Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    16/03/2013    4 recensioni
Maya si reca finalmente nell'isola di Izu, con nel cuore un mix tra speranze e dubbi su ciò che accadrà nell'incontro con il famigerato ammiratore.
Riuscirà Masumi a rivelare la sua identità? E cosa accoglierà la giovane Maya dietro il portone in legno della magnifica villa?
Una notte di luna nuova, segnerà l'inizio di questa nuova avventura.
"Lasciando fuori tutto il resto"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4

-Signor Hayami, manca ancora molto?-
Chiese scalando l’ennesimo masso.
-Siamo quasi arrivati, ma mi creda, la fatica verrà ampiamente ripagata- la aiutò a scalare quel piccolo tratto di roccia e dopo pochi minuti, finalmente arrivarono in cima.
Erano sul punto più alto dell’isola di Izu, che era situato perfettamente ad ovest.
Da quel punto si vedeva la conformazione rocciosa dell’isola, insieme ad alcune baie; l’acqua si increspava nei punti dove sporgevano le rocce e gli ultimi raggi del sole creavano delle magnifiche sfumature sul blu del mare.
-Uhau! E’ fantastico!- disse Maya trattenendo il fiato dallo stupore di quello spettacolo suggestivo.
Avevano passeggiato per tutto il pomeriggio, sia con la moto che a piedi. Ma alla fine il signor Hayami aveva insistito per portarla in quel punto sperduto, perché a detta sua “aveva una sorpresa” ed ora capiva bene a cosa si riferiva.
Se l’alba era apparsa incantevole per i suoi toni pastello e l’oro della sabbia, il tramonto aveva dei tratti quasi sanguigni, dalle sfumature forti e decise. Il tramonto trasmetteva una forte energia su tutto il corpo ed il sole assumeva realmente i tratti di una palla infuocata.
-Le piace?- chiese lui prendendola per mano, cercando insieme una seduta più o meno comoda tra le rocce.
- Vedere l’alba ed il tramonto in due modi così diversi, ma entrambi affascinanti, è qualcosa di incredibile. Ho visto tanti tramonti (sicuramente molti di più delle albe), ma mai nessuno ha assunto tutti questi colori-
- E’ per questo che l’ho portata qui, mi sembrava l’ideale confrontare i colori dell’alba con quelli del tramonto, dai due punti opposti dell’isola- si sedettero su di una roccia meno sporgente -Vengo spesso qui a riflettere, il tramonto mi da la forza di andare avanti…-
- Quest’isola è il suo pensatoio, per caso?-
- Ahahahahah, si, possiamo dire che è un gigante “pensatoio”. Ho trovato in questo posto il luogo ideale per raccogliere le energie, come se fossero le cime dell’Himalaya…-
Si persero entrambi ad osservare quei mille colori ed assaporare quella strana quiete.
- E’ tutto così diverso…- riflettè Maya ad alta voce -Non c’è il traffico della città e la natura è incontaminata. Percepisco l’energia di ogni cosa ed in questo luogo, mi è molto più semplice capire la rabbia della Dea Scarlatta di fronte allo scempio dell’uomo-
- Esatto. Per questo mi piace venire qui: è un posto quasi irreale, così distante dal caos della città. E le stelle sono infinite, di notte…-
-Come quella volta sulla nave-
- Esatto…-
Rimasero ad osservare la palla di fuoco che veniva risucchiata dalla linea orizzontale disegnata dal mare e pian piano il blu notte schiacciava il rosso e l’arancio, creando un magnifico contrasto cromatico, insieme al verde del mare.
La roccia su cui erano seduti, era ancora calda dato il forte sole che aveva picchiato su quella superficie per tutto il giorno. Una leggera frescura iniziò a calare insieme all’arrivo della sera ed a quel punto, Maya e Masumi si alzarono per tornare a casa.
-L’ho fatta stancare?- chiese Masumi aiutando la giovane Maya a non cadere tra i massi. La discesa era molto più pericolosa della salita, era facile inciampare e rotolare tra i massi.
-No, affaaaaaatooo!!- nemmeno il tempo di pensarlo, che Maya inciampò su di un masso ed era scivolata in giù. Masumi la tirò per il braccio, sollevandola di peso quando era ormai a pochi centimetri da terra. Trascinò il corpo indietro, finchè per lo sbilanciamento corporeo, si ritrovò la ragazza tra le proprie braccia.
-Tutto bene?- chiese preoccupato sollevandole il viso e fissandola negli occhi, senza però interrompere quello strano abbraccio.
Il viso di Maya assunse le stesse sfumature di rosso del tramonto. Si chiese per quale assurdo motivo dovesse apparire perennemente imbranata di fronte al signor Hayami, ma aveva rinunciato ormai da diverso tempo, a trovare una risposta.
- Sto bene… Mi scusi tanto, la faccio sempre preoccupare…- disse immergendo il capo nel petto sicuro dell’uomo, che tremò per quell’improvviso contatto. Sperò vivamente che la ragazza non percepisse il ritmo impazzito del proprio cuore.
-Non si preoccupi, ormai persino le rocce sono a conoscenza della sua propensione ai guai… Ricordo quella volta che la trovai aggrappata come una scimmia su di un albero, nella valle dei susini. Le andò bene solo perché riuscii ad afferrarla al volo. O quella volta che era quasi finita in una rissa a causa delle fan del suo ex fidanzato, come si chiamava? Oh già, “Satomi”…- e calcò a fondo il nome del ragazzo. Ricordava benissimo la rabbia che aveva provato sia quando aveva salvato la “sua” ragazzina da quelle arpie travestite da fan e rammentava benissimo il proprio cuore andare in frantumi quando aveva scoperto che Maya aveva una relazione con quel tipo. Al solo pensiero, provò l’istinto di stringerla a se con possesso.
- Uffa, non si arrabbi, signor Hayami… Non sono io che vado in cerca di guai, sono i guai che trovano me!*-
Nonostante i cattivi ricordi riaffiorati all’improvviso, Masumi non potè far altro che ridere con lei. Era felice di saperla tra le sue braccia e non più tra quelle di quel ragazzino.
-Maya…- iniziò non sapendo nemmeno lui il perché – ti capita ancora di pensare a Satomi?- lei lo fissò non capendo. Che fosse geloso? No, il signor Hayami non poteva essere davvero geloso di Satomi.
-Perché dovrei pensarlo? E’ stato il mio primo ragazzo, ma è stato tanti anni fa! Ero appena un’adolescente… Come le ho detto ieri, non credo fosse vero amore. Quello che provavo in compagnia di Satomi, non è nemmeno paragonabile a quello che provo con…- si morse la lingua.
- Con?...- la incitò il signor Hayami. Ma lei non poteva concludere la frase, o avrebbe capito tutto!
- Niente! Dimentichi quello che ho detto…- si affrettò a dire scostandosi dalla stretta del signor Hayami e riprendendo a camminare.
-Ehi!- la bloccò lui afferrandola per un polso – non vuole proprio dirmi a chi si riferiva?-
Maya lo fissò in trance. Forse quella era la volta buona per rivelargli i suoi sentimenti, ma aveva paura di ricevere un rifiuto… Non voleva rovinare quella magnifica giornata, non voleva tornare alla villa con la consapevolezza che fosse l’ultima volta, poiché lui doveva sposarsi di lì a poco.
Stava per sposarsi…
Il pensiero la infuocò. Perché doveva sposarsi, perché?
Senza che se ne accorgesse, alcune lacrime caddero lungo il viso. Continuava a fissare il signor Hayami in silenzio, consapevole che probabilmente quelli sarebbero stati gli ultimi momenti che avrebbero trascorso insieme.
-Maya…- sussurrò lui alzandole il viso ed asciugando con le dita quelle piccole lacrime –che le succede? Ho detto qualcosa che l’ha ferita? Non importa che concluda la frase, non volevo metterla in difficoltà-
Maya continuava a fissarlo e quel fuoco che aveva dentro, ribollì sempre più ed alla fine, semplicemente scoppiò.
-Signor Hayami!- si slanciò in avanti e lo stinse forte come quella volta alla stazione marittima. Affogò il viso nel petto e si aggrappò con forza al giubbotto di pelle.
-Maya…- ripetè lui sconvolto. Che cosa le stava accadendo? Le accarezzò i capelli per rassicurarla, baciò la nuca per infondere calore e la stinse ancora più forte –Maya, cosa le succede?-
-Signor Hayami… Signor Hayami…- continuava a chiamarlo disperata. Alzò il capo e lo fissò intensamente. Era così bello… E non sarebbe mai stato suo. Lui apparteneva ad una donna migliore di lei…
Singhiozzò più forte e presa dalla disperazione, afferrò il colletto con entrambe le mani, costringendolo ad abbassarsi, chiuse gli occhi e lo baciò.
Masumi sbarrò gli occhi esterrefatto, non ebbe nemmeno il tempo di assaporare quel momento, o rispondere al bacio, poiché lei si ritirò qualche istante dopo, continuando a piangere contro la propria spalla.
-Non si sposi… Non si sposi, la prego!- gli sussurrava con il respiro rotto dal pianto.
Masumi non sapeva cosa fare, era completamente stordito da quel suo comportamento così strano.
La cosa più sensata che riuscì a fare, fu continuare ad abbracciarla ed accarezzare la schiena per infonderle sicurezza.
-Va tutto bene, stai tranquilla…- le ripeteva in continuazione.
Ci vollero parecchi minuti prima che lei si calmasse e quando lo fece, si staccò debolmente da lui, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Era sconvolta da ciò che aveva fatto.
L’aveva baciato…
Ripresero a scendere con un silenzio irreale. Masumi continuava a tenerla per mano per non farla cadere, ma la sua presa era debole e lo sguardo perso nel vuoto. Iniziava a preoccuparsi seriamente.
Quando furono arrivati alla moto, la situazione non era cambiata, ma lui odiava vederla a quel modo. Era spenta, non era la sua Maya.
-Mi guardi!- le disse con risoluzione afferrandole il volto, ma lei spostò velocemente lo sguardo, senza però scansare il suo tocco – Ho detto di guardarmi!- ripetè lui con maggior decisione. Ed a quel tono lei non potè far altro che ubbidire.
-Non ho intensione di vederla in questo stato ancora per molto. Per qualche motivo l’ho ferita e sappi che mi dispiace, non era mia intensione. Qualsiasi cosa le stia passando per la testa, non è necessario che me lo dica, ma non deve sentirsi in colpa per quello che è successo – ovviamente si riferì al bacio e Maya provò l’istinto di voltare nuovamente il capo – No! Non voltarti!- la anticipò lui – ho bisogno che mi giuri che non ti sentirai in colpa per poco prima-
-Ma io…-
- Per favore… - la supplicò.
Gli occhi del signor Hayami brillavano quasi più delle stelle, che timide iniziavano ad intravedersi dal manto blu sopra di loro.
-Mi scusi per prima, prometto che non accadrà mai più- rispose rassegnata.
-Non era questo che volevo sentirti dire. Mi interessa che tu non ti senta più in colpa. Me lo prometti?-
- Non so se potrò perdonarmi…- rispose con sincerità.
- Ah, con lei non riesco mai ad averla vinta…- concluse alla fine, mettendo in evidenza la pura realtà – allora che ne dice di fare un piccolo patto?-
- Che tipo di patto?-
- Non si fida di me?-
-Signor Hayami, non si accettano proposte prima ancora di averle messe per iscritto…-
- Ahahahah, ha ragione… Questi sono aspetti di cui dovrei curarmi io, ma apprezzo la sua schiettezza. Bene, le propongo di interpretare per l’intera notte la giovane Rossella O’Hara-
Maya lo guardò accigliata.
-Perché questa scelta?-
-Perché il motto di Rossella O’Hara era: “ci penserò domani, dopotutto, domani è un altro giorno”- nonostante fosse giù di morale, di fronte a quella proposta non potè far altro che ridere -Accantoni i cattivi pensieri e si goda la serata. Guardi: il sole è ormai scomparso e le stelle iniziano a farsi spazio nel buio della notte. Abbiamo il tempo di una doccia ed una cena veloce, stasera le farò lezione di astronomia…-
-Sarà il mio insegnante?- chiese lei ammirata, accantonando per un attimo gli infiniti rebus della sua mente.
-Ma certo! E stia pure tranquilla che sono il migliore…-
-Questo lo vedremo, non mi fido di lei…- rispose facendo una linguaccia.
Risero ancora un po’ insieme, poi, quando la luce fu ormai fioca, si decisero a tornare indietro con la moto.

La cena fu un pasto leggero, misero insieme un po’ di riso e delle verdure locali, un buon frutto e via, si accinsero a guardare le stelle dal terrazzo.
Maya era stanchissima, era stata una giornata lunga e ricca di emozioni, era felice e dispiaciuta allo stesso tempo, ma soprattutto, aveva paura di aver fatto una cattiva impressione al signor Hayami.
Se adesso si sentiva meno in colpa, fu grazie alle continue attenzioni di lui, che la metteva il più possibile a proprio agio in quella casa tanto grande, inoltre la sua proposta era alquanto allettante… In effetti avrebbe fatto bene a pensarci il giorno dopo, aveva “bisogno” di vivere a pieno quel tempo che le restava da trascorrere insieme a lui, non aveva intensione di sprecare nemmeno un secondo di più.
Fu così che Masumi la invitò a sdraiarsi sulla sdraio accanto la sua, le unì e stese una coperta per coprire i corpi di entrambi.
-Quella lassù è la costellazione di Cassiopea- le disse indicando un particolare punto nel cielo –la vede? Sembra una doppia vu…-
Maya si concentrò per trovare quella figura. Scrutò attentamente quella porzione di cielo e finalmente la individuò.
-Eccola!- esclamò entusiasta indicando quel punto –l’ho trovata!-
-Ma che brava allieva! C’è anche da dire che ha come insegnante il numero uno al mondo…- la prese in giro.
- Non si monti la testa, signor Hayami, ha un’allieva con ovvie capacità naturali… Ahahahahah-
La verità era che Maya iniziava a prenderci gusto a vedere il signor Hayami sotto quelle nuove vesti. Chi avrebbe mai avuto delle difficoltà con un simile professore?
Qualsiasi cosa le dicesse, aveva sempre la sua più totale attenzione. Ogni frase, sembrava infliggerle l’effetto di una pozione magica, che la stordiva e rapiva allo stesso tempo. Era come in trance, ma stranamente riusciva ad assimilare tutto ciò che diceva.
Lo scenario, inoltre, pompava notevolmente l’effetto “magico” di quella lezione molto speciale: le stelle erano dei punti di varie dimensioni, alcuni più brillanti, altri un po’ meno, ma non per questo meno affascinanti. Contare tutte le stelle, era quasi impossibile, erano infinite!
E lei amava le stelle, perché le stelle erano state la prima cosa di cui il signor Hayami le aveva parlato al loro appuntamento. Quella volta, aveva aperto un pezzo del suo cuore a lei e si pentì all’infinito, per non essersi accorta in tempo di cosa ciò significava per entrambi.
Il suo cuore, già quella volta si era espresso, ma lei era troppo sorda per poterlo sentire.
-Guardi lì…- le disse Masumi, interrompendo ancora una volta la valanga infinita dei propri pensieri.
-Dove?- chiese fissando prima lui, per poi proiettare lo sguardo dalla punta del dito sino al cielo.
-Lassù, quella è la costellazione del cigno-
-Uh, la famosa costellazione del cigno!- si impegnò, stavolta con scarsi risultati –uffa, non riesco a vederla- si lamentò sbruffando.
-Ha un grande corpo e due “ali laterali”…- Maya continuò ad osservare il cielo con scarso successo.
-Mi dispiace, ma stavolta non riesco proprio a trovarla…- si rassegnò infine.
Masumi osservò intenerito il piccolo broncio che si formò su quelle labbra graziose, che aveva saggiato per pochi istanti qualche ora prima.
Desiderava ripetere quel gesto ancora una volta, magari approfondendo il contatto, ma lei si era pentita di quel gesto spontaneo, aveva paura l’avrebbe respinto, se ci avesse riprovato.
Così lasciò perdere.
Alzò il busto e si sedette, si avvicinò piano al corpo di Maya ed afferrandola per un braccio, la invitò ad imitare il suo gesto. Le cinse la vita con un braccio, mentre l’altro andò ad afferrare la mano. Portò il corpo parallelo al suo ed alzando le mani di entrambi, le indicò un punto nel cielo.
-E’ quella, la costellazione del cigno. Adesso la vede?- chiese soffiando piano sull’orecchio.
Maya tremò per quel contatto, ma si sforzò di distrarsi osservando il cielo. Chiuse un occhio per mettere a fuoco, selezionò una ad una le stelle, finchè non individuò la costellazione.
-E’ bellissima…- disse semplicemente – questa era difficile da trovare…-
- Le toglierò un punto dalla valutazione finale…-
-Avanti, non sia cattivo, le ho trovate tutte quante, fino ad ora…-
Maya abbassò entrambe le loro mani, ma non lasciò la presa, si voltò di poco e sorrise al signor Hayami, che continuava ad abbracciarla stretta.
Lo sentì poggiare il mento sulla propria spalla ed il cuore mancò diversi battiti.
Masumi stesso si stupì di quel gesto, ma acquisì un po’ di coraggio grazie ai piccoli gesti che la ragazza gli aveva regalato durante tutto il giorno.
Maya continuò ad osservare le stelle, beandosi di quel contatto.
Ad un tratto si illuminò.
-Signor Hayami…- disse catturando la sua attenzione – anch’io conosco una costellazione. E’ quella che mi rasserena e che mi protegge...-
- Qual è?- chiese lui, spostandole qualche ciocca di capelli.
-E’ il grande carro, è proprio lassù!- disse orgogliosa imitando il gesto compiuto da lui qualche istante prima, sollevando le loro mani ed indicando con un dito un punto preciso nel cielo –ha la forma di un rettangolo con una coda. E’ facile da individuare nella notte ed io la prego sempre, affinchè mi stia accanto nei momenti difficili…-
-E’ molto bella… E come ha già detto, è molto semplice da individuare. Le stelle in qualche modo ci osservano e ci proteggono. Conoscono i nostri segreti, i nostri pensieri ed in qualche modo ci aiutano a rendere i nostri desideri reali e concreti-
Maya abbassò nuovamente le mani e le portò attorno la vita, per riscaldare entrambi dal freddo pungente della sera.
-E lei cosa desidera, signor Hayami?-
-Beh, sono stato fortunato… Le stelle mi hanno portato ciò che desidero… Ed è qui, tra le mie braccia…-
Maya si voltò di scatto. No… Aveva udito male, non poteva essere… Non poteva essere vero…
-Cosa…- inghiottì, cercando di trovare le parole adatte – cosa intende dire, signor Hayami?-
-La facevo più sveglia, signorina Kitajima- per un attimo lei pensò seriamente di rispondergli male, ma si ricordò della domanda appena fatta e decise di lasciar perdere – non ha capito male: ciò che desidero è qui con me, tra le mie braccia-
Masumi la fece voltare ancora di più, sino a trovarsi occhi negli occhi, in quello strano abbraccio che non avevano mai sciolto.
-E’ lei che desidero, Maya… E la desidero più di ogni altra cosa…- le disse infine, aprendo le porte del proprio cuore.
Maya era esterrefatta. Il signor Hayami, desiderava lei? Proprio “lei”? La ragazzina un po’ cresciuta, perennemente con la testa tra le nuvole, imbranata come nessun altro, capace di combinare un pasticcio dopo l’altro, un po’ bassina e con un fisico decisamente nella norma… Veramente, desiderava proprio lei? Con una bella fidanzata, desiderava “lei”?
-Mi prende in giro?- chiese infine per non avere alcun dubbio. Masumi rise di fronte alla sua reazione.
-Ahahaahah, perché dovrei?-
-Non so, solitamente si fa beffa di me…-
-Non sono mai stato così serio in vita mia. Quello che ho detto, è la pura verità-
-Signor Hayami…- sussurrò lei stupita ed incantata – allora… Allora è tutto vero?-
- Si… E’ tutto vero…- sussurrò lui.
All’improvviso Maya alzò una mano, andando ad accarezzare la chioma oro del signor Hayami e lui di riflesso la avvicinò a se.
I respiri erano corti, i fiati si univano nonostante quella breve distanza che li inebriò.
Sentirono che era inutile rimanere così, ancora separati, quindi di riflesso avvicinarono i propri volti, fissando ognuno le labbra dell’altro, increduli di ciò che stava per accadere.
Le torce di fuoco che circondavano il perimetro del terrazzo, creavano sui loro volti dei giochi di luce ed ombra, rendendo l’atmosfera quasi vibrante.
Il rosa delle labbra, sembrava quasi rosso per via delle fiamme, che ondeggiavano leggere al ritmo del vento.
Mai le labbra apparsero così invitanti agli occhi dell’altro.
Il cuore batteva impazzito, pompava il sangue sino al cervello, che a breve sarebbe scoppiato per quanto pulsava.
-Maya…- sussurrò Masumi un’ultima volta, quando ormai vedeva sfocato per la troppa vicinanza con la giovane ed allo stesso tempo, potè mettere a fuoco gli infiniti dettagli di quel volto che credeva di conoscere a memoria, ma che mai, fino a quel momento, gli era apparso tanto pieno di nuove scoperte.
La presa sulla chioma del signor Hayami si rafforzò, quando ormai la distanza che separava le loro labbra, era meno di qualche centimetro. Alzò anche l’altro braccio ed intrecciò le mani dietro al collo dell’uomo, che in risposta le strinse forte la vita e la invitò a stingersi maggiormente a se.
Schiusero le labbra quasi nello stesso momento ed il contatto che ebbero dopo, fu come toccare lo zucchero filato: soffice, morbido, dolcissimo.
Stettero a quel modo per un po’, sfiorandosi con dolcezza, per meglio imprimere nel cuore quel momento tanto sognato.
Era bellissimo.
Maya stava per svenire dall’emozione, ma in risposta si sollevò di poco e calcò maggiormente le proprie labbra su quelle del signor Hayami.
Si strinsero come mai avevano fatto e piano iniziarono ad intrecciare le lingue con movimenti lenti e sensuali, senza fretta, assaporando, ancora una volta, quel sogno divenuto realtà, magari anche grazie all’aiuto delle costellazioni, che in un modo o nell’altro, li avevano sempre uniti.
Rimasero ad assaporarsi per un tempo indefinito, sdraiandosi sul lettino per poter approfondire il contatto.
Accarezzarono i loro volti quasi increduli, cercando di capire se fossero svegli entrambi.
Ma era tutto vero.
E lo scoprirono, quando l’attimo dopo un suono fastidioso echeggiò nell’aria.
Era una melodia leggera, ma dal suono quasi alterato.
Masumi si staccò piano e la fissò intensamente.
-E’ il mio telefono delle emergenze…- le disse quasi a scusarsi.
-Cosa aspetta? Vada a rispondere…- incitò Maya.
-Uff…- Masumi le sfiorò un’ultima volta le labbra ed andò a rispondere al telefono, che aveva riposto sul tavolino poco distanti da loro.
- Hijiri…- rispose con poco entusiasmo –cosa c’è?
Mi scusi, la disturbo? - Masumi osservò Maya ed imprecò il tempismo dell’amico.
- Diciamo di si… Ma non importa. Cosa c’è?-
Suo padre è andato a trovare i Takamiya ed è furioso. La signorina Shiori è quasi irriconoscibile, sembra che non abbia gradito la sua improvvisa scomparsa -
-Sanno qualcosa su dove mi trovo?-
-No, credo che nessuno sospetti niente. Ho cercato di depistarli mandando false segnalazioni sui punti in cui è stato avvistato, spero solo che la strategia funzioni finchè non tornerà qui. Signor Hayami, credo che debba affrontare i Takamiya, deve essere chiaro sulle proprie scelte, o rischia si scateni il caos -
-Si, quando tornerò la prima cosa che farò sarà parlare con i Takamiya. Di mio padre non m’importa, ma devo allontanarmi da Shiori una volta per tutte. Non posso sposarmi con lei…- ed osservò Maya, che si era rinchiusa a guscio sotto la coperta – ti ringrazio dell’avvertimento, Hijiri… Farò attenzione e tu continua ad osservarli. Chiamami se ci sono novità-
- Lo farò. E scusi per il disturbo. Mi saluti la signorina Kitajima - e chiuse il telefono.
Masumi sospirò. Doveva sempre avere qualcosa su cui riflettere. Odiò la sua posizione sociale.
-Tutto bene, signor Hayami?- chiese Maya titubante.
Masumi si passò una mano sul volto e tornò a sedersi.
-I soliti problemi, ma nulla di importante…-
Maya lo fissò a lungo, non era stupida ed aveva sentito la conversazione. Il signor Hayami rischiava tutto per colpa sua.
- Io non voglio metterla nei guai…- disse infine.
-Ma cosa dici? Tu non mi metti nei guai…-
- Invece si! E’ colpa mia…- si strinse nella coperta ed abbassò il capo.
- Non dica sciocchezze… Non è colpa sua se mi sono innamorato di lei…-
Maya aveva voglia di piangere di fronte alla sua confessione, ma non potè far altro che interrompere le distanze e sfiorargli le labbra con le proprie.
-E’ meglio che vada a letto, è stata una lunga giornata… - si alzò piano e lo salutò con una mano – buonanotte, signor Hayami e grazie di tutto…-
-Buonanotte, Maya…- rispose lui sorridendole con dolcezza.
Maya percorse il terrazzo con innaturale calma, ma quando chiuse la porta, corse verso la propria stanza, chiuse la porta e si lasciò cadere sul letto morbido.
Perché doveva essere sempre così? Perché, per una volta, non poteva semplicemente godersi la sospirata felicità? Perché qualcuno doveva sempre intromettersi tra loro ed infrangere i loro sogni?
Era così felice, sopra quel terrazzo, saggiando le labbra del signor Hayami, che erano morbide e saporite.
Si addormentò con un pensiero fisso a tormentarla: cosa ne sarà del mio domani?

Continua…

*citazione Harry Potter, che in fatto di guai, se la gioca a pari merito con Maya

Grazie a chi legge, questo capitolo è stato molto particolare, spero vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate, al prossimo capitolo!
  
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