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Autore: adropintheocean_    12/03/2013    3 recensioni
"Sono un paio di fossette e un sorriso allegro che catturano la mia attenzione.
C’è un ragazzo, in fondo al locale, tiene in mano un vassoio con due bicchieri vuoti e un piatto con qualche briciola. Indossa un grembiule verde scuro, legato sui fianchi, sopra un paio di jeans sgarrati. Sorride cordiale a due ragazze sedute al tavolo, poi si gira per tornare indietro.
Volta lo sguardo, per un secondo questo si intreccia al mio.
Mi viene voglia di alzarmi dal tavolo, andare lì da lui, prenderlo e baciarlo. Quindi lo faccio."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mia madre sbatte una mano sul tavolo. “È inammissibile Marylou, te ne rendi conto?” è rossa in viso, la vena aorta sul suo collo pulsa forsennatamente.
È una cardiologa, dovrebbe sapere che agitarsi in questo modo non fa affatto bene.
Mi impegno al massimo per esibire uno sguardo più scocciato che posso, ticchetto con la mano sul muro dove ho poggiato la schiena.
“Dopo una nottata di lavoro torno a casa e che mi ritrovo? Mia figlia a letto con uno sconosciuto nudo!” la voce di mia madre si alza di circa una ventina di ottave sull’ultima parola.
Ho voglia di tapparmi le orecchie e di chiudermi in camera. Ancora. E ancora. E ancora, ancora, ancora.  
 “Sant’Iddio, lo  vedi che ti ricordi quello che ti pare? L’unica cosa che non portava era la maglietta, mà!” mi giustifico urlando.
“Non alzare la voce con me, Marylou, oggi rischi” alza il dito inquisitorio e mi zittisce.
Oggi rischio. Sento la rabbia montarmi dentro. Parte con una sensazione sgradevole nello stomaco, come un insistente formicolio, per poi risalire su fino alla bocca. La  lingua quasi mi prude per tutta la voglia che ha di parlare e dire la sua. Ho bisogno di conficcarmi le unghie nella carne paffuta del mio palmo per riuscire a mantenere la calma.
Decido di rimanere in silenzio, ma sostengo il suo sguardo adirato.
“Hai diciassette anni, non puoi pensare che avvicinandoti alla maggiore età otterrai certe libertà” continua con la  sua manfrina infinita.
Mi viene da alzare gli occhi al cielo, mi trattengo perché so che è un gesto che mia madre detesta.
“E quali sarebbero queste libertà?” domando.
“Devo ripeterti cosa ho ritrovato in casa tornando dal lavoro o ti ricordi?” mi canzona con tono assillante mia madre.
Si, si che mi ricordo, cazzo, ed è stata la notte più bella della mia vita, le vorrei rispondere.
Dopo esserci riaddormentati, Adam stretto a me e io stretta a lui, la stanchezza ha avuto la meglio su di noi e ci siamo completamente abbandonati nel mondo dei sogni. Eravamo, purtroppo, talmente abbandonati da non sentire assolutamente il clic metallico del chiavistello che veniva sbloccato da fuori. Sono stata io a sentire il rumore della porta sbattere chiudendosi e mi sono svegliata  di soprassalto scuotendo la spalla di Adam …
***
“Cazzo” mormoro spalancando gli occhi all’improvviso. Dai piccoli buchi rimasti nella serranda filtra qualche raggio di sole. È mattina.
Adam farfuglia qualcosa, poi, disturbato dal mio movimento, si gira dall’altra parte del letto e continua a dormire. E meno male che doveva alzarsi presto.
“Adam” gli scuoto una spalla. “Adam” non mi risponde. “Adam, cazzo” scuoto di più la sua spalla.
“Mmh, che c’è” boccheggia, sbirciando vedo che tiene gli occhi serrati appesantiti dal sonno.
“Adam, mia madre” comincio.
Lui farfuglia, ancora non si rende conto.
“Mia madre è a casa, Adam!” stavolta alzo la voce e gli mollo uno schiaffo sulla schiena.
Con un salto alza la testa dal cuscino. Ha tutti i ricci arruffati e scompigliati, ogni capello si è ingarbugliato ad un altro e mi domando seriamente in che modo riuscirà a ridare un senso alla sua testa. Ha gli occhi gonfi di sonno e le labbra secche e gonfie anch’esse. È sempre bellissimo, anche così.
Rimaniamo per qualche secondo a fissarci indecisi. Farlo saltare giù dalla finestra è improponibile, abito al quarto piano. Non ho uscite segrete, né tantomeno collegamenti con l’esterno che non prevedano l’attraversamento dell’intero corridoio. Siamo in trappola, mia madre mi taglierà la gola.
“Si può, amore? Lou, sono la mamma” una voce dolce che sussurra giunge da fuori la mia porta. Questa si spalanca lentamente, la luce si fa avanti a tentoni, cercando i nostri visi stravolti in  questo buio  che fino a poco fa ci nascondeva al resto del mondo. “Lou, sei svegl …” sapevo che non avrebbe finito la frase.
Mia madre accende la luce, le sue dita rimangono sopra l’interruttore, la bocca semiaperta combacia con l’espressione esterrefatta che le si dipinge sul volto. Sono nei guai.
“Posso spiegare” parto in quarta, metto le mani avanti in segno di difesa.
Il viso di mia madre si fa paonazzo. “Esci dal letto di mia figlia” la sua voce è fredda, gelida, cerca di mantenere un tono basso, ma si sente un tremolio che non promette bene. “Ora”
Adam ha gli occhi bassi, annuisce. Si scosta il lenzuolo di dosso scoprendo il petto nudo. Oh, Dio. La mia fine giunge qui, oggi, in uno stupido giorno d’estate. Non potevano fare quattro gradi sotto zero? Avremmo dormito con dei maglioni addosso!
Scende giù dal letto, in silenzio. Sotto lo sguardo vigile di mia madre si infila la maglietta e si allaccia le scarpe.
Mia madre ha un’espressione adirata, anzi, adirata è dir poco. Si sposta quel tanto che basta  per permettere ad Adam di sgusciare via dalla stanza senza provocare ulteriori danni. Lo vedo uscire, poi si gira e mi guarda: la sua espressione sembra scusarsi con me, ma la preoccupazione che ne trabocca mi impedisce di decifrarla al meglio.
“Comunque sia, non è successo nulla. Glielo giuro, signora. Sua figlia aveva bisogno di parlare con qualcuno” spiega Adam intimorito.
Il volto di mia madre si gira a guardarlo con lentezza estenuante. “Vai a casa” scandisce le parole. “Per piacere, levati dalla mia vista”
Adam annuisce, mi guarda di nuovo, poi con un’aria sconsolata sgattaiola via.
E ora, a noi, mamma.
***
“No mamma, non mi sono dimenticata” riprendo. “Ma ti ripeto per l’ennesima volta, e giuro che ho perso il conto, che non è successo un bel niente. Davvero! Non mi ha mai dato nemmeno un bacio serio” le spiego.
“Marylou, lo sai che con me puoi parlare di tutto, eh? Perché non me ne hai parlato? Sei piccola per certe cose, non sai fare le scelte giuste. Potresti fare qualcosa di cui poi ti pentiresti” sembra si stia calmando. “Quanti anni avrà? Venticinque? Trenta? Te ne rendi conto, Marylou?!” no, mi sbagliavo. Non si sta calmando.
“Ne ha ventitré. È un normalissimo ragazzo, anzi, è diverso dagli altri. Mamma, ha ventitré cavolo di anni e non mi ha ancora baciato. Ti fa capire questo che tipo di ragazzo possa essere Adam?” gesticolo, voglio che lei mi capisca. Voglio che lei guardi Adam con i miei occhi.
“Tu non conosci la vita. Lo vedi? Ti fai abbindolare dai primi occhi dolci che vedi” dice sprezzante.
“Preferivi continuare a vedermi sola mentre tutte le mie amiche si fidanzano?” controbatto.
“Non mi interessa cosa fanno le tue amiche. È ovvio che mi sta a cuore la tua felicità, apposta per questo motivo se vedo che sbagli mi sento in dovere di fartelo notare” conclude allargando le braccia.
“Farmelo notare? Lo hai terrorizzato! Probabilmente se mai dovesse incontrarmi in giro, cambierà strada”
“Vorrà dire che non ti merita, tesoro” spiega con ovvietà. Va in cucina e infila il camice bianco in lavatrice assieme ad altri panni. Spinge start, il rumore del cestello mi riempie le orecchie.
“Tu non capisci. Lui per me è importante davvero. Lo conosco da poco, ok. Ma è come se lo conoscessi da sempre. È diverso, non è come gli altri. Vede in me cose che nemmeno sapevo esistessero. Mi vede bella, mamma” quando parlo metto tutta l’intensità che posso nella parole che uso, voglio davvero farle capire come mi sento quando sto con lui, qual è la magia che provo mentre mi guarda negli occhi.
Mia madre si gira ad osservarmi. “Sai, si capisce sempre quando dici le bugie. Ti si colorano leggermente le guance e, facendo attenzione, si vede che tendi a sbattere le palpebre molto spesso” mi informa, si gira di nuovo, mette l’acqua a bollire.
Scuoto la testa tra me e me. Non avrebbe capito. Eppure pensavo che avessimo un buon rapporto. Sarà stressata per il divorzio, in fondo questo è il primo giorno. Solo in questo momento noto che i suoi occhi sono un po’ gonfi, come se avesse passato del tempo a piangere.
“Mamma non sto mentendo, te lo giuro” mi concentro per non sbattere gli occhi nemmeno un istante.
“Infatti non ho detto che l’hai fatto” mi risponde e sembra quasi che sorrida.
Approfitto del momento di calma superficiale, allungo le braccia e la avvolgo in un abbraccio da dietro. Poggio la testa sulla sua schiena e chiudo gli occhi. Siamo rimaste in due, dobbiamo fare di tutto per non dividerci.
“Scusami, Lou. Sono stressata, forse ho reagito un po’ esageratamente. Ma cerca di capirmi, amore” sussurra, con una mano mi accarezza la schiena.
“Tu devi fidarti di quello che ti dico io, mà, non di quello che vedi” parlo a bassa voce.
“Si, Lou. D’accordo. Ci riusciremo, insieme. Non ci lasceremo abbattere da ‘sta situazione” tira su col naso. La stringo più forte.
Il resto della giornata la passiamo a chiacchierare. Parliamo tutto il pomeriggio sedute sul divano, la tv rimane perennemente spenta, così come anche la radio, cosa che in casa mia non succede quasi mai.
Le racconto di Adam, di come l’ho conosciuto, le confesso che le mie amiche mi hanno fatto ubriacare. Le parlo del parco e del nostro incontro, del fatto che non riesco a capire perché Adam non mi abbia ancora baciato seriamente, né tantomeno perché stia dietro proprio a una come me.
“Perché tu sei speciale, Marylou. Lo siamo un po’ tutti, ognuno a modo suo. Il difficile sta nel trovare chi ti vede più speciale degli altri. E Adam, forse, ha visto in te quella specialità che cercava” spiega pragmatica mia madre sorridendomi, mostra le piccole rughe ai lati degli occhi e mi accarezza la guancia con dolcezza.   


*spazio autrice :)*
volevo ringraziare tutti per le visualizzazioni, spero che stiate continuando a leggere la storia e che vi piaccia e incuriosisca. Mi ci sto impegnando un sacco, ma ho sempre paura che stia andando troppo di fretta e che la storia sembri banale. Ho pochissime recensioni (ma ringrazio davvero in TUTTE le lingue del mondo chi me le  scrive perchè per me siete tipo droga di autostima, non so se mi spiego :'3 siete f o n d a m e n t a l i !) perciò, se avete dei consigli da darmi, o anche delle critiche, o magari volete solo farmi sapere se la storia vi piace oppure no... fatelo tranquillamente con una piccola/breve/lunga/stupida recensione, accetto tutto, davvero. Grazie ancora di spendere il vostro tempo leggendo questa mia cosa, adoro farlo e spero di riuscire a trasmettere le stesse emozioni che provo io quando scrivo.. Un bacio e al prossimo capitolo :D 
  
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