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Autore: la luna nera    25/03/2013    1 recensioni
E se si fosse sbagliata sul suo conto?
E' facile restare schiavi dei pregiudizi, specie se si ha a che fare con i soliti raccomandati....
Conoscendo meglio il suo collega, Ely scoprì che dietro quell'incallito Casanova c'era molto, molto di più. Lei per prima cambierà e diventerà una donna forte, arrivando a capire che la forza dell'amore a volte fa miracoli.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Piccola nota introduttiva: ho deciso di suddividere il capitolo in due parti.
Nella prima parte ci troviamo ancora in Qatar ed ho cercato di renderla più intensa (almeno ci ho provato!) ed ho preferito “staccarla” dalla seconda perché ha la funzione di tramite per la parte finale e che quindi è meno ricca di emozioni.
 
Un GRAZIE  gigantesco a Change_Your_Life!!!!  ; )
Buona lettura!
 
 
DALLE CENERI
 

 
-Prima Parte-
 
 
“Ehi, non devi piangere. Lui deve sentirti forte, non debole!”
Al suono di queste parole Ely si voltò. La dottoressa Swan aveva la faccia serena e tranquilla, cercava di trasmetterle tutta la forza di cui aveva bisogno in quei momenti così duri.
“Sai, quando ero ragazza ho perso una cugina…. Fu investita sulle strisce pedonali da un pirata della strada…. Rimase in coma per tre settimane e poi se ne andò…. La cosa che più mi sconvolse fu che i medici non permisero a nessuno di starle vicino…. La lasciarono sola in quella stanza a morire… Sentendo i familiari vicini forse poteva salvarsi…. Forse no…. Chi può dirlo ormai?” Una forte commozione si stava impossessando della voce della dottoressa. “Per questo voglio che tu gli stia vicino…. E per questo sono diventata medico: non voglio che cose del genere si ripetano… Almeno in mia presenza. Però devi essere forte tu per prima. So che è difficile, ma devi trovare dentro di te la forza di non piangere. Fagli sentire la tua voce come se foste a fare una passeggiata, parlagli delle cose più assurde, cerca di rammentargli tutti i motivi per cui deve vivere… Coraggio, io sono con te e sono certa che ce la farai.”
 
Erano passati alcuni giorni dall’attentato. Ely era riuscita a parlare con la sua famiglia tranquillizzandola sulle sue condizioni di salute. Aveva sentito anche Dario… si era preso un bello spavento!
I medici stavano lentamente riducendo le dosi dei medicinali che tenevano Gabriel in coma farmacologico. Stavano tentando di farlo uscire da quel sonno profondo.
 
Lei era lì, in quel lembo di terra sospeso fra oriente ed occidente…..
Era lì per lavorare con il suo collega del quale si era perdutamente innamorata dopo averlo odiato per degli stupidi pregiudizi.
E si erano amati.
E come si erano amati!
A volte il destino è talmente buffo da non prenderlo quasi sul serio…
Sembra voglia prendersi gioco di te, metterti alla prova, porti di fronte alle cose o alle persone più assurde.
E tu che fai?
Le accetti o ci vai a sbattere contro?
 
Ely aveva dapprima deciso di tirare su un muro fra di loro, fra quel tipo che si era ritrovata in ufficio per chissà quali favori, un tipo che si era subito dato da fare con quelle tre arpie di colleghe, un tipo talmente odioso che a Parigi le aveva fatto uno di quegli scherzi da rischiare grosso, molto grosso……
E invece il vero Gabriel era un altro. Era un ragazzo come molti altri, proveniente, si, da una famiglia molto benestante, ma che non faceva pesare la sua posizione. Se in un primo momento tentava di fare lo spaccone anche con lei, credendola oca e superficiale come la maggior parte delle ragazze che frequentava, si era ben presto ricreduto ed aveva iniziato a guardarla in modo diverso. In un modo che dapprima lo aveva quasi spaventato, poi incuriosito e infine conquistato. Solo con lei era riuscito ad instaurare un delizioso rapporto di amicizia, poteva scherzare, parlare del più e del meno senza calarsi nei panni del Casanova….
E ora per colpa di un maledettissimo attentato rischiavano di perdersi. Dopo essersi appena trovati.
 
Ely si rannicchiò su quella sedia, avvolta dalla coperta, sola in quella stanza con lui…
E la sua mente iniziò a viaggiare….
“Sono una donna…. Non sono più la ragazzina scema di una volta…. Non mi faccio più mettere i piedi in testa dalle persone che mi circondano…. Ora sono una donna….. Una donna che non vuole perdere il suo uomo….  E che deve trovare la forza di superare questo baratro…. La vecchia Elisabetta non esiste più. Io ora sono nuova… E lo devo a te…. Che mi hai fatto capire che non bisogna restare schiavi dei pregiudizi e delle apparenze….. Che la mia testardaggine mi stava facendo perdere il tesoro più prezioso che la vita potesse offrirmi… Io sono forte.  E non piangerò. Ricaccerò dentro tutte le lacrime che mi stanno affogando l’anima, perché quando ti sveglierai dovrai vedermi sorridere. E sorriderò….. perché tornerai da me…. Certo che lo farai! Io e te abbiamo una vita davanti…. Vero, Casanova?.... Te lo ricordi? A Parigi ti chiamavo così…. Ti prendevo in giro e…. quante risate ci siamo fatti!! E quante crepes con la Nutella!!! Dobbiamo rifarlo appena possibile…. Quando eravamo sul bateau-mouche ripromettevo a me stessa di tornarci con l’amore della mia vita…. Non pensavo di esserci già in quel momento…. E’ buffo, vero? Però vorrei riviverlo…. E non per lavoro…. Pensa, una settimana tutta nostra in quella romantica città…… E poi ci sono un sacco di bei posti dove potremmo andare…. Ma ti devi svegliare…. Altrimenti dovrò stare a tormentarti incessantemente fino a che non avrai riaperto gli occhi… Fino a che non mi dirai…”Ehi, ma quanto chiacchieri?!” ..... Svegliati per favore….”
La sua mano non aveva mai lasciato quella di Gabriel. Giocherellava con le sue dita, ne solleticava il dorso come se potesse servire in qualche modo ad infastidirlo e farlo svegliare…….
Ma ancora dormiva….. Il suo cuore funzionava, i suoi polmoni stavano facendo il loro dovere, a fatica ma ci riuscivano…. E il suo cervello, ancora intorpidito, iniziava a dare qualche segno di attività in ripresa….
Nessuno voleva sbilanciarsi, ma qualche briciola di ottimismo in reparto si respirava.
 
Però ancora lui dormiva.
 
E i giorni passavano.
 
Ely non voleva mai lasciare quella stanza, non si curava di niente e di nessuno, neanche della madre di Gabriel arrivata con la pretesa di trasferire il figlio in Italia in una clinica privata per offrirgli le migliori cure nonostante fosse da incoscienti pensare di muoverlo in quelle condizioni…..
“Darling, devi riposare un po’….Se continui così, crollerai….”
“Lei mi ha detto di stargli vicino…. E io di qui non mi muovo….”
“Dormi almeno qualche ora…. Nella stanza dei medici c’è un piccolo letto da campo… Sdraiati per qualche ora…”
“E se dovesse svegliarsi?”
“Ti chiamerò immediatamente.”
Ely non voleva andarsene… “No, io rimango qui dottoressa….. Dormirò su questa sedia se avrò sonno…. La prego, non mi mandi via.”
“Il vostro amore deve essere fortissimo….”
“…e pensi che è nato giusto la sera dell’attentato…. Fino a qualche settimana prima, non lo sopportavo….”
La dottoressa sorrise ed abbracciò la ragazza. Poi uscì dalla stanza.
Era stanca, stremata…. Ma non voleva arrendersi! Doveva superare la stanchezza, anche se le palpebre si facevano sempre più pesanti….pesanti….pesanti….
Crollò addormentata.
 
Non seppe per quante ore. Ma dormì.
 
 
“Ehi, Elizabeth! Wake up!” Qualcuno la stava svegliando… “Wake up!”
Ancora addormentata, tentò di tirarsi su con l’unico braccio utilizzabile…. “Ma…. Che è….”
“Tesoro, ce l’hai fatta….” Mise a fuoco la faccia che le stava davanti…. Era la Swan…
“Dottoressa…..”
“Guarda….” Le indicò Gabriel. Con gli occhi aperti.
“Oddio…..” Si precipitò da lui incredula… cadendo quasi dalla sedia….
La guardò negli occhi finalmente… E realizzò. Sorrise leggermente, ma in quel movimento quasi impercettibile c’era la fine di un incubo e la certezza che i miracoli a volte accadono davvero.
Non doveva piangere…. Non doveva piangere….. Non doveva piangere…..
Al diavolo!!!! Un lacrima uscì dai suoi occhi.
Lo accarezzò con quella mano…. Sentiva la barba cresciuta sul suo viso in quei lunghissimi giorni… Ma cosa poteva fregargliene della barba?! Gabriel era vivo!!! E si era svegliato!!! L’aveva riconosciuta!!!
“…Bentornato…..” Due enormi lacrime ora le rigavano il viso. Troppa era la tensione accumulata, lo spavento, le mille paure…. Il terrore di non rivedere più quei suoi occhioni azzurri….
Come spinto da una forza misteriosa, Gabriel mosse il braccio sinistro e portò la sua mano su quella di lei… Sorrise di nuovo….
Era vivo.
E lo sarebbe rimasto.
Ely gli diede un leggerissimo bacio… Le sue labbra ne avevano troppo bisogno…
Gabriel trovò la forza di sussurrare qualcosa….. “Ely….. Grazie…..”. E anche nei suoi occhi si formarono le lacrime….
 
La Swan aveva assistito alla scena dall’esterno, sorrideva compiaciuta. A volte quella forza misteriosa chiamata amore, non necessariamente fra uomo e donna, è più potente della scienza medica. Combinando le due cose spesso si ottengono risultati impensabili!
E di nuovo ne aveva avuto la conferma. Sorrise di nuovo e con le mani nelle tasche del camice si avviò in corsia per visitare i suoi pazienti.
 
I giorni che seguirono furono costellati di continui miglioramenti. Gabriel aveva ripreso a parlare sempre con minor difficoltà. Ely gli aveva raccontato tutto quello che avevano vissuto dato che, essendo privo di sensi, lui non aveva visto niente. E magari era anche un bene!
Gli ulteriori accertamenti medici non riscontrarono danni evidenti a seguito dell’esplosione. Fisicamente dunque tutto bene e perciò, dopo un paio di settimane da quel micidiale weekend, poterono fare ritorno in patria.
Un pezzo del loro cuore però era rimasto laggiù. Per la dottoressa Swan.
 
 
-Seconda parte-
 
 
Appena atterrati all’aeroporto, furono accolti calorosamente dalla famiglia di Ely, Dario e Loris, la madre ed il fratello di Gabriel (il padre era a Strasburgo per lavoro….). C’era pure Rinaldi a far da comparsa e con tutti loro molte autorità locali.
Velocemente i ragazzi furono trasferiti al policlinico per gli accertamenti di rito e per poter escludere definitivamente qualsiasi complicazione.
I medici di Doha avevano fatto un lavoro eccellente!
Il ragazzo venne presto portato in una struttura privata dove avrebbe trascorso il periodo di riabilitazione, dove sarebbe stato sottoposto ad esami più approfonditi e sarebbe stato seguito dai migliori fisioterapisti in circolazione.
La ragazza invece se ne tornò per qualche giorno a casa dei genitori. Purtroppo, avendo perso i sensi per pochissimo, ricordava troppo bene tutto quanto e non riusciva ancora a stare da sola…. Prima di rientrare al lavoro sentiva di dover affrontare un percorso psicologico per tentare quantomeno di metabolizzare l’accaduto. Si, aveva tirato fuori una forza notevole che forse neanche lei pensava di possedere, ma assistere ad un evento del genere, vedere Gabriel praticamente morto era stato troppo….
 
 
Erano trascorsi una trentina di giorni dal loro rientro in Italia. Ely era riuscita a tornare a casa sua, grazie anche all’aiuto di Dario e Loris che non l’avevano mai abbandonata. Era stata dura, ad ogni modo la “nuova Ely” ci stava riuscendo. Gabriel era ancora in riabilitazione. Si sentivano ogni tanto, ma si erano mai potuti vedere…. Quella clinica era troppo esclusiva e riservata, quasi al pari di un convento di clausura e la famiglia di lui non gradiva un eccessivo via-vai. Esigevano la massima tranquillità e discrezione. Qualche volta Ely si era pure fatta accompagnare sotto l’elegante edificio, sperando di vederlo almeno durante l’orario delle visite. Ma inspiegabilmente  non le fu mai permesso di varcare l’ingresso della clinica. Aveva come l’impressione che ci fosse qualcosa sotto…. Magari la famiglia Di Montebello non gradiva intromissioni particolari…. Però almeno ad un minimo accenno sulle sue condizioni di salute aveva il diritto!
C’era qualcosa sotto?
Quasi sicuramente si. Una cugina di Loris lavorava come infermiera in quella clinica e confermò la presenza di Gabriel, ma a lei risultava dimesso. Insomma, dal loro rientro dal Qatar aveva trascorso solo due settimane in ospedale! E lui continuava a dire di essere sempre ricoverato!
Perché?
 
 
Fisicamente la ragazza si era ripresa bene. Le ferite erano guarite, il gesso le era stato tolto e con alcune sedute di fisioterapia la spalla era tornata come nuova. La sua mente però era ancora sotto sopra. Il momento di tornare al lavoro era arrivato e il pensiero di varcare di nuovo la porta di quell’edificio la terrorizzava a morte. Lo psicologo che la stava seguendo, aveva tentato di prepararla al meglio per il rientro in ufficio, ma quando quella mattina la sveglia suonò, Ely tremava nel suo letto….
“No….no…. Io non ce la faccio ad andare lì….. Non voglio… Ho paura…. Gabriel non c’è…. Ma ci sono quelle…. Gabriel non c’è…… E io non voglio raccontare nulla….. La bomba è scoppiata davanti a me…. La bomba….. la bomba…. Gabriel…. Tutti i feriti……  Cadaveri….. Morti….. Noooooo!!!!!!” Abbracciò il cuscino è scoppiò in lacrime.
Dario per certi versi era un indovino e giusto pochi minuti dopo si presentò a casa sua. Quanto mai gradito e provvidenziale…. Ely piangeva. C’era qualcosa nella sua mente che collegava la Golden con quello accaduto in Qatar….. Certo, erano andati lì per lavoro, ma nessuno poteva immaginare che i talebani avessero deciso di colpire proprio loro….
Dario la aiutò a vestirsi, a pettinarsi e ad uscire di casa. Salirono in metropolitana sempre tenendosi per mano e velocemente raggiunsero l’ingresso dell’azienda.
“Io… io… non ce la faccio…. Forse è meglio che torni dal medico… e mi faccia dare un’altra settimana di malattia….”
“E cosa pensi di ottenere facendo così?”
“La tranquillità che mi serve per entrare lì dentro e vedere la sua scrivania vuota!”
“No, tesoro mio! Tu ora vieni con me a lavorare! Non puoi sempre fuggire, per questi primi giorni starò io con te in ufficio, poi dovrai ricominciare a camminare da sola!” E la trascinò su per le scale tenendola sempre per mano. Detestava essere duro con lei, ma in quel momento Ely aveva bisogno di essere spronata, non compatita.
“Ti prego Dario, lasciami andare via!!!!” Stava per ricominciare a piangere.
“Ely, devi farti forza e devi farlo per lui. Quando tornerà da noi, deve trovare la ragazza che lo ha aiutato a svegliarsi dal coma, quella grintosa e determinata che lo ha fatto innamorare e non una piagnucolona così! Di quelle ce ne sono già abbastanza!”
Forse Dario aveva ragione…. Era inutile rimandare quel momento in continuazione. In quei terribili giorni dopo l’attentato era riuscita a sentirsi diversa, nuova, sicura di sé ed aveva intuito che si, i miracoli possono pure accadere, ma a volte bisogna essere noi i primi a dar loro una spinta….
E per lei la spinta si chiamava Gabriel.
Ma Gabriel non c’era.
E non sapeva dove si trovava.
 
Salì le scale con Dario e, con un po’ di timore, afferrò la maniglia della porta d’ingresso ed entrò.
 
 
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Ci sono alcuni punti oscuri intorno a Gabriel…. Che succederà?
 
Non so se sono riuscita ad essere all’altezza delle vostre aspettative…
So che non è facile trasmettere emozioni quando si scrive….. Lo sanno fare quelli bravi e non credo di rientrare in questa “cerchia”!
Comunque se qualcuno mi fa sapere…..
 
A presto
La Luna Nera (Cristina) 

 

  
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