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Autore: 3teste    28/03/2013    0 recensioni
Rebekah fuggita dal suo paese per vivere una nuova vita, arriva a Manhattan, incontra nuove persone e lui Ian un ragazzo che prima di conoscerla ogni sera andava a letto con una diversa. diventano migliori amici ma lui prova qualcosa più forte dell'amicizia e lei?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Reb ti va di accompagnarmi ad un incontro? Ho bisogno di sostegno.- - Ma sono le 3.30 di mattina.- - Lo so, ma devo farlo ci sono in ballo molti soldi.- - È clandestino? Ma non facevi il pugile?- - Si faccio il pugile, ma solo per divertimento, io combatto!- - Va bene, visto che ormai stiamo diventando così amici ti accompagno.- - Grazie! Ti adoro.- Parcheggiò la macchina in un vicolo, scendemmo delle scale e ci ritrovammo in metropolitana. Le metro erano ferme e c’erano un casino di ragazzi che volevano assistere all’incontro. Notai che ero l’unica ragazza, e come ero vestita avrei attirato troppo l’attenzione. - Tyler, ciao! Lei è Reb devi tenerla d’occhio, non deve essere avvicinata da nessuno.- Tyler presentò Ian e l’altro ragazzo, molto carino direi. Si tolsero entrambi la maglietta. Appena se la levò Ian la mia bocca si aprì senza che me ne rendessi conto. Che fisico! Era scolpito per bene, che muscoli! Era proprio bello, ma la mia cotta passò dal momento che mi avevano detto che era un puttaniere, non volevo essere una delle tante. I ragazzi iniziarono a lottare, urla e schiamazzi partirono, tutti con i pugni alzati, da dove stavo io vedevo perfettamente. Ian non prendeva neanche un colpo, li schivava tutti; alzò il pugno e lo piombò in faccia all’avversario poi un altro nello stomaco e per finire un altro pugno in faccia. Questo cadde a terra, sfinito Ian aveva vinto l’incontro. I ragazzi lo acclamavano, cantavano felici di aver scommesso sulla persona giusta. Tyler si allontanò un attimo per dare i soldi a Ian. Un ragazzo si avvicinò a me, non riuscivo più a vedere Ian. - ciao, cosa ci fa uno schianto di ragazza qui?- - ho assistito all’incontro era vietato?- - assolutamente. Anzi una visione, ho potuto farmi gli occhi.- - beh non c’è niente da vedere puoi smammare.- - bel caratterino! Ti va un giro?- - no non le va! Levati di torno- -grazie!- - non posso lasciarti sola eh?- disse ridendo – dai vieni, torniamo a casa.- Si erano fatte le 4.40, salimmo in macchina e mi chiese - piaciuto l’incontro?- - certo, mi sono divertita!- - mi fa piacere, ma la prossima volta non verrai vestita così. Jeans larghi e felpone!- risi – no non ci penso proprio! Jeans stretti e felpa! Oppure potrei rimanere a casa!- - ok ok come vuoi! Ma non in minigonna corpetto e tacchi. Anche se sei uno schianto!- - grazie- dissi arrossendo - senti è tardi ti va di fermarti da me? Domani ti riporto a casa appena vuoi.- - va bene, ma niente scherzi! Io divano e tu letto.- non obbiettò. Parcheggiò l’auto nel parcheggio, entrammo nel portone, l’ascensore era rotto. Mi stavo levando le scarpe, i piedi facevano troppo male per salire anche le scale, ma Ian mi prese in braccio. Lottai per farmi scendere ma rimase immobile, mi posò per terra appena arrivammo davanti la porta. - prego. Benvenuta a casa mia.- entrai, era un ambiente molto accogliente e caldo. Nel soggiorno c’erano un divano e un sofà neri in pelle, un tavolo semplice di legno, sulle pareti c’erano tre quadri astratti e qualche foto. Chiesi a Ian dove fosse il bagno, mi accompagnò e mi prestò una sua maglietta come pigiama. Mi spogliai ed entrai nella doccia. Ne avevo proprio bisogno. Mi misi sotto l’acqua calda e pensavo, anche se non c’era molto a cui pensare. Sentii la porta del bagno aprirsi. - scusa ma devo andare in bagno, me la sto facendo sotto.- fortunatamente c’era la tenda che mi copriva, continuai a lavarmi e poi gli chiesi - mi presti un paio delle tue mutande gentilmente- - certo!- e uscì dal bagno. Uscii dalla doccia, mi avvolsi l’asciugamano intorno e un’ altra la avvolsi sui capelli e feci un turbante. Presi dei fazzoletti e iniziai a levarmi il trucco colato. Ian entrò senza bussare. - bussare no? E se fossi stata nuda?- - sarebbe stato uno spettacolo fantastico. tieni questi possono andare bene?- - si sono perfetti, ora potresti uscire?- prese il mio reggiseno che avevo poggiato sul lavandino. - ma che taglia porti, è grande!- - a chi tanto e a chi niente!- e glielo strappai dalle mani. Lui uscì ridendo. Mi vestii, non ero del tutto vestita visto che la maglietta arrivava al sedere. Uscii dal bagno, Ian aspettava sul divano. - dove preferisci dormire?- - dove vuoi tu, non fa differenza per me.- - dormi tu nel letto, sei mia ospite è il minimo.- - grazie.- - vado a lavarmi notte- mi diede un bacio sulla guancia ed entrò in bagno. Prima di andare a dormire bevvi un bicchiere d’acqua; andai in camera sua, accogliente anche quella. Mi sistemai sotto le coperte, avevo sonno ma non riuscivo a chiudere gli occhi. Mi dispiaceva far dormire Ian sul divano e al freddo. Dormire vicini non conta nulla; mi alzai dal letto e andai in soggiorno. Ancora non era uscito dal bagno. - non riesci a dormire?- - infatti. Stavo pensando che mi dispiace farti dormire qui scomodo e al freddo, dormi con me. Tanto non ci saranno contatti e nient’altro.- - se a te non da fastidio, accetto volentieri.- ci mettemmo a letto e finalmente presi sonno. Quando mi svegliai Ian non era a letto, guardai l’orologio era l’una in punto. Mi alzai, cercai di sistemarmi i capelli e andai in soggiorno. Il tavolo era apparecchiato e Ian stava vicino ai fornelli. - sai cucinare?- - non proprio, me la cavo.- - lascia fare a me, cosa intendevi preparare?- - pasta al sugo, cotoletta e patatine.- - ok ci penso io!- mi misi ai fornelli e cucinai; l’acqua bolliva, presi 200 grammi di spaghetti e li buttai, mentre la pasta coceva accesi l’olio per le patatine e in un’altra pentola misi l’olio per le cotolette, impanai quest’ultime e le misi a cuocere, l’olio delle patatine era pronto e ce le buttai dentro. Preparai i piatti e li misi a tavola. - buon appetito- - spero che non abbia messo alcun tipo di veleno.- - non lo saprai se non mangi- mangiammo in silenzio e in assoluta tranquillità. Presi i piatti e iniziai a sparecchiare. - ferma. Organizziamoci. Tu hai cucinato, ed è stato un pranzo fantastico io adesso pulisco la cucina. Tu rilassati- - che gentiluomo!. Andai in camera, aprii il balcone per far cambiare l’aria. Iniziai a fare il letto e sistemai un po’, poi andai in bagno, mi lavai e pulii tutto. - finito?- - sto finendo di scopare, ma preferirei qualcos’altro alla scopa.- disse maliziosamente - fatti bastare la scopa!- dissi ridendo. Mi sedetti sul divano e chiusi gli occhi. Mi ero divertita la sera prima e con Ian il rapporto cresceva, mi aveva dimostrato di essere diverso, sempre puttaniere ma comunque un ragazzo d’oro. - hai fatto il letto e hai pulito anche il bagno. Non dovevi. Candice aveva ragione quando disse che non sai stare ferma.- - è una mia pecca.- si sedette sul divano vicino a me e mi chiese - ti va di fare qualcosa oggi?- - non lo so, cosa potrebbero fare due amici?- - non ti considero solo un’amica- - e cosa?- - sei diventata importante, ti voglio bene, sei diversa da tutte le altre. Sei bellissima, non sei civetta, sei intelligente, hai molte doti. Nessuna è come te! Sei entrata a far parte della mia vita, con te sono diverso mi sento migliore. So che tu non vuoi venire a letto con me e hai ragione. Ma che dici di essere migliori amici?- - che gentile, certo da oggi siamo migliori amici!- rimanemmo sul divano a parlare e a ridere, mi confidò cose che neanche immaginavo, mi parlò del passato, della ragazza che lo aveva fatto soffrire. Io non gli dissi molto, non volevo che sapesse che vita facevo prima di venire qui. - mi è venuta un’idea- disse - cioè?- - perché non prendiamo un appartamento da condividere con i ragazzi, sarebbe perfetto.- - che idea! Sei un genio.-
  
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