i tuoi hanno potuto, no? »
« Mia
mamma non l’ho nemmeno fatta venire. Era un po’ scomodo per lei, dal Giappone… »
«
Giappone? »
Kaito le
sorrise comprensivo: « Sì, sono giapponese, non si capiva dal nome e dai lineamenti?
»
« Bè, sì… ma pensavo fossi nato in
Inghilterra! Altrimenti perché saresti iscritto a Hogwarts? »
Il
ragazzo si affacciò al finestrino: « Non lo so, non l’ho capito nemmeno io… so solo che da quanto mi hanno spiegato il gufo-postino
ha perso la strada e comincio con cinque anni di ritardo…
»
« Ah,
allora non era una mia idea che fossi un po’ alto per avere undici anni! Sei
decisamente un tipo fuori dal comune, Kaito… »
Kaito
rise: « Detto da una strega, poi… »
Hermione
rise a sua volta e si affacciò al finestrino: « Oh, ecco i Weasley!
Temevo che non arrivassero più, sono quasi le undici…
»
« Chi? »
« Sono
una famiglia molto numerosa, a cui appartiene un mio amico…
li vedi? Sono tutti quelli con i capelli rossi. »
« Cavoli,
ma quanti sono? »
Hermione sorrise:
« Un bel po’ e pensa che Bill e Charlie hanno già finito di studiare! Però
quest’anno dovrebbe esserci Ginny, la più piccola e l’unica sorella del gruppo… »
Kaito
fece una smorfia: « Poveraccia, se quelli sono tutti suoi fratelli non la
invidio! »
Hermione
cercò di sporgersi: « Però non vedo Ron e Harry… dove
sono andati a cacciarsi? Non possono essersi messi nei guai ancora prima di
entrare a Hogwarts… almeno spero…
»
Kaito non
ebbe modo di approfondire, visto che una marea di studenti piena di bagagli
invase il treno ed Hermione trovò un sacco di persone da salutare. Stava
iniziando a sentirsi in imbarazzo, quando il treno fischiò e iniziò a muoversi.
La folla dalla banchina si sbracciò ancora di più, i ragazzini si buttarono sui
finestrini e Kaito lasciò loro il posto, sospirando e aspettando che la
situazione si calmasse. Ormai era in ballo, non poteva più tornare indietro.
« Si può?
»
Un
ragazzo dai capelli rossi che Kaito identificò come un Weasley
si affacciò alla porta.
Hermione
s’illuminò: « Ciao, Fred! »
Immediatamente
un altro ragazzo, identico in tutto e per tutto al primo, si affacciò affianco
a lui: « No, io sono Fred, lui è George! Non è vero, George? »
« Giusto,
Fred! Ehi, chi è l’asiatico? »
Hermione
cercò di rispondere, ma Kaito l’anticipò prontamente: « Mi chiamo Kaito Kuroba!
»
Hermione
completò le presentazioni: « E loro sono i gemelli Fred e George Weasley! »
George
aprì del tutto la porta dello scomparto: « A proposito di facce nuove,
conoscete già nostra sorella Ginny? »
Una
ragazzina dai capelli rossi almeno quanto la faccia si affacciò timidamente.
Per farle un po’ di coraggio, Kaito fece comparire un fiore e glielo offrì.
Ginny ringraziò con un cenno della testa e il ragazzo le rivolse un bel
sorriso.
Fred
continuò: « Possiamo lasciarla un po’ in tua compagnia, Hermione? È timida, non
è facile farle fare amicizia e di te almeno ha sentito molto parlare da Ron… »
La
ragazza sorrise: « Ma certo! Scusate, dove sono Harry e Ron? »
Ginny
balbettò: « N…non sono qui con voi? »
Hermione
scosse la testa: « No, non li ho ancora visti. »
George rifletté
ad alta voce: « Li ho persi di vista da quando abbiamo passato la barriera a
King Cross… ma non c’è di che preoccuparsi, prima o
poi salteranno fuori! Senti, Kaito, non mi ricordo proprio di te, di che casa
sei? »
La
domanda spiazzò il prestigiatore, che pensò di ricordare male la grammatica
inglese: « Ehm… in Giappone vivo in una villetta… ehi, che c’è da ridere? »
Infatti
tutti erano preda a uno scoppio d’ilarità, compresa Hermione, che cercava di
mantenere un po’ di contegno: « Ragazzi, non ho fatto in tempo a dirvi che
Kaito, nonostante l’età, è al primo anno… »
« Hai
almeno la nostra età e sei una matricola? »
Fred
completò la frase del gemello: « Che cosa strana… »
George
tirò una pacca sulle spalle a Kaito: « Tranquillo, durante il viaggio abbiamo
il tempo d’insegnarti l’ABC di Hogwarts! »
« Grazie
mille! »
I due
gemelli sollevarono Kaito di peso dalla sedia: « Hermione, vi lasciamo da sole
e ce lo prendiamo. Scommetto che con noi si divertirà molto di più! »
« Non ho
dubbi, ci vediamo dopo! Ah, se vedete Ron e Harry da qualche parte mandatemeli,
per favore! »
« Va
bene, a dopo! »
I due
fratelli chiusero la porta e presero Kaito a braccetto, ognuno da un lato: «
Niente male il trucchetto del fiore con Ginny! »
« Grazie!
»
« Ma
scusa, come hai fatto a fare quella magia se sei una matricola? »
Kaito vi
voltò verso l’ultimo fratello ad aver parlato. Difficile seguire la discussione
con i due gemelli che discutevano in surround intorno a lui: « Non si tratta di
magia. È un trucco babbano. »
George (o
Fred?) lo guardò sorpreso: « I babbani sanno fare
queste cose? »
Kaito
sorrise facendo comparire carte e fazzoletti colorati: « Si chiama
prestidigitazione, ed è la versione babbana delle vostre
magie. Nient’altro che abili trucchetti per stupire
il pubblico, ma molto d’effetto… fino a pochi giorni
fa, l’unico tipo di magia che conoscevo! »
I due
gemelli si guardarono con aria complice: « E saresti disposto a insegnarcene
qualcuno, in cambio di un rapido corso sul mondo magico? »
Kaito
fece spallucce: « Perché no? Sarà un modo come un altro per passare il tempo
prima di arrivare… »
Fred
guardò il ragazzo ammirato: « Fratello, credo che questo sia l’inizio di una
lunga e proficua amicizia… »
Era
passata un’ora e Kaito aveva insegnato a Fred e George qualche semplice trucchetto con le carte, mentre i due ragazzi gli avevano
spiegato il sistema delle Case. Decisamente il trio andava molto d’accordo,
tutti e tre amavano fare scherzi e i gemelli si erano subito resi conto delle
infinite possibilità di tiri mancini che avrebbero potuto combinare a Hogwarts
unendo le loro conoscenze magiche agli abili trucchi babbani
di prestidigitazione di Kaito.
Mentre
Fred cercava di estrarre qualche fazzoletto dalla manica, un ragazzo rotondetto
aprì la porta dello scompartimento.
« Ehi,
Neville! »
«
Scusate, avete visto Ron e Harry? »
« Non si
sono ancora fatti vivi? Strano, tra un po’ siamo arrivati…
»
I due
gemelli s’alzarono in piedi: « Senti, Kaito, ti dispiace se ti lasciamo di
nuovo con Ginny e Hermione per un po’? Ron è nostro fratello, iniziamo a essere
preoccupati… »
« No,
nessun problema. »
Kaito
rientrò nello scompartimento delle due ragazze. Ginny era molto agitata e
Hermione non era da meno, per quanto cercasse di celare l’ansia.
Kaito
scompigliò i capelli rossi alla più piccola: « Stai tranquilla, li troveranno!
»
« Ma c’è Harry… e se… Colui Che Non Deve
Essere Nominato… »
« Chi? »
Hermione
tagliò corto: « Lascia stare, è un po’ complicato da spiegare. Comunque
cerchiamo di non farci prendere dal panico: Harry e Ron sono bravissimi a
cacciarsi nei guai anche senza tirare in ballo le forze oscure…
»
Kaito
sospirò. Non ci stava capendo niente, ma iniziava a farci l’abitudine. Spalancò
il finestrino, ci si affacciò con aria svogliata, appoggiandosi con la schiena
al parapetto e alzò lo sguardo verso il cielo, azzurro come i suoi occhi e
velato da mille nuvole bianche, mentre l’aria gli scompigliava i capelli scuri.
Strinse gli occhi: si stava sbagliando o c’era qualcosa di strano, di scuro,
che volava nel cielo?
«
Scusate, ma fra tutte le stramberie del mondo magico è normale che ci siano… vecchie auto
volanti che scortano il treno dall’alto? »
Hermione
lo guardò perplessa: « Eh? »
Ginny
sbiancò: « Che… che auto è? »
Kaito
riguardò con calma: « Direi una Ford azzurra, ma potrei sbagliarmi, non
m’intendo molto di auto europee… viaggia a bassa
quota e a bordo ci sono… qualcuno con i capelli rossi
e qualcuno con i capelli neri… »
Le due
ragazze esclamarono in coro: « Harry e Ron! »
Ginny
aggiunse: « Ma cosa ci fanno sull’auto di papà? »
Hermione
la fulminò: « Quell’auto è del signor Weasley? Ma è
illegale e… »
Kaito
tagliò corto: « Un problema per volta. Da quel che vedo non mi pare che se la
stiano passando molto bene, lassù… e c’è anche un
edificio in lontananza, potrebbero andare a sbatterci contro! »
Hermione
fece una smorfia: « Oh no, siamo quasi arrivati a Hogwarts. Che facciamo?
Forse, se chiedo a Fred e George di prestarci i loro manici di scopa… »
Ginny
squittì: « Non c’è tempo, potrebbero essere ovunque su questo treno! »
Kaito s’inumidì
un dito, saggiò la direzione del vento e sospirando mise un piede sul
finestrino.
« Kaito,
che stai facendo? »
« Cerco
di salvare i vostri amici… ma voi dovrete rimanere al
finestrino per aiutarmi e promettermi solennemente che non direte mai a nessuno
quello che sto per fare, va bene? »
« Ma che… »
«
PROMETTETEMELO! »
Le due
ragazze annuirono perplesse e Kaito sospirò. Non avrebbe voluto tirare fuori il
costume tanto presto, ma dopotutto al di fuori del Giappone nessuno conosceva il
ladro gentiluomo Kaito Kid e forse poteva passarla liscia…
Si buttò
senza esitazione, seguitò dai gridolini acuti delle due ragazze. Un filo di
fumo l’avvolse e dopo un paio di secondi ne riemerse completamente vestito di
bianco, con un cilindro in testa e un monocolo sull’occhio. Al posto del
mantello d’ordinanza, però, aveva allargato il fido compagno di mille
avventure, il deltaplano bianco, con cui, guidato dalle brezze, raggiunse la
macchina volante. L’impresa era tutt’altro che facile, ma Kaito Kid amava le
sfide!
All’interno
della Ford due ragazzini dal volto pallido cercavano di mantenere il controllo
dell’auto. Quello con i capelli scuri e gli occhiali fece un cenno all’altro,
che dopo un attimo di spavento abbassò il finestrino.
« Siete
Ron e Harry? »
« Sì, ma
tu chi… »
« Non c’è
tempo, vi porto a terra! Avanti! »
Il
ragazzo con i capelli rossi si rivolse all’amico: « Harry, vai prima tu! Se non
assicuro la macchina in qualche modo precipiterà sul treno…
»
Con un
po’ di fatica, Kaito riuscì a passare dal lato opposto della macchina, dove
Harry aveva aperto la portiera e si stava sganciando la cintura di sicurezza.
« Spero
che tu non soffra di vertigini, è un po’ altino… »
« No,
tranquillo, sono abituato, ma quel coso regge tutti e due? »
Kaito
sorrise: « Fidati, è più che collaudato! »
« Allora
spero abbia passato la revisione… »
Il prestigiatore
rise, prese Harry e lentamente planò a terra, dirigendosi verso i capelli rossi
di Ginny, la cui testa fuori dal finestrino spiccava nettamente sull’espresso
nero.
«
Prendetelo, vado a recuperare l’altro! »
Harry fu
scaricato malamente all’interno, trattato alla stregua di un pacco postale,
mentre Kaito, dandosi la spinta con le gambe contro il metallo del treno,
spiccava il volo una seconda volta verso la macchina volante.
Ron stava
ancora armeggiando con i pedali e Kaito dovette attirare la sua attenzione
battendo sulla portiera.
« Ci sei?
Non potrò rimanere qui ancora a lungo, il vento mi spinge via! »
« Eccomi,
eccomi… ho bloccato il pedale dell’acceleratore con
la bacchetta, non ho trovato altro… »
« Va
bene, ma ora esci da lì! »
Ron
spalancò la portiera, che per poco non prese il naso di Kaito, e si lanciò
nelle braccia del ragazzo.
« Preso!
»
Kaito
planò faticosamente verso il treno e Ron indicò la testa rossa affacciata al
finestrino.
« Quella
è Ginny! »
« Sì, e
se non ti sbracci troppo la raggiungiamo anche! »
Con uno
sforzo non indifferente, il prestigiatore riuscì ad affiancarsi al treno e a
scaricare anche Ron. Harry rimase sporto con più di metà corpo per acchiappare
al volo anche il suo salvatore e per permettergli di risalire a bordo. Kaito
dovette sudare parecchio prima di riuscirci, ma alla fine anche i suoi piedi
toccarono di nuovo il pavimento dello scompartimento.
Il
giapponese si accasciò per terra col fiatone: « Anf… anf… non credevo… anf… di farcela davvero…
»
Harry,
Ron e Hermione cercarono il modo di ringraziarlo, ma Ginny stupì tutti abbracciandolo
al collo e rischiando quasi di soffocarlo. Kaito sorrise e le scompigliò i
capelli.
Alla fine
Ron trovò il coraggio di parlare: « Grazie mille dell’aiuto, amico! Non
sapevamo più come scendere! »
Il
ragazzo orientale sorrise stancamente: « Di nulla… »
Ron
continuò: « A proposito, che razza di manico di scopa hai usato? »
« Non so
cosa sia un manico di scopa, a meno che non parliate dell’attrezzo con cui
pulire i pavimenti… io ho usato un semplice
deltaplano! »
Hermione
lo interruppe, squadrando i suoi compagni di classe con aria inviperita: « Si
può sapere cosa diavolo avete combinato voi due per finire in quel trabiccolo
volante? Il treno era troppo normale per due celebrità come voi? »
Ron
protestò: « Ehi, non è colpa nostra se la barriera di King Cross si è chiusa
prima delle undici! Dovevamo pur raggiungervi in qualche modo, no? »
La
ragazza lo fissò dritto negli occhi, con le mani sui fianchi: « Violando almeno
quindici leggi sullo Statuto di segretezza per i babbani?
»
Ron
deglutì rumorosamente e Harry, per cercare di cambiare argomento prima che
Hermione incenerisse entrambi, porse una mano al suo salvatore e lo aiutò a
mettersi in piedi: « Hai un vestito molto… originale!
»
Kaito
sorrise: « Oh, è normale avere un costume appariscente…
»
Il
ragazzo batté la punta delle scarpe per terra e, coprendosi con il mantello
bianco, girò su se stesso, ricomparendo vestito di tutto punto con la divisa di
Hogwarts.
« … se sei
un prestigiatore! »
Ron lo
guardò sconvolto: « Un che? »
Hermione
spiegò velocemente: « Babbani che fingono di essere
maghi stupendo il pubblico con abili trucchi. »
Kaito
sorrise e porse la mano ai due ragazzi: « Già, fino a quando non ho scoperto di
poterle fare davvero, le magie… Kaito Kuroba, primo
anno! E prima che me lo chiediate, sì, ho qualche anno di ritardo, ma non per
colpa mia! »
I due
ragazzi ricambiarono la stretta: « Ron Weasley. »
« Harry
Potter. »
Una voce
risuonò per tutto il treno: « Tre cinque
minuti arriveremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagaglio sul treno;
verrà portato negli edifici della scuola separatamente. »
Ron
sbiancò: « I bagagli! Abbiamo lasciato i bauli nel bagagliaio dell’auto! »
Harry
fece una smorfia: « E tra poco dovremo scendere in divisa…
»
Kaito
ritirò fuori il mantello bianco, apparentemente dal nulla: « A questo posso
pensare io! Uno, due e… »
Harry e
Ron si ritrovarono avvolti dalla stoffa bianca.
« …
voilà! »
Non
appena Kaito ritirò il mantello, i due amici si scoprirono vestiti di tutto
punto. Ginny applaudì e il ragazzo accennò un inchino, da attore consumato.
« A
proposito, gradirei che non diceste nulla agli altri del costume che avete visto… avevo promesso che non l’avrei usato…
»
« Stai
tranquillo, ti dobbiamo tutti un favore! Credo che noi primini
dobbiamo scendere separatamente dagli altri… ci
vediamo dopo! Kaito, vieni con me? »
« Arrivo.
»
Non
appena la porta dello scompartimento si chiuse, Ron si guardò gli abiti
stupefatto: « Cavolo, non immaginavo che si potessero fare certe cose senza
usare la magia! Chissà cosa potrà fare Kaito ora che inizia i corsi… »
Hermione
lo guardò con quell’aria saccente che riusciva bene solo a lei: « Se ti
riferisci al fatto che ti ha vestito in un lampo non è niente di straordinario,
ci sono molti babbani in grado di farlo. Si chiamano
trasformisti. »
«
Trasformista o no, c’è qualcosa di strano. »
Hermione
e Ron si voltarono: « Cosa intendi dire, Harry? »
« Ron,
non trovi che questi vestiti ci stiano fin
troppo bene? »
« Non
capisco cosa vuoi dire… »
« Ho
pensato che ci avesse prestato un paio delle sue divise, ma con la differenza
di statura ci saremmo ritrovati come minimo dei risvolti ai pantaloni…
invece sono perfetti! Quasi come se fossero esattamente della nostra taglia, anzi… »
Harry
mostrò l’interno della mantella: « … come
se fossero i nostri! »
Ron li
guardò sconvolto l’etichetta che riportava fedelmente il nome dell’amico e
controllò la propria: « Ma come ha fatto? Non può averli presi dai bauli, non ne
ha avuto materialmente il tempo! »
Harry
scosse la testa: « Non lo so… ma questo, unito a
quello strano costume, mi rende un po’ sospettoso nei suoi confronti…
»
Hermione
fece spallucce: « Io non vedo cosa ci sia di strano. Ha usato la magia, no?
Prima di entrare a Hogwarts tutti noi abbiamo fatto delle magie fuori da
qualsiasi controllo… vi ha salvato tutti e due da una
punizione certa, no? Credo che questo basti e avanzi per fidarvi di lui! Su,
scendiamo! »
Ron diede
una gomitata ad Harry: « Nota che Hermione si preoccupa più della punizione che
non delle nostre vite… »
Harry ridacchiò
e seguì Ron. Sì, dopotutto forse la sua amica aveva ragione. Lui era l’ultima
persona che aveva il diritto di parlare di magia fuori controllo, visto cosa
aveva combinato fino all’anno prima con capelli, maglioni e vetri allo zoo. E
poi, che motivo avrebbe avuto un seguace di Voldemort
di salvargli la vita? Forse era solo lui che dopo il tradimento di Raptor dell’anno precedente e le strane visite notturne di Dobby si era fatto troppo sospettoso…
ma ancora non sapeva spiegarsi perché la barriera di King Cross avesse impedito
a lui e a Ron di raggiungere l’Espresso per Hogwarts.
Salve
a tutti! Sì, lo so, sono in un ritardo pazzesco, ho avuto un po’ di casini con
l’università e con l’influenza che mi hanno tenuto volente o nolente lontano
dalla tastiera… ma credo con questo mega capitoline di
essermi fatta perdonare!
Il primo
pezzo è dedicato completamente a un raccordo con il manga originale di Kaito
Kid, se non l’avete capito consiglio di farvi un giretto qui
per chiarirvi le idee. Volevo sottolineare inoltre che, per non interferire
troppo con le trama originale (credo che la vicenda di Harry Potter bene o male
la conosciamo tutti) mi divertirò parecchio a muovermi nelle zone “ombra” dei
libri (non sapevamo nulla del viaggio in treno del secondo libro, no?). E
anticipo una risposta a una possibile domanda: perché partire proprio dal
secondo libro, invece che dal primo? Perché sarebbe stato troppo scontato
partire da lì, ovvio, e amo stupire il lettore, se mi è possibile! Inoltre voglio
che questa sia la storia di Kaito, che sarà sì inevitabilmente collegata a
quella di Harry, come si è visto, ma che non ruberà mai pezzi di trama che sono
suoi di diritto (se stavate pensando a uno scontro Kaito vs Voldemort
finale… bè, ve lo potete
scordare fin d’ora!).
Chiarito
qualche concetto di fondo, passo subito a ringraziare darkroxas92 e MeiyoMakoto per i graditissimi commenti e Queen of the Night per averla messa fra le preferite (darkroxas l’avevo già ringraziato).
Vi aspetto
tutti al prossimo capitolo… lo smistamento di Kaito e
Ginny e l’inevitabile punizione di Harry e Ron! Secondo voi la Anglia, anche senza autista, dove è andata a schiantarsi?
XD
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92