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Autore: hermyDdC    09/03/2013    6 recensioni
«Che iella, James…» commentò Sirius. «Ma non potevi rimetterti il Mantello e scappartene via?»
«In effetti potevo», rispose tranquillo James, «ma ho sempre desiderato tirare un calcio a quel gattaccio… Se lo merita. Pensa che stanotte, per colpa del suo brutto muso» (James abbassò la voce) «mi perdo la luna piena…» concluse, con un sorrisetto furbo rivolto a Sirius.
«Caspita, Ramoso, non ci voleva», intervenne Remus. «Stasera anche Pete è fuori combattimento…»

Proprio la sera giusta per finire in castigo con Gazza... Iella nera per i Malandrini, questo mese?
Io dico di no...
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Terzo e ultimo capitolo!




«Un brindisi, Rem?» chiese Sirius, levando il suo boccale di Burrobirra.

«Perché no?» Remus levò il suo. «Alla giornata più bella della mia vita.»

«Completamente d’accordo.»

I boccali tintinnarono e i due ragazzi bevvero, mentre Madama Rosmerta li osservava da lontano con aria sospettosa. In effetti, pensandoci, doveva essere molto strano per lei vedere due studenti di Hogwarts a pranzo nel suo locale senza il resto della scuola, e per di più di lunedì mattina… ma a Sirius e Remus non importava. Si sentivano invincibili. Quel giorno niente avrebbe potuto scalfire la loro felicità…

«Che dici, ce ne torniamo a Hogwarts?» disse Remus alzandosi.

«Sei proprio un Prefetto, tu…» rise Sirius, e poco dopo si alzò anche lui. «Solo perché non voglio far preoccupare James e Peter…»

Uscirono dal locale, sorridendo raggianti ma troppo imbarazzati per sfiorarsi. Raggiunta la Stamberga Strillante imboccarono il tunnel per tornare a scuola; dopo una breve passeggiata in riva al lago, si decisero finalmente a tornare alla torre di Grifondoro, domandandosi se i loro amici fossero già lì ad attenderli o se fossero ancora nei sotterranei alle prese con Pozioni. Appena varcata la soglia della Sala d’Ingresso, però, si trovarono faccia a faccia con la professoressa McGranitt.

«Alla buon’ora, Black… Nel mio ufficio», disse lei, impassibile, e si avviò facendo cenno a Sirius di seguirla.

 

 

«Posso sapere perché non ti sei degnato di presentarti alle lezioni oggi?»
Sirius restò immobile sotto lo sguardo attento della McGranitt, riflettendo su cosa poteva dire. Vedendo che lui non rispondeva, lei domandò: «Per caso c’entra qualcosa il tuo amico Lupin?»

Inutile negare l’evidenza. Tanto valeva dire la verità… almeno in parte. «Sono stato… a Hogsmeade a trovarlo», rispose abbassando gli occhi. «Volevo fargli una sorpresa», aggiunse rapidamente per evitare che Remus finisse nei guai. La McGranitt lo guardava come se fosse pazzo e Sirius capì. «A luna tramontata, ovviamente… Non sono così stupido.»

«Non lo metto in dubbio, Black…» Rifletté qualche istante. «Resta il fatto che oggi eri assente ingiustificato», riprese in tono spiccio, sedendosi alla scrivania.
Prese una piuma e scrisse rapidamente una nota, che ripiegò e consegnò a Sirius. «Porta questa al signor Gazza, alla sala dei trofei. Avrà bisogno di qualcuno che lo aiuti a pulire.»
Sirius prese il foglio e si voltò per andarsene. «E vedi di farti passare i compiti da Potter», lo richiamò la McGranitt. «Sta’ sicuro che alla prossima lezione te li controllo…»

 

 

«Signor Gazza…» disse Sirius, fermandosi sulla soglia della sala dei trofei. Gazza si voltò con un ghigno.

«Ma guarda chi si vede… Hai saputo che Potter si era beccato un castigo senza di te e non volevi farti superare?» Il guardiano lo raggiunse zoppicando e gli sfilò il biglietto della McGranitt. «Vediamo un po’…» Aprì il foglio e lo lesse sogghignando. «Qualcuno ha deciso che stamattina aveva di meglio da fare che andare a lezione…»

Oh, sì, pensò Sirius. Decisamente. Molto di meglio da fare… e, per tutte le splendide emozioni che aveva vissuto nelle ultime ore, passare un pomeriggio a lucidare trofei era un prezzo più che accettabile da pagare. In fondo, non era un’attività che richiedesse chissà quale concentrazione: mentre puliva, era libero di pensare a ciò che voleva…

Un sorriso sognante gli illuminò il volto mentre sollevava da uno scaffale il trofeo più recente: quello vinto da James durante l’ultima finale di Quidditch.
James… Se la meritava davvero, una statua. Era il minimo per uno che aveva tirato un calcio a Mrs Purr sotto il naso di Gazza, deliberatamente, soltanto per regalare a lui una notte di luna piena da solo con Remus. Sirius non ricordava di essersi mai agitato così tanto come quando l’aveva capito… tuttavia, si era calmato abbastanza in fretta. Dopotutto era luna piena, si sarebbe trasformato. Un cane non poteva arrossire, né ritrovarsi senza parole per l’imbarazzo, e se anche avesse potuto, un lupo mannaro non avrebbe mai avuto la lucidità per notarlo. In fondo non sarebbe stato poi così diverso dalle loro solite avventure… almeno finché la luna non fosse tramontata.

Sirius posò il trofeo e un tuono scosse la stanza: aveva ripreso a piovere.
Era proprio così che tutto era iniziato quella mattina. Mentre lui teneva il lupo mannaro inchiodato a terra per impedirgli di farsi del male da solo, c’era stato quel tuono… e all’improvviso aveva sentito quelle mani calde sui suoi fianchi. Il lupo aveva lasciato il posto al ragazzo che amava.
Sirius in forma canina aveva sempre adorato le coccole di Remus, così era rimasto lì, a farsi accarezzare, ma quella volta gli era parso di sentire qualcosa di diverso nel suo tocco. Un trasporto che non aveva mai avvertito prima…
No, ti stai illudendo, si era rimproverato. Sei pur sempre un cane… Remus non può accarezzare un cane con tanta passione. Sei tu che lo desideri troppo… Ed era vero, lo voleva. Da impazzire. Lo voleva tanto che non era riuscito a resistere alla tentazione di coprirlo di baci… i baci di un cane, ovviamente. Da cane se lo poteva permettere, da uomo l’avrebbe spaventato a morte… Riusciva a sentire il battito del cuore di Remus contro il suo petto. Chissà se anche Remus sentiva il suo, se capiva quanto lui non stesse più nella pelle dalla voglia di baciarlo davvero…
Non stare più nella pelle: era proprio la parola giusta. Senza sapere come avesse fatto, si era ritrovato umano. Forse il suo cuore l’aveva tanto desiderato che il suo corpo gli aveva dato retta… ed eccolo lì, umano, il suo viso a un centimetro da quello di Remus, come nei suoi sogni… Lui aveva gli occhi chiusi: forse non se n’era ancora accorto. Ecco perché non l’aveva ancora spinto via… ma presto l’avrebbe fatto, era questione di secondi. Sarebbe stato più saggio allontanarsi, evitare di spaventarlo… ma, mentre lo pensava, stava già premendo le labbra sulla sua fronte. Troppo tardi.
Sirius era rimasto immobile, assaporando ogni istante di quel contatto, in attesa del momento inevitabile in cui sarebbe stato respinto… ma Remus l’aveva stretto così forte a sé che lui non ci aveva visto più… e l’aveva baciato. Senza pensare, seguendo soltanto il suo cuore che gli diceva di non lasciarlo andare mai più. “Non svegliarmi”, gli aveva sussurrato Remus, con gli occhi che brillavano della sua stessa felicità, e per un istante anche lui aveva temuto di svegliarsi quando aveva sentito la sua voce mormorare “ti amo”…

«Sveglia, Black! Che, ti ci vuoi specchiare, in quella targa?»

In effetti Gazza non aveva tutti i torti: preso dai suoi ricordi, Sirius stava lucidando meccanicamente la stessa targa da un’eternità… Prima di riporla finse di volersi specchiare e il suo pensiero corse di nuovo a James. Decisamente, quella mattina, aveva scelto il momento migliore per chiamarlo… Nonostante l’imbarazzo iniziale, Sirius era felice che l’avesse fatto: era giusto così, nessuno più di lui aveva il diritto di saperlo all’istante. Lui era l’unico a conoscere il suo segreto… e, in fondo, era anche merito suo se quel giorno Sirius aveva visto i suoi sogni realizzarsi tra le braccia di Remus, se ora conosceva il brivido delle sue carezze, il sapore dei suoi baci…
Rise tra sé, ricordando come aveva commentato con James i primi baci con le sue ex: “Tutti dicono tanto, ma in realtà non è che poi baciarsi sia tutta ‘sta gran cosa…” E caspita, se si era sbagliato. Un bacio poteva essere un’emozione indimenticabile… bastava trovare la persona giusta. E al diavolo la ragazza-ideale-che-somigliava-a-Remus. Al diavolo le ragazze. La persona giusta era proprio lui, il suo adorato Lunastorta.



Spero che la storia vi sia piaciuta... grazie a chi ha letto e a chi vorrà commentare!

  
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