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Autore: SakiJune    27/09/2007    2 recensioni
1979. Remus Lupin ha ceduto ai sentimenti, all'incoscienza, alla passione, dimenticando che una persona pericolosa come lui non dovrebbe amare una donna... tantomeno la moglie di un altro...
Poi la tragedia e il dolore soffocano il ricordo di quel giorno.
1993. Dal tavolo degli insegnanti, Remus non osa alzare gli occhi verso gli studenti di Gryffindor. C'è un ragazzo a cui sa di essere legato più che a ogni altro, e non è Harry Potter. E' Neville Longbottom.
2016. Un nuovo anno a Hogwarts sta per avere inizio, e si mostra da subito ricco di sorprese... perché è così difficile raccogliere il coraggio per combattere l'ingiustizia?
ULTIMO CAPITOLO - Silvery Creatures of Light
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fenrir Greyback, Ginny Weasley, Neville Paciock | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Per prima cosa, grazie a Feux e Ino chan per il loro sostegno.
E anche a tutti quelli che leggono soltanto, anche se... insomma, se la storia vi piace (oppure no) potete anche dirmelo...

So che non è scritto da nessuna parte che l'incantesimo citato in questo capitolo (che non si trova nei primi sei libri, ma non penso che sia una cosa tanto rilevante da venir considerato spoiler!) abbia un effetto come quello descritto, e forse sarebbe stato meglio usare lo "Specialis Revelio" che invece compare varie volte. Però, per quanto ne so, quello serve per scoprire le proprietà degli oggetti, e non mi sembrava del tutto appropriato.

Ho cercato di rimanere abbastanza fedele al quinto libro.
Gilderoy incluso (non credo che lui e Remus si siano mai conosciuti prima, no?).
SakiJune





31 AGOSTO 1995 - GRIMMAULD PLACE



Ancora un poco sconvolta per la sua lotta con il Molliccio, la signora Weasley sorseggiava un té in salotto con Hermione, prima di andare a dormire.
- Con tutta questa confusione, mi sono dimenticata di dirvi una cosa... Harry è già andato a dormire, vero?
Hermione fece cenno di sì. - Era esausto, sai. E devo ammettere che anch'io sono stanca. Gli altri sono ancora tutti di là a divertirsi... non pensano che domani inizia la scuola... ma cosa voleva dire, signora?
Molly cominciò a raccontare: - Oggi pomeriggio, quando sono andata a comprarvi i libri... ero vicino alla Gringott's, e mi è sembrato di vedere il vostro amico Neville.
- Eh... non capisco cosa ci sia di strano, signora.
- Vicino alla Gringott's... voglio dire che ha svoltato per Knockturn Alley! - precisò Molly. - E' un posto pericoloso per un ragazzo solo!
Hermione ammise che lo era. E sperò di rivederlo, il giorno dopo, sul treno per Hogwarts. Tutto intero, possibilmente.


Sul pianerottolo del primo piano, senza farmi notare, ascoltavo.


********

2 SETTEMBRE


Uscendo dall'aula di Pozioni, Hermione afferrò Neville per la manica.
- Uh-oh?
- Devo parlarti.
- Lascia perdere, Hermione... per fortuna è l'ultimo anno che ho questa materia. Ha ragione Snape, non ci sono portato affatto.
Hermione sorrise. - Non c'entra niente con Pozioni, quello che devo dirti. C'entra con...
Si guardò intorno, e quando vide che ormai i loro compagni si erano avviati verso la Sala Grande, esordì con un:
- Sei stato beccato. Knockturn Alley... hai qualcosa da dichiarare?
Neville spalancò la bocca e indietreggiò di qualche passo.
- Chi mi ha visto? Tu? Ti assicuro che non è come pensi...
Lei scosse la testa. - Io penso solo che hai rischiato la pelle. Comunque mi è stato solo riferito. Se ti avessi visto io, sarei corsa ad acciuffarti...
- Ora che sei un prefetto, sei obbligata a dire tutto alla McGonagall, vero? O a quella... Umbridge...
Hermione gli mise le mani sulle spalle. - Calmati, Nev. Quello che fai fuori da Hogwarts non riguarda né i prefetti né gli insegnanti. Io e la madre di Ron eravamo preoccupate, tutto qui. Se un giorno, che so, vorrai dirmi cosa ci facevi... sai dove trovarmi, ok?
Neville annuì, un poco sollevato. Lei lanciò uno sguardo in fondo al corridoio:
- Ma guarda. Ron mi sta aspettando... vieni a pranzo?
- Non... non ho fame. Ci vediamo a Difesa, visto che tu non frequenti le lezioni della Trelawney.
- Allora a dopo, Nev. - salutò Hermione con lo sguardo pieno di curiosità.


********


(SOMEWHEN THAT SUMMER)

All'inizio era stata una bella estate. Per lo meno non era stata come tutte le altre.
Era arrivato zio Algie, il fratello di nonna, che non vedeva da un bel po'. Era stato lui a regalargli la Mimbulus Mimbletonia. Dopo cena si metteva a raccontare dei suoi viaggi, ed era divertente...
Fino a quella sera, quando avevano sentito dei rumori nell'ingresso. La nonna si era messa a gridare che c'era un ladro... o peggio, un DeathEater. Zio Algie diceva che erano sciocchezze, ma andò lo stesso a controllare.
- Homenum revelio! - scandì lo zio, con la bacchetta in pugno: naturalmente non c'era nessuno, a parte il gatto della nonna che aveva tirato giù dei soprammobili.
Ma quando si era voltato verso di lui, zio Algie aveva soffocato un'esclamazione e si era portato le mani al petto. La nonna aveva strabuzzato gli occhi... spedendolo dritto a dormire.
Ma non aveva affatto sonno. Più tardi, sempre chiedendosi cos'avesse di tanto strano da spaventarli, era sceso in cucina a bere qualcosa, e si era accorto che la luce in soggiorno era ancora accesa, perché filtrava da sotto la porta. Si era avvicinato e aveva sentito le voci della nonna e dello zio. L'orologio segnava le due: possibile che fossero ancora alzati?
Sentì qualche frase a tratti:
- Dovevo dirti tutto, ora che l'hai scoperto... non sapevo di questo difetto... pensavo non fossero rimaste tracce di com'era...
- Santo Merlino, Augusta, questo vuol dire che lui non è... non siamo affatto suoi parenti... è triste, tanto triste...
- Non ha nessuna colpa, certo... e al terzo anno ce l'aveva come insegnante, ci pensi? Mi ha minacciato di dirglielo...
- Un lupo mannaro, che cos'aveva in testa Alice... vergogna...
- E' stato orribile dover andare a Knockturn Alley, per recuperare una pozione efficace, e guarda...

Era corso in camera sua, non voleva ascoltare di più, non voleva capire!
Con la testa sotto il cuscino, sentivo quelle parole rimbombarmi nelle orecchie.
Era tutto così assurdo, così irreale...
I giorni successivi gli erano sembrati intollerabili. Si era chiuso in camera, con la scusa di avere mal di testa...
"Cosa farebbe Harry nella mia situazione?"
"Andrebbe in fondo alla verità"
"Ma io non sono Harry"
Cos'avevano visto lo zio e la nonna in lui? Di che pozione parlavano?
Ma era tutto fin troppo chiaro, anche se non voleva ammetterlo!
"Devo andare a Knockturn Alley"
"No... ho paura"
"E' l'unico modo. Sei o non sei un Gryffindor?"


Così l'ultimo giorno delle vacanze ci era andato: con il cuore in gola, le gambe che tremavano, sfiorato da mani adunche e osservato da sguardi indagatori. Odori nauseanti... bisbigli e risatine che facevano rizzare i capelli... qual era il negozio dov'era stata la nonna? Le insegne erano sporche e consumate, non riusciva a leggere bene, sembravano tutte uguali.
"Hot Stuff"... "Borgin&Burkes"... oddio di quella aveva sentito parlare... che paura...
"BetterThanSlughorn-PotionsCorner". Ecco, forse era il posto giusto.
Una strega alta, magra e con i capelli unti si era materializzata dall'altra parte del bancone.
- Cosa ti serve, bamboccino? - aveva sibilato.
Facendosi coraggio (la commessa non gli incuteva molta più paura di Snape, in fondo), le spiegò quello che sapeva.
- Un antidoto per una pozione che ti hanno fatto bere da piccolo? E di che genere? Rincitrullente, mi pare di capire...
Era una battuta "da Malfoy".
- Credo che... abbia a che vedere con la mia faccia. O con il mio vero padre...
- Aah... adesso è chiaro. Andava molto di moda, quel preparato, qualche tempo fa. Mi spiace deluderti, ma non esiste proprio nessun antidoto. E poi perché vorresti cambiare? Sei proprio un bel bocconcino...
Fece per accarezzargli una guancia, ma Neville si ritrasse.
- G...grazie lo stesso... arrivederci - e uscì di corsa dal negozio, scontrandosi con due maghi dall'aria losca che stavano sulla soglia.
- Guarda dove vai, ragazzino! - grugnì uno dei due, agitando la bacchetta.
"Ora mi lancia una Maledizione... sono finito" pensò Neville, correndo a più non posso, finché non si trovò sano e salvo all'uscita della via. Aveva ancora da comprare i libri e le pergamene, e la nonna l'aspettava per le sei.


*****

Ecco cosa ci era andato a fare. Non aveva concluso niente, si era solo preso un bel po' di spaventi in una giornata sola.
Non poteva parlarne con nessuno... questa era la cosa peggiore. Già la sua situazione familiare era sempre stata un peso per lui, figurarsi ora.
A quindici anni doveva scontrarsi con una realtà che non era fatta soltanto di amici e nemici. La differenza era quanto mai sottile, ora: il tradimento e l'inganno si erano rivelati parte integrante della sua esistenza.
Il tradimento di sua madre.
L'inganno di nonna Augusta.
La sua identità che si faceva sempre più labile nella coscienza, man mano che si rendeva conto di come stavano le cose...
"Non sono il figlio di Frank Longbottom. Mio padre è Remus Lupin, e ho vissuto finora con dei perfetti estranei"



********


Avrei dovuto essere con lui in quei momenti tanto difficili.
Ma non potevo permettermi di rafforzare i miei legami. L'Ordine veniva prima di tutto... Voldemort era tornato, dovevamo fare il possibile per impedirgli di prendere il potere e continuare la sua opera di distruzione... ed evitare che degli innocenti venissero coinvolti.
Sirius mi era di nuovo vicino, con tutte le sue contraddizioni, imprudente e ribelle come sempre. E curioso. Non aveva dimenticato nulla, e una sera mi chiese se avevo notizie della mia "progenie". Vocabolo quanto mai infelice, perché in quel mentre giunse Kreacher:
- Progenie infame! Aaah, se la mia padrona fosse in vita! Aah, la nobile e pura casata dei Black! Puah... lupi mannari, traditori del sangue...
Chiusa la porta in faccia all'elfo, e soffocando le risate, Sirius continuò a insistere con me, finché non tirai fuori le lettere della professoressa Sprout e gliele mostrai.
- Uh, uh... - Si era immerso nella lettura immediatamente. - Qui è quando quel bastardo di Crouch junior si spacciava per Mad-Eye...
- Ti prego, Pad, non farmici pensare! - sbottai. Non volevo più ricordare quel periodo.
- Va bene, va bene, qual è l'ultima?
Tirai fuori una busta dalla tasca e gliela porsi. - Eccola, leggi e poi lascia che le rimetta a posto, Kingsley e Tonks stanno per tornare.
- Carina, mia cugina, vero? - mi canzonò, e dovetti arrossire davvero, perché lo vidi soddisfatto anche se non gli avevo risposto.

Remus,
qui a Hogwarts la situazione è problematica, ora che la professoressa Umbridge è stata nominata Inquisitore Supremo di questa scuola. La Guferia è costantemente sotto controllo, e spero proprio che questa lettera non venga intercettata.
Sembra che il professor Snape si sia ormai rassegnato sul rendimento di Neville in Pozioni. Purtroppo ora la sua rabbia si sta sfogando su Harry Potter...

- Maledetto Snivellus! - tuonò Sirius.

... e non perde occasione per denigrarlo. Così mi ha riferito la signorina Granger.
Spero proprio che questo periodo sia transitorio. Le continue ispezioni nelle serre mi stanno facendo saltare i nervi. Sybil Trelawney potrebbe venire licenziata da un momento all'altro, e ho orrore che una cosa simile possa accadere anche a me...
Ma non è questo che Le interessa sapere, naturalmente, né il fatto che la Umbridge abbia preso le misure del professor Flitwick davanti agli studenti, con un metro da sarta...

- Accidenti, se la passano male i ragazzi, eh Moony?

Seguivano alcune righe piene di soddisfazione, riguardo agli esami di fine anno:

... Sono certa che, almeno nella mia materia, Neville passerà il G.U.F.O. a pieni voti; questo mi riempie di orgoglio, e credo anche Lei...

- Dammela, presto. - Avevo sentito dei passi, e mi affrettai a rimettere a posto le lettere: appena in tempo. Molly Weasley entrò con un gran sorriso, invitandoci a raggiungere gli altri in salotto...
- Ho fatto una torta, e non ditemi che non ne volete perché mi offendo!
MAI fare un torto a Molly. C'era da pentirsene, dopo...


Da quella sera, mi ritrovai sempre più spesso a pensare ad Alice. E in seguito al ricovero di Arthur Weasley pensai che avevo una buona scusa per recarmi al St. Mungo.
Non avevo mai voluto vederla durante questi quattordici anni, mi ero sempre ripetuto che volevo ricordarmela com'era una volta, ma d'improvviso sentii il desiderio di andarla a trovare. Era il giorno di Natale.

Avrei dovuto lasciar stare, perché non era destino che la incontrassi ancora.
Non appena giunsi al quarto piano, mi imbattei in Augusta Longbottom.
- Lupin...
- Signora-
I nostri sguardi rimasero fissi l'uno con l'altro, come due bacchette impegnate in un Prior Incantatio:
- Fuori di qui - mi disse. - Immediatamente.
Il mio ricatto non aveva più nessun valore, ora. La situazione precaria, mia e del Mondo Magico in generale, mi impediva di rivelare a Neville alcunché (oh, se avessi immaginato che ormai lui sapeva ogni cosa!), e sebbene nemmeno lei aveva più nulla da farmi perdere, aveva comunque il potere di mettermi in imbarazzo in qualsiasi momento, là dov'eravamo.
E fui io, questa volta, ad allontanarmi a testa bassa, come tanti e tanti anni prima nel Lancashire, in mezzo alla neve: non era più un vetro, una porta a separarmi da mio figlio, ma la necessità di scacciare le ombre che si facevano sempre più fitte sulle nostre esistenze.
- Ehi signore! Vuole un autografo? - Alzai gli occhi, e vidi un uomo biondo, che indossava una vestaglia lilla, con in mano una piuma e alcune fotografie. Un paziente del reparto, senza dubbio.
D'istinto provai invidia per lui.
Perché poteva vedere Alice ogni giorno.
Ma tornando a Grimmauld Place, ebbi modo di rifletterci sopra. Io avevo avuto il meglio di lei, quando nulla era ancora perduto. Dei due, io soltanto potevo ancora amare, e custodire nel cuore i ricordi, e crearne di nuovi.
Per quanto fosse doloroso.
   
 
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