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Autore: stillfreeit    16/03/2013    1 recensioni
" Sarà lei a pagare ogni tua parola, Cyru " sibilò stringendo i pugni
tremanti. Neanche questa minaccia riuscì a scalfire minimamente il
ghigno soddisfatto di Cyru.
" Ho vinto io, Odhron. Mi auguro per te che tu sia pronto a pagare la
sconfitta ".
" UCCIDILO!! " tuonò lui rivolto al soldato che tratteneva Cyru sotto la
morsa del coltello. Chiusi gli occhi, prima di dover vedere la vita
dell'ennesimo grande uomo spegnersi sotto l'ordine di quel pazzo.
La prima storia che abbia mai scritto, ve la presento senza ritocchi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 14 h Honoria:

Si può sapere perché lo stai facendo?
Ah, se trovi una risposta fammi un fischio...
Avevo aspettato per giorni l'intervento delle Amazzoni, quello che avrebbe dovuto liberarmi dalle catene del mio travestimento.
Be', erano intervenute... e io cosa avevofatto? Ero scappata.
Per quale ragione? Per salvare quell'imbecille dal massacro.
Per quale ragione? Maledizione, me lo stavo chiedendo da ore.
Quale ragione logica mi aveva portato a trarre in salvo quell'arrogante, borioso, zuccone da una morte che spesso e volentieri gli avrei inferto io stessa?
Glielo avevo detto di fuggire, era stato lui a voler fare il condottiero a tutti i costi, e la mia schiena non aveva dimenticato ancora quando mi aveva buttato a terra... meritava solo di pagarne le conseguenze!
Avrei dovuto prendere Vega e andarle a cercare nel bosco... sapevo che nessuna freccia mi avrebbe raggiunto... e invece no! Una volta trovato stramazzato per terra con quella freccia conficcata in un fianco, il mio solo pensiero era stato recuperarlo, a issarlo su Vega e a portarlo via dal pericolo...
E adesso?
Adesso ero lì a medicargli la ferita. Dopo tutte le umiliazioni che avevo dovuto subire... maledetto lui ed il giorno in cui lo avevo incontrato!
Inevitabile fu ripensare proprio a quel momento, alla notte in cui avevo incontrato Naur per la prima volta... sentii lo stomaco attorcigliarsi su se stesso come uno straccio zuppo. La mia mano armata di coltello scivolava sulla gola di Cyru e... dovevo smetterla di pensarci!
Ma come potevo? Il senso di colpa mi avrebbe perseguitato a vita, come la mia ombra, a ricordarmi di quale tragedia ero stata artefice.
Forse era questo il motivo per cui avevo salvato Naur? Non volevo altri morti sulla coscienza... nessuno, oltre ad Odhron...
Forse sapevo che Cyru l'avrebbe salvato...
Al primo punto di sutura, Naur cominciò ad agitarsi.
" Sta' fermo... " dissi poggiandogli una mano sull'addome. Sapevo che si sarebbe svegliato, ma speravo non in un momento tanto delicato.
Naur gemette al secondo punto.
" Dove sono? " chiese con un filo di voce rauca.
" Al sicuro, per il momento... ma siamo ancora nel territorio Amazzone, così quando sarai pronto potrai tentare di nuovo il suicidio, contento? " risposi.
Non mi importava più nulla che Alagos fosse un suo soldato, tanto il momento della verità si sarebbe presentato presto... non avrebbe fatto in tempo a punirmi. E poteva sprecare il fiato ad urlarmi contro quanto voleva... ero io ad avere nelle mani l'ago della situazione. " Stai fermo, o farà ancora più male... " avevo a che fare con un bambino frenetico.
Mi guardò accigliato, probabilmente sorpreso dalle mie parole brusche, quelle che avevo sempre fatto in modo di trattenere.
" Che cosa è successo? " È successo che sei un idiota dalle dimensioni colossali.
" Diciamo che la tua eroica impresa contro le Amazzoni è stata... breve ma intensa " spiegai. Mi chinai su di lui e strappai coi denti il filo con cui gli avevo chiuso la ferita. Quando rialzai lo sguardo lo vidi studiare il soffitto della grotta pensieroso. " Siamo al sicuro, è troppo piccola per essere di qualche animale... tuttavia le Amazzoni ci
staranno di certo venendo a cercare, non possiamo fermarci a lungo "
Avevo in mente di fermarmi solo quella notte, e di fuggire la mattina successiva. Speravo solo che Naur non fosse così pazzo da continuare a cercare da solo. Non avevo tutta quell'influenza sulle Amazzoni da impedire loro di usare la forza contro di lui... non sapevo neanche se avrei pagato le conseguenze per ciò che avevo già fatto.
" Grazie, Alagos... " mormorò, quasi non avesse ascoltato neanche una parola dell'ultima parte del discorso.
Avevo forse sentito male?
" Come hai detto, scusa? " Naur sorrise, ma subito dopo si trasfigurò in una smorfia di dolore quando poggiai il panno imbevuto di acqua calda sui punti di sutura.
" Visto che non ne siamo capaci, io direi di smetterla con la storia del Capitano e del soldato... approfittiamo dell'occasione che siamo da soli, e comportiamoci... da amici. Amico mio, ti ringrazio di avermi salvato la pelle " di nuovo un calore insopportabile mi avvolse il viso partendo dal collo.
Ero certa di aver cambiato colore.
È un nemico... è un nemico... un bel nemico, ma pur sempre unnemico... continuai a ripeterlo. Era importante che me ne convincessi.
Bastardo di un lunatico... mi trovai a pensare quanto lo preferissi nella sua versione da Capitano arrogante... in quelle occasioni era molto più facile odiarlo piuttosto che altro... "Ammetto di essere stato piuttosto irruento, avrei dovuto pensarci meglio prima di entrare in quella foresta... ".
Non riuscivo a credere che quelle parole fossero realmente uscite dalla sua bocca... cominciavo a pensare di aver bollito nell'acqua anche qualche droga insieme alle erbe per
pulire la ferita.
" Irruento credo sia la parola giusta... " commentai, era quello che Alagos poteva permettersi di dire, e continuai a passare il pezzo di stoffa imbevuto sulla ferita. Con la mente in tali condizioni di confusione era meglio dire lo stretto indispensabile... e tacere tutto il resto.
Ricordati che sta parlando con Alagos, non con te... Sì, ma davanti al fisico scolpito nel marmo pallido di Naur c'ero io, e la barbetta finta che indossavo non mi impediva di notarlo, purtroppo.
Se quella maledetta freccia l'avesse preso semplicemente al braccio sarebbe stato tutto molto più facile.
" Dobbiamo solo pensare ad un altro modo per fermare quella ragazzina... " sospirò infine Naur coprendosi gli occhi con un braccio, probabilmente per distrarsi dal dolore. Io ne approfittai per asciugarmi le goccioline di sudore che mi imperlavano la fronte quanto un cielo stellato.
" Ci verrà in mente qualcosa... " dissi tanto per riempirmi la bocca.
Costringerlo lontano dalle Amazzoni sarebbe stato praticamente impossibile... e io mi trovavo in uno di quei momenti in cui non riuscivo a fregarmene della sua sorte. Quei momenti che avrei tanto voluto, e dovuto, evitare...
Mentre rimettevo lo straccio zuppo nel piccolo bollitore che avevo utilizzato per le erbe, l'occhio mi cadde nuovamente sul segno del corpo di Naur che avevo già avuto modo di notare in precedenza, quando ero troppo indaffarata con la quantità inimmaginabile di sangue che aveva perso per occuparmene.
Era un marchio, ma non riuscivo a comprenderne la forma, perché finiva sotto la stoffa dei pantaloni che per fortuna non avevo avuto la necessità di toccare. " Naur, che cos'è questo segno? " potei finalmente chiedere, ora che era sveglio e la situazione si era stabilizzata, mentre provvedevo al bendaggio della ferita.
Naur si scoprì di nuovo gli occhi dal braccio e guardò nella direzione da me indicata.
Gli angoli della bocca si stirarono in un sorriso amaro.
Prese a sbottonarsi il pantalone.
L'allarme esplose per un lunghissimo istante, e di nuovo il calore mi avvolse fin quasi a scottarmi.
E no, eh... questo no... Ma per mia fortuna lo abbassò solo quanto bastava per scoprire gran parte del simbolo marchiato, in modo che fosse riconoscibile.
Era una croce e... era stata marchiata a fuoco.
" Ce l'ho da quando ero bambino. Lo fecero il giorno in cui bruciarono sul rogo mia madre. Riscaldarono il ferro con le sue fiamme. Per purificarmi, dissero... ".
Spalancai la bocca, ma da questa non riuscì a fuoriuscire alcun suono che fosse udibile a qualcuno oltre me stessa.
Marchiare a fuoco un bambino... purificarlo... terrificante.
Naur guardò la mia espressione incredula e sorrise di nuovo, pur non essendoci nulla di tanto divertente. " Vuoi sapere se fosse o meno una strega? Non so dirti, non mi è mai importato granché. Ma so per certo quello che non era: una madre" gemette mentre trovava una posizione quantomeno scomoda. "Non che io sia un esperto in materia. Ma lei era veramente troppo occupata per suo figlio... Che donna sei, se non sei neanche capace di fare la madre? Insomma, dovrebbe essere naturale, giusto? Se non mi avesse trovato un allora soldato del Clan... probabilmente sarei morto ".
Naur lo raccontò con molta semplicità e leggerezza, tuttavia non rimase per nulla superficiale e riuscì comunque a colpire a fondo.
Be', finalmente tante risposte venivano a galla in quella storia, se da quel momento in poi aveva vissuto sotto l'influenza del Clan, era perfettamente comprensibile quella sfiducia verso le donne, visto che il suo unico modello era stato ampiamente deludente...
Bloccai in tempo la mia mano prima che si chiudesse attorno a quella di Naur, in preda ad una forte sensazione di tenerezza.
Ma sei completamente impazzita? Vedi di ancorare quei piedi per terra, ragazzina!
" Mi spiace molto... " dissi, giustificando il mio gesto involontario per annodare meglio i pezzi di stoffa che avevo utilizzato come bende.
" Tranquillo, storia vecchia... " rispose lui con finta indifferenza, e tutta la tenerezza di bruciò in un istante.
Be', il lupo perde il pelo... Naur aveva sempre da dimostrare di essere un vero uomo.
Una storia vecchia di cui ricordava tutto perfettamente, però, e il tono era intriso di dolorosa delusione. Era facile giudicarla "storia vecchia", anche se non sembrava esserlo per niente. Poteva ingannare i suoi compari uomini, ma non me.
" Saper fare la madre è naturale, sì... ma a volte serve anche un po' di maturità per rendersene conto... Alcune donne, poche rispetto alla maggioranza per fortuna, semplicemente se ne accorgono troppo tardi... " commentai, rendendomi conto solo a metà di quello che stavo dicendo, troppo presa dai miei pensieri.
Naur rise.
" Ho notato che le difendi spesso... sembri giusto il tipo che ha una donna da qualche parte, dico bene? " propose Naur con il tono di chi la sa lunga.
Fu il mio turno di scoppiare a ridere, non riuscii proprio a trattenermi.
" Sì, è vero... ho una donna da qualche parte... " risposi tra una risata e l'altra.
Qui sotto la barba...
Naur rise con me, pur non potendo in alcun modo comprenderne il reale motivo.
Decisi che era meglio troncare una discussione che avrebbe potuto farsi pericolosa. Non avevo proprio voglia di inventare avventure amorose che non avevo vissuto...
Tirai fuori del pane da una borsa lì accanto. " Tieni, devi mangiare per rimetterti in forze... non sono potuto uscire per cacciare, quindi dovrai accontentarti... " gliene porsi i tre quarti insieme ad una scodella d'acqua fresca.
Li accettò ringraziandomi di nuovo. Doveva essere affamato...
Mi svegliai di colpo quando mi accorsi che ero rimasta incantata a guardarlo mentre mangiava.
È un nemico... è un nemico... è un nemico...
Decisi di alzarmi e avvicinarmi alle luci del pomeriggio che filtravano dall'entrata nella grotta.
Avevo bisogno di un po' d'aria fresca, stavo sudando dal caldo...
Avrei fatto trascorrere quella nottata, e poi sarei andata via...
Avevo urgente bisogno di andarmene via! Me ne rendevo perfettamente conto.
Continuai a fissare il cielo, massaggiandomi la pancia che aveva cominciato a pizzicarmi di crampi, dovuti a mille ragioni che non mi preoccupai neanche di riconoscere. Una era di certo sdraiata alle mie spalle a divorare del pane, un'altra era invece in mia attesa, nei boschi, armata di archi e frecce...
   
 
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