Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Charlie_Pace89    29/09/2007    3 recensioni
Marta e Nicola. Frequentano la stessa scuola, ma non si sono mai visti. Un giorno le loro strade si incroceranno, e questo cambierà la loro vita, e quella dei loro amici
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo V

Capitolo V

 

 

Sembrava la scena di un film, o uno di quei quadri particolarmente realistici. Due ragazzi, labbra che si uniscono, mani che si sfiorano, con la luna riflessa sul mare. Credo che nessuno possa sognare un primo bacio così romantico. E il secondo e il terzo e il quarto…ogni istante sembrava sempre più magico. Non parlarono molto. Non avrebbe avuto senso. Avrebbero voluto restare così per sempre, abbracciati in quella splendida notte stellata in riva al mare…

Ma purtroppo la realtà è parecchio diversa dai film, e il due piccioncini furono interrotti dallo squillo di un telefonino.

“Non rispondere!” Nicola continuava a mordicchiarle le labbra

“Potrebbe essere mia madre! Oh cielo, che ore sono?” Marta realizzò all’improvviso che non era la protagonista di un romanzo ma una ragazzina minorenne che ha il coprifuoco a mezzanotte.

“Non ne ho idea” Nicola non le staccava le labbra da dosso. Marta prese coraggio è lo allontanò con una spinta.

“Ahia! Non credevo fossi così violenta!”

“Sta zitto e fermo per un minuto!”

“Non ci riesco” Aveva cominciato a baciarle il collo.

Il telefono continuava imperterrito a squillare. “Nico, se non mi fai rispondere non potrò uscire con te prima dell’anno prossimo, perché resterò in punizione fino ad allora!”

Sentendo una così drammatica notizia Nicola si allontanò subito e le porse persino il telefono. Marta era psicologicamente pronta a prendersi la più grande sgridata della sua vita.

“Pronto mamma!”

“DOVE ACCIDENTI SEI?” Sua madre urlava così forte che avrebbe potuto sentirla anche senza usare il telefono. “SONO LE DUE DI NOTTE! SONO ORE CHE PROVO A CHIAMARTI!”

“Mamma…io, ecco, ho perso la cognizione del tempo…”
”TORNA IMMEDIATAMENTE A CASA! DI CORSA!”

“Mamma ci vorrà un po’…sono in spiaggia…”

“E COME DIAVOLO CI SEI ARRIVATA IN SPIAGGIA? COME PENSI DI TORNARE? MA TI RENDI CONTO? TU MI FARAI IMPAZZIRE UN GIORNO O L’ALTRO!”

Marta sapeva a memoria questi discorsi. Disse a sua madre che era andata lì in motorino con Michele, e questo la tranquillizzò un po’. Sapeva benissimo che sua madre adorava Michele. Lo reputava un angelo, e credeva che con lui non potesse fare danni. Non sapeva quanto si sbagliava.

A malincuore si alzarono in piedi e si diressero verso il motorino, camminando ancora mano nella mano sul lungomare.

“Mia madre è insopportabile! Mi tratta come una bambina! Non fa altro che urlarmi contro!” Marta era furiosa con la donna che aveva osato interrompere la sua favola. Era come quando qualcuno ti sveglia mentre stai facendo un sogno splendido.

“Io creo che dovresti essere felice di avere una madre che si preoccupa per te”

“Che cosa vuoi dire?” Era preoccupata dall’espressione seria comparsa nel volto di lui. Ma Nicola se ne accorse, e la guardò con un sorriso. “Quando conoscerai meglio la mia famiglia, allora capirai”

Sorrideva, ma lei sentiva che non era un sorriso sincero. Sentiva che qualcosa lo faceva stare male, e istintivamente si fermò, costringendolo a fermarsi di fronte a lei. Lo guardò negli occhi un secondo, poi si alzo sulle punte e lo abbracciò. Lo strinse forte, voleva che lui capisse il senso di quell’abbraccio. E lui lo capì. Sentì che lei gli stava dando forza, gli stava dicendo che lo avrebbe protetto da tutto ciò che lo faceva soffrire. La strinse forte e le sussurrò un leggero grazie all’orecchio.

 

 

8:30 di domenica mattina. Squillo di un telefonino. Una ragazza stordita si rigira nel letto. Chi diavolo poteva essere a quell’ora? Non aveva intenzione di scoprirlo. Non si sarebbe alzata da quel letto per nessuna ragione al mondo. Ma chiunque la stesse cercando era parecchio insistente. E come se non bastasse la voce soave di sua madre risuonò per la casa.

“MARTA! RISPONDI A QUEL DIAVOLO DI COSO! E CERCA DI ALZARTI! IERI SERA HAI FATTO I TUOI COMODI E ORA TI ASSUMI LE TUE responsabilità!

Marta si arrese. Si alzò dal letto decisa a urlare una miriade di parolacce a chiunque l’avesse svegliata.

“Pronto?” la parola fu seguita da un sonoro sbadiglio

“Ehi piccola!” Una voce solare, perfettamente sveglia e curiosa uscì dal cellulare.

“Michy cosa cavolo vuoi a quest’ora? È prestissimo!”

“Volevo sapere com’era andata la serata!” Era estremamente divertito. Immaginava Marta in pigiama, spettinata e con lo sguardo omicida.

“Non potevi aspettare un orario decente?

“Guarda, tesoro, che tu sei sempre sveglia a quest’orario!”

“Si ma ieri ho fatto le tre!”

“Le tre? Wow! Notte selvaggia!!”

“Ma che dici, stupido! Non ho fatto niente di sconcio!”

“Proprio niente niente?”

“No! Siamo stati innocenti!”

“E allora perché hai fatto le tre? Avete chiacchierato fino a quell’ora?” Aveva quel tono malizioso che solo a lui riusciva tanto bene.

“Non proprio” Marta cercò di imitare il tono di Michele, ma non ci riuscì del tutto.

“E allora racconta! Non tenermi sulle spine! E ti prego, evita i dettagli troppo piccanti, io sono ancora puro!”

Marta rise “Puro tu? Ricordati che so cose che mettono in serio pericolo la tua reputazione! Per esempio…”

“Basta parlare di me! Parlami di te e del tuo cavaliere dagli occhi verdi!”

 

“Nico! Scendi!”

Una voce familiare sembrava provenire dalla finestra della sua camera. Si affacciò e trovò Alex e Francesco ad aspettarlo.

“Che ci fate qua?”

“Scendi subito! Vogliamo sapere se la serata è andata a buon fine!”

“Oh si! È andata alla grande!”

“Lingua in bocca?” Alex non si smentiva mai.

Nicola rise. “Un cavaliere non va a dire certe cose in giro!”

Alex lo guardò con aria trionfante ed esclamo con sicurezza “Lingua in bocca!”

Proprio in quel momento, come per una strana fatalità divina, si ritrovo a passare da lì Giulia. Lei per Nicola era stata una specie di sogno, una chimera irrealizzabile. Lei lo aveva sempre rifiutato, e lui era sempre stato innamorato di lei. Non importava se fosse fidanzato o no. Erano ormai tre anni che nessuno poteva prendere il posto di Giulia. Lei era il suo grande amore.

Ma per la prima volta, quando la vide passare, non sentì il cuore battere, non provò il famoso senso di smarrimento, non gli manco il respiro. Fu una rivelazione sconvolgente. Rimase attonito a fissare il punto in cui prima c’era stata lei. Era finita. Non gli importava più nulla di Giulia. Il suo cuore batteva per un'altra persona. Ancora più forte di come non avesse mai fatto per lei. Si sentì quasi sopraffatto dal realizzare quanto potente e spaventoso fosse quello che provava per Marta. Che fosse questo il vero amore?

 

Erano la coppia più chiacchierata della scuola. E ovviamente lo odiavano. Improvvisamente Marta si trovò a godere della popolarità per la prima volta in vita sua. Tutti la guardavano, i ragazzi la valutavano, le ragazze la indicavano guardandola con invidia, con ammirazione…alcune persino con cattiveria. Decisero quindi di passare le loro ricreazioni il più lontano possibile dal cortile. Di solito se ne stavano nel loro terrazzino. Ogni tanto stavano nella terrazza dell’ultimo piano con Michele e Sabrina.

Michele sembrava molto bendisposto nei confronti di Nicola, cosa abbastanza strana in quanto era molto protettivo nei confronti della sua piccola. Diceva che Nicola era il ragazzo giusto per lei. Nicola invece non sembrava provare la stessa simpatia per Michele. Quando si vedevano sembrava sempre che lo studiasse, come se volesse valutare le sue vere intenzioni. Era sospettoso.

Così Marta, che voleva evitare situazioni fastidiose, cercava di evitare di farli incontrare, e raccomandò a Michele di non chiamarla “piccola” o “tesoro” davanti a Nicola. Michele acconsentì, ma non senza lamentele e mormorii sulla libertà di espressione e l’amicizia.

Una persona veramente contenta di questa situazione era Sabrina. In fondo per lei non c’era nulla di meglio che vedere Marta stare lontana da Michele almeno a scuola. Era persino riuscita a sorriderle due o tre volte!

A Marta sembrava di vivere in un sogno. Era tutto perfetto. Con Nicola si sentiva bene. Non erano una di quelle coppie appiccicose e sdolcinate. Riuscivano a stare anche da soli per un po’. Amavano entrambi la loro libertà. Ma erano comunque una coppia splendida. Si integravano alla perfezione. Marta era una casinista, impulsiva e istintiva, Michele era più razionale e tranquillo. Così quando Marta aveva voglia di uccidere qualcuno, Nicola la riportava alla calma. E quando Nicola era troppo buono per dirne quattro a chi se lo meritava, Marta ci pensava al posto suo. Erano una macchina perfetta!!

 

Un Martedì pomeriggio a casa di Michele. In teoria un pomeriggio dedicato al ripasso di chimica per il compito. In pratica, due amici sdraiati su un letto, con un auricolare ciascuno che ascoltano le “loro” canzoni e parlano della loro vita. Marta come al solito parlava di Nicola. Michele era un po’ stufo, ma la lasciava parlare per ore. Oggi era parecchio silenzioso. Si capiva che qualcosa gli ronzava per la testa.

“Michy…che hai?”

“Sai piccola, tu e Nicola…mi avete fatto riflettere” Era stranamente serio. Quando Michele era serio significava che qualcosa non andava.

“Riflettere in che senso?”

“Su di me…su Sabrina…sulla mia vita e sulla nostra storia. Io so di non amarla. L’ho sempre saputo. Ma avevo bisogno di avere una persona che mi amasse. Io la sto usando. Sono una persona di merda!”

“Non dire stupidate! Hai commesso un errore, ma lo hai capito. Se non la ami, allora devi dirglielo!”

“Vedi…è proprio questo il problema…io non voglio lasciarla! Perché lei mi serve!” Alzò gli occhi verso il soffitto. “Lo vedi? Che razza di persona sono? Lei mi serve! Ne parlo come fosse un giocattolo. Mi faccio schifo ma non riesco a smettere!”

Marta lo ascoltava in silenzio. Non sapeva cosa dire. Sentiva tutto il dolore dell’amico come se fosse suo.

“E sai qual’è la cosa peggiore?” Adesso la sofferenza che si leggeva nella sua voce sembrava spaccare a metà il cuore di Marta “ Che tutte le volte che facciamo l’amore, io non penso a lei! Perché non è lei che amo! Non è lei la donna che vorrei avere tra le mie braccia! Ma visto che quella  donna non posso averla, allora mi sono creato questa illusione! Ma adesso mi sta massacrando! Perchè vedo che lei si affeziona a me sempre di più, mentre io la amo sempre meno. Eppure continuo ad usarla. E poi c’è lei. La ragazza che amo in modo doloroso e che mi tormenta! Perché so che non potrò mai averla e questo mi uccide! Cosa devo fare, piccola?” Le lacrime cominciarono a scendere dal volto di Michele. Marta si sentì morire. Non lo aveva mai visto piangere.

“Marta rispondimi! Cosa devo fare? Sono uno schifoso pezzo di merda! Ma io ho bisogno di qualcuno! Ho bisogno di credere che al mio fianco ci sia la persona che amo. Perché altrimenti diventa troppo difficile”

Marta, inspiegabilmente, iniziò a piangere insieme all’amico. “Michy, ascoltami. Tu non sei un pezzo di merda. Tu sei la persona più straordinaria che io abbia mai incontrato. Ma io sono la tua migliore amica, perciò devo essere sincera. Non puoi continuare a fare questo a Sabrina. Devi lasciarla e devi dirle che ami un’altra. Le spezzerai il cuore, ma è meglio di questa farsa. Perché credimi, non è stando accanto ad una persona che non ami che le ferite d’amore guariscono. E credo che tu questo lo abbia capito!”

“Mi sento così solo senza lei! Mi manca da stare male, tutti i giorni! Da quando se n’è andata mi sento vuoto. Lei era mia! Era la mia ragione di vita! E poi me l’hanno strappata via, a centinaia di chilometri di distanza! Mi aveva promesso che non mi avrebbe lasciato. Ma adesso si è rifatta una vita”

“Anche tu ti rifarai una vita. Te lo prometto. Prima o poi il dolore passerà e allora ti guarderai intorno e troverai una persona che ti ama davvero, e che tu ami davvero, e sarete felici per sempre!”

Michele la guardò con un sorriso tra le lacrime “Hai letto troppe fiabe, piccola”

Marta allora si sdraiò su di lui, con la testa appoggiata sul suo petto, cingendolo con il braccio. Le lacrime cadevano sulla maglietta di lui. Lui la strinse e le accarezzò i capelli.

“Perché stai piangendo, piccola? Sono io quello che soffre, non tu. Tu sei felice.”

“Io non posso essere felice se non lo sei tu!”

Restarono così, stretti, in silenzio per delle ore.

 

Marta tornò a casa. Era ancora sconvolta dalle parole di Michele. Stava soffrendo così tanto! Si chiese come potesse un sentimento così bello come l’amore poter causare un dolore così grande. Poi si trovò a pensare a come si sarebbe sentita se Nicola se ne fosse andato via per sempre, in una città lontana, all’improvviso, lasciandola sola e disperata come Daniela aveva fatto con Michele. E a quel pensiero iniziò a mancarle l’aria. Solo il pensare una cosa simile le faceva sentire il cuore come trafitto da una lama. Sarebbe stato come…venire strappata dal mondo. E di colpo sentì il bisogno di sentire la sua voce, di sentire che lui era lì. Che era lì per lei. Prese il telefono e lo chiamò.

“Ciao amore! Come mai a quest’ora?”

“Ciao Nico! Io…ecco…volevo sentire la tua voce” si sentiva estremamente stupida e melensa.

“Addirittura! Quand’è che ti sei trasformata in Giulietta? Sai, non vorrei che adesso ti aspettassi una serenata o qualche gesto eroico!” Scherzava, ma in realtà aveva trovato questa timida confessione incredibilmente dolce.

“Non prendermi in giro! Devo chiederti una cosa seria. Devi farmi una promessa.”

“Che promessa?” Nicola era curioso e anche un po’ perplesso

Marta ricominciò a piangere senza ragione. “Mi prometti che non te ne andrai mai via?”

“Ma cosa ti salta in mente? Perchè dovrei andarmene via?”

“Nico…promettimelo e basta!”

“Ok piccola…ti prometto che non me ne andrò mai via senza di te”

“Sei sicuro? Perché so che forse è una promessa un po’ troppo grande…e noi stiamo insieme da solo sue mesi…e non voglio che tu pensi che sto correndo troppo…avevo solo…”

“Ehi, calmati! Non è una promessa troppo grande. Anche se stiamo insieme solo da due mesi. Non me ne andrei mai senza di te…perché ti amo”

Marta rimase ammutolita con lo sguardo perso, come incapace di realizzare la grandezza di ciò che Nicola le aveva appena detto. Era stato inaspettato, la aveva colta di sorpresa. Era stato così forte e sconvolgente. Era pura felicità. Una gioia che non si può esprimere. Non riusciva a parlare.

“Marta, ti ho sconvolta?” Nicola era preoccupato. Sapeva di essere stato affrettato e precipitoso, ma aveva sentito che era giusto dirglielo. Non sapeva bene che reazione aspettarsi, ma il silenzio non lo aveva previsto.

“No, non sono sconvolta. Sono solo sorpresa. E felice come non lo ero stata mai”

 

 

Rieccomi qui! Intanto volevo scusarmi per avervi fatto attendere così tanto con questo quinto capitolo, ma il ritorno alla vita scolastica ha assorbito gran parte del mio tempo…

Tornando al capitolo, credo di aver messo parecchia carne sul fuoco! Anzi, forse ho un po’ esagerato…spero che sia di vostro gradimento! E mi raccomando, recensite!

 

P.S: In origine il personaggio di Michele non doveva avere così tanto spazio. Ma si è praticamente scritto da solo, è uscito prepotentemente dalla mia penna (o dalla mia tastiera ^_^) e si è impossessato di un ruolo in prima fila! La mia unica paura è che finisca per oscurare i due protagonisti…

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Charlie_Pace89