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Autore: stillfreeit    12/03/2013    1 recensioni
" Sarà lei a pagare ogni tua parola, Cyru " sibilò stringendo i pugni
tremanti. Neanche questa minaccia riuscì a scalfire minimamente il
ghigno soddisfatto di Cyru.
" Ho vinto io, Odhron. Mi auguro per te che tu sia pronto a pagare la
sconfitta ".
" UCCIDILO!! " tuonò lui rivolto al soldato che tratteneva Cyru sotto la
morsa del coltello. Chiusi gli occhi, prima di dover vedere la vita
dell'ennesimo grande uomo spegnersi sotto l'ordine di quel pazzo.
La prima storia che abbia mai scritto, ve la presento senza ritocchi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 6 h Honoria:


Stanno martellando violentemente nei miei sogni o qualcuno bussa alla porta.
Gli occhi mi bruciavano dal sonno mentre mi costringevo ad aprirli.
Dovevo essermi addormentata da poco più di un'ora. La luce del Sole che entrava dall'unica finestrella della stanza era ancora rossa d'alba.
Avevo trascorso praticamente tutta la notte a piangere, e nelle lacrime mi ero addormentata.
Dalla brandina sulla quale mi ero gettata senza neanche togliermi il busto dell'armatura potevo vedere un'unghia della palla di fuoco rossa che brillava nel cielo tingendolo di rosa e azzurro.
Era una splendida alba, ma nulla di tutto ciò mi risollevava dalla disperazione.
Le povere lenzuola erano strappate nei punti in cui avevo piantato i denti per non urlare.
Non potevo credere che il mondo avesse ancora di che andare avanti.
Cyru era morto. Eppure il Sole stava sorgendo di nuovo.
Nulla intorno a me testimoniava la tragedia che aveva avuto luogo la notte precedente, tranne la voragine che mi si era aperta nell'anima.
Pensavo che il tempo si sarebbe fermato, che i colori si sarebbero spenti... e invece il velo nero del lutto era calato soltanto davanti ai miei occhi.
Il mondo che si stava svegliando mentre Cyru non l'avrebbe più fatto fomentava la mia rabbia come il soffio del vento su un incendio. Soprattutto l'idea che Odhron si stesse godendo quello spettacolo.
Riuscivo a provare solo odio. Odio e disperazione. E di certo non avrei provato nessun'altra emozione per il resto della mia vita.
Possibile che fossi l'unica distrutta da quella perdita?
Non potevo fare nulla per cambiare la realtà. In passato rimediare agli sbagli, aggiustare il mondo quando tutto andava storto molte volte
era stato difficile... ma mai impossibile come lo era rimediare ad una morte.
" Alagos " mi chiamò la voce accompagnò il suo insistente dei colpi alla porta. Solo due persone in quel castello mi conoscevano con quel nome, e soltanto una si sarebbe degnata di venire personalmente a bussare alla mia porta.
" Sono qui " mi costrinsi a rispondere al Capitano. Non volevo vederlo. Non volevo confrontarmi con nessun essere umano. Volevo solo che mi lasciassero sprofondare nell'abisso della mia mente...
" Sono il tuo Capitano. Apri la porta. " si annunciò. Fu Alagos a prendermi di forza e a scaraventarmi giù dal letto.
Aprii la porta. Il Capitano ricambiò il mio sguardo stanco rivolto verso il pavimento con due occhi verdi altrettanto opachi.
" Capitano... " lo salutai con un accenno di inchino, e rimasi sull'attenti con le mani incrociate dietro la schiena. Non lo guardai negli occhi. Le mie emozioni erano ancora troppo evidenti perché potessi nasconderle, e i miei occhi erano due finestre trasparenti.
Il Capitano mi squadrò esattamente come aveva fatto la sera precedente. Non riuscivo a togliermi dalla testa che qualcosa di me lo insospettisse, ma in fin dei conti, se ci fosse stato pericolo, lo avrebbe già annunciato. E io di certo non sarei stata ancora lì, bensì su un rogo a bruciare.
" Tutto bene, soldato? " Sapevo di non avere affatto una bella cera. Gli occhi erano gonfi ed arrossati, cerchiati da due occhiaie scure da notte insonne che spiccavano contro il pallore della pelle.
" Sì, Signore" Se dovevo comportarmi da soldato, lo avrei fatto... ma questo non significava dover giustificare a lui il mio malumore. Militarmente parlando, stavo più che bene.
" Si vede... " commentò lui con un sorrisetto sarcastico. Rimasi impassibile. Avrei potuto fargli la stessa domanda, nemmeno lui sembrava aver trascorso la notte di sonno più profondo della sua vita. " Be', visto che sei tanto in forma, sono certo che sarai felice di venire a conoscenza che il Generale ci ha appena dato un incarico ".
Non sapevo bene che cosa si aspettasse come risposta. Forse una sonora imprecazione, forse una più semplice protesta, certamente non entusiasmo.
Qualunque cosa volesse, sarebbe rimasto deluso. Per quanto dovessi fingere di essere un suo soldato, non appartenevo al Generale. Il solo a cui ero disposta ad obbedire era trapassato la notte precedente, e mi aveva lasciata con un incarico da svolgere... Ma di certo questo non poteva dirlo...
" È un onore, Signore ". Già, sfondargli il cranio con la spada di Cyru sarebbe stato un onore e un piacere...
Il Capitano trattenne una risata che sfuggì appena in un sorrisetto. Mi chiedevo quanto ancora sarebbe durata quella conversazione. Il tempo della fuga era arrivato prima del previsto. Di certo non avrei preso parte a qualunque fosse il piano pensato da Odhron per catturarmi.
" Vedo che hai fatto progressi nell'arco di una notte. Sei un tipo che impara in fretta ". Che attendesse o meno una risposta da parte mia, rimasi in silenzio, in attesa che si sbrigasse a concludere in modo che potessi raccattare le mie poche cose e trovare un modo per sgusciare via dalle mani dell'esercito di Odhron. Di fronte al mio silenzio, si vide costretto ad aggiungere: " E di poche parole. Molto bene. Dimmi, quanto sai dell'uomo che hai ucciso ieri notte? "
Sperai con tutto il cuore che la dolorosissima stilettata al petto fosse rimasta oscura agli occhi del Capitano, ma sentirmi rammentare l'atroce delitto che avevo commesso la sera precedente aveva spento di nuovo la candela che teneva viva la mia volontà di lottare.
Come se per un momento avessi dimenticato che questa volta l'assenza di Cyru sarebbe stata permanente, e che il Capitano molto gentilmente me lo avesse ricordato. Era come se il fatto che lo ammettessero anche gli altri, rendesse tutto più reale... troppo reale...
Risposi tentando in tutti i modi di trattenere il tremore della voce, limitandomi alle nozioni di cui mi aveva fatta partecipe Odhron stesso prima di ordinarmi di prendere parte all'esecuzione.
" Era un traditore che è venuto meno alla promessa di onorare la segretezza del Clan. " Ed io lo amavo...
" Sostanzialmente esatto. Hai un'idea più precisa? " Non ricordavo se Odhron mi avesse nominata o meno durante la nostra brevissima conversazione nella cella di Cyru, perciò scossi la testa.
" Be', lui ha insegnato le nostre arti ad una donna, il che è specificatamente vietato nelle nostre leggi " spiegò. Dal suo tono di voce era impossibile distinguere la sua opinione a riguardo, ma in fin dei conti non mi importava. Tutti i soldati strettamente fedeli a Odhron erano perfettamente d'accordo con questa legge, e molto spesso, insieme
anche a tutto il resto della marmaglia, neanche si disturbavano ad averne di opinioni. " Il nostro ruolo in questo gioco, è quello di evitare che la nostra sicurezza sia messa maggiormente in pericolo. Dobbiamo trovare quella ragazza prima che arrivi al suo obiettivo ".
Imitando perfettamente il normale atteggiamento di un soldato, non chiesi spiegazioni in proposito dell'esercito. C'erano almeno un centinaio di uomini tra i più addestrati della Terra, alla mia ricerca. Che ruolo speciale poteva avere un giovanotto come Alagos? La mia lingua fremeva dal desiderio di chiederlo, ma la trattenni e attesi che fosse
lui a spiegare oltre. " Siamo convinti che la sua meta finale siano le Amazzoni. "
Quella volta non riuscii a trattenere affatto, né ci provai neanche, la forte emozione che mi scosse il cervello.
Sapevano dove ero diretta. Se l'esercito mi avesse seguita, anche ammesso che fossi così fortunata da riuscire ad evitare di essere uccisa dalle loro spade e arrivare dalle Amazzoni... sarebbe di certo scoppiata la guerra che Cyru stava tentando in tutti i modi di evitare.
Troppo tardi mi resi conto che il Capitano mi stava studiando da quando avevo aperto la porta, e che ovviamente non gli sfuggì lo sconcerto esploso sul mio viso.
Fui fortunata anche quella volta...
" Noto con piacere che conosci bene i nostri nemici " disse il Capitano, evidentemente scambiando il mio pallore per paura nei confronti delle Amazzoni più che per consapevolezza di essere stata beccata.
Incitai quella sua convinzione:
" Le Amazzoni sono le donne guerriere che i maestri del Clan esiliarono da queste terre. Vivono al di là delle foreste, nessun uomo è mai tornato vivo da quel posto. Si dice che siano streghe... ". O molto più semplicemente sanno come difendere la loro castità se vogliono. " Perdonatemi, Signore, ma portare un esercito fin laggiù... " non fui in grado di frenare la lingua quella volta. Il Capitano mi interruppe con una risata molto meno repressa della precedente, fino a fargli brillare gli occhi verdi.
" Be', vedo che sei sveglio, ragazzo. Il Generale ha fatto la mossa giusta scegliendo te per questa missione, a quanto vedo... ".
Era stato Odhron in persona a scegliermi? Esattamente come mi aveva scelto per uccidere Cyru... esattamente come Cyru stesso aveva previsto.
Era incredibile come riuscisse a controllare la loro mente...  " Effettivamente avvicinarsi a quel territorio con un esercito sarebbe una vera e propria dichiarazione di guerra. E per una ragazzina non ne varrebbe la pena... ".

Ragazzina a chi, inutile pedone di Odhron? Aspetta che mi levi questa stupida barba e ti faccio vedere io chi è la ragazzina! Sei solo un
pezzo di carne morta che cammina!

" Dunque se noi due riuscissimo ad intercettarla sulla strada, prima che entri nel loro territorio, se possibile, risolveremmo il problema senza un inutile spargimento di sangue. " concluse il Capitano, in qualche modo soddisfatto di se stesso. " Il Generale ha detto che sei particolarmente abile con la spada, e credo che ne avremo tanto bisogno".
Ero senza parole. Sarei passata attraverso l'esercito e mi sarei diretta esattamente dove Cyru mi aveva chiesto di andare, con l'autorizzazione di Odhron per farlo?!
Sarei potuta scoppiare nuovamente in lacrime da un momento all'altro... Cyru, sei un genio!
" Sono onorato di essere stato scelto dal Generale, e vi assicuro che farò del mio meglio, Signore. " dissi, in modo da giustificare la nuova luce che probabilmente brillava infondo ai miei occhi come fierezza. " Sono impaziente di partire ". Lo ero veramente...
" Molto bene, soldato. Non appesantirti troppo, recupera solo ciò che è indispensabile... e magari anche un po' di sonno, se ci riesci " aggiunse con un'altra occhiata al mio aspetto stanco. Di certo l'avrebbe fatto anche lui... " Partiremo questa sera stessa. Al calar del Sole fatti trovare di fronte alla stalla, ci procureremo i cavalli ".
Anche un buon mezzo di trasporto. Cos'altro potevo chiedere di meglio?
Liberarmi del mio sfortunato accompagnatore sarebbe stato facile una volta messa abbastanza distanza tra noi e l'esercito di Odhron e
accorciata quella con le Amazzoni.
" Sarà fatto, Signore " dissi con un nuovo, breve inchino. Il Capitano fece per girare i tacchi e allontanarsi, ma gli venne in mente
qualcos'altro.
" Ah, viaggeremo in incognito. Ovviamente porta la spada, ma evita l'armatura e qualunque altra cosa dia nell'occhio ". Attese il mio
ennesimo Sì, Signore e si allontanò per i corridoi, in modo che potessi di nuovo chiudere la porta, scacciare Alagos e rimanere sola
con Honoria finalmente.
Nell'entusiasmo folle avevo dimenticato quel dettaglio... Sono una donna.
Per qualche ora, coperta dall'armatura e dalla barba, potevo anche fingere di essere ciò che non ero... ma qui si trattava di un lungo viaggio in cui avrei praticamente convissuto con un altro uomo che mi avrebbe di certo osservata in ogni minima mossa, come aveva già dimostrato, e non avrei avuto a disposizione neanche la copertura fisica.
Non sapevo quanto ancora la maschera avrebbe retto, e inoltre... non ero molto sicura di essere capace di fare l'uomo a tempo pieno.
A questo Cyru, chiaramente non aveva pensato...
Diedi un forte pugno al pavimento sul quale ero scivolata strisciando la schiena contro il
legno della porta.
Toccava a me, maledizione! Nessuno mi aveva mai detto che sarebbe stato facile, ed io non mi ero mai illusa del contrario... C'era da ringraziare gli dei per quella fortuna sfacciata che mi era stata servita.
Dovevo recitare la mia parte.
   
 
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