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Autore: mybrownhaiir    09/03/2013    3 recensioni
Lei era invisibile per tutti in quella scuola ma forse non era così.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Fecero circa una ventina di metri lungo quel viale senza dire neanche una parola.
Mentre Hannah camminava fissandosi le scarpe imbarazzata, Daniel era intento a fissare lei, quella creatura così timida e impaurita ma che, senza che lei se lo potesse spiegare, a lui piaceva.

"Perché ti sei trasferita in questo posto?"

La domanda di Daniel mise, improvvisamente, fine a quel silenzio.

"È stata una decisione di mia madre."
"Ho toccato un tasto dolente, vero?"

Hannah accennò un 'si' con la testa.

"Quindi dovrei ringraziare tua madre per averti portata qui?"
"Forse dovresti ringraziare mio padre."

Daniel si sentiva confuso. In realtà, lei lo confondeva continuamente.

"Scusa ma credo di non aver capito."
"Mia madre ha deciso di trasferirsi dopo aver trovato mio padre a letto con la segretaria."
"Accidenti! Mi dispiace, io non pens..."
"Tranquillo!"

Senza neanche accorgersene, arrivarono al pontile di Wilmington dove continuarono la conversazione.

"È per quello che è successo ai tuoi che sei così?
"Così come?"
"Insicura."
Hannah puntò il suo sguardo verso l'acqua dell'Oceano, quasi sperando di sprofondare.

"Lo sono sempre stata, credo."
"A te non importa di quello che pensa la gente, vero?"
"Dovrebbe?"

Daniel sorrise.

"E a te? A te Daniel, importa di quello che pensa la gente?"
"Dipende."
"Da cosa?"
"Da chi mi sta giudicando."
"Credo che sia lo stesso per me, allora."

Nonostante fosse passata circa mezz'ora da quando avevano lasciato la festa, Hannah non si sentiva ancora a proprio agio. Forse la colpa era di quella strana conversazione.

"Di cosa hai paura, Hannah?"

La ragazza rimase spiazzata. Non si era mai fatta quella domanda e, di certo, non si aspettava di dover dare la risposta proprio a lei.

"Credo che sarebbe più semplice se mi facessi la domanda inversa."

Silenzio.

"Io ho paura degli squali."

Hannah scoppiò in una fragorosa risata. Daniel la seguì.

"Se mai ne incontrassi uno, probabilmente, avrei paura anche io."

Mentre Hannah continuava a ridere per quella strana risposta, il vento le portò una ciocca di capelli davanti il viso e, prima che potesse spostarla, Daniel alzò una mano e gliela portò lentamente dietro l'orecchio, accarezzandole la fronte con la punta delle dita.
La ragazza sentì un brivido lungo tutta la schiena.
Lo sguardo di lui sussurrava 'Sei bellissima.'
Quello di lei urlava a gran voce 'Non abbandonarmi.'
I due restarono a fissarsi per quella che sembrò un'eternità.
Senza parlare, senza quasi respirare.
C'erano loro, quel pontile e un Oceano infinito.
Hannah non lo disse - non sono di certo cose che si dicono - ma sperava con tutta se stessa che lui la prendesse e la baciasse ma rimase tristemente delusa.
"Dovremmo tornare alla festa."

Quelle parole la distrussero ma non lo fece notare.

"Si, hai ragione."

L'unica cosa che riuscì a dire e non aveva mai mentito così tanto.

Ripresero la strada al contrario.
Mentalmente, la ragazza, si interrogava cercando di capire se aveva detto o fatto qualcosa di sbagliato ma non trovava una risposta, anzi, lui non sembrava per niente infastidito.

Il vento iniziò a soffiare più forte e, con un gesto spontaneo, Hannah abbracciò se stessa infreddolita per colpa di quel vestito troppo scollato e corto.
Daniel, che anche in quell'occasione si era dimostrato più saggio di lei, indossava una giacca di pelle nera sopra alla camicia bianca che teneva fuori dai jeans.
Notò subito il problema evidente della ragazza così, da vero gentiluomo, si tolse la giacca e gliela appoggiò sulle spalle.
Hannah lo guardò sorridendo.

"Grazie!"

Daniel ricambiò il sorriso.

"Sei interessato a qualche ragazza?"

Hannah non sapeva come le era uscita quella domanda, ma era felice di aver trovato il coraggio di fargliela.

"Si. C'è una ragazza che mi interessa."
"Ah!"

Iniziò di nuovo a fissarsi le scarpe. In parte imbarazzata ed in parte arrabbiata.
Forse avrebbe preferito continuare a vivere ignara di quella risposta.

Accidenti! Lo sapevo. Ecco perché prima non mi ha baciata. Lui è innamorato di un'altra. Perché sono così stupida? Mi sono lasciata trasportare troppo dagli eventi. Dovevo immaginare che ad uno come lui non potevo interessate io. Mi avrà sicuramente scambiata per un'amica. Sarà quella tipa con cui sa sempre. Com'è che si chiama? Ah, si. Katie.

Katie è la più popolare della scuola. Mai un capello fuori posto. Fisico perfetto. Occhi azzurri. Capelli neri liscissimi, lunghi fino al sedere. Cheerleader, ovviamente.
Daniel passava tutta la sua giornata scolastica con lei e il suo gruppo formato da Matt e Richard, due dementi tutti muscoli e niente cervello.
Effettivamente, Hannah non riusciva a spiegarti come lui potesse far parte di un gruppo simile. Nonostante la sua bellezza mozzafiato, era un tipo tranquillo e gentile. L'opposto degli altri due, volgari e interessati esclusivamente alla popolarità.

Come ho fatto a non pensarci subito? Lei è perfetta, non come me. Sapevo che questo sogno sarebbe finito presto.

"E a te? Ti interessa qualcuno?"

La domanda la strappò dalla sua disperazione.

"Più o meno."

Daniel scoppiò in un'improvvisa risata.

"Che c'è da ridere?"
"Che risposta è 'Più o meno'? Non sai se ti interessa qualcuno?"
"Magari non sono affari tuoi."

Hannah sbottò con un misto di rabbia e tristezza lasciando Daniel perplesso.

"Ma io..."
"Lascia stare, Daniel!"
La ragazza corse via nonostante la difficoltà dei tacchi e, arrivata a casa di Jefferson cercò Grace che trovò, poco dopo a scatenarsi con un gruppo di ragazzi al centro del salotto.

"Grace voglio andare a casa."
"Hannah! Ma cos'è successo?"
"Ti prego, andiamo!"
"Ok. Prendo le mie cose."

Grace prese la borsa dall'attaccapanni all'ingresso e riuscirono ad uscire prima del ritorno di Daniel.
L'amica aprì la macchina con il sistema automatico ed Hannah si affrettò a salire.
Lacrime amare le rigavano il viso e lungo la strada del ritorno verso casa Grace non ebbe il coraggio di chiederle di nuovo cosa fosse successo.
L'auto si fermò davanti casa di Hannah, che aveva smesso di piangere ma guardava fuori dal finestrino senza dire una parola. Nessuna delle due scese dalla macchina.

"Vuoi parlarne?"

Grace azzardò la domanda dopo circa dieci minuti di silenzio.
Non ricevette risposta e i dieci minuti diventarono venti.

"Lui è interessato a Katie Williams."

Hannah ruppe, finalmente, il silenzio.

"Katie Williams? Te l'ha detto lui?"
"Non serviva. Mi ha detto che è interessato ad una ragazza e lei è l'unica che mi è venuta in mente."
"Santo cielo, Hannah! Lui è interessato a te. Si vede lontano un miglio."
"Non mi ha voluta baciare."
"Cosa?"
"Eravamo al pontile. Mi ha tolto una ciocca di capelli dal viso e non mi ha baciata."
"Ah!"

A quel punto anche Grace era confusa ma cercò di tranquillizzarla.

"Tesoro, io non giungerei a conclusioni affrettate."

Hannah ricominciò a piangere.

"Oh piccola. Vieni!"

Grace si allungò verso di lei è la strinse forte per farla calmare.

"Forse è meglio che vai a casa. Ti fai una bella dormita e domani inizieremo una nuova giornata. Insieme."

La ragazza di asciugò le lacrime con la mano lasciando gli occhi completamente neri per il mascara sciolto.

"Ah! Dì a tua madre, se ti vede, che io non ti ho picchiata."

Le due ragazze scoppiarono a ridere e Hannah incominciò a sentirsi meglio.

"E questo?"

Grace si accorse solo in quel momento che Hannah aveva un indumento in più. E Hannah si accorse solo in quel momento di avercelo ancora addosso.

"Cavolo! È la giacca di Daniel."
"Hannah! Hannah! Come devo fare con te, eh?"

Grace sospirò.

" 'Notte, Grace! A domani."
" 'Notte! Cerca di non pensarci troppo."

La madre di Hannah dormiva e non si accorse del suo ritorno, così arrivò in camera sua felice di poter evitare io suo terzo grado.
Si tolse in fretta quella giacca che profumava ancora di Daniel e la gettò a terra con rabbia.
Dopo essersi lavata il viso e liberata degli abiti scomodi della serata si rannicchiò sul suo letto e crollò distrutta in un sonno profondo.

Continua...



Note dell'autrice.
Mi scuso per l'esagerato ritardo nella pubblicazione di questo capitolo.
Devo essere sincera ma in questo periodo non ho avuto molta voglia di scrivere e se non ho voglia rischio di scrivere qualcosa di davvero orribile.
Spero che qualcuno ci sia ancora a seguire la storia e che vi piaccia quello che ho scritto. :)
   
 
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