Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: whitemushroom    07/03/2013    3 recensioni
Il Progetto Replica di Vexen non ha condotto soltanto alla nascita di Xion e di Riku Replica. Esiste una terza Replica, sconosciuta a molti, che per anni è vissuta all'ombra dell'Organizzazione: quando però questa decide di rendersi indipendente toccherà a Saix, n. VII dell'Organizzazione, andarla a riprendere. Ma questa ricerca si mescolerà ai ricordi del suo passato e porterà a galla molte verità nascoste. Chi sarà questa Replica? Perché cercarla spetta proprio al n. VII?
Questa fanfiction è stata scritta per il contest pentamestrale "La Terza Replica" indetto dal thexiiiorderforum, ed essendo stata scritta oltre un anno fa non tiene conto degli avvenimenti di KH3D
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Saix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5


Se davvero non aveva un cuore, cos’era quella strana sensazione che gli bruciava il petto? Non erano le sue fiamme, non era il suo sangue, ma qualcosa di più, che sembrava risvegliarsi in quel momento dopo tanti anni di solitudine.
Axel riaprì gli occhi un’altra volta, lasciando che la volta di quello spazio senza nome si riempisse di piccoli lapilli d’Oscurità, che partivano dal suo corpo e dalla sua tunica per riunirsi in alto; quando Demyx era svanito nel nulla lui era lì, diversi metri più in alto, ed aveva osservato come si era dissolto nel nulla. E adesso era il suo turno.
Faceva male ovunque.
Ma in un modo diverso.
Era stato ferito diverse volte in battaglia, era stato danneggiato da un Keyblade ed altre armi che avrebbero fatto a pezzi un normale essere umano, ma adesso il dolore che provava non era soltanto quello delle ferite. Era lì, nel petto, dove tutti gli avevano detto che non aveva nulla se non un muscolo che si contraeva ritmicamente per mantenerlo in vita.
Aveva lottato per proteggere Roxas, perché se fosse dipeso da Sora e dai suoi amici non sarebbero mai usciti da quella trappola tesa da Saïx, il cacciatore dell’Organizzazione. Il suo migliore amico per il momento era in salvo, ed era tutto ciò a cui la sua mente potesse pensare.
Cosa molto strana per un Nessuno.
Chissà a cosa avevano pensato gli altri, prima di svanire nell’Oscurità?
Non ci aveva mai riflettuto.
Ma in quei secondi gli comparvero davanti gli occhi di Vexen, spalancati per la cosa più vicina al “terrore” che un Nessuno potesse mai provare. Forse non ha nemmeno avuto il tempo di pensare a qualcosa……
Il corpo di Zexion, sospeso a mezz’aria. Lo aveva osservato agonizzare, abbandonando gli ultimi attimi di vita nelle mani di una stupida Replica credulona. Lo aveva consegnato lui stesso all’Oscurità, ma lo aveva fatto senza troppi problemi, come avrebbe rimosso qualsiasi ostacolo tra se stesso ed il suo obiettivo. Perché i Nessuno fanno così.
E tornò di nuovo quella pazzesca fitta al cuore, pensando alle due persone che aveva ucciso di persona. Era …… dispiaciuto? Triste? Come poteva esserlo?
Ma non vi erano dubbi, stava soffrendo, come un tempo faceva Lea. Stava “male” proprio come lui in quel momento, sembrava bruciare e gonfiarsi, si stava impadronendo di tutta la sua mente.
Ed in un attimo rivide tutto, come in un sogno, trasportato da quella forza inarrestabile che sentiva dentro di sé e che era diventata tutt’uno con il suo stesso essere, con la sua mente e con il suo Cuore: rivide Marluxia e Larxen, con le loro brame di potere ed i sogni di gloria. Vexen e Zexion, che LUI aveva ucciso per una mera necessità, che sembravano fissarlo oltre i lapilli di Oscurità che gli coprivano la vista. Demyx, ed il suo ultimo grido, che solo adesso riusciva a gelargli il sangue nelle vene. La piccola Naminé, sua complice negli atti finali di quella strana tragedia, ed una strana bambina dai capelli neri che era sicuro di aver già visto da qualche parte……
Poi il sorriso luminoso di Roxas lo raggiunse. Solo adesso riusciva a rendersi conto della sofferenza che gli aveva procurato: gli aveva raccontato soltanto bugie e gli aveva nascosto la verità. Lo aveva fatto per proteggerlo, per impedirne la distruzione, ma in quel momento riuscì a percepire l’egoismo dietro tutte quelle omissioni. Aveva fatto soffrire il suo amico proprio come stava soffrendo lui in quel momento, colto alla sprovvista da questo Cuore giunto nell’attimo più inaspettato. Quando, forse, nemmeno aveva più importanza.
L’unica cosa che contasse era che il suo migliore amico fosse in salvo. Con le ultime forze provò a sollevare un braccio verso quel viso che irradiava calore e che sembrava chiamarlo, portarlo a sé negli ultimi atti della sua vita. Poi guardò meglio, e tra le volute d’Oscurità i suoi capelli d’oro diventarono castani, e gli occhi che apparivano tanto gioiosi si riempirono di lacrime.
“Stai …… scomparendo?”
Roxas non era mai stato brillante, ma questo suo Somebody lo superava…. E nel suo cuore…. perché stava…… ridendo?
“Beh, è quello che succede quando metti tutto te stesso in un attacco. Capisci cosa intendo?”
Roxas…… perché non appari tu al suo posto?
“Non che i Nessuno abbiano un se stesso
Ma ne era così sicuro? Non con quello che sentiva nel petto. Non con quel calore indescrivibile che era sicuro essere un cuore. No, non un cuore qualunque. Il suo Cuore.
Era lì, era sempre stato lì. Lo aveva sempre nascosto a se stesso?
Impossibile.
O forse no.
Forse i Nessuno avevano un cuore, ma era semplicemente molto nascosto?
Se fosse stato così allora il suo migliore amico……
“Sto divagando. Andate, trovate Kairi. Ah, quasi dimenticavo…… Mi dispiace per ciò che le ho fatto”.
Sì. Ora poteva dirlo davvero. Mi dispiace.
E non solo per quella bambina. Ma per il suo migliore amico; la persona che era sempre rimasto al suo fianco, che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riaverlo accanto a sé.
“Axel, cosa cercavi di fare?”
Ritrovare il suo migliore amico. Perché quella era la sua strada “Volevo vedere Roxas. Lui era …… l’unico che mi piacesse…… Mi faceva sentire… di avere un cuore. Che strano……”
Roxas. Era il suo migliore amico? Perché non aveva altre domande da rivolgere al suo nuovo cuore, piccolo tesoro ritrovato quando tutte le altre luci erano spente.
Ed il cuore rispose: vide in un attimo una città meravigliosa, ricca di fiori, con mille fontane ed un cielo di cristallo. La gente che camminava e lanciava commenti scherzose dalle botteghe sulla piazza. Tre uomini vestiti di viola che reggevano sulle loro spalle la difesa di quel mondo perfetto. E la torre più alta della città, dove lui ed il suo migliore amico divoravano l’ennesimo gelato al sale marino, lamentandosi perché non riuscivano a trovare il bastoncino vincente. Alla luce del tramonto il suo migliore amico si voltò verso di lui, con un sorriso, e non aveva né gli occhi azzurri né i capelli color del sole.
Quella era …… la persona che il suo cuore gli indicava?
“Tu mi fai sentire… allo stesso modo…”
Quello era il suo migliore amico.
Va bene.
Va bene così.


La stanza era indubbiamente più vuota e silenziosa di prima. Senza le lance di Xaldin che vibravano per la stanza, senza la voce stridula di Demyx che si faceva ripetere i compiti da svolgere.
Senza il falso sarcasmo di Marluxia e le risate di Larxene.
Senza Axel che gesticolava ed accampava scuse per ogni suo errore.
“Vedo che abbiamo sempre più posti vuoti”.
Saïx alzò lo sguardo verso il n. II: prendeva sempre la prima parola nelle discussioni, come se credesse di valore qualcosa più degli altri. Era soltanto un’altra marionetta, un guscio vuoto che cercava un cuore quando ormai non erano rimaste nemmeno illusioni o sogni a cui aggrapparsi.
I suoi Berserker erano arrivati da lui con la notizia che la Replica era morta per salvare il giovane Custode, che grazie al suo intervento era riuscito a trovare un Corridoio per il Mondo che Non Esiste ed a minacciare la loro incolumità.
Non aveva un cuore per disperarsi.
Non aveva un cuore per chiedersi perché quella Replica si fosse sacrificato per un moccioso insignificante.
E non aveva un cuore per piangere il simulacro del suo migliore amico.
La voce di Xigbar era in grado di richiamare l’attenzione, persino di un n. VII immerso nei suoi pensieri: “Axel ci ha offerto uno spettacolo niente male, però …… alla fine è morto senza ottenere niente”.
“Forse gli andava bene così!”
Il Baro del Fato, di solito così taciturno, aveva preso la parola. Lui che preferiva restare in disparte persino nelle riunioni, guardando il tavolo da gioco prima di scegliere come e quando partecipare; non si sarebbe mai aspettato un suo intervento, non riguardo alla Replica “Forse mettendo in gioco la sua vita è riuscito a guadagnare qualcosa”.
Già, nessuno di loro sapeva. Continuavano a crederlo soltanto un Nessuno, un guscio vuoto che, come loro, vagava tra la Luce e l’Oscurità alla ricerca di un posto dove stare. Non sapevano che nel n. VIII dell’Organizzazione vi era sempre stato un cuore nascosto …… anche se il n. X era andato vicino alla realtà. La Replica aveva messo in gioco la sua vita, si era sacrificato, e per farlo la sua natura era uscita, mostrando quel cuore che aveva nascosto sotto la tunica nera.
Da bravi Nessuno, per loro quella era una discussione come tante, una di quelle in cui era importante soltanto raggiungere un accordo e fissare un obiettivo. Ma Saïx notò qualcosa di nuovo nell’unico occhio di Xigbar.
“Ehi, aspetta, noi non esistiamo. Non abbiamo nessuna vita da mettere in gioco! E’ contro tutte le regole del gioco d’azzardo!”
Nel suo sguardo color ambra vedeva ciò che per un Nessuno era più vicina alla speranza: la prospettiva di una possibilità.
Uno di loro ce l’aveva fatta, aveva trovato un cuore proprio nel momento in cui la sua vita si era annullata. Non era una prospettiva incoraggiante, ma tutti i presenti nella sala vedevano nel gesto del n. VIII la possibilità di riavere, in qualche modo, il cuore perso molti anni prima.
Ma loro non sapevano la verità. Non sapevano che il n. VIII fosse una Replica.
E, in fondo, non era poi così necessario dirglielo……
Non aveva mai visto il Baro del Fato pronunciare così tante parole in una sola riunione; forse la morte di quella stupida bambola poteva avere un significato “Esatto. Axel ha messo in gioco qualcosa che non esiste…… e probabilmente ha vinto. Ha barato, ovviamente”.
“Non ha importanza”.
Saïx lasciò cadere quelle parole nella stanza, senza incrociare lo sguardo con nessuno di loro; la Replica di Lea si era dimostrata difettosa ed il piano era fallito. L’unica cosa da fare era lasciare che la questione cadesse, che gli altri Nessuno si dimenticassero al più presto del n. VIII, che non si mettessero a cercare il loro cuore attraverso nuove vie accessibili solo alle Repliche “Si è fatto annientare e basta. Axel non riusciva a sopportare di poter vivere senza un cuore, e per cercare di ottenerne uno è stato distrutto. Era un debole!”.
La questione finiva lì.
Aveva commesso l’errore di credere che quella Replica sarebbe bastata per ridargli Lea.
Aveva creduto di poter ottenere, attraverso lui, il sentimento dell’ amicizia.
Il piano era fallito, e non aveva nemmeno un cuore per soffrirne, quindi l’unica cosa da fare per un Nessuno come lui era andare avanti. Staccarsi per sempre dal ricordo dell’amicizia.
“Però……”
Si voltò verso il trono più alto. Dopo molto tempo, il Superiore appariva nelle riunioni, come svegliato da un lunghissimo sonno. Ed i suoi occhi color ambra erano rivolti verso lui, proprio come Xehanort aveva fissato Isa tanti anni prima a Radiant Garden “…… anche la debolezza può risvegliare qualcosa”.
Cosa aveva fatto il Superiore per tutto quel tempo? Era stato così preso dalla caccia alla Replica che aveva dimenticato che non tutti coloro che sapevano della vera natura del n. VIII erano spariti alla circolazione. Per quanto accecato da Kingdom Hearts e dalla ricerca della Stanza, Xemnas non aveva ancora accantonato il ricordo di quella vicenda; e adesso era lì, rivolto verso lui, ricordandogli che certi segreti era meglio se fossero rimasti tali. “Ve ne sarete accorti: Axel ha toccato il cuore di Sora. Forse mentre era con Sora …… si è risvegliato anche lui”.
Xigbar e Luxord guardarono il Superiore con qualcosa di nuovo negli occhi.
Si rese conto soltanto adesso di quanto aveva sottovalutato il n. I: ricordava perfettamente del fatto che Axel fosse una Replica, e lo aveva lasciato correre per tutto il tempo che gli era servito. Ma dalla morte di una semplice bambola aveva ricavato un raggio di potente speranza per i membri residui: avrebbero combattuto al massimo, avrebbero affrontato Sora nel Castello del Mondo che Non Esiste.
E lo avrebbero fatto con uno scopo.
Si dice che una persona diventi forte quando ha qualcosa da proteggere.
Il Superiore aveva indicato loro la via da seguire.
Come previsto, l’attimo dopo le sue parole i n. II e X chinarono la testa e sparirono dalla stanza, diretti contro l’Unico Custode, alla ricerca del loro cuore perduto.
Erano soltanto lui e Xemnas, e molte parole non dette che turbinavano nella sua testa; tra esse, soltanto poche riuscirono a prendere forma: “Superiore, quella Replica aveva sempre avuto un cuore. Ma per noi sarà davvero possibile averne uno vero?”
“L’unica via per riavere il nostro cuore, Saïx, è completare Kingdom Hearts. Mi sembra di averlo già detto molte volte”.
Poi sparì.

Kingdom Hearts era lassù, nel cielo. Un cuore enorme, unica luce nella notte eterna del Mondo che Non Esiste, che trasformava le mille gocce di pioggia in piccole stelle che si infrangevano sulle strade bagnate. Il Cuore in grado di contenere tutti i cuori degli uomini e dei mondi, che aveva in sé il potere per cui l’Organizzazione si era riunita ed era cresciuta. In quel momento, da dietro la sua vetrata, capiva come mai il Superiore restasse diverse ore immobile a contemplarlo: in quel grande cuore vi era la promessa di riavere indietro quello che avevano perduto, che l’Oscurità aveva strappato dai loro petti. Ognuno di loro tredici vi aveva visto qualcosa dentro, aveva inseguito una chimera soltanto per vederlo completo.
E in quel momento, quando ormai era quasi al culmine del suo potere, Saïx capì per quale motivo aveva sempre combattuto ed aveva spinto gli altri ad impegnarsi per la raccolta dei cuori.
Rivoleva indietro l’amicizia. Rivoleva quella sensazione di gioia nel condividere dei segreti o delle risate con qualcuno, la certezza di sapere che, ovunque si trovasse, c’era un amico che lo aspettava.
Aveva cercato di ricostruire l’amicizia con la scienza di Vexen ed i propri ricordi.
Ma non erano bastati.
Un amico non era soltanto un corpo e dei ricordi.
Per essere amici occorreva avere un cuore: la Replica di Lea lo aveva, lui no: evidentemente era stato questo ad impedire che l’amicizia tra Isa e Lea potesse rinascere in Axel e Saïx.
Ora sapeva come ricominciare: una Replica poteva sempre essere ricostruita, i suoi ricordi potevano ancora essere inseriti in delle carte ( non si era fatto consegnare i diari del n. IV per nulla ). Per sentire di nuovo il calore dell’amicizia l’unica cosa che gli mancava era un cuore, e Kingdom Hearts era lassù, bianca promessa di riavere quello che aveva perduto.
Avrebbe sradicato il Custode, la Principessa del Cuore e quel ragazzo che vagava tra la Luce e le Tenebre ed aveva in sé parte del potere del Superiore: li avrebbe sacrificati a Kingdom Hearts ed avrebbe riavuto la sua amicizia.
Non era un piano impossibile.
Alle sue spalle, qualcuno aveva attraversato il velo che conduceva alla sua vetrata. Cinque diversi tipi di passi, un unico scopo.
Alla luce di Kingdom Hearts, persino gli occhi del Custode sembravano più chiari “Solo tu potevi arrivare fin qui tutto intero, Roxas”
“Ancora con quella storia?”
Non hai idea, ragazzino, di tutti i guai che mi hai causato. Solo quando ti pianterò la mia Claymore nel petto avrai davvero un’utilità.
I suoi stupidi amici intervennero, spalancando le braccia per proteggerlo “Già! Lui è Sora!”
E io ero Isa. E quella Replica, per quanto falsa, era tutto quello che restava di Lea.
“Nome diverso. Stesso destino”.

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________

E così è terminata. Che dire, ringrazio tutti coloro che hanno fatto lo sforzo di leggerla (suppongo in pochi) e di commentarla (praticamente solo Lisaralin); forse non è un genere particolarmente seguito e le fanfiction vengono lette di meno ultimamente, ma mi auguro che prima o poi qualcuno riesca ad uscire vittorioso da questo quinto capitolo ed abbia la voglia di dire se la storia gli è piaciuta o meno. Ammetto di scrivere in modo abbastanza pesante, purtroppo però sono così, prendere (ne dubito) o lasciare (più probabile). Qualora vi fosse piaciuto vi invito a visitare l'account Registe ed a leggere la serie "Il Ramingo e lo Stregone" che scrivo in coppia con l'utente Lisaralin.
Se invece siete appassionati di Kingdom Hearts come me, visitate il thexiiiorderforum, il forum che frequento e che ha spesso iniziative divertenti come questo contest! Grazie ancora per l'attenzione!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: whitemushroom