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Autore: chasingusall    22/03/2013    5 recensioni
La pioggia picchiettava violentemente sui finestrini dell'autobus, quasi come volesse cancellare tutto. Lo strazio, il dolore, il sangue.
Il mio subconscio cercava di nascondere il ricordo delle ultime ore, quel tormento che, a quanto pare, non voleva darmi pace.
"Tanto è tutto finito", pensai. "È tutto finito."
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luna piena e candida era l'unica fonte di luce presente.
Fortunatamente avevamo trovato un nascondiglio tra degli alti arbusti, che formavano una sorta di tana.
Al buio non riuscivo a vedere la ferita sulla gamba della sconosciuta che mi aveva salvato, ma tastandola potevo sentire che non era affatto una cosa da niente.
"Come ti senti?" Le chiesi.
"Sicuramente stavo meglio prima." Sbuffò, mentre era intenta a legare un pezzo di stoffa stretto attorno alla lesione. Avrebbe dovuto rimuovere il proiettile prima, ma sarebbe stato troppo rischioso. A quanto pare la pallottola era entrata per bene nella coscia, e avrebbe potuto perdere molto sangue durante l'estrazione.
"Neanche tu hai un'ottima cera."
E aveva ragione. Sentivo ancora le ferite sul viso pulsare di dolore, ma non erano nulla in confronto al supplizio continuo all'altezza dello stomaco. Tirai su un lembo della mia maglia, e sussultai notando che un enorme livido scuro ricopriva quasi tutta la pancia. Non andava affatto bene, ma riabbassai la maglia pensando che sarebbe passato in pochi giorni.
"Perché... perché mi hai salvata?"
La ragazza alzò lo sguardo verso di me.
"Volevi che ti lasciassi lì?"
"No, però... sai, nessuno farebbe una cosa del genere rischiando la propria vita."
"Io invece l'ho fatto, ritieniti fortunata." Capii che non intendeva darmi altre spiegazioni, così biascicai un sincero "grazie".
"Non ci siamo ancora presentate. - aggiunsi, e accennando un sorriso tesi la mano verso di lei – Mi chiamo Evelyn."
Lei mi osservò per un attimo, per poi stringere con vigore la mia mano. "Michonne."
Restammo a parlare di come ci eravamo salvate dall'epidemia, di com'era cambiato il mondo, ma in poco tempo la stanchezza si fece sentire, e crollammo entrambe in un sonno profondo.

Quella notte mi rigirai migliaia di volte tra le lenzuola, e non riuscivo ad addormentarmi. La fronte imperlata di sudore, le mani e le gambe che mi tremavano.
Mio padre era una parte di me, e io non riuscivo a reggere il fatto che se ne fosse andato così, per sempre, senza nemmeno dire addio.
Mia madre era morta alla mia nascita, e lui era stato l'unico genitore che avessi mai avuto. Avevo passato vent'anni della mia vita con lui, era il mio timone, la mia ancora, il mio albero maestro.
Come avrei fatto ora a navigare in quell'oceano senza di lui?
Le lacrime iniziarono a inondare il cuscino senza che me ne accorgessi, ed io iniziai ad urlare, urlare più forte che potevo, per buttare via tutta quella sofferenza.
Perché papà, perché eri fuggito via all'improvviso?
Affondai il viso nel materasso, urlando ancora più forte.
Non mi accorsi della luce che si accendeva, e di qualcuno che si sedeva sul letto accanto a me, iniziandomi ad accarezzare la fronte e parlando sottovoce.
"Ehy, Evelyn, sono qui, va tutto bene... andrà tutto bene piccola."
Smisi di urlare, e mi fiondai tra le sue braccia ancora in lacrime.
"Se n'è andato Paul... non tornerà più..."
"Non dire così, piccola. Lui è ancora vivo da qualche parte, chissà. Magari proprio adesso si sta bevendo un bel bicchiere di Martini su una spiaggia deserta con la tua mamma, e intanto pensano a te." Mi lasciò scappare un leggerissimo sorriso.
"Io non so se esista un paradiso, ma te lo guiro, sono sicuro che lui ora è qui con te."

Aprii gli occhi gonfi e un po' umidi. Quel sogno mi aveva scossa, ma cercai di restare lucida.
"Ora anche tu stai prendendo quel Martini con papà, mh?" Mormorai tra me e me guardando il cielo.
Il sole stava per spuntare, dovevano essere le cinque del mattino. L'unico rumore che sentivo era il respiro pesante di Michonne che dormiva profondamente.
Era tutto fin troppo silenzioso.
Presi un coltellino trovato nelle tasche della ragazza, e uscii cautamente dal nostro nascondiglio.
Non vedevo un accidente, e quel silenzio era angosciante.
Appoggiai le spalle al tronco di un grosso albero, e rimasi in attesa di qualche fremito, anche se impercettibile.
Uno scricchiolio.
Il mio respiro si fece pesante, e dovetti trattenerlo per evitare di fare rumore.
Allungai la testa oltre il tronco dell'albero, ma non c'era nessuno.
Eppure ero convinta che qualcosa fosse nascosto lì attorno.
Non feci in tempo a ritirare la testa, che qualcosa di viscido, mugolante e puzzolente mi piombò addosso. Per lo spavento feci cadere il coltello a terra.
Il vagante affamato allungava i suoi denti putridi verso di me, ma io lo tenevo per le spalle e con un piede lo calciavo all'indietro, cercando di avvicinarmi al coltello che si trovava proprio ai miei piedi.
Un passo falso e sarei diventata il banchetto di quello zombie.
Era maledettamente forte, e piano piano riusciva ad avvicinarsi sempre di più al mio volto, mentre i suoi lamenti diventavano sempre più mostruosi ed insistenti.
Una leggera lacrima mi solcò la guancia.
"Vattene cazzo, ti prego vattene..."
Un fruscio, e in un attimo qualcosa trapassò il cranio dello zombie facendolo cadere a terra. Spaventata, mi allontanai subito raccogliendo il mio coltello.
"Evelyn!" Una voce familiare risuonò a pochi metri di distanza. Mi voltai, e Daryl correva verso di me. Mai la sua vista mi fu più gradita.
"Daryl..." Sorrisi, felice di averlo ritrovato. Quando mi raggiunse, la sua espressione si fece cupa.
"Chi ti ha fatto... questo?" Mormorò, indicandomi. Cavolo, dovevo essere proprio ridotta male.
Stavo per raccontargli tutto, ma mi bloccai. Era una buona idea quella di dirgli che suo fratello mi aveva rapita e in seguito pestata a sangue?
"Mi avevano chiusa in uno strano posto, qualche squilibrato, e poi Michonne mi ha salvata."
"Chi diavolo è Michonne?"
"Vi spiegherò tutto alla prigione." Conclusi. Lui alzò le spalle sbuffando.
"Dai, andiamo adesso, sono tutti quanti preoccupati."
"Ma non posso lasciarla qui!"
"Lasciare qui chi, Evelyn?!"
"Michonne!" Feci per svegliare la ragazza che ancora dormiva in mezzo agli arbusti, ma Daryl mi bloccò.
"Chiunque lei sia, non può venire con noi."
"Lei verrà invece."
"Che cosa?!"
"Mi ha salvato la vita, non ho intenzione di lasciarla morire qui adesso."
Lui sbuffò per la seconda volta.
"Fai come vuoi, ma Rick non ne sarà tanto felice."
"Dovrà esserlo per forza."

 

 

 

 

 

 

 

Nota autrice.

Ciao a tutti!
Ho voluto lasciare il capitolo così corto perché nel prossimo accadranno molte cose importanti, e se ne avessi fatto uno solo sarebbe risultato troppo lungo. Mi scuso lo stesso per la pochezza del capitolo.
Intanto però cosa mi dite? Secondo voi come proseguiranno le cose?
Ovviamente questa è solo una quiete prima della tempesta, la prossima volta farete molte scoperte interessanti che riguardano i nostri protagonisti... non dico altro! :)
Ringrazio tutti quelli che seguono e recensiscono, siete la mia forza davvero.
Un sincero abbraccio,

-Anna.

   
 
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