Libri > Il diario del vampiro
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Autore: cate25    10/03/2013    2 recensioni
ehm.. ed ecco qua la mia seconda Fic sui miei personaggi preferiti. Damon e Bonnie. ma.. comunque andrà avanti questa storia cercherò di inserire anche momenti con altre coppie.. non ho idea da dove sia saltata fuori questa "cosa" e non so come continuerà. Per ora, Damon è alle prese con qualcosa in cui non è mai stato bravo, i sentimenti.. ne salterà fuori? forse sì, forse no. magari con l'aiuto di qualcuno.. Spero che riuscirò a non deludere voi lettori.. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Si può sapere che ci fai qui, Bonnie?” Elena inchiodò l’amica con lo sguardo.Bonnie sussultò. “Ecco, vedi..” balbettò, incerta. Si girò a guardare Damon, in cerca d’aiuto.
“Io e la Streghetta… Bè, diciamo che dovrai abituarti a vederci insieme molto spesso..”
Elena inarcò le sopracciglia. “In che senso?” chiese, cauta.
“Escono insieme.” Tagliò corto Stefan, avvicinandosi alla sua ragazza.
“Esatto.” Disse Damon, poggiando il braccio dietro alla schiena di Bonnie, possessivo.
“Elena, io..” cercò di intervenire Bonnie, per spiegarle la situazione. Da lì, iniziò il caos.
“COSA!?!?” l’urlo stridulo di Elena la interruppe. “Voi, che cosa!?!”
“Amore, calmati..” Stefan le appoggiò una mano sulla spalla, premuroso.
“Sì, Elena. Datti una calmata o  te la darò io.” esordì Damon, minaccioso.
“Ehi! Non parlare così alla mia ragazza, chiaro?!” si infervorò Stefan, rivolto al fratello.
“Pff. Ma smettila, femminuccia!” sbuffò Damon, mentre Elena chiuse le mani a pugno “Damon!” urlò.
“Hai proprio una bella faccia tosta, sai!?!” continuò, irritandosi ulteriormente.
“Come scusa?!” replicò il maggiore dei Salvatore, sporgendosi in avanti.
“Elena!” la riprese Stefan, bonario. “Esatto!” disse lei, decisa.
“Dici di amarmi, e poi esci con la mia migliore amica!?!” lo riproverò lei, puntandogli un dito contro.
“Sbagliato biondina. DICEVO di amarti!” sbottò Damon, irrigidendo i muscoli.
“Damon, non urlarle contro! Ci sente benissimo!” lo informò Stefan, con una mano sulla tempia.
“Ah, razza di ipocrita!!!” gridò Elena, lanciando verso Damon una tazzina del servizio da tè.
Bonnie soffocò un urlo, ma il vampiro schivò la tazza con eleganza. “Mancato!” sorrise, beffardo.
“Amore, ora stai esagerando!!” la rimproverò Stefan, cercando di afferrarla per le spalle, ma lei sfuggì alla sua presa.
“Volevo solo fregare la ragazza al mio caro fratellino!” disse Damon, fronteggiando Elena. Solo il tavolo della cucina li divideva.
“Era a causa dell’odio verso di lui che ho creduto di amarti.” Damon sputò quella frase con astio.
“Damon..” mormorò Stefan, colpito da quella sincerità improvvisa. “Tu!! Brutto..” cominciò a dire Elena in preda all’ira.
“Se fossi in tè non finirei la frase!” la avvisò Damon, cercando di mantenere il controllo.
“Cari, non volete il tè?” domandò sorridente la Signora Flowers, entrando in cucina.
Elena e Damon si voltarono di scatto, smettendo di litigare. Guardarono la simpatica vecchina con un sorriso a 32 denti stampato in faccia e
“Noo!!!” gli urlarono all’unisono, per poi girarsi. Le urla ripresero, mentre la Signora Flowers si volatilizzava.
“Quindi ieri sera non sei uscita con Matt! Era una bugia!” Elena accusò Bonnie, assottigliando gli occhi.
“Che?! Dovevi uscire con lo scimpanzé biondo!?!” saltò su Damon, inarcando le sopracciglia.
Stefan si infilò una mano tra i capelli, esasperato. Non ci capiva più niente!
“Ma no, Damon..” cercò di tranquillizzarlo Bonnie, mentre un Elena ancora più irritata gridava “Allora?!”
“Stefan, prendi il controllo della situazione. Io vado ad uccidere Mutt.” Informò Damon, stringendo i pugni e dirigendosi verso l’uscita.
“Damon, fermo! Era solo una scusa. Matt non mi ha chiesto di uscire!” lo rassicurò Bonnie, fermandolo.
“Quindi mi hai mentito!” concluse Elena. “Oh, mai chiudi quella bocca..” borbottò Damon, scocciato.
“Come!?! Ora ti faccio vedere io..” continuò Elena, afferrando più focaccine possibili, tirandole poi in faccia a Damon.
“Tesoro! Fermati!” urlò Stefan, circondandole la vita con le braccia per trattenerla.
“Bambina viziata! Non ti hanno insegnato che non si gioca col cibo?!” urlò il vampiro, togliendosi dal viso un pezzo di focaccia che l’aveva colpito, pronto per contrattaccare.
“SMETTETELA!!!” gridò Bonnie, al limite della sopportazione. Nella stanza calò il silenzio e tutti gli occhi era puntati su una piccolo ragazza dai capelli rosso fuoco.
“Tu non puoi arrabbiarti! Non è giusto. So benissimo quanto per te fosse importante avere l’amore sia di Stefan che di Damon, ma non pensavo che potessi essere così egoista!!” disse Bonnie, guardando l’amica dritta negli occhi.
“Ma.. ma voi..” boccheggiò Elena, in difficoltà. “Non potete uscire insieme!” disse, disperata.
Un ringhio famelico proruppe nella stanza. Damon stava per controbattere, ma venne fermato dall’esile braccio di Bonnie, che lo fermò appena in tempo.
“Tu non hai il diritto di dirmi cosa posso o non posso fare!! Hai capito!?” cominciò Bonnie, avvicinandosi a Elena con aria minacciosa.
“Non ti permettere mai più. Mi hai fatto male, Elena. Molto male.” La Rossa trattenne le lacrime. Era infuriata sì, e piangere le avrebbe sciolto quel nodo alla gola, ma ora doveva finire il suo discorso.
“Pensavo che per una volta avresti pensato anche a me, non solo a te stessa! Non ti credevo così insensibile, Elena! Non dal momento in cui hai capito cosa provavo per Damon!” confessò tutto d’un fiato, abbassando la testa.
Fece una breve pausa, sospirando piano.
“Ma tu l’hai sempre saputo, vero?” gli chiese, con un falso sorriso, pieno d’amarezza. Trafisse l’amica con i suoi grandi occhi color cioccolato, poi si girò, voltandole le spalle.
“Damon, andiamo.” Disse, andando incontro al vampiro.
“Certo, Uccellino.” rispose lui, prendendola per mano. Sorrise compiaciuto per il coraggio dimostrato dalla sua dolce Bonnie, che non si era lasciata mettere i piedi in testa.
“Ciao Stefan.” Lo salutò lei, stringendo la mano di Damon. Poi, si avviò verso l’uscita, lasciando Elena paralizzata e alquanto scioccata.
Bonnie non aveva più voglia di fare colazione, gli era passata la fame. Salì sulla macchina di Damon, tremante per la rabbia. Si nascose il viso con le mani, cercando di non piangere.
Due braccia forti la circondarono. “Sfogati pure, Pettirosso.” Sussurrò Damon dolcemente.
“Io.. io non voglio piangere!” si lamentò Bonnie, schiacciando il viso sulla maglietta del vampiro, mentre calde lacrime le scivolarono sulle guance.
“Sono così arrabbiata! E delusa!” mormorò, serrando i pugni.
“Lo so. Elena ha sbagliato e tu sei stata magnifica. Sono orgoglioso di te, Streghetta. Ti sei fatta valere!”
“Mm, grazie. Ora però..” borbottò tristemente Bonnie.
“Vedrai che capirà e ti chiederà scusa.” La rassicurò Damon, staccandosi appena per guardala in faccia.
“Non sopporto vederti piangere.” Disse, asciugando le guance rosee con la mano, delicato.
“Scusa.” Si staccò Bonnie, strofinandosi gli occhi con la manica. “Ora non piango più!” sorrise, facendo ridere il vampiro.
  “Menomale che per la preparazione del ballo, la scuola lascia agli studenti un po’ di libertà. Possiamo scegliere se andarci o no. E io oggi non ho la minima intenzione di andarci.” Sospirò lei.
“Perfetto.” sorrise Damon, mettendo in moto. “Dove vuoi che ti porti?”
“Non so.. Via da qui.” mormorò Bonnie con occhi scintillanti.
“Agli ordini!” accettò Damon, accelerando al massimo.
 
“Elena, perché l’hai fatto?” chiese Stefan, guardando la sua ragazza immobile.
“Stefan.. io.. non lo so!” si ritrovò a dire, sorprendendo anche se stessa.
“Ti da fastidio che Damon esca con Bonnie?” continuò lui, storcendo la bocca. Non era sicuro di voler sentire la risposta.
“Io.. ecco..” balbettò Elena, agitata. “Elena, dimmi la verità! Tu provi qualcosa per mio fratello?” la interruppe Stefan, deciso.
Elena sussultò. Stefan non aveva mai alzato la voce con lei. Fino ad ora. “Bene. Il tuo silenzio parla.” Disse il vampiro, pronto ad andarsene.
“No! Stefan lo sai che ti amo!” Elena si riscosse, raggiungendolo e buttandosi tra le sue braccia.
“Io amo solo te! Damon è solo un mio capriccio.” Ammise, capendo anche lei il suo stesso errore.
“Perdonami Stefan. Ti ho ferito, ma credimi: voglio solo te!” lo supplicò, stringendolo di più.
“Io.. “ cominciò Stefan, indeciso. Non voleva lasciarla, non l’avrebbe mai fatto, ma doveva guadagnarsi la sua fiducia.
“Ti credo, ma dovrai dimostrarmelo, Elena.” Disse lui, risoluto.
“Cosa devo fare?” chiese, guardando in viso il suo amato vampiro.
“Per prima cosa più tardi chiederai scusa a Bonnie.” le ordinò Stefan. La ragazza annuì, mortificata. Ora iniziava a sentirsi in colpa.
Elena si alzò in punta di piedi e baciò Stefan. Lui, sorpreso, ricambiò il bacio con dolcezza, ma la scostò piano. Era ancora un po’ scosso e non voleva lasciarsi abbindolare dalle sue effusioni.
“Ora vado a caccia. Ci vediamo dopo.” Le disse severo, anche se con gli occhi mostrava un infinito amore verso quella ragazza coi capelli biondo grano e quegli occhi azzurri come il cielo.
 
“Guarda quello!”rise Bonnie, puntando il dito verso un bimbo che, leccando il gelato, si era sporcato tutta la faccia di panna e cioccolato. “Com’è buffo.”
“Sua madre lo dovrà buttare direttamente in lavatrice. Si è macchiato persino i pantaloni!” commentò Damon, schifato. I bambini erano così imbranati! Bonnie rise ancora, divertita.
Lei e Damon si erano fermati in un paesino lontano pochi kilometri da Fell’s Church. Aveva passeggiato un po’, trovando così un parco giochi, pieno di alberi e fontanelle. Si erano seduti su una panchina per rilassarsi, ma presto, il meraviglioso parco fu invaso da bambini urlanti, appena usciti dall’asilo.
“E quello!? Sembra Dumbo!” ghignò Damon, indicando un bimbo con grandi orecchie a sventola. Bonnie scoppiò a ridere, tirando però una gomitata al vampiro.
“Damon, povero! Ha un visino tanto dolce..” lo osservò meglio Bonnie, sorridente. Il moro la guardò con tenerezza. Lei riusciva sempre a vedere le uniche cose buone di una persona. Ed era riuscita a trovarle anche dentro di lui.
“Senti, Uccellino..” mormorò Damon, ricordandosi di una cosa.
“Durante la discussione con Elena..” cominciò incerto, guardando i grossi alberi illuminati dal sole.
“L’hai accusata di essere stata egoista, perché sapeva cosa tu provassi per..”
“Per te.” Terminò la frase Bonnie, torturandosi un riccio rosso tra le dita. Il suo sguardo ancora perso tra la folla di bimbi. Damon, invece, la guardava ansioso, aspettando che andasse avanti.
“Io.. provavo..” balbettò Bonnie, sentendo il cuore aumentare i battiti.
“Provavi.” Disse secco Damon, rabbuiandosi. “Hai usato il verbo al passato.”
“No! Cioè.. Io..” cercò di dire, poi prese un bel respiro e continuò “Io provo!” lo assicurò. Lui, sorpreso, la guardò scontrandosi così con quegli occhi color cioccolata. Bonnie arrossì di botto, accorgendosi cosa aveva appena confessato.
“E.. cosa provi esattamente?” chiese dolcemente Damon, avvicinandosi e guardandola intensamente. Sentì il cuore del suo piccolo Pettirosso battere all’impazzata, e con un gesto lento, posò la mano sulla sua guance in fiamme, carezzandola.
Bonnie al contatto con la pelle fredda di lui, sentì come una piccola scossa attraversarle il corpo. Erano vicini, molto vicini, e lei iniziava a sentirsi la faccia bollente. Aprì la bocca, ma un urlo la interruppe, ancor prima di spiccicare parola.
“Ehiii!! Che state facendo??” strillò una bambina, ad un centimetro dall’orecchio di Bonnie, che per poco non cadde dalla panchina per lo spavento.
Bonnie si girò, osservando la bimba con capelli castani, che le arrivavano fino alle esili spalle.
“Stavamo parlando, prima che TU ci interrompessi.” Rispose Damon, fissandola truce.
“E di cosa parlavate??” domandò la bambina, curiosa.
“Non sono affari tuoi. Sparisci.” Disse Damon, scontroso.
“Damon, non essere cattivo.” Lo riprese Bonnie, per poi rivolgersi alla bimba di fronte a loro.
“Cose da grandi, tesoro. Perché non vai a giocare con gli altri bambini?”
“Non ne ho voglia.” Rispose la bimba, dondolandosi sui talloni. “Mi trattano male..” abbassò la testa, guardandosi le scarpe sporche di fango.
“Puoi stare qui con noi, se ti va.” Le disse Bonnie sorridendole, affettuosa. Damon sbarrò gli occhi, allucinato. Ora doveva mettersi a fare pure il baby-sitter!?! 
“Siii” trillò la bambina, buttandosi in braccio a Bonnie, che, ricambiando l’abbraccio, la lasciò accomodare sulle sue gambe.
Damon sbuffò, contrariato. Il suo Pettirosso era fatto così. Si affezionava sempre a tutti, incondizionatamente dal fatto che gli altri ricambiassero o meno.
“Voi due siete fidanzati??” domandò la bambina, sbattendo le ciglia, con un sorrisetto stampato in faccia.
Bonnie arrossì fino alle punte delle orecchie, mormorando un “Cosa!?!?” scandalizzata.
“Senti un po’ piccola ficcanaso..”
“Mi chiamo Rachel.” lo interruppe la bimba, spostandosi la frangetta castana dagli occhi.
“Bene, Rachel.. Dov’è finita la cara vecchia regola non si parla agli sconosciuti?!” chiese Damon, acido, ma con una punta d’ironia nella voce.
“Ehm.. perché non ci racconti qualcosa di te?” intervenne Bonnie, cercando di cambiare argomento.
“Ma io voglio saperlo!!” fece Rachel, capricciosa.
“Sì! Siamo fidanzati.” Disse Damon, esasperato. “Ora smettila di rompere o..”
“Aaah che bello!!” urlò Rachel, battendo le manine. “Quindi vi siete baciati??”
“Ma.. ma.. che..” balbettò Bonnie, imbarazzata.
“Bè, Rachel.. La tua mamma non ti ha detto quello che fanno i fidanzatini?” ammiccò Damon, guardandola con un sopracciglio alzato.
“Sì! I fidanzatini si tengono per mano, si abbracciano e si danno i baci.” Rispose sicura Rachel.
“E poi..” cominciò a dire il vampiro, ma venne interrotto.
“Damon!!” esordì Bonnie, schioccandosi una mano in fronte.
“Poi cosa??” domandò la bimba, confusa.
“Ehm.. poi.. Bè, poi si dorme insieme. Uno accanto all’altro.” Finì Bonnie, rossa in viso, sperando che la bambina credesse alle sue parole.
“Nel letto matrimoniale? Come mamma e papà??”
“Esatto.” Confermò Bonnie, sospirando, mentre Damon sogghignava alzando lo sguardo al cielo azzurro.
“Ti posso dire un segreto?” chiese Rachel, e Bonnie annuì, cauta. La bimba si avvicinò al suo orecchio.
“Il tuo fidanzato è mooooolto bello.” Le confidò piano, ignara che Damon la potesse sentire comunque.
“Sì, è vero.” Sussurrò Bonnie, mentre il vampiro, sorpreso, la guardava con un sorriso compiaciuto.
“Rachel!! Dove sei??” la voce di una donna, risuonò nel parco.
“C’è la mia mamma!” disse la bambina, saltando giù dalle gambe di Bonnie. “Devo andare.”
“Ciao Rachel.” Mormorò tenere, Bonnie. “Ciao ciao!!” rispose lei, sorridente, mentre correva via.
“Finalmente..” sospirò Damon, stiracchiandosi sulla panchina. “Pensavo che volessi adottarla.”
“Damon, quella bimba si è presa una bella cotta per te!!” osservò Bonnie, ridendo.
“Quella è una peste, non una bambina! E.. che c’è, Uccellino? Sei gelosa?” chiese il moro, facendosi più vicino.
“Io?? Di una bambina? Certo che no!”replicò Bonnie, attenta a non guardarlo negli occhi. Poi, si alzò di scatto, lasciando che il lieve vento le scompigliasse i boccoli rossi.
“Damon?” disse, girandosi verso il vampiro, ancora più bello del solito, mentre il sole gli illuminava la pelle chiara di quel viso perfetto.
“Sì?”
“Mi compreresti un gelato? Sto morendo di fame.” Confessò Bonnie, mordendosi le labbra.
Damon si ritrovò a sorridere, ancora una volta, per la sua innocenza. “Certo, Uccellino.” le rispose, alzandosi elegantemente, per poi afferrare la morbida mano di Bonnie, incamminandosi verso la gelateria più vicina.
 
“Rick! Fermo!” gridò Meredith, mentre afferrava le mani del professore, che non la smettevano di farle il solletico.
“Ritira quello che hai detto!” le intimò Alaric, senza trattenere un sorriso.
“Ok! Ok! Hai ragione tu! Non sono l’unica che ascolta le tue lezioni di storia.” Si arrese Meredith, prendendo fiato una volta che il suo ragazzo la lasciò.
“Bene.” Disse soddisfatto Alaric, tornando a sedersi comodo sulla sedia del bar.
“Siamo in due ad ascoltarle. Io e la bidella curiosona, che ti fissa sempre fuori dall’aula!” scoppiò a ridere Meredith, prendendolo in giro.
“Cosa!?” fece Alaric, preparandosi a saltare di nuovo all’attacco. “No, no! Scherzavo, dai!” si difese la cacciatrice, appena in tempo per salvarsi.
“E comunque quella bidella dovrebbe andare in pensione. Avrà 102 anni, ormai! Magari ti chiederà il numero.. Sareste una bella coppia.” commentò poi, ironica.
“Bleah! Smettiamola di parlarne, ti prego..” la supplicò Alaric, schifato. Poi sbottarono in una fragorosa risata. Era così piacevole godersi quella bella giornata di sole, in pace e tranquillità.
“Piuttosto..” iniziò Alaric, tornando serio. “Sai qualcosa di Bonnie?” chiese, curioso.
“L’altra sera l’ho chiamata, ma ha risposto Damon. È stato strano, ma penso che si sia comportato bene. Gli conviene..” mormorò Meredith, per poi aggiungere con sollievo,
“Comunque stamattina Bonnie mi ha mandato un sms, dicendo che sarebbe stata con Damon, il pomeriggio. Sembrava che andasse tutto bene.” Spiegò, tranquilla.
“Lo spero. Che dici? Ci incamminiamo verso casa tua?” propose il professore, guardando la sua ragazza.
“Certo!” disse Meredith, scattando in piedi, avanzando verso il marciapiede, che portava alla via di casa.
“Ah, Rick? I miei non torneranno prima di sera.” Comunicò con noncuranza la ragazza, poi si girò puntando gli occhi su di lui.
“La casa è tutta per noi.” Disse, sbattendo le ciglia, maliziosa.
Alaric scattò in piedi, lasciò la mancia sul tavolo, e raggiunse Meredith sorridente, scoccandole un bacio.
 
Nel frattempo, Elena stava girovagando per negozi insieme alla sua miglior consulente in scelte di abbigliamento e bigiotteria varia.
“Quello è davvero sexy!” esclamò Caroline, indicando un vestitino esposto in vetrina.
“Sì, è perfetto per me.” Commentò compiaciuta Elena, facendo l’occhiolino all’amica.
“Senti Care, ti va se andiamo a casa di Meredith? È da un po’ che giriamo e comincio ad essere stanca..”
“Mm? Elena stanca di fare shopping!??” domandò scioccata Caroline. “Devo preoccuparmi?”
Elena abbassò la testa prima di rispondere. “Ehm.. Forse dovrei dirti che è successo questa mattina.”
“Che hai combinato, Elena?” chiese Care, assottigliando gli occhi.
“Ecco.. Bè, diciamo che forse ho un po’ esagerato e..” fece una pausa, incerta “Ok, togli pure il forse.”
“Elena!” la richiamò Caroline, impaziente di sapere.
“Ok, ok! Allora...” cominciò Elena, raccontando la storia a Caroline, mentre si incamminavano verso casa di Meredith.
 
“Damon, puoi portarmi a casa di Mer? Ho bisogno di parlarle.” Disse Bonnie, distogliendo lo sguardo dal finestrino. Erano in macchina da pochi minuti e stavano tornando a Fell’s Church.
“Non sapevo che Miss Inquietudine fosse una buona psicologa.” Ghignò Damon, sarcastico.
“Lo è eccome!” lo informò Bonnie, sorridendo. “La migliore!”
“Mi ha persino mandato un messaggio dicendo di aver chiamato i miei genitori per dirgli che restavo a dormire da lei.” Aggiunse Bonnie, tranquilla.
“Mm. Se lo dici tu.” Mormorò Damon, svoltando a destra. “Allora, dritti a casa Sulez!”
 
La macchina si fermò davanti alla casa di Meredith e Bonnie scese, stiracchiandosi un po’, mentre Damon la seguiva. Stavano per suonare il campanello, quando sentirono due voci famigliari.
I due si voltarono, dando le spalle alla porta di casa. Bonnie sbiancò.
“E.. E voi due che ci fate qui??!” balbettò la Rossa, sbattendo gli occhi per assicurarsi che non fosse un allucinazione. Certo che la sfortuna la perseguitava sempre! Sbuffò, sofferente.
“Tempismo perfetto..” disse Damon, ironico.
“Bonnie!” la salutò Care, avvicinandosi, seguita da Elena.
Ora si trovavano tutti lì, davanti alla porta di casa Sulez, immersi in un silenzio imbarazzante.
“Volevamo vedere Meredith, ma vedo che non siamo le uniche.” Disse Caroline spezzando il silenzio.
“Bè, visto che siamo tutte insieme, Elena vorrebbe approfittare per dire qualcosa..” sussurrò poi, lanciando uno sguardo allusivo a Elena, che continuava a fissare le proprie scarpe. Poi fece un bel respiro, alzando il capo.
“Ehm.. Io..” cercò di dire, ma venne interrotta dalla porta che si spalancò rivelando una Meredith entusiasta e un Alaric con un sorrisetto da ebete stampato in faccia.
Tutti si voltarono a fissare i due piccioncini.
“Non sapevo che casa mia fosse diventata un albergo.” Commentò Meredith, guardando tutti i presenti.
“Che sta succedendo?” domandò Alaric, lanciando uno sguardo interrogativo a Damon, che scrollò le spalle.
“Bonnie, Care, Elena.” Le richiamò Meredith, incrociando le braccia al petto. “Dai, entrate.”
Le ragazze annuirono e si avvicinarono all’entrata. Damon stava per seguire il Suo Uccellino, mentre fissava Elena con sguardo minaccioso, ma si fermò subito.
“Damon questa è una riunione per sole ragazze. Per cui se non ti dispiace..” lo ammonì Meredith, autoritaria.
“Anche Rick fa parte del gruppo solo ragazze, Miss Inquietudine?” chiese Damon, con un ghigno.
“No. Infatti stava giusto per andarsene.” E detto questo Meredith diede una leggere spinta ad Alaric, facendolo così uscire. Damon sorrise, straffottente.
“Grazie tante, amico.” Disse Rick, ironico, mentre le ragazze si chiusero la porta alle spalle, lasciandoli soli.
“Oh bè, farti buttare fuori dalla casa della tua ragazza è un piacere, amico.” Gli riferì ironico Damon, dandogli una pacca sulla spalla.
“Forza, andiamo a berci qualcosa. Devo raccontarti il mio perfetto appuntamento.”
“E tu che credevi che non ne fossi capace! Pff.” Commentò il vampiro, indignato. Alaric lo seguì scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.
 
“Dunque.” Disse Meredith, seria. “Chi parla per prima?” chiese, facendo scorrere lo sguardo sulle presenti. Erano sedute sul morbido tappeto nella camera da letto, decise a risolvere quella assurda situazione.
“Io.” Si propose Elena, puntando i suo meravigliosi lapislazzuli su Bonnie.
“Ho sbagliato. Non dovevo reagire in quel modo, Bonnie.” disse, amareggiata.
“Sì, ha sbagliato.” Concordò Caroline, guadagnandosi un’occhiataccia dalla bionda.
“Sì, hai sbagliato davvero.” Esordì Bonnie, arricciandosi un boccolo tra le dita.
“Sì, lo so! Ho sbagliato!” disse Elena, esasperata.
“Lo so che lo sai, quindi devi..” cercò di dire Care, ma venne interrotta.
“Io, invece, non so un bel niente. Per cui, qualcuno potrebbe mettermi al corrente dell’accaduto?” fece presente Meredith, sventolando una mano per farsi notare.
“Ecco, il fatto è che ho aggredito Damon e Bonnie, perché ho scoperto che escono assieme.” spiegò Elena.
“Sì, esatto. Gli ha proprio aggrediti.” Concordò nuovamente Caroline, annuendo con la testa.
“Ma che problema hai tu!?” domandò retorica Elena, alzando le sopracciglia, ancora più esasperata.
“Ok, sto zitta.” Si difese Care, alzando le mani in segno di resa.
“Aggrediti? In che senso?” intervenne Meredith, cercando di capire.
“Bè.. ho tirato addosso a Damon delle tazzine..” confessò la bionda, imbarazzata.
“E delle focaccine.” Aggiunse Bonnie, ricordandosi la scena pietosa di quella disastrosa mattina.
“Elena!”la rimproverò Mer, indignata. “Sul serio. Focaccine!?” Domandò, scuotendo la testa. Sospirò, facendo una piccola pausa di riflessione.
“D’accordo. Questa situazione va risolta. Elena penso che dovresti chiedere scusa a Bonnie.”
“Sì, lo so!” si difese lei “Bonnie, scusami tanto, davvero! Mi puoi perdonare?” chiese, implorante.
“Elena, io.. Ti perdona, ma..”
“Ma?” domandò, ansiosa.
“Tu provi qualcosa per Damon? E dimmi la verità, per favore.” Disse, scura in volto. Aveva paura di ascoltare la risposta.
“Oh, Bonnie.. Io amo Stefan, lo sai! Damon è un capriccio per me! Me ne sono resa conto! E mi dispiace tanto di averti fatta soffrire. Sono stata un’egoista. Io.. sono felice che tu esca con lui.” ammise Elena.
“Va bene. Ti credo.” Annuì cauta Bonnie. “Ma non dovrai più lanciare tazzine e cose varie addosso a Damon! Intesi? E Stefan. Devi chiedergli scusa.”
“Sì sì sì! Certo, io.. Ho già parlato con Stefan. Gli dimostrerò che il mio cuore appartiene solo a lui.”
“Oh, Bonnie! Sono così contenta che tu mi abbia perdonata!!” aggiunse poi, gettandosi addosso alla Rossa, soffocandola in un abbraccio.
“Uh, Elena.. Mi stai stritolando!” rise Bonnie, serena. Ora che la questione era risolta poteva uscire con Damon senza nessun ostacolo.
“Quindi Matt non c’entrava nulla. Era solo una copertura.” Concluse Elena, scostandosi appena, così da lasciar prendere un po’ d’ossigeno all’amica.
Bonnie  si rabbuiò. “Già..” mormorò, sconfortata, abbassando la testa. Ecco, di nuovo un ostacolo.
“Matt, povero Matt.” Sospirò Meredith “Gli piaci Bonnie, se ne sono accorti tutti ormai.”
“Sì, Mer ha ragione. Dovremo pensare a un modo..” disse Caroline, pensierosa.
“Per non farlo soffrire.” Finì Meredith, sicura.
“Escogiteremo qualcosa. Un problema alla volta, però!” intervenne Elena, incoraggiante. Le ragazze si guardarono incerte, ma in fine decisero che, per questa volta, Elena aveva ragione. Sorrisero, serene.
“Perfetto! Ora, io e Care andiamo a rubare tutta la scorta di gelato in casa Sulez, mentre voi due ordinate le pizze e mettete il Dvd di Dirty Dancing! “ illustrò il piano, Elena.
“Sìì!” trillò Care, scattando in piedi. “Evviva!” esultò Bonnie, trionfante. Poi tutte guardarono Meredith, attendendo il suo consenso.
“D’accordo, ci sto.” Si arrese Mer, ridendo. “Al lavoro!” gridò, prima di afferrare il cellulare per ordinare le pizze.
 
“Wow, non posso credere che tu sia riuscito a fermarti.” Esclamò Rick, bevendo un bicchiere.
“Non sono mica un ragazzino che non riesce a tener a freno gli ormoni.”
“Anche se..” lo esortò Alaric, ghignando.
“Non è stato facile. Bonnie mi fa impazzire.”Ammise Damon, ripensando alle sensazione provate mentre era disteso sul divano col suo Uccellino.
Alaric rise di gusto. “Finalmente qualcuno in grado di far uscire di testa il grande Damon Salvatore!”
“E non se ne rende neppure conto!” mormorò Damon, sbuffando.
“Un brindisi.” Propose Rick, alzando il bicchiere in aria. “Alla dolce Bonnie.”
“Che mi rende migliore.” Aggiunse Damon, sorridendo all’amico.
Una bottiglia di vodka e un bicchiere di whisky si scontrarono, producendo un rumore sordo.
 
Era l’una di notte ormai, e Bonnie rientrò a casa, attenta a non svegliare nessuno. Chiuse la porta di camera sua e si gettò sul letto, stanca morta.
“È un po’ tardi Uccellino.”
“Damon!” soffocò un urlo Bonnie, mettendosi seduta e facendo vagare lo sguardo nell’oscurità della stanza. La sua scarsa vista da umana non le permetteva di vedere il volto del vampiro.
“Sì?” chiese lui, e dalla voce sembrava trattenere un ghigno.
“Avevi ragione. Elena si è scusata e abbiamo chiarito.” Disse Bonnie, con sollievo.
“Damon, lo sai che gli umani non vedono al buoi.” Mormorò imbronciata.
“Non è giusto che tu mi possa vedere, mentre io no.” Si imputò lei, incrociando le braccia al petto.
All’improvviso sentì uno spostamento d’aria e percepì qualcuno dietro di lei, mentre il materasso si abbassò sotto un nuovo peso.
“Bonnie.” sussurrò Damon, vicino al suo viso. “Devo chiederti una cosa.” Disse poi, cominciando a lasciare piccoli baci sul collo. La ragazza rabbrividì.
“Che.. Che cosa?” chiese Bonnie, mordendosi le labbra, cercando di mantenere un minimo di lucidità.
“Oggi quella bambina ci ha interrotti. Vorrei che rispondessi alla mia domanda.” Le disse Damon, soffiando sulla sua pelle nivea.
Il respiro di Bonnie si fermò e il suo cuore iniziò a batterle nel petto, impazzito, mentre ricordava di aver ammesso che provava tutt’ora qualcosa per il vampiro.
“Non c’è bisogno che ti risponda, Damon.”
“Invece sì.” Replicò Damon, impaziente.
“No, invece. Mi hai detto di lasciarmi andare e di non farmi domande. Di smettere di pensare. Fallo anche tu, Damon.” lo pregò Bonnie, con dolcezza.
“Non posso smettere di pensare con te vicino.” Ammise il vampiro, carezzandole i boccoli rossi che ricadevano morbidi sulle spalle.
“Allora lascia che lo faccia io.” Sussurrò Bonnie, sicura. Si girò di scatto e baciò Damon, sciogliendosi tra le sue forti braccia.
Damon si lasciò cadere sul letto, trascinando Bonnie sopra di lui. Le prese il viso tra le mani, cercando di spegnere l’incendio divampato sulle guance dell’Uccellino.
Con un gesto elegante, invertì le posizioni, schiacciando il corpo di Bonnie sulle coperte. Si staccò dalle sue labbra, lasciando che prendesse fiato.
“Scusami, devo andare. Buonanotte Uccellino.” disse Damon, dandole un ultimo bacio a fior di labbra, dolcemente. In un secondo Bonnie rimase sola e, dopo poco, si addormentò serena.
 
“Fratellino. Non pensavo che ti piacesse la caccia notturna.” Esordì Damon, spezzando il silenzio nell’Old Wood.
“Sei in cerca di pipistrelli?” domandò poi, sarcastico, avvicinandosi al fratello.
“Damon. Che ci fai qui?” chiese Stefan, sorpreso.
“Devo avere un motivo per passere del tempo con il mio fratellino preferito?” chiese, fintamente indignato.
“Damon, sono il tuo unico fratello.” Fece presente Stefan, scettico.
“Dettagli.” Si difese l’altro, con noncuranza.
“Damon..” cominciò incerto, Stefan. “Questa mattina hai detto una cosa che..”
“Sì, ho risposto male alla tua ragazza e bla bla bla..” lo interrupe Damon, alzando gli occhi al cielo.
“No. Non è per questo.”
“Hai detto che hai creduto di amare Elena per l’odio che provavi nei miei confronti.” Disse Stafan, cauto.
Damon attese che andasse avanti.
“Ora però ti sei accorto di non amarla davvero.” Continuò Stefan, avanzando verso il fratello.
“Vuol dire che l’odio che provi per me non esiste più.” Concluse abbassando il tono di voce, per poi azzardare un “È così?”
Damon gli voltò le spalle. “Sappi solo che Elena ama te, fratellino. Ha scelto te. Avrebbe sempre scelto te.” Disse, con strano sollievo. Poi voltò la testa, ghignando.
“Quindi smettila di crogiolarti nella tua autocommiserazione, Santo Stefano. E lascia stare i poveri coniglietti o li farai estinguere!”  finì, poi si trasformò in un corvo è volò via.
“Grazie, fratellone.” Mormorò Stefan, sorridendo, conscio che Damon l’avrebbe sentito.
  
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