Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    14/03/2013    3 recensioni
Maya si reca finalmente nell'isola di Izu, con nel cuore un mix tra speranze e dubbi su ciò che accadrà nell'incontro con il famigerato ammiratore.
Riuscirà Masumi a rivelare la sua identità? E cosa accoglierà la giovane Maya dietro il portone in legno della magnifica villa?
Una notte di luna nuova, segnerà l'inizio di questa nuova avventura.
"Lasciando fuori tutto il resto"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3

L’acqua tiepida gli accarezzava il viso con dolcezza, chiuse gli occhi per assaporare meglio quella sensazione di beatitudine e respirò a fondo.
Masumi era confuso e solitamente riflettere sotto la doccia lo aiutava a schiarirsi le idee ed a far luce sui propri dubbi.
Nel giro di poche ore, infiniti stati d’animo si erano addentrati in lui ed in quel momento non seppe dire quale tra questi potesse prendere il sopravvento.
Di una cosa era certo: non era mai stato tanto felice. Nemmeno quando capì che il fazzoletto che aveva trovato nel suo ufficio apparteneva a Maya; nemmeno quando la strinse forte su quel ponte della nave; nemmeno quando lei tornò indietro supplicandolo di aspettare che crescesse, nella stazione navale…
Adesso si spiegava molti suoi comportamenti: lei sapeva la sua identità da moltissimo tempo e nonostante questo, aveva accettato la verità con gioia… Che cosa voleva dire? Aveva parlato della differenza dei sentimenti che provava per l’ammiratore, per Sakurakoji e per lui, ma quale poteva essere questa differenza? Provava gratitudine per l’ammiratore, per Sakurakoji o per lui? Per chi provava semplice affetto e di chi era innamorata?
La testa andò in palla per l’ennesima volta. Insaponò il corpo con energia, cercando di scacciare via tutti quei tormenti.
Doveva far luce su quella storia, doveva capire se aveva anche una sola possibilità con lei.
La testa gli suggeriva che i messaggi che la ragazza stava mandando fossero ben chiari, soprattutto quella volta alla stazione marittima, l’aveva abbracciato di sua iniziativa e sempre da lei era partita la richiesta di aspettare che crescesse. L’aveva cercato per sapere se le loro promesse fossero ancora valide nel marciapiede dello stabile della Daito, ma lui quella volta l’aveva rifiutata con disprezzo…
Cosa doveva fare? Se aveva scelto di rivelarsi, era stato solo dopo la proposta di Hijiri di tenersi Maya per se, ma lui non poteva permetterlo…
Infondo non poteva sposare una donna che non amava ed aveva deciso di scappare di casa per vivere la propria vita. Ma intanto, prima di decidere cosa fare con Shiori, aveva bisogno di capire fino in fondo se con Maya il semaforo era finalmente diventato verde.
Sciacquò il corpo un’ultima volta, chiuse i rubinetti ed uscì dalla doccia. Prese un asciugamano bianco e lo avvolse alla vita, mentre con un altro iniziò a tamponare i biondi capelli.
In fin dei conti la giornata era iniziata nel migliore dei modi, poteva ben sperare per le restanti ore.
Stava ancora asciugando il corpo, quando sentì un forte rumore dal piano di sotto, seguito da un vigoroso urlo. Si precipitò al piano inferiore, saltando alcuni gradini della scala.
-Maya!- gridò arrivando in cucina. Trovò la ragazza sommersa dalle pentole, con una sedia rovesciata poco distante da lei e gli sportelli sopra il cucinino ancora aperti.
- Signor Hayami, non è niente…- lo rassicurò cercando di riemergere dalla massa di acciaio - Volevo preparare la colazione, ma non riuscivo a prendere le pentole, così ho preso una sedia, ma accidentalmente sono caduta all’indietro e…- il fiato le morì in gola, quando finalmente posò lo sguardo sul signor Hayami, che la aveva aiutata a togliere un po’ di pentole da sopra il corpo.
-Maya, tutto bene?- chiese lui osservandola boccheggiare.
- Mi… Mi scusi, signor Hayami, ma…- spostò lo sguardo su un altro punto, rossissima in viso. Solo a quel punto Masumi si ricordò di indossare un piccolo straccetto a coprire le parti intime ed il resto del corpo interamente a bella vista. Si imbarazzò moltissimo anche lui e trovò nella fuga l’unica soluzione.
- Signorina Kitajima, mi perdoni, ho sentito quel tonfo e sono corso a vedere… Mi scusi…- e salì le scale con foga, inciampando in qualche punto.
Quando arrivò in camera sua, chiuse la porta a chiave ed imprecò per la propria goffaggine.
Ma era un uomo o cosa? Far simili figuracce non era da lui…

Maya al piano di sotto non osava ancora spostare lo sguardo dalla pianta che stava fissando intensamente.
“Respira”, si disse, “respira… Tu non hai visto niente… Niente… Non ho visto niente? NON HO VISTO NIENTE? Sto per morire, muoio, adesso ne sono certa… Sto per morire…”
Respirò parecchie volte, poi si calmò pian piano. Infondo non era la prima volta che vedeva un uomo semi nudo… Aveva visto molti sceneggiati e partecipato in altrettanti dove gli uomini si liberarono delle ingombranti vesti per dar vita ad una lotta all’ultimo sangue…
Ma quello era diverso! Aveva visto il signor Hayami a quel modo!
Il sangue le salì al cervello, facendo uscire un po’ di fumo dalle orecchie, come fosse una pentola a pressione.
Una cosa però poteva dirla (almeno a se stessa), le sue fantasie non rispecchiavano nemmeno minimamente la realtà… Se prima poteva appena intravedere le sue fattezze dalla camicia bagnata, adesso aveva un’immagine nitida su cui fantasticare notte dopo notte. Si sarebbe fatta bastare quella visione angelica, dato che lui era un uomo ormai quasi sposato.
A quel pensiero un fulmine la colpì.
Si rabbuiò e divenne all’improvviso infinitamente triste.
Si alzò da terra sconsolata ed iniziò a riporre le pentole nello stipetto.
Il signor Hayami si stava per sposare… Era giusto rimanere da sola con lui in una casa tanto grande? Era giusto preparargli la colazione e fare lunghe passeggiate per la spiaggia insieme, da soli?
Lei non era tra quel tipo di ragazze che rubano i fidanzati alle altre, ma lei amava il signor Hayami più di se stessa… Era una forse una cattiva ragazza? Era una donna egoista perché pensava all’uomo di un’altra? Ma come poteva lei competere con la signorina Shiori, così elegante e raffinata?!? Lei a confronto era una piccola Dumbo, ogni istante sempre più goffa ed impacciata.
Preparò il riso con un briciolo di vitalità.
Improvvisamente si sentì in colpa…
Chissà cosa pensava il signor Hayami di quel suo comportamento. L’aveva stretto forte, quella mattina ed avevano passeggiato a lungo mano nella mano, quasi fossero… Tornò ad imbarazzarsi per i suoi stessi pensieri.
Ma cosa doveva fare? Doveva lasciarsi andare o allontanarlo?
Ma perché era così piccola quando lui era ancora senza fidanzata? Perché dovette accorgersi dei suoi sentimenti quando lui era già impegnato con un’altra?
Signor Hayami, la prego, se anche lei prova quello che provo io, sarebbe disposto a rinunciare ad una bella donna come la signorina Shiori per una come me?
Non poteva chiederglielo. Avrebbe aspettato lo svolgersi degli eventi e poi avrebbe deciso.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe esposta per lui. Se anche stavolta lui si sarebbe rifiutato, allora si sarebbe rassegnata per sempre. Si sarebbe rassegnata a vivere una vita a metà, una vita senza amore…

La tavola era già imbandita quando Masumi entrò in cucina. Si sentiva profondamente in imbarazzo e deviò per parecchio tempo lo sguardo di Maya.
-Scusi per prima, signor Hayami… Non volevo farla preoccupare- lo anticipò lei.
- Sono io che devo scusarmi, ecco… Non volevo presentarmi in una tenuta simile davanti a te… A proposito, ti sei fatta male?-
Maya alzò gli occhi incrinando le labbra. Era bello quando le dava del tu, la faceva sentire in qualche modo più vicina.
- No, sto bene per fortuna! E comunque non si preoccupi per l’incidente, non è stata colpa sua… Adesso mangiamo?-
-Ma certo! C’è uno stomaco che brontola ancora, qui tra noi…-
- Non dica così, ammetta che anche lei ha fame…-
Si sedettero uno di fronte all’altro ed iniziarono a riempire i piatti.
- Mah, vediamo un po’ cosa ha preparato di buono…- addentò un pò di tutto ed alla fine si pronunciò – davvero niente male! Non credevo fosse capace di cucinare…-
- Non crederà mica che viva sul serio allo stato bravo!-
- In effetti pensavo che per interpretare Akoya dovesse nutrirsi solo di cibi biologici…-
-Mettiamola così: cerco di mangiare sano…-
Continuarono a mangiare in silenzio. Maya si sentì di nuovo bene, ma i cattivi pensieri continuavano ad assillarla.
-Signor Hayami…- iniziò poggiando le bacchette accanto al piatto ormai vuoto.
-Si?...-
- Crede… Crede che io sia una cattiva ragazza?- Masumi la guardò stranito.
- Cosa intende per “cattiva ragazza”?-
- Ecco, non so…- le si imporporarono le guance, ma continuò – ecco, se provassi dei sentimenti molto intensi per una persona già impegnata, potrei essere considerata una cattiva ragazza?-
Masumi per poco non affogò.
Masumi era uno stupido, ma quella era da considerarsi una mezza dichiarazione.
-Provi un sentimento molto forte per una persona già impegnata? Parli dell’amore?-
-Si, intendo l’amore vero, quello che si prova poche volte nella vita. Io credo di aver trovato la mia anima gemella, ma…-
-La tua anima gemella è già impegnata-
-Si…- concluse lei sconsolata, giocherellando con il tovagliolo solo per avere una scusa per non guardarlo negli occhi.
- Sai, Maya, non credo che provare amore per qualcuno sia qualcosa di cui vergognarsi. Provare amore è già di per se un sentimento che rende vivi… Quindi credo che no, non sei una cattiva ragazza. Non è errato provare amore, se non hai fatto nulla di male non vedo come possa preoccuparti. Hai parlato alla persona che ami dei tuoi sentimenti?- il cuore prese a battere. A breve sarebbero trapelate informazioni interessanti.
- Lui non sa cosa provo. Gli ho accennato qualcosa, ma non voglio metterlo nei guai a causa del mio egoismo. So che la sua fidanzata è una donna più bella, più elegante e raffinata di me. Al suo confronto sembro quasi una bambina… Non posso paragonarmi a lei…- concluse dispiaciuta.
- Maya, l’amore non si misura con la bellezza o l’eleganza. Può darsi che anche l’uomo di cui mi parli ricambi i tuoi sentimenti, ma che per motivi a te sconosciuti ha taciuto il suo amore per anni, aspettando un tuo segnale…- Maya alzò gli occhi, brillando dall’emozione – può darsi che quest’uomo abbia cercato in tutti i modi di capire se davvero avesse avuto anche sola una possibilità con te, ma che al tuo ennesimo rifiuto ha preferito lasciarti libera per sempre e sposarsi con una donna che non ama solo per altri scopi-
- Ma l’amore non dovrebbe avere altri scopi!-
- E’ vero, ma il mondo è crudele, Maya e non sempre si può fare ciò che si vuole veramente…-
- Mi sta dicendo che dovrei rinunciare all’uomo che amo perché lui deve sposarsi per altri scopi che non siano l’amore?-
- No… Dico solo che dovreste parlarne insieme e capire cosa potete fare per essere finalmente felici…-
Maya strinse forte le bacchette con cui aveva mangiato sino ad un attimo prima.
-Signor Hayami, lei è felice?-
Si fissarono negli occhi, poi Masumi le afferrò la mano con cui teneva le bacchette e la strinse forte.
-Si, adesso sono felice…- e le regalò il sorriso più vero e sincero di tutta la sua vita.
Se quella era una sorta di dichiarazione d’amore, allora entrambi avevano la conferma che infondo potevano concedersi ancora una possibilità. Non era ancora tutto perduto.

Bussò alla porta della sua camera con dolcezza, ma non osò entrare finchè non avesse ottenuto risposta. Una cattiva figura poteva bastare per quel giorno.
-E’ pronta?- chiese captando ogni minimo rumore che venisse dall’interno.
La porta si aprì poco dopo, mostrandogli una Maya iper-sorridente e vestita in modo molto grazioso.
-Allora? Che ne dice? Ho una tenuta da motociclista?-
Indossava dei jeans scuri, una magliettina bianca ed un giubbotto di pelle nera (che le aveva comprato lui, dato che aveva più o meno organizzato le cose da fare per quella giornata).
-Direi che come sempre si è calata divinamente nel personaggio…-
- Guardi che non sto recitando, voglio essere davvero una degna motociclista…- sbruffò teneramente e Masumi rise come un matto.
-Almeno l’impegno c’è… Ma le manca ancora una cosa- mise la mano in tasca ed estrasse un foulard viola. Si avvicinò alla giovane donna e la sovrastò con il proprio corpo.
Maya trattenne il fiato quando percepì una mano calda scostarle i lunghi capelli, facendo passare attorno al collo il piccolo foulard. Poi lui si abbassò di poco e le allacciò elegantemente il tessuto.
Si guardarono di sottecchi, facendo in modo che l’altro non si accorgesse di essere osservato.
-Adesso si che è una vera motociclista! Inoltre siamo anche sicuri non le venga un malanno-
-Grazie…- rispose imbarazzata. Si scostò per andarsi a specchiare. Accarezzò il fazzoletto viola e sorrise. Le aveva regalato un fazzoletto… Era così gentile!
-Possiamo andare?- chiese lui ossevandola appoggiato al cornicione della porta. Ed a Maya mancò il fiato. Era troppo imbarazzata per mettersi ad osservarlo, ma non potè fare a meno di pensare che fosse bellissimo…
Decisamente erano rare le volte in cui aveva visto l’uomo in tenuta informale, pensare di poterlo vedere vestito a quel modo, era pura utopia! Indossava un paio di jeans non troppo scuri, una camicia azzurra ed un giubbotto in pelle, che metteva in risalto la linea possente delle spalle.
-Allora?- le ripetè vedendo che era rimasta ferma a quel punto.
-Si, andiamo…-
Appena gli fu accanto, Masumi non resistette e le afferrò una mano.
Scesero le scale, sino ad arrivare al garage, dove Masumi teneva una bellissima moto nera.
Maya era già salita su quel genere di moto in compagnia di Sakurakoji. Non credeva che il signor Hayami fosse un tipo da moto, ma quella mattina le aveva spiegato che in quell’isola era libero di essere se stesso e le rivelò una forte passione per le moto.
Le sistemò il casco sopra la testa, allacciandolo con cura sotto il mento. Sistemò anche il suo e le fece cenno di spostarsi per poter uscire dal garage.
Un boato ruggì quando mise in moto, vederlo così sicuro mentre accostava fuori il vialetto per permetterle di salire, le fece tremare le ginocchia.
-Avanti, faccia un bel salto…- le disse prendendola in giro.
-Guardi che non è la prima volta che salgo su una moto…- precisò lei per non essere derisa ancora una volta, ma naturalmente evitò di specificare in quali circostanze aveva utilizzato quel mezzo, le sembrava decisamente inappropriato e fuori luogo.
Le porse una mano per aiutarla a sistemarsi nel sellino e lei ce la fece con qualche fatica, dettate non tanto dal fatto che fosse poco esperta, quanto all’emozione del momento.
- Si tenga stretta, non vorrei ritrovarla stesa al suolo…- le disse afferrandole entrambe le mani ed allacciandole attorno la propria vita.
La moto ruggì di nuovo e finalmente partirono.
L’aria pungente le accarezzava i vestiti, ma il calore del corpo di Masumi, le impedì di sentire freddo. Viaggiare a quel modo assieme a lui, era una sensazione bellissima. Vedeva scorrere attorno a loro quel magnifico paesaggio, fatto di una vegetazione molto fitta che si alternava al chiarore del mare.
Tutto ciò non era nemmeno paragonabile a quella volta in cui era uscita con Sakurakoji. Le emozioni che stava provando, erano qualcosa di indescrivibile, mentre quella volta non aveva provato nulla di particolare accostandosi al corpo di Sakurakoji per evitare di cadere.
Il cuore le batteva fortissimo, strinse più forte le braccia tra la vita del signor Hayami, tanto che ebbe paura di starlo stritolando, ma non udì lamentele da parte sua, così si prese di coraggio ed appoggiò il capo sulla sua schiena.
Era perfetto.
Non poteva sperare in niente di più romantico.
Il sole la riscaldava ed il vento la faceva tornare ad una temperatura ideale, il cuore batteva e le mani le tremavano. Il signor Hayami guidava sicuro ed ogni tanto le spiegava varie cose del luogo, come i nomi delle baie, o il tipo di piante che crescevano sull’isola.
Qualche volta si fermarono per osservare il panorama ed allora Masumi la prendeva per mano, o la teneva stretta per le spalle e le indicava i punti dove da ragazzino osservava il mare, o di notte le stelle.
In quel momento si sentì parte integrante della sua vita, non era un’estranea, stava condividendo tutte quelle esperienze di vita come se anche lei ne facesse parte… Le venne quasi da piangere dall’emozione, ma non lo fece, poiché il tremore delle ginocchia era già sufficiente per far percepire la propria emozione.
A pranzo, il signor Hayami la portò in un piccolo ristorante con vista sul mare, niente di formale; alla fine scoprì che i proprietari erano due signori anziani che in passato si presero cura di Masumi, quando si recava da solo a quel luogo.
Mangiarono pesce a volontà e Maya ne rimase entusiasta. Si chiese se anche Akoya era solita cucinare dei pesci per Ichiren e decise in ogni caso, che anche lei avrebbe imparato a cucinare il pesce in quel modo divino, così avrebbe fatto felice il “suo” di Ichiren…
Nel momento del dolce, quando ormai lo stomaco era pieno fino quasi a scoppiare, vide il signor Hayami alzarsi dal posto e dirigersi in cucina.
-Mi aspetti qui, arrivo tra un attimo…- le aveva detto sorridente.
Maya ne approfittò per osservare le sfumature del mare e sorrise di gioia.
Poteva esistere tanta felicità? Il cuore avrebbe retto a tutte quelle emozioni? O sarebbe esploso? Sperò seriamente di no, dato che l’attimo dopo ebbe un serio motivo per dubitare della sopravvivenza del proprio cuore…
Il signor Hayami tornò al tavolo con un piccolo mazzo di rose viola in una mano ed una piccola torta nell’altra.
-Per lei…- le disse porgendole il mazzo, che afferrò in trance – la ringrazio per essere venuta e per avermi risparmiato la vita. Il suo mancato attentato, significa moltissimo per me…- nonostante l’emozione entrambi risero con gusto.
Maya annusò il buon profumo dei fiori, poi osservò la torta e vide che era decorata di tantissime rose viola.
Come poteva non amare quell’uomo? Era impossibile…
Poggiò il mazzo sul tavolo e si alzò, mentre lui sistemò la torta al centro del tavolino.
-Grazie infinite, signor Hayami…- le disse lei sporgendosi in avanti e depositando un bacio leggero sulla guancia. Poi afferrò le mani adesso libere dell’uomo e sorrise radiosa –grazie veramente di tutto, non sono mai stata così felice in vita mia…-
Ed una luce accecante lì colpì, ma non era la luce procurata dai raggi solari. Quella luce, partiva dai loro cuori e si espandeva in raggi concentrici per tutto il loro corpo, sino ad arrivare al cuore dell’altro.

Continua…

NOTE:
Ok, vogliamo parlare di Masumi versione motociclista? Secondo me starebbe benissimo *Q*
Inoltre adoro quel pezzo nel manga dove si vede Masumi sotto la doccia e subito dopo con un misero straccetto attorno la vita ed un altro a tamponare i capelli.
Che volete? Con simili scene da cui prendere spunto, mi si apre tutto un mondo...

Al prossimo capitolo e grazie a tutte le persone che stanno leggendo!
Lasciate un commento, se vi va, kissssss
  
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