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Autore: stillfreeit    17/03/2013    1 recensioni
" Sarà lei a pagare ogni tua parola, Cyru " sibilò stringendo i pugni
tremanti. Neanche questa minaccia riuscì a scalfire minimamente il
ghigno soddisfatto di Cyru.
" Ho vinto io, Odhron. Mi auguro per te che tu sia pronto a pagare la
sconfitta ".
" UCCIDILO!! " tuonò lui rivolto al soldato che tratteneva Cyru sotto la
morsa del coltello. Chiusi gli occhi, prima di dover vedere la vita
dell'ennesimo grande uomo spegnersi sotto l'ordine di quel pazzo.
La prima storia che abbia mai scritto, ve la presento senza ritocchi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitlo 15 h Naur:

La cicatrizzazione della ferita fu almeno dieci volte peggio del dolore causato dalla freccia stessa.
Almeno in quel caso ero svenuto e non avevo sentito granché. Mentre la notte appena trascorsa era stata un autentico inferno. Non ero stato capace di chiudere gli occhi per più di dieci minuti.
Avrei dovuto ritenermi fortunato ad avere la possibilità di provarlo quel dolore, ma era così insopportabile che cominciavo a pensare che la morte sarebbe stata anche un compromesso accettabile.
Avevo giusto perso la cognizione del tempo, quando le luci dell'alba entrarono nella caverna per ricordarmelo.
Ecco trascorsa una notte completamente insonne.
Sentivo gli occhi bruciare dal sonno e dalla stanchezza, eppure non ero stato capace di addormentarmi.
Mi guardai intorno: ero solo.
Dove poteva essere andato Alagos così presto? C'erano le Amazzoni in giro, sebbene il ragazzo avesse dimostrato di essere molto più prudente di me. Dubitavo che si sarebbe inoltrato da solo nella foresta, ma poteva essere comunque pericoloso.
Mettersi in piedi fu un'impresa... ancora più ardua fu quella di restarci. Dalla bocca dell'entrata arrivava l'aria fredda del mattino che il debole Sole non era stato ancora in grado di riscaldare.
Trovai la camicia e la indossai insieme alla cintura e la spada. Da dov'ero fino all'uscita saranno stati massimo tre passi... ma mi sembrò il viaggio più lungo che avessi mai fatto nella mia vita.
Alagos era rannicchiato con le spalle poggiate alla parete, abbracciato alle ginocchia.
" Alagos... " lo chiamai, preoccupato.
Era ferito?
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di me.
L'avevo visto tanto pallido solo durante l'apparizione delle Amazzoni.
" Che ci fai tu in piedi? " gemette schiarendosi la voce.
" Che cosa ti è successo? Ti hanno ferito? " Ma quando si alzò in piedi, con molta più lentezza del solito, non portava alcun segno che potesse suggerire uno scontro.
Di certo non era l'Alagos attivo di sempre: aveva lo sguardo spento e stanco, e sembrava sofferente.
Anche per lui non doveva essere stata una splendida nottata.
" No... è solo... non è niente. Ora passa " si schiarì di nuovo la voce rauca. Il pallore si stava trasformando piano in giallo di nausea. Non era quello che avrei definito "niente". " Tu dovresti... dovresti rientrare e sdraiarti, stai caricando tutto il peso sulla ferita " E me lo stava facendo pagare tutto a caro prezzo! Ma in quel momento il
problema non ero io... e l'evidente deviazione di discorso non sarebbe servita a distrarmi.
" Sto benissimo, Alagos... vorrei sapere cosa ti prende... " aveva la fronte lucida di sudore, e non era normale in una mattina così fredda.
Doveva avere un qualche tipo di dolore ai livelli dello stomaco, perché non faceva che tenersi la pancia, ma non mi sembrava avesse mangiato qualcosa di strano, niente di diverso da quello che avevo mangiato io, e lo stomaco era forse l'ultima parte del corpo a farmi male.
" Ho detto che sto bene! " esclamò adirato, prova inconfutabile che stesse mentendo, non che non fosse già abbastanza chiaro.
Come attratti da un sortilegio ipnotico, il mio sguardo si abbassò lentamente verso le sue gambe.
Dal cavallo dei pantaloni stava estendendosi una macchia rossa... sangue?
Il mio primo, ingenuo pensiero, fu che fosse stato realmente ferito... ma sapevo che non era così, e lo capii immediatamente.
Alagos doveva aver seguito la linea del mio sguardo, perché cercò subito di nascondersi, ma ormai avevo visto. Visto e capito.
Tutto diventò ad un tratto maledettamente chiaro.
Mi accorsi che stavo stringendo i pugni tanto da farli diventare bianchi. La rabbia che stava ribollendo dentro di me doveva essere ben visibile anche all'esterno, perché Alagos sbiancò e cominciò ad arretrare.
Doveva aver capito ciò che io avevo capito...
Mi sentivo così stupido... e non stupido come mi aveva fatto sentire fino a quel momento sbattendomi in faccia tutte le sue numerose abilità.
Nessuno poteva prendermi in giro in quel modo.
Solo una donna poteva essere capace di questo... una... strega.
" Naur... Naur... aspetta, lascia che ti spieghi... ".
Aspettare? Spiegare? Spiegare che cosa...? Spiegare che per tutto questo tempo avevo creduto di lavorare al fianco di un amico quando... quando invece stavo aiutando il nemico che avrei dovuto combattere?
Era riuscita ad ingannare persino Odhron facendosi scegliere per accompagnarmi in quel viaggio in cui avrebbe dovuto cercare... se stessa.
Un lampo di comprensione mi colpì la mente all'improvviso.
Era stata lei... lei ad uccidere Cyru! E io... io avevo cercato di consolare quel ragazzo che...
Che stupido!!
" Non c'è proprio nulla da spiegare. E' tutto fin troppo chiaro... strega!" dissi tra i denti sguainando la spada.
La tensione che aveva bruciato fino a quel momento negli occhi di Alagos, o come diavolo si chiamava lei in realtà, si raffreddò come se avessero ghiacciato delle fiamme.
" Metti via quella spada e... ti spiegherò tutto. Ma dammi la possibilità di farlo... " come osava continuare ad insistere? Dopo tutto quello che era venuto a galla negli ultimi minuti, come poteva pensare che l'avrei ascoltata ancora? Credeva veramente che fossi così stupido? Il tempo in cui mi lasciavo incantare dai suoi trucchetti era finito...
" Odhron ha ragione. Nulla che possa mai uscire dalla vostra bocca è degno di attenzione " ero arrivato al punto di dare ragione ad Odhron, perciò ero ad un passo dal perdere il controllo.
Odhron la voleva viva?
Mi sarei sforzato di mantenerla in vita... ma non potevo promettere nulla a proposito delle condizioni in cui l'avrei consegnata.
La mano della ragazza scattò verso la spada. Non mi importava che mi avesse già dimostrato le sue abilità: non era più un gioco per me.
" Vedo che non sono l'unica ad aver mentito su chi sono" commentò, delusa. "Naur, non fare lo stupido, non sei nelle condizioni di combattere. " potevo quasi
avvertire la spada vibrare nella mano dal desiderio di colpire.
Non le avrei permesso di dirmi cosa ero in condizioni di fare... avrei potuto farmelo dire da Alagos, forse, ma non da lei.
" Vogliamo vedere? ".
" Non costringermi a farti male, Naur... " ormai aveva raffreddato i toni e stringeva nelle mani la spada, pronta a difendersi.
Quella minaccia non ebbe alcun effetto su di me. Ero ferito, ma non avrebbe vinto questa volta...
Caricai il fendente dall'alto, ma non le fu difficile pararlo.
Le spade cozzarono sonoramente, a testimonianza di tutta la forza che avevo impresso.
Non poteva difendersi per sempre, prima o poi si sarebbe stancata, e io non intendevo darle tregua. I miei colpi si fecero sempre più potenti, finché non sentii vibrare debolmente la spada avversaria. La sua presa si stava indebolendo, mi bastava solo disarmarla e...
Non riuscivo proprio ad imparare dagli errori...
Dovevo smetterla di giocare come voleva lei, smetterla di giocare come voleva Cyru...
Pagai nuovamente le conseguenze di aver abbassato la guardia su un mio punto debole per potenziare un attacco.
Il suo calcio mi colpì direttamente e con tutto il suo peso sulla ferita.
Non so quale forza mi trattenne dallo svenire di nuovo, ma rimasi senza fiato e caddi per terra, lasciando che la spada finisse nella sabbia chissà dove.
Maledetta... maledetta... avrei voluto dirlo, ma non riuscivo a recuperare aria sufficiente per respirare, figurarsi per parlare.
" Mi dispiace, Capitano... non... non doveva finire in questo modo... " le sentii dire.
La sua ombra mi oscurò il Sole sul viso. Se il mio corpo avesse ricominciato a rispondere ai comandi, la partita si sarebbe riaperta in un momento.
Ma quella... cosa... sapeva perfettamente di essere andata a segno.
"No? E come volevi che finisse? In decapitazione?".
" No! Ferme! " la sentii urlare a qualcuno che presumibilmente non ero io.
Nonostante il cervello bloccato dal dolore capii subito chi fosse appena entrato in scena... " E' inoffensivo, non c'è bisogno di colpirlo ancora... "
Inoffensivo. Nessuno mi aveva mai chiamato così.
Che umiliazione...
" Be', alla fine ti sei fatta trovare, eh? " disse una voce femminile fin'ora sconosciuta che rese fondati i miei sospetti. " Avrai tante cose
da spiegare alla Regina, bella... ad esempio perché ieri sei scappata con questo " continuò dandomi un leggero calcio su una gamba.
Il dolore si era appena attenuato ma avevo la sensazione che avrei vomitato l'anima da un momento all'altro.
"Gli uomini come lui non hanno il diritto di vivere nel nostro territorio..." aggiunse un'altra voce, molto più ferma della prima.
Doveva essere più vecchia. Era di certo più inquietante.
" Lo so, ma... lasciatemi parlare con la Regina... " rispose Alagos.
Che voleva, l'esecuzione in pubblica piazza? " Lei capirà... ".
" Sentito, Gely? Noi non possiamo capire... Bene, faremo tutto ciò che ci chiedete, mia Signora, in silenzio come bravi adepti del Clan... " disse la voce più giovane con tono pesantemente marcato di sarcasmo.
Sentir nominare il Clan mi fece ribollire di rabbia, e avevo quasi trovato la forza per ribellarmi, quando mi legarono le mani dietro la schiena. " Se ci deste una mano a piazzare il vostro amico sul cavallo, sarebbe veramente uno spasso... ".
   
 
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