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Autore: Mimiwitch    15/03/2013    2 recensioni
Peter deve fare i conti con un mostro dentro si sé, chiamato rimorso. Cosa lo aiuterà a ucciderlo? Tra significati nascosti di fiori bellissimi forse c'è la risposta.
Seconda Classificata al contest: Il linguaggio segreto dei fiori, indetto da Fight_4 su FFZ.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Minus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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La falsità dell'odio


Il buio lo avvolgeva, soffocante.

Il cuore batteva frenetico sotto pelle, impedendogli di dormire.

Altri avrebbero dato un nome a quel fastidio al centro del petto, a quel morso doloroso sul cuore: gli altri li chiamavano sensi di colpa.

Ma Peter scacciò le coperte dal letto con un calcio, insieme a quella folle idea.

Non si sentiva in colpa, affatto. Non aveva avuto scelta, era andata proprio così.

Il Signore Oscuro sapeva leggere dentro le menti, avrebbe capito da solo che lui sapeva, che era il loro custode e allora si sarebbe arrabbiato con lui per non averglielo detto. E lo avrebbe ucciso dolorosamente.

Era stato costretto, certo, messo con le spalle al muro.

Si rigirava nel letto, il corpo piccolo e molle, scosso da brividi che voleva ignorare, cercando argomentazioni che impedissero al suo petto di bruciare.

Sospirò cedendo al ricordo.

Il Signore Oscuro aveva sogghignato e con uno scintillio perverso negli occhi si era alzato dal suo scranno, sovrastandolo.

Bravo, Peter, non mi sarei mai aspettato che ti saresti rivelato così utile” aveva sibilato alla figura di lui, rannicchiata ai suoi piedi.

Stasera i Potter avranno ospiti, dopo molto tempo.”

Era stato solo poche ore prima, ma aveva rivissuto quelle parole nella mente come un'eco, ogni minuto.

Forse in quello stesso istante era arrivato a casa loro, li stava affrontando, li stava...

Il pensiero divenne incontenibile e si alzò di scatto dal letto, fiondandosi alla finestra, per cercare di distrarre la mente.

Non era colpa sua, non lo era affatto. Lui era debole, non poteva opporsi a un mago così potente.

-Non hai avuto scelta, Peter. Era la tua vita o la loro e tu non vuoi morire! Hai paura di morire.-

Ripeterselo all'infinito non riuscì a farlo sentire meglio come aveva sperato.

Guardò fuori dalla finestra, nel buio della notte: il cielo era coperto, preannunciando pioggia.

Una brutta notte per morire.

Scostò lo sguardo sull'unica fonte di luce all'esterno, la fioca lampada della serra di sua madre; le piantine all'interno sembravano pallidi prigionieri dietro il vetro, proprio come lui.

Chissà se anche loro soffrivano.

Gli occhi si soffermarono sulla minuscola digitale purpurea, che sua madre adorava: il piccolo fusto era ricoperto di delicati cappuccetti vermigli, che somigliavano ai copricapi delle fatine nelle illustrazioni babbane. Ecco perché sua madre la trovava deliziosa mentre Peter la detestava con tutto il cuore; era una pianta subdola e meschina, che dietro un'apparenza innocua e delicata nascondeva un mortale veleno.

-Proprio come te, Peter.-

Perché questa volta la voce nella sua testa assomigliava così tanto a quella di James? Perché c'era un tono maligno, come a volerlo giudicare?

Io... io non ho fatto nulla di male. Io... non avevo altre possibilità” balbettò timoroso al suo riflesso sul vetro della finestra. Quello gli rimandava uno sguardo spaventato e colpevole.

-Sì, che ce l'avevi. Io ero tuo amico, Peter. Come hai potuto?- incalzò la voce, con tono più forte.

Io... non potevo far nulla. La nostra amicizia non conta!” urlò ancora alle ombre della notte.

-Certo che conta! Io avrei dato la vita per te, Peter, lo sai. Ti ho sempre voluto bene! E tu mi hai venduto, Peter. Ci hai venduto.-

Peter sbatté la mano contro la cornice della finestra facendo vibrare il vetro, increspando brevemente il suo riflesso.

Perché quella voce non smetteva, perché cresceva di intensità insieme al dolore al petto? Perché si sentiva le viscere liquefare mentre la sua testa veniva invasa da insinuazioni?

Non si sentiva in colpa! No, non avrebbe ceduto al rimorso.

-Come hai potuto guardarci sorridente mentre progettavi la nostra vendita? Mentre pensavi a quello che la nostra morte ti avrebbe portato? Dopo tutto quello che ho fatto per te, che abbiamo fatto per te!-

Peter respirò in preda all'ansia, le mani strette attorno alla testa, mentre piangeva di impotenza. La voce colpiva dove faceva più male, dove era più vulnerabile.

-Hai dimenticato come ti proteggevo...-

Hai dimenticato come mi trattavi da leccapiedi?” gridò Peter con voce rotta, interrompendo la voce simile a James nella sua testa.

Non appena l'eco della sua frase si spense, Peter si accorse di un nuovo sentimento nel suo petto: rabbia. Stava lentamente divorando il senso di colpa, sostituendo dei graffi controllati al dilaniamento di prima.

La voce della sua coscienza tornò incalzante.

-Io ti ho sempre voluto bene, Peter e non mi...”

No, tu non mi volevi bene! Volevi qualcuno che ti adorasse, che ti osannasse! Io ero solo un povero sfigato che serviva a ricordarti quanto fossi bello e bravo!” ansimò fuori di sé, le lacrime ormai asciutte.

La voce nella sua testa era sempre più debole e meno convincente.

-Come puoi dimenticare come ci siamo divertiti? Come ci volevamo bene?-

Hai dimenticato come volevi farmi sentire quando trascinavi il mio spirito in basso? Quando mi denigravi, quando mi umiliavi perché tu e Sirius poteste farvi due risate? Come mi facevate sentire inutile?” urlò con furia al suo riflesso ferito.

Il Peter pallido e distorto gli rimandò un'occhiata rabbiosa e dura. Poi gli sorrise.

James non gli era mai stato davvero amico, non gli aveva mai voluto bene, come aveva potuto scordare tutte le lacrime che aveva ingoiato a causa dei suoi scherzi, delle sue battutine? O il dolore che provava a non sentirsi messo allo stesso livello di Remus e Sirius?

Il bruciore al petto era scomparso, il suo cuore stava rallentando il battito furioso, ritornando normale. Respirò a fondo, calmo.

Non provava più sensi di colpa, solo odio.

Poggiò la mano sul gelido vetro della finestra, toccando il suo doppio sorridente.

-Sì, Peter, odia. Se ti rifugi nell'odio non proverai più rimorso.-

La voce che sentiva dentro di sé era la sua, finalmente. Gelida e controllata, ma indubbiamente la sua.

Peter sorrise a sé stesso, mentre si dirigeva nel letto, la testa sgombra dal pensiero di Lily e James e del loro figlio.

L'odio cancella il rimorso, o perlomeno ti illude.



Fiore e Albero: Digitale purpurea-Fico

Digitale purpurea

Significato: Falsità

Hai dimenticato come volevi farmi sentire quando trascinavi il mio spirito in basso?”

Fico

Personaggio: Peter Minus

NdA:

In questo caso, oltre al tema della falsità di Peter nei confronti dei Potter, ho voluto dargli un altro significato: la falsità di Peter nei confronti di sé stesso, che cerca di non cedere ai sensi di colpa.

Alla fine, sceglie di credere di odiarli per non stare male, mentendo quindi a sé stesso.

La digitale purpurea è un fiore molto bello, ma mortale; così è stato semplice metterlo in relazione con Peter, che sembra incapace di fare del male mentre si rivela un personaggio abietto e pericoloso.

Sono soddisfattissima del secondo posto! Non me l'aspettavo! La mia faccia è così:  ^_________________^

Un abbraccio a tutti!

Mimì

  
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