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Autore: AlexEinfall    20/03/2013    1 recensioni
3 Marzo 1849: un uomo in preda ai deliri lascia come testamento un taccuino. Presente: un ragazzo si sveglia dopo tre anni di coma irreversibile, portando via con sé un bracciale particolare. Sam e Dean sono sulle tracce del fuggiasco quando inciampano in un vecchio mistero.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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III

10 Ottobre 1849


Chiunque trovi questo taccuino, il che indica la mia morte, deve assolutamente nasconderlo alle coordinate riportate a fondo pagina. In questo modo, tra 162 anni alle 12 antepomeridiane in punto pervenga a chi deve. Se non credete ai miei deliri vi prego di accontentare comunque l'ultima richiesta di un pover'uomo. Dio le sarà grato, caro sconosciuto. E. A. P.
Queste erano le parole incise sulla prima pagina di quel taccuino che l'uomo, con il suo ultimo impeto d'intenzione, aveva posto tra le mani di Joseph.
"Lo protegga, la prego" erano state le sue ultime parole prima di sprofondare in quello stato che, quattro giorno dipo, lo avrebbe portato alla morte.
Spinto dal senso del dovere cattolico che sua madre gli aveva insegnato fin da tenera età, decise che la cosa moralmente più saggia fosse eseguire le ultime volontà di quel pover'uomo. Così, il 10 ottobre Joseph Walker prese il primo treno per il Montana, stringendo tra le mani quel taccuino.
Quando giunse alle coordinate prestabilite ed entrò nella piccola cascina da caccia, ormai abbandonata, decise che forse dare una lettura alle restanti pagine non fosse una cosa così malvagia. In fondo aveva fatto tutta quella strada.
Osservò le pagine che teneva tra le mani tremanti, poi in un impeto di terrore le allontanò dalla vista. No, non poteva farlo. E se avesse scoperto cose così oscure da far precipitare anche lui nei deliri? E se fosse morto proprio come lo scrittore?
La superstizione e il timore del giudizio divino in quel momento lo guidarono a non indugiare.
Sollevò una tavola cedevole del pavimento e vi nascose il taccuino, accuratamente protetto da una cassetta di metallo, così come riportavano le istruzioni.
Si ritrovò a ridere di se stesso.
"Meglio non rovinarlo se deve sopravvivere a 162 anni."
Guardò il pavimento e si sorprese a chiedersi se il mondo sarebbe sopravvissuto tanto.



I.15, da qualche parte nel Montana, 9 Aprile 2011

This body holding me reminds me of my own mortality.
Embrace this moment. Remember. we are eternal.
all this pain is an illusion.

Dean gira la manopola dello stereo, riducendo la canzone a una semplice melodia di sottofondo.
Il fratello alza uno sguardo interrogativo.
"Che c'è? E' il cd che mi ha dato una tipa."
Sam si concede un sorriso prima di tornare alla cartina e Dean ne approfitta per scrutare dallo specchietto l'angelo che, seduto rigido sul sedile, guarda oltre il finestrino.
"Allora, quanto manca?"
Sam scruta la cartina e punta il dito su un punto.
"Poco, devi svoltare tra due chilometri in una stradina cieca."
Dean si morde il labbro, stringendo gli occhi nella luce intensa che l'asfalto gli ribalta sul volto.
"Sam, non ti sembra assurda questa faccenda?"
"Uhm?"
"Sì, insomma, questo caso era già complicato all'inizio. Ora ci si mettono in mezzo anche angeli e scrittori morti."
Sam si volta verso Castiel, trovandolo assorto e indifferente.
"Io credo sia emozionante" risponde. "Insomma, potremmo svelare il mistero di uno degli scrittori più famosi della storia!"
"Non capisco come. Cioè, ci stiamo dirigendo dove?"
"Ti spaventa cosa troveremo a quelle coordinate?"
Dean fa una smorfia che il fratello non crede di riuscire ad afferrare, e vaga con lo sguardo oltre la strada sotto l'Impala.
E Sam capisce che è una di quelle domande alle quali non risponderà mai, se non agendo.

Dean stringe il volante e una strana sensazione gli prude sotto la pelle. Sarà che nulla gli è chiaro, sarà che ha ben poca voglia di indagare sulla morte di uno scrittore che ormai è cenere, sarà che da quando è iniziato questo caso sotto le palpebre ha solo l'immagine di quella cicatrice sul polso.
Cos'hai fatto per finire così?
L'hai scoperto anche tu, pensa tra sé, che siamo eterni solo all'Inferno.

+

Daniel si sveglia di soprassalto. Un sottile strato di sudore è attaccato alla nuca e si raffredda velocemente. Ha un brivido e si guarda attorno. Sente che qualcosa non va e istintivamente afferra il bracciale e se lo mette in tasca.
Si alza e ha una vertigine che lo getta nello spavento.
Sulla pelle sente la pressione dell'aria, come se qualcosa si stia avvicinando, qualcosa di brutto, una minaccia alla sua stessa essenza.
Raduna le sue cose e ha un'esitazione: non vorrebbe lasciare quella squallida, cigolante e umida cascina, dove è giunto guidato da chissà quale vecchio ricordo.
Ma quella sensazione non va via, come spilli gli buca le ossa.
Si china a raccogliere un barattolo rotolato via e il suo sguardo cade su un punto al centro del pavimento.
Strabuzza gli azzurri occhi arrosati, se li strofina con i palmi aperti, eppure non si tratta di uno scherzo ottico: quei simboli sono lì. Alza il capo e nota i buchi sulle assi del tetto, disegnati accuratamente perché lascino passare la luce solo a mezzogiorno, proiettando sul pavimento una labile ma chiara traccia.
Gattona fino a quel punto, passa la mano sotto quei disegni di luce e si concentra. Danzano irridescenti su un punto preciso del pavimento, richiamando esigenti l'attenzione
"Verità" legge con un filo di voce che scava attraverso la gola invasa da palpiti veloci.
Con il coltellino fa leva nel legno, fino a staccare l'asse.
Lì, sotto strati di polvere e tempo, una cassetta di metallo nero sembra quasi brillare.

+

"Sam?"
"Ci siamo quasi, Dean."
Il ragazzo continua a camminare, affossando le gambe nel terriccio vischioso e cercando di schivare le piante che frustano il viso. Avanza in cima al piccolo gruppo, a ogni passo sempre più nervoso, a ogni minuto di silenzio sempre più assorto.
Poi la luce del sole esplode nella radura alla quale giunge, abbagliandogli la vista.
Si fermano e controllano insieme la mappa.
"Dobbiamo andare lì" dice Sam alzando un braccio davanti a loro. "Manca poco."
"Lo dici da un'ora" brontola Dean, gettando uno sguardo alle sue spalle.
Castiel è immobile, al centro della radura, con quel suo sguardo assorto e quasi preoccupato.
"Cass, ti muovi?"
L'angelo gli getta addosso due occhi pieni d'inquietudine- è questa la sensazione che ha Dean. Glieli sta scagliando contro e lui si sente ancora più allarmato.
Lo raggiunge in pochi passi.
"Cass?" chiede con un tono molto diverso. "Che succede?"
Gli occhi blu si spalancano e le labbra secche si dischiudono appena. Al cacciatore sembra di vederci l'Inferno. Gli afferra un braccio e lo riscuote.
"Hey, amico."
L'angelo sembra tornare alla realtà.
"Dean, io...non so cosa succede...ho una sensazione-" si interrompe e guarda oltre le sue spalle.

"Dean!" urla Sam, facendogli scattare la testa indietro.
Un demone lo ha afferrato per le spalle. Si guarda attorno: altri due li hanno circondati.
Gli occhi neri brillano nel sole e l'erba per un attimo sembra bloccare il suo ondeggiare ritmico.
I fratelli si scambiano uno sguardo d'intesa, prima che la battaglia cominci.

  
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