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Autore: stillfreeit    15/03/2013    1 recensioni
" Sarà lei a pagare ogni tua parola, Cyru " sibilò stringendo i pugni
tremanti. Neanche questa minaccia riuscì a scalfire minimamente il
ghigno soddisfatto di Cyru.
" Ho vinto io, Odhron. Mi auguro per te che tu sia pronto a pagare la
sconfitta ".
" UCCIDILO!! " tuonò lui rivolto al soldato che tratteneva Cyru sotto la
morsa del coltello. Chiusi gli occhi, prima di dover vedere la vita
dell'ennesimo grande uomo spegnersi sotto l'ordine di quel pazzo.
La prima storia che abbia mai scritto, ve la presento senza ritocchi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11 Naur:

" Stavate dicendo, Capitano? ".
La punta della spada di Alagos mi stava graffiando il centro del petto... e io ancora non avevo capito come fossi finito con la schiena per terra quando meno di tre secondi prima stringevo le redini della situazione.
Era successo veramente tutto troppo in fretta...
Era davvero così semplice battere il Capitano?
Alagos mi aveva colto di sorpresa... quando non avrebbe dovuto. Cominciavo a comprendere davvero fino in fondo il giudizio di Odhron nei confronti
del ragazzo...
Lo fissai a bocca aperta per qualche altro istante.
Non era facile superare quel trauma.
Erano passati anni dall'ultima volta che ero stato buttato a terra... e... quello era un ragazzino!
Guardai incredulo la lama d'oro che finiva sul mio petto. Alagos la rimosse subito, rimettendola nella fodera. "Mi sembrate piuttosto sorpreso, Capitano... " disse porgendomi un braccio per aiutarmi ad alzarmi.
Anche quello?
" Il fatto che tu abbia praticamente la metà dei miei anni non significa che non possa alzarmi da solo " dissi tornando in posizione eretta senza l'aiuto del suo braccio.
Mentre mi scuotevo la polvere dalle maniche della camicia guardai in sottecchi il viso di Alagos.
Mi guardava accigliato, probabilmente sorpreso dalla mia reazione brusca.
In realtà neanche io ne conoscevo bene il motivo. Ma ad essere sincero, ne avevo una mezza idea:
Quello... stecco di ragazzo era piombato nella mia vita come un improvviso acquazzone... che... continuava a bagnarmi con tutte quelle capacità straordinarie che tirava fuori con irritante facilità...
Come potevo permettergli di insegnarmi? Ero io il Capitano!
Non esisteva recluta in grado di domare un cavallo che non fossi stato capace di cavalcare.
Non esisteva recluta che potesse insegnarmi cosa fosse il rispetto.
Non esisteva recluta che potesse battermi in duello in modo tanto palese... erano anni che non venivo sconfitto!
Ricordai la domanda che Alagos mi aveva fatto prima di cominciare il duello, quella per cui il duello stesso era cominciato. Il duello che ero stato
sicuro di... be'...
Comunque, dovevo rispondere. Mancava solo che dovesse rimproverarmi il fatto che non mantenevo fede alle promesse.
" Odhron è il mio Generale, Alagos. Ed è questo che conta, nient'altro" risposi finendo di sistemarmi.
Le parole erano uscite dalla mia bocca molto più aspre di quanto forse avrei dovuto, e il risultato fu perfettamente leggibile negli occhi freddi del ragazzo. " Credo sia il
momento di ripartire... e dovremmo fare delle ricognizioni in giro d'ora in poi, per controllare eventuali passaggi di persone... ".
" Bene" rispose Alagos, come lo schiocco di una frusta. Si passò la lingua sui denti mentre da me spostava lo sguardo verso gli alberi attorno. "Se mi è concesso, avrei dei bisogni di cui occuparmi, prima di partire " aggiunse.
Mi aveva battuto nonostante la vescica piena? Ci mancava solo questa!
Si allontanò dopo un mio cenno del capo.
Il tono freddo professionale aveva palesemente ripreso il suo posto.
Ero riuscito a risolvere la situazione del giorno prima e disfarla di nuovo nel giro di pochi minuti... cominciavo a pensare che fosse meglio mantenere quelle distanze.
Capitano e soldato. Esattamente quello che eravamo... o forse ero semplicemente invidioso?
" Mi rincresce di aver vinto, Signore. Prometto che non ricapiterà " aggiunse fermandosi un secondo, prima di ricominciare a camminare a passo sostenuto e sparire in mezzo agli alberi.
Doppiamente umiliante.
Quanto lo odiavo... cominciavo a pensare che quei trei barilotti di birra senza cervello della sera mi sarebbero stati molto più simpatici di lui, che sembrava aver sempre così maledettamente ragione.
Soffrivo forse di delirio di onnipotenza?
Il ruolo di Capitano mi aveva dato alla testa... non c'era altra spiegazione. Perché arrabbiarsi tanto per un banalissimo duello?
Non ero più in grado di perdere.
Quando Alagos tornò e montò sul suo cavallo, sapevo che avrei dovuto dire qualcosa, ma il mio ego smisurato mescolato ad un bel po' di orgoglio mi impedì di parlare. Non avrei sopportato l'idea di dovergli dare ragione d nuovo...
Ero io il Capitano.
   
 
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