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Autore: Anguisa    25/03/2013    3 recensioni
Una long dedicata al pairing TomxEmma
La loro storia d'amore...
- Dio Char, sei così divertente: certe volte assomigli proprio a Hermione!-
- C-Cosa hai detto?- chiese la ragazza con un groppo in gola.
- Che assomigli ad Hermione-.
- No, non quello. Prima, cosa hai detto?-.
- Che sei divertente.-
- Uffa.. ma ci sei o ci fai? Intendevo come mi hai chiamata.-
- Ah, Char. Perché, non ti piace?-
- Sì che mi piace, ma da dove ti è venuto fuori?-
- Il tuo secondo nome è Charlotte, ed abbreviandolo mi è venuto in mente Char-.
- Allora io ti chiamerò An-.
- An?- chiese Tom inarcando un sopracciglio.
- Sì An, da Andrew. E’ il tuo secondo nome,no?-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emma Watson, Tom Felton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma aprì lentamente gli occhi cercando di far mente locale: le pareti beige e quelle lenzuola azzurre non appartenevano di certo alla sua stanza e, per quanto ricordasse, neanche alla sua suite dell’hotel, perciò c’era davvero qualcosa che non quadrava. Con uno sforzo immane cercò di ricordarsi cosa fosse successo, ma gli unici pensieri che le sovvenivano erano una valigia disfatta sul letto della sua suite, l’ansia per gli Oscar dell’indomani sera, la stanchezza, la necessità di andare a fare una passeggiata, qualcuno che la buttava per terra, una lingua ispida sulla sua guancia, un sorriso e una voce a lei conosciuta. Sbarrando gli occhi, la ragazza si girò di scatto guardando la figura addormentata che si trovava alla sua sinistra… Non era possibile….

12 ore prima
Lo squillo sempre più insistente del telefono la stava innervosendo parecchio: era appena arrivata, non aveva neanche avuto il tempo di disfare la valigia, e i suoi genitori ed amici continuavano a chiamarla, augurandole buona fortuna. “Fortuna un cappero!”, pensò Emma. Di sicuro non dipendeva dalla fortuna il fatto di vincere o meno un Oscar, e lei non poteva fare più niente: oramai la giuria aveva il materiale da osservare e da valutare per assegnare il premio, e lei non poteva convincerli a darle l’Oscar.
Contando fino a dieci per calmarsi, prese il cellulare e rispose.
-Pronto?
-Pronto? Ciao Emma!
-Sophie… che bello sentirti! Come stai?
-Bene, grazie. Non vedo l’ora di guardare gli Oscar e vedere il tuo trionfo!
-Sophie, non esagerare. E’ improbabile che io vinca.
-Giusto. Mi sono dimenticata che sto parlando con Miss Ottimista.
-Non si tratta di ottimismo e meno, semplicemente realismo. E’ già un miracolo che abbiano deciso di considerare “La Bella E La Bestia” per le nomination, figurati farci vincere. Sai benissimo che gli Oscar sono… ehm.. intolleranti ai film fantasy/fantascienza.
-Non è vero. Avatar aveva vinto molti Oscar.
-E ci credo… Insomma, parliamo di James Cameron!
-E qui si parla di Guillermo Del Toro!
-SOPHIE!
-EMMA!
-Dovete smetterla con queste sciocchezze! Finirò per illudermi di poter veramente vincere e poi, alla Cerimonia, quando non chiameranno il mio nome, morirò per la delusione.
-Scusa…
-Scuse accettate.
-Allora, hai già deciso che cosa indosserai?
-In realtà no. Pensavo di andare domani a fare un po’ di shopping e….
-CHE COSA? MA E’ INAUDITO! Tu domani dovrai solamente occuparti del tuo aspetto… Manicure, pedicure, pettinatura, trucco… Guarda che richiedono molto tempo, eh! Quando pensi di andare a comprare il vestito? Senza contare…
-Sophie..
-… che dovrai andare anche al pre-party verso le 17… Non ce la farai mai…. Insomma..
-SOPHIE!
-Che c’è?
-Stavo scherzando! So già che cosa indossare.
-E?
-E cosa?
-Bhè, che vestito è?
-Segreto!
-Cosa? Ma io voglio sapere…
-Vedrai domani sera… Ora devo andare. Ciao!
-Ciao!
La ragazza buttò il telefono sul letto, prese la valigia e incominciò a tirarne fuori il contenuto.
Mezz’ora dopo guardava sconsolata l’ammasso di vestiti sparpagliati sul letto: non sarebbe mai riuscita a mettere tutto nell’armadio e sinceramente non riusciva a capire perché dovesse fare un tale sforzo quando fra una settimana sarebbe ripartita. Prese il suo orologio da polso situato in cima al mucchio di gioielli, indossò le sue adorate scarpe da ginnastica, prese la sua felpa preferita ed uscì a fare una passeggiata: aveva bisogno di scaricare la tensione dovuta agli Oscar.
Mentre passeggiava per le strade di Los Angeles, vari ricordi dei giorni passati sul set del film “The Bling Ring” le vennero in mente, e sorrise ricordandosi l’ansia che provava in quei giorni per la paura di non essere in grado di interpretare Nikki… Quello era niente in confronto a ciò che provava adesso.
Svoltò l’angolo, ma qualcosa di pesante le andò addosso, facendola cadere per terra. Emma cercò quindi di rialzarsi, ma molto presto scopri che in realtà aveva tra le braccia qualcuno. Quel qualcuno, incurante dei suoi tentativi di liberarsi, le leccava tranquillamente le guance scodinzolando. La ragazza non ebbe il tempo di capire l’identità del cane, perché la voce del padrone le fece perdere un battito.
-TIMBER!
Quella voce, quel nome… Emma aprì gli occhi, ritrovandosi il musino di Timber, il cane di Tom, a due centimetri dal viso. Timber scese dalle gambe della ragazza, permettendole di rialzarsi, ma proprio mentre questa stava cercando di svignarsela, Tom la raggiunse.
-Mi scusi, non so proprio che cosa…- si bloccò. Per la prima volta da quando lo conosceva Emma vide Tom con la bocca aperta e le guance pallide: di sicuro non si aspettava di vederla. In un certo senso la ragazza lo capiva: erano passati quattro anni dall’ultima volta che si erano visti e incontrarla dopo che il suo cane le era saltata addosso non era proprio nei sui piani.
-Ciao…- sussurrò Emma.
-Ciao Char…- rispose prontamente Tom.
Alla ragazza gelò il sangue nelle vene: l’aveva chiamata così solo durante quel periodo della sua spensierata adolescenza quando sono stati insieme. Dopo la loro “rottura” era tornata ad essere semplicemente “Emma”.
Dando un’ultima carezza a Timber, la ragazza disse: -Beh, è stato bello rivederti. Ora è meglio che vada. Ciao!-
Senza aspettare risposta, fece dietro-front, pronta a ritornare in albergo, ma la mano del ragazzo (ormai uomo) la bloccò.
-Che ne dici di venire da me e prendere una cioccolata insieme. E’ tanto che non cisi vede e scommetto che abbiamo tante cose da raccontarci.
A malincuore Emma dovette ammettere che quella proposta era allettante e, ancor più a malincuore, dovette anche ammettere che il fatto che lui si ricordasse la sua “intolleranza” al caffè e il suo amore per la cioccolata calda le faceva venire le farfalle allo stomaco.
-Ehm… Ecco, il fatto è che sono appena arrivata da Londra e sono stanca… Inoltre domani si preannuncia una giornata molto faticosa…
-Lasciami indovinare: preparativi per la grande serata degli Oscar?
Emma lo guardò stupefatta: come faceva a sapere degli Oscar?
-Non guardarmi così stupita! Vivo a Los Angeles, sarebbe strano non sapere i candidati agli Oscar! E poi mi pare ovvio che, non avendo più tue notizie personalmente, m’informi tramite i media riguardo ai tuoi progetti, no? Tu non fai lo stesso?
Davanti alla faccia ancora più stupefatta e colpevole di Emma, Tom capì che no, la ragazza non aveva mai pensato d’informarsi indirettamente su di lui.
-Beh, ecco… Diciamo che ho una certa intolleranza per i media.
-Già, ricordo bene…- commentò soprappensiero Tom, senza rendersi conto i ricordi che quella frase avrebbe scatenato in lui ed Emma.
Fu la ragazza a rompere l’imbarazzante silenzio che si era creato tra di loro: -Adesso devo andare… Ciao!-
-Aspetta… Ti rifaccio la proposta: vieni da me a bere una cioccolata calda.
-Te l’ho detto, sono stanc..
-Lo so, ma casa mia è proprio questa- disse lui indicando la villetta alla sua sinistra: non era tanto grande, aveva un tetto color blu notte e nel giardino vi era una piccola piscina… “la casa perfetta”, pensò la ragazza.
-Allora, vieni?
-Ok, mi hai convinta… ma solo per una mezzoretta!
-Sissignora!
Dieci minuti dopo entrambi erano seduti sul divano di pelle beige del salotto di Tom: la ragazza aveva notato che l’intera casa era stata arredata con buongusto, ed era sicura che fosse tutto merito di Sharon.
-Allora, nervosa per il grande evento?- chiese Tom.
-Un po’… Insomma, di per sé è già una pazzia l’esser stata nominata: fosse per me starei a casa la sera degli Oscar, guardando la cerimonia alla TV con le mie amiche e gongolando per il traguardo che sono riuscita a raggiungere… Davvero, mi accontento, per modo di dire, della nomination! Ma i miei amici ed i miei genitori continuano a dire che non posso non vincere e, in un certo senso, mi hanno messo ansia: ho paura che se non vincessi potrebbero rimanerne delusi.
-Non dire sciocchezze! Come hai detto tu già il fatto di ricevere una nomination è un grande traguardo… Tutti continuano a dirti che vincerai perché sono fieri del lavoro che hai fatto e lo ritengono impeccabile. Se non vincerai, non deluderai proprio nessuno!
Emma sorrise: certe cose, come ad esempio la capacità di Tom di tranquillizzarla, non erano cambiate.
-Tu invece cosa mi racconti?
-Io? Niente di ché. Mi sono rintanato qui per un paio di mesi, prima di ricominciare la vita strampalata da attore.
-Ah, quindi sei in vacanza? Pigrone!
-Pigrone? Io? Nahhh, solo che volevo un po’ di pace e tranquillità.
-Capisco…- disse Emma –E Jade come sta?- chiese poi, cercando di tenere a bada i battiti del suo cuore.
-Boh, non lo so.
-In che senso non sai? Ha qualche problema?
-No, non penso. E’ tanto che non la vedo…
-Ah, è dovuta andare a lavorare all’estero?
-Cosa? No! Non ho più sue notizie da quando ci siamo lasciati!
In quel momento Emma era sicura di essere uno spettacolo esilarante: con la bocca aperta, le guance arrossate, le mani tremanti che reggevano la tazza e gli occhi sgranati, avrebbe fatto ridere persino Timber.
-V-Vi sie-siete lasciati?
-Sì… non lo sapevi? Sono due anni che non stiamo più insieme
-Due anni?
-Sì… Pensavo lo sapessi: le voci circolano in fretta.
-No, non ne avevo idea.
-Ecco uno degli svantaggi di non seguire i media- disse scherzosamente Tom.
-Ehehehe, già. Ma perché vi siete lasciati? Eravate la coppia più affiatata che abbia mai visto.
Tom sospirò: -Dopo sei anni che stavamo insieme, avevo finalmente trovato il coraggio di chiederle di sposarle ma…
-Ma?
-Ma lei non aveva accettato la proposta di matrimonio.
-Che cosa? E perché?- chiese prontamente Emma: già s’immaginava Jade che gli confessava di avere un amante segreto e che non l’amava più.
-Disse che non era pronta. Ti rendi conto? Sei anni che stiamo insieme, che condividiamo tutto, e lei mi dice che non si sente pronta. Mi ero arrabbiato molto, le gridai contro e lei, inferocita, fece le valigie e se ne andò. Il giorno dopo, e quello dopo ancora, non mi cercò, e neanche io lo feci.
-Oh, mi dispiace.
-A me no.
-Eh?
-E’ stata una fortuna che lei non abbia accettato: insomma, che razza di persona ipocrita mi sarei ritrovato accanto?
-Cosa? Ipocrita? Oh, ma andiamo Tom, sii serio. Jade non ha fatto niente di male! E’ semplicemente stata sincera con te: non si sentiva pronta per sposarsi. Sai quanta gente preferisce la convivenza al matrimonio? Alcuni lo ritengono un’inutile perdita di tempo, solo una cerimonia che rende evidente davanti alla legge che quella persona ti appartiene.
-Quindi tu non credi nel matrimonio?
-Io? Certo che credo nel matrimonio: è da quando ho cinque anni che sogno il mio principe azzurro davanti all’altare, e una gonna bianca da regina a fasciarmi il corpo. Diciamo che il matrimonio sarebbe più importante di un Oscar, senza dubbio. Stavo semplicemente cercando di spiegarti che non tutti pensano come te e che dovresti cercare di dare loro il tempo di spiegarsi prima di perdere le staffe e cacciarli per sempre dalla tua vita.
-Hai ragione. E’ per questo che sono contento che Jade mi abbia lasciato. Senza di lei, senza la solita routine del svegliarmi accanto a qualcuno, avere qualcuno che possa prepararmi il pranzo e la cena, avere qualcuno per…ehm.. sfogare i miei istinti sessuali… Ecco, senza quel qualcuno sono tornato alla realtà, abbandonando la bolla in cui vivevo prima, e mi sono reso conto dell’enorme cazzata che ho fatto quel 13 Febbraio di tanti anni fa quando, invece di aiutarti come avevo detto, decisi in cuor mio di vendicarmi. Mi sento un coglione perché mi sono reso conto che il mio cuore si è fermato a quel giorno.
-Tom…
-Emma… Non interrompermi… Permettimi di esprimerti i miei sentimenti, lasciami provare a riconquistarti- disse Tom con voce roca, avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza.
Senza rendersi conto, Emma si ritrovò a saggiare le labbra del ragazzo, mentre le loro lingue si intrecciavano. Con la punta della lingua Tom le sfiorò ogni dente, andando poi a stuzzicarle il palato e a morderle le labbra. Nel frattempo le mani della ragazza raggiunsero i capelli biondo-castani di lui, e li strinse leggermente, beandosi della sensazione di familiarità di benessere che quel contatto le provocava. Le mani di Tom agguantarono invece il bordo della T-shirt di lei, sfilandogliela e lanciandola vicino alla felpa posata lì vicino sul divano.
-Camera da letto?- chiese Tom.
-Oh, sì!- rispose lei, lanciando la testa all’indietro per dargli maggiore accesso al collo e permettergli di leccarle la gola.
Tom la prese subito in braccio, continuando a dedicarsi alla sua tenera carne. Una volta arrivati nella stanza da letto, il ragazzo chiuse la porta con un colpo del piede, forse per impedire a Timber di disturbarli, poi si buttò sul letto insieme a Emma.
-Sei mia, Char!

Cercando di trattenere un urlo, Emma si alzò delicatamente dal letto, attenta a non svegliare Tom. Raccolse frettolosamente i pantaloni e la biancheria intima poi, sperando di non incrociare Timber per strada, si diresse in salotto, prese T-shirt, scarpe, felpa e telefono, poi andò alla porta d’ingresso.
Per sua sfortuna quella era chiusa e le chiavi non erano nella serratura. Tuttavia lei era decisa ad abbandonare quella casa prima che Tom si svegliasse perciò, in un lampo di disperazione, aprì una delle finestre dell’ingresso e saltò giù, pregando che l’altezza non fosse troppa.
Due minuti dopo si ritrovò a correre disperatamente per le strade di Los Angeles e una volta raggiunta la sua suite fece mente locale: quello che era successo quella notte non significava niente, né per lei, né per Tom, perciò era inutile pensarci troppo… Adesso il suo unico pensiero doveva essere la cerimonia degli Oscar.

§

Emma sentiva la testa esplodere, il cuore battere frettolosamente, le guance prendere fuoco e gli occhi pizzicarle… Non voleva ascoltare, non voleva un’altra delusione….
-E il premio Oscar del 2016 per la miglior performance femminile da protagonista va a…- annunciò la voce di Russell Crowe.
Emma sorrise a Zac che le stringeva la mano in segno di sostegno, mentre la platea era in totale silenzio.
-… EMMA WATSON!- gridò Russell.
La ragazze sentì le farfalle allo stomaco e vide centinaia di volti noti girarsi e sorriderle, alcuni in piedi applaudivano con grande approvazione, altri le stringevano la mano: vide Guillermo farle l’occhiolino, Brad ed Angelina applaudire sorridendole, Johnny Depp abbracciarla con affetto, sentiva la stretta di Zac* rafforzarsi, e un attimo dopo si ritrovò fra le sue braccia.
E poi ebbe un altro tuffo al cuore: proprio lì, fra un’esaltata Helena Bonham Carter che applaudiva senza fermarsi gridando il suo nome a squarciagola e una Daniel intento a salire sulla propria sedia e sbracciarsi per farsi vedere, c’era Tom. Applaudiva con vigore, annuendo continuamente per dimostrarle la sua approvazione, una scintilla d’orgoglio brillava nei suoi occhi chiari, ma le labbra non erano aperte in un grande sorriso, come quelle di Helena e Daniel, bensì strette, come se il ragazzo stesse cercando di trattenersi dal dirle (o forse gridarle) qualcosa.
Emma salì velocemente sul palco, attenta a non inciampare, prese l’Oscar, poi sentì i suoi piedi abbandonare la terra mentre Russell la stringeva con forza, sussurrandole in un orecchio di essere fiero di lei. La ragazza sorrise, decisamente più rilassata, ma quel momento di pace durò poco quando si rese conto di non aver preparato nessuno discorso.
-Ehm… Grazie. Sono davvero molto fiera di me in questo momento: penso che ogni attore aspiri a vincere un premio Oscar. Ed io mi sento ancora più fiera perché… beh… di solito sono quei film un po’ deprimenti, anzi… cioè, volevo dire che sono quei film che hanno una morale, un insegnamento da tramandare che… Cioè, non che “La bella e la bestia” non insegni qualcosa, voglio dire ci fa capire che la bellezza esteriore non conta, ma… comunque quello che volevo.. ehm… dire è che, insomma non avrei mai.. ecco…- sentì le guance prenderle fuoco e la gola seccarsi: a quanto pare la sua specialità era quella di incespicare nelle parole nei momenti più importanti.
Era pronta a scappare a gambe levate, quando un grande applauso generale risuonò nella Sala, mentre numerosi attori gridavano il suo nome a mo’ d’incoraggiamento.
-Quello che volevo dire è che, nonostante fossi sicura che questo film avrebbe avuto un gran successo, non avrei mai immaginato che potesse permettermi di vincere un Oscar. Insomma, sono la “ragazza di Harry Potter”, uno dei più grandi franchise di sempre, e non lo dico per vantarmi, ma ha avuto solo qualche nomination agli Oscar per quanto riguarda le musiche e gli effetti speciali, senza neanche vincere, perciò sono davvero molto sorpresa di ritrovarmi qui, con la mia statuetta in mano, e per questo ringrazio tutti… Dai vari colleghi che ho avuto sui vari set dei film che ho fatto che mi hanno permesso di crescere, alla giuria.. Grazie davvero- finì.
Abbandonò il palco con la statuetta in mano e un sorriso ebete sul viso, mentre altri applausi riempivano la sala, ma quello che trovò nel backstage non la tranquillizzò.
Tom era davanti a lei con le mani in tasca ed un’espressione contrariata sul viso.
-Congratulazioni.
-G-Grazie…
-Sei scappata come un ladra- aggiunse subito lui.
-Cosa?
-Non fare finta di non capire… Perché sei scappata?
-Mi sembra ovvio, no?
-No Char, non è affatto ovvio.
-Smettila di chiamarmi così!
-Perché?
-Perché mi ricorda di quando tu ed io siamo stati insieme e mi fa illudere che tu tenga ancora a me.
-Ti fa illudere? Dio, Emma, ma non l’hai ancora capito che io non ho mai smesso di tenere a te.
-Smettila Tom, dici così solo perché Jade ti ha lasciato.
-Non è vero!
-Sì invece.
-Ma mi hai ascoltato? Ti ho detto che sono stata io ad averla insultata, e ti ho anche detto che non l’ho mai amata… Era solo la mia arma, la mia vendetta contro di te per quello che mi avevi detto quel giorno..
-Cazzo Tom, ti senti parlare? Quanti anni avevo all’epoca, sedici, diciassette? Avevo una paura matta dei paparazzi, dei media, e tu mi chiedevi di rendere pubblica la nostra storia… E’ un miracolo che non ti abbia mandato a quel paese come ha fatto Jade.
-Lo so, ma…
-Lo sai? Oh, che bello… Il signorino qui lo sa… Wow, allora devo dedurne che sei onnisciente! E poi cavolo, se Jade era la tua vendetta, non pensi che sei anni siano stati un po’ lunghi?
-Sì, sono un coglione, ma…
-Oh, almeno te lo dici da solo…
-ZITTA! Smettila di interrompermi e ascolta per una volta quello che ho da dirti!
-Mi sembra che sia tu quello che interrompe le persone e non le lascia spiegare i loro motivi- iniziò a dire Emma, ma l’occhiataccia che Tom le rivolse la convinse a stare zitta.
-Emma, io non ho mai smesso di tenere a te. Quando ho iniziato a frequentare Jade mi sono illuso di aver trovato il mio equilibrio, ma questo vacillava ogni volta che mi riavvicinavo a te. Per questo ti ho evitata per un periodo, poi Jade se n’è andata, riportandomi con i piedi per terra e facendomi capire che in realtà i miei sentimenti nei tuoi confronti non erano mai cambiati. Sono un coglione perché sono maledettamente insicuro e perché all’epoca avevo bisogno di un modo che mi permettesse di assicurarmi che tu saresti stata solo mia. Ma adesso sono cresciuto, ho capito che non posso obbligarti a fare quel che voglio io, e sono pronto a cercare di riconquistarti perché la vita senza te è… dannatamente ordinaria e io non la voglio così. Voglio rivivere con te i momenti più spensierati… Ti prego, perdonami.
-Quindi… per te non è stato un errore quello che abbiamo fatto l’altra notte?- chiese Emma con voce tremante.
-Un errore? Char, fare l’amore con te non è mai un errore.
A quel punto la ragazza corse fra le braccia di Tom, aggrappandosi alle sue spalle e lasciando che le lacrime le rigassero il viso.
-Ti amo, An.
-Ti amo anch’io, piccola.

Ed entrambi capirono che il loro era un vero amore, non destinato al lieto fine bensì all’eternità.




Microangoletto autrice
*Ho pensato che Zac Efron possa essere perfetto nel ruolo della bestia nel film.
Ed eccoci qui, alla fine! Che emozione, la mia prima long (un po’ short) completa!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti.
Chi ha inserito la storia fra le ricordate:


1 - blackbellina [Contatta]
2 - Jessica Heart [Contatta]
3 - mikelike [Contatta]

Chi l'ha inserita tra le preferite:

1 - Mrs Jonas [Contatta]
2 - Willa Shakespearelli [Contatta]
3 - _FafySte [Contatta]

E chi l'ha inserita tra le seguite:

1 - AniaS [Contatta]
2 - Clacly101 [Contatta]
3 - Damon4ever [Contatta]
4 - damon92 [Contatta]
5 - Ellis_Bell [Contatta]
6 - greengirl_ [Contatta]
7 - hermione59 [Contatta]
8 - Jean Granger [Contatta]
9 - Joanne_Row_98 [Contatta]
10 - lilylunastella [Contatta]
11 - MissLuna [Contatta]
12 - odioinickname [Contatta]
13 - Perviglia [Contatta]
14 - seriadel [Contatta]
15 - xproudofthem [Contatta]


Ovviamente un grazie va anche a
Willa Shakespearelli per aver recensito il capitolo precedente.


Infine un GRAZIE ENORME a tutti quelli che l'hanno anche solo letta,
Anguisa (emiguggy)

  
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